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"Il cavaliere inesistente" analisi, Prove d'esame di Letteratura Italiana

Tesina di accompagnamento all'esame orale di LINEAMENTI DI LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEA con il Prof. Tommaso Pomilio. A.A. 2017/2018

Tipologia: Prove d'esame

2016/2017

Caricato il 24/08/2023

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Scarica "Il cavaliere inesistente" analisi e più Prove d'esame in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! IL CAVALIERE INESISTENTE Il Cavaliere Inesistente è un romanzo breve scri2o da Italo Calvino nel 1959. E’ l’ul<mo dei tre romanzi di Calvino accomuna< dallo s<le fiabesco e meraviglioso ossia: Il Visconte Dimezzato (1952) ed Il Barone Rampante (1957). Furono raccol< nel 1960 tuG e tre insieme nel volume dal 4tolo I Nostri Antena4. La cara2eris<ca che accomuna i tre romanzi è l’elemento fiabesco e il richiamo alle avventure del romanzo cavalleresco, Calvino si ispira prevalentemente ad Ariosto. Raccolgo in questo volume tre storie che ho scritto nel decennio ’50-60 e che hanno in comune il fatto di essere inverosimili e di svolgersi in epoche lontane e in paesi immaginari […] 1 Anche se sono ambienta< in epoche lontane i protagonis< e le vicende si possono rispecchiare nel mondo odierno, in un mondo industrializzato che non lascia spazio alla natura. I romanzi sono inoltre delle parabole sulla ragione e sull’esistenza dell’uomo. Il Pampaloni così interpreta la trilogia che immagina l’uomo contemporaneo: “1) diviso e irrecuperabile in un mondo di due verità (Il visconte dimezzato); 2) costretto a simulare l’evasione nella natura e nell’avventura (Il barone rampante); 3) ridotto a pura finzione esistenziale (Il cavaliere inesistente) . 2 Calvino tramite vicende cavalleresche e ironiche manda un messaggio al le2ore ma non è un messaggio chiaro, quando il le2ore è sul punto di capirlo Calvino svicola in altri discorsi tornando sulla favola e sul cavalleresco, lasciando nel le2ore quella sensazione di non aver colto pienamente il significato che si nasconde so2o le vicende. Dall’uomo primitivo che, essendo tutt’uno con l’universo, poteva esser detto ancora inesistente perché indifferenziato dalla materia organica, siamo lentamente arrivati all’uomo artificiale che, essendo tutt’uno coi prodotti e con le situazioni, è inesistente perché non fa più attrito con nulla, non ha più rapporto con ciò che (natura o storia) gli sta intorno, ma solo astrattamente «funzione». Questo nodo di riflessioni s’era andato per me a poco a poco identificando con un’immagine che da tempo mi occupava la mente: un’armatura che cammina e dentro è vuota. Provai a scriverne la storia (nel 1959), ed è quella del Cavaliere inesistente, che nella trilogia può occupare tanto l’ultimo posto quanto il primo, in omaggio alla priorità cronologica dei paladini di Carlomagno, e anche perché, rispetto agli altri due racconti, può essere considerato più un’introduzione che un epilogo […] . 3 Da questo a2rito dell’uomo con la realtà nasce Il Cavaliere Inesistente ed i suoi stravagan< personaggi. Breve trama Il protagonista del romanzo è Agilulfo, paladino dell’esercito di Carlo Magno, non è altro che un’armatura bianca e vuota che cammina e compie azioni solo grazie alla forza di volontà. Le sue vicende si intrecciano: con quelle del giovane cavaliere Rambaldo, che entra nell’esercito di Francia per vendicare la morte del padre ucciso in ba2aglia;con quelle di Gurdulù, un uomo che esiste ma non sa di esistere e che diventerà scudiero di Agilulfo; con quella di Bradamante, innamorata di Agilulfo ed infine con quelle di Torrismondo, cavaliere alla ricerca delle sue origini. La trama diventa più incalzante quando il <tolo di cavaliere di Agilulfo viene messo in dubbio da una Prefazione I nostri Antenati di Italo Calvino (1960).1 Guglielmino S., Guida al novecento. Profilo letterario e antologia, Milano, Principato Editore Milano, 2 1971 Prefazione I nostri Antenati di Italo Calvino (1960).3 rivelazione: Torrismondo sos<ene che Sofronia, la fanciulla vergine che Agilulfo ha salvato da uno stupro, sia sua madre e che quindi il quel momento non era vergine come si credeva. Se questo fa2o fosse vero Agilulfo perderebbe il suo status di cavaliere perché solo se una fanciulla è vergine e la si salva si acquisisce il <tolo. Il cavaliere inesistente quindi parte alla ricerca della verità seguito dal suo scudiero Gurdulù, da Bradamante che appena saputo della sua partenza ha il cuore spezzato e da Rambaldo il quale insegue Bradamante perché è perdutamente innamorato di lei. Nello stesso momento anche Torrismondo avendo dichiarato di non essere figlio dei genitori nobili che gli avevano assicurato il posto nell’esercito non ha altra scelta che incamminarsi alla ricerca del suo vero padre, da lui creduto un cavaliere dell’ordine del Santo Gral e quindi intenzionato a farsi riconoscere da tu2o l’ordine come loro figlio. Tu2o questo per mantenere il suo <tolo che altrimen< anche lui perderebbe essendo diventato un figlio illegiGmo. La vicenda si conclude con il ritrovamento di Sofronia che rivelerà la verità a Carlo Magno: lei non è la madre di Torrismondo ma bensì la sua sorellastra e quindi lei era vergine al tempo della tentata violenza. Sembrerebbe un finale tuG felici e conten< ma prima di questa rivelazione Sofronia, ritrovata da Agilulfo e condo2a in una gro2a, incontra Torrismondo e i due giacciono insieme. Sofronia perderà nella gro2a la sua verginità e Agilulfo sconvolto da questa no<zia perde le speranze decide di dissolversi poco tempo prima di scoprire la verità. Nel finale un colpo di scena ci rivelerà che il narratore del libro fino ad allora creduto la monaca Teodora collocata fuori dalle vicende narrate, si scoprirà essere invece la stessa Bradamante che per alcuni periodi si rifugia periodicamente nel convento per scontare i suoi pecca< e che altre2anto periodicamente lo abbandona ritornando alle sue avventure. Nell’ul<ma scena del libro in questo caso andando incontro all’amore di Rambaldo. Il significato dei personaggi Come negli altri due romanzi del volume I Nostri Antena4 i personaggi racchiudono in loro dei significa< che Calvino ci vuole trasme2ere. Agilulfo, il guerriero che non esiste, prese i lineamenti psicologici d’un tipo umano molto diffuso in tutti gli ambienti della nostra società; il mio lavoro con questo personaggio si presentò subito facile . 4 Agilulfo è la sintesi di Calvino sul tema dell’essere: è la sola forza di volontà che lo fa esistere. E’ il paradosso della società industriale e delle is<tuzioni con la loro burocrazia basata sull’astrazione. Non ha a2rito con il mondo, esiste solamente iden<ficandosi con la sua funzione e tuG quelli che entrano in collisione con lui subiscono un’aria paradossale: da qui nasce per esempio l’episodio della “no2e d’amore” con Priscilla, una pungente sa<ra inverosimile. Prende in modo estremamente serio i propri compi< fino nei minimi de2agli cosa che gli altri cavalieri non sopportano. Agilulfo non può mai riposarsi come gli altri deve sempre tenersi impegnato in ragionamen< esaG e determina< che lo tengono occupato altrimen< si dissolverebbe: Io mi ritroverei smarrito se mi assopissi anche solo per un istante, - disse piano Agilulfo, - anzi non mi ritroverei per nulla, mi perderei per sempre. Perciò trascorro ben desto ogni attimo del giorno e della notte. 5 Calvino ci dimostra che la realtà razionale non riesce ad integrarsi con la realtà della vita pra<ca di tuG i giorni: Prefazione I nostri Antenati di Italo Calvino (1960).4 Calvino I., Il cavaliere inesistente, Torino, Einaudi, 1959, p. 27.5 presente all’inizio di ogni restante capitolo dove c’è una pausa dalla narrazione delle avventure del cavaliere inesistente ma c’è una concentrazione sulla scri2ura. L’ “io” narrante fa avanzare il racconto tra immagini e scri2ura creando sorprenden< contras<. Teodora è un po’ un cara2ere autobiografico dello stesso Calvino: il suo sforzo di scrivere e il rapporto a volte difficile tra scri2ore e opera. [...] Pensai allora di estrapolare questo mio sforzo dello scrivere facendone una persona: e feci la monaca scrivana, come se fosse lei a narrare, e questo serviva a darmi delle spinte più riposate e spontanee e mandare avanti il resto . 14 Alla fine del romanzo con un colpo di scena veniamo a conoscenza che suor Teodora è la stessa Bradamante. Il le2ore finalmente scopre la penitenza che scontava suor Teodora-Bradamante: lei si rinchiude per un po' nel convento per cercare di comprendere gli amori, le ba2aglie i duelli e le vicende che vive ma poi torna sempre a quelle avventure e a quelle passioni di cui non può fare a meno. Sì, libro. Suor Teodora che narrava questa storia e la guerriera Bradamante siamo la stessa donna. Un po’ galoppo per i campi di guerra tra duelli e amori, un p’ mi chiudo nei conventi, meditando e vergando le storie occorsemi, per cercare di capirle . 15 Calvino ama il gioco e questo è evidente nel suo diver<mento a sdoppiarsi e risdoppiarsi. Lui erò non rende visibile questo gioco: dando spiegazioni apparentemente razionali al le2ore che finisce per cadere nella sua trappola. L’armonia del rapporto con la realtà viene riacquistata nel finale quando Teodora-Bradamante corre verso Rambaldo, ora ha capito di amarlo, e nello stesso tempo corre verso il futuro. Il futuro che a Calvino sta tanto caro. Prefazione I nostri Antenati di Italo Calvino (1960).14 Calvino I., Il cavaliere inesistente, Torino, Einaudi, 1959, p. 136.15 Bibliografia: • Calvino I., Il cavaliere inesistente, Torino, Einaudi,1959. • Calvino I., I nostri antena4 (prefazione), 1960. • Ferroni G., Cortellessa A., Pantani I., TaG S., Storia e tes4 della le;eratura italiana. Ricostruzione e sviluppo nel dopoguerra (1945-1968), Milano, Mondadori, 2013. • Guglielmino S., Guida al novecento. Profilo le;erario e antologia, Milano, Principato Editore, 1971. • Pescio BoGno G.., Calvino in «Il Castoro», Firenze, La Nuova Italia, 1967. • Roncoroni F., Testo e contesto. Guida all’analisi delle opere e degli autori nel loro tempo, Milano, Mondadori, 1984. • Salinari C., Ricci C., Storia della le;eratura italiana. Con antologia degli scri;ori e dei cri4ci (volume terzo parte seconda), Bari, Laterza, 1981.
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