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Occidentalizzazione del Cristianesimo: Trasformazione Potere Ecclesiastico in Europa, Sintesi del corso di Storia Medievale

Il processo di occidentalizzazione del cristianesimo in Europa, che inizia con l'incontro tra la potenza franca e il papato (dall'VIII al IX secolo). Il periodo medievale occidentale è caratterizzato da una serie di eventi che hanno contribuito alla rottura con la Chiesa di Costantinopoli e all'affermazione del cristianesimo come elemento costitutivo della cultura europea. il ruolo di figure come Bonifacio, Pipino il Breve e Carlo Magno nella conversione delle popolazioni germaniche e la consolidazione del potere politico e culturale del papato. Inoltre, vengono discusse le trasformazioni del potere ecclesiastico durante il periodo post-carolingio, la riforma ecclesiastica e la distinzione tra la Chiesa latina e greca.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 18/01/2020

Aalu
Aalu 🇮🇹

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Scarica Occidentalizzazione del Cristianesimo: Trasformazione Potere Ecclesiastico in Europa e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! Il cristianesimo medievale in occidente Cap. I Occidentalizzazione del cristianesimo = processo plurisecolare Inizia con l’incontro della potenza franca con il papato (dall’ VIII al IX secolo) Medioevo detto occidentale proprio per i caratteri peculiari che questo determinato periodo ebbe nella storia dell’Europa occidentale. Il medioevo occidentale ha un cristianesimo medievale occidentale. Cristianesimo = uno degli elementi costitutivi del medioevo di un’area geografica varia ma non con tratti comuni  rottura con la Chiesa di Costantinopoli VII – VIII sec.: missionari anglosassoni arrivano in Europa e si trovano di fronte a un episcopato dai comportamenti violenti e non rigorosi e composti come la tradizione vescovile greco-romana tramandava.  lettera del monaco Bonifacio a papa Zaccaria Bonifacio:  Esprime indignazione verso la peccaminosità del costume degli ecclesiastici  Intende imporre un sacerdozio ispirato a valori ascetici e virginali.  Riordina le aree a oriente del reno in distretti diocesani  Indice un sinodo su richiesta di Carlomanno (figlio di Carlo Martello che si fece monaco) Con l’incoronazione e unzione di Pipino il Breve e in seguito di Carlo Magno viene sancita la convergenza politica e culturale. I pipinidi-carolingi offrono la loro forza armata a supporto della conversione delle popolazioni germaniche  campagne di Carlo Magno contro i Sassoni Carlo Magno riordina le diocesi in circoscrizioni maggiori, con a capo un vescovo, a loro volta divise in circoscrizioni minori, subordinate a una pieve. Pipino il Breve impone il pagamento di una decima per il sostentamento delle chiese e dei chierici. Con Carlo il Calvo (IX sec.) il re diviene oggetto di venerazione in quanto incoronazione e unzione vengono viste come elezione divina. Regnum: rivendica sempre il suo carattere sacrale Sacerdotium: si esprime in forme ierocratiche Durante il periodo post-carolingio i vescovi erano visti come garanti dell’ordine del regno ed erano in grado di esercitare poteri signorili sulle popolazioni. Successivamente, venuta meno la protezione dei carolingi dovettero fronteggiare le forze locali. È questo il periodo in cui a Roma emerge la figura di Teofilatto, capostipite di una famiglia che si impadronì del potere temporale e della facoltà di eleggere i pontefici per più di mezzo secolo. Un’ opinione diffusa tra gli storici è quella di un dominio laicale sulla chiesa. Il fenomeno che meglio riassume questa idea è quello delle chiese private (o chiese signorili), edifici sacri costruirti sulle terre di famiglie signorili e considerati luoghi di culto destinati soprattutto ai fondatori e ai loro eredi. Anche vescovati e abbazia avevano le loro chiese private, luoghi di culto che facevano parte dell’insieme delle loro potenze signorili. Era possibile, infatti, cedere o acquisire le chiese e i loro benefici. Le trasformazioni avvenute nel corpo ecclesiastico tra X e XI secolo vengono riassunte nel termine “riforma ecclesiastica”. Un numero crescente di abati si impegna a riformare i propri monasteri. Essi si opponevano a:  Simonia  Nicolaismo  Riconquista dei beni ecclesiastici in mano ai laici Allo stesso tempo si diffusero movimenti di fedeli a supporto dei riformatori come la “pataria milanese” che entrò in conflitto con il clero. L’azione violenta dei patarini provocò il rovesciamento semantico del termine “patarino” che divenne un sinonimo di eretico. Gli imperatori della casa di Franconia collaborarono con le azioni riformatrici diffusesi in Germania ed intervennero anche in Italia. Enrico III favorì i riformatori imponendo papi con collaboratori della chiesa del regno di Germania. I riformatori si opposero al tentativo dell’aristocrazia romana di riprendere il controllo sulla sede pontificia eleggendo Niccolò II. Egli emanò il “Decretum in electione papae” secondo cui l’elezione papale spettava ai cardinali e al popolo di Roma. I conflitti si acuirono durante il pontificato di Gregorio VII: egli emanò il “Dictatus papae” che conferiva al vescovo di Roma un primato d’onore in quanto discendente dell’apostolo Pietro. Stabiliva, inoltre, che il pontefice poteva deporre l’imperatore e che solo lui poteva istituire o deporre i vescovi. Alla soluzione