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Il caso di Coco Chanel - riassunto, Sintesi del corso di Scienze Umane

vita dell'artista, rivoluzione della moda, i disturbi di Coco e approfondimento sul disturbo bipolare

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 22/10/2022

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gi0cond4__ 🇮🇹

4.5

(4)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il caso di Coco Chanel - riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Scienze Umane solo su Docsity! Gruppo: Giovanna Pinna, Gaia Rizzati e Michele Pezzoli. Classe 3C Il caso di Coco Chanel Nella prefazione Coco Chanel viene analizzata non solo nell’aspetto lavorativo ma anche nell'aspetto della sua vita privata; infatti viene spiegato che ha passato un’infanzia piena di traumi e due di questi l'hanno segnata in modo particolare: 1- L’abbandono del padre, che usava la scusa dei viaggi lavorativi, per stare lontano da casa. 2- La malattia e la morte della madre che soffriva di tubercolosi ed è morta davanti ai suoi figli piccoli, i quali pare l'abbiano vegliata per un tempo imprecisato. Coco stessa chiamerà tale trauma "delirio della provincia"; ovvero fatti di cui nessuno era a conoscenza poiché accadevano lontano dalle città. Dopo l’abbandono del padre e la morte della madre, Coco sarà costretta a vivere nel convento di Aubazine, dove passerà gran parte della sua giovinezza. In convento inizieranno a manifestarsi quelle che erano considerate leggere forme di autismo, poiché spesso Coco tendeva ad isolarsi, compiere riti scaramantici, era spesso distratta e aveva difficoltà comunicative. Questi suoi traumi ebbero successivamente delle ripercussioni nelle sue modalità lavorative: Coco, difatti, adorava sedersi sui gradini del suo Atelier davanti a degli specchi per osservare le sue sfilate e gli spettatori; questa postazione particolare le permetteva di osservare gli altri senza essere osservata, cosa molto ambigua per uno stilista che solitamente si rende partecipe delle proprie sfilate; ciò si può ricollegare agli studi di Freud sullo sviluppo infantile e le conseguenze che certi traumi subiti nell’infanzia possono avere in età adulta. Coco non era il suo vero nome, ma lo usava per mascherarsi al pubblico e cercare di nascondere la sua infanzia, al fine di sfuggire ai pregiudizi della società e per garantirsi un futuro come stilista. In realtà il suo vero nome era Gabrielle. Un altro aspetto che viene analizzato è il modo originale e diverso con cui Coco si vestiva al tempo, completamente inusuale e impensabile per una donna. Ci sono state varie occasioni nelle quali Coco sfoggiò “abiti maschili", in genere durante feste e ricevimenti. Il capo maschile da lei preferito fu il pantalone, fino a quel momento capo esclusivamente indossato da uomini o donne ritenute omosessuali. Questa scelta di indossare un capo rivoluzionario modellò le basi di quello che sarà lo stile Chanel. Furono due le figure significative che influenzarono la sua formazione interiore, ma soprattutto lavorativa: Balsan, allevatore di cavalli, amante di Coco, che le diede contatti importanti e occasioni per mostrare alla nobiltà parigina i suoi capi e Boy Capel, pseudonimo di Arthur Capel, di cui Coco si innamorò perdutamente; ella definì questi due uomini come le sue “muse“ ispiratrici. Coco grazie all’aiuto economico di Capel, nel 1910, riesce ad acquistare il numero 21 di Rue Cambon, uno stabile situato nel centro di Parigi. Un elemento che spicca nella sua boutique è lo scarso interesse di quelli che erano i costumi abituali della classe dirigente parigina, caratterizzata da completi che limitavano i movimenti delle donne con corsetti e gonne lunghe ed ingombranti. Difatti, Coco riusciva a confezionare capi, che pur essendo semplici e comodi, rimanevano eleganti e raffinati: ciò deriva dall’influenza di Capel, il quale apparteneva all’alta borghesia, e dagli insegnamenti sul cucito della “zia Julia”, la quale come Coco derivava da un ambiente non nobile. Durante questo primo periodo della sua carriera Coco assume un comportamento ambivalente: infatti nega la sua figura al pubblico, ma allo stesso tempo continua a vivere la sua vita affettiva. Dietro questo suo apparire poco in pubblico si nasconde una certa