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Guide e consigli
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il contesto storico greco tra VII e VI secolo, Sbobinature di Greco

appunti e riassunto, IV liceo classico

Tipologia: Sbobinature

2020/2021

Caricato il 21/04/2021

ludovicarg
ludovicarg 🇮🇹

4.3

(7)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica il contesto storico greco tra VII e VI secolo e più Sbobinature in PDF di Greco solo su Docsity! Grecia e Magna Grecia tra VII e VI secolo a. C. Crisi, rinnovamento e definizione costituzionale - Il VII secolo vede la nascita delle prime legislazioni, per lo più codici normativi, promosse dalle poleis greche, che contribuirono al processo della definizione della città (processo che passa per delle trasformazioni sociali che determinano una nuova concezione di polis) - La polis si configura cone un vero e proprio ente statale unitario, allargato a strati della popolazione diversi da quelli aristocratici. - Un evento importante in tale processo è l’introduzione della tattica oplitica, che implica la creazione di un esercito cittadino, in cui l’arruolamento è concesso a tutti coloro che potevano permettersi un armamentario completo. - Rispetto all’esercito aristocratico, dove le contese erano spesso risolte in duelli, la tattica politica comporta la concezione del gruppo di combattenti come tutto organico (il singolo ha valore in funzione del gruppo). Ciò determina la necessità di incrementare le file dell’esercito e di ampliare l’arruolamento: i soldati vengono scelti in base alla loro possibilità di dare sostegno alla causa bellica. - Si diffonde nella popolazione un senso di appartenenza alla comunità: nuove parti della società assumono funzioni di tutela civica, pretendendo un’eguale spartizione del bottino. Tali rivendicazioni gettano in crisi il sistema aristocratico, che suddivideva il ricavato tra le famiglie di alto rango. - Una crisi economica investe le campagne (fenomeno che ha ripercussioni nell’Attica della fine VII secolo) - In Attica i territori sono suddivisi in modo iniquo e le famiglie nobiliposseggono latifondi parcellizzati e concessi in affitto ai contadini che devono restituire 1/6 del raccolto come tributo (pena la schiavitù, secondo la legge della “schiavitù per debiti insoluti” - Lo squilibri di forze porta Atene alla guerra civile - In una situazione politica confusa si sente la necessità di redarre leggi più equilibrate (Solone) Le legislazioni arcaiche e la riforma si Solone - La redazione di una legislazione è funzionale a dare risposte agli squilibri sociali verificatisi dopo fenomeni di destabilizzazione. - L’introduzione della scrittura per la stesura dei codici normativi segna una tappa fondamentale nella diffusione dell’uso di questo strumento di comunicazione, utilizzato inizialmente in ambito privato. - Nel VII secolo l’alfabeto diviene strumento pubblico: contribuisce a rendere immutabili le leggi pubblicate, costituendone uno strumento di garanzia (alcune polis non optano per la redazione scritta del proprio codice normativo). - Licurgo, legislatore di Sparta, all’inizio del VIII secolo, ottenne a Delfi un oracolo contenente le norme per l’amministrazione della società spartana, noto come Grande Rhetra; rimasta invariata, fece di questa polis un fenomeno di stabilità costituzionale, ammirato in tutta Grecia in età classica - Ad Atene il primo codice di leggi scritte, attribuite a Dracone, viene redatto in un periodo tra il 624/623 e il 621/620 a. C. Non risolverà però i conflitti interni, che convincono la società aristocratica ateniese della necessità di un arbitro che metta ordine nelle leggi cittadine e le riformi). Solone, personalità storica, viene nominato arconte per l’anno 594/93 e provvede ad una serie di riforme: - Abolizione della schiavitù per debiti insoluti - Riduce l’ammontare dei debiti tramite svalutazione del dracma ! di !1 8 - Riforme volte ad incrementare la dinamica sociale e la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. - L’attività di Solone è tramandata dalle parole del legislatore, dic cui è pervenuto un buon numero di componimenti poetici, che fanno spesso