Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La beffa e la comicità nella settima e ottava giornata del Decameron, Appunti di Letteratura Italiana

La settima e ottava giornata del decameron di giovanni boccaccio, che raccontano storie di beffe e comicità. La settima giornata è dedicata alle beffe delle mogli ai mariti, mentre la ottava è dedicata alla beffa in senso generale. Anche la storia di calandrino, vittima di due grandi artisti della beffa, bruno e buffalmacco, e la storia di griselda, una donna che dimostra grande ubbidienza al marito, che la mette a dura prova. Il documento termina con una breve descrizione del film di pasolini e di paolo e vittorio taviani sul decameron.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 23/02/2024

Angela.0
Angela.0 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La beffa e la comicità nella settima e ottava giornata del Decameron e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! DECAMERON QUINTA GIORNATA: 1 NOVELLA Novella importante per la tematica ma anche per la modalità in cui viene svolta (per lo stile e la capacità di parlare di una “trasformazione” d’amore). Riprende un motivo tipico che è quello del rozzo Ameto (nella commedia delle Ninfe Fiorentine). Il mito è quello della bellezza femminile che riesce a educare non tanto la spiritualità celeste quanto l’umanità e la virtù. Il protagonista è Cimone. Il narratore è Panfilo. La novella avrà due parti: una parte dedicata a questo amore e l’altra all’esito avventuroso. Cimone viveva in campagna e un giorno, aggirandosi per il bosco, vede presso una fontana una bellissima giovane seminuda dormiente e rimane lì a contemplarla (descrizione della bellezza). Abbiamo riferimenti allo Stilnovo. Cimone=bestione vorrà possedere la donna che invece è destinata ad un altro (fatica nel raggiungimento di uno scopo, della meta amorosa). Riferimento con “La caccia di Diana” e la “Commedia delle Ninfe fiorentine”. Trama: Cimone, figlio molto bello, ma purtroppo rozzo di Aristippo, ama Efigenia, promessa in sposa a Pasimunda giovane ricco di Rodi; e per lei diventa un uomo nuovo, ben vestito lavoratore nonché filosofo. Così la rapisce ma naufraga a Rodi a causa di una terribile tempesta e immediatamente viene imprigionato da Lismaco, somma magistratura di Rodi, e condannato assieme ai suoi compagni alla prigionia perpetua. Anche Lismaco è però follemente innamorato di una donna, la sorella di Efigenia,Cassandra, promessa in sposa a Ormisda; ed è proprio per questo motivo che decide di accordarsi con il prigioniero. Il piano è molto semplice: rapiscono insieme le due amate poco prima del loro matrimonio e fuggono a Creti, dove sono al sicuro grazie ad alcuni amici. La situazione dopo un periodo di tempo non precisato torna normale e così entrambe le coppie possono tornare ai loro paesi originari: Cimone e Efigenia a Cipri, mentre Lismaco e Cassandra a Rodi. NOVELLA 9 Narrata da Fiammetta. Federigo degli Alberighi, un ricchissimo nobile di Firenze, si innamorò di monna Giovanna, una delle donne più belle della Toscana. Per sedurla organizza feste in suo onore e le fece doni fino a sperperare tutti i suoi averi e senza suscitare in lei nessuna attrazione. Si ridusse così a possedere solo un piccolo podere ed un falcone, uno dei migliori del mondo che gli permettevano di sopravvivere. Avvenne però che il marito di monna Giovanna morì e questa andò a trascorrere l’estate con il figlio in una tenuta vicino a quella di Federigo. Federigo e il ragazzo fecero subito conoscenza, grazie al grande interesse del giovane per il falcone. Il figlio di Giovanna si ammalò e quando gli chiese cosa lui desiderasse, quello rispose che se avesse avuto l’uccello di Federigo sarebbe sicuramente guarito. Il giorno dopo la madre si recò da Federigo con un’altra donna, non senza vergogna di andare a chiedere a lui (che a causa sua si era ridotto in miseria) una cosa così preziosa. L’accoglienza fu calda, ma l’uomo non trovando niente da cucinare, tirò il colo al falcone e lo servì a tavola. Il pasto trascorse piacevolmente, fino a quando monna Giovanna, raccolto il coraggio, chiede il falcone per il figlio moribondo. Federigo scoppia a piangere davanti a lei e le spiega che glielo avrebbe donato volentieri se non lo avesse usato come vivanda per la colazione uccidendolo proprio perché non aveva niente di adatto ad una donna come lei. Giovanna torna a casa commossa per il gesto