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Il Cinquecento: le scoperte geografiche, la riforma protestante..., Dispense di Storia

Le cause delle scoperte geografiche fatte dagli Europei tra il XV e il XVI secolo, con particolare attenzione alla scoperta dell'America e alle civiltà del Centro e Sud America. Vengono inoltre descritti il Trattato di Tordesillas e il colonialismo europeo. Il testo è utile per comprendere le cause e le conseguenze delle scoperte geografiche e per approfondire la storia delle civiltà precolombiane.

Tipologia: Dispense

2021/2022

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Scarica Il Cinquecento: le scoperte geografiche, la riforma protestante... e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! IL CINQUECENTO LE CAUSE DELLE SCOPERTE GEOGRAFICHE I presupposti Fra il XV e il XVI secolo gli Europei intrapresero viaggi oceanici che portarono alla scoperta di mondi nuovi. I presupposti di queste scopertefurono: culturali: lo spirito critico del Rinascimento, travolgendo secolari pregiudizi, spinse a studiare la realtà così com'era. Le scienze cartografiche ebbero un grande sviluppo; economici: il commercio con l'Oriente era monopolizzato dai Veneziani e con l'espansione turca divenne più difficile. Per acquistare beni di lusso come spezie e seta, i paesi europei che avevano porti sull'Atlantico cercarono una nuova “via per le Indie” tecnologici: si diffusero nuovi tipi di imbarcazione - la caravella prima e il galeone poi - adatti a lunghi viaggi. Vennero installati i cannoni sulle navi e fu perfezionato l'uso degli strumenti nautici. Gli ingenti capitali necessari per costruire ed equipaggiare le imbarcazioni vennero forniti dalle grandi monarchie, specie da Portogallo e Spagna. Nessun privato poteva avventurarsi in imprese cosi costose, rischiose e dai profitti non immediati. I Portoghesi verso l'India I Portoghesi furono i primi a solcare l'Atlantico alla ricerca della via marittima che, circumnavigando l'Africa, mettesse in comunicazione i porti atlantici dell'Europa con l'Asia. Bartolomeo Diaz, nel 1487, doppiò il Capo di Buona Speranza, il punto estremo del continente africano, e Vasco da Gama compì la prima circumnavigazione dell'Africa. La scoperta dell'America (1492) Il navigatore genovese Cristoforo Colombo riteneva che si potesse raggiungere l'Oriente anche da Occidente, attraversando l'Oceano Atlantico. Ma Colombo non aveva messo in conto né la vastità dell'Atlantico né l'esistenza di un continente sconosciuto. Il suo progetto, finanziato dai reali di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, portò nel 1492 alla scoperta di nuove terre, appartenenti al continente americano. Solo più tardi Amerigo Vespucci avrebbe compreso che queste terre non erano parte dell'Asia, ma di un nuovo continente, che in suo onore fu chiamato America. La spedizione di Magellano Subito dopo la scoperta, tutta l'Europa atlantica comprese l'importanza della gara per la spartizione delle nuove terre. Dopo il 1500 i viaggi si moltiplicarono e si acquisirono nuove conoscenze geografiche. Il portoghese Ferdinando Magellano, su incarico della Spagna, nel 1519 parti per una spedizione che raggiunse le Indie passando per l'Occidente e circumnavigò il globo terrestre. Fu cosi dimostrata la sfericità della Terra. LE CIVILTÀ DEL CENTRO E SUD AMERICA Le città-Stato dei Maya Quando gli Europei giunsero nel Nuovo Mondo, l'America centrale e meridionale era abitata da circa 80 milioni di persone. Alcune civiltà avevano una cultura e un'organizzazione politica ed economica evoluta, ma nessuna di esse conosceva l'uso del ferro e della ruota. La civiltà dei Maya, che si sviluppò nel Messico meridionale e nell'odierno Guatemala sin dal Il millennio a.C., dopo aver raggiunto il massimo splendore tra il III e il IX secolo d.C. era stata sottomessa dai Toltechi. Ne era nata una nuova civiltà maya-tolteca. I Maya non costituirono mai un impero ma si organizzarono come un insieme di città-Stato; la loro società era divisa in classi e governata da un sommo sacerdote. La loro religione era politeista, l'economia era basata su un'agricoltura primitiva. Tuttavia i Maya costruirono grandiosi templi piramidali e raggiunsero conoscenze astronomiche e matematiche avanzate. L'Impero degli Aztechi Gli Aztechi erano una popolazione in origine nomade, che a partire dal XIII secolo giunse ad assoggettare l'intero Messico. Costituirono un impero con un forte potere centralizzato e una società organizzata in modo piramidale. La loro religione era politeista e richiedeva numerosi sacrifici umani per ritardare la fine del mondo. Consideravano la guerra come un dovere religioso anche perché serviva a procurare prigionieri da sacrificare. La loro economia era agricola, ma non mancava il commercio: l'architettura era evoluta. L'impero degli Incas Gli Incas fondarono nella regione delle Ande uno degli imperi più vasti dell'età precolombiana, che raggiunse la sua massima fioritura tra il XV e il XVI secolo. La società incaica era caratterizzata da una rigida gerarchia al vertice della quale c'era l'inca, l'imperatore. Il popolo doveva lavorare per sostenere l’intera società. LA CONQUISTA DEL NUOVO MONDO Il Trattato di Tordesillas Nel 1494 Spagna e Portogallo con il Trattato di Tordesillas si spartirono il Nuovo Mondo. L'accordo, pero, non venne mai rispettato: gli altri Stati europei rifiutarono di riconoscere ai due Stati iberici il diritto esclusivo di conquistare colonie. In tutta l'epoca moderna valse solo la forza: lo Stato che raggiungeva un nuovo territorio se ne appropriava. Il colonialismo europeo fu caratterizzato dalla completa subordinazione dell'economia delle colonie agli interessi della madrepatria. Le colonie portoghesi L'obiettivo portoghese era il controllo del commercio delle spezie. Nel Cinquecento gli interessi dei sovrani portoghesi si concentrarono su Africa e Asia. Tuttavia il Portogallo non ebbe la forza necessarla per dare vita a un impero coloniale. Creò invece un sistema di fortezze, basi navali e scali commerciali a protezione della via commerciale da Lisbona all'Oriente. Anche in Brasile, dove la flotta portoghese approdò per caso, vennero occupate solo alcune regioni costiere. L'imperialismo spagnolo La Spagna invece cercò la sistematica conquista territoriale, che parti dalle isole caraibiche a cui era approdato Colombo e si estese al continente. LA CRISTIANITÀ E LA CHIESA NEL QUATTROCENTO Le radici della crisi Nella prima metà del Cinquecento si verificò in Europa un fatto di enorme portata: la rottura dell'unità religiosa della cristianità che era stata una caratteristica fondamentale della civiltà medievale. La Riforma protestante segnò tale rottura, ma essa è da considerare come il punto di arrivo di un lungo itinerario. Le sue origini infatti vanno ricercate nella crisi che ormai da secoli affliggeva le istituzioni ecclesiastiche (ruolo politico del papato, identificazione delle gerarchie ecclesiastiche con quelle sociali, corruzione dei costumi) e nei nuovi fermenti religiosi che animavano singoli intellettuali e intere popolazioni. Contro queste degenerazioni, fin dall'inizio del Basso Medioevo, si sviluppò nel mondo cristiano un'esigenza di riforma che combatteva la «mondanizzazione» della Chiesa e che fu interpretata sia da forze che restarono nell'ortodossia sia da movimenti eretici. Il Grande Scisma d'Occidente Dopo lo scontro di Bonifacio VIlI con la monarchia francese, la sede papale venne trasferita ad Avignone ("cattività avignonese", 1309-77), in Provenza, dove si succedettero sette papi, tutti francesi, perlopiù asserviti agli interessi della Francia. Nel 1377 papa Gregorio XI decise di riportare la sede papale a Roma, indotto a ciò anche dalle pressioni di molti fedeli. Nel 1378 venne eletto papa l'italiano Urbano VI, ma alcuni cardinali denunciarono di aver subito intimidazioni durante il conclave ed elessero un antipapa, Clemente VII, che si stabili ad Avignone. Dal 1378 al 1418, nel periodo del Grande Scisma d'Occidente, si ebbero due papi, due curie e due collegi cardinalizi. Le eresie: Wycliff e Hus Nella situazione di crisi determinata dallo Scisma sorsero nuove dottrine eretiche elaborate da teologi universitari. John Wycliff: le sue tesi si diffusero in Inghilterra, nella seconda metà del XIV secolo. Egli sostenne che la vera Chiesa era quella formata da tutti i fedeli, mentre il clero era falso e corrotto e andava privato dei suoi beni. Il fedele, inoltre, non aveva bisogno della gerarchia ecclesiastica: poteva rivolgersi direttamente a Dio e interpretare da solo le Scritture. Le sue tesi vennero dichiarate eretiche e i suoi discepoli, i lollardi, furono perseguitati. Jan Hus: le tesi di Wycliff si diffusero anche in Boemia, dove la polemica contro la corruzione del clero assunse l'aspetto di un'opposizione politica, in quanto l'alto clero era tedesco. Jan Hus, il principale esponente del movimento riformatore, fu condannato al rogo come eretico. La teoria conciliare Molti teologi sostenevano che la soluzione della crisi della Chiesa andasse affidata a un concilio universale, un'assemblea che riunisse tutti i vescovi e i rappresentanti più autorevoli della Chiesa. Nel Ouattrocento si svolsero due concili: il Concilio di Costanza ricompose lo scisma: il nuovo e unico papa fu Martino V. Per giustificare il suo intervento sui papi, il concilio adottò la dottrina della supremazia conciliare, secondo la quale il concilio è la massima autorità della Chiesa, superiore a quella dello stesso papa, il quale era obbligato a convocarlo periodicamente; il successivo Concilio di Basilea si scontrò con il tentativo del papa di riaffermare il proprio primato e ciò portò a un nuovo breve scisma. Alla fine la dottrina della supremazia conciliare venne sconfitta, ma la Chiesa e il papato avevano ugualmente perso forza. Gli Stati avevano approfittato della loro debolezza per tentare di assumere il controllo delle Chiese nazionali. Quando esplose la Riforma protestante, dunque, l'unità della Chiesa era già incrinata. LE ORIGINI DELLA RIFORMA CATTOLICA Gli abusi ecclesiastici Alla fine del XV secolo molti fedeli vedevano il clero come un'associazione avida e disinteressata alla cura delle anime. Ciò era dovuto agli abusi ecclesiastici, diffusi sia tra le alte gerarchie (la carriera ecclesiastica era considerata uno strumento di potere economico e di prestigio) sia tra il basso clero. I tentativi di riforma Fin dalla fine del Ouattrocento, emersero iniziative di riforma che coinvolgevano singole congregazioni, le quali ripristinavano le regole primitive degli ordini religiosi. Da ciò scaturì la Riforma cattolica, un moto di riforma interno alla Chiesa distinto dalla Controriforma, che la Chiesa avrebbe assunto per contrastare il protestantesimo. L’Umanesimo cristiano ed Erasmo da Rotterdam Una componente importante del riformismo cattolico fu l'Umanesimo cristiano, che applicò lo spirito e i metodi dell'Umanesimo alle Scritture, cercando in esse i fondamenti di una religiosità autentica. I suoi esponenti promuovevano una riforma radicale ma graduale della Chiesa, da attuarsi attraverso l'educazione dei fedeli. Il più celebre rappresentante di questa corrente fu Erasmo da Rotterdam, che nella sua opera Elogio della Pazzia denuncio il malcostume del clero. Erasmo si occupò anche di tradurre le Scritture dal greco per riportarle all interpretazione originale: l'operazione scateno la reazione di molti, ma fu accettata da papa Leone X. LA SENSIBILITÀ RELIGIOSA ALL'INIZIO DEL CINQUECENTO Le deformazioni della sensibilità religiosa All'inizio del Cinquecento le epidemie, le devastazioni delle guerre, l'instabilità sociale suscitarono profonde angosce. La sensibilità religiosa dei fedeli, ossessionati dalla paura della morte e dal desiderio di salvezza, si fece acutissima e arrivò a manifestazioni distorte e spesso superstiziose, si cercava di placare la collera divina, ritenuta l'origine di tutti i mali, e si credeva prossima la fine del mondo. Ebrei e streghe L'incapacità di trovare una spiegazione ai patimenti dell'umanità portò i credenti a scaricarne la colpa su Ebrei e streghe, persone «diverse» dal resto della comunità: gli Ebrei vennero perseguitati e discriminati. Nel 1555 papa Paolo IV impose la loro segregazione nei ghetti e vietò loro di possedere beni immobili o di assumere personale cristiano; le streghe erano accusate di trarre poteri magici dal matrimonio con Satana, che comandava loro di stravolgere l'ordine divino. Individuate per via di qualche difetto fisico o di una straordinaria bellezza o per mezzo della calunnia, le streghe venivano «processate»» e condannate allo strangolamento e al rogo. Tali persecuzioni non furono solo espressione di ignoranza popolare, ma vennero sostenute anche da uomini di cultura, sia chierici che laici. Una raffigurazione delle angosce del Cinquecento Negli affreschi del Giudizio Universale, realizzati da Michelangelo Buonarroti sulle pareti della Cappella Sistina, Cristo è rappresentato come un giudice severo, insensibile alle invocazioni della Madonna; è un giudice implacabile dei peccati e delle debolezze degli uomini. Così gli uomini del Cinquecento vedevano la condizione e il destino dell'uomo. Questa drammatizzazione del problema della salvezza individuale era espressione della radicale trasformazione del rapporto tra Dio e individuo determinata dal cosiddetto disincanto del mondo proprio della modernità. LE ORIGINI DELLA PROTESTA La Riforma All'inizio del Cinquecento in Europa si verificò una grande rivoluzione religiosa, la Riforma protestante. Si trattò di un fenomeno complesso che ebbe numerose cause. Cause politiche, economiche e sociali La Chiesa esercitava una forte pressione fiscale in tutta Europa e il clero viveva nel lusso: ciò scatenò l'ostilità della popolazione. Alcuni sovrani aderirono alla Riforma per affrancarsi dall'imperatore o dalla Chiesa. I contadini, spinti dalla predicazione dei riformatori, rivendicarono una più equa distribuzione della ricchezza e si rivoltarono. Cause religiose Le cause di carattere religioso furono: l'esasperata sensibilità religiosa; la corruzione del clero; i contrasti dottrinali, che provocavano sconcerto fra i fedeli e spingevano sia al ritorno a una religiosità interiore sia alla superstizione. Lutero e la rottura con Roma Nel 1517 il monaco tedesco Martin Lutero con le 95 Tesi denunciò lo scandalo delle indulgenze: la Chiesa prometteva la diminuzione della pena in purgatorio, o addirittura la salvezza, in cambio di denaro. Le Tesi misero allo scoperto l'ostilità della popolazione verso la Chiesa. Con una bolla del 1520 papa Leone X ordinò a Lutero di ritrattare. Gli scritti riformatori del 1520 Secondo Lutero, la Chiesa aveva tradito il Vangelo e il cristianesimo andava riformato secondo tre principi: il libero esame: la Bibbia può essere interpretata dal fedele senza l'intermediazione della Chiesa; la giustificazione per sola fede: l'uomo, portato al male, si salva solo se Dio gli dona la fede e non con le opere buone. La salvezza è frutto della predestinazione; il sacerdozio universale: tutti i credenti sono sacerdoti di se stessi, perciò il pastore è nella stessa condizione del laico e può sposarsi. Tutti i credenti possono leggere e interpretare le Sacre Scritture. I soli due sacramenti che Lutero accetta sono il battesimo e l'eucarestia. Anche dopo la condanna del 1184, i valdesi continuarono a diffondersi soprattutto nel sud della Francia e in Italia (Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria). Nel 1532 (sinodo di Chanforan) scelsero di aderire alla versione calvinista della Riforma. TRA RIFORMA E CONTRORIFORMA La Riforma cattolica La Riforma protestante aveva inferto alla Chiesa cattolica un durissimo colpo: occorsero anni prima che essa si riprendesse. Già da tempo, tuttavia, erano presenti elementi di rinnovamento spirituale, che comportarono, ad esempio, la nascita di nuovi ordini religiosi: particolarmente importante fu la Compagnia di Gesù fondata da Ignazio di Loyola. La Riforma cattolica precedette e accompagnò la Controriforma. Un ampio dibattito storiografico si è aperto sul significato del due termini e sull'opportunità di utilizzarli insieme: Il concetto di Ritorma cattolica coglie la continuità del rinnovamento spirituale della Chiesa dal tardo Medioevo; Controriforma sottolinea invece la reazione della Chiesa al protestantesimo, che ebbe il suo culmine nel Concilio di Trento. Ignazio di Loyola e i gesuiti Ignazio di Loyola si convinse della necessità di impegnarsi e mettersi al servizio della fede nel mondo: così con alcuni suoi compagni di studio, a Parigi nel 1534, fece voto di castità e povertà e si mise a disposizione del papa, quindi decise di dare vita a un nuovo ordine religioso che venne ufficialmente riconosciuto nel 1540. La Compagnia di Gesù fu uno strumento prezioso della Controriforma: completamente consacrata all'apostolato si impegno nell'attività missionaria in quasi tutte le parti del mondo e soprattutto nel campo dell'istruzione al fine di controllare la formazione della classe dirigente e orientarla in senso cattolico. Il successo di questa attività fu molto importante: numerosi collegi erano diffusi in Europa e molti gesuiti insegnavano nelle principali università del tempo. IL CONCILIO DI TRENTO Il Concilio di Trento I vertici della Chiesa non compresero subito la portata della Riforma protestante. La convocazione di un concilio fu sollecitata dai sovrani cattolici: fu papa Paolo IlI, convinto della necessità di una riforma della Chiesa dall'interno, a dar loro ascolto. Il Concilio dunque si apri a Trento nel 1545 con questi temi da sottoporre alla discussione: la precisazione delle verità di fede e il rinnovamento dell'organizzazione della Chiesa. Dopo varie interruzioni (addirittura tra il 1555 e il 1559 non fu neppure convocato perché I’intransigente papa Paolo IV lo riteneva inefficace), il Concilio si concluse nel 1563 sotto il pontificato di Pio IV. I decreti del Concilio di Trento I provvedimenti adottati dal Concilio respinsero tutte le proposte che erano state avanzate dal mondo protestante e possono essere cosi raggruppati: - decreti dottrinali, relativi alle verità religiose: il concilio riaffermò tutte le verità di fede che erano state contestate dalle nuove dottrine: in particolare l'interpretazione delle scritture da parte del clero, la dottrina della giustificazione per opere, i sette sacramenti, l'ordine sacerdotale; - decreti di riforma, relativi all'organizzazione della Chiesa e del clero. Si decise l'obbligo di residenza del clero sul territorio per eliminare gli abusi e controllare meglio i costumi al fine di moralizzare la vita religiosa, si istituirono seminari per assicurare la buona istruzione dei futuri sacerdoti e si decise la redazione di un Catechismo romano contenente la dottrina cattolica. LA CHIESA NELL'ETÀ DELLA CONTRORIFORMA La Chiesa dopo Trento Il Concilio di Trento ricondusse la Chiesa al suo principale compito: la cura delle anime. Tuttavia l'influenza politica della Chiesa, anche se ridimensionata, restò forte. La Chiesa post-tridentina cercò l'affermazione della centralità del papato: la riorganizzazione autoritaria era necessaria per: fronteggiare il protestantesimo; piegare la resistenza degli ecclesiastici, Interessati al mantenimento dei privilegi, e attuare i decreti conciliari. Ciò però rese la Chiesa diffidente verso ogni innovazione. Lo slancio missionario La Chiesa di Roma cercò: - la riconquista dell'Europa riformata; - la conquista di nuove popolazioni, che venne vissuta come contrappeso alla Riforma protestante. Le grandi scoperte geogratiche offrirono la possibilità di diffondere Il credo cattolico attraverso i missionari, la cui organizzazione venne sempre più potenziata. Mentre parte dei missionari difendeva le ragioni delle popolazioni oppresse, altri ritenevano che la conquista e il dominio militare fossero necessari per la conversione delle nuove popolazioni i gesuiti furono particolarmente impegnati nelle missioni dell'America del Sud. L'età dell'intolleranza La Controriforma avviò un'epoca caratterizzata dall'acuirsi della conflittualità confessionale, che culminò nella guerra dei Trent'anni. L'intolleranza fu un fenomeno europeo: con l'obiettivo di affermare il proprio potere, l'autorità civile e quella religiosa (cattolica o protestante) si allearono e imposero il rigido rispetto dei precetti religiosi. LA CULTURA NELLA CONTRORIFORMA Controriforma e cultura Dopo essere stata per secoli la massima promotrice dello sviluppo culturale e artistico, la Chiesa della Controriforma assunse un atteggiamento di severa censura nei confronti degli intellettuali. II caso più LA SCONFITTA DI CARLO V I diversi fronti Già nel 1521 Carlo V si trovò a dover affrontare vari problemi: - I principi tedeschi durante la Dieta di Worms cercarono di condizionare il suo potere; - la minaccia turca verso i possedimenti asburgici si acuiva: con il sultano Solimano il Magnifico l'Impero ottomano raggiunse Il massimo splendore. Più volte i Turchi minacciarono l'Occidente e sconfissero Carlo V, mentre cercavano il dominio sul Mediterraneo; - ripresero le guerre d'Italia: l'elezione di Carlo V aveva compromesso l'equilibrio di Noyon. Carlo V ottenne il controllo di Milano: così facendo collegò i domini tedeschi con quelli spagnoli e accerchiò la Francia. La Lega di Cognac Nel 1526 Francesco I si coalizzò con alcuni Stati italiani, creando la Lega di Cognac. Tuttavia, mentre la Francia mirava all'egemonia sull'Italia per contrastare Carlo V, i suoi alleati si oppone vano a Carlo V per difendere la loro autonomia. La lega fu perciò un fallimento. Il sacco di Roma Nel 1527 l'esercito imperiale scese in Italia. I 12000 mercenari, i lanzichenecchi, che da mesi non ricevevano la paga, di loro iniziativa assediarono e misero al sacco Roma. Nessuno li fermò e lo stesso Carlo V temporeggiò. L'incoronazione di Carlo V Nel 1529 Carlo V trovò un accordo sia con Il pontefice (Trattato di Barcellona) che con la Francia (pace di Cambrai), da cui risultò l'arbitro incontrastato della situazione italiana. A dimostrazione della potenza raggiunta, nel 1530 fu incoronato dal papa come re d'Italia e Imperatore del Sacro romano impero. Una nuova fase del conflitto con la Francia Nel 1531 i principi protestanti crearono contro l'imperatore la Lega di Smalcalda. Carlo V continuava intanto a fronteggiare i Turchi. La Francia, che aveva compreso di non poter affrontare l'imperatore da sola, si alleo sia con la Lega di Smalcalda che con i Turchi. Il conflitto assunse carattere europeo e socio in una serie di guerre di logoramento. La pace di Augusta Nel 1555 Carlo V firmò la pace di Augusta, con cui riconosceva la libertà religiosa del principi tedeschi: era ormai chiaro che Il protestantesimo era radicato in Germania e che le vittorie militari non avrebbero potuto riaffermare l'autorità imperiale. L'abdicazione di Carlo V Dopo la pace di Augusta, dopo un nuovo conflitto con la Francia, nel 1556 Carlo V abdicò. Consapevole del fallimento del progetto di restaurare un impero universale, decise di separare i possedimenti spagnoli (che andarono al figlio Filippo Il) da quelli tedeschi (che andarono al fratello Ferdinando I). La fine delle guerre d’Italia Nel 1557 scoppiò l'ultima guerra d'Italia, che coinvolse ancora Francia e Spagna. Nell'aprile 1559 la pace di Cateau-Cambrésis segnò l'inizio della dominazione spagnola in Italia, che durò fino al 1713. LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA Con questa espressione “Rivoluzione scientifica” si intende il periodo compreso fra il 1543 (data in cui Copernico pubblica il “De rivolutionibus orbium coelestium” e il 1687 (data in cui Newton pubblica i “Principia matematica”). Il termine rivoluzione indica una discontinuità del tempo storico. Quando avviene una rivoluzione il tempo si interrompe, c’è una frattura, non si può più andare avanti sulla stessa strada di prima. Questo vale per tutte le rivoluzioni ma vale a maggior ragione per la rivoluzione scientifica che è la madre di tutte le rivoluzioni. Infatti, nel mondo occidentale, dopo la rivoluzione scientifica, il tempo sembra aver assunto un modo di procedere rivoluzionario; dopo la prima (quella scientifica) è tutto un susseguirsi di rivoluzioni: la Rivoluzione Francese, la Rivoluzione industriale, la Rivoluzione demografica, la Rivoluzione digitale ecc. E’ allora importante comprendere cosa succede in questi 150 anni che separano il libro di Copernico da quello di Newton. (ovviamente non sarà possibile scendere nel dettaglio). A grandi linee quello che accade è noto: ad aprire i giochi è l’ astronomia. Copernico, un astronomo polacco, appena prima di morire, pubblica un opera destinata a cambiare ogni cosa. Secondo Copernico si riesce a spiegare quello che si vede in cielo ( ossia il movimento dei pianeti rispetto alle stella fisse) in modo molto più semplice se si pensa, al posto della terra, il sole al centro dell’ universo. Il vecchio sistema aristotelico tolemaico era diventato inservibile. Per spiegare il moto dei pianeti, compresi i moti retrogradi, si doveva adottare un complicatissimo impianto teorico che ricorreva ad ipotesi ad hoc come gli eccentrici e gli epicicli e a calcoli complicatissimi. Con il sistema proposto da Copernico, invece,i fenomeni celesti potevano essere spiegati con sorprendente semplicità. Meno facile era far accettare le nuove idee; Copernico che non aveva intelligenza soltanto per i calcoli astronomici ma conosceva bene come vanno le cose in questo mondo, tiene segreta la sua opera per più di dieci anni e si decide a darla alle stampe solo pochi mesi prima di morire. Della pubblicazione del manoscritto si occupa un teologo protestante, Andrea Osiander che, senza il benestare dell’ autore,afferma che il contenuto dell’ opera non è che un’ ipotesi attraverso la quale i fenomeni celesti possono trovare spiegazione. In altre parole Osiander fa pensare ai lettori che quello indicato da Copernico è solo un modo di “ dare ragione” dei fenomeni. ( Una teoria insomma,non la spiegazione di come di fatto stanno le cose) La ragione di tanta prudenza si comprende bene se si pensa che si era in piena Controriforma (nel 1542 la Chiesa di Roma istituisce Il Tribunale del Santo Uffizio) e che non erano tempi facili per chi metteva in discussione l’ ordine delle cose. Il sistema copernicano non era perfetto, conteneva molti errori. Copernico, con Aristotele, continuava a pensare che l’ universo fosse finito, che le stelle fossero poste su una sfera cristallina dotata di realtà materiale, che l’ orbita dei corpi celesti fosse circolare…. Non è questo che importa ! Dopo Copernico le cose non sono più come prima. Gli uomini di cultura, gli astronomi, gli scienziati capiscono bene che una nuova era è iniziata, il mondo ha una nuova “fede” che divide i copernicani dagli altri .Nel giro di poco più di cinquant’ anni un astronomo danese Tycho e il suo allievo tedesco Keplero riescono a correggere gli errori della teoria copernicana ( Tycho dimostra l’ inesistenza delle sfere cristalline e Keplero comprende che le orbite dei pianeti non sono circolari ma ellittiche) e un matematico italiano dal nome bizzarro, Galileo Galilei, riesce a provare la giustezza del sistema copernicano attraverso un apparecchio speciale che consente di vedere da vicino i corpi celesti. Siamo nel 1610, anno in cui Galileo, trionfante, dà al mondo il suo “ Sidereus Nuncius”. Nel frattempo nemmeno la Chiesa era rimasta immobile: nel 1563 si conclude il Concilio di Trento; la Professio fidei tridentina aveva segnato un rigido confine fra eresia e ortodossia. Le condanne cominciano a fioccare: nel 1592 Francesco Patrizi viene condannato per aver sostenuto il moto della Terra, Tommaso Campanella si fa trenta anni di carcere, Bruno viene arso vivo sul rogo, Galilei viene soltanto “ammonito” (1615) appena dopo che la teoria copernicana era stata dichiarata, con o senza Osiander,eretica. Come sempre accade in tutte le Rivoluzioni, si forma un fronte contrapposto che non vuole accettare il cambiamento e reagisce con violenza. Da Socrate a Bruno,da Tommaso Moro a Galilei c’è un filo rosso che unisce nel dramma della persecuzione quelli che sono più avanti, più aperti, quelli che vanno in direzione contraria. LA GENESI DELLA SCIENZA MODERNA Per noi che siamo nati nell’ età della tecnica, è difficile immaginare un mondo in cui non c’era nulla di quello che costituisce oggi l’ambiente della nostra vita quotidiana. Niente telefono, niente corrente elettrica,nessun elettrodomestico,nessuna automobile, nessun computer,… solo la forza dei muscoli e le risorse che si potevano trovare nel territorio in cui si viveva. Valutare il significato dell’ avvento della scienza moderna nella storia dell’ uomo occidentale è più di quello che si può fare in un corso liceale di storia della filosofia. Lascio questo compito alla vostra immaginazione sapendo che non è un compito facile. Eppure qualche volta è bene pensarci,provare a valutare la portata di un fatto culturale così importante. E provare a immaginare i sentimenti di quegli uomini che, un po’ alla volta sono arrivati a capire quello che si stava rivelando ai loro occhi. Bisogna provare a considerare i benefici che sono derivati da questa straordinaria impresa, i costi che si sono pagati, quello che poteva essere fatto diversamente, quello che ancora, potendolo evitare, non evitiamo…. UNA NUOVA CONCEZIONE DEL SAPERE Con la rivoluzione scientifica si afferma una nuova idea della conoscenza. Le caratteristiche principali che definiscono questa nuova epistemologia sono: a) Il sapere è potere. L’ affermazione è di Bacone. Il filosofo inglese capisce per primo che la conoscenza non è più soltanto una attività contemplativa. Conoscere la natura permette all’ uomo di rendersi indipendente dalla natura stessa. Il progetto di Bacone è quello di servirsi della scienza, abbinata alla tecnica, per costruire un mondo artificiale in cui l’uomo possa sentirsi al sicuro. I greci non pensavano che l’uomo avesse potere sulla natura. L’ uomo non era in grado di modificare la Legge che governa la realtà. L’ uomo poteva solo ri-conoscere che esiste una Legge che governa con necessità l’ accadere delle cose; poteva contemplare, riconoscere che è tutto è come deve essere. La modernità rompe questo modo di pensare. L’ uomo non è più soggetto nel senso etimologico del termine sub-iectum, sotto-posto, assoggettato; per Bacone l’ uomo è colui che, attraverso il sapere, può arrivare a disporre, a dominare la natura, a costruire una realtà che corrisponde agli scopi che l’uomo si è dato. Sapere serve a disporre di un potere, di un grande potere. b) La natura è un meccanismo ordinato da leggi comprensibili attraverso la matematica . Innanzi tutto diciamo che un meccanismo è un oggetto. L’ universo non è pensato dai protagonisti della Rivoluzione Scientifica come animato, vivente, come diceva Bruno. Per loro la natura assomiglia ad un orologio che Dio ha costruito con una logica precisa. Questa concezione si chiama meccanicismo.La chiave che permette di capire come funziona questo meccanismo è la matematica. Non deve sfuggirvi la novità assoluta di questa interpretazione. SCIENZA E FEDE La relazione fra Scienza e Fede, il dibattito fra le ragioni della scienza e quelle della fede, attraversa tutta l’età moderna per riproporsi, sebbene in modo più debole, anche nei nostri giorni. La questione in termini molto generali può essere posta così: “Quando una scoperta scientifica o una teoria che trova conferme sperimentali importanti, smentisce quello che è il magistero della Chiesa, quello che la Chiesa ha pensato e insegnato, come ci si deve comportare? A chi spetta l’ ultima parola? A chi bisogna credere? E sulla base di quali ragioni accordiamo, all’ una o all’ altra parte, la nostra fiducia?” Oggi siamo più cauti, tanto nei confronti della scienza che nei confronti della fede. Abbiamo elaborato un sofisticato sistema di difese che ci “proteggono” dal dovere di credere. Sembra quasi che si possa vivere senza credere né alla fede, né alla scienza, né ad altro. Personalmente mi sembra che anche questa posizione sia molto debole, ma torniamo al nostro Galileo e ai suoi contemporanei che non ragionavano nei nostri modi disincantati. Qui ciascuna delle due parti prendeva molto sul serio il proprio ruolo; Galileo, che era uno scienziato cattolico, difendeva la verità della Nuova Scienza, con tutta la passione, la buona fede e l’ ingenuità di un padre che vuole a tutti i costi difendere il diritto all’ esistenza della sua creatura. I teologi cattolici con altrettanta serietà difendevano le ragioni della fede, sapevano di vivere sotto attacco ( per esempio dell’ eresia protestante) e non volevano assolutamente che si aprissero nuovi fronti contro l’ autorità della Chiesa. Ognuno era deciso ad andare fino in fondo alla sua battaglia in nome delle proprie convinzioni di cattolico o di scienziato. Galileo che non voleva perdere nè la vita, né la fede, né la paternità delle sue scoperte scientifiche apre la partita con le “Lettere copernicane” in cui sostiene una sua teoria che permetterebbe di salvare “capra e cavoli”. In sintesi Galileo produce i seguenti argomenti a sostegno della sua tesi principale che prevede la compatibilità di scienza e fede: a) Scienza e fede sono compatibili ma operano in due campi distinti; la scienza si occupa di dare spiegazione ai fenomeni naturali, la fede si occupa di insegnarci la strada per raggiungere il regno di Dio, per salvare la nostra anima. b) La Sacra Scrittura non è un libro di fisica o di astronomia; in essa non si trova nulla che serva a spiegarci l’ ordine della natura. c) La scienza procede attraverso “ sensate esperienze e matematiche dimostrazioni”. Quello che si può comprendere con la ragione scientifica Dio non vuole rivelarlo in altra maniera. Non si deve “ impegnare” la Scrittura su argomenti che l’ uomo può arrivare a conoscere con la sua ragione. d) La Scrittura ha bisogno di essere interpretata e non si può prendere alla lettera. e) Se ci dovesse essere un apparente conflitto fra ciò che dice La Bibbia e ciò che sostiene la scienza in questioni riguardanti i fenomeni di ordine naturale, occorre rivedere l’ interpretazione della Bibbia perché la Natura non può sbagliare (essendo regolata da leggi immutabili e oggettive) gli uomini che interpretano La Bibbia invece sì. f) In sintesi come Galileo scrive nella lettera a Madama Cristina di Lorena lo scopo della Scrittura è quello di insegnarci “ Come si va in cielo e non come vada il cielo”. Galileo, pieno di fiducia, si reca a Roma per difendere la propria tesi nel dicembre 1615. Forse è anche preoccupato per la Chiesa perché vuole evitare che essa si irrigidisca in una posizione scientificamente sbagliata. Di certo pensa di avere argomenti sufficienti per dimostrare le sue posizioni e per fare un buon servizio alla Chiesa di cui si sente parte. Le cose non vanno esattamente come lui si aspetta, anzi prendono decisamente una brutta piega. La dottrina copernicana viene definita eretica nei primi mesi del 1616 e Galileo viene ammonito dal cardinale Bellarmino che gli vieta di insegnare il copernicanesimo. Quali erano le ragioni che hanno portato i teologi a considerare Galileo un elemento pericoloso per la fede cattolica? Alcune di queste si possono intuire facilmente; quando Galileo dice che la scrittura va interpretata e non presa alla lettera dice una cosa sospetta che si avvicina, fin quasi a sovrapporsi, alla dottrina luterana del libero esame. In secondo luogo, i teologi contestano la fede che Galileo ripone nell’ autorità della scienza. Per loro La scienza è quella ufficiale, quella aristotelica; la scienza è la filosofia del divino Aristotele avvalorata da una tradizione millenaria. Con quale autorità ci si permette di metterla in discussione? In terzo luogo, pensare come dice Copernico che la terra sia un piccolo pianeta di un piccolo sistema solare comporta gravissime difficoltà dal punto di vista teologico. Perché Dio dopo aver creato l’ universo in funzione dell’ uomo avrebbe dovuto lasciare la sua creatura più importante ( abbandonarla?) su un trascurabile pianetino in una qualsiasi periferia dello spazio cosmico? Infine, come Brecht, con grande sensibilità, mette in evidenza,i teologi capiscono che non è una cosa insignificante mutare l’ ordine delle cose. Per la gente comune,per “i contadini dell’ agro romano”,per tutta l’ umanità, il peso della vita, la sofferenza, la fatica, il dolore, potevano essere sopportate se si era certi che ci fosse un disegno divino a giustificare l’accadere di tutte le cose. Una Giustizia! Senza questa certezza, se la terra non è il centro della creazione divina, se la terra è un piccolo sasso sperduto nell’ universo, come si farà a spiegare al popolo il dovere di sottomettersi a tanta pena senza che vi sia un ordine stabilito delle cose? A un dover essere, a un dover essere così? Non sono le scoperte di Galileo- pensano i teologi- fonti insopportabili delle più grandi inquietudini? DEFINIZIONI Nepotismo= designa la pratica, seguita da vari pontefici nel Medioevo e nell'Età moderna, di favorire i consanguinei, soprattutto i nipoti, mediante concessioni di dignità ecclesiastiche, domini e rendite. Artiglieria= Il termine indica l'insieme delle armi da fuoco pesanti, come i cannoni. Eliocentrismo= è la teoria astronomica che pone il Sole al centro del moto dei pianeti. Protestante= Inizialmente il termine era riferito solo ai luterani, poi venne esteso a tutti i riformati. Ancora oggi sono definiti così coloro che aderiscono alle confessioni cristiane sorte con la Riforma e in seguito. Secolarizzazione= indica il passaggio al secolo dei bene posseduti dalla Chiesa. indica il prevalere della visione laica su quella religiosa. In questo caso è sinonimo di laicizzazione. Pastore= Il termine è presente nei Vangeli come metafora della missione di Gesù che conduce il gregge, cioè i fedeli, verso la salvezza. La Chiesa protestante adottò questo termine per la persona - può essere anche una donna - che ancora oggi guida la comunità dei fedeli. Eucarestia= significa «rendimento di grazie, ringraziamento». Messa= concludeva il rito. Indulgenza= Nel linguaggio comune il termine indica una disponibilità al perdono; in teologia si definisce così la remissione della pena temporale che può essere parziale o plenaria. Disincanto= È l'atto con cui un soggetto si scioglie o è sciolto da un incantesimo, una magia. Weber usa questo termine per definire la progressiva conquista di una concezione razionale del mondo in virtù della quale ««non occorre più ricorrere a mezzi magici per dominare gli spiriti o per ingraziarseli, come fa il selvaggio». Strega= Secondo la tradizione, strega è colei che, tacendo ricorso a poteri magici o evocando forze soprannaturali, è in grado di influire sulla realtà ed è capace di produrre azioni malefiche o benefiche. Ghetto= il termine richiama l'attività di lavorazione, e in particolare, di fusione del rame: l'area riservata agli Ebrei a Venezia era intatti sede di alcune fonderie. Concilio/Sinodo= Assemblea dei vescovi e dei rappresentanti più autorevoli della Chiesa convocata dal papa. I concili possono essere: particolari, con la partecipazione di alcuni ma non di tutti i vescovi (in questo caso come sinonimo talora si usa il termine sinodo, che significa «adunanza»»; sinodo è anche detta la riunione convocata dal vescovo dei sacerdoti della sua diocesi); ecumenici (o generali), con la partecipazione di tutti i vescovi. Mercato= luogo di compravendita delle merci, dell'incontro tra domanda e offerta. Storia moderna= Per la storiografia il termine indica un preciso periodo della Storia: quello che va dalla fine del XV secolo alla fine del Settecento e precede l'età contemporanea. Le date che vengono più utilizzate per delimitare l'Età moderna sono il 1492 (scoperta dell'America) e il 1789 (inizio della Rivoluzione francese). Capitale/Capitalismo= Nel Medioevo il termine tu utilizzato per indicare la parte principale di un patrimonio fonda sulla visione oggettiva della natura. Da quando accade la rivoluzione scientifica, l’Europa cambia e il modo di vivere e pensare cambia radicalmente. La rivoluzione scientifica è anche tecnica: abbiamo imparato a staccarci progressivamente dalla natura per vivere in un ambiente artificiale. Anche la natura ha le sue esigenze e deve essere tutelata. Questo problema è nato con la rivoluzione scientifica.  Quali fattori minarono la credibilità delle istituzioni ecclesiastiche? I fattori che minarono la credibilità delle istituzioni furono la corruzione, la simonia e il nicolaismo diffusi in tutti i gradi della gerarchia ecclesiastica. Lo sfarzo assoluto, la richiesta di ingenti somme di denaro usate per scopi non evangelici furono fattori contribuenti alla poca credibilità della Chiesa.  Quali sono le critiche più importanti che Lutero rivolge alla Chiesa? Lutero, nelle sue 95 tesi, contesta gli abusi presenti nella predicazione delle indulgenze. Il fatto che attraverso i terrori dell’inferno, i frati estorcessero grandi quantità di denaro, che affluivano a Roma e permettevano al papa di vivere nel lusso provocarono la forte critica da parte di Lutero  Che cos’erano le indulgenze? le indulgenze sono somme di denaro estorte da predicatori di ordine Domenicano che andavano a predicare la salvezza o uno sconto sulle pene all’inferno.  Che cos’è la dottrina del libero esame? La dottrina del libero esame viene predicata dai protestanti per i quali vale il pensiero che l’istituzione della Chiesa non sia necessaria. Credono nella dottrina della predestinazione, ovvero che si salva chi è predestinato a salvarsi, secondo la grazia di Dio, non attraverso le nostre buone azioni. I cristiani hanno il diritto e il dovere di esaminare liberamente la Bibbia da soli, cioè di interpretarla senza l'aiuto dell'insegnamento della Chiesa, ma seguendo soltanto la propria coscienza. Tutte le verità religiose non contenute nella Bibbia vanno scartate.  Quale rapporto si stabilisce tra il calvinismo e il capitalismo? il capitalismo è nato dalla dottrina calvinista poiché il dinamismo nel perseguire la propria vocazione ha prodotto una dedizione maggiore nel lavoro ed era il segno di essere predestinato alla salvezza, insieme a una vita aliena da divertimenti, vizi e debolezze terrene. UNITÀ 13: LA RIFORMA CATTOLICA E LA CONTRORIFORMA Teatini e Scalabrini Gesuiti: principali strumenti della istituzione cattolica. Fondano scuole, si preoccupano di educare la popolazione, fanno i missionari per portare il cristianesimo dove non esisteva. Richiesti come consiglieri dei principi e dei re. Sono stati fondati dal soldato e poi santo Sant’Ignazio, convinto di finire all’inferno. Arriva a capire che la paura dell’inferno era indotta dal diavolo. Deve vivere per portare il bene nel mondo. Si circonda di seguaci che si dedicano a svolgere opere di misericordia, aiutare i poveri, i bambini e portare la fede dove non c’era. Vengono eliminati verso la metà del 700, perché andavano contro l’illuminismo. Rifondati all’inizio dell’800. Controriforma: atteggiamento di chiusura e di difesa. Lentezza convocazione concilio di Trento. Deve decidere come reagire nei confronti della riforma. Finisce nel 63 e viene convocato nel 45. Provvedimenti:  Indice dei libri proibiti (commissione che doveva eleggere tutti i libri che chiedevano la pubblicazione. Prima di essere pubblicati dovevano ottenere un nullaosta. In caso contrario venivano posti nell’indice e chiunque leggesse avrebbe ricevuto la scomunica. Anche teorie scientifiche venivano disapprovate)  Condanna dottrina del libero esame  Esistenza del purgatorio 1498: spedizione di conquista di un re francese che vuole occupare l’Italia. Esercito Carlo VIII. Dimostra a tutti la facilità di conquistare l’Italia. Repubblica guidata da Savonarola. Egli vuole fondare la repubblica fiorentina sulla morale e critica i costumi fiorentini. Macchiavelli contesta questa metodologia e infatti sostiene che religione e politica devono essere separate: lo stato deve essere laico. L’integralismo religioso viene criticato. Macchiavelli sostiene che il fine giustifica i mezzi. La politica deve essere autonoma. Luigi XII, nuovo re di Francia. Dopo aver preparato la spedizione e aver preso accordi con le potenze europee per invadere l’Italia, la invade. Pace di Noyon: la parte settentrionale era della Francia, parte meridionale, territori al di sotto di Roma, ci sarebbe stata la dominazione spagnola. cambiamento assetto politico. Imperatore Sacro Romano Impero: Carlo V. era figlio di Filippo il Bello e di Giovanna la Pazza, aveva diritto alla corona spagnola (Spagna e colonie). Nel 1519 corrompe il voto degli elettori imperiali, diventa anche parte di quella parte dell’Europa che comprende attualmente Germania, Polonia e Ungheria. Impero su cui non tramonta mai il sole data la sua estensione. A Carlo mancavano la Francia e la parte settentrionale dell’Italia. Disegno politico: ricostruire l’unità della cristianità sotto il suo potere. Clemente VII e Francesco I. Carlo V ordina ai lanzichenecchi di saccheggiare Roma per punire il papa. Nel 1530, Carlo re d’Italia. Pace di Augusta (principio ius regio e ius religio: la religione del principe era anche quella dei sudditi, libertà del principe di praticare la religione, coloro che non vogliono convertirsi hanno la possibilità di emigrare) e pace di Cateux-Cambresis. 1552, Carlo V abdica, rinunciando a portare a termine il progetto di unificazione europea. Affida la Spagna (Italia meridionale, Napoli, Sicilia) a suo figlio Filippo II e lascia l’impero tedesco a suo fratello Ferdinando I.  1498, prima spedizione di Carlo VIII che dimostra la facilità di conquista dell’Italia  Nel frattempo, a Firenze il frate domenicano Gerolamo Savonarola istituisce una repubblica con guida spirituale (non laica)  Crollo repubblica Savonarola porta Macchiavelli a sostenere una politica fondata sull’autonomia e indipendente dalla religione e dalla morale (laica)  Luigi XI, tentata conquista e conclusione parziale con Pace di Noyon, 1516, che spartiva l’Italia tra Spagna (Italia meridionale) e Francia (Italia settentrionale)  1517, Riforma Luterana: pubblicazione 95 tesi (dottrina del libero esame, dottrina della predestinazione, abolizione dei sacramenti)  1519, corrompe il voto degli elettori imperiali e diventa imperatore Sacro Romano Impero. Diritto di nascita alla corona spagnola con colonie. diventa anche parte di quella parte dell’Europa che comprende attualmente Germania, Polonia e Ungheria. Impero su cui non tramonta mai il sole data la sua estensione. A Carlo mancavano la Francia e la parte settentrionale dell’Italia. Disegno politico: ricostruire l’unità della cristianità sotto il suo potere.  1521: Dieta di Worms, un'assemblea dei principi del Sacro Romano Impero. Cardinali cattolici impongono a Lutero di ritirare ciò che ha detto, Lutero si rifiuta, viene scomunicato ma viene rapito da un principe tedesco, Federico il Savio, e viene portato nel castello di Wartburg, dove traduce la bibbia in tedesco.  1527, Carlo V ordina ai lanzichenecchi di saccheggiare Roma per punire il papa.  1530, Carlo V re d’Italia.  1552, Carlo V abdica, rinunciando a portare a termine il progetto di unificazione europea. Affida la Spagna a suo figlio Filippo II e lascia l’impero a suo fratello Ferdinando I.  1555, Pace di Augusta (principio ius regio e ius religio: la religione del principe era anche quella dei sudditi, libertà del principe di praticare la religione, coloro che non vogliono convertirsi hanno la possibilità di emigrare)  1556, Carlo V si ritira definitivamente dalla scena politica avendo rinunciato alla sua missione di ricostituzione della cristianità  1559, pace di Cateau-Cambrésis.  1543: De rivolutionibus orbium celestium, Copernico: inizio rivoluzione scientifica e distaccamento dall’ideologia della Chiesa riguardo le conoscenze scientifiche  1633: scomunica Galileo Galilei, sostenitore della teoria Copernicana eliocentrica  1680: Principia matematica, Newton Ostacoli nella ricostituzione della cristianità di Carlo V: Espansione dei turchi, ostacolo del Papa, principi luterani, francesi. Filippo II governa Spagna, Italia meridionale e colonie spagnole. Egli è un sovrano diverso da suo padre Carlo V. Suo padre viaggiò, mentre Filippo è sedentario. Si fa costruire una reggia a Madrid nel centro della Spagna, isolata dall’Europa, circondata da un’enorme zona desertica. Si fa costruire l’Escorial (assomigliava alla graticola di un martire cristiano) (pagina 557). Non nutre fiducia per nessuno. Capacità e lentezza di lavoro. è ossessionato dal cristianesimo della Controriforma, la lotta contro infedeli e Protestanti. Per difenderlo cerca di mandare via dalla Spagna i discendenti degli Arabi, i moriscos e degli Ebrei, i marranos. Si erano perfettamente integrate nella cultura spagnola. Filippo non pensava che si fossero convertiti veramente e sospettava che fossero nemici interni. Queste popolazioni erano tra le poche persone in Spagna che sapevano lavorare e produrre (bravi artigiani, commercianti, banchieri). Quando li scaccia, la Spagna rimane priva di risorse economiche a causa dell’economia inattiva. Gli unici modi per sopravvivere: fare l’ecclesiastico, acquistare cariche nobiliari che esentavano dal lavoro, carriera militare. Tutte e tre escludevano il lavoro manuale. Se la maggior parte della popolazione considerava il lavoro manuale una perdita di dignità. Vogliono vivere sfruttando il lavoro degli altri, vivono a spese degli altri. La Spagna vive grazie alle continue importazioni di materie prime e pietre provenienti dalle colonie del Sud America. Gli spagnoli massacrano la popolazione indigena. Considerano gli Indios una sottospecie di uomini, omuncoli. Li sfruttano fino alla morte. molti muoiono per malattie e per le fatiche nelle miniere. Le malattie venivano portate dagli spagnoli. Quelle popolazioni non avevano un sistema immunitario preparato a difendersi da questi virus. Alla fine del 600 erano morte 75 milioni di persone. Drenaggio dei capitali dei Paesi Bassi. Giustifica la sua politica fiscale e oppressiva con il Protestantesimo. Inglese Impero: empire Rivoluzione scientifica: scientific revolution Riforma: reform/reformation Controriforma: counter-reform Indugenze: indulgences
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