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IL DOPOGUERRA, L'ITALIA FASCISTA, IL NAZISMO, LA II GUERRA MONDIALE, Sbobinature di Storia

LO SCOPPIO DELLA GUERRA, L'ATTACCO ALLA FRANCIA E ALL'INGHILTERRA, LA GUERRA PARALLELA DELL'ITALIA E L'INVASIONE DELL'UNIONE SOVIETICA, IL GENOCIDIO DEGLI EBREI, LA SVOLTA DELLA GUERRA, LA GUERRA IN ITALIA, LA VITTORIA DEGLI ALLEATI, VERSO UN NUOVO ORDINE MONDIALE,

Tipologia: Sbobinature

2022/2023

Caricato il 27/01/2024

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Scarica IL DOPOGUERRA, L'ITALIA FASCISTA, IL NAZISMO, LA II GUERRA MONDIALE e più Sbobinature in PDF di Storia solo su Docsity! IL DOPOGUERRA L'Italia, dopo aver vinto la Grande Guerra, si trovò in uno stato di forte crisi. Le difficoltà economiche aumentarono le tensioni sociali. Nelle elezioni del 1919 si imposero i socialisti e i popolari. Tra il 1919 e il 1920 (nel cosiddetto "biennio rosso") il paese fu investito da un'ondata di agitazioni e scioperi, durante la quale fabbriche e proprietà incolte vennero occupate. Queste iniziative scatenarono il panico tra gli industriali e i latifondisti, che temevano sarebbe scoppiata una rivoluzione. Con la mediazione del nuovo governo di Giolitti, gli operai videro soddisfatte alcune richieste economiche e la situazione tornò alla normalità. Da quel momento, però, le classi padronali iniziarono a simpatizzare con il nascente movimento fascista. Le tensioni in Italia erano determinate anche dai risultati deludenti per l'Italia dei trattati di pace. Infatti all'Italia non erano state concesse tutte le città promesse nel patto di Londra. Negli anni del biennio rosso era stato fondato a Milano dall'ex socialista Benito Mussolini il movimento dei fasci di combattimento". Un movimento dai tratti rivoluzionari che voleva opporsi sia al socialismo sia al capitalismo. L'insuccesso dei fasci alle elezioni del 1919 convinse Mussolini ad abbandonare le idee più radicali. Il movimento divenne così una forza di destra che si pose in difesa dei ceti medi e contro le istituzioni liberali. Lo strumento usato dal fascismo per ottenere sempre più credito furono le squadre d'azione o camicie nere, formazioni armate che attaccavano socialisti e cattolici e uccidevano i loro esponenti. Il fascismo conquistò sempre più consensi tra i ceti medi e tra i proprietari terrieri. Dopo le elezioni del 1921, i fascisti entrarono in Parlamento e Mussolini, divenuto leader, trasformò il movimento in Partito nazionale fascista; programmò nel 1922 la "marcia su Roma" che doveva fare pressione sul governo. Il re Vittorio Emanuele III dette l'incarico di formare un nuovo governo a Mussolini. L’ITALIA FASCISTA Mussolini fu nominato presidente del Consiglio nel 1922. Egli si trovò a capo di un governo eterogeneo composto oltre dai ministri fascisti, anche liberali, popolari e nazionalisti. Mussolini capì che era necessario collaborare con la classe dirigente liberale per dar vita a un regime fascista ma nonostante ciò egli continuò a ribadire, soprattutto durante il suo discorso, che il Parlamento fosse un organismo inutile. Grazie a questa politica del “doppio binario” Mussolini riuscì ad indebolire il Parlamento e a dare inizio a una serie di riforme radicali per fascistizzare lo Stato. Alla fine del 1922 fu preso il primo provvedimento, la cosiddetta “Legge dei pieni poteri” con cui fu attribuita al governo una serie di funzioni proprie del Parlamento. Poco dopo creò due nuove istituzioni: —+ il Gran Consiglio del Fascismo: Convocato alla fine del 1922 ed era formato da dirigenti fascisti nominati da Mussolini. Essi avevano il compito di consigliare il governo sulle linee guida e proporre le leggi. —+ la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale: Istituita nel 1923 per dare un inquadramento ufficiale alle squadre d’azione (illegali). Nel 1924 si svolsero le elezioni e i fascisti si