riferimento alla sua azione politica. Le tirannidi arcaiche - È possibile che la tirannide sia una delle reazioni alla crisi del VII secolo a. C. - Tiranno = uomo che assume il governo della polis forzando le norme costituzionali (colpo di stato) - I termini “tirannide/tiranno” nascono con la poesia del VII secolo: Archiloco di Paro definisce tirannide il regno di Gige, senza attribuire a questo sostantivo una connotazione negativa; Alceo attribuirà questo sostantivo ad un suo acerrimo avversario politico, conferendo a tale termine un valore inferiore. - Quando le spinte democratiche contribuiscono a stigmatizzare la tirannide come forma antidemocratica di potere, il vocabolo τύραννος assume l’accezione negativa (presente ancora oggi). - La tirannide è l’esito di una crisi dell’aristocrazia, di un insieme di spinte sociali che confluiscono nell’accentramento del potere nelle mani di un singolo - Benché si contrapponga all’aristocrazia, la tirannide non rappresenta un’alternativa al regime aristocratico, quanto una sua evoluzione: il futuro tiranno dai ranghi aristocratici della società, ma ottiene il comando senza consenso. - Alla base c’è l’assunzione di un potere militare forte, cui si associa l’appoggio di parti della popolazione, ottenuto con provvedimenti volti all’esproprio di possedimenti aristocratici. - L’intento demagogico caratterizza l’attenzione di alcuni tiranni per la realizzazione di opere pubbliche in favore della polis e l’interesse ad incrementare gli scambi commerciali e le attività dei ceti mercantili. - Tirannidi arcaiche = tirannidi nate nella Grecia continentale, insulare e sulle coste ioniche tra VII e VI secolo (note quelle di Teagene a Megara, di Pisistrato e dei suoi figli ad Atene, di Policrate a Samo, di Melancro e Mirsilo a Mitilene nell’isola di Lesbo). - L’operato di alcuni tiranni presenta aspetti positivi dal punto di vista culturale (sostegno economico ad attività di vario genere): Pisistrato promuove la prima redazione scritta dei poemi omerici, Policrate di Samo dà ospitalità ai poeti Ibico e Anacreonte). ! di !2 8 Oggi si conoscono bene l’epinicio, il treno, il partenio, l’encomio, l’inno e l’epitalamio, riguardo gli altri generi si tratta solo di ipotesi basate su testimonianze sporadiche. Mουσική, l’arte multimediale delle Muse - L’arte delle muse era per i greci un connubio di suoni, parole e gesti, dosati dal poeta all’interno di performance che coniugavano competenze e abilità musicali, poetiche e gestuali - Tale combinazione fu per i greci la principale forma di trasmissione e di pubblicazione del sapere in un mondo in cui l’oralità dominava sulla scrittura. - La µουσική teorizzava il concetto di “poesia-spettacolo” in grado di coinvolgere il pubblico dal punto di vista intellettuale ed emotivo, mirando ad unire la fruizione del testo poetico al pathos della danza e dell’elemento melodico. - Perciò gli antichi attribuirono grande valore pedagogico allo studio di questa disciplina, posta alla base della formazione dei giovani (l’espressione µυσική ἀνήρ designò l’intellettuale = colui che recepisce il messaggio poetico nella sua completezza). - La necessità di completezza faceva della µουσική l’arma poetica più efficace, bagaglio tecnico indispensabile al poeta. Sistema di notazione greco - Bisogna di stinguere paradigma teorico e aspetto pratico - Tenendo conto degli scarsi testi (in quanto la trasmissione era affidata alla memoria e non alla scrittura) rimane un esiguo repertorio e di difficile interpretazione (la notazione prevedeva difatti le lettere dell’alfabeto modificate e orientate diversamente). - Il sistema di notazione prevedeva due sistemi: uno per gli strumenti, l’altro per le voci - Il sistema musicale greco non conosceva accordi, ma solo esecuzioni a note singole - I suoni erano disposti e ordinati in tetracordi (sequenze dall’acuto al grave formate da quattro suoni): le due note estreme erano fisse, mentre quelle interne mobili e determinavano il genere del tetracordo. - Accostando opportunamente due tetracordi si otteneva una sequenza ordinata di suoni discendenti dall’acuto al grave. Ἦθοσ musicale e armonie - Le armonie (otto) corrispondevano a otto modi chiamati eolico, ionico, dorico, frigio, lidio, missolidio, ipodorico. - A ciascuno veniva riconosciuto un ἦθοσ particolare in grado di determinare un certo stato d’animo: l’armonia dorica era grave e virile, quella frigia idonea a suscitare entusiasmo, quella missolidia adatta per i canti d’amore, quella lidia una via di mezzo tra dorica e frigia. - La corrispondenza tra tipologia musicale ed emotiva risale a Pitagora - Platone sottolineò le valenze pratiche degli ἤθη musicali - Aristotele si occupò delle implicazioni “etiche” della musica - Aristosseno si occuperà degli aspetti teorici (sistema le varie teorie sugli intervalli e sul ritmo). Gli stumenti - Si conoscono abbastanza dettagliatamente grazie alla documentazione iconografica delle pitture vascolari - Si dividono in: a corda (φόρµιγξ, κιθάρα, λύρα, βάρβιτον), a fiato (αυλόσ, σῦριγξ, σάλπιγξ) e a percussione (τύµπανα, κύµβαλα, κρόταλα). - Il φόρµιγξ (cetra a 4 corde) era il più usato. Da questo nacquero la λύρα e la κιθάρα (a sette corde): la prima dedicata all’educazione musicale dei giovani e all’intrattenimento del simposio, la seconda era lo strumento dei musicisti professionisti utilizzato in esecuzioni citaristiche (non accompagnava il canto). Gli strumenti a fiato servivano come accompagnamento del canto da parte di flautisti o in esecuzioni strumentali. ! di !5 8 La lirica monodica Un uditorio raccolto - Parlando di “lirica monodica” si fa riferimento ai generi lirici caratterizzati dall’esecuzione “a solo”: quindi giambo, elegia e melica monodica. - La norma esecutiva “a solo” non differisce da quella prevista dal genere epico, in cui il cantore provvede all’accompagnamento musicale e recita in versi. - A questo elemento di affinità con la tradizione epica il genere monodico affianca una diversità per quanto concerne il sistema di pubblicazione - Dove la poesia epica prevede l’esecuzione dei poemi nell’ambito agonale delle festività religiose e ha come pubblico l’intera comunità, la lirica monodica si esprime all’interno del simposio o del tiaso (ambiente più ristretto). - Le condizioni differenti della performance influenzano il piano dei contenuti - La produzione lirica monodica appare lo specchio di valori condivisi dal gruppo di simposiali. - Il poeta monodico è un poeta “sodale” che sviluppa temi noti, condivisi e compresi dai suoi compagni. - Per cogliere la natura e la valenza letteraria la natura e la valenza letteraria di tale fenomeno poetico vanno chiarite le caratteristiche del suo contesto di pubblicazione e le specificità del suo auditorio Il simposio e l’eteria - “simposio” rimanda a un momento specifico della commensalità antica : la bevuta comune, che precede il momento della gioia (εὐφροσύνη) e del piacere (ἡδονή) intesi in tutti i loro aspetti: erotico, filosofico, artistico o conviviale. - Il convivio greco (articolato in mangiare, bere e gioire) è un momento centrale della società privata dei cittadini della polis, è infatti il contesto in cui si cementano i legami interpersonali e si costruiscono rapporti di natura amorosa, intellettuale e politica. - I partecipanti al “rito della commensalità” costituiscono il gruppo degli eteria: tutti uomini, di estrazione sociale elevata, uniti da comune appartenenza politica, sociale e familiare. - La pratica del simposio dal VII sec. si diffonde in tutte le località di cultura greca, negli ambienti aristocratici come nelle polis tiranniche - Simposio = momento di evasione della vita quotidiana, dove l’uomo si dedica agli aspetti accessori del vivere: la politica, la guerra, il lavoro costituiscono momenti necessari alla sopravvivenza del singolo dai quali si sente il bisogno di evadere. - La ritualità del simposio ruota attorno al vino, bevanda superflua (a contrario dell’acqua che è necessaria): nell’opposizione tra superfluo e necessario si può intendere il discrimine tra simposio e vita pubblica nella polis. - I pretesti per celebrare un simposio sono vari: il più frequente è quello della prosecuzione tra le mura domestiche di una festività religiosa cui ha preso parte l’intera cittadinanza - La circostanza in cui il simposio si configura mette in risalto la sua natura