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Il capolavoro sconosciuto - Balzac, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Francese

Riassunto, sintesi e commento del Capolavoro Sconosciuto di Balzac.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 27/06/2019

giovanna-cristella
giovanna-cristella 🇮🇹

4.6

(14)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il capolavoro sconosciuto - Balzac e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! IL CAPOLAVORO SCONOSCIUTO Il Capolavoro sconosciuto è un’opera di Balzac del 1831 il cui tema cardine è il rapporto tra arte e realtà. Il racconto si apre con una dedica ed è diviso in due parti: - DEDICA: A un Lord  il dedicatario e la dedica restano misteriosi, ma in merito sono state avanzate diverse interpretazioni tra cui: - I^ PARTE: Gilette  amante del pittore Nicolas Poussin e modello ideale di bellezza femminile - 2^ PARTE: Catherine Lescault  cortigiana leggendaria dal nome fiammingo e titolo della tela del maestro Frenhofer a cui sta lavorando da 10 anni Nei titoli delle due sezioni è palese la contrapposizione tre realtà e arte: Gillette donna vera, Chaterine donna dipinta. Non è un caso che dalla prima alla seconda stesura del romanzo Balzac abbia cambiato il titolo della seconda parte da Maestro Frenhofer a Chaterine Lescault inserendolo nel volume Le provincial à Paris. A differenza dei titoli delle sezioni del romanzo, a dominare la scena sono tre figure maschili:  Frenhofer  pittore frutto dell’invenzione di Balzac. La scelta del nome tedesco non è casuale: il genere del romanzo d’artista, cioè di un racconto avente per protagonisti dei pittori, è nato in Germania. Inoltre sono stati rilevati riferimenti ad alcuni racconti di Hofmann. Frenhofer è stato allievo di un maestro fiammingo realmente esistito, Maguse (1462-1533/36) incline alle tendenze artistiche del rinascimento italiano. E’ anche il pittore più anziano che nel tentativo di ricreare sulla tela il palpito e il mistero della vita “rubando a Dio il suo segreto” si è estraniato completamente dalla vita assumendo un carattere demoniaco.  Francois Porbus  pittore fiammingo che si spostò da Anversa a Parigi e visse a cavallo tra la seconda metà del XVI e il primo ventennio del XVII secolo. La fonte principale di Balzac per il personaggio sembra essere un articolo redatto da Périès nel 1823 dedicato a Probus in cui si elogia il ritratto di Enrico IV e quello di Caterina de’ Medici conservati al Louvre(entrambi citati nel romanzo).  Nicolas Poussin  giovane artista talentuoso trasferitosi dalla provincia a Parigi per cercare fortuna, dove va a vivere con la sua donna Gillette che proporrà come modella per l’opera del maestro. Poussin non fu allievo di Porbus ma ne subì l’influenza: appare realistico il suo desiderio di incontrarlo. Il romanzo si apre con precise indicazioni storico-temporali: era la fine del 1612 a Parigi, quando un ragazzo vestito modestamente in una mattina di dicembre passeggiava davanti ad una casa di rue des Grands Augustins in cerca del maestro Francois Porbus. Mentre Poussin è sul pianerottolo, vengono annunciati da Balzac i temi che tratterà nell’opera: l’uomo d’ingegno, il capolavoro e la gloria. Inizia a salire le scale una figura anziana: Frenhofer, un uomo il cui volto era segnato dalla stanchezza degli anni, gli occhi senza ciglia, un corpo esile e fragile. Si trovano tutti e tre nello studio di Probus il quale assume un atteggiamento di riverenza nei confronti del vecchio e pensa che Poussin sia un suo accompagnatore. L’attenzione del giovane cade su un quadro, dipinto per Maria de Medici poi venduto a causa di ristrettezze economiche, che rappresentava la giovane prostituta Maria egiziaca nell’atto di pagare il pedaggio della barca per recarsi a Gerusalemme dove, intraprendendo una vita ascetica, sarebbe diventata santa. Il quadro diventa oggetto di una conversazione teorica sull’arte: - Frenhofer ritiene che non basti la semplice conoscenza della natura per poterla riproporre artisticamente, come non basta conoscere le regole grammaticali per essere un poeta. Questo paragone pittore-poeta è un mezzo per affermare che non esistono regole applicabili per attingere al segreto della vita. Frenhofer apostrofa il dipinto di Probus “buono” perché se ad una prima occhiata sembra “mirabile”, a guardarlo bene si scorgono una serie di particolari che lo rendono fisso, mancante di spazio e profondità nonostante sia inserito in una buona prospettiva. Lo stesso discorso vale per i colori che sono stati utilizzati correttamente, ma non hanno creato le ombre, ad esempio 1. Emblema dell’indicibile per lo scirttore o ciò che non è rappresentabile per il pittore; 2. Anagramma di Arnould, in riferimento a Sophie Arnould, cantante celebre morta nel 1803. Si tratterebbe del palazzo Savoia- Carignano al n.7, nel cui solaio abità Picasso nel 1937 e vi dipinse la Guernica. La datazione è scelta in funzione di Poussin, nato nel 1594 e al quale i biografi attribuiscono un primo soggiorno parigino verso i 18 anni. quella del seno, per conferire profondità alla donna rappresentata. Questo perché Probus, attenendosi alle regole della pittura, ha fatto riferimento alle norme di Tiziano e Veronese, maestri veneziani del colore, associandole al manierismo tedesco di Holbein e Dürer che invece hanno privilegiato il disegno, non ottenendo né l’uno né l’altro risultato.  