candidarono all’interno della “Lista nazionale” e ottennero, grazie alla nuova legge elettorale, il 65% dei voti. Dato l’esito delle elezioni, Matteotti, segretario del PSU, denunciò alla Camera le violenze fasciste contro gli oppositori e mise in discussione la regolarità degli scrutini chiedendo l'annullamento delle elezioni. Pochi giorni dopo però Matteotti fu rapito e assassinato da alcuni sicari fascisti, provocando grande indignazione nel paese. In un primo momento Mussolini cercò di tranquillizzare l'opinione pubblica negando la propria responsabilità e condannando pubblicamente il delitto. Così facendo scatenò le critiche dei fascisti più radicali e temendo di perdere la leadership, Mussolini ruppe ogni indugio e durante un discorso con il Parlamento si assunse la piena responsabilità dell’assasinio di Matteotti, minacciando di lasciare libero sfogo alla violenza contro tutti gli avversari. Ebbe così iniziò la dittatura, sancita dalle “leggi fascistissime". Fu creato uno Stato accentrato e poliziesco in cui non ci poteva più essere l'opposizione democratica e il dissenso. Mussolini accentro su di se i poteri legislativo ed esecutivo, sostituì i sindaci eletti con i podestà nominati dal governo. Per reprimere le voci di dissenso furono abolite le libertà di stampa, di parola e di associazione + molti giornali furono chiusi; tutti i partiti furono sciolti (tranne quello fascista) e ; fu ripristinata la pena di morte; fu costituita una polizia politica, OVRA e il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, i quali erano incaricati di arrestare e condannare chiunque fosse considerato una minaccia per la sicurezza del paese. L'attività repressiva fu molto intensa e provocò molte vittime; venne istituito il confino, ovvero l'obbligo temporaneo a risiedere in località sperdute sotto la sorveglianza della polizia. Le elezioni del 1929 videro i candidati fascisti guadagnare il 98% dei consensi. Questo successo fu possibile anche grazie all’avvicinamento del regime alla chiesa cattolica. Nel 1929 a Roma furono firmati i Patti Lateranensi che regolavano diversi aspetti riguardanti le relazioni tra Stato e Chiesa. Essi erano costituiti da: 1 un trattato bilaterale di riconoscimento reciproco, secondo il quale la Chiesa riconosceva Roma capitale d’Italia, e l'Italia riconosceva indipendente lo Stato del Vaticano; 2 una convenzione finanziaria, con cui lo Stato italiano versò un risarcimento per la soppressione dello Stato pontificio > avvenuta nel 1870. 3 un concordato, con il quale la fede cattolica divenne la religione ufficiale dello Stato e al matrimonio religioso venne riconosciuta validità civile. Inoltre i vescovi, dovettero giurare fedeltà allo Stato italiano. Per costruire un forte consenso verso il regime, Mussolini creò un vero e proprio culto della sua personalità, facendosi chiamare duce (condottiero del popolo italiano) e fece largo uso della propaganda attraverso radio e cinema. Era consapevole dell’importanza dell’educazione nella costruzione del consenso, infatti riformò in modo radicale il sistema scolastico in modo da plasmare fin dall’infanzia il “nuovo uomo fascista”. Tutti i giovani furono inquadrati in associazioni facenti parte dell'Opera Nazionale Balilla (ONB), i quali dovevano abituare i giovani a “credere, obbedire, combattere”. Le donne avevano ruolo di moglie e madre. Mussolini aveva messo la battaglia per la crescita demografica tra le priorità del paese e a sostegno di ciò nel 1926 l’aborto era stato messo fuori legge e considerato un crimine contro lo Stato. Fu inoltre creato il ministero per la Cultura popolare che organizzava ogni sorta di attività trasformandola in occasioni per propagandare i successi del regime. Il fascismo si lancio in una politica di espansione coloniale in Libia, dove la resistenza locale fu fiaccata con l’uso della violenza, è in Etiopia, attaccata e conquistata tra il 1935 e il 1936. In Etiopia il fascismo non esitò utilizzare i gas asfissianti sulla popolazione. La società delle nazioni decretò delle sanzioni economiche contro l’Italia, che tuttavia si rivelarono inefficaci e, anzi, rafforzarono il consenso interno del regime e lo avvicinarono alla Germania nazista. Inizialmente Mussolini aveva guardato con sospetto al nazismo, nel 1936 strinse con Hitler e l'alleanza detta “asse Roma-Berlino”. A causa dell’alleanza con il nazismo tra il 1938 il 1939 furono approvate le leggi per la difesa della razza, che escludevano gli ebrei dalla vita sociale. Le leggi razziali non suscitarono particolari proteste da parte dell’opinione pubblica né da parte della chiesa. IL NAZISMO Con la fine della Grande Guerra, la Germania sconfitta era diventata una repubblica, detta di Weimar. Il governo repubblicano sin dall'inizio si dimostrò molto fragile, esposto agli attacchi di partiti e movimenti estremisti. Già nel gennaio del 1919 i comunisti della Lega di Spartaco organizzarono un'insurrezione che venne fermata dall'esercito e dalle milizie volontarie. Nell'agosto del 1919 fu approvata una nuova Costituzione progressista, la quale estendeva il diritto di voto alle donne, prevedeva un Parlamento forte e affidava grandi poteri al presidente della Repubblica. Il governo però fu attaccato da molti tedeschi per aver accettato l'umiliante trattato di Versailles che costringeva la Germania a numerose cessioni territoriali e a pagare un'ingente indennità di guerra. Proprio le difficili condizioni di pace impedirono al governo di risolvere la crisi economica postbellica, caratterizzata da altissimi livelli di inflazione e disoccupazione. L'economia tedesca iniziò a riprendersi dal 1923 grazie a investimenti statunitensi che però finirono con la crisi del 1929: l'economia tedesca ripiombò nel baratro. Tra i movimenti politici ostili alla Repubblica di Weimar vi era anche un partito di estrema destra, il Partito nazista: fondato nel 1920 da Adolf Hitler, si ispirava al fascismo italiano; i suoi aderenti erano organizzati in squadre Paramilitari che si distinsero per l'uso della violenza contro i loro oppositori. Nel 1923 i nazisti tentarono un colpo di Stato a Monaco che fu sventato, ma il governo repubblicano non punì in modo esemplare i nazisti. In carcere Hitler scrisse il Mein Kampf in cui descrisse il programma politico nazista: la denuncia del trattato di Versailles, il riarmo della Germania, il recupero dei territori europei perduti, l'espansione della Germania verso est e l'annientamento degli ebrei. p P P 5 La marina britannica adottò nuove tecniche e tecnologie grazie alle quali fu in grado di intercettare i sommergibili tedeschi e distruggerli. La battaglia dell'Atlantico proseguì per l'intera durata della guerra, ma già dal 1943 era chiaro che la GB avrebbe avuto la meglio. LA GUERRA PARALLELA DELL'ITALIA E L'INVASIONE DELL'UNIONE SOVIETICA A causa dell'impreparazione militare dell'esercito italiano, Mussolini aveva dichiarato lo stato di "non belligeranza", che significava che L'italia pur non partecipando ai combattimenti avrebbe comunque offerto supporto all'alleato tedesco. I vertici del governo cercarono di dissuadere Mussolini dal prendere iniziative sull'entrata in guerra, ma il suo desiderio di imitare la gesta di Hitler e di ottenere una ricca ricompensa in caso di vittoria. Così il 10 giugno 1940 Mussolini annunciò che l'Italia entrava in guerra al fianco della Germania. L'iniziativa apparve particolarmente vile, in quanto pochi giorni dopo l'entrata in guerra la Francia firmò l'armistizio e l'Italia andava a colpire un paese già praticamente sconfitto. Mussolini aveva in mente una “guerra parallela” a quella tedesca, in cui l’Italia avrebbe perseguito individualmente i propri obiettivi, distinti da quelli della Germania. Il suo obiettivo principale era quello di ricreare un