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Il cinquecento nella letteratura italiana, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

Riassunto dei punti salienti del Cinquecento nella letteratura italiana: l'atmosfera all'interno delle corti, i poeti, le opere salienti e il motivo per cui sono state scritte.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 03/10/2022

Giada942
Giada942 🇮🇹

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Scarica Il cinquecento nella letteratura italiana e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Il cinquecento Questa società tra balli e feste fu un bel giorno sorpresa dallo straniero. Carlo VIII correva per conquistare l’Italia e la lotta durò un mezzo secolo, e fu in questi cinquant’anni di lotta che il Quattrocento divenne il secolo da cui attingere per resistere. Il primo fenomeno del secolo è L’Arcadia di Jacopo Sannazzaro: l’immagine più pura e compiuta dell’ideale idillico, ma con rigidità e artificio della prosa monotona nella sua eleganza. All’ingresso del secolo troviamo Machiavelli e Ariosto. Nell’insieme il ‘500 è periodo di progresso della cultura italiana: il latino e il greco sono da tutti conosciuti e il volgare diviene lingua italiana. I letterati sdegnano, però, i dialetti e atteggiano sempre al latino, ricercando l’eleganza piuttosto che la naturalezza e la vivacità (Es. Della Casa con il Galateo e Castiglione con il Cortigiano). In ogni angolo ci sono rimatori, sonetti e canzoni: il petrarchismo invade tutto (Della Casa, Vittoria Colonna, Gaspara Stampa), capitanato da Pietro Bembo. Tutti scrivevano bene, si moltiplicarono i poeti e i generi: l’importante era la frase e mostrare cultura e conoscenza dei classici. Nel frattempo, si sviluppa l’attenzione per il meraviglioso, per gli intrighi e lo straordinario, per il nuovo, lo strano, l’immaginario, il fatto vacuo uscito dal caso. L’Orlando Furioso dà la nuova letteratura sotto l’aspetto positivo e negativo: è un mondo vuoto di politica, morale e religione, ma puro nell’arte e nell’immaginazione, ideale nella forma. Non c’è più il poeta, ma c’è l’artista, con un’ironia superiore e un umore allegro. Si sviluppano poi le novelle e altri romanzi, come per esempio l’”Italia liberata dai Goti” di Trissino, che doveva essere un poema eroico, serio ed erudito, e le opere di Bernardo Tasso, più conformi ai precetti. Questo periodo ondeggiava tra l’idillio e il Carnevale, tra la villa e la città. L’unico ideale rimasto era la quiete presso una società sensuale e cinica. Francesco Berni è l’eroe di questa generazione che traduce la sensualità in cultura e arte. Inizialmente, fu normale petrarchista e autore di versi latini, come voleva il periodo, ma poi divenne il primo trovatore burlesco: si specializzò sulla caricatura, sull’aspetto comico, sulla contraffazione di Laura, trasportando la caricatura sulla borghesia stessa e su di sé. In questo periodo vuoto, c’era anche un aspetto positivo: la fede scientifica e l’autonomia della scienza dalla religione, per un graduale risvegliarsi dell’intelligenza (Papa Leone X, infatti, proclama la distinzione della scienza come eresia). Nasce il materialismo, anche se, nella società, questo era già insito da tempo. Nello stesso periodo, Lutero propone la sua Riforma, in contrasto con la civiltà italiana che rimase perciò sempre estranea alla nostra cultura. Il Lutero della letteratura fu Niccolò Machiavelli. In lui troviamo la coscienza e il pensiero del secolo: lui s’interroga, si conosce, nega il medioevo e afferma i nuovi tempi e il materialismo. Rappresenta la reazione contro il misticismo, lo spiritualismo religioso, l’ascetismo, il simbolismo e lo scolasticismo. Ciò porta al considerare l’uomo e la natura in sé stessi, unendoli al culto per i classici, al progresso della cultura e dell’intelligenza: si andava verso il reale e verso l’esperienza, dando bando alle nebbie teologiche e alle astrazioni. Machiavelli è contro la fortuna e la provvidenza, è per l’uomo e le sue forze: il mondo è come lo facciamo noi, ognuno è la propria fortuna e provvidenza. La vita è regolata da forze e leggi umane, l’arte si trasforma: deve ricercare dentro all’uomo e deve esserne seria rappresentazione. La poesia italiana esce dal Medioevo libera dall’allegoria, ma ancora vuota di ogni contenuto, dando inizio a un periodo e continuerà fino al 1600: il Risorgimento, di cui Ariosto e Machiavelli sono la sintesi.
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