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il disagio della modernità Taylor riassunto, Appunti di Sociologia

riassunto del libro "il disagio della modernità" di Charles Taylor

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 18/04/2023

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Scarica il disagio della modernità Taylor riassunto e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR CAPITOLO 1. TRE DISAGI Taylor definisce disagi della modernità quei tratti della nostra società e cultura contemporanea che l’uomo sperimenta come perdita o declino nonostante la nostra civiltà si sviluppa. Nonostante l’arco temporale in cui la “perdita” si declina può variare, interessando anche periodi molto lunghi (es. intera epoca moderna, dal ‘700 in poi), tuttavia, secondo l’autore sui temi del declino esiste una sostanziale convergenza. Taylor pur sostenendo che esiste una grande varietà di temi su cui poter riflettere, sceglie di dedicare la trattazione su tre di essi, specificando che il terzo tema di cui discute, è, in larga parte, una derivazione dei primi due. Si tratta, dice Taylor, di temi ben conosciuti, di cui tanto si discute, ma che paradossalmente, proprio per questo gran parlare attorno ad essi, possono celare e creare smarrimento perché l’uomo non capisce cosa è meglio fare. Per Taylor esistono tre fonti di disagio –preoccupazione della modernità: 1. Individualismo; 2. Disincanto del mondo che si lega alle preoccupazioni per il primato della ragione strumentale; 3. Disinteresse per l’autogoverno (partecipazione politica). L’Individualismo → sebbene in molti lo considerano una conquista, perché gli uomini possono decidere in piena libertà il proprio modo di vivere, decidere liberamente quali convinzioni abbracciare, foggiare la loro vita in modo personale ed autonomo, si tratta di un tema piuttosto controverso. Infatti, esso costituisce un diritto, generalmente difeso anche dai sistemi giuridici, ed in linea di principio nessun individuo vorrebbe ritornare indietro, anzi, si ritiene, in larga parte, che si tratti di un processo non ancora concluso. La conquista della libertà ha radici antiche, essa, infatti, è stata conquistata quando si è riusciti ad emanciparsi dai vecchi orizzonti morali, che, in passato, vincolavano gli uomini ad un ordine più ampio (a volte cosmico), che si rifletteva nella gerarchia della società umana, per cui, gli uomini si trovavano confinati in una posizione, nella maggior parte delle volte, imposta e non scelta. Gli assetti economici, la vita famigliare e le gerarchie vengono intesi in età moderna come limiti a questa libertà → La libertà moderna nacque dal discredito di questi sistemi gerarchici, quando ci si distaccò da questi ordinamenti secolari e gerarchici e dai ruoli che in passato regolavano la società umana e le davano senso. → tuttavia → il distanziamento da questi sistemi gerarchici, ha creato una situazione paradossale, perché se da un lato essi limitavano la libertà dell’uomo, dall’altro, essi davano un senso al mondo ed alle attività della vita sociale. Questo processo di discredito è stato chiamato il DISINCANTAMENTO del mondo il quale ha avuto conseguenze significative sulla vita dell’uomo e sul significato della condizione umana → in particolare, gli uomini hanno perso il senso di uno scopo superiore, di qualcosa x cui valesse la pena vivere e morire. Questa perdita di senso è legata ad un restringimento: gli uomini perdendo la visione più ampia si concentrano sulle loro proprie vite individuali ripiegandosi in se stessi. Alexis de Toqueville parlava della perdita di passione; mentre Nietzsche, sostiene che gli uomini sono arrivati al nadir, cioè al punto di arrivo di questo declino, e aspirano solo ad un miserabile benessere. Il lato oscuro e negativo dell’individualismo è quello che → induce all’incentrarsi sull’io appiattendo e impoverendo di significato la propria vita, perdendo di vista il bene comune e l’interesse per gli altri e per la società. Quindi la visione positiva di questo individualismo è stata ribaltata in quanto la sua politica, sostiene Taylor, tradisce il significato di vita autentica poiché confonde la scelta di vita come potenziale di vita autentica con le preferenze individuali e personali. L’individualismo porta a ritenere che una scelta valga l’altra, che la mera differenza sia la base dell’uguale valore. In questo modo ignora però che la realizzazione di sé, il perseguimento di una vita autentica e la costruzione dell’identità avvengano sempre in un contesto dialogico di scambio-incontro-confronto con l’altro. Il contesto dialogico infatti avviene e si realizza all’interno di pratiche di condivisione non di individualizzazione e centramento su di sé. il lato oscuro dell’individualismo è 1 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR proprio il ripiegarsi sull’io che appiattisce e restringe le nostre vite impoverendone il significato e allontanandole dall’interesse verso gli altri e verso la società. Ed ecco il disagio: si ha la sensazione che la vita sia appiattita e ristretta e che ciò sia connesso ad un deplorevole assorbimento dell’individuo su se stesso. Questa deriva dell’individualismo è recentemente visibile nella ME GENERATION e nel dominio del NARCISISMO. Il Disincantamento del mondo è connesso al (cfr con capitolo 9) primato della ragione strumentale → la ragione strumentale è quel tipo di razionalità a cui ci rifacciamo quando calcoliamo l’applicazione più economica dei mezzi a disposizione per raggiungere un determinato fine → si tratta, quindi, di uno strumento che massima l’efficienza e indica il miglior rapporto costo-benefici! → questa logica riveste un ruolo strumentale e materiale, proprio perché è utilizzata per il raggiungimento del fine di MASSIMIZZARE LA PRODUZIONE. → La logica dominante diventa l’analisi dei costi x produrre benefici. Il venir meno dei vecchi ordinamenti ha allargato enormemente l’ambito di questo tipo di razionalità → una volta che la società ha perduto la sua struttura sacra e che gli assetti sociali non sono più fondati sull’ordine delle cose o sulla volontà di Dio, essi sono x un certo senso modellabili a piacimento → il metro unico diventa quello della ragione strumentale. ↓ Se, da un lato questo è stato liberatorio, aprendo possibilità prima impensabili, dall’altro porta con sé un timore → che le cose vengono trattate in termini di efficienza o di analisi costi- benefici ed i fini che dovrebbero guidare le nostre vite vengono eclissati dall’esigenza di massimizzare la produzione → La ricerca di soluzioni tecnologiche prende il sopravvento e contribuisce ad appiattire le vite umane portando alla perdita di risonanza, profondità e ricchezza del nostro ambiente umano: per esempio si ricercano soluzioni mediche in macchinari e non nell’esaminare con cura e umanità la vita del paziente nella sua interezza la quale diventa così luogo di un problema tecnico portando in secondo piano la persona (Benner → approccio tecnologico alla medicina). Ne risulta un appiattimento delle vite umane → Marx, in relazione a questo tema, sostiene che → lo sviluppo capitalistico volatilizza tutto ciò che vi era di stabile. Albert Borgman → parla di paradigma dell’aggeggio → secondo il quale tutta la positività ed i benefici del progresso e dell’evoluzione umana sono attribuiti alla tecnologia, nuova musa del millennio, confidando nei suoi poteri, in apparenza illimitati, per trovare la soluzione a ogni problema. Hanna Arendt → ha sottolineato il carattere effimero ed impersonale degli oggetti d’uso moderni (diversamente dal passato, in cui, ad esempio, il riscaldamento non era generato da una caldaia, ma per produrlo serviva la legna e tutti si davano da fare per questo!) → Questi meccanismi impersonali sono fortemente presenti nella società → Weber li chiama GABBIA DI FERRO perché sono forze che dominano le persone (stato e merci) e che rendono impotente l’uomo davanti alle loro possibilità. Per il cambiamento dovranno essere coinvolte le istituzioni e la politica x portare aventi una battaglia sia per i cuori che per le menti. Quanto fin’ora detto, conduce al terzo livello, quello politico, diretta conseguenza dei primi due punti. Taylor introduce il terzo livello argomentando le conseguenze dell’individualismo e del primato della ragione strumentale. La prima conseguenza è che → le istituzioni e le strutture della società industrial-tecnologica limitano pesantemente le nostre scelte e costringono ad attribuire troppa rilevanza alla ragione strumentale, provocando come conseguenza una grave perdita di libertà negli individui e nel gruppo. Taylor, cita Torqueville, il quale individua una tra le perdite di libertà più pregnanti per l’uomo, cioè → una società di individui ripiegati su se stessi è anche una società che si uniforma alla massa → la perdita di condivisione porta gli esseri umani a restare “chiusi nei loro cuori”, nella quale solo pochi vorranno partecipare alle attività di autogoverno → la maggioranza preferirà starsene a casa e non partecipare all’autogoverno; preferirà, piuttosto, godersi le soddisfazioni della vita privata, facendone la prerogativa principale. → ne deriva, ciò che Torqueville chiama DISPOTISMO MORBIDO → una forma di governo, diverso dalla tirannia del terrore, caratterizzato da una parvenza di democrazia, in cui ogni cosa è controllata dal potere paternalistico e sul quale gli uomini avranno scarso controllo, poiché solo pochissimi partecipano attivamente alla vita politica. Secondo Tocqueville l’unica difesa per combatterlo 2 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR consapevolezza riflessiva su noi stessi; poi → si realizzò un vero e proprio cambiamento, a partire da concezioni teistiche o panteistiche. Rousseau → parla spesso della morale nei termini di una voce interna che dobbiamo seguire in quanto esseri dotati di profondità interne. Si tratta di una voce, per lo più “sommersa” dalle passioni indotte dalla dipendenza dagli altri. Secondo Rousseau → La nostra salvezza morale deriva proprio dal recupero di un contatto morale autentico con noi stessi che spesso viene sommersa dall’orgoglio (amore proprio) → ad essa da il nome di “le sentiment de l’existence”. L’autore articola, inoltre, l’idea della libertà che si autodetermina = io sono libero quando decido da solo quello che mi interessa, piuttosto che farmi plasmare da forze esterne. → La libertà che si autodetermina è un’idea che ha avuto forte potere nella vita politica e nell’opera di R. assume forma politica nella nozione di un contatto sociale, fondato su una volontà generale che da forma alla nostra volontà comune → Quest’idea è stata una delle fonti intellettuali del totalitarismo moderno. È bene precisare che Taylor tiene separati i due concetti (quello di autenticità e di libertà che si autodetermina), ma chiarisce che, nel tempo si sono sviluppati insieme e che per questo, spesso, sono stati confusi. L’autenticità secondo Taylor trova tra i suoi principali espositori Herder secondo cui → ognuno di noi ha il suo modo originale di essere uomo, “ha una propria misura” e quest’idea è quella che ha messo profonde radici nella modernità → si tratta di un nuovo modo di pensare, in quanto prima del tardo ‘700 nessuno pensava che le differenze tra gli esseri umani avessero questo tipo di significato morale. Esiste un certo modo di essere uomo che è il mio modo e sono chiamato a vivere la mia avita secondo questo modo e non attraverso l’imitazione di modi altrui. → è quindi importante il concetto della fedeltà a se stessi che serve per dare sostanza alla mia vita la quale si perderebbe se non fossi fedele a me stesso. È questo il potente ideale morale giunto fino a noi moderni: il modello per regolare la mia vita non devo cercarlo fuori di me ma solo in me, essendo fedele alla MIA originalità definisco me stesso articolandola. CAPITOLO 4. ORIZZONTI INELUDIBILI Per recuperare l’ideale morale dell’autenticità occorre per Taylor tenere presente il carattere dialogico dell’esistenza umana il quale rappresenta il proprio tratto generale della vita → Noi diventiamo agenti umani capaci di capire noi stessi e gli altri attraverso l’acquisizione di linguaggi umani dotati di ricche capacità espressive e che passano attraverso lo scambio con altri. I linguaggi qui indicati si possono identificare non solo nelle parole che pronunciamo ma anche in tutte le altre modalità d’espressione: la gestualità, i linguaggi dell’arte, dell’amore → Mead li chiama “altri significativi” → la genesi della mente umana è dialogica → definiamo quindi la nostra identità nel dialogo con le identità che i nostri altri significativi sono disposti a riconoscerci. → Dunque il dialogo non è solo decisivo nel momento della genesi della nostra identità, ma è una dimensione decisiva per tutto il corso della nostra vita e rappresenta lo sfondo necessario della definizione di noi stessi e di ciò che comporta per noi. Taylor vuole mostrare che (1) l’aspetto dialogico dell’essere umano è un tratto della cultura dell’autenticità e che (2) le modalità di autorealizzazione che non tengono conto dei nostri legami con gli altri e delle esigenze che provengono da qualcosa di esterno da noi e dal raggio dei nostri desideri ed aspirazioni distruggono le condizioni necessarie per realizzare l’autenticità → ovvero lo sfociare dell’autenticità nell’individualismo e nel soggettivismo nega l’autenticità stessa. ↓ L’odierna cultura dell’autenticità tende a scivolare nel relativismo morbido rafforzando un postulato soggettivistico in materia di valore: le cose cioè non hanno importanza di per sé, ma sono importanti per me perché io reputo che lo siano non perché l’altro lo definisce → definire me stesso equivale infatti a trovare ciò che è significativo nel mio essere diverso dagli altri. Le 5 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR cose sono importanti, assumono importanza in uno sfondo d’intellegibilità (di senso, ne consegue che una delle cose che non possiamo fare se vogliamo definire noi stessi è negare gli orizzonti contro i quali le cose assumono un significato x noi. Questa rappresenta però la mossa autonegatrice che si effettua nella nostra civiltà oggettivistica). Per Taylor però questo è una follia: l’autenticità non può essere difesa in maniere che distruggano gli orizzonti di valore, esiste qualcosa di nobile e valoroso indipendentemente dalla mia volontà. L’ideale dell’auto-scelta presuppone l’esistenza di altre questioni rilevanti al di là dell’autoscelta stessa → L’uomo che cerca un senso nella vita per definire se stesso significativamente deve muoversi entro un orizzonte di questioni importanti e non si possono negare gli orizzonti entro i quali le cose assumono significato o sopprimerli come invece è stato fatto dalle forme narcisistiche della società soggettivistica perché mancano di soddisfare i requisiti della cultura dell’autenticità. Quindi l’autenticità presuppone le istanze esterne che hanno un’importanza per dare senso alla persona. Il senso della vita lo si trova muovendosi in un orizzonte orientato di questioni. Se ci si oppone ai valori sociali senza avere degli ideali morali si va contro la cultura dell’autenticità (che li presuppone) perché non sono frutti di esperienza personale; gli ideali morali si costruiscono e si sperimentano nell’esperienza personale e non sono dettati da altri CAPITOLO 5. IL BISOGNO DI RICONOSCIMENTO Un’ altra critica rivolta alla cultura dell’autenticità è che essa → incoraggia un’accezione personale dell’autorealizzazione, con la conseguenza che le svariate associazioni e comunità di cui il singolo è partecipe siano ridotte a meri strumenti. • A livello sociale, questo comporta che (sempre secondo le critiche) → un’accezione personale dell’autorealizzazione rende sempre più marginale la cittadinanza politica; • A livello più intimo → un’accezione personale dell’autorealizzazione alimenta una concezione dei rapporti messi a servizio dell’appagamento personale → ne deriva che → i legami fatti x durare tutta la vita hanno scarso senso, o quanto meno hanno senso solo se sono funzionali al raggiungimento di uno scopo puramente utilitaristico (individuale). L’autenticità → è un aspetto dell’individualismo moderno; esso non si limita a insistere sulla libertà dell’individuo, ma propone dei modelli di società e di come gli esseri umani dovrebbero vivere insieme. Gli individualismi hanno creato Due modalità di esistenza sociale che presentano un nesso con la cultura dell’autorealizzazione: • una basata sulla nozione di diritto universale → ognuno deve avere il diritto e la possibilità di essere se stesso, nessuno ha il diritto di criticare i valori altrui e rappresenta l’idea alla base del relativismo morbido in quanto principio morale. • una seconda attribuisce una grande importanza ai rapporti appartenenti alla sfera intima specialmente ai rapporti d’amore, e li include tra le forme più importanti dell’autorealizzazione. Questa idea rispecchia che la vita per l’uomo è degna di essere vissuta nella “vita ordinaria” e che la nostra identità ha bisogno del riconoscimento degli altri. Due mutamenti hanno reso inevitabile la preoccupazione moderna per l’identità ed il riconoscimento: • uno è la dissoluzione delle gerarchie sociali, che un tempo costituivano la base dell’onore. Il concetto di onore → un tempo era legato alle diseguaglianze → infatti, perché qualcuno abbia onore è necessario che non tutti l’abbiano. → Da questa nozione di onore deriva la moderna accezione di dignità, quella del cittadino a cui ognuno ne partecipa. → questa concezione di dignità è l’unica compatibile con una società democratica → La democrazia ha introdotto una politica di uguale riconoscimento, il quale si accentua nella società moderna parlando di identità → la quale si crea a contatto con gli altri, nel dialogo. Il riconoscimento era insito all’identità socialmente derivata: lo sfondo che dava senso a ciò che la persona riteneva importante era 6 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR determinato dal posto che assumeva nella società. Ora l’identità non gode più di un riconoscimento a priori → essa dipende dai miei rapporti dialogici con gli altri. Con l’età moderna, dunque, non è nato il bisogno di riconoscimento, ma le condizioni nelle quali questo riconoscimento non può verificarsi → in un modo o nell’altro, nella società moderna, l’importanza del riconoscimento è universalmente ammessa: • sul piano sociale → continua la politica del riconoscimento uguale; • sul piano intimo → sappiamo che l’identità può formarsi (o deformarsi) nel contatto con glia altri. ↓ Nella cultura dell’autenticità, i rapporti interpersonali sono considerati luoghi chiave dell’auto-scoperta e dell’auto-conferma. Alla luce di questi cambiamenti la cultura dell’autenticità privilegia due maniere di vivere insieme: • a livello sociale → il principio essenziale è quello dell’equità, la quale esige che le opportunità di sviluppare la propria identità siano uguali per tutti → ciò implica che → proiettare sull’altro un’immagine inferiore o avvilente può avere un effetto di distorsione o afflizione → negazione del riconoscimento dell’altro (es. razzismo). • nella sfera intima → il rapporto d’amore ha un’importanza fondamentale nella formazione dell’identità. Può un modo di vita che metta al centro l’IO, cioè che comporta il trattare le nostre associazioni come meramente strumentali, essere giustificato alla luce dell’ideale dell’autenticità? • A livello sociale → sì → perché il riconoscimento della differenza chiede di accettare il riconoscimento dell’eguale valore dei diversi modi di essere. → Riconoscere la differenza esige un orizzonte di significati. È importante la condivisione di significati per riconoscere la differenza e nella differenza l‘uguale valore di ciascuno. Per poter convergere in un mutuo riconoscimento della differenza dobbiamo condividere un’intesa riguardo ai valori, dobbiamo quindi appartenere ad una società politica comune, ad un orizzonte condiviso. • Nei rapporti personali → no →: perché se i rapporti che creiamo sono tesi alla realizzazione dell’identità non possono essere strumentali. CAPITOLO 6. LO SLITTAMENTO NEL SOGGETTIVISMO (Dominio RAGIONE STRUMENTALE) Nei capitoli precedenti, Taylor ha delineato i tratti della Cultura del narcisismo, intesa come → la diffusione di una mentalità che fa dell’autorealizzazione il principale valore della vita e che sembra riconoscere pochi imperativi morali esterni o impegni seri verso altri → la nozione di auto-realizzazione ed egocentrismo è quindi portata allo stremo. ↓ Rispetto al narcisismo, la concezione di Taylor è che → coloro che vivono secondo questa cultura vivono un ideale che sistematicamente tradisce. → Esso tradisce in quanto i legami con gli altri, gli impegni familiari possono entrare in conflitto con il nostro sviluppo personale e la vita può risultare più facile se uno riesce a trascurare questi vincoli. Le idee individualistiche → iniziarono a svilupparsi nel 600 quando le nuove forme politiche che sfidavano le antiche gerarchie fecero più posto al mercato ed allo sviluppo industriale, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui si è profondamente radicato nella vita quotidiana sia nel modo in cui ci si procurano i mezzi per vivere sia nel modo di rapportarsi con gli altri facendo slittare la cultura dell’autenticità e arrivando ad essere l’unico orizzonte concepibile → MA → il processo di radicamento può spiegare lo slittamento nella cultura dell’autenticità → Le forme egocentriche sono devianti perché: • Esse tendono a mettere al centro dell’opera di realizzazione l’individuo, rendendo i suoi legami puramente strumentali → atomismo sociale; 7 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR • L’altro riguarda la materia (contenuto dell’azione) → la materia invece è qualcosa che ha un significato indipendentemente da noi. ↓ Quindi la maniera è, nella nostra cultura, autoreferenziale, al contrario della materia che non per forza si riferisce a noi stessi, ma può trovare appagamento in mete esterne a noi come Dio, la cura della terra, la causa politica. Confondere queste due specie di auto-referenzialità porterebbe conseguenze disastrose, creerebbe l’illusione che l’auto-referenzialità della maniera sia egualmente ineluttabile; e la confusione fornisce legittimità alle peggiori forme di soggettivismo. Lo sviluppo dell’arte moderna ci offre un buon esempio della differenza essenziale che separa queste due specie di soggettivizzazione. Essa infatti passa ad essere arte creativa e non più di imitazione. Il linguaggio poetico e artistico ora (dall’ottocento) è legato ad una sensibilità articolata, non è più riferito a significati pubblicamente disponibili (fino al settecento). L’arista ora cambia la maniera di accedere a dei saperi e non per forza questa materia poi è espressione solo del’io dell’artista. ↓ Per comprendere l’arte moderna è dunque necessario distinguere le due specie di soggettivizzazione (materia-maniera). Se l’autenticità significa essere fedeli a noi stessi, possiamo realizzarla compiutamente solo se riconosciamo che questo sentimento si ricongiunge con una totalità più ampia. Dobbiamo articolare il senso all’interno di un legame con gli altri. CAPITOLO 9. UNA GABBIA DI FERRO? (Ragione strumentale) Per una posizione generale riguardo la modernità e l’ideale dell’autenticità non vanno considerate posizioni estremiste (lodatori o detrattori di questo ideale). La stessa cosa vale per la RAGIONE STRUMENTALE→ alcuni vedono l’avvento della tecnologia come il declino della società a causa della perdita di contatto con la terra ed i suoi ritmi. Coloro che guardano all’etica dell’autorealizzazioni sono sostenitori della tecnologia mentre coloro che sostengono l’ideale dell’autenticità vanno contro a questi sviluppi tecnologici. I sostenitori di questo ideale parteggiano per la società tradizionale, spingendo però verso l’atomismo. La ragione strumentale impone valori atomistici e strumentalisti. Recuperandoli giungeremmo ad un equilibrio. Con ragione strumentale Taylor intende il tipo di razionalità a cui ci rifacciamo quando calcoliamo l’applicazione più economica dei mezzi disponibili a un dato fine. In generale i fini indipendenti che dovrebbero guidare le nostre vite si trovano eclissati dall’esigenza di massimizzare la produzione. Questo non è solo una percezione diffusa, ma un processo reale (ad es. la mercificazione del lavoro per favorire la partecipazione al mercato del lavoro) Processo che non necessariamente si deve accettare come fatale. Nella nostra società, la misura della libertà non è pari a zero. Non è privo di senso deliberare quali debbono essere i nostri fini e se la ragione strumentale debba avere nelle nostre vite un ruolo minore di quello che affettivamente ha. In questo campo il cambiamento dovrà coinvolgere le istituzioni, la politica. Le società strutturate intorno alla ragione strumentale impongono una grave perdita di libertà agli individui oltre che al gruppo, giacché non sono solo le nostre decisioni sociali che sono forgiate da queste forze. Anche per uno stile di vita individuale, è difficilissimo andare contro corrente (per es. non usare la macchina). La razionalità strumentale (come descritto da Marx e Weber) ci impone le sue esigenze in tutto quello che facciamo, nella vita pubblica o privata, nell’economia e nello Stato. Il fatto 10 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR che la tecnologia ci spinga verso un atomismo e strumentalismo tenendoci prigionieri in una gabbia di ferro non è immutabile. questa interpretazione era un modo di intendere il concetto della gabbia di ferro (Weber) ma non si regge in piedi. Gli esseri umani e la società sono più complessi di una teoria. Noi non siamo prigionieri, quando prende forma una coscienza comune le cose cambiano. Noi siamo liberi quando possiamo controllare le cose che ci dominano. Sul piano morale la ragione strumentale trova le radici su due idee particolari: - Ideali di razionalità come pensiero che si autodetermina - Affermazione della vita ordinaria per l’alleviamento delle sofferenze Recuperando l’entroterra morale possiamo mostrare che lo stato delle cose non è immutabile. Intendendo in un'altra maniera la tecnologia, come un servizio alla società per la benevolenza delle persone giungeremmo ad una interpretazione diversa da quello che dovrebbe essere lasciando le prospettive aperte. Recuperare questo senso li libertà che determina ciò che siamo gioverà ai cuori e alle menti della società. CAPITOLO 10. CONTRO LA FRAMMENTAZIONE Le istituzioni di una società tecnologica non ci impongono necessariamente un’egemonia della ragione strumentale, ma se lasciate a se stesse tendono a spingerci verso questa direzione. Un sogno simile era stato elaborato dal marxismo con l’obiettivo di sbarazzarsi del mercato e sottoporre l’intera macchina dell’economia al controllo dei produttori. Ma la verità è che i meccanismi di mercato sono indispensabili ad una società industriale. Non possiamo abolire il mercato, ma neanche organizzarci completamente attraverso essi. Governare una società contemporanea significa quindi ricostruire continuamente un equilibrio tra esigenze che tendono ad annullarsi reciprocamente trovando sempre nuove soluzioni creative nel momento in cui i vecchi sistemi non funzionano più in quanto nelle cose stesse non ci può mai essere una soluzione definitiva. La forza che può arrestare la marcia della ragione strumentale è l’iniziativa democratica. Ma questo pone un problema in quanto il funzionamento congiunto del mercato e dello stato burocratico tendono a indebolire l’iniziativa democratica. ↓ Questo ci ricollega al TERZO DISAGIO → il timore articolato da Tocqueville che certe condizioni della società moderna possano minare la volontà di controllo democratico, quindi il timore che gli uomini arrivino ad accettare di essere governati da un potere tutelare (dispotismo morbido) in cui il governo sarà mite e paternalistico. Il pericolo non è quello di un controllo dispotico ma quello di una FRAMMENTAZIONE. → Una società frammentata è una società in cui i membri trovano sempre più arduo riconoscersi comunitariamente nella loro società politica e ciò contribuisce a radicare l’atomismo perché l’assenza di un’azione comune forza gli individui a ripiegarsi su se stessi. Ciò fa si che si getti la spugna e che ogni tentativo appaia una perdita di tempo instaurando un circolo vizioso di staticità ed immobilità d’azione. Si tratta di Una società in cui gli esseri umani si riducono nella condizione di individui «rinchiusi nei loro cuori» dunque una società in cui pochi vorranno partecipare attivamente all’autogoverno. Una società frammentata inoltre è quella in cui questa mancanza d’identificazione porta gli uomini a vedere la società in termini strumentali contribuendo a radicare l’atomismo. L’unico mezzo efficace per contrastare la spinta verso l’atomismo e lo strumentalismo è la formazione di un saldo intento democratico comune che però risulta difficilmente raggiungibile in uno stato frammentato. La frammentazione cresce attraverso 2 processi: nella misura in cui gli individui non si identificano più con la loro comunità politica il loro senso di appartenenza si atrofizza e si alimenta poi dall’esperienza dell’impotenza politica. Questi 2 sviluppi si rafforzano reciprocamente perché un’identità politica che si affievolisce rende più difficile una mobilitazione efficace e un senso d’impotenza alimenta a sua volta l’alienazione, per questo si 11 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR dice che esiste un circolo viziose. Esso però potrebbe diventare un circolo virtuoso nel momento in cui ci si unisce e si crea un’azione comune vittoriosa la quale genera sicurezza e rafforza l’identificazione con la comunità politica. Taylor: perdere la capacità di costruire maggioranze politiche è come perdere i remi in mare, si viene trascinati dalla corrente. È necessaria una politica di potenziamento della democrazia per contrastare la frammentazione che si alimenta di: • Mancata identificazione con la comunità • Atrofia del senso di appartenenza. Secondo Tocqueville la soluzione è il decentramento del potere soprattutto ad associazioni del territorio che figurano già nella vita dei loro membri. Bisogna invertire la rotta per una riconcettualizzazione della tecnologia attraverso un’azione comune politica. È necessario combattere a più livelli per capire ciò che nella società c’è di grande o di misero (Pascal). Abbracciando queste due parti si può comprendere quest’epoca per innalzarla al suo miglior valore. Gabbia di ferro (1-9) La gabbia di ferro è un’immagine metaforica, tracciata da Weber per rappresentare la situazione di “prigionia” in cui si trova l’uomo oggi, a causa del primato della ragione strumentale e dello stato burocratico. La ragione strumentale sembra essere in grado di imporci le sue esigenze in tutto quello che facciamo sia nella sfera pubblica sia nella sfera privata. L’unica alternativa sembra essere l’automarginalizzazione. Il dibattito sulla civiltà tecnologica è polarizzato: a) Sostenitori: ritengono che essa sia il rimedio per tutti i problemi umani b) Detrattoria: la tecnologia è un male perché ci ha fatto perdere i legami con la natura e con noi stessi. Per loro la tecnica porterà solo ad un maggiore orizzonte atomistico ed alla distruzione della natura → MA → non è possibile nemmeno analizzare la tecnica dal punto di vista della bramosia al dominio della natura → bisogna trovare equilibrio → per farlo è necessario trovare le fonti morali (per quanto rese invisibili) della tecnologia. Se si guardano le cose da questo punto di vista gli orizzonti atomistici e strumentalistici non ci sembrano più inevitabili. Esistono nella nostra società molti punti di resistenza alle tendenze degeneranti: es. gruppi che lottano contro lo sfruttamento del pianeta terra → finché lottano da soli non avranno grandi successi, ma se si forma una coscienza comune, le cose cambiano e ci rendiamo conto dei fini naturali della tecnica → NON SIAMO PRIGIONIERI IN UNA GABBIA DI FERRO→ LA NOSTRA LIBERTA’ NON È PARI A ZERO! Sicuramente la tecnica è nata per aiutarci a dominare la natura, ma non solo quello. Moltissimi elementi giocano a favore dell’ATOMISMO e dello STRUMENTALISMO → Descartes → postula che l’uomo è RAGIONE DISINCANTATA, PURO SPIRITO ed esalta i principi e le deduzioni logico matematiche: quelle che hanno il sopravvento, ma non è solo così → sviluppare la ragione strumentale vuol dire anche: 1) creare una razionalità che risponde a se medesimo, che sia libera; 2) affermazione della vita ordinaria: lavoro/famiglia/ benessere → proviene da un’idea secondo cui la TECNICA SERVE A MIGLIORARE LE NOSTRE VITE! I tre disagi della modernità (1) Sono i tratti della nostra cultura contemporanea che gli uomini sperimentano come declino, anche se la nostra civiltà si “sviluppa” (A volte il declino presuppone un arco di tempo più breve, a volte più lungo). Spesso si tende a vedere l’arco del declino dal ‘600 in poi. Taylor identifica, in particolare 3 disagi: 12 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR iniziatore: ognuno di noi ha il suo modo di essere uomo, ha una propria misura: devo essere fedele a me stesso altrimenti perde la mia identità → è uno speciale contatto interno con me stesso per articolare e scoprire la mia originalità = devo sviluppare potenzialità che sono soltanto MIE. La mia vita si deve basare dentro e non fuori di me. Aspetti NEGATIVI → tuttavia, non tutti i rami in cui si sviluppa l’autenticità possono essere ritenuti legittimi. Se essa scivola nello sterile soggettivismo diventa negativa e potenzialmente pericolosa → diventa una “cultura del narcisismo” = mentalità in cui l’autorealizzazione è l’unico ideale della vita senza considerare imperativi morali esterni o impegni verso gli altri. È basato su un ideale di egoismo → non è nutrito da nessun ideale. Secondo Taylor, la cultura del narcisismo vive un ideale che sistematicamente tradisce se stesso, in quanto tale ideale di cui essa vive non è correttamente assimilato ed interno. La tentazione al soggettivismo è molto facile, in quanto l’uomo è costantemente spinto ad adottare forme egocentriche, in quanto i nostri legami con gli altri e gli imperativi morali esterni possono entrare spesso in conflitto con il nostro sviluppo personale (es. esigente di carriera vs esigenze familiari) → oggi a differenza di ieri questi vincoli vengono liquidati e delegittimati molto più facilmente (i nostri antenati erano tormentati, noi no). Sviluppo storico → le idee individualistiche si sviluppano nel ‘600 in particolare nel campo economico = si sviluppa l’iniziativa IMPRENDITORALE → MACRO CAMBIAMENTI che poi iniziano ad agire nel MICRO, influenzando la formazione individualistica dell’uomo anche nella vita privata e quotidiana → queste pratiche a lungo andare spingono verso l’ATOMISMO SOCIALE e tendono a vedere la realizzazione solo in termini di “io”, trascurando tutto il resto o altri, natura, Dio → si alimenta l’ANTROPOCENTRISMO RADICALE. Tutto ciò si consolida e mette radici nella società moderna con il grande contributo della MOBILITA’ = l’uomo lascia la campagna/patria, per andare oltreoceano/città→ INURBAMENTO → metropoli = i vecchi legami vengono SPEZZATI → la società burocratica e tecnocratica che se ne forma da sempre più valore alla RAGIONE STRUMENTALE → rafforzando ulteriormente l’ATOMISMO. Lo slittamento verso il soggettivismo può essere spiegato, con il passaggio storico alla società industriale tecnologica- burocratica e con il movimento culturale che portò al NICHILISMO = negazione di tutti gli orizzonti di significato (dura già da un secolo e mezzo) → alcuni pensatori che fomentano il movimento sono Baudaire Denida/Nietzche/Foucalt: decostruiscono l’autenticità e le radici stesse dell’Io → infatti, la caduta di tutti i valori non fa altro che incrementare l’antropocentrismo = l’uomo si sente dotato di una libertà sconfinata di fronte ad un mondo privo di principi morali e valori. Arte e autenticità hanno percorso la stessa strada (a partire dall’800) → l’arte passa dall’essere mimesis (imitazione) a poesis (creazione) = l’artista crea qualcosa ex novo, senza rifarsi a qualcosa di preesistente. Lo stesso processo avviene nell’uomo = ognuno di noi ha un proprio materiale originale, deve forgiare e plasmare se stesso senza che l’ambiente esterno interferisca = è un’autodefinizione originale → non basandosi più su modelli esterni → l’arte come l’autoscoperta implica l’IMMAGINAZIONE = le persone che hanno raggiunto l’originalità nella loro vita le chiamiamo “creative”. Artista = è il tipo paradigmatico di colui che realizza con successo l’autodefinizione. Arte = Autenticità → implicano creatività e la moralità → in quanto se si parla di preservare l’originalità, il conformismo sociale, le regole morali, le relazioni con gli altri vengono viste come NEMICI. Il concetto di auto-definizione inizia ad associarsi sempre più alla definizione che Kant da di bellezza: è una soddisfazione fine a st stessa → parimenti → anche l’autenticità (autotrasparenza ed integrità) è vista come qualcosa che ha il suo pregio in se stessa = ha una dimensione estetica non ha nessun fine morale, è quella che Oscar Wilde come “Art for art’s sake” (l’arte per l’arte) → puro edonismo senza nessuna implicazione etica. La moralità viene quindi usata come il soffocamento opprimente di ciò che c’è in noi di primordiale ed istintivo/ i nostri desideri profondi e potenti → rischio → affermare che tutti i nostri istinti devono essere liberati = negativo/pericoloso, in quanto si rischia di giustificare la violenza/il fascismo. Quindi l’autenticità implica a) Creazione/costruzione/scoperta/originalità/opposizione alle regole della società e ____ campo della moralità. 15 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR b) Apertura ad orizzonti di significato (altrimenti si perde lo sfondo che può (_____) salvare la nostra autodefinizione dall’irrilevanza → le modalità narcisistiche della nostra cultura contemporanea sono infatti inadeguate: infatti, se definire me stesso significa trovare ciò che è significativo nel mio essere diverso dagli altri → il concetto di significativo non è solo presente all’interno dell’individuo, ma anche esternamente: è un valore che lo trascende: deve essere qualcosa di umanamente significativo: l’ideale dell’auto-scelta non si raggiunge da solo, ma ha bisogno di una serie di questioni rilevanti. Inoltre, per poter rispettare la posizione altrui → non è sufficiente il principio di diversità = lo rispetto in quanto diverso, MA, ci vuole un ideale superiore al “relativismo morbido” → rispetto la tua posizione in quanto uomo dotato di pensiero/amore/ emozioni. Auto-definizione nel dialogo = il tratto generale della vita umana è il DIALOGO = diveniamo agenti umani non in modo monologico, ma dialogico, nell’incontro/scontro con gli altri significativi (Mead). Non è importante solo nelle prime fasi della vita per l’apprendimento del linguaggio, ma per tutta la vita. Non funzione (come oggi molti tendono a credere) che una volta appreso il linguaggio/i nel dialogo, poi possiamo procedere utilizzandolo per nostro conto. Non sviluppiamo le nostre opinioni e posizioni riguardo le cose con una riflessione solitaria → ma realizziamo la nostra identità sempre nell’incontro/scontro con l’altro q questa “conversazione” continua finché viviamo. Identità = chi siamo/da dove veniamo → sfondo necessario perché i nostri gusti/desideri/opinioni abbiano un senso. Quindi → sbarrare la porta alle richieste provenienti dall’esterno dell’io significa sopprimere le condizioni di rilevanza e di tendere alla banalizzazione. Io posso definire la mia identità solo sullo sfondo di cose che hanno importanza → insomma → l’autenticità non è il nemico delle istanze che provengono dall’io, anzi le presuppone. Bisogna sempre tener presente che autenticità ≠ libertà che si autodetermina: l’autenticità è si una libertà, in quanto implica che io trovi da solo, senza le influenze del conformismo esterno, il disegno della mia vita, MA, mentre libertà che si autodetermina non riconosce nessuna frontiera/nulla che io debba rispettare (portando all’antropocentrismo). L’autenticità riconosce i valori morali e trascendenti l’uomo. Bisogna quindi non polarizzare il conflitto tra coloro che sostengono l’autenticità e coloro che la avversano (in quanto la vedono solo infarcita di egoismo), MA andare a vedere il vero significato di autenticità come valore morale → essa, infatti, ci addita una forma di vita più responsabile! Una via di uscita è possibile (nonostante ci siano molte condizioni negative che ci potrebbero far pensare il contrario, come il fatto che gli uomini sentano i loro legami sempre più precari/aumento tasso di divorzi/scioglimento delle unioni/atteggiamenti strumentali e manipolatori nei confronti del nostro prossimo/natura. Bisogna vedere la vera etica dell’autenticità. L’uomo non si è ancora arenato del tutto in queste posizioni strumentalistiche ed atomistiche → è in corso una tensione ed una lotta continua → quindi anche se le spinte della società burocratica e dei mercati ci spingono in una direzione, possiamo ancora ribaltare la situazione spingendo nella direzione opposta. Se tutto sta spingendo l’autenticità verso il basso, noi possiamo riportarla in alto, vi sarà sempre una tensione continua e mai una soluzione definitiva. L’autenticità ci da libertà e molta responsabilità = sta a noi “giocarcela” in modo positivo o negativo. Se il meglio non potrà mai essere, nemmeno le forme più negative e peggiori potranno essere ineluttabili: attraverso l’azione sociale/cambiamento politico/conquista cuori e menti → le forme migliori possono guadagnare terreno (no pessimismo culturale di Bloome Bell → è controproducente → in quanto va perso il vero ideale dell’autenticità). Bisogna smettere di scorgere tendenze irreversibili → in quanto vi è in corso una lotta il cui esisto p e resterà continuamente aperto. Bisogna cambiare l’ideale che ci anima e dimostrare cosa esso realmente chiede. 16 IL DISAGIO DELLA MODERNITÀ – CHARLES TAYLOR Liberalismo della neutralità Posizione assunta dai sostenitori dell’autenticità. essi sostengono che una società liberale deve essere neutrale riguardo a ciò che costituisce una vita degna di essere vissuta. essa, infatti, è quella che ogni uomo sceglie di vivere per sé, a suo modo, senza nessuna interferenza da parte del governo. Modo-Maniera/Materia- Contenuto (8) Materia dell’autenticità → è palesemente autoreferenziale: l’orientamento che scelgo deve essere il mio. Materia-Contenuto: non deve per forza essere artificiale: non è detto che le mie aspirazioni ed i miei desideri debbano andare contro qualcosa che sta al di là di essi = se trovo appagamento in Dio/in una causa politica/cura della terra → troviamo un appagamento genuino = sono ideali morali importanti ed universalmente validi che ci trascendono. Lo sviluppo dell’arte moderna ci fornisce un buon esempio = oggi il linguaggio poetico non può più fare affidamento su delle “corrispondenze” (eventi e personaggi intrinsecamente pregni di significato), in quanto queste (da due secoli) non reggono più. Oggi, quindi, non vi sono più ordini di significato pubblicamente disponibili e questo porta allo sviluppo di nuovi linguaggi poetici → non vi è più la “mimesis” della natura: _______un tempo era anteriore al componimento poetico, ora invece condivide una comune origine nella creatività del poeta. I poeti romantici hanno una nuova visione del cosmo; si sforzano di rappresentare qualche aspetto della natura per cui non esistono ancora i termini adeguati = c’è un mutamento qualitativo dei linguaggi artistici = Blake: sublime → è bello ciò che ci attrae e potrebbe distruggerci → nell’arte romantica vi è quindi una soggettivizzazione della maniera attraverso cui il poeta ci dice qualcosa: fa sua la natura/ ci emoziona/ la restituisce con un linguaggio personale → allo stesso tempo, tuttavia, non avviene la benché minima soggettivizzazione della materia = ossia → la poesia non comincia a d avere come soggetto il poeta stesso, ma qualcosa che lo trascende → Joyce → stream of consciousness come nella sua opera più importante, Ulisse = è una libera rappresentazione dei pensieri di una persona come compaiono nella mente → quindi senza una sintassi/frasi. → ciò che vuole fare emergere è l’uomo con i suoi conflitti interiori. Il Dubliness utilizza lo stream of consciousness per indicare il frastuono della città e l’alienazione dell’individuo. Trasportata alla situazione dell’uomo ciò significa che: anche se non crediamo più all’esistenza di una Grande catena dell’essere e quindi di non dovere più rispettare le classificazioni in modo preciso: ciò non vuol dire che abbiamo il diritto di sopraffare la natura, ma anzi abbiamo ancora il dovere di ascoltarla → non dobbiamo essere solo Antropocentrici. Frammentazione (10) Una società caratterizzata da frammentazione è una società in cui i suoi membri si riconoscono sempre meno nella loro società politica / sono sempre meno capaci di darsi una finalità comune e di realizzarla → ha luogo quando gli uomini si vedono sempre più come esseri atomistici → ossia sempre meno legati da una comunanza di progetti e di fedeltà (vi potranno essere raggruppamenti, ma solo parziali, mai la società intera). Essa è la conseguenza dell’azione congiunta tra stato burocratico e mercati → che tendono ad indebolire l’iniziativa democratica. Si è già visto dall’esperimento comunista, che sbarazzarsi del mercato e dello stato burocratico è impossibile, ma non si può nemmeno vivere nella concorrenza spietata e selvaggia → ridimensionare i mercati comporterebbe dei costi, non farlo → comporterebbe delle conseguenze fatali v per governare una società occorre dinamismo e saper creare equilibrio tra esigenze che tendono ad annullarsi reciprocamente. Il funzionamento attuale dello stato burocratico e dei mercati tendono a rafforzare le figurazioni che favoriscono una posizione atomistica e strumentale nei confronti del mondo e degli altri. Tocqueville teme un dispotismo morbido a causa della continua perdita di interesse dei cittadini. → questo ad oggi, non è ancora un problema evidente, ma la frammentazione lo è. → l’elettorato politico è sempre più frammentato → cosa che rende molto difficile mobilitare maggioranze democratiche che __________ad un orizzonte comune di programmi e politiche perdere la capacità di costruire politicamente efficace è come perdere i remi in mezzo ad un fiume → conseguenza: si viene sempre più spinti verso atomismo e strumentalismo. Come 17
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