timidezza, ma questo non avveniva per i pochi eletti, coloro che avevano grande importanza affettiva per Coco e che la vedevano spesso. Questa sua caratteristica era già presente durante l’infanzia: il suo spettro autistico, che la portava ad isolarsi e circondarsi di persone di cui si fidava. Questo suo comportamento, però aveva anche un riscontro positivo: rendeva la sua figura più affascinante e misteriosa. Durante l’inizio del ‘900 la convivenza tra Coco e Capel comincia a vacillare: poiché quest’ultimo era strettamente legato alla corona inglese, nonostante volesse considerare Coco una sua pari, non si sarebbe mai permesso di violare l’etichetta. Tuttavia i capi di Coco stavano conquistando sempre più prestigio tra le donne dell’alta borghesia e di conseguenza con i guadagni ricavati riuscì a risanare i suoi debiti e aprire la sua seconda boutique Chanel Modes. Alcune sue innovazioni la portarono ad essere riconosciuta nel 1916 dalla nota rivista Vogue, grazie all’uso del jersey, solitamente usato per capi sportivi maschili, scarpe basse con punta rotonda e costumi da bagno. Coco e Capel si allontanarono definitivamente quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale, poiché l’uomo dovette ritornare in patria essendo agente della corona inglese. Coco continuò i suoi affari dopo l’apertura della sua boutique a Deauville, poiché il paese era scelto come meta di trasferimento da molte famiglie che cercavano di allontanarsi dalla guerra. La comodità che caratterizzava i capi di Coco, risultò nuovamente utile poiché le donne preferivano indossare capi come gonne al ginocchio e scarpe basse, invece di gonne lunghe e scomode e tacchi alti che erano più consoni ad un ambiente cittadino. Il suo stile innovativo e pratico influenzò anche le donne dell’alta società parigina, che incominciarono a vestire Chanel. Durante questo periodo della guerra, la maschera di Coco verrà ulteriormente rafforzata da un evento significativo: Gabrielle taglierà i suoi lunghi capelli nel famoso caschetto con cui ancora oggi viene ricordata. Vi sono varie teorie sul perché Coco abbia deciso di compiere tale gesto: il dolore dell’allontanamento di Capel e l’esplosione di un lume durante la toeletta che le avrebbe rovinato le punte. Una teoria interessante è quella che spiega di come Coco abbia avuto un discontrollo autolesionistico che andava contro ai costumi del tempo che prevedevano una donna dai capelli lunghi e acconciati. Per quanto fossero importanti gli usi del tempo, già alcune donne possedevano un taglio corto strettamente legato a ragioni pratiche, ma Coco fu una delle prime a tagliarli di sua spontanea volontà. Questa mossa audace di Coco diede inizio a una vera e propria rivoluzione poiché anche le donne delle classi borghesi iniziarono a sfoggiare il taglio corto. Dopo la fine della prima guerra mondiale, il rapporto tra Coco e Capel sembra migliorare, nonostante le iniziali divergenze e il matrimonio di quest’ultimo. Secondo l’etichetta le festività devono essere festeggiate in famiglia e nel Natale del 1919 Capel, che era insieme a Coco a Parigi, decide di raggiungere la moglie a Cannes. Durante il tragitto uno degli pneumatici della macchina in cui viaggiavano Capel e il suo autista esplode, provocando un grave incidente in cui solo lo chauffeur si salvó. Non sappiamo quale sia stata la reazione di Coco, quando giunse al luogo dello schianto, ma da quel momento lei stessa afferma che “quel che seguì non fu una vita felice”. Da qui in poi, Coco iniziò a soffrire di insonnia cronica che ella proverà a curare auto-prescrivendosi oppiacei. Coco continuerà a ritrovare nel proprio lavoro una via d'uscita dalla vita che continuava a deluderla. Questo trauma fa riaffiorare lo spettro autistico in Gabrielle i cui segni sono: il dualismo fra la sua sfera personale, emotiva e inaccessibile e la sua dimensione pubblica. Tutto ciò si accompagna anche a un grande livello intellettivo di Coco, in quanto le persone affette da specifiche forme di autismo presentano un quoziente intellettivo più alto della media. Questa ambivalenza di comportamento la troviamo nella sua stessa biografia, dove vi è in effetti un graduale sviluppo da Gabrielle a Coco, mantenendo però sempre separate le due vite: una come Gabrielle e una