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IL CINQUECENTO La maniera moderna – Rinascimento Maturo, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Appunti completi riguardanti le opere e gli artisti principali del Cinquecento: - Bramante - Leonardo Da Vinci - Michelangelo Buonarroti - Raffaello Sanzio - Giorgione da Castelfranco - Tiziano Vecellio -

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 27/03/2021

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Scarica IL CINQUECENTO La maniera moderna – Rinascimento Maturo e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! IL CINQUECENTO La maniera moderna – Rinascimento Maturo Contesto storico-culturale: Alla fine del '400 l'Italia è divisa e vive due situazioni diverse: • Occupazione di potenze straniere → con la discesa di Carlo VIII (re di Francia) in Italia inizia la contesa tra francesi e spagnoli (stanziati nel sud) che termina con la pace di Cateau- Cambésis e con il dominio spagnolo. • Riforma protestante → Lutero con le sue tesi condanna la chiesa cattolica, che risponde con una controriforma che coinvolge l'arte. Infatti in questo secolo l'arte sarà prevalentemente sacra, legata alla committenza della chiesa e Roma diventa una delle città più importanti insieme a Firenze. La chiesa cerca di riconquistare i fedeli attraverso l'arte che dimostra la potenza della religione. La controriforma avviene attraverso l'arte perché il linguaggio visivo è quello più comprensibile a un popolo analfabeta. Definizioni: RINASCIMENTO MATURO: periodo in cui i più grandi artisti lavorano insieme nelle principali città italiane (Roma e Firenze). MANIERA MODERNA: (definizione di Vasari, perché periodo a lui contemporaneo) viene sottolineata la totale ripresa del mondo antico con la sua eccellenza, grazia e originalità (periodo che va da Cimabue a Michelangelo). MANIERA VENETA: (definizione di Vasari) si caratterizza con la pittura tonale, basata più sul colore che sul disegno. I protagonisti sono Giorgione e Tiziano. DONATO BRAMANTE (Pesaro 1444 – Roma 1514) • Educato alla corte di Federico di Montefeltro, infatti risentì dello stile di P.D.F. (prospettiva e linguaggio rigido) arrivato ad Urbino nel 1469; • Nel 1477 si trasferisce a Milano (Ludovico Sforza – il Moro) dove incontra Leonardo con cui collabora. • Ha interessi sia pittrici che architettonici. CRISTO ALLA COLONNA (1490ca, tempera su tavola, 93 x 62cm, Brera) In quest'opera viene rappresentato il momento della flagellazione e si trovano molti dettagli fiamminghi tra cui l'apertura sul paesaggi sullo sfondo, i capelli e la barba con dettagli in vero oro, dipinto a mezzo busto. La corporatura monumentale ricorda l'arte classica. SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO (1482 – 1486) Nel 1482 a Bramante viene affidato il compito di ristrutturarla in seguito alla ristrutturazione del sacello paleocristiano. La pianta della chiesa ha una forma a T o croce commissa. Presenta il transetto. E' composta da tre navate: quelle laterali son coperta da volte a crociera, mentre la navata centrale ha una copertura a volta a botte. All'interno le decorazioni sono classiche e si ispirano allo stile di Brunelleschi. La particolarità di questa chiesa sta nell'abside: è molto stretta (90cm), ma Bramante crea un'illusione prospettica in modo da renderla profonda, con l'uso di stucchi, della tecnica dello stiacciato e la pittura basandosi sulla matematica e geometria. Al centro della chiesa si trova anche una cupola di stampo classico. • Fu eletto Papa Giulio II e Bramante diventa il suo architetto a Roma. In