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Il divano di Istanbul, Alessandro Barbero, Appunti di Storia

All'interno del testo è presente il riassunto del libro.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 11/07/2023

aurora-52
aurora-52 🇮🇹

3.6

(10)

45 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il divano di Istanbul, Alessandro Barbero e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Braccialarghe Aurora Il divano di Istanbul L’impero Ottomano è stato fondato nel 1300 quando una dinastia turca che portava il suo nome ha creato uno stato che andava dall’Anatolia verso i Balcani. Questo Impero era stato creato da clan di nomadi che si spostavano a cavallo, le uniche loro proprietà erano: il bestiame, le armi, le donne e le tende. Le classi privilegiate ricevono lo stipendio dal sultano, cioè i guerrieri, i rais e gli esperti di legge divina e di diritto (ulema). Tutte le terre sono proprietà del sultano, chi si sa distinguere in guerra riceve un timar, riceve un villaggio o numerosi villaggi di contadini, successivamente vi si stabilisce, riscuote le tasse e le incamera. Era un impero multietnico e multireligioso che si estendeva da Algeri alla Mecca e da Bagdad a Belgrado, si considerava impero musulmano nonostante non tutta la popolazione fosse musulmana. La sua caratteristica principale era quella di comprendere al suo interno turchi, slavi, albanesi, greci, musulmani e cristiani. Ogni suddito era libero di praticare la propria religione, difatti il sultano nominava un leader religioso per ciascuna religione, il quale era considerato un funzionario dell’impero. Un divieto drastico era quello di far suonare le campane nelle chiese, i musulmani erano terrorizzati da questo suono e l’aria doveva essere occupata dal suono del richiamo del muezzin alla preghiera. Il sultano era una figura intoccabile, esigeva il silenzio nel suo palazzo così tanto che i domestici erano muti o parlavano con il linguaggio dei segni. Sotto il sultano vi era il gran visir, considerato anche lui come uno schiavo, il quale gestiva il potere dell’impero. Sotto il gran visir vi era il divan, cioè il governo che comprendeva tutti i visir. Questi ultimi si riunivano ogni quattro giorni a settimana (lunedì-martedì-sabato-domenica), le riunioni avvenivano in assenza del sultano e il gran visir successivamente gli riferiva di ciò che si era discusso. Il gran visir doveva stare attento a riferire correttamente la discussione, poiché nella stanza dove si riuniva il divan vi era una finestra alla quale il sultano poteva ascoltare le discussioni senza essere visto. I migliori politici dell’impero venivano ricompensati sposando le figlie o le sorelle del sultano. Tra il Quattrocento e il Seicento l’impero ottomano recluta materiale umano per i suoi eserciti dai villaggi dei Balcani, venivano scelti i ragazzi più promettenti (10-12 anni) che diventavano schiavi del sultano, per loro era vietato sposarsi. Erano scelti solo i cristiani poiché era vietato ridurre in schiavitù i musulmani, inoltre non potevano essere scelti i figli unici, figli di madre vedova, figli di preti ortodossi, troppi ragazzi di uno stesso villaggio. I giovani venivano portati a Costantinopoli, o lavoravano la terra, si irrobustivano ed entravano nel corpo dei giannizzeri oppure i più fortunati venivano scelti per lavorare nel palazzo del sultano come domestici, paggi, giardinieri, e successivamente entravano nel corpo dei giannizzeri e se si sapevano distinguere potevano diventare comandanti della flotta o comandanti dei giannizzeri oppure occupavano posti di comando nella gerarchia del palazzo (visir, gran visir). Pertanto diventare schiavo del sultano era un pregio, poiché si veniva scelti per servire il sultano stesso e infatti le famiglie iniziano a pagare gli ufficiali dei giannizzeri affinché scegliessero i propri figli. I giannizzeri per legge non si possono sposare, esistono 196 compagnie di giannizzeri, ognuna con uno stemma, un nome e caratteristiche proprie. Gli ufficiali portano i nomi e i gradi di chi lavora in cucina, gli ufficiali inferiori si chiamano “sguattero”, mentre il comandante della compagnia prende in nome di “zuppa”, dato che quest’ultimo distribuisce a zuppa. Sempre per legge essi sono obbligati a portare i baffi fino a quando non diventano ufficiali. I giannizzeri svolgono anche funzioni di pompieri, ma non spengono l’incendio se non è garantita la ricompensa. Dalla fine del Cinquecento i giannizzeri ottengono il diritto di far iscrivere i loro figli nel corpo, la loro vita cambia, dato che possono convivere con donne e dedicarsi un po’ di tempo libero. Lo Stato paga oltre 135.000 stipendi per persone che passavano in caserma solo per riscuotere la paga. Erano diffusi i rinnegati, i cristiani che cadevano nelle mani dei turchi e per sfuggire alla schiavitù si convertirono all’Islam, dato che nella società ottomana avevano possibilità di carriera. I più colti o coloro capaci di costruire navi, archibugi, cannoni, avevano una carriera assicurata. I turchi erano un insieme di tribù accomunate da una lingua comune. Il turco è una lingua armoniosa e agglutinante, cioè può formare parole