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Il colpo di stato di banche e governi , Sintesi del corso di Scienza Politica

Il tracollo finanziario di questi anni non è dovuto a un incidente del sistema: né tantomeno al debito pubblico che gli Stati avrebbero accumulato per sostenere una spesa sociale eccessiva. È il risultato dell'accumulazione finanziaria perseguita ad ogni costo per reagire alla stagnazione economica di fine secolo. È indispensabile riportare la finanza al servizio dell'economia reale, anzitutto creando occupazione: senza lavoro non c'è crescita. Non vale, invece, il contrario.

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 26/04/2017

francly
francly 🇮🇹

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Scarica Il colpo di stato di banche e governi e più Sintesi del corso in PDF di Scienza Politica solo su Docsity! Il colpo di stato di banche e governi Introduzione: una crisi scaricata sui cittadini con misure autoritarie La crisi esplosa nel 2007 e 2008 è stata sovente rappresentata come un fenomeno naturale, improvviso quanto imprevedibile. In realtà è stato il risultato di una risposta sbagliata, in sede di ordine finanziario ma fondato su una larga piattaforma legislativa, che la politica ha dato al rallentamento dell'economia reale che ora in corso per ragioni strutturali da un lungo periodo. Alle radici della crisi vi è la stagnazione dell'accumulazione del capitale in America in Europa una situazione evidente negli anni 70 Del secolo scorso. Al fine di superare la stagnazione i governi delle due sponde dell'Atlantico hanno favorito in ogni modo lo sviluppo senza limiti delle attività finanziarie compendiando nella produzione di denaro fittizio. Questo processo produttivo il suo fondamento nella creazione di denaro dal nulla vuoi tramite il credito, vuoi per mezzo della gigantesca diffusione di titoli totalmente separati dall'economia reale quali sono i derivati e non prende corpo alcuna compravendita di beni o servizi. Essendo possibile vendere trasformarli in moneta essi rappresentano una nuova forma di denaro che insieme con la creazione illimitata di denaro mediante il credito ha invaso il mondo rendendo il tutto impossibile stabilire quanto denaro sia in circolazione. Fatta eccezione del contante del denaro creato dalle banche centrali per le loro finalità istituzionali quasi tutto il denaro in circolazione viene creato da banche private concezione di crediti o la confezione di titoli. Il potere di creare denaro è uno dei poteri fondamentali di uno Stato. Averlo lasciato da lungo tempo alle banche private averne favorito con i mezzi espansione è un vizio che sta minando la base economica mondiale. In secondo luogo le banche creano denaro dal nulla con pochi tocchi sulla tastiera di un computer ma poi da coloro che ricevono quel denaro in prestito pretendono sostanziosi interessi. In questo modo la politica ha attribuito alla finanza non da oggi ma da generazioni un potere smisurato. Va precisato che le strutture non operano da sole hanno bisogno di persone che ne interpretano le logiche ne modificano per adattarle ai tempi e le applicano. La crisi è stata ed è l'esito di azioni compiute da un numero ristretto di uomini e donne che per lungo tempo tramite l'organizzazione di cui erano a capo o in cui operavano hanno perseguito consapevolmente determinate finalità economiche e politiche. Hanno compiuto quell'azione in parte perché all'ideologia da cui erano guidate non consentiva loro di scorgere alternative in parte per soddisfare i propri interessi e quelli di terze parti. La crisi esplosa nel 2007 questa è definita come il più grande fenomeno di responsabilità sociale di situazioni politiche ed economiche che si sia mai verificato nella storia. Ha creare i fattori economici furono i principali attori come i dirigenti di vari generi di mega entità finanziaria. A casa degli effetti strutturali del sistema finanziario su quello produttivo ha colpito di un'immensa quantità di persone nei soli paesi sviluppati. Si aggiunga Che il rovescio positivo del tasso di disoccupazione, la quantità di occupazione che ancora rimane, nasconde il peggioramento della qualità di quest'ultima. Le vittime di oggi sono in gran parte figli e nipoti di membri della classe operaia della classe media che furono colpiti in America dalla stagnazione dei salari