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Il conto economico: struttura e analisi., Sbobinature di Economia Aziendale

Il Conto Economico: analisi delle varie voci; Risultato intermedio: differenza A - B e il concetto di "matching principle"; Il concetto di "Current and operating concept of income"; A) Valore della Produzione: analisi e formazione. B) Costi della Produzione: analisi e formazione.

Tipologia: Sbobinature

2020/2021

In vendita dal 31/01/2021

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emanuela_agizza 🇮🇹

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Scarica Il conto economico: struttura e analisi. e più Sbobinature in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! STRUTTURA DEL CONTO ECONOMICO Un primo risultato parziale è la DIFFERENZA TRA A -B, a cui vanno sommati i dati relativi agli aggregati minori C e D, rispettivamente Proventi e Oneri Finanziari e Rettifiche di Valore delle Attività Finanziarie. Si ottiene pertanto un risultato ante- imposte, dal quale si detraggono le imposte sul reddito d’esercizio e infine si ottiene l’utile o la perdita. Si tratta essenzialmente di un risultato economico perché, in realtà, nell’ambito di questa struttura di CE vengono assorbiti anche gli effetti economici di quei fenomeni che rientrano nelle categorie di sopravvenienze ed insussistenze. Il VALORE DELLA PRODUZIONE (A) può essere definito come il valore di tutto ciò che l’impresa ha prodotto nel corso dell’esercizio cui il CE si riferisce. L’obiettivo del valore della produzione è quello di trasmettere, attraverso il conto economico, il valore di tutto ciò che l’impresa ha prodotto nel corso dell’esercizio (del periodo o segmento temporale), cui il conto economico si riferisce. I COSTI DI PRODUZIONE (B), al contrario, sono espressione del sacrificio produttivo finalizzato all'ottenimento della produzione di cui all’aggregato A. Sono i costi sopportati dall’impresa per realizzare tutta la produzione, cui il valore della produzione si riferisce. Quindi in buona sostanza l'aggregato di costi di produzione è un aggregato che esprime il consumo e il depauperamento delle risorse produttive, verificatosi nel corso dell'esercizio, in funzione dell'ottenimento della realizzazione di quella produzione che è valorizzata attraverso l'aggregato A.  L’aggregato A risponde alla domanda “quanto vale la produzione che l’impresa ha realizzato nel corso dell’esercizio cui il conto economico si riferisce?”  L’aggregato B risponde a domanda che è strettamente collegata alla prima “qual è stato il sacrificio di risorse occorso per la realizzazione di quella produzione il cui valore è indicato nell’aggregato A?” Esiste quindi tra questi due aggregati del conto economico una relazione di dipendenza del secondo aggregato dal primo cioè dei costi della produzione dal valore della produzione. Ciò perché i costi della produzione, come abbiamo visto, sono i costi 30 che sono stati sopportati dall’impresa per realizzare quella produzione per cui per determinare queste costi è necessario preventivamente determinare il valore della produzione. Il collegamento tra questi due aggregati è reso dagli americani con una espressione di facile intuizione, di immediata intelligenza MATCHING PRINCIPLE. Il matching principle è un concetto che esprime un incontro, un’associazione forte in genere tra due cose. In effetti, come abbiamo appena visto, l'utilizzo di tale espressione, spiega bene, la forza della relazione che esiste fra questi due aggregati. Per ottenere il valore della produzione bisogna iscrivere nella sezione del conto economico i 5 elementi che fanno parte del valore della produzione, sommarli algebricamente tra loro per ottenere questa quantità, che come abbiamo già detto è espressiva del valore di ciò che l’impresa è riuscita a realizzare nel corso dell’esercizio cui il conto economico si riferisce. Mutatis mutandis, anche per l’aggregato B bisogna fare lo stesso procedimento: sommando algebricamente tutti gli elementi (8+5), avremo come risultato il valore delle risorse che sono state sacrificate per ottenere la produzione, il cui valore è indicato dall’aggregato A. Il SIGNIFICATO ECONOMICO di questa differenza è che essa ci da l’espressione del valore che l’impresa è riuscita a creare in senso netto nel corso dell’esercizio, cui il conto economico si riferisce. Insomma, nell’esercizio cui il conto economico si riferisce, l’impresa ha svolto dei processi produttivi e ha creato qualchecosa che ha un certo valore; tuttavia, per ottenere questo qualchecosa l’impresa ha dovuto sacrificare delle risorse. La differenza A-B ci dice in buona sostanza se quello che abbiamo creato vale di più o di meno di quello che abbiamo sacrificato per crearlo. Tale differenza tende ad esprimere l’efficienza del sistema produttivo d’impresa nel suo complesso:  un sistema produttivo che SACRIFICA risorse per creare qualcosa che vale meno delle risorse che ha sacrificato, è chiaramente un processo produttivo inefficiente, cioè che in buona sostanza distrugge ricchezza;  invece, un processo produttivo che sacrifica risorse per ottenere qualchecosa che valga di più delle risorse che ha sacrificato è un processo produttivo efficiente, virtuoso. Questa informazione ci aiuta anche a capire perché ai TEDESCHI questa struttura di conto economico possa essere piaciuta: i tedeschi sono sempre stati molto sensibili sul tema del VALORE SOCIALE di qualunque attività; la Germania è forse il paese dell’UE che è maggiormente sensibile sul tema della rilevanza sociale del lavoro d’impresa, cioè dell’attività imprenditoriale. In fondo, questo tipo di sensibilità è anche alla base dell’avvento del nazismo, non deve meravigliare neanche il fatto che questa struttura di conto economico, sia una struttura che venga fatta proprio dall’ordinamento tedesco nel 1935. È evidente che questi elementi di carattere culturale si vanno proprio a collegare agli elementi delle strutture contabili, possono sembrare schemi quantitativi un po’ aridi e invece in realtà dicono tanto della storia economica sociale di un paese. La differenza tra A – B può essere letta e può essere inquadrata secondo una DUPLICE PROSPETTIVA:  La prima prospettiva e quella più coerente all'impostazione concettuale di questa struttura di conto economico, più coerente al modello di fondo, alla 31 L’effetto economico della sopravvenienza non dovrebbe concorrere a determinare la differenza di A – B, né se positiva e né se negativa. Tuttavia, questo la legge lo prevede, e quando queste sopravvenienze si manifestano, esse scaricano gli effetti su questi aggregati a seconda del segno:  se sono positive finiscono per essere conglobate nel valore della produzione;  se sono negative (sopravvenienze passive) finiscono per essere assorbite nei costi della produzione. Quando ciò succede né A e né B esprimono più una nozione pura (di Valore della Produzione e Costi della produzione), e conseguenzialmente anche la differenza ne risulta inquinata e quindi non più espressiva di un risultato economico operativo e corrente.  La seconda prospettiva dalla quale questa differenza A meno B può essere riguardata è quella definita economico sociale, cioè una prospettiva che guarda alla capacità produttiva dell'impresa nel suo complesso e dall'impresa come un sistema produttivo nel quale confluiscono risorse che vengono distrutte dallo svolgimento di questi processi, ed emergono, d'altra parte, delle utilità che sono state ottenute attraverso il sacrificio della produzione. In questa ottica la differenza A meno B è espressiva di una efficienza, intesa in senso ampio, dei processi produttivi. E’ inoltre un indicatore che ci permette di verificare, salvo sempre l'effetto inquinante introdotto da eventuali sopravvenienze o insussistenze, se i processi produttivi dell'impresa sono efficiente e se gli effetti sono positivi in relazione al rapporto tra le utilità che derivano dal loro svolgimento e il sacrificio di risorse di fattori produttivi che il processo produttivo stesso comporta. A) VALORE DELLA PRODUZIONE 1) RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI Al valore della produzione si perviene attraverso un percorso che potremmo dire indiretto. Essa è una differenza fra ciò che l'impresa ha venduto nel corso dell'esercizio cui il conto economico si riferisce, e la variazione delle rimanenze di una data categoria degli elementi che sono presenti in magazzino, e che sono tutti gli elementi che risultano dallo svolgimento del processo produttivo. 34 Il volume di ricavi delle vendite e delle prestazioni non sono il valore espressivi della produzione dell'esercizio. Lo sono se e solo ciò che è stato prodotto è stato anche venduto. Per conoscere se i ricavi delle vendite e delle prestazioni corrispondono anche alla produzione realizzata nel corso dell’esercizio bisogna considerare le giacenze di magazzino all'inizio e alla fine dell'esercizio. 2) VARIAZIONI DELLE RIMANENZE DI PRODOTTI IN CORSO DI LAV.NE, SEM.TI E FINITI ESEMPIO 1: Rimanenze iniziali di prodotti finiti, relativa ad una produzione realizzata in esercizi precedenti, per €350000 Alla fine dell'esercizio, all’interno di questo medesimo magazzino, ci sono rimanenze finali prodotti finiti per €200000. Conclusione: nel corso dell'esercizio, l'impresa aveva venduto dal magazzino una parte dei prodotti finiti che erano presenti all'inizio dell'esercizio. Nei 3.000.000 dei ricavi dell'esercizio ci sono €150000 di beni che non sono stati prodotti nel corso dell'esercizio, ma lo scorso anno. Dobbiamo quindi detrarre dai €3.000.000 questi €150.000, i quali sono la differenza diminutiva del magazzino prodotti finiti determinatasi tra l’inizio e la fine dell'esercizio. Quindi, per determinare il valore della produzione partendo dal dato relativo al venduto, è necessario detrarre da questo evento, la variazione magazzino prodotti finiti. ESEMPIO 2: 35 Se alla fine dell'esercizio avessimo trovato in magazzino €500.000 di prodotti finiti a fronte dei 350.000 presenti all'inizio, significa che nel corso dell'esercizio si è accumulata in magazzino ulteriore produzione. Quindi c'è, all'interno di magazzino, una produzione realizzata nel corso dell'esercizio evidentemente non venduta. Se durante l'esercizio, questo magazzino è aumentato, allora non solo l'impresa ha prodotto tutto ciò che ha venduto ma ha prodotto anche di più e che non essendo riuscita a vendere, ha accumulato in magazzino. Per conoscere il valore complessivo della produzione realizzata nel corso dell'esercizio è necessario sommare al venduto anche la variazione (NO VALORE) aumentativa delle rimanenze di prodotti finiti. NEL CONTO ECONOMICO NON VI SONO GRANDEZZE STOCK O GRANDEZZE ESPRESSIONI DI CONSISTENZE. ESSE SONO CONTENUTE NELLO STATO PATRIMONIALE. NEL CONTO ECONOMICO CI SONO SOLO GRANDEZZE FLUSSO. La variazione è espressione o dell'aumento del magazzino o della diminuzione del magazzino. La voce numero 2 “variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione semilavorati e finiti” quindi variazioni delle rimanenze di prodotti, non solo di quei prodotti che sono giunti al completamento dello stadio di lavorazione, ma anche semilavorati e prodotti in corso di lavorazione, cioè prodotti che a questo completamento non sono giunti. Ai fini della valorizzazione della produzione dell'esercizio non assumono rilievo solamente i prodotti la cui realizzazione è stata completata, ma assumono rilievo tutti quei beni che siano il risultato dello svolgimento del processo produttivo sebbene questo processo produttivo possa non essere stato completato. Pertanto nella determinare del valore della produzione bisogna considerare anche quella parte del magazzino che riguarda i semilavorati e prodotti in corso di lavorazione 3) VARIAZIONE DEI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE “Variazione dei lavori in corso su ordinazione” sono le variazioni di quelle rimanenze relative a quei beni che l'impresa sta realizzando su commessa. ESEMPIO: l’impresa edile che svolge su commessa la costruzione di una villa. Alla fine dell’esercizio nel CE, nella voce 1 A non ci sarà alcun valore perché, di fatto, l’impresa non ha ancora venduto nulla. Ciò non significa che la sua produzione valga 0 perché in quel frattempo ha prodotto una parte della costruzione. Nell'esempio che stiamo facendo vale €500.000. Questi €500.000 che rappresenta il valore della 36 Esempio: Andrà a concorrere al valore della produzione anche l’incremento delle imm.ni lav. Interni di 300.000 ESEMPIO 2: Immaginiamo che l’impresa abbia avviato la costruzione di quest’opera ma che alla fine dell’esercizio non l’abbia ancora completata. Supponiamo che valga sempre €300.000, ma abbandoniamo l'ipotesi che sia terminata, cioè deve produrre ancora qualcosa. Alla fine del primo anno non cambia niente; la sua produzione vale sempre €800.000 data dalla somma algebrica delle voci numero 3 e 4. ESEMPIO 3 (secondo anno) Per quanto riguarda l'opera che l'impresa sta realizzando per se stessa, alla fine del primo anno, avevamo €300.000. Supponiamo che alla fine del secondo anno, l’impresa abbia completato questa piccola struttura destinata ad ospitare i suoi uffici, realizzando lavori per altri €100.000. La voce numero 4, quindi, varrà €100.000, cioè vale l’incremento. Il valore complessivo dell'opera che l'impresa ha realizzato per uso proprio è di €400.000. Invece, la parte di opera realizzata nel corso dell'esercizio, è la differenza tra il valore dell'opera alla fine dell'esercizio e il valore dell'opera l'inizio. 39 5) ALTRI RICAVI E PROVENTI, CON SEP. INDIC. DEI CONTRIVUTI IN CONTO ESERCIZIO Tale voce numero 5 spesso ha un effetto inquinante sulla categoria concettuale del valore della produzione. Questi altri ricavi e proventi sono in linea di massima dei ricavi relativi ad altre attività, non strettamente attinenti al core business dell'impresa, cioè all'attività caratteristica dell'impresa. Esempio: L’impresa ha noleggiato a terzi i propri mezzi. Il ricavo conseguito non va iscritto nella voce numero 1, perché non è un risultato di reddito dell'attività caratteristica, bensì in questa voce. Questo ricavo, quindi, non è attinente alla gestione caratteristica perché l'impresa ha come oggetto lo svolgimento dell'attività edile, non l'oggetto di locazione a terzi di mezzi meccanici. Pur non essendo un ricavo caratteristico, però tutto sommato è un ricavo sia operativo che corrente, è un elemento coerente col concetto di valore della produzione. Altri casi: “separata indicazione di contributi in conto esercizio” A causa Covid, molte imprese riceveranno contributi a fondo perduto. Esempio: imprese del settore turistico, le quali stanno ricevendo dei contributi che sono in qualche modo parametrati al fatturato che hanno perso nell'anno 2020 per effetto del lockdown. Parametrazione fatta sull'esercizio 2019. Tale contributo è un contributo statale, di tipo “in conto d’esercizio”. E’ un contributo a supporto dell'attività gestionale. ESEMPIO 2: Contributi in conto impianti o in conto investimenti, il quale può essere ottenuto da un impresa che realizza un certo investimento, cioè realizza un certo impianto industriale in una data area del territorio nazionale. L’ impianto industriale costa 10 milioni. Diciamo che l’impresa ottiene un contributo del 20% e quindi di €2.000.000. Questi €2.000.000 non sono un contributo in conto esercizio, bensì sono un contributo in conto investimenti. Pertanto non rientra nella struttura del valore della produzione al contrario dell'eventuale contributo in conto esercizio. Nel caso dell’impresa turistica il contributo è in conto esercizio e quindi va iscritto in questa voce numero 5 della struttura di conto economico. Tuttavia, tale contributo non è espressivo di valore della produzione, perché l’impresa in realtà non ha prodotto niente. Si tratta quindi di un elemento estraneo al concetto di valore della produzione ed inquinante rispetto alla categoria concettuale. 40 E’ importante semplicemente sapere che questa voce numero 5 ha un contenuto molto convenzionale e residuale, per cui a seconda degli elementi che vi si ritrovano iscritti, potrebbe avere un effetto inquinante rispetto alla categoria del valore della produzione. Quindi il valore della produzione fondamentalmente lo ritroviamo nei primi 4 elementi, i quali hanno una coerenza della loro natura rispetto alla formazione del valore della produzione. Al contrario, il quinto elemento ha contenuto spesso spurio, fortemente convenzionale, spesso residuale. B) COSTI DELLA PRODUZIONE La struttura dei costi della produzione è formata dalle voci elementari che vanno dalla numero 6 alla 14. Di queste voci, la voce numero 9 e 10, sono tuttavia segmentate in sottovoce di dettaglio, precedute da lettere minuscole. La voce numero 9 in 5 sottovoce e la voce numero 10 in 4 sottovoce. Il significato economico dell’aggregato B è quello di esprimere il valore delle risorse che sono state sacrificate nel corso dell'esercizio per l'allestimento della produzione espressa dalla aggregato A. C'è una forte relazione, correlazione tra quest’aggregato e quello precedente. Esiste anche una sorta di graduazione logica nella formazione di questi due aggregati. Siccome i costi di produzione sono espressione del sacrificio sopportato dall'impresa per l'allestimento della produzione di cui all’aggregato A, la formazione di questo aggregato è subordinata alla formazione del primo aggregato. (VEDI SOPRA) L’idea di costo espressa da questo aggregato è sostanzialmente un'idea di costo consumo. Il costo è sacrificio di fattori produttivi e dunque in questo aggregato il costo si presenta e si configura come sacrificio di risorse produttive. 6) COSTI PER MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E DI MERCI La voce 6 esprime gli acquisti di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci. Acquisto significa acquisizione dei fattori produttivi; concetto ben diverso da quello di 41 Tuttavia, la voce numero 6 fa eccezione, perché non è espressione di consumato ma espressione di acquistato. Essa però viene “corretta” attraverso la voce numero 11. ESEMPIO 2: Immaginiamo che alla fine dell'esercizio questa impresa che ha acquistato nell'esercizio precedente €850.000, arriva all'inizio dell’esercizio che ha in magazzino rimanenze di materie prime per €150000 e abbia, alla fine, rimanenze finale per €80.000 di materie prime. Il magazzino è diminuito. Ciò significa che l'impresa non solo ha consumato tutto quello che ha comprato ma quello che ha comprato non è bastato. Tanto è vero che ha dovuto prendere qualcosa dal magazzino. Il consumato allora vale l’acquistato + la variazione diminutiva del magazzino = €920.000. L’effetto correttivo della variazione delle rimanenze rispetto alla voce dell’acquistato è un effetto, dal punto di vista del segno, opposto rispetto a quello del valore della produzione. Al contrario di ciò che accade per la variazione dei prodotti finiti, semilavorati e dei prodotti in corso di lavorazione sul valore della produzione cioè che la variazione aumentativa del magazzino si somma ai ricavi di vendita, in questo caso la variazione aumentativa del magazzino si sottrae all’acquistato determinare il consumato. Nei costi della produzione. è chiaro che se il magazzino delle materie prime è aumentato significa che ciò che è stato comprato non è stato consumato e quindi va tolto dall’acquistato per ottenere il consumato e viceversa. Nel caso del valore della produzione è esattamente l’opposto in funzione del significato economico di quell'altro aggregato. 8) COSTI PER GODIMENTO DI BENI DI TERZI Godimento di beni di terzi significa sostanzialmente le locazioni (ESEMPIO: locazione di un capannone, locazione di un ufficio, Vi sono locazioni per le quali il canone corrisposto è in via anticipata per esempio il primo del mese per l’utilizzo del mese. Al contrario, vi sono locazioni in cui il canone è 44 corrisposto a fine mese. Come solitamente succede al 31 dicembre, se i canoni sono mensili nella contabilità sono entrati un po' tutti i canoni dell'anno e tutti questi canoni sono appunto canoni relativi a servizi che l’impresa ha utilizzato. Se così è, quindi, questa voce esprime un costo consumo. Se invece si verificano circostanze come ad esempio il pagamento di un canone trimestrale anticipato che non ha cadenza con i trimestri solari, in questo caso il quarto canone del mese è pagato a cavallo tra due esercizi, quindi in questo caso quello che vuoi avete pagato, l’ultimo trimestre anticipato non corrisponde a consumo. Tuttavia quando si verificano questi casi viene fatto una correzione nella contabilità per cui all'interno della struttura del conto economico viene già indicato il costo consumo e quindi non c'è bisogno di fare una rettifica, come invece la si fa per la voce numero 6, perché la correzione viene fatta prima all'interno del sistema della contabilità generale. 9) COSTI PER IL PERSONALE Questa voce è articolata in altre sottovoce di dettaglio. Per quanto concerne il costo base della retribuzione, cioè ciò che l'impresa corrisponde al lavoratore, è formato dalla sommatoria degli stipendi che l'impresa ha pagato ai lavoratori. Questo costo corrisponde a un consumo di fattori produttivi, in quanto i costi degli stipendi pagati sono costi per prestazioni che il lavoratore ha erogato già. 10) AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI La voce ammortamenti si riferisce ai costi delle immobilizzazioni, cioè i costi di quei fattori produttivi a fecondità ripetuta, che vengono utilizzati per un certo numero di anni. Quando un'impresa acquista questi fattori produttivi, per esempio acquista un macchinario, acquista un fattore produttivo che si consuma un po' per volta. Quindi prima lo si compra e poi lo si consuma. Alla fine di ogni anno è necessario individuare quello che più o meno ragionevolmente considerarsi il consumo di questi fattori produttivi. Tale consumo, la cui determinazione è per lo più basata su criteri di convenzionale elaborazione, è quello che va ad alimentare questa voce numero 10 degli ammortamenti. Gli ammortamenti sono sostanzialmente porzioni, quote di costo di questi fattori produttivi a lungo ciclo di utilizzo che possono ritenersi di competenza dell'esercizio, in quanto idealmente corrispondenti ai consumi che di questi fattori produttivi avrebbero avuto luogo nel corso degli esercizi. 14) ONERI DIVERSI DI GESTIONE Questa voce costituisce diciamo un contenitore nel quale confluiscono tutti quegli elementi di costo che non hanno caratteristiche tali da poter confluire nelle voci che la precedono. E’ una voce residuale, a contenuto un po' convenzionale ed è anche una voce deputata ad accogliere sopravvenienze passive o insussistenze di attivo laddove esse si dovessero venire a verificare nel corso dell'esercizio. 45 Tale voce laddove presente per importi significativi, è una voce che il lettore del bilancio deve considerare con attenzione perché, così come la voce numero 5 per il valore della produzione, può contenere dei dati quantitativi inquinanti, gli elementi presenti all'interno di questa voce numero 14 potrebbero non essere elementi coerenti col significato economico dell'aggregato dei costi della produzione. 46
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