dell’uomo, ma sconsolata e nel giro di pochi giorni il suo unico figlio muore, forse per la mattina, forse per il mancato desiderio dell’uccello. Essendo però ancora giovane viene spinta dai fratelli a rimaritarsi per dare un erede ai beni acquisita dal defunto marito. La donna non vorrebbe altre bozze, ma essendo obbligata sceglie come sposo Federigo per la sua generosità, facendolo finalmente ricco, felice e più accorto nelle questioni finanziarie. NOVELLA 8 Dimostra come Boccaccio sappia rielaborare le varie fonti. Apre il discorso ad altri temi: il realismo del Decameron non esclude lo sconfinamento verso l’onirico (il magico, il sovrannaturale, il meraviglioso). La novellatrice è Filomena, il problema sono le donne ingrate; l’amore di Nastagio si conclude felicemente, ma un ruolo di rilievo lo occupa il sovrannaturale e addirittura una caccia infernale (volta all’edificazione morale) che introduce alla realtà oltremondana destinata a perseguitare le anime dei peccatori (riferimento ai testi medievali). Tema della caccia amorosa fino a Marino. Fin dall’inizio della novella il tono edificante viene rifiutato. Storia ambientata a Ravenna (ambientazione feudale e colta). Il protagonista erediterà la ricchezza dello zio alla sua morte. Si innamora della figlia di Paolo Traversaro, giovane molto più nobile di lui, sperando di convincerla ad amarlo. Era cruda, dura e selvatica: non aveva alcuna intenzione di corrisponderlo. Tanto più non aveva speranza, tanto più cresceva il suo cuore. Gli consigliano di allontanarsi anche per evitare di continuare a spendere (col tentativo di conquistare la donna). Raggiunse un luogo che si chiama Chiassi, sempre e comunque tormentato dalla sua passione e dalle spese che ne sono derivate. Ha un tono avventuroso, probabilmente adatto più ad un cavaliere che ad un borghese. Nastagio, pensando tra sé e sé, completamente assorto, andò a finire in una pineta. Gli parve di sentire il pianto e le grida di una donna: si alzò per capire chi fosse e individuò una donna nuda, scapigliata e graffiata; cercava un aiuto (visione infernale); vide due grossi mastini che le correvano appresso e la mordevano quando si fermava. Dietro di questi vide un cavaliere con una spada in mano. Gli suscitò Meraviglia e Spavento, ma anche Compassione per la donna, facendo nascere in lui il desiderio di aiutarla, ma fu il cavaliere stesso ad impedirglielo. L’uomo si presentò come Guido degli Anastagi: disse a Nastagio di asciarlo fare in quanto, essendo in realtà già morto per essersi suicidato, stava solo scontando la propria pena infernale, accanendosi su colei che disprezzando il suo amore lo aveva portato a togliersi la vita. Rassegnatosi al volere divino, assistè allo strazio del corpo della giovane da parte del cavaliere, al termine del quale i due furono costretti a ricominciare da capo il loro inseguimento, fino a fuggire dalla vista di Nastagio. Il ragazzo decise allora di approfittare di questa situazione e perciò invitò i propri parenti e la sua amata con i suoi genitori a banchettare in quel luogo il venerdì seguente. Come Nastagio aveva previsto, alla fine del pranzo si ripetè la stessa scena straziante . questa ebbe l’effetto sperato, infatti la giovane Traversa, ricordandosi di come aveva calpestato l’amore di Nastagio nei suoi confronti, per paura di subire la stessa condanna acconsentì immediatamente a sposare Nastagio, tramutando il proprio odio in amore. NOVELLA 10 Narratore è Dioneo. Nasce da uno spunto da Pulcio, utile per capire alcune tipologie narrative. Tema del contrasto da una materia comica. Incipit: trattazione sul significato del riso. Scopo della novella: togliere la malinconia. Tema centrale: le conclusioni fortunate di storie d’amore partire male. Pietro di Vinciolo è gay, ma per nasconderlo, si sposa. Sua moglie non è soddisfatta della loro vita matrimoniale, ma capisce che l’unico modo per ricevere soddisfazioni è tradire il marito. La moglie chiede consiglio ad una donna ritenuta santa che le dà ragione e che la aiuta a trovarsi degli amanti. Una sera Pietro va a cena da un suo amico, Ercolano, e la moglie fa venire a casa sua uno degli amanti, ma, quando stanno per cominciare la cena, Pietro torna a casa e nasconde l’amante nella stalla. Pietro racconta alla moglie di essere tornato a casa così presto perché prima di mettersi a tavola, Ercolano ha trovato l’amante della moglie nascosto in un ripostiglio e la cena è andata