istituzionale e l’interdipendenza tra due celebrazioni comunitarie: una civica, ad alto livello di rappresentanza, l’altra eterica, ad un livello di rappresentanza inferiore ma di uguale valore coesivo. - L’uomo del simposio si allontana dalla politica, cerca svago dalle rigide costrizioni normative in un modo diverso da quello dell’ufficialità pubblica, grazie alla possibilità di confrontarsi con i propri compagni, con cui divide della realtà collettiva. - Gli sarà permesso guardare alla politica con gli occhi della propria dimensione privata (dell’eteria), che consente attacchi frontali. ! di !6 8 - Nella libertà del simposio l’uomo ripercorre le strade di vita pubblica e privata, ripensandole con un’ottica diversa, lasciando traccia di questo percorso nelle testimonianze letterarie dedicate a tale contesto. Simposio e letteratura: lo spazio della lirica monodica - I momenti ritualizzati del piacere (εὐφροσύνη/ἡδονή) sono sottolineati dalla recitazione da parte dei commensali di brevi carmi monodici, di argomento vario. - L’atto d’inizio della “rassegna poetica” è costituito dall’invocazione agli dei cosicché veglino sulle attività da compiere (norma che rimanda alla dimensione religiosa della convivialità e costituisce un trait d’union culturale tra spazio pubblico, come la festa, e privato, come il simposio, che dipende dalla fluidità tra religiosità collettiva e individuale). - Parte significativa del simposio era dedicata all’impegno e alla serietà e al dibattito etico- filosofico, percorso da citazioni appartenenti al patrimonio epico e dalla recitazione di carmi conviviali di argomento moraleggiante. - In questo quadro l’elegia parenetica, finalizzata all’esortazione ai valori militari, svolge un ruolo di primo piano e funziona da commento e da spunto per la discussione. - Anche il momento edonistico viene introdotto e commentato da componimenti poetici di argomento specifico. - Gli approcci tra le coppie omosessuali avvengono con allocuzioni ad personam in cui il compagno adulto (ἐρασατήσ) si rivolge al giovane (ἐρώµενοσ). La tematica metasimposiale - Esistono dei componimenti monodici che hanno come argomento principale il convito stesso: quando il simposio mette in scena se stesso per mezzo di una poesia che si compiace della realtà in cui viene generata e la rappresenta in tutti i suoi aspetti. Si parla di “poesia metasimposiale”. - Talvolta i poeti monodici indulgono in raffigurazioni descrittive del simposio in un’esaltazione dell’ideologia dell’εὐφροσύνη che deve regnare all’interno della propria eteria. - Elemento caratteristico della poesia simposiale sono gli scoli (σκόλια, brevi componimenti tradizionali, soggetti al riuso, che prevedono una recitazione “botta e risposta” da parte dei convitati in una concatenazione poetica improvvisata, alla maniera dei moderni brindisi. - L’argomento di tali complimenti è variabile: temi etici e metasimposiali si mescolano a tematiche politiche. - Il simposio fornisce uno spazio libero per esprimere e cementare le posizioni politiche del proprio gruppo di appartenenza. - Uno dei modi d’espressione preferiti è quello della schermaglia in absentia, in cui si irride un nemico politico che non fa parte dell’eteria del poeta e quindi non è presente. - Il tema della politica può venire trattato anche con toni più compassati e riflessivi. - Il fine rimane quello dell’esaltazione della propria parte ma il pensiero si esprime in forme dottrinali che tendono all’analisi della situazione sociale contemporanea. Lirica greca - Il lettore accostandosi alla lirica greca intende l’uso della prima persona singolare come segno dell’emergere di una coscienza d’identità personale. - Questa caratteristica veniva spiegata come passaggio da artista che smette di essere cantore e diviene personalità complessa che indaga l’”io”, riversando nella poesia l’eco dei suoi sentimenti. - In realtà per cogliere la portata del messaggio poetico si deve comprendere il sistema di riferimento in cui è stato generato, domandandosi chi sia l’autore, in che contesto operi, e quale sia il suo ruolo all’interno di tale contesto. ! di !7 8
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