come Coco.Chanel sarà sempre una sarta, il suo lavoro verrà sempre prima dei suoi affari e sarà il cardine della sua esistenza. Gabrielle non realizzava abiti di successo, ma li indossava lei stessa, Fra gli anni ’20 e ’30 Coco incontra due personaggi rilevanti per la sua vita lavorativa e privata: Pierre Reverdy, un poeta, che ama vivere la sua vita al massimo. La particolarità che fece innamorare Coco di lui fu la sua finezza e raffinatezza da “tenebroso”. Questa fu una delle relazioni più durature di Coco la quale terminerà quando Reverdy si farà monaco benedettino. L’altra figura importante fu Hugh Grosvenor, duca di Westminster, la loro relazione durò circa dieci anni. Il duca aveva molte cose in comune con Capel: era un appassionato di equitazione, di caccia, pesca e polo. La loro somiglianza fece innamorare perdutamente Coco di Grosvenor. Inizia così il “periodo inglese” per la mademoiselle, però, non era tutto rosa e fiori: è importante infatti ricordare che Grosvenor era ancora sposato al tempo, il che metteva Coco in una disagevole posizione, dove veniva costantemente criticata dall’aristocrazia inglese e la situazione cambiò solo quando l’amante di Coco chiese il divorzio. Da questa sua storia, la couturière, fece nascere una delle creazioni che ancora oggi viene usata: il tubino nero da sera. Come disse Freud, nulla è un caso: la data in cui il capo venne prodotto fu il 1920, un anno dopo la morte di Capel. Ancora una volta, Coco creò stupore nelle società: fece diventare il colore del lutto un colore di alta moda che tutt’ora è emblema di raffinatezza ed eleganza. Se durante la guerra, la maggior parte della popolazione si impoverì, Coco, come per paradosso, divenne una delle persone più ricche, non solo di Francia, ma anche del mondo; infatti stimava un patrimonio di circa 15 milioni di franchi. Coco poteva permettersi tutto ciò che desiderava e si lasciò trasportare dal lusso sfrenato e dalle stravaganze che la ricchezza comporta. La couturière venne invitata ad Hollywood, in America, con la proposta di ideare dei capi per gli attori. La risposta della mademoiselle arrivò con un anno di ritardo e il contratto creato successivamente durò molto poco, poiché Coco non necessitava né di denaro né di visibilità e un’importante questione la attendeva a Parigi: una nuova relazione. Tempo prima la couturière incontrò Paul Iribe, il quale fu un vignettista, gioielliere e scenografo che collaborò con lei per una linea di gioielli. Egli era una figura controversa: apparteneva ad una corrente politica ultranazionalista e xenofoba. Per la prima volta un uomo riuscì a chiedere la mano alla couturière anche se non arrivarono mai alle nozze. Dopo la morte del suo più grande amore, Boy Capel, la vita della stilista diventò sempre più grigia ed è il perfetto esempio che i soldi non fanno la felicità. Tutte le relazioni che ebbe in seguito probabilmente furono solo di convenienza per la maschera Coco; difatti la mademoiselle riporterà questa situazione, dicendo: “La mia fama crescente stava eclissando la sua gloria in declino… Iribe mi ha amata con la segreta speranza di distruggermi”. Aveva sempre trovato negli uomini la sua ispirazione per i capi che confezionava, tuttavia assieme al suo fidanzamento provò una sensazione inusuale: per la prima volta si lasciò trasportare dagli interessi di un uomo a cui interessava solo la sua fama e il suo denaro. Coco fece di tutto pur di rimanere con Iribe, nonostante oltraggiasse la sua dignità, poiché era “intollerante alla solitudine”. La maschera che Gabrielle indossa, disegnata con una maestria eccezionale e creata per proteggere la fragile personalità della mademoiselle, la quale era stata segnata dal “delirio di provincia” subita nell’infanzia, viene a rompersi con la sua ultima relazione avuta con Iribe. L’impatto che Iribe ebbe su Gabrielle modificò il carattere e lo stile di Coco, perfezionandone la maschera: rendendola raffinata e di prestigio come la sua Madrepatria, la Francia, che tramite la stilista veniva vista come il Paese del lusso e della moda. La relazione con Iribe è stata per Coco una storia come nessuna prima lo era stata: inizialmente erano degli uomini ad essere muse per lei e ora era lei ad essere divenuta una musa per loro. Il comportamento di