a monte. La moglie di Pietro biasima il comportamento della moglie di Ercolano, ma proprio in quel momento un asino calpesta le dita del suo amante che lancia un grido di dolore. Pietro va alla stalla e trova l’amante della moglie che era un garzone che piaceva anche a lui. Alla richiesta di spiegazioni del marito, la donna dice chiaramente i motivi del suo comportamento e lui non trova nulla da obiettare perché sa che la moglie ha ragione. Pietro decide di non interferire più nei “traffici” della moglie, fa servire la cena e poi i tre passano la notte insieme. GIORNATA IX: NOVELLA 10 Importante soprattutto per il procedimento narrativo: in tutte le novelle viene descritta una “traiettoria”: da uno stato iniziale ad uno stato finale, abbiamo una trasformazione interna di varie forza (es amore, desiderio, denaro ,ingegno)- METAMORFOSI (che in genere accade nelle novelle di motto). In questa novella ha per suo argomento una “TRASFORMAZIONE”. Donno Gianni di Borolo è un prete di Barletta che viaggiava per la Puglia vendendo la sua mercanzia per raccimolare qualche soldo. Durante uno dei suoi TERZA NOVELLA; IX GIORNATA Narratore: Filostrato. Calandrino eredita da una zia una modesta somma di denaro con la quale vuole comprare un piccolo podere, ma i soliti amici vogliono convincerlo a spenderli facendo baldoria con loro. Al rifiuto di Calandrino i due si mettono d’accordo con un terzo compare per combinargli uno scherzo e portargli via un po' di soldi. Il giorno seguente i tre incontrarono Calandrino separatamente e gli dicono che sembra malato, lui si spaventa e si mette a letto, poi manda un campione di urina ad un amico medico. Il medico, corrotto, gli fa credere di essere rimasto “incinto” e che la medicina che serve a toglierlo dai pasticci è costosa. Calandrino pasa subito il medico che gli dà un intruglio a caso e poi va a spassarsela con gli amici, grazie ai soldi di Calandrino che si rimette presto in forze. QUINTA NOVELLA; IX GIORNATA L’elemento in più qui è l’innamoramento di Calandrino. Novellatrice: Fiammetta. Bruno e Buffalmacco vengono chiamati per dipingere le pareti della nuova villa di Niccolò Cormacchini, ma i due non ce la fanno soli e chiamano Calandrino e Nello. La villa è ancora disabitata, viene solo ogni tanto il figlio di Niccolò, Filippo, accompagnato da qualche donna di malaffare. Un giorno viene accompagnato da Niccolosa, una prostituta, tanto elegante però da sembrare una nobildonna. Calandrino se ne innamora e confida questo amore a Bruno, che gli fa credere che lei sia la moglie di Filippo, ma lui e Buffalmacco potevano aiutarlo a conquistarla. Bruno racconta tutto a Filippo e si preparano a fargli uno scherzo. Niccolosa viene convinta a farsi corteggiare da Calandrino. Egli si fa avanti in maniera bambinesca, facendo sbellicare dalle risate gli altri. Quando il lavoro alla villa era quasi finito, Calandrino chiede a Bruno di affrettare i tempi. Bruno promette a Calandrino di fare un incantesimo in base al quale la donna sarebbe caduta sicuramente ai suoi piedi. Calandrino procura gli ingredienti richiesti, segue le istruzioni, e Niccolosa finge di essere pazza di lui, tanto che lo porta in un fienile e gli salta addosso. Nel frattempo, però, Nello, che era parente della moglie di Calandrino, va ad avvisarla di quanto stava accadendo. La donna fa irruzione nel fienile ed insula Niccolosa e Calandrino, facendo sbellicare dalle risate i compari del marito, che torna a casa molto abbattuto. NOVELLA 10; GIORNATA X Tema della virtù Dioneo sceglie questa novella come ragionamento finale, come omaggio ad un ideale muliebre (concernente la donna per lo più relativamente ai pregi e alla dignità). Già il vocativo iniziale <Mansuete mie donne> fa appello alla virtù più apprezzata nelle donne, secondo la morale dell’epoca. Dioneo qui dimostra di essere capace di vette molto alte. TEMA CENTRALE: vicende amorose che mettono in luce la libertà e la magnanimità delle persone. Il marchese Gualtieri di Saluzzo non si decideva a sposarsi, ma un giorno, stanco delle insistenze dei suoi consiglieri, decide di sposare una contadina molto bella. Gualtieri si accorda col padre ella ragazza, che si chiamava Griselda, e dà inizio ai preparativi per le nozze. La mattina della cerimonia Gualtieri si reca a casa della sposa e si fa promettere da lei obbedienza eterna. Griselda accetta e Gualtieri la veste riccamente e la sposa; Griselda si dimostra una buona