questo periodo avviene la RENOVATIO IMPERII, ovvero l'arte diventa strumento di propaganda di un progetto politico che vede il pontefice come l'imperatore e l'esaltazione della funzione del papato. BEL VEDERE VATICANO (1504 – 1512) E' uno spazio di 100x300m che unisce i palazzi vaticani alla villa Innocenzo VIII. Uno spazio vuoto che Bramante circonda di edifici e progetta interamente. • IMMENSO CANNOCCHIALE OTTICO: il punto di fuga è la Stanza della Segnatura, ufficio del pontefice, la realizzazione è governata dalla prospettiva. • Tre cortili su diversi livelli, uniti da ampie scalinate e delimitati da corridoi paralleli e loggiati su tre piani. FORTE IMPATTO SCENOGRAFICO. Le ampiezze e le dimensioni ricordano quelle dei circhi romani: 1. Livello più basso → usato per rappresentazioni teatrali e tornei; 2. Livello intermedio → organizzato a giardino e fiancheggiato da due torri laterali; 3. Livello superiore → Cortile della Pigna, giardino in salita. Usato un trucco ottico per dilatare la scenografia e il senso prospettico. A volte venivano organizzate esposizioni. Il livello superiore si conclude con una grandiosa ESEDRA (rientranza, simile ad un abside) preceduta da una scalinata concavo-convessa, che fu poi progettata da Michelangelo. ADORAZIONE DEI MAGI (1481 – 1482, tempera e olio su tavola, Uffizi) Questa è un'opera incompiuta e rappresenta la maturità di Leonardo. Il dipinto rappresenta l'arrivo dei magi nella capanna per adorare la nascita di Gesù. Leonardo usa un'iconografia innovativa: • I personaggi si trovano in un luogo aperto nella natura e sono circondati da angeli, pastori e dai magi, mentre la capanna si trova sullo sfondo; • A sinistra sullo sfondo c'è una rovina architettonica che rappresenta la distruzione del tempio di Gerusalemme; • A destra sullo sfondo un gruppo di fanciulle e cavalieri è impegnato in una zuffa. → Lo sfondo rappresenta il mondo pagano del passato prima dell'arrivo di Cristo, mentre in primo piano si trova la Buona Novella, ovvero l'arrivo di Gesù che porta il cristianesimo. • Gli alberi, oltre a dare profondità all'opera (segnalano le linee del punto di fuga), hanno un significato particolare: rappresentano il trionfo (pianta di alloro) e il martirio (palma) e quindi il ciclo di vita di Gesù, dal trionfo come re dei giudei alla conseguente morte da martire. Stile: • Leonardo da molta importanza al disegno (il filone fiorentino è legato al disegno). • RESA SCULTOREA: i soggetti sono scultorei, ben definiti. • MOTI DELL'ANIMO (LINGUAGGIO DEI GESTI): mentre i suoi contemporanei si concentrano sulla resa prospettica e sui volumi, Leonardo studia anche la psicologia, quindi gli stati d'animo delle persone e come li mostrano. • Leonardo dimostra di essere in grado di modificare le sue scelte in corso d'opera: nel dipinto si nota la testa di un cavallo posizionato in due modi diversi. LEONARDO A MILANO 1482 Al momento i signori di Milano erano gli Sforza. Leonardo fu attratto a Milano dal fatto che Ludovico Sforza aveva avuto una storia simile alla sua(entrambi figli illegittimi). In quel momento gli Sforza non cercavano artisti, quindi Leonardo si presenta scrivendo una lettera in cui si definiva artista, ingegnere, architetto ecc.. Viene accolto dalla famiglia, ma a Milano lascia solamente dei progetti di ingegneria civile e disegni delle sue invenzioni e poche delle sue opere. Lascia però un'opera fondamentale, ovvero il Cenacolo di Santa Maria delle Grazie. Allo stesso tempo a Milano si trova Bramante. LA VERGINE DELLE ROCCE (1483 ca, olio su tavola trasportato su tela, Louvre) L'opera è stata commissionata dalla Confraternita dell'Immacolata Concezione. Rappresenta un episodio tratto dai vangeli apocrifi (non riconosciuti dalla Chiesa), ovvero l'incontro tra Gesù e San Giovannino dopo la fuga in Egitto a causa della strage degli innocenti. • L'opera è ambientata in una grotta rocciosa perché destinata ad una chiesa che anticamente era un cimitero cristiano chiamato grotta. • I personaggi sono Maria che abbraccia S. Giovanni che chiede a Gesù una benedizione con lo sguardo. Vicino a Gesù si trova un angelo che indica S. Giovanni. Il gesto enfatizza la figura di S. Giovanni, rimandando alla sua importanza soprattutto nella città di Firenze (era il patrono della città). Stile: • MOTI DELL'ANIMO: i personaggi sono legati tra loro con una serie di gesti. • Le figure sono in CONTRAPPOSTO. • E' presente lo SFUMATO (si nota nei volti), INFATTI L'OPERA è stata realizzata con velature di colore. • PROSPETTIVA AEREA: l'atmosfera modifica la visione in profondità, quindi le cose più lontane vengono rappresentate sempre più sfumate e tendenti all'azzurro. • Leonardo conferisce la stessa importanza alla natura e alle figure e i loro stati d'animo. • L'opera è ricca di simboli e riferimenti teologici non sempre chiari (chiari solo se richiesti dal committente). L'opera viene rifiutata dalla commissione e Leonardo è costretto a farne una seconda versione (National Gallery) che presenta delle differenza a confronto con l'originale: • I colori sono più freddi; • Scompare il gesto dell'angelo; • I personaggi sono resi più divini: appaiono le ali all'angelo, le aureole e la croce; • Cambia la vegetazione; • Non è presente la prospettiva aerea; • Maggiore espansione volumetrica: i corpi sono più voluminosi e rotondi. IL CENACOLO (1495-1497, tempera e olio su intonaco, Milano: refettorio di Santa Maria delle Grazie) Questa è una delle poche opere che Leonardo lascia a Milano. Mentre lui lavora all'affresco, Bramante progetta l'architettura del refettorio. → Leonardo utilizza una nuova tecnica perché a lui non piaceva fare affreschi dato che venivano lavorati a giornate e lui dipinge secondo un suo programma. Prova quindi a usare tempera e oli su una base gessosa, ma questa nuova tecnica si dimostra subito fallimentare; già dopo pochi anni l'affresco comincia a crollare e Leonardo stesso prova a restaurarlo. L'ultimo restauro (1978-1999) non ha reso lo stato originale dell'opera. Interpretazione: • L'opera rappresenta l'ultima cena, ovvero il momento in cui viene istituita l'eucarestia e anche il momento in cui Cristo annuncia ai suoi discepoli che uno di loro lo avrebbe tradito. • La particolarità di questa rappresentazione è il fatto che Leonardo studia anche la psicologia dei personaggi che appaiono vivi e che reagiscono alle parole di Gesù. • Viene anche studiata la prospettiva: Leonardo continua nell'opera la costruzione prospettica del refettorio (architettura di Bramante). Questo amplia la profondità del refettorio. L'opera e la stanza hanno entrambi come punto di fuga la testa di Gesù, un punto leggermente più alto rispetto a quello dell'osservatore. La prospettiva è scandita dagli arazzi sulle pareti e dalle linee dei cassettoni sul soffitto. • Le tre finestre sullo sfondo sono l'unica fonte di luce in tutto il refettorio e simboleggiano la trinità. • Gesù è rappresentato al centro calmo e al suo fianco si trovano i 12 apostoli disposti in gruppi da tre. La disposizione dei personaggi riprende gli studi di Leonardo sulla propagazione delle onde del suono. • Quest'opera presenta anche una novità iconografica, ovvero Giuda viene rappresentato dalla stessa parte del tavolo insieme agli altri apostoli e non separato come nelle iconografie tradizionali. Giuda è colui che intinge la mano nello stesso piatto di Gesù, così come raccontano i vangeli. La cosa più importante che fa Leonardo è studiare le emozioni e le espressioni degli apostoli, che sono in contrasto con la calma della figura di Cristo al centro. Si ha un crescendo di emozioni diverse che corrispondono tutte ad azioni diverse. IL PENSIERO ARTISTICO • La BELLEZZA è la perfetta imitazione della natura → MIMESI • la BELLEZZA IDEALE è la natura epurata da ogni difetto → bellezza idealizzata • Secondo Michelangelo il CORPO UMANO è la cosa più bella, specchio della bellezza divina. Dopo la riforma protestante Michelangelo si mette al servizio della chiesa. La bellezza dell'arte diventa mezzo per esprimere le qualità interiori. Secondo l'artista la bellezza esteriore distoglie l'uomo dalla spiritualità infatti si ritiene un'anima dannata, che merita il castigo eterno. PRIMO SOGGIORNO ROMANO Giunge a Roma nel 1496 e gli viene commissionata l'opera che gli regalerà grande fama: PIETA' (1498-99, marmo, 174 cm, Basilica di S. Pietro) L'opera raffigura un soggetto iconografico semplice e tradizionale. Maria viene rappresentata mentre tiene in braccio Gesù sceso dalla croce. • Michelangelo conferisce all'opera grande monumentalità e simbolismo religioso profondo. • Maria è rappresentata giovane, allegoria dell'eternità e della perfezione del suo animo → la bellezza esteriore diventa lo specchio della bellezza interiore. • Cristo ha un'anatomia perfetta e mollemente abbandonata sul grembo di Maria, il cui drappeggio dell'abito è delicato e realistico. Stile: • Composizione piramidale: fa riferimento ad una fiamma, simbolo di spiritualità e dell'amore che prova Maria per la fede • I corpi sono uniti dal panneggio plastico, delicato e realista; • Marmo dalla levigatura perfetta, quasi morbido e traslucido; • Resa realistica dei corpi e dei tessuti; • Solennità e compostezza delle figure; • Sulla fascia dell'abito c'è la firma di Michelangelo (unica opera firmata); RITORNO A FIRENZE Nel 1501 torna a Firenze perché l'Arte della Lana commissiona a Michelangelo una statua colossale da collocare sulla facciata del Duomo di Firenze. PER MICHELANGELO IL BLOCCO DI MARMO CONTIENE GIA' IN SE LA FORMA E LO SCULTORE HA SOLO IL COMPITO DI LIBRARLA DALLA SUA PRIGIONE. Il blocco di marmo scelto dall'artista per il David era già stato utilizzato e rovinato da Agostino di Duccio. DAVID (1501-1504, marmo, h: 434cm, Firenze: Galleria dell'Accademia) Questa statua essendo ricavata da un blocco di marmo rovinato, rappresenta una sfida per Michelangelo. Dal blocco di marmo uscirà una statua enorme, alta più di 4m, di eccezionale impatto visivo. • La statua rappresenta David, l'adolescente che colpisce con una fionda il gigante Golia per liberare il suo popolo. • Michelangelo però lo raffigura in un momento particolare, da interpretare in chiave politica perché non si concentra sull'azione ma sceglie un momento di riflessione. Michelangelo si concentra infatti sullo sguardo (il pensiero è molto importante nel Rinascimento in quanto caratterizza l'uomo). • Il David diventerà poi il simbolo del Rinascimento e di Firenze perché David rappresenta la repubblica fiorentina che sfida e sconfigge il grande nemico. Cartteristiche David: → NUDITA' : nel Medioevo le statue non erano mai rappresentate nude, in quanto era simbolo di peccato. Questo ha per Michelangelo due significati: • Richiamo al mondo classico, anche se solitamente veniva fatto con le divinità pagane. In questo caso si riprende un personaggio biblico. Quindi Michelangelo unisce sacro e profano. • L'uomo manifesta le proprie virtù, mettendosi a nudo davanti a Dio, con il proprio corpo atletico e scolpito, tipico di Michelangelo. L'opera verrà collocata davanti a Palazzo Vecchio, diventando simbolo delle libertà repubblicane. La statua è però nata per essere collocata davanti al duomo, ma mentre veniva creata nasce una commissione, presieduta da Leonardo, che pensa di spostare la collocazione sotto la Loggia dei Lanzi, per essere più protetta. Michelangelo la voleva però davanti a Palazzo Vecchio e riuscì. Descrizione: • E' ritratto nel momento di massima concentrazione fisica (tensione muscolare) e psicologica (importanza del pensiero): testa leggermente girata, sopracciglia aggrottate, una mano sistema la fionda sulla spalla e l'altra stesa che tiene la pietra. Questa posizione del corpo è CLASSICA, ed è chiamata CHIASMA (un arto inferiore flesso e l'arto superiore del lato opposto teso, e viceversa). • Accorgimenti ottici: la testa e le mani sono più grandi del dovuto, perché Michelangelo ha tenuto conto del fatto che la statua veniva vista dal basso. SACRA FAMIGLIA CON SAN GIOVANNINO (TONDO DONI) (1504-07, tempera su tavola, Uffizi) E' l'unica tavola finita di Michelangelo che si conosce, inoltre conserva anche la cornice originale. Michelangelo è infatti uno sclutore principalmente. L'opera è stata commissionata da Agnolo Doni per le sue nozze con Maddalena Strozzi. L'opera prende anche il nome di Tondo Doni, tondo per la forma e Doni per il cognome del committente. Iconografia: • La Sacra Famiglia in primo piano. • Si ha poi un muretto che delimita la scena in primo piano da quella in secondo. Vicino al muretto c'è la figura del piccolo Giovannino. • In secondo piano si hanno delle figure di nudi seduti su costoloni rocciosi. In lontananza si ha un paesaggio semplice e poco definito, che non da una collocazione precisa. Disposizione dei personaggi: La composizione si legge dal fondo al primo piano. • I nudi classici rappresentano il mondo antico/pagano. • San Giovanni sul muretto separa il mondo antico dal nuovo mondo, perché è lui ad annunciare la venuta di Gesù e lo battezza. • La Sacra Famiglia rappresenta il mondo nuovo/cristiano. Stile: Michelangelo rappresenta le figure in CONTRAPPUNTO, quello che per Leonardo era il contrapposto: le diverse parti del corpo ruotate in direzioni diverse. Le figure sono quindi dinamiche. MOVIMENTO A SPIRALE: è possibile immaginare il momento precedente e quello successivo dell'azione che si sta svolgendo. Lascia quindi un'immagine in movimento. La pittura di Michelangelo è scultorea, con figure plastiche, voluminose e muscolose. Utilizza anche nuove tonalità di colore, come l'arancione. IL GIUDIZIO UNIVERSALE (1536-1541, affresco, 13.7 x 12.2 m, Cappella Sistina) Michelangelo torna a lavorare alla Cappella Sistina, affrescando la parete di fondo col Giudizio Universale. Erano anni successivi al sacco di Roma, che sconvolse la popolazione e Michelangelo stesso, e la chiesa doveva difendersi dalla riforma protestante. L'affresco diventerà simbolo del tramonto del Rinascimento e della crisi mistica dell'artista. Il Giudizio Universale è raccontato solamente nel libro dell'apocalisse del Vangelo di Giovanni. Nel libro dell'apocalisse viene raccontato come Dio descrive la fine del mondo: dopo diverse catastrofi naturali, arriveranno gli angeli del giudizio a suonare le trombe e Cristo Giudice eleverà le anime dei beati e condennerà le anime dei dannati. Descrizione: L'affresco presenta 400 figure che si dispongono su un cielo azzurro, fatto con polvere di lapislazzuli. Tutto gira intorno alla figura di Cristo, giovane e inberbe, affiancato dalla Vergine Maria, nell'atto di condannare i dannati. L'affresco si compone di 4 parti: 1. Nelle lunette in alto si trovano gli angeli apteri (senza ali, quindi umanizzati) con gli strumenti della passione. 2. Cristo con Maria, che compie il gesto del giudizio ed è affiancato da santi e sante del paradiso, rappresentati con i loro attributi. Un esempio è S. Bartolomeo (martire squoiato) rappresentato con in mano una pelle e il volto di Michelangelo (autoritratto). 3. Al centro si trovano gli angeli del giudizio con in mano la tromba del giudizio. A sinistra i beati che ascendono, mentre a destra i dannati che cadono. 4. In basso si trova la terra e il fiume infernale con Caronte. Tutto l'affresco e la disposizione dei personaggi, posizionati a spirale intorno a Gesù, si basano su uno schema rotatorio impresso dal gesto del braccio di Cristo. Qusta spirale simboleggia l'INELUTTABILITA' DEL GIUDIZIO DIVINO, ovvero un giudizio inevitabile, a cui non si può sfuggire. All'epoca l'affresco ha però subito molte critiche: • La nudità delle figure desta scandalo -> nel 1564 fu chiamato Daniele da Volterra (Braghettone) per far coprire le figure con veli e pannegi. In seguito furono poi riscoperte con un restauro. • Le muscolature sono molto mascoline e definite, anche le donne. • I santi sono privi di aureole, quindi molto umanizzati. • La figura di Cristo rappresentato giovane e sbarbato e non come un Cristo giudice. Si crede che questa figura era in realtà ispirata all'uomo che Michelangelo amava. Il NUDO per Michelangelo aveva un profondo significato filosofico: rappresentare l'uomo nella sua essenza fragile ed eroica che si sottopone inerme al giudizio divino. L'uomo è nudo davanti a Dio. Stile: E' diverso dalla Cappella Sistina perchè Michelangelo entra in una sorta di crisi spirituale. Lo stile rappresenta quindi la crisi dell'artista e le figure sono più piccole e tormentate, con tonalità della pelle tendenti al grigio. Michelangelo in quel momento della sua vita si chiede se ha fatto bene a passare tutta la sua vita a rappresentare la bellezza esteriore e non quella dell'anima. RAFFAELLO SANZIO (1483 – 1520) Vasari dice: Raffaello aveva talmente tante qualità da poterlo paragonare ad una divinità. • Era considerato il principe dei pittori, in quanto aveva un carattere gentile e garbato, con uno stile pieno di grazie. • Nasce ad Urbino → figlio di un pittore e letterato. • Rimane orfano ad 11 anni e va a studiare a Perugia alla bottega di Pietro Perugino, allora considerato tra i più importanti artisti italiani. Al tempo c'era anche Piero Della Francesca, quindi Raffaello ha anche una solida formazione prospettica. Da Perugino riprende diversi caratteri stilistici: → Stile delicato e classicistico; → Grazie delle figure; → Colori luminosi e gamma cromatica fresca e variegata; → Articolata costruzione spaziale. SPOSALIZIO DELLA VERGINE (1504, olio su tavola, 170 x 117 cm, Brera) E' l'opera d'esordio dell'artista ed è stata commissionata dalla Chiesa di San Francesco (Città di Castello). L'iconografia utilizzata è stata presa dai vangeli apocrifi in cui si racconta il matrimonio tra Giuseppe e Maria. • Si dice che Maria fin da piccola è stata considerata una fanciulla divina, da proteggere e che quindi fu cresciuta in convento. Arrivata all'età del matrimonio, si decise che si sarebbe scelto il marito in base ad un segno divino. Tutti i pretendenti furono invitati al tempio e ad ognuno di loro fu dato un ramoscello. Il ramo in mano a Giuseppe fiorisce e quello viene inteso come un segno divino. Giuseppe fu quindi scelto come marito di Maria.L'opera di Raffaello rappresenta infatti quel momento. In primo piano si può anche notare un ragazzo che, arrabbiato, spezza il ramoscello col ginocchio, proprio come viene raccontato nei vangeli apocrifi. Sullo sfondo si nota un tempio particolare, che era un omaggio a Bramante che realizzò il tempietto di S. Pietro in Montorio (Roma). L'opera è caratterizzata da una prospettiva molto profonda (carattere ripreso da Piero della Francesca), che fa apparire il tempio molto lontano. SPOSALIZIO DELLA VERGINE – PERUGINO (1499-1505) Sia l'opera di Raffaello che quella di Perugino: • Sono simmetriche; • Al centro hanno il sacerdote e la porta del tempio. Differenze: • I personaggi di Raffaello sono più dinamici e sono disposti in profondità, su piani diversi; mentre quelli di Perugino sono più statici e disposti tutti sullo stesso piano. • Il dipinto di Perugino è semplice, organizzata per PIANI PARALLELI, e il punto di fuga si trova al centro dell'opera. Raffaello invece alza la linea dell'orizzonte e quindi il punto di fuga è più in alto e sembra più lontano. Il resto è costruito con una PROSPETTIVA A IMBUTO, realizzando quindi una serie di cerchi concentrici, sempre più piccoli. • Raffaello realizza un tempio a 16 lati, simile a quello di Bramante, e lo fa rientrare interamente nella tavola. Inoltre la forma della cupola richiama la forma della tavola. Perugino realizza invece un tempio ottagonale con dei protiri sporgenti, tagliando la cupola dalla tavola. TRASFIGURAZIONE (1518-1520, olio su tavola, 405 x 278 cm, Pinacoteca Vaticana) E' l'ultima opera da lui compiuta, ed è incompleta perché lui morì. Rappresenta due episodi: 1. Nella parte superiore si trova la TRASFIGURAZIONE, ovvero il momento in cui Gesù sale sul monte Tabor e si trasforma in luce, mostrando la sua natura divina, davanti ai suoi discepoli che increduli svengono. Affianco alla figura di Gesù appaiono due profeti, Mosè ed Elia. 2. Ai piedi del monte avviene la LIBERAZIONE DI UN FANCIULLO INDEMONIATO. Tutti i gesti di questi personaggi rimandano visivamente alla scena in alto. Le due scene sono quindi collegate attraverso i gesti delle figure, ma sono anche separate date che hanno due ambientazioni diverse: • Quella in alto è luminosa e serena; • Quella in basso è buia e i personaggi sono più agitati. Le figure sono muscolose, riprendendo la plasticità delle figure di Michelangelo. Anche la figura femminile riprende la posizione della Vergine nel Tondo Doni. Raffaello riprende quindi: → La plasticità delle figure e il contrapposto da Michelangelo; → La prospettiva aerea e lo sfumato da Leonardo. L'ESPERIENZA VENETA Si basa su luce e colore, mentre la corrente fiorentina sul disegno. Contesto Veneziano: Dopo la caduta di Firenze per mano dei Lanzicheretti nel 1530, la repubblica di Venezia godeva ancora di una particolare libertà politica ed economica, perché aveva un governo diverso e soprattutto perché manteneva legami con l'Oriente. In quel periodo Venezia aveva una ricca attività edilizia, una vita sociale raffinata e una grande vivacità negli ambienti intellettuali (confluicono opere d'arte antica, bizantina e fiorentina). I protagonisti sono Tiziano Vecellio e Giorgione da Castelfranco, che rinnovano la maniera veneta e portano a compimento tutte le novità di Bellini. GIORGIONE DA CASTELFRANCO (1477/8 – 1510) Di Giorgione si hanno poche notizie biografiche: • Nasce a Castelfranco (Treviso) e si trasferisce a Venezia. • E' stato alla bottega di Giovanni Bellini. Apprende da lui il gusto per il colore e l'amore per i paesaggi. • A sua volta apre una bottega che diverrà la più famosa di Venezia. • Dipinge solo per una raffinata committenza patrizia. Ritrae soggetti mitologici di difficile interpretazione perché carichi di significati simbolici (come Botticelli). • IL COLORE E' IL MASSIMO FONDAMENTO DELLA SUA ARTE. • Muore di peste nel 1510. VENERE DORMIENTE (1508/10, olio su tela, 108 x 175 cm, Dresda) Rappresenta la Venere dormiente distesa su un prato nuda, inconsapevole che un osservatore la stia guardando. E' sdraiata su un drappo di seta e su un cuscino rosso, in una posizione pudica, in quanto tiene una mano sul pube per coprirsi. • Si sa che è Venere la figura rappresentata perché in antichità solamente le divinità venivano raffigurate nude e non le persone comuni. Inoltre questa posizione deriva dal filone di Veneri iniziato con Prassitele, in cui veniva appunto raffigurata sempre mentre faceva un gesto pudico. • La Venere si trova in un'ambientazione naturale, con pochi elementi costruiti dalla mano dell'uomo. Si vede un borgo (probabilmente borgo di Castelfranco), e ancora più lontano si nota un paesaggio indefinito. • Il drappo è stato fatto da Tiziano, infatti si nota una certa brillantezza e rende perfettamente l'effetto della seta. Stile: • Perfetta integrazione tra la figura di Venere ed il paesaggio; • Atmosfera dorata che armonizza tutto il dipinto; • La profondità prospettica porta l'occhio verso un orizzonte lontanissimo. TIZIANO VECELLIO (1488/90 – 1570) • Nasce a Pieve di Cadore e muore a Venezia di peste. • La data di nascita è incerta dato che si fingeva più anziano. • Veniva da una famiglia agiata. • Considerava Giorgione e Bellini come i suoi maestri. Da essi ricava la sensibilità artistica e la tecnica del colore, approfondeno la PITTURA TONALE. • Nel 1533 diventa il pittore ufficiale di Carlo V. • Apre una propria bottega che però venne criticata perché si diceva che Tiziano faceva lavorare molto i suoi allievi, prendendosi poi i crediti del loro lavoro. Stile: Ha una pittura di grande immediatezza e forza espressiva. Fa un uso nuovo del colore: lo stende rapidamente e in modo anche impreciso, senza utilizzare disegni preparatori e contorni netti. Nonostante ciò le forme si liberano dalla rigidità del disegno assumendo vivezza e realismo, caratteristiche sconosciute nell'ambiene veneto fino ad allora. AMOR SACRO E AMOR PROFANO (1514/15, olio su tela, 118 x 279 cm, Roma: galleria Borghese) E' un'opera a tema mitologico, che è stata commissionata da Niccolò Aurelio (cancelliere del consiglio dei Dieci), per il suo matrimonio con Laura Bagarotto. E' inoltre ricca di simboli il cui significato è ancora poco chiaro. Sono rappresentate due fanciulle, le personificazioni dell'amor sacro e profano. 1. Laura Bagarotto indossa un abito color ghiaccio, che ha una particolare lucentezza che ricorda la seta. Raffigura l'amore profano inteso come amore carnale. 2. L'altra fanciulla nuda è una divinità, ovvero Venere, che indossa un drappo rosso e che tiene in mano una lampada ad olio accesa, la cui fiamma rappresenta l'amore sacro, quello spirituale. Le due fanciulle sono sedute su una fontana sacra, in cui sta giocando un fanciullo. 3. Sullo sfondo si ripresenta il borgo e dei cavalieri che arrivano. E' anche raffigurata una scena bucolica. • Le figure e lo sfondo sono bel integrate ed armonizzate. • I colori sono molto lucenti.
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