del conflitto fra “regno” e “sacerdozio” si arrivò solo nel 1122 con il concordato di Worms che concedeva all’imperatore di presenziare all’elezione papale e di concedere le regalie solo dopo la consacrazione religiosa. Cap. II XI-XII sec.: il monachesimo si afferma come sinonimo di perfezione divina tant’è che i riformatori esigono che il modello sacerdotale si ispiri agli stessi valori del monachesimo: vita comune, ascetismo, celibato e castità. Cistercensi: si distanziano dai cluniacensi criticandone le ricchezze; seguono ideali pauperistici ed eremitici. Valdesi: seguaci di Valdo, cittadino di Lione convertitosi alla povertà e predicatore della buona novella. Catari: professavano una religione dualista (basata sull’esistenza dei due principi eterni di bene e male in eterna lotta. dei frati minori. La loro eresia fu risolta tramite l’inquisizione: furono imprigionati, torturati, bruciati al rogo. Con il pontificato di Gregorio XI la sede papale rientra a Roma, ma il clima sociale e politico era ben diverso da quello di Avignone. Alla morte del pontefice il conclave si svolge in modo cruento e giunge all’elezione di due papi: Urbano VI e Clemente VII. Clemente VII porta la sua sede ad Avignone, mentre Urbano VI rimane a Roma. Si crearono due curie papali e due collegi cardinali. La frattura durò fino al 1409 quando un’assemblea di cardinali e prelati di entrambi gli schieramenti elesse Alessandro V (terzo papa). La situazione si risolve col concilio di Costanza del 1413 e l’elezione di papa Martino V. Prevalse infine l’idea della figura unica del pontefice come monarca della cattolicità romana. Allo stesso tempo andavano configurandosi chiese nazionali (francesi, inglesi, tedesche, spagnole, italiane). XIII sec.: interiorizzazione del desiderio di Dio  critica alla chiesa carnale contrapposta alla chiesa spirituale Gioacchino da Fiore: secondo la sua idea nella realtà era possibile ricercare i segni dell’arrivo dell’età dello spirito. Idee escatologiche e apocalittiche si diffusero ampiamente. Nacquero moti di annunciazione dei tempi finali e del ritorno del Cristo. Fino al 400 in tutta Italia morirono sul rogo diversi individui che sostenevano che la chiesa Romana fosse “ecclesia malignantium” e che avrebbe provocato l’apocalisse. Amalriciani: insieme di chierici colti che fondavano le loro posizioni religiose su una concezione trinitaria ed annunciavano l’avvento dell’età dello spirito (terza età). Da loro nacque la corrente del “Libero Spirito”. XII – XIV sec.: le donne diventano punto importante delle mutazioni della religiosità. Nelle esperienze delle donne sante la crociata si fa interiore in quanto Gerusalemme si può trovare in sé stessi. Margherita di Cortona: concubina e ragazza madre che si dedica ad una vita di penitenza. Il frate minore Giunta Bevegnati scrive su di lei una Legenda indicandola come la nuova Maddalena e un modello di redenzione. Papa Innocenzo VIII, durante il suo pontificato, emana un documento con il quale esprime le posizioni della chiesa nei confronti della stregoneria e i relativi processi di repressione. La minaccia stregonesca altro non era che la costruzione di un nemico da parte della chiesa stessa. Lo stereotipo della strega viene elaborato tramite il mito del Sabba: un incontro di streghe che si riunivano di notte in luoghi solitari e conducevano riti demoniaci. Il mito ebbe straordinaria diffusione nelle fonti dell’Europa occidentale. Alano: teologo che sostiene che la parola “cataro” deriva dal latino “cattus” in quanto i membri di questa setta adoravano il demonio sotto forma di gatto. Così il cristianesimo latino si era creato un’ulteriore minaccia da aggiungere a quella di eretici, ebrei e dei musulmani. Il fenomeno della “caccia alle streghe” non si limita agli ambienti chiericali, ma entra in contesti più ampi. La nuova organizzazione politica e sociale del 400 impone un rigido controllo dei valori e dei comportamenti degli uomini di potere pubblico, perciò diveniva utile proporre l’esistenza delle sette ereticali stregonesche dedite a trasgressioni orgiastiche e demoniache. Gli studiosi parlano di riforma monastica in riferimento alla fine del 400 quando l’Europa occidentale appare ricca di abbazie e conventi che creano nuove reti monastiche (si affiancano agli edifici preesistenti o si stabiliscono in luoghi nei quali i monaci non si erano mai insediati in precedenza). L’ermetismo diventa l’ideale comune e segue una duplice direzione: c’era chi dall’eremo traeva la forza per i propri interventi nella realtà e chi si rifugiava in esperienze isolate. Tali ideali giungono anche in contesti umanistici ed arricchiscono le tradizioni  iconografia di San Girolamo che in precedenza veniva dipinto in atteggiamenti maestosi mentre, poi come penitente nel deserto e infine come patrono degli umanisti negli studioli. Si moltiplicano le fondazioni monastiche dedicate alla madonna che si qualificano come santuari connessi ad un’apparizione o un miracolo. In conclusione, il cristianesimo occidentale del medioevo presenta punti di forza, ma anche punti di debolezza  strumentalizzazioni a qualsiasi livello ecclesiastico. Un più ordinato esercizio della cura d’anime si ebbe solo con l’arrivo prelati di formazione umanistica interessati alla carriera ecclesiastica e con l’accettazione della molteplicità di centri religiosi.
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