padrona di casa e, nonostante le umili origini, si adatta facilmente alla vita di nobildonna. Dopo un po' di tempo Griselda mette alla luce una bambina, ma Gualtieri, per mettere alla prova la sua obbedienza, manda un suo servo a prendere la bimba facendole credere che l’avrebbe uccisa; in realtà la bimba viene mandata a Bologna presso dei parenti che l’avrebbero allevata. Nonostante l’ubbidienza dimostratagli dalla moglie, Gualtieri ripete l’operazione anche col secondo figlio, accettando tutto senza fiatare. Per metterla definitivamente alla prova, le comunica di volerla ripudiare e lei, dopo tredici anni di matrimonio, torna a casa del padre solo con una camicia, perché lei di suo non aveva nulla. Al colmo della crudeltà, Gualtieri ordina a Griselda di venire a lavorare per lui, per organizzare il banchetto delle sue nuove nozze e le chiede la sua opinione sulla nuova fidanzata. Griselda ammette la bellezza di lei, ma avverte Gualtieri di non mettere alla prova la ragazza come aveva fatto con lei, perché, a causa della sua educazione nobile, non avrebbe potuto sopportare quello che aveva sopportato lei. A questo punto Gualtieri rivela a Griselda che i paggetti delle nozze erano in realtà i loro figli, che lui l’amava veramente e che l’aveva sottoposta a delle prove per testare la sua ubbidienza. La famiglia viene così riunita. Gualtieri e Griselda vissero a lungo insieme e lei fu sempre pienamente rispettata dal marito per il coraggio e la pazienza dimostrati. VALORI DELLA SOCIETA’ IDEALI: viene messa in evidenza l’importanza della fedeltà ad una promessa fatta o ad un impegno preso, anche se questi possono essere gravosi o possono portare a delle conseguenze dolore da sopportare. Griselda infatti non si ribella mai alle decisioni del marito. Di conseguenza è possibile individuare nella FEDELTA’ e nella FORZA D’ANIMO due valori che Boccaccio riteneva fondamentali in una società ideale. Novella che venne tradotta in latino da Petrarca, dandole una diffusione “isolata” rispetto al resto del Decameron. Novella come vero e proprio EXEMPLUM POPOLARE. Poi ci sono i commenti della brigata e il tramonto dell’ultima giornata, con il trionfo delle più grandi idealità. Importanti sono le parole di Panfilo in merito al soggiorno in villa; la danza di Lauretta; la ballata di Fiammetta= coronamento della figura femminile di Griselda. CONCLUSIONE DELL’AUTORE Riferita alla pertinenza laica della scrittura di Boccaccio, <diversa dai ragionamenti seri dei filosofi e dalle prediche dei religiosi>. Dice che la penna non deve avere meno facoltà del pennello. Nelle storie ecclesiastiche-dice- si trovano cose molto più sconvenienti che quelle scritte da lui. Nella moltitudine ci sono diverse qualità. Esorta a lasciare stare le storie che pungono e leggere quelle che dilettano. Infine si rivolge alle donne, affinché rimangono in pace e si ricordino di lui. Termina dicendo <Qui finisce la Decima ed ultima giornata del libro chiamato Decameron cognominato principe Galeotto>. FILM DI PASOLINI E DI PAOLO E VITTORIO TARIANI SUL DECAMERON Pasolini fu un poeta, scrittore, autore, regista, cinematografico/ teatrale, grande intellettuale del XX secolo, osservatore attento dei cambiamenti della società a partire dal dopo guerra (nacque intorno agli anni ’20 e morì nel ’75). Figura controversa soprattutto per le polemiche in merito alla radicalità delle sue opinioni, soprattutto nei confronti delle abitudini borghesi, dei consumi; affronta anche il tema dell’omosessualità. Questo film sul Decameron comunica una diversa visione del mondo. Risale al 1971. Film che per alcune scene fece scandalo. Egli realizzò un’intera trilogia <Della Vita>: esprime una vitalità immediata. Al centro ci sono i corpi, il sesso, forte ideologia di liberalizzazione. Al centro: CIVILTA’ CONTADINA E PROLETARIA, che vuole contrapporre ai mass media, all’omologazione, al neocapitalismo. Apparente innocenza dei personaggi che diventa quasi morbosa, c’è un “senso di colpa”, diverso da Boccaccio, dove non troviamo la visione del peccato. Pasolini elimina il racconto cornice. Nel film di Paolo e Vittorio Tariani: film moderno con attori riconoscibili. Qui appare la cornice e tenta di fornire una fedele riproduzione del Decameron. Pasolini: la novella di Giotto fa da cornice all’intero film inserendosi lui stesso come pittore. La brigata non appare come <onesta>
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved