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Il disagio della civiltà riassunto, Sintesi del corso di Psicologia Generale

Riassunto de "Il Disagio della Civiltà"

Tipologia: Sintesi del corso

2015/2016
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Caricato il 28/06/2016

Gianmarco.Primavera
Gianmarco.Primavera 🇮🇹

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Scarica Il disagio della civiltà riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! IL DISAGIO DELLA CIVILTÀ 1. Un uomo che si dichiara amico di Freud, Romain Rolland, rintraccia l'origine della religione in un sentimento che vorrebbe chiamare senso di "eternità", di qualcosa di illimitato, sconfinato, "oceanico". Tale sentimento costituisce l'energia religiosa che viene poi incanalata nei dogmi dalle varie chiese e sistemi religiosi. In condizioni normali il nostro Io ci appare autonomo e ben distinto dalla realtà esterna; alcune patologie rendono i confini tra Io ed esterno incerti, quando non scorretti. Tuttavia, il senso dell'Io presente nell'adulto non è sempre stato tale. Il lattante non è in grado di distinguere tra Io e ambiente esterno, che provoca in lui determinate sensazioni. In una seconda fase, il bambino comprende che il soddisfacimento del desiderio di cibo è possibile solo grazie a un oggetto "al di fuori" (il seno), che appare solo quando costretto da un'azione particolare (il pianto). Attraverso la guida intenzionale delle proprie capacità sensoriali e motorie diventa evidente la differenza tra interno ed esterno e va ad insediarsi il principio di realtà. Il nostro Io attuale è un residuo avvizzito di un sentimento onnicomprensivo risalente alla prima infanzia. Nel mondo psichico è infatti possibile la conservazione degli stadi anteriori accanto alla struttura finale. Freud, tuttavia, ritiene che un sentimento possa essere la fonte di un'energia solo se esso è l'espressione di un forte bisogno. Infatti, a suo parere, il sentimento religioso è originato dall'impotenza infantile e dal bisogno di protezione paterna che questa suscita. 2. La religione spiega con chiarezza gli enigmi dell'esistenza e postula l'esistenza di una Provvidenza in grado di vegliare sull'uomo durante la vita terrena e di ricompensarlo nell'aldilà per le avversità vissute. Pertanto l'uomo comune si raffigura tale Provvidenza come una figura paterna in grado di cogliere i suoi bisogni e soddisfarli. Le difficoltà della vita costringono l'uomo a ricercare metodi per alleviarle. Freud ne individua tre atti a tale scopo: diversivi potenti, tali da alleviare le miserie, piaceri sostitutivi e sostanze inebrianti. Uno scopo della vita sussiste e cade con il sistema religioso. L'uomo tuttavia tende naturalmente alla felicità, che tenta di raggiungere in due modi: evitando il dolore e provando intense sensazioni di piacere. • Il più rozzo, e al tempo stesso il più efficace, dei metodi per rifuggire il dolore è l'intossicazione. • Il mancato soddisfsacimento delle pulsioni viene percepito come meno doloroso quando esse vengono inibite mediante pratiche ascetiche, come lo Yoga. Tuttavia, questo metodo provoca una riduzione della possibilità di godimento. • Un'altra tecnica per evitare il dolore consiste nello spostamento della libido verso altre mete pulsionali. La sublimazione rende possibile ciò. • La connessione con la realtà viene allentata e si trova il soddisfacimento in illusioni riconosciute come tali. La fruizione di un'opera d'arte è un esempio di questo metodo. • L'eremita decide di non voler venire a contatto col mondo, ma si può anche tentare di trasformarlo creandone un altro in cui le caratteristiche inaccettabili vengano eliminate e sostituite conformemente ai nostri desideri. Tutti talvolta si comportano come il paranoico che tenta di correggere la realtà, rendendo il proprio delirio parte del mondo reale. Le religioni possono essere viste come una forma collettiva di questo delirio. • Amare ed essere amati è un tentativo di plasmare il mondo attraverso un soddisfacimento psichico interno ma non tale da perdere il contatto con gli oggetti esterni, poiché consiste nello stabilire relazioni emotive con essi. È un anelito a una felicità positiva, non ci si limita ad evitare il dolore. Tuttavia amare espone alla sofferenza più di ogni altro metodo per raggiungere la felicità. • La nevrosi è un'altra tecnica per rifuggire il dolore e talvolta conduce all'intossicazione cronica o alla psicosi. Non è possibile in ogni caso raggiungere una felicità duratura, ma ciò non deve impedire di approssimarne il raggiungimento. La costituzione psichica dell'individuo determina il metodo che egli seguirà per cercare la felicità: l'uomo erotico si concentrerà sui rapporti emotivi, il narcisista sui processi psichici interni, l'uomo d'azione sul lavoro. La religione pregiudica la scelta dell'uomo perché impone a tutti la stessa via per il raggiungimento della felicità e la protezione dalla sofferenza. Credere nell'esistenza di Dio significa sottomissione incondizionata a lui e ciò significa non vivere. 3. Le condizioni che determinano l'inevitabilità della sofferenza umana sono tre: • la forza soverchiante della natura • la debolezza del corpo • l'inadeguatezza delle istituzioni che regolano la famiglia, lo Stato e la società. Il fatto che sia impossibile rendere le istituzioni conformi ai bisogni umani fa nascere il sospetto che anche la loro inadeguatezza derivi dalla "natura invincibile". Si è dunque fatta strada la tesi secondo la quale l'infelicità è causata dalla civiltà e che l'abolizione di essa possa migliorare le condizioni di vita dell'uomo. Freud elenca tre eventi storici in cui si è palesata l'insoddisfazione per la civiltà: • il trionfo del Cristianesimo, che prescrive la svalutazione della vita terrena, sulle religioni pagane • la scoperta di popolazioni cosiddette primitive che venivano ritenute più felici di quelle civilizzate • la scoperta dei meccanismi che agiscono nella formazione delle nevrosi: la frustrazione che la civiltà impone conduce gli individui a rifugiarsi nel sintomo nevrotico. Sorge dunque spontaneo pensare che l'eliminazione di essa renderebbe possibile essere felici. Il progresso tecnico ha migliorato di molto le condizioni di vita degli uomini ma talvolta ha risolto problemi che esso stesso aveva creato in precedenza. Freud con civiltà (Kultur) intende l'insieme delle realizzazioni e degli ordinamenti che ci hanno reso possibile distanziarci dai nostri progenitori animali e che servono a due scopi: controllare la natura e regolare le relazioni tra gli uomini. La civiltà non si prefigge solo mete di carattere utilitaristico: la tutela ed il perseguimento della bellezza ne sono un esempio. Inoltre, si distingue perché coltiva le più alte attività psichiche, che siano intellettuali, artistiche o scientifiche. Il primo tentativo di regolare le relazioni sociali consiste nella sostituzione del potere della comunità a quello del singolo: i membri della comunità si limitano reciprocamente nel soddisfacimento dei bisogni, mentre il singolo non conosceva simili restrizioni. La libertà individuale non è frutto della civiltà – che l'ha limitata - ma prima di essa era inutile poiché difficilmente difendibile. Non è possibile agire sull'uomo in maniera tale da influire sul suo bisogno di afffermare la propria libertà. Uno dei più grandi ostacoli al miglioramento della società è rappresentato dall'opposizione tra la libertà del singolo e i bisogni della massa. La questione fondamentale è capire se queste due istanze siano conciliabili o ineluttabilmente in conflitto. L'incivilmento produce delle modificazioni nelle disposizioni pulsionali: • particolarità del carattere: sono legate agli stadi dello sviluppo psicosessuale e all'evoluzione della libido. Es: carattere anale • sublimazione: spostamento della meta delle pulsioni. • frustrazione civile: la civiltà è costruita sulla rinuncia pulsionale e ciò causa un'ostilità che la società si trova costretta a fronteggiare.
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