vasto impero coloniale nel Mediterraneo. Così, una parte consistente delle forze navali britanniche dovettero essere mantenute in quell’area a difesa delle basi e vie di comunicazione con le colonie inglese. La guerra navale fu favorevole alla Marina militare britannica, come anche le operazioni via terra condotte in Nordafrica. L’impreparato esercito italiano venne sconfitto in Egitto, inoltre i britannici passarono al contrattacco invadendo la Libia. Solo grazie all’ intervento dei tedeschi gli inglesi furono ricacciati in Egitto e Libia tornò in mano italiana. Un altro corpo di spedizione inglese attaccò le colonie italiane dell'Africa orientale. Nel maggio 1941 dopo la caduta dell’ultimo presidio in Etiopia, l’Italia perse per sempre le sue colonie del Corno d’Africa. L'impero creato da Mussolini pochi anni prima venne così completamente abbattuto. 1940 > L'Italia decise di aprire un secondo fronte nel territorio balcanico attaccando la Grecia, senza avvertire i tedeschi. Nonostante ciò a causa delle crescenti difficoltà dell'esercito italiano, Hitler fu costretto a far intervenire le truppe tedesche nel teatro di guerra balcanico. In quegli anni il governo iugoslavo era stato rovesciato da un colpo di Stato, perciò il Fuhrer decise di approfittarne e invadere anche la Iugoslavia. 1941 > i tedeschi intervennero e in pochi giorni Grecia e Iugoslavia si arresero. Il loro territorio venne poi diviso fra serbi, croati, italiani e tedeschi. (Più avanti però sempre nei Balcani inizia una spietata guerra partigiana che logora le forze nazi-fasciste). Data l’impossibilità di conquistare la Gran Bretagna e l'insuccesso della guerra sottomarina dell'Atlantico, Hitler decise di affrontare l'Unione Sovietica (unica potenza in grado di tenergli testa). Il patto di non-aggressione firmato tra Germania e URSS aveva solo un valore tattico in quanto l’URSS rappresentava sia il peggior nemico del nazismo sia un paese ricco di materie prime indispensabili per alimentare l’industria bellica. 22 Giugno 1941 > inizia l'invasione chiamata in codice Operazione Barbarossa (riferimento a Barbarossa). L'Armata rossa, schierata lungo la frontiera, venne subito travolta dall’avanzata tedesca mentre nelle aree sul Baltico e in Ucraina occidentale i tedeschi vennero accolti con favore perché furono visti come liberatori del regime stanlinista. A settembre le truppe tedesche arrivarono alle porte di Mosca e Leningrado e per questo si pensava che LURSS stesse per cadere, ma contrariamente alle aspettative, l'offensiva tedesca esaurì le sue forze in quanto si trovarono davanti sia un’avanzata prolungata (erano abituati alle rapide manovre del Blitzkrieg) che strade impraticabili a causa del fango (le quali per un esercito motorizzato come quello tedesco era difficoltosa la marcia). Stalin in risposta concentrò tutti gli sforzi per organizzare la resistenza dell’Armata Rossa e incitare la popolazione a respingere gli invasori nazisti. A tale scopo Stalin cercò anche l' appoggio della Chiesa ortodossa riabilitata recentemente e attuò anche un grande piano di evacuazione in modo che la potenza industriale sovietica sopravvivesse all’invasione. Più tardi, i tedeschi dovettero arretrare da Mosca e per la prima volta la guerra lampo si concludeva senza la conquista della capitale e la resa del paese invaso. I nazisti avevano creato un nuovo tipo di guerra > particolarmente atroce e violenta, chiamata guerra di distruzione. Essa era combattuta senza nessun scrupolo sia per i civili che per i soldati, in particolare l'attacco contro i civili era mirato a spargere il terrore e minare il morale della popolazione > nei villaggi dell'URSS si verificarono fucilazioni indiscriminate della popolazione compiute dalle unità operative delle SS < il resto della popolazione viveva senza cibo e assistenza medica e bastava un gesto di ribellione per far sì che i loro villaggi venissero bruciati. A EST, in Polonia, la quale era un obiettivo di Hitler che mirava a farla diventare un serbatoio di materie prime e forza lavoro da sfruttare per mantenere la Germania, la ferocia nazista era alimentata dalla folla razzista che considerava la razza slava inferiore e negava la natura umana degli ebrei. In più c’era l’odio per il regime comunista e a causa di ciò le truppe tedesche fucilavano i dirigenti e i funzionari comunisti. —+ La nascita di movimenti di resistenza nei paesi occupati Nei paesi occupati ci fu la formazione di movimenti di resistenza: > a OVEST resistenza animata da piccoli gruppi di sabotatori clandestini; > a EST la resistenza organizzò veri e propri eserciti che riuscirono a strappare ai tedeschi il controllo di ampi territori. La popolazione era divisa tra chi appoggiava i partigiani e chi si schierava coi tedeschi perché dava sfogo a un radicato antisemitismo o per anticomunismo. Iugoslavia > la guerra portò alla luce l'ostilità tra le diverse nazionalità: i croati si schierarono con Hitler mentre i serbi, monarchici o comunisti, animavano la resistenza. IL GENOCIDIO DEGLI EBREI La guerra offrì ai nazisti l'opportunità di realizzare scientificamente un crimine su larga scala come quello dello sterminio degli ebrei. Questo è chiamato sia Olocausto che Shoah (“distruzione”, “annientamento”) e in linguaggio giuridico genocidio. Prima della guerra il regime nazista si era preoccupato di liberare la Germania dalla presenza degli ebrei con leggi discriminatore e violenze. Successivamente l'occupazione dei territori dell'Europa orientale ci fu la necessità di pensare a una “soluzione finale” per gli ebrei > un progetto di sterminio dell'intero popolo ebraico. Così nel settembre del 1939 il generale Heydrich avviava l'operazione di trasferimento di massa degli ebrei. Alle “squadre speciali” fu affidato l’incarico di rastrellare gli ebrei: le vittime venivano evacuate a forza dalle loro case e costrette ad ammassarsi nei ghetti creati nelle grandi città dell'Europa orientale, inoltre, avevano l'obbligo di portare una stella gialla per essere immediatamente riconosciuti. Nella Polonia il ghetto + grande era quello della Varsavia dove vivevano 500.000 persone > non si poteva uscire e il capo era Himmler. Col tempo le $$ si resero conto che tenere gli ebrei nei ghetti era impossibile dato la loro consistenza numerica e il loro trasferimento risultava ormai difficile. Perciò nel gennaio del 1942 alcuni gerarchi nazisti come Eichmann durante una riunione sul lago di Wannsee, misero a punto le procedure per lo sterminio sistematico degli ebrei. “SOLUZIONE FINALE” = sfruttamento degli ebrei nei campi di sterminio e eliminazione fisica. I comandi tedeschi iniziarono l’eccidio con metodi industriali. Sin dall’autunno 1941 era iniziata la costruzione dei campi di sterminio il cui scopo, diversamente dai campi di concentramento, non era la detenzione dei prigionieri, ma la loro eliminazione fisica. Si organizzò un sistema di trasporti in grado di trasportare gli ebrei e gli oppositori ai campi di sterminio < le ferrovie d'Europa dovettero raddoppiare i loro sforzi. Inoltre le fabbriche chimiche iniziarono a produrre grandi quantitativi di gas asfissiante; grazie a questi fattori i campi di sterminio divennero estremamente efficienti. Campo di sterminio + grande > Auschwitz in cui i deportati scendevano dal treno in cui avevano viaggiato ammassati senza cibo nè acqua e venivano sottoposti a una prima selezione, qui quelli giudicati in grado di lavorare venivano sfruttati, mentre invece quelli giudicati inadatti venivano spogliati e portati nelle camere a gas. I loro cadaveri venivano seppelliti in fosse comuni mentre le camere a gas venivano ripulite per un nuovo “trattamento” > il processo di eliminazione fisica venne perfezionato con l’introduzione di forni crematori dove i cadaveri venivano bruciati. In Germania e nei paesi occupati esistevano altri lager (campi di concentramento) dove erano deportato anche prigionieri politici, militanti di sinistra arrestati nei paesi occupati, partigiani catturati nei rastrellamenti, prigionieri di guerra, zingari e omosessuali. I campi servivano anche da prigione per i criminali tedeschi, ladri, rapinatori e assassini, a cui però erano riservate condizioni di vita meno dure rispetto agli altri deportati. Talvolta le SS sceglievano fra i criminali i propri aiutanti (kapò). Sulla divisa dei prigionieri era cucito un contrassegno che indicava la categoria di appartenenza, in modo da riconoscerli subito. Negli ultimi anni di guerra le condizioni di vita dei lager assomigliavano a quelle di sterminio (molti vennero provvisti di camere a gas e forni per liquidare rapidamente tutti i prigionieri divenuti inadatti). Molti sapevano dello sterminio degli ebrei, il personale dei lager, il personale delle ferrovie e gli innumerevoli impiegati che lavoravano per far girare a pieno regime la macchina del genocidio. Tutti sapevano che qualcosa stava succedendo ma preferivano non sapere cosa, questo perché molti di essi erano tedeschi e sostenevano Hitler che aveva sempre detto che sarebbe stato meglio se gli ebrei fossero spariti, il modo non aveva troppa importanza. Anche i governi alleati avevano informazioni e denunciavano nella loro propaganda la crudeltà con cui i nazisti trattavano gli ebrei, ma quando le organizzazioni ebraiche chiesero di fare qualcosa per mettere fine al genocidio, risposero che avevano le mani legate. Il papa, autorità spirituale al di sopra delle parti, Pio XII non si levò mai apertamente a condannare lo sterminio nemmeno quando gli ebrei di Roma furono deportati ad Auschwitz. Nei paesi dell'Europa occidentale i governi fantoccio, la polizia e l’amministrazione collaboravano con i nazisti per rastrellare e deportare gli ebrei connazionali (Francia di Vichy e Italia fascista). Raramente ci furono governanti coraggiosi come il re di Danimarca che portò la stella gialla insieme agli ebrei. Al tempo stesso molti si diedero da fare per aiutare gli ebrei a nascondersi e a fuggire (soprattutto in Italia dove c'era scarsa presenza di sentimento antisemita). Il sentimento di antisemitismo era ancora più grave nell'Europa orientale, ma nonostante ciò solo i tedeschi possedevano l’organizzazione burocratica, l'efficienza lavorativa e l'obbedienza cieca delle autorità che permisero a Hitler di organizzare il genocidio su così vasta scala. Gli ebrei invece sapevano a cosa andavano incontro, sebbene molti si rifiutavano di credere a un orrore così grande. Qualcuno sperava che collaborando nell’amministrazione dei ghetti i tedeschi li avrebbe risparmiati (fu istituita una polizia ebraica) # altri scelsero la resistenza armata nonostante fossero troppo pochi e disorganizzati. L'episodio più famoso della resistenza ebraica è la rivolta del ghetto di Varsavia nell'aprile del 1943 > quando i tedeschi arrivarono per rastrellare il ghetto furono accolti dal fuoco di gruppi partigiani e ci volle quasi un mese di battaglia perché il ghetto fosse raso al suolo e la sua popolazione deportata. LA SVOLTA DELLA GUERRA Stati Uniti > rimasti neutrali, anche se politicamente vicini alla Gran Bretagna. L'opinione pubblica statunitense era posizionata in un isolazionismo e riteneva inconcepibile un intervento di soldati americani in Europa. Il presidente Roosevelt non aveva però simpatia per le dittature nazifasciste e volle mostrare la sua vicinanza alla Gran Bretagna facendo approvare dal Congresso la legge Affitti e Prestiti, che prevedeva: > la vendita a prezzi vantaggiosi, > il prestito > la donazione di navi e altri armamenti all'alleato; permise: > ai britannici di tener testa all'offensiva dei sottomarini tedeschi nell'Atlantico > agli Stati Uniti di rimettere in moto l'economia, che non si era ancora ripresa dopo il crack del 1929. L'intesa fra Gran Bretagna e Stati Uniti era stata suggellata nell'aprile del 1941 con un incontro fra Roosevelt e Churchill presso l'isola di Terranova, che si concluse con la firma della Carta atlantica, un documento in cui i due paesi indicavano le linee guida per la creazione di un nuovo ordine internazionale: > il libero accesso alle materie prime per tutti i paesi > la liberalizzazione dei mercati Il Fuhrer continuava a puntare su Mussolini per respingere gli alleati e per questo lo aiutò a fondare a Salò uno stato fascista col nuovo nome di Repubblica Sociale Italiana (RSI), la cui volontà era di richiamare lo spirito originario del Fascismo= antiborghese, anticapitalista e patriottico. In realtà la Repubblica di Salò era uno stato fantoccio in cui a comandare erano i tedeschi e Mussolini era un burattino, per questo i suoi seguaci furono chiamati repubblichini. L'ordinamento era di un regime autoritario e poliziesco , il patriottismo venne usato per giustificare le rappresaglie e il terrore scatenato contro gli antifascisti. Protagoniste furono le brigate nere il cui compito era di cacciare i socialisti e i sindacalisti delle Leghe operaie e bracciantili. Tra le vittime della RSI vi furono i membri del Gran Consiglio del Fascismo che avevano deciso la destituzione di Mussolini. Le autorità fasciste attivarono una propaganda nazionalista e patriottica necessaria per il consenso della popolazione. La Repubblica Sociale Italiana era alleata della Germania ma i nazisti trattavano l’Italia come un paese vinto e occupato: e Numerosi lavoratori furono deportati e costretti a lavorare in condizioni di durissimo sfruttamento e Come in tutti i paesi occupati, gli ebrei italiani furono arrestati e deportati verso i campi di sterminio e La maggior parte dei convogli ferroviari partivano da Milano, noto fu il binario 21 da cui quasi 1000 ebrei partirono verso i campi di concentramento e Creazione di campi di concentramento anche in territorio nazionale come quello di Fossoli vicino a Modena o quello di Bolzano-Gries o quello della risiera di San Sabba a Trieste dotato di un forno crematorio. L'opinione pubblica non si espresse contro i rastrellamenti e lo stesso fece il pontefice ma furono comunque molti gli italiani che si attivarono per proteggere e mettere in salvo le famiglie di origine ebraica. Le SS e la Wehrmacht per stroncare ogni resistenza attuarono una durissima guerra civile, il 24 Marzo 1944 alle Fosse Ardeatine i nazisti fucilarono 335 civili e militari italiani. Con l'avanzata verso nord degli alleati la popolazione italiana conobbe la vera violenza dei tedeschi, le stragi naziste si dissero più spesso contro i piccoli paesi ,come, Boves, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto e Civitella. Con l' 8 settembre nell'Italia centro settentrionale iniziò la Resistenza, i primi gruppi di partigiani erano formati da soldati e ufficiali ma anche da perseguitati, antifascisti ,sindacalisti e studenti. Le azioni delle bande Partigiane furono da prima prive di coordinamento ma ben presto iniziarono essere inquadrate all'interno dei CLN Comitati di Liberazione Nazionale), organizzazioni clandestine. I giorno successivo all'armistizio si erano ricostituiti partiti messi al bando durante il fascismo ed erano sciolte altre formazioni politiche: I Partito Comunista (PCI) I Partito Socialista italiano di unità proletaria (dal partito socialista) [l partito liberale a Democrazia Cristiana( dal Partito popolare di don Luigi Sturzo) | partito repubblicano [l partito d'azione Sotto la guida dei CLN le formazioni Partigiane si unificarono nel Corpo dei Volontari per la Libertà. Coloro che si riconoscevano nel partito d'azione quasi sempre borghesi progressisti provenienti dall'università e dalle magistrature fondarono le formazioni giustizia e libertà che si distinