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Il Cinquecento letterario, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Sintesi del XVI secolo nel panorama letterario italiano

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 30/10/2023

Giorgia_unimc
Giorgia_unimc 🇮🇹

4

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Scarica Il Cinquecento letterario e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! CINQUECENTO: secolo di divisioni e aspre lotte La cultura e la letteratura del Cinquecento si possono dividere in 2 momenti: 1) Il RINASCIMENTO  si afferma nei primi decenni del secolo e porta a conclusione il processo culturale già avviato nel secolo precedente dall’Umanesimo. Il concetto di “rinascita” sottolinea il distacco dalla mentalità e dalla concezione dell’uomo proprie dell’età medievale. I modelli ideologici e letterari vengono individuati nel mondo classico  classicismo che si ispira direttamente alla letteratura degli antichi; il suo fondamento consiste nel principio dell’imitazione, che si propone di adeguare le nuove forme letterarie a quelle della classicità greca e latina  imitazione dei classici trasferita alla letteratura in volgare. Come reazione alle regole del classicismo e al principio dell’imitazione nasce l’anticlassicismo, che trova i suoi punti di forza nel comico e nella parodia: aderisce alla tradizione carnevalesca della cultura popolare. Gli autori anticlassicisti sottopongono la cultura ufficiale a una deformazione parodica o a un vero e proprio rovesciamento attraverso l’elaborazione di tematiche volgari, di strutture caotiche e di una lingua composita ed espressiva. 2) Il MANIERISMO  rappresenta la crisi del Rinascimento e anticipa le nuove espressioni della sensibilità secentesca e barocca. Il fatto culturale più rilevante del XVI secolo è rappresentato dalla Riforma protestante, che ha origine nel 1517 dalla protesta di Martin Lutero nei confronti della Curia romana e che ben presto si diffonde in tutto il nord Europa, provocando una frattura nell’assetto politico e culturale. La reazione della Chiesa cattolica di fronte al prosperare delle nuove dottrine eterodosse e alla nascita di gerarchie autonome consiste nella convocazione di un Concilio per il rinnovamento della Chiesa  Concilio di Trento: 1545-1563  concluso con l’affermazione della supremazia della Chiesa cattolica e dell’autorità papale in materia di fede  inizio età della Controriforma, durante la quale il potere ecclesiastico intensifica l’opera di controllo e repressione su ogni forma di dissenso per preservare l’integrità della dottrina. La lotta contro l’eresia e contro il libero pensiero è condotta soprattutto da due istituzioni competenti in materia religiosa:  La Santa Inquisizione  Il tribunale del Santo Uffizio  tra i compiti del tribunale rientra la compilazione dell’Indice dei libri proibiti = elenco ufficiale delle opere ritenute contrarie ai prìncipi della morale cattolica; la censura ecclesiastica viene applicata sia agli scritti di nuova pubblicazione, sia alle opere della tradizione  battuta di arresto per la filologia, che attraverso il suo metodo rigoroso e innovativo aveva determinato il trionfo dello spirito critico e dell’autonomia di giudizio in età umanistica. La politica culturale oscurantista della Chiesa cattolica viene condotto dalla Compagnia di Gesù, che difende l’ortodossia attraverso l’attività di predicazione e di insegnamento. Il rapporto fra intellettuali e potere politico-religioso di fa sempre più difficile: le Accademie - i luoghi di aggregazione che sostituirono le corti e le università -, da forme si libera associazione passarono ad essere organismi ufficiali al servizio della Chiesa. Anche il mondo editoriale, appena entrato nella fase di produzione industriale grazie all’espansione della stampa e all’allargamento del pubblico, si dovette adeguare alle direttive del Santo Uffizio. Venezia = centro editoriale principale per la stampa di testi in volgare. La tendenza ad esaltare gli aspetti irrazionali dell’esistenza si rafforza e diventa prevalente alla fine del Cinquecento con il fenomeno del MANIERISMO = disposizione artistico-culturale che stravolge l’equilibrio imposto dalle regole del classicismo e ricerca effetti di sorpresa attraverso la mescolanza di elementi diversi e la deformazione in chiave espressiva dei modelli precedenti. Le tendenze manieristiche si manifestano soprattutto attraverso la contaminazione dei registri linguistici, delle scelte stilistiche e dei generi letterari, ma anche dal punto di vista tematico si individuano caratteristiche ricorrenti: - Tema della follia e della malinconia - Ignoto, magia, demoniaco - Orrore - Utopia Sulle scene teatrali fiorisce la commedia, grazie all’intervento dei maggiori autori del secolo: Ariosto e Machiavelli. POESIA CINQUECENTESCA La maggior parte dei canzonieri del Cinquecento tendono a riprodurre il modello petrarchesco a livello sia formale che contenutistico  i risultati di tale operazione appaiono monotoni e prevedibili. Nella vasta produzione petrarchista si colgono tuttavia momenti in cui l’imitazione “scolastica” cede il passo a un’ispirazione più autentica e personale:  Rime di GIOVANNI DELLA CASA  MICHELANGELO BUONARROTI  poetare aspro, arduo e spezzato che rivela un certo influsso del modello dantesco delle Rime petrose e una vicinanza con il gusto manieristico e barocco  PIETRO BEMBO  Poetesse come GASPARA STAMPA e VITTORIA COLONNA, la cui attività dimostra il rilievo assunto dalle donne nella cultura cinquecentesca  epistola poetica  Poesia didascalica di ispirazione virgiliana  Poesia maccheronica  si configura come una parodia dell’elegante latino classico e umanistico, contaminato con le forme lessicali della lingua italiana e del dialetto. Il maggior esponente è TEOFILO FOLENGO PROSA NARRATIVA Nel Cinquecento la prosa narrativa gode di un’attenzione minore rispetto ad altri generi (ad esempio il trattato); mentre questi ultimi potevano riferirsi a modelli precisi, il principio dell’imitazione proposto da Bembo presentava in questo campo maggiori difficoltà: la scrittura più sostenuta ed elaborata era quella della cornice e delle novelle tragiche, e ad essa avrebbero dovuto ispirarsi i prosatori; era invece ritenuta inferiore la scrittura comica  per questa ragione alla novella viene dedicata scarsa attenzione da parte dei teorici del Cinquecento. Nonostante ciò, ci furono dei tentativi di imitare il Decameron, soprattutto in area fiorentina e toscana, dove erano più evidenti il rifiuto delle teorie linguistiche del Bembo e il ricorso ad una lingua vicina all’uso del parlato. Nei suoi Ragionamenti Agnolo Firenzuola dilata a dismisura lo spazio della cornice e lascia l’opera interrotta alla seconda giornata; le Cene del Lasca dovevano comprendere trenta novelle, recitate a banchetto durante il carnevale da dieci giovani per tre giorni  struttura che ricalca quella del Decameron, ma il modello appare rovesciato per il clima festoso e giocoso della cornice. La struttura compositiva delle novelle, inoltre, si ispira ad un principio di causalità opposto a quello boccacciano di ordine e di equilibrio. Altri autori, pur prendendo spunto dal modello boccacciano, si concentrano su una tematica particolare, come quella fiabesca privilegiata da Giovan Francesco Straparola. Meglio riuscite risultano le novelle singole, concepite al di fuori di una struttura compositiva generale: Belfagor arcidiavolo di Machiavelli e l’Istoria di due nobili amanti (Romeo e Giulietta) di Luigi da Porto. Il solo che è riuscito a riprodurre lo schema boccacciano è il ferrarese Giambattista Giraldi Cinzio, la cui opera è però pervasa dal gusto del macabro e da un rigido moralismo. Il rifiuto del modello boccacciano caratterizza le Novelle (1554) di Matteo Bandello, concepite come racconti autonomi gli uni dagli altri, ciascuno dei quali è preceduto da una lettera dedicatoria. Lo scopo dichiarato dell’opera è il diletto di un pubblico cortese; Bandello riscrisse anche la storia di Romeo e Giulietta e, in questa forma, passò poi a Shakespeare. La prima autobiografia della letteratura italiana corrisponde alla Vita di Benvenuto Cellini, orafo e scultore che condusse una vita sregolata, macchiandosi di gravi peccati. Egli ha narrato la propria vita in prima persona, con un linguaggio espressionistico e popolare; la struttura dell’opera si basa su una lotta incessante fra il bene e il male e la sua vita viene proposta come