Coco in termini psichiatrici ha il nome di borderline ovvero un disturbo della personalità definito da difficoltà nelle relazioni interpersonali, nel pensiero e in comportamenti impulsivi: ogni sua relazione è vissuta intensamente poiché vuole possedere, trattenere e attrarre qualcuno. Il filosofo Emmanuel Lévinas afferma il contrario di ciò che la condizione di Gabrielle vuole, per lui non è possibile possedere qualcuno, ma si può solamente viverci assieme, senza creare un legame di possesso. Alla morte di Iribe, che non riuscì a sposarla, Gabrielle è distrutta: ritorna la sua odiata insonnia che le farà aumentare l’uso di morfina e per via della sua “intolleranza alla solitudine” ritornerà ad alloggiare all’hotel Ritz di Parigi. La situazione Europea negli anni antecedenti alla Seconda Guerra Mondiale era critica: in Italia tra il 1925 e il 1928 lo stato liberale venne sostituito definitivamente dalle “leggi fascistissime” emanate da Benito Mussolini e il Paese si trovò costretto ad adattarsi ad un partito nazionalsocialista. Anche in Germania lo stato liberale crollò a causa di pesanti problemi economici che colpirono violentemente la popolazione. Questa situazione particolarmente delicata aiutò l’ascesa al potere di Adolf Hitler che istituì un regime totalitario, in cui tutti i poteri sono incentrati in un unico partito, in questo caso nelle mani del Fürer. In Spagna, invece, era in corso una violenta guerra civile. La Francia si unì alla guerra il 3 settembre 1939 al fianco dell’Inghilterra nel tentativo di bloccare l’avanzata Tedesca che aveva già invaso la Polonia il 1° settembre, evento che diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale. Questo evento sconvolse Coco che alloggiava ancora al Ritz di Parigi; in quel periodo stava frequentando Apel-les Fenosa, uno scultore Catalano completamente ammaliato dalle ricchezze e dai lussi nella quale viveva la couturière, tuttavia non condivideva e trovava eccessivo l'uso che la mademoiselle faceva della morfina e ciò portò alla loro separazione. Sempre in questo periodo Coco perse il controllo di se stessa: senza alcun pretesto, troncó alcuni rapporti stretti, per esempio con alcuni suoi nipoti, tranne che con Andrè Palasse e licenziò quasi 2500 dipendenti nonostante non avesse assolutamente alcun problema economico, fatto decisamente insolito per una donna così geniale in fatto di affari. Durante l’occupazione tedesca in Francia, l’hotel in cui Coco era solita alloggiare diventa la sede del quartier generale del partito nazista, riservato ad una stretta cerchia di persone e la maschera della mademoiselle si arricchì di un ulteriore elemento: Coco intraprende la “carriera” di una spia dilettante. Ricopre questo nuovo ruolo per tre ragioni: la prima è di natura personale, poiché alloggiava assieme ad alcuni ebrei da cui si sentiva truffata e le leggi razziali le avrebbero poi permesso di poter confiscare i loro beni. La seconda ragione fu di tipo familiare, l’unico nipote con cui aveva deciso di mantenere i rapporti si trovava recluso in un campo di prigionieri di guerra, Coco quindi decise di rischiare e mostrarsi più del dovuto in un tentativo di salvataggio. La terza ragione era di tipo amoroso, si trovava coinvolta in due relazioni con Hans Günther von Dincklage e Walter Schellenberg che la portarono in una missione di spionaggio con l'obiettivo di accordare la pace tra Inghilterra e Francia grazie anche alla vicinanza che la mademoiselle aveva con il Primo Ministro inglese Winston Churchill, ma fallì. Tutti gli spiacevoli eventi portati dalla Guerra hanno influito negativamente sulla mente e sui pensieri di Gabrielle, tanto da costringerla a fuggire dalla Francia in seguito ad un intervento piuttosto violento riguardo alla situazione ebraica durante una cena, in cui affermò che la propria patria ha perso la guerra poiché è quello che si meritava. Se prima Coco era usata da Iribe per ingrandire e riempire di fama la Francia ora la couturière si comporta nel modo opposto. Ancora una volta questo rapporto le ha tolto indipendenza di giudizio e responsabilità. Durante il periodo dell’esilio svizzero, Coco inizia a manifestare la tendenza quasi compulsiva alle menzogne, tanto da portarla a cancellare ogni traccia di rapporti con la Francia e a chiedere alla sua cara amica Misia Sert di eliminare ogni ricordo del loro rapporto passato. Questa sua caratteristica diventerà il dramma dei futuri biografi; difatti Morand, un ex diplomatico e scrittore, propose a Coco la stesura della sua biografia, siccome aveva bisogno di ritornare sulla scena letteraria. Inizia così la stesura del libro, ma ben presto si rende conto che i fatti che gli venivano raccontati non corrispondevano alla realtà e così abbandonò il progetto. La maschera di perfezione che Coco aveva costruito con tanta fatica inizia dopo decenni a sgretolarsi, mostrando una mademoiselle bugiarda, incoerente e quasi compulsiva. Altri due autori si cimentarono nell’impresa: Louise de Vilmorin e Michel Déon. Con quest'ultimo, scrittore francese e membro dell'Académie française, ci fu un finale a sorpresa: lo scrittore consegnò la stesura della biografia a Coco ed ella disse che lo riteneva perfetto, tuttavia lo cestinò senza alcuna apparente ragione. La domanda sorge spontanea: questo comportamento veniva adottato da Coco per rafforzare il marchio Chanel o era un tentativo disperato di ricostruire la propria maschera che lentamente si stava sgretolando? Probabilmente questo suo mascherare il passato, caratterizzato perlopiù dal “delirio della provincia”, era una debolezza della sua maschera creata a tavolino e si spiega così anche il suo comportamento incoerente nel scrivere una biografia dettagliata e reale della sua vita tormentata da amori infelici e una carriera fiorente. Nel 1953 Coco fa ritorno in Francia dalla sua permanenza in Svizzera causata da alcuni avvenimenti accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale; probabilmente tornò per pubblicizzare i suoi profumi e aumentare gli acquisti. In quegli anni, infatti, i capi di Christian Dior stavano spopolando in Francia, lo stilista e imprenditore Francese era riuscito ad innalzare il prestigio del proprio Paese attraverso i suoi abiti sorpassando così la mademoiselle che con Iribe aveva ricoperto lo stesso ruolo. Nonostante le vendite del nuovo stilista furono nettamente superiori a quelle della couturière, il mercato di quest’ultima venne aiutato da quello Americano poiché il finanziere Wertheimer “comprò” attraverso i propri ingenti finanziamenti la maison e di conseguenza poté mettere le mani sul proficuo mercato di Coco. Il deterioramento psicologico di cui soffriva Gabrielle venne notato dalla propria amica di una vita Misia Sert e da numerosi personaggi pubblici, come Salvador Dalí, solo dopo anni che la mademoiselle indossava la propria maschera Coco, quasi completamente in frantumi; vennero così allo scoperto i suoi comportamenti deliranti e contraddittori derivati dal suo disturbo borderline e dal “delirio di provincia”, che l’ha sempre accompagnata per tutta la vita. Nascondere, proteggere ossessivamente e tentare quasi in modo disperato di rinforzare una maschera già in frantumi: questi sono tutti comportamenti causati dall'infanzia traumatica vissuta da Gabrielle e si possono classificare all’interno di uno studio condotto da Sigmund Freud. Lo psicanalista austriaco si occupò di studiare i comportamente alterati negli adulti dovuti presumibilmente a traumi infantili. Spiega che questi traumi derivati dalla giovane età sono dovuti ai meccanismi che l’io, istanza della nostra mente e parte razionale della nostra personalità, attua in modo inconscio per difenderci dalla forte angoscia. In Gabrielle possiamo ritrovare il primo e più comune meccanismo di difesa: la rimozione, per la quale i contenuti consci che provocano ansia e angoscia vengono rinchiusi nella parte inconscia della nostra mente, alterando la realtà e soprattutto i comportamenti dell’individuo. Quasi sicuramente l’origine delle problematiche psicologiche di Coco è da ricollegarsi alla figura paterna la quale ha deciso di abbandonare Gabrielle prima della morte della madre. Dalla sua infanzia deriva anche il suo spettro bipolare il quale l’ha portata a sviluppare la dipendenza patologica alle bugie durante le stesura della sua biografia. Grazie a questi studi compiuti da Freud possiamo comprendere meglio tutti quei comportamenti che la mademoiselle adottava, che senza la conoscenza dei meccanismi di
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