lunghissime. I turchi erano già conosciuti dai bizantini e dagli arabi prima del Mille, la dinastia dei Selgiuchidi rivolge lo sguardo all’Anatolia chiedendo che terra fosse e gli viene risposto Roma, infatti i turchi chiamano l’Anatolia Rum. I turchi conquistano l’Anatolia, che era nelle mani dei bizantini, nel 1071 con la battaglia di Manzikert. In Asia i turchi hanno avuto con il cristianesimo e l’ebraismo, con l’avanzata in terra musulmana si sono convertiti all’Islam. I turchi combattono in bande di guerrieri a cavallo che colpiscono i nemici tirando le frecci con gli archi; essi sostenevano di discendere dai franchi e come discendono, secondo la leggenda, da un principe troiano, quindi anche i turchi erano parenti dei romani. Gli Ottomani disprezzano gli europei e gli europei disprezzano gli Ottomani, un episodio evidente: un ambasciatore ottomano si reca in Europa, trova in una biblioteca copie del Corano e le acquista per riportarle in patria (pensiero ottomano: il libro è in prigionia, esilio, in mezzo agli infedeli). Maometto II il Conquistatore sale al potere a soli dodici anni poiché il padre abdica a suo favore, egli scrive al padre chiedendogli di tornare al potere, ma quest’ultimo gli risponde che è in pensione e che non si assume alcuna responsabilità, allora Maometto, essendo sultano, gli ordina di comandare un esercito. Il padre prende il potere, ma alla sua morte lo succede Maometto II questa volta a 19 anni. Nel 1453, a soli 21 anni, il sultano decide di impadronirsi di Costantinopoli, poiché essendo la capitale dell’impero romano, era anche la capitale del mondo e la rende la nuova capitale del suo Impero. Secondo una leggenda, l’impronta di una mano presente ancora oggi su una colonna nella moschea di Santa Sofia sarebbe la mano di Maometto II, che si è arrampicato tra i cadaveri ed è arrivato a quell’altezza. Inoltre dopo aver conquistato la città egli sceglie di liberare i prigionieri di guerra che gli spettavano per ripopolarla. Il figlio del Conquistatore, Beyazit II, quando viene a sapere dell’espulsione degli ebrei dalla Spagna rimane sorpreso. Questo sultano si rallegra della vicenda, poiché sostiene che si stia impoverendo il Regno di Spagna per arricchire il suo. Tra il 1400 e 1700 gli europei d’occidente vedono un rivale nel nuovo impero, mentre tra 600 e 700 con la rivoluzione industriale la mentalità europea cambia e vede l’impero ottomano come un rivale sconfitto a causa della sua inferiorità nel campo dell’innovazione militare e tecnologica. Dopo aver strappato Cipro ai veneziani, il 7 ottobre 1571 venne combattuta la battaglia di Lepanto per il potere nell’Adriatico tra i veneziani e gli ottomani. Per la prima volta gli ottomani vennero sconfitti, ma persero solamente la flotta. Una celebre citazione sosteneva che il gran visir abbia detto all’ambasciatore veneziano che gli ottomani prendendo Cipro hanno strappato un braccio ai veneziani, mentre i veneziani distruggendo la flotta agli ottomani è come se avessero tagliato la barba al sultano, pertanto un braccio tagliato non ricresce, ma la barba tagliata sì. Suleyman (Solimano, il Magnifico) è stato un grande re, ha regnato a lungo (1520-1566), esemplare per la giustizia e per la saggezza, con egli l’impero ottomano raggiunge gli apici della sua grandezza culturale, artistica e la massima espansione. Non tutti i sultani si sposano, possono avere numerose concubine e numerosi figli, i quali sono tutti eredi, non esiste distinzione tra figli legittimi e illegittimi, prende il potere colui che uccide tutti gli altri fratelli. Sono gli uomini di formazione religiosa a gestire la giustizia nell’impero ottomano. Nel 1683 il gran visir Kara Mustafà pone Vienna sotto assedio per due mesi, dopo aver pianificato l’operazione. Inoltre vi è un’alleanza con i protestanti ungheresi, se aiuteranno i turchi alla conquista di certi territori otterranno la libertà religiosa. L’assedio non ha l’esito sperato e dal 1683 inizia il declino militare dell’impero ottomano. Nel corso del Settecento l’impero continua a combattere contro le potenze europee con maggior fatica incassando sconfitte. Gli ottomani giungono a scontrarsi anche con i russi, le negoziazioni dei trattati di pace avvenivano in italiano, infatti la diplomazia turca parlava italiano. In Europa nel Cinquecento si crea un’opinione pubblica più informata attraverso la diffusione della stampa, mentre nel mondo ottomano ciò è proibito. Nel 1515 il sultano Selim il Terribile emana un decreto che condanna a morte chiunque si occupi di stampa, a causa di ragioni religiose. Secondo il ceto dei religiosi può succedere qualcosa di catastrofico se si inizia a stampare il Corano, il quale doveva essere copiato a mano e non affidato alle macchine. Non si poteva stampare in turco, ma imprenditori greci e armeni aprono stamperie e riproducono libri nelle loro lingue. Nel Settecento iniziano a circolare voci riguardo alla stampa in occidente di libri in turco e in arabo e in circolazione in Oriente, successivamente si emana una legge secondo la quale la stampa è permessa per la legge islamica purché non siano libri religiosi.
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