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Il Canto degli Italiani ricerca, Guide, Progetti e Ricerche di Storia

Ricerca con immagini riguardo l'Inno d'Italia, la sua storia e l'analisi del testo che lo compone.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2020/2021

Caricato il 07/01/2021

elisa.divi
elisa.divi 🇮🇹

4

(4)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il Canto degli Italiani ricerca e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia solo su Docsity! Il Canto degli Italiani Elisa Di Vito IIIA Fratelli d’Italia L’Italia s’è desta, Dell’elmo di Scipio S’è cinta la testa. Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò. Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un’unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l’ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò. Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l’Aquila d’Austria Le penne ha perdute. Il sangue d’Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò. (Evviva l’Italia Dal sonno s’è desta Dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa Dov’è la vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò). Uniamoci, amiamoci, l’Unione, e l’amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natıò: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò. Dall’Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn’uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d’Italia Si chiaman Balilla, Il suon d’ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò. La storia Il Canto degli Italiani, conosciuto anche con il nome di Fratelli d’Italia, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, il cui testo venne scritto nell’autunno del 1847 dal giovane studente e patriota Goffredo Mameli, che è una delle Xigure più di spicco del Risorgimento italiano e che diede tutto per la nazione, persino la vita. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, Mameli decise di inviarlo a Torino nella casa del patriota Lorenzo Valerio, dove si trovava anche il maestro genovese Michele Novaro, il quale venne conquistato dalle magniXiche parole tanto di incaricarsi di trasporlo in musica. Essendo l’inno composto in ambienti notoriamente mazziniani, venne proibito sia dalla polizia del Regno di Sardegna (Xino al marzo del 1848) e anche dalla polizia austriaca che ne vietò la sua esecuzione Xino alla Xine della prima guerra mondiale. Sebbene non venne mai ufXicialmente riconosciuto come Inno nazionale, il Canto degli Italiani veniva cantato da tutti e tutti si riconoscevano nella patriottica e travolgente poesia che ne compone il testo, tanto da divenire il simbolo della rinascita di un Paese che si risollevava dalle macerie materiali di due guerre e da quelle morali di una dittatura. Durante il Consiglio dei Ministri del 12 ottobre 1946 il Ministro della Guerra Cipriano Facchinetti propose come inno provvisorio l’Inno di Mameli, da ufXicializzare con l’entrata in vigore della nuova Costituzione Repubblicana, cosa che non avvenne date le divergenze politiche. Dopo anni di dibattito a riguardo, all’inizio degli anni duemila iniziò una fondamentale opera di rivalutazione e valorizzazione dei simboli dell’identità nazionale e primo fra tutti il Canto degli Italiani, che l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi deXinisce come “un inno che, quando lo ascolti sull’attenti, ti fa vibrare dentro; è un canto di libertà di un popolo che, unito, risorge dopo secoli di divisioni, di umiliazioni”. Il 15 novembre 2017, la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha approvato, in sede deliberante, il ddl per la sua istituzionalizzazione, dopo che l’omologa commissione alla Camera aveva dato il via libera al provvedimento del 25 ottobre 2017. Il testo Il componimento è aperto da una solenne e appassionata apostrofe agli italiani, invitati a ritrovare uno spirito di fratellanza al di là delle differenze culturali che rendono il nostro paese un mosaico di civiltà, di lingue e dialetti cosı ̀eterogeneo e unico in tutto il pianeta. Il richiamo a Scipione l’Africano, il generale romano che nel 202 a.C. sconXisse Annibale al termine della seconda guerra punica, è un’esaltazione del glorioso passato dell’Italia, erede di Roma, la signora del mondo. L’Impero romano fu talmente abituato a inanellare successi militari sempre più grandiosi che la Vittoria, personiXicata, venne considerata la schiava di quella grande potenza mondiale. Era cioè assolutamente naturale che ogni progetto di conquista avesse un esito positivo. Elisa Di Vito IIIA Goffredo Mameli Due serie di cartoline edite per il cinquantenario dell’Unità nazionale nel 1911; una Madre Patria guerriera condensa in sé l’intera storia del Paese
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