intervenuta negli anni 70. In secondo luogo va rilevata la relativa eseguita del numero di attori dei loro aiutanti rispetto al numero enorme delle vittime. pare stabilire una distinzione tra chi ha manovrato direttamente le leve della macchina che ha portato alla crisi e chi su tale macchina si è limitato a caricare i propri capitali. Sono due livelli di responsabilità correlati ma non assimilabili origine della crisi. Per questo motivo il testo intende compiere un esame delle azioni compiute dal primo gruppo, gli attori della finanza, senza ignorare l'importanza del contributo, la classe sociale più benestante il pianeta. È la sola classe cui la crisi abbia chiamato contagi cospicui. Un ~ 10 ~ terzo aspetto che colpisce il fatto che a sei anni dallo scoppio della crisi erano pochissimi responsabile economici e politici di essa che fossero stati chiamati a rispondere dei danni che hanno concorso a provocare. Il fatto è che le leggi che hanno permesso di traviare l'economia sono state concepite e fatte approvare da governanti in carica in quel momento in accordo preventivo con i dirigenti del mondo finanziario industriale. L'espansione rapidissima della finanza dagli anni 80 in poi ha aperto nuovi territori che per il diritto penale secondo i giuristi sono ancora incogniti. Ai Responsabili della crisi non è stata riconosciuta nessuna sanzione che non siano le critiche di una qualche marginale dei media. Il paradosso è che milioni di vittime della crisi si sono visti richiedere dai loro governi di pagare i danni che essa ha provocato. 1.Le maggiori banche Europee in accordo con quell'americani hanno creato debiti colossali prima e durante la crisi, in specie per via delle finanza d'ombra e del denaro che esse medesime hanno privatamente creato dal nulla. 2.I bilanci pubblici hanno sofferto prima di un forte calo delle entrate a causa dei vantaggi fiscali concessi di governi ai contribuenti più ricchi all'impresa nell'ultimo decennio e dal lato dell'uscita sono state prosciugate a causa delle somme spese impiegate per salvare le banche. 3.Le banche hanno convinto i governi politici che li sostenevano che se anche solo alcuni di essi avessero dovuto fallire ne sarebbe seguito un disastro per intera economia e società europee 4.In vista del pericolo la commissione europea il fondo monetario internazionale hanno dato manforte ai governi nel diffondere una rappresentazione della crisi dei bilanci pubblici come se fosse dovuta alla eccessiva generosità dello stato sociale dei decenni precedenti 5.In presenza dei vuoti scavati nei bilanci i governi hanno pertanto deciso di avviare una severa politica di austerità volte a ridurre le spese come pensioni sanità e istruzione che sono i pilastri del modello sociale europeo 6.Le politiche di austerità si sono concretizzatesi in riforme nazionali sia in diktat forgiati a Bruxelles 7.In tre anni le politiche di austerità hanno aggravato e prolungato la crisi. La stagnazione dell'economia si è trasformata in una severa recessione 8.Il numero delle vittime della crisi è cresciuto 9.Nessuno potrebbe credere che una fine reale e definitiva della crisi sia prossima In realtà i governanti sapevano e sanno benissimo che le loro politiche di austerità stanno generando recessioni di lunga durata. Ma il compito che è stato affidato loro dalla classe dominante non è certo quello di risanare l'economia ma quello di perseguire con ogni mezzo la ridistribuzione del reddito della ricchezza e del potere politico dal basso verso l'altro in corso da oltre trent'anni. I governi europei hanno quindi posto in opera due strategie che si sono rivelate negli anni dopo il 2010 efficaci: la prima è consistita nel camuffare la crisi come se questa non avesse origine nel sistema bancario ma questo è dovuto al debito eccessivo degli Stati provocato a loro dire dall'eccessiva spesa sociale. La seconda nella previsione che tale schema interpretativo non fosse sufficiente per tenere buoni i cittadini hanno imboccato la strada dell'autoritarismo emergenziale. Posti dinanzi a minacce che i media ripropongo ogni giorno a tamburo battente i cittadini degli Stati cardine del Europa hanno subito ~ 10 ~ interpretazioni presentano un serio difetto: tengono scarsamente conto del fatto che questa crisi sia anche una crisi ecologica che coinvolge l'intero modello produttivo soggiacente alla globalizzazione. Il regime di accumulazione produttivista Nel 1945 alla fine degli anni 70 le economie degli USA e dell'Europa occidentale conobbero un tasso elevato di crescita sollecitato da un regime di accumulazione che si contava sull'industria manifatturiera e per questo fu definito produttivista. L'accumulazione delle economie di questi paesi si riflette nella caduta dei loro tassi di crescita a partire dagli anni 70 e nelle loro stesse differenze. Il ritardato arrivo della stagnazione negli stati uniti rispetto all'Europa è attribuibile precisamente agli effetti stimolanti della finanzierizzazione dell'economia. Nel campo della produzione la stagnazione prende forma di eccesso di capacità produttiva alla quale segue la contrazione della produzione industriale e la caduta degli investimenti in strutture manifatturiere. Un altro indicatore di stagnazione è la caduta del tasso di profitto. L'accumulazione finanziaria è stata la risposta dell'economia capitalistica alla stagnazione in cui stava cadendo il regine produttivista. L'accumulazione finanziaria come risposta alla stagnazione Quando si parla di accumulazione finanziaria il predicato si riferisce al fatto che con intensità e rapidità crescenti dei primi anni 80 il processo di accumulazione del capitale ha assunto una forma totalmente diversa dall'accumulazione di tipo produttivista. Quest'ultima richiede che allo scopo di creare il nuovo capitale il capitale disponibile venga prima trasformato in mezzi di produzione e lavoro e questi in merce. Dalla vendita di questo ultima si ricava un capitale superiore a quello investito, la quota eccedente alla fine del ciclo o parte di essa viene quindi a sommarsi al capitale iniziale ovvero si accumula su di esso. Oggi Il denaro nasce o dal denaro stesso oppure viene creato dal nulla mediante il credito la sua trasformazione in titoli commerciali la parallela produzione di strumenti finanziari in pediti consistenti che determinano un ruolo importante svolto dai mercati finanziari. L'accumulazione dominata dalla finanza ha diverse caratteristiche: • esso ha fatto registrare un intenso e diffuso processo di finanzierizzazione dell'economia della società e della vita familiare. Indicatori relativi al peso crescente della finanza sull'intera economia sono numerosi. • Poiché la ricerca di profitto nella sfera della produzione appariva sempre più difficile le imprese di ogni genere si sono poste a cercarlo nella sfera della circolazione. Al fine di produrre valore il denaro deve circolare in molteplici forme. Una volta avviata la produzione il denaro circola in forma di pagamento dei salari pagati, delle materie prime consumate, dell'energia utilizzata. In seguito il denaro rientra all'impresa grazie alla vendita del prodotto. Per lo Stato il denaro entra nel suo bilancio e soprattutto in forma di imposte e tasse e esce in veste di stipendi per i dipendenti della pubblica amministrazione, acquisto di beni e servizi, istruzione, difesa, sanità e molto altro. • Ciascuno dei processi di circolazione del capitale denaro sopra schematizzati comprende dà sempre numero di attori e ancor più numero di fasi. Eccezion fatta per la spesa pubblica da ciascuna di queste qualche attore trae un profitto. ~ 10 ~ • Il sistema finanziario ha inventato nuovi articolati modi al fine di intervenire nella sfera della circolazione per suo tramite estrarre valore dalla massa della popolazione in modo da accumulare e concentrarlo in volumi senza posa crescente di capitale. La sua principale invenzione è stata la creazione di un'enorme massa di denaro mediante il debito, insieme con la moltiplicazione degli attori che intervengono nell'interazione. • Dagli anni 90 tale meccanismo si è molto complicato anche se in misura e modalità diverse da un paese all'altro. Il meccanismo si può così riassumere. Una famiglia che abita in affitto viene avvicinata dall'incaricato di una banca che le propone un mutuo ipotecario condizioni dell'apparenza vantaggiose. Non importa se la famiglia non possiede risorse adeguate per ripagarlo potrà farvi fronte le viene assicurato grazie un aumento certo del valore della casa acquisita. Onde portarlo fuori bilancio il credito viene trasformato quasi subito dalla banca o da altro ente specializzato in un titolo commerciale: un processo denominato cartolarizzazione in Italia titolarizzazione. Il titolo viene quindi venduto a una società creata apposta dalla banca stessa chiamato veicolo per scopi speciali. • Per tutto il corso del processo così riassunto studi legali specializzati assicurano che ogni cosa proceda nel rispetto delle leggi. Le agenzie di valutazione assegnano i suddetti titoli un pagamento che dovrebbe compensare il lavoro speso per indagare sulla qualità del titolo ma che spesso non è mai effettuato, la tripla A un suo equivalente che attestano la sicura solvibilità dei debitori. In ogni caso per garantirsi dal rischio di insolvenza di un numero elevato di debitori la banca che ha originato il credito acquista da un'altra un tot di certificati assicurativi per i quali paga una commissione se la banca organizzatrice non viene ripagata alla scadenza da un creditore indicato nei certificati stipulati la banca protettrice la indennizza nella misura prevista dal CDS che ha venduto. Un trattato significativo quanto paradossale dei CDS è che diversamente da un'ordinaria polizza assicurativa essi possono venire stipulati anche facendo riferimento a un soggetto terzo. In tal modo l'interesse del contraente muta di segno. Acquistare uno CDS ossia compararono protezione dal rischio di default dei titoli che vendevano sapendo in partenza che erano molto rischiosi. L'uso dissennato di CDS un fu non l'ultima tra le cause scatenanti della crisi finanziaria. • Alla fine diventare l'intero processo a una banca non basta creare denaro dal nulla. Ha bisogno di un flusso costante di denaro liquido . Se lo procura in prevalenza con gli accordi di riacquisto a termine in questo caso una banca richiede un'altra banca o a un fondo monetario che svolge funzioni analoghe a una banca senza esserlo, offrendo in deposito un collaterale e impegnandosi a restituire la somma. Quando il collaterale considerato solido il prestatore accetta. se invece il collaterale presenta dei rischi il valore del collaterale richiesto può essere molto alto. Il debito delle banche verso altre banche o altri enti finanziari ha raggiunto nel primo decennio del 2000 livelli astronomici. • Oltre che per mezzo della commercializzazione del credito debito, le società finanziarie hanno creato immense quantità di denaro dal nulla inventando innumerevoli tipologie di derivati vuoti o nudi. In origine i derivati erano obbligatoriamente vestiti nel senso che le controparti si scambiano realmente una data quantità di beni o servizi. Tuttavia con un crescendo degli anni 80 in poi le società finanziarie in primo luogo le banche, hanno creato quantità di ~ 10 ~ derivati vuoti nel senso che quale fosse il sottostante nulla veniva scambiato tra le controparti. Un derivato poteva prevedere la compravendita di tonnellate di minerali ferrosi ma nessuna delle controparti vendeva o comparava nemmeno 1 kg di minerale. Con quel tale contratto il venditore compratore scommettevano semplicemente che i minerali ferrosi sarebbero risultati aumentati o diminuito di prezzo in una certa data. Il valore della scommessa riguarda unicamente la differenza di prezzo del sottostante. Derivati sia nudi sia vestiti sono creati dei dipartimenti specializzati delle banche ma vengono utilizzati come denaro anche da grandi società industriali. Sono idonei a venire convertiti in qualsiasi momento in denaro contante. • A metà del primo decennio del 2000 il regime di accumulazione dominato dalla finanza messo in moto dalle banche americane ed europee con indispensabile aiuto dei rispettivi governi per liberalizzare i movimenti di capitale aveva così approntato tutti gli strumenti capaci di mettere seriamente in crisi. In molti casi benché i loro Siv avessero veste legale di entità giuridicamente indipendenti per cui costi delle loro bancarotta non potevano risalire formalmente alla banca questa si vede costretta a salvarli a suon di miliardi per non toccare la reputazione. Al tempo stesso numerose banche anche istituti finanziari che avevano sia comprato che venduto protezione mediante CDS si trovano in gravi difficoltà perché i CDS comperati non venivano ripagati dalla controparte mentre quelli venduti obbligavano a pagamento esorbitanti. Il panico colpi gli enti finanziari che erano indebitati l'uno con l'altro per centinaia di miliardi di dollari e avevano motivo di credere che rispettivi debitori non fossero in condizioni di ripagare il debito. Ciò che lo mise in ginocchio dall'estate del 2007 non furono affatto i mutui scadenti che svolsero semmai la funzione di ultimo innesco. Il terreno era stato minato da due fattori: il livello smisurato raggiunto dalle disuguaglianze di reddito e di ricchezza prodotta dall'espropriazione della massa della popolazione su cui tale regime si fonda, e la creazione di quantità astronomiche di denaro dal nulla per mano delle banche private. Cap.6: nella UE la crisi bancaria è trasformata in crisi di bilanci Tra l'estate del 2007 e il 2009 chiunque parlasse di crisi in corso si riferiva ai malanni delle banche delle istituzioni finanziarie in genere. Per contro nei primi mesi 2010 organizzazioni internazionali, i governi, i media, gli analisti iniziano a parlare all'unisono in ambito di Unione Europea di gravi crisi dei bilanci pubblici ossia di crisi del debito sovrano. All'orizzonte e si profilava il disastro di Stati che da un mese all'altro potevano arrivare al punto di non riuscire a rimborsare i debiti in scadenza E forse nemmeno di pagare gli stipendi agli statali e le pensioni. Dinanzi a tale scenario catastrofico la crisi delle banche cade rapidamente sullo sfondo. Gli stessi economisti non avevano saputo costruire alcuna motivazione rigorosa e adottarono la spiegazione che gli Stati hanno speso troppo soprattutto nel settore della protezione sociale. proponendo un unico rimedio, hai loro occhi concepibile, dimezzare la spesa pubblica cominciando da, pensioni, sanità, istruzione. In realtà non esisteva alcuna correlazione tra aumento del debito pubblico e spesa per la protezione sociale. Il debito aggregato dei paesi dell'Unione Europea era in effetti cresciuto di ben 20 punti in soli tre anni ma ciò che era avvenuto soprattutto a causa dei salvataggi delle banche a spese dello Stato, non per un presunto aumento della spesa per la protezione sociale. Infatti questa era stabile da tempo al 25% del Pil. A causa di tali palesi incongruenze i governi dell'Unione hanno piazzato concordi le politiche di ~ 10 ~ più alto, oppure quelle più strategico di accrescere le proprie dimensioni conquistare nuovi mercati come nel caso delle banche acquisite a est. La crisi ha Colpito severamente queste banche e con essi loro tutori politici a livello regionale. Pertanto il caso di queste banche rimane esemplare come prova dell'intreccio fra banche politica e soprattutto della permanenza temporale fattuale della crisi bancarie rispetto alla crisi del debito pubblico. Leggi sul mercato finanziario prodotto della politica hanno stimolato la creazione di componenti tarati che hanno reso altamente probabile il deragliamento del sistema, senza freni fino uscire in modo catastrofico dei binari, i politici hanno salvato le banche deragliate caricando i costi ai cittadini, infine si sono adoperati per spiegare la crisi in modo da togliere di scena anzitutto le proprie responsabilità . La soluzione consiste nel dare intendere che la crisi dei bilanci pubblici era dovuta non al salvataggio delle banche ma dal gesto di spese ordinarie di quei cittadini avrebbero improvvisamente approfittato. L'immane portata economica e politica dell'intervento dello stato In Europa come in America lo Stato, un soggetto pubblico, ha avuto un peso determinante nella gestione della crisi originata da soggetti privati. I governi UE che hanno agito non soltanto in modo rapido ed efficace in sintonia con quello americano, per salvare decine di banche in difficoltà tramite massicci esborsi di capitale. Hanno pure preceduto davanti a situazioni strutturali che apparivano ormai irrecuperabili e nazionalizzare un buon numero di esse, sebbene in diversi casi soltanto per un periodo circoscritto. Hanno sostenuto con apposite leggi e contributi la creazione di decide di Bad Banks in tutta l'unione europea. La strada delle nazionalizzazioni di istituti bancari e malridotti è stata aperta in Europa dal Regno Unito . Al congresso era stato chiesto di rimpiazzare il denaro privato che settore finanziario ha creato e che nel 2007 e 2008 era finito in cenere con il tradizionale denaro pubblico. Si è già ricordato che non tutte le nazionalizzazioni indicate sono definitive. alcune prevedono che quando la crisi sarà superata il controllo sarà restituito agli azionisti. In altri casi la partecipazione dello Stato nel capitale si è ridotta perché la banca ha restituito una quota consistente degli aiuti ricevuti. Inoltre il sostegno da parte dei governi ha preso forma di prestiti che dovranno essere rimborsati e in parte lo sono già stati. Ciò non toglie che gli aiuti economici forniti in pochi anni a banche private dai governi europei abbiano rappresentato nei bilanci pubblici un onere rilevantissimo. Circa tre quarti dell'importo complessivo degli aiuti erano costituiti da garanzie capitali che e possibile non siano utilizzati per intero ma che in ogni caso non possono venire impiegati per altri fini. L'ammontare del sostegno pubblico effettivamente utilizzato dalle situazioni e dalle istituzioni finanziarie è stato di 960 miliardi di euro nel 2008 e 1100 miliardi nel 2009. Governi che si astengono dall'investire un euro al fine di creare occupazione perché a loro giudizio spetta soltanto Al mercato provvedere alla bisogna hanno effettuato un colossale socializzazione di perdite private mediante le le sborso di denaro pubblico quale non si era mai visto nella storia. Dopo di che hanno avviato le politiche di austerità che fanno pagare ai cittadini la riduzione del deficit e del debito pubblico aumentati a causa delle loro incompetenti e non di rado complici politiche finanziarie. Banche italiane: decisioni governative e debito pubblico alcune precisazioni Si sente spesso ad affermare in Italia che le nostre banche sono usciti indenni dalla grande crisi globale perché il comportamento prudenziale che per tradizione le distingue nell'erogare prestiti le ha tenute lontane dalla produzione di derivati strutturati. Resta comunque è vero che non le hanno prodotte e questo non è l'ultimo dei fattori per cui gli interventi governativi volte a salvarle diversamente da tutti i maggiori paesi nell'Unione europea sono stati abbastanza modesti. Se ciò però porta ~ 10 ~ a concludere che essi non avrebbero avuto alcun ruolo di peso nella crisi si sta fraintendendo. ▲ tra il 2000 e 2008 le banche italiane hanno effettuato cartolarizzazione comportanti la trasformazione di crediti in titoli negoziabili e la loro vendita uno dei veicoli o Siv da loro stesse create per 347 miliardi di euro ▲ Le suddette cartolarizzazione sono state effettuate come usano fare tutte le banche, per due scopi principali: far uscire i crediti dal bilancio in modo da poter continuare a erogare altri, e trasformare liquidità immediatamente disponibili dei titoli diversamente illiquidi quali sono per definizione i mutui. A tale pratica diffusa le banche italiane hanno aggiunto un'altra di interesse: la trasformazione immediata di grossi volumi di denaro bancario creato dal nulla ▲ Le banche italiane hanno contribuito non meno di tutte le banche europee allo sviluppo del sistema bancario ombra ▲ Le stesse banche hanno impiegato capitali enormi indebitandosi allo scopo di espandere le proprie attività all'estero nella corsa le fusioni acquisizioni scatenata in tutta l'Unione europea dalla liberalizzazione dei movimenti di capitale delle attività dei gruppi ▲ A metà giugno 2010 un analisi del gruppo il sole ventiquattrore riportate le prime 10 banche italiane hanno crediti fuori bilancio cioè nel sistema bancario ombra per 600 miliardi. Dai dati riportati si evince senza voler ignorare le loro peculiarità storiche, che le banche italiane hanno operato nel corso della crisi seguendo modalità d'affari , modalità di espansione all'estero a qualunque prezzo distribuzione seguendo diversi fini e tramite molteplici canali di masse di denaro creato dal nulla e nel insieme sono stati simili a quelli delle banche dell'eurozona. E al paro di queste hanno registrato in sé grandi profitti e gravi perdite. I primi goduti da loro stesse le seconde trasmessi in vari modi rispettivi Stati e alla loro popolazione. I politici italiani hanno pesato anche sui fattori finanziari alla base dell'aumento del debito pubblico fin dagli anni 80. In dati più recenti un dato che conferma come sia scorretto imputare soprattutto la spesa per la protezione sociale e l'aumento del debito pubblico è il radoppio del rapporto di quest'ultimo in confronto al PIl verificatosi in meno di 15 anni tra il 1980 e primi anni 90. Nessuna correlazione è individuabile pura gli andamenti del rapporto debito pubblico Pil e l'andamento della spesa per la protezione sociale. Socializzazione delle perdite e aumento del debito: un pessimo rendiconto Dalla vicenda che dal 2010 in poi ha portato alla ribalta la crisi del debito sovrano, intanto che veniva relegata sullo sfondo la crisi bancaria, emerge un clamoroso squilibrio tra la portata e l'intervento pubblico deciso e attuato dai politici e costi benefici per la gran maggioranza della popolazione. ▲ L'aumento cospicuo del deficit del debito pubblico verificatosi in media dai paesi europei tra 2008 il 2010 è reale. Ma non è dovuto a un eccesso della spesa pubblica nel settore della protezione sociale. È imputabile quasi per intero hai salvataggi del sistema bancario ▲ Sull'onda dell'enorme portata di intervento pubblico in loro favore le banche europee non sono state affatto risanante. Problemi di tenuta strutturale a parte, ~ 10 ~ tali elementi negativi spiegano anche perché le restrizioni al credito da parte delle banche continua a essere severe e abbiano provocato la chiusura di migliaia di piccole imprese ▲ Come si è visto nel caso tedesco i governanti dirigenti dei maggiori partiti di governo e di opposizione hanno contribuito a peggiorare la situazione sistema bancario spingendole per le proprie finalità politiche a intraprendere attività sempre più rischiose. Inoltre hanno palesato nei confronti della crisi una grossa dose di incompetenza commettendo gravi errori. Questa dote negativa ha accresciuto la loro dipendenza dal mondo della finanza. ▲ In tutta Europa l'autorità di regolazione e vigilanza e ministero delle finanze del tesoro con i loro consiglieri dirigenti delle banche nazionali incaricati di osservare il sistema bancario agire al più presto nel caso se scoprano irregolarità si sono dimostrati clamorosamente al di sotto dei loro compiti istituzionali, non hanno preso misure adeguate per contrastare la crisi. ▲ Infatti i governi europei non hanno saputo o voluto chiedere nulla alle banche quale legittima controparte degli aiuti prestati. Le riforme del sistema finanziario che si sarebbe potuto dovuto chiedere loro da far approvare in seguito dal parlamento europeo della commissione andavano come minimo inserite le seguenti: la separazione tra banche commerciali banche di investimento, la regolazione severa del sistema bancario ombra, la drastica riduzione sistema finanziario ombra, una disciplina dei CDS. La trasformazione o il camuffamento della crisi bancaria come crisi propria del debito pubblico è stata definita la più lucida campagna di relazioni pubbliche mai realizzata. In realtà è stata molto di più. Si è trattato di uno straordinario successo delle classi egemoni sulle classi egemonizzate concluso con convincere gran parte di quest'ordine che essendo conresponsabili delle due fasi della crisi toccava loro sopportare anche i costi della seconda fase sotto la scoperta delle politiche di austerità dopo aver già pagato i costi della prima. I governi non avrebbero avuto il successo che hanno avuto in quest'operazione qualora la crisi stessa non fosse stata da loro utilizzata come forma di governo e se la loro azioni non avessero goduto dei nefasti principi della legittimazione parateleologica forniti dalla dottrina neoliberale. Cap.8: lo smantellamento dello stato sociale Nella ricerca che i governi dell’Unione Europea compiono al fine di allargare il più possibile gli strati di popolazione severamente chiamati a pagare una crisi di cui non recano alcuna responsabilità, uno dei bersagli preferiti è lo stato sociale, in quella specifica forma che dal dopoguerra viene chiamato modello sociale europeo. Sanità pubblica, previdenza sociale, sostegni al reddito in caso di disoccupazione o povertà appaiono considerati dai governi come se fossero lussi da eliminare. L’espressione modello sociale europeo suona un po’ astratta ma è ricca di significati concreti. Essa designa un’invenzione politica, una delle più importanti del XX secolo. Essa significa che la società interna si assume la responsabilità di produrre sicurezza economica e sociale per ciascun singolo individuo, quale che sia la sua posizione sociale e i mezzi che possiede. Produrre sicurezza economica richiede la costruzione di sistemi di protezione sociale, avendo in vista una serie di eventi che possono sconvolgere in qualsiasi momento la vita di ciascuno. Nessun altro paese al mondo può esibire ~ 10 ~
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