catarsi dalla degradazione morale per grazia di Dio. Lo slancio vitale del protagonista e il suo cedimento a credenze irrazionali rappresentano una rottura significativa rispetto all’ideale rinascimentale di equilibrio, preludendo al Manierismo. TEATRO Il Cinquecento vede la nascita del teatro moderno. Fondamentale resta il richiamo ai modelli del mondo classico, sia per la commedia sia per la tragedia, che può avvalersi delle indicazioni ricavate dalla Poetica di Aristotele  principio delle 3 unità (azione / tempo / luogo) = la tragedia dovrebbe svolgersi in un’azione unitaria, concentrata in un tempo breve e determinato e nel medesimo luogo. La commedia ottenne immediatamente un grande successo di pubblico, sia nell’ambito degli spettacoli di corte che in quello delle feste popolari. A prevalere è una ricerca di soluzioni letterarie, affidate all’interesse dell’intreccio, al gioco brillante degli scambi e degli equivoci, alla scioltezza di un linguaggio immediato e veloce. Il Ruzante introduce un forte e nuovo elemento di polemica sociale, ponendo in primo piano la miseria e le sofferenze dei ceti bassi  prima volta che nella letteratura viene dato spazio al “mondo dei vinti”; all’efficacia della denuncia concorre anche l’uso del dialetto. Tra la commedia e la tragedia nacque poi un genere intermedio: la tragicommedia, che si vide la sua realizzazione nella favola pastorale. FRANCESCO GUICCIARDINI (1483-1540) VITA: Guicciardini nasce a Firenze nel 1483 da una famiglia appartenente alla ricca oligarchia cittadina. In seguito ad un’iniziale formazione umanistica, studia diritto civile presso le università di Firenze, Ferrara e Padova e inizia la carriera di avvocato, seguita dalla carriera pubblica che lo vede: - Ambasciatore presso il re di Spagna Ferdinando il cattolico  entra nell’ambiente della grande diplomazia internazionale; - Governatore di Modena (1516)  grazie all’appoggio dato ai Medici - Governatore di Reggio e di Parma (1517) - Commissario generale dell’esercito pontificio (1521) - Governatore di Romagna (1524) e consigliere di papa Clemente VII  in seguito alla sconfitta della Lega di Cognac e al Sacco di Roma Guicciardini si ritira nella sua Villa di Finocchietto. Durante questo ozio forzato compose due orazioni, una lettera e le Considerazioni intorno ai “Discorsi” del Machiavelli sopra la prima deca di Tito Livio (1528)  contesta le concezioni di Machiavelli: secondo Guicciardini la storia romana non conserva alcun valore esemplare; nella storia, infatti, non ci sono leggi e modelli assoluti che permettono di comprendere, valutare la realtà e Gerusalemme, con il titolo Gerusalemme liberata; nonostante il grande successo di pubblico, si dedica ad una revisione radicale dell’opera, al fine di renderla più conforme ai precetti retorici e moralistici del tempo. La sua prigionia finisce nel 1586, quando il duca Vincenzo Gonzaga di Mantova ne ottiene la custodia. Nei suoi ultimi anni alterna soggiorni a Roma e a Napoli, dove ricerca in particolare l’appoggio degli ambienti ecclesiastici. Nel 1593 pubblica la versione definitiva del suo poema, con il titolo Gerusalemme conquistata. Muore nel 1595 in un convento nei pressi di Roma. PENSIERO:  Avverte l’esigenza di conciliare: cultura rinascimentale con dottrina cattolica / libertà creativa e regole formali  Coscienza lacerata da un profondo turbamento spirituale  Personalità percorsa da numerose contraddizioni e ambivalenze  Vive una religiosità sofferta e instabile  È attratto dai valori rinascimentali  Mostra un atteggiamento ambiguo nei confronti della corte: ammirazione e insofferenza  Sottopone la sua opera maggiore a una continua revisione per adeguarla ai canoni letterari e religiosi POETICA:  Si rivolge ad un pubblico di cortigiani e persone colte  Aderisce ai canoni letterari classicisti: petrarchismo lirico / principio aristotelico di unità di spazio, tempo e azione / principio della divisione degli stili  La materia della poesia epica deve essere attinta dal verosimile  La poesia epica ha un intento morale e pedagogico perseguito attraverso il diletto  Predilige: complicazioni metaforiche / atmosfere e sentimenti indefiniti / musicalità dell’espressione OPERE:  GERUSALEMME CONQUISTATA 4 edizioni: 1º. Gierusalemme  poema epico-storico iniziato a Venezia nel 1559 e lasciato incompiuto; 2º. Goffredo (1580)  edizione non autorizzata dall’autore 3º. Gerusalemme liberata (1581)  negli anni compresi fra il 1565 e il 1575 Tasso si dedica alla sua opera maggiore, sviluppando il precedente progetto giovanile. La vicenda si svolge negli ultimi mesi della prima crociata in Terra Santa: i cristiani, guidati da Goffredo di Buglione, hanno posto l’assedio a Gerusalemme, ma sono indeboliti dall’assenza di molti combattenti, spinti da pulsioni egoistiche o irrazionali ad abbandonare il campo; il loro ritorno garantirà la vittoria sugli avversari pagani. La composizione dell’opera è accompagnata da un’attenta riflessione teorica: Tasso concepisce l’idea di un poema eroico conforme ai canoni aristotelici, caratterizzato da una struttura unitaria, da una materia verisimile e da una finalità di giovamento morale  di qui la scelta di un argomento storico- religioso, integrato da elementi di invenzione. Per garantire il diletto, il poema deve presentare una varietà di situazioni narrative, ma che siano comunque strettamente legate al tema principale per non compromettere l’unità complessiva. Al diletto concorre anche l’elemento meraviglioso, reinterpretato in chiave cristiana come intervento soprannaturale di segno divino o demoniaco  presupposti che dimostrano la volontà di conformarsi ai valori dominanti dell’epoca, nonostante il poema rivela un atteggiamento ambivalente da parte di Tasso: al moralismo della Controriforma si oppone la rappresentazione dell’amore, alla celebrazione del potere il vagheggiamento del mondo pastorale, all’eroismo cavalleresco il senso dell’atrocità della guerra. la stessa unità strutturale è minacciata dalle vicende dei combattenti cristiani che si allontanano dal campo. La preoccupazione che l’opera non fosse conforme ai princìpi di poetica e ai valori religiosi dell’epoca spinse Tasso a sottoporla al giudizio di altri letterati e a rivederla interamente negli anni successivi 4º. Gerusalemme conquistata (1593)  24 libri Poema totalmente uniformato ai princìpi aristotelici e al moralismo controriformistico. Furono eliminati tutti gli spunti erotici e voluttuosi, mentre furono accentuati i toni eroici e sublimi e gli aspetti celebrativi della materia religiosa. Tuttavia, fu la Liberata la versione che continuò ad ottenere successo di pubblico, il che dimostra come fossero le contraddizioni interne al poema a garantirne la vitalità.  AMINTA Tragicommedia (terzo genere) in 5 atti rappresentata nel 1573 nell’isola di Belvedere, presso Ferrara, e pubblicata nel 1580. L’Aminta si colloca nel genere della favola pastorale, che dal punto di vista formale è diverso sia dalla commedia che dalla tragedia: dalla prima differisce in quanto non presenta situazioni comiche collocate in un contesto cittadino contemporaneo realisticamente rappresentato, bensì temi seri, patetici e sentimentali, collocati in un contesto favoloso; dalla tragedia differisce in quanto non raggiunge il livello sublime nei personaggi e nello stile e si conclude con il lieto fine  la vicenda dell’Aminta, distribuita in cinque atti in versi endecasillabi alternati a settenari, si incentra su un rapporto d’amore difficile, funestato da un equivoco, che però si risolve felicemente (storia del pastore Aminta e della ninfa Silvia). Prevale una poetica del vago, dell’indefinito. Il testo teatrale è fondato sul dialogo e tutto viene raccontato dai personaggi: drammaticità affidata più alla parola che all’azione  il testo assume una dimensione narrativa e lirica.  RE TORRISMONDO (1586) Nel 1573-74 Tasso incomincia una tragedia intitolata Galealto re di Norvegia, che però viene lasciata interrotta e viene ripresa e conclusa solo dopo la liberazione da Sant’Anna. La vicenda si svolge in Scandinavia, un paesaggio nordico, aspro e tenebroso in quel momento ancora leggendario, e si incentra sul motivo dell’incesto  modelli: opera di Olao Magno + Sofocle e Seneca. Il testo, pur mirando a riprodurre gli schemi della tragedia classica e obbedendo ai precetti di Aristotele, risente del gusto diffuso nel secondo Cinquecento per una materia torbida e
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