La critica Margaret Gilman ha sancito la discendenza delle idee di Frenhofer dai saggi di Diderot che probabilmente Delacroix aveva spiegato a Balzac: non sono vere e proprie riprese letterarie ma adattamenti e rielaborazioni. Balzac, ha letto e compreso Diderot, ma ha espresso il pensiero di questo riadattandolo al personaggio di Frenhofer (Es. Diderot parla di arte in generale, Balzac si concentra sulla pittura). Probus cerca di giustificarsi dicendo di aver studiato bene la figura prima di rappresentarla e ammette che ci sono effetti in natura impossibili da riprodurre su tela (in realtà anche quando si cerca di riprodurre la realtà il risultato è sempre qualcosa di verosimile!). Frenhofer, udendo le parole del pittore con voce concitata sentenzia che il compito dell’arte non è imitare la natura ma esprimerla, ricordandogli di non essere un vile copista ma un poeta. E come tale deve essere in grado di cogliere lo spirito e l’effetto, inscindibile dalla causa: in questo binomio risiede la vera lotta dell’artista, il cui vincitore per eccellenza fu Raffaello che riuscì a spezzare la forma per cogliere l’essenza interiore delle cose. Entra quindi in scena Poussin, che era rimasto in silenzio in disparte, contraddicendo il vecchio maestro facendo notare che il barcaiolo della Maria egiziaca di Probus ha un’intensità sconosciuta ai pittori italiani: riesce infatti a trasmettere l’indecisione di accettare o meno la prostituta sulla sua barca. Probus, pensando erroneamente che il ragazzo fosse al seguito di Frenhofer, gli chiede chi sia e gli dà foglio e matita per copiare la sua opera e metterlo alla prova. Questo esegue la copia rapidamente e, sia il vecchio che il giovane pittore si rendono conto di essere davanti ad un giovane talentuoso; così Frenhofer decide di ‘regalargli’ una lezione. Si fa prestare la tavolozza da Propus e violenta con smania e furore, come se fosse in preda al demonio, l’opera del pittore; una volta finito invita Probus e Poussin da lui. La scena si sposta presso lo studio dell’anziano pittore dove Poussin è attirato da un quadro: una raffigurazione di Adamo realizzata da Maguse. L’opera viene utilizzata per parlare della capacità demiurgica del pittore: l’artista vuole creare, così come Dio ha creato l’uomo, con la differenza che l’opera dell’uomo resta una sterile rappresentazione, mentre l’opera di Dio racchiude in sé qualcosa di divino. Poussin vede un altro quadro che il vecchio definisce “impiastro” e Probus coglie l’occasione per chiedergli di vedere il capolavoro a cui Frenhofer sta lavorando. Fa poi un paragone con la scultura, sorella della pittura. Nel mondo non ci sono linee ed è proprio la luce ad individuare il punto in cui finisce il corpo ed inizia qualcos’altro. Nonostante Frenhofer nel suo monologo offra ai due uditori questi ‘precetti’ di arte, continua a palesare i suoi dubbi e mette in discussione il sapere che diventa una sorta Ai tempi di Balzac era frequente la contrapposizione tra il disegno di Ingres ed il colorismo di Delacroix, ma lo scrittore auspicava una sorta di conciliazione tra le due tendenze. La ‘sconfitta’ di Frenhofer potrebbe rappresentare l’impossibilità di una sintesi simile. L’idea dell’intreccio tra causa ed effetto è affrontata da Curtius nel saggio su Balzac in cui riflette: - sull’organizzazione del mondo nell’opera di Balzac; - sull’anatomia dell’universo e l’arte che riesce a sintetizzare Per Curtuis la sintesi tra queste componenti è capacità del genio. La forma è la soglia che crea comunicazione tra l’immagine interiore e il mondo esterno. Funge da mediatrice tra idee e sensazioni. E’ un dipinto di cui si sta occupando ormai da 10 anni, ed ogni qualvolta che crede di averlo terminato nota invece nuove imperfezioni. Per raggiungere il risultato ha studiato i maestri del colore, tra cui Tiziano, re della luce; nonostante ciò non riesce a conferire alla donna le giuste ombre che la facciano sembrare in movimento per conferirle la vita. E’ innamorato della donna dipinta, ne è geloso e non vuole mostrarla a nessuno per paura che gliela portino via.
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