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IL CICLO TEBANO: “Edipo Re, “Edipo a Colono”, “Antigone”, Appunti di Italiano

IL CICLO TEBANO: “Edipo Re, “Edipo a Colono”, “Antigone”

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 26/10/2020

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Scarica IL CICLO TEBANO: “Edipo Re, “Edipo a Colono”, “Antigone” e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! IL CICLO TEBANO: “Edipo Re, “Edipo a Colono”, “Antigone” Il “Ciclo tebano” è un’opera del famoso drammaturgo greco Sofocle, composta da 3 tragedie: “Edipo Re”, “Edipo a Colono” e “Antigone”. Le vicende drammatiche di Edipo e della sua famiglia costituiscono una delle più note tragedie del mondo antico. RIASSUNTO DELLA TRAGEDIA “EDIPO RE” Edipo è il figlio del re di Tebe, Laio e di sua moglie Giocasta. Dopo il suo concepimento un oracolo rivela al sovrano che il nascituro è destinato a uccidere suo padre e sposare sua madre. Subito dopo la nascita, re Laio ordina a un servo di uccidere il neonato, ma, impietosito, il servo decide di affidare il bambino a un pastore che a sua volta lo cede al re di Corinto, Polibo, e a sua moglie Peribea, che non potevano avere figli. Edipo cresce quindi nella convinzione che i sovrani di Corinto siano i suoi veri genitori e quando un oracolo gli ripete la predizione fatta in precedenza a Laio, Edipo, certo di rappresentare un pericolo per Polibo e Peribea, lascia Corinto e si dirige a Tebe. Sulla strada incontra un carro: si tratta di Laio, che si sta dirigendo a Delfi per consultare l’oracolo. Nessuno dei due uomini vuole lasciare il passo all’altro così ne nasce una disputa e Laio rimane ucciso. La prima parte della profezia si è avverata : Edipo ha ucciso suo padre. Poco tempo dopo, la dea Giunone, offesa con i tebani per i pochi sacrifici celebrati in suo onore, decide di infliggerli una punizione mandando una sfinge sul monte dal quale si accede in città. La Sfinge è maestosa ed incute timore, con quel suo corpo di leone alato e la sua testa umana. La Sfinge veglia l’accesso a Tebe e non appena scorge un viandante, gli blocca il passaggio; per poter avere accesso alla città, il malcapitato deve prima risolvere l’indovinello che la creatura gli pone. Chi non risolve l’enigma viene divorato dalla Sfinge. Sono tanti quelli che finiscono tra le sue fauci: la quantità di ossa accumulate ai piedi del dirupo sul quale dimora la Sfinge, parla da sola. Creonte, nuovo re di Tebe, fratello di Giocasta, disperato dalla persecuzione del mostro alato, decide di pubblicare un Editto nel quale viene promessa in sposa sua sorella e la corona di Tebe a colui che avrebbe risolto l’indovinello, liberando in questo modo la città dalla Sfinge. In tanti ci provano, ma vengono tutti mangiati dalla creatura. Fino a quando non arriva Edipo. La sfinge chiese: “Chi è che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e la sera tre?”. (siamo di fronte a una metafora: mattina=infanzia, mezzogiorno=metà vita, sera=vecchiaia). 3.23La lite con Creonte profezia di Laio45Le colpe fatal di Edip6 Edipo rispose: “E’ l’uomo. Da bambino gattona su mani e piedi (4 zampe), diventato grande cammina sui due gambe e infine da vecchio si appoggia sul bastone. La Sfinge, sicura che nessuno avrebbe mai trovato la soluzione del suo enigma, disperata, decise di suicidarsi lanciandosi dal monte. Edipo acclamato dal popolo diventa re e sposa Giocasta che in seguito si rivelerà essere sua madre. Anche la seconda parte della profezia si è avverata : Edipo sposa la donna che lo ha messo al mondo. Poco tempo dopo Tebe viene colpita da una terribile epidemia di peste: Edipo ha inviato Creonte, a Delfi per interrogare l’oracolo, il quale rivela che solo quando l’assassino di Laio se ne andrà dalla città sparirà anche l’epidemia. Edipo, ignaro che sia lui stesso il destinatario di quella predizione, ordina che il responsabile venga trovato e bandito da Tebe e chiede a Tiresia, vecchio indovino cieco, di svelare l’identità del colpevole. Tiresia inizialmente si rifiuta, sostenendo che tale conoscenza porterebbe conseguenze ancora più funeste. Edipo e Tiresia si scontrano verbalmente con toni molto accesi finché l’indovino non riferisce che proprio Edipo è l’assassino che si sta cercando. Edipo non crede alla rivelazione e sospetta che Creonte voglia prendere il suo posto sul trono e abbia preso accordi con l’indovino per cacciarlo da Tebe. Edipo si confronta allora con Creonte, negando le accuse ricevute. I due uomini vengono raggiunti da Giocasta che, per placare Edipo, gli assicura che spesso gli indovini danno responsi sbagliati. A testimonianza di ciò riferisce che a Laio era stato predetto di morire per mano di suo figlio, mentre, come loro credono, è stato attaccato dai banditi. Giocasta aggiunge però dei particolari sulla strada in cui si trovava Laio; Edipo, riconosce quel punto come il luogo in cui aveva ucciso un uomo e si ritrova sia nella profezia raccontata da Giocasta, sia in quella che gli era stata fatta a Corinto. Edipo racconta così a Giocasta del pronostico ricevuto in gioventù e delle circostanze in cui ha ucciso un uomo mentre si recava a Tebe. Nel frattempo arriva un messaggero di Corinto che informa Edipo della morte di Polibio. Edipo inizialmente è sollevato del fatto che l’uomo che ritiene essere suo padre naturale sia morto di vecchiaia e non per mano sua; però ricorda che la profezia non riguardava solo l’uccisione del padre ma anche l’incesto con la madre. Chiede così al messaggero cosa ne sia stato di lei. Quest’ultimo in realtà è quel pastore che tanti anni prima aveva affidato il figlio di Laio a Polibio: racconta così a Edipo che Peribea non è la sua madre naturale. Quando il messaggero riferisce che il neonato gli è stato affidato dal servo di Laio, Edipo fa chiamare il vecchio servitore (che ancora vive a Tebe) per avere ulteriori conferme. Giocasta, che ha compreso l’inganno del destino che beffardo si è preso gioco di loro, cerca di convincere Edipo ad abbandonare l’esigenza di conoscere il passato. Ma le sue suppliche restano inascoltate, allora Giocasta si allontana e, sconvolta dalla scoperta che Edipo è suo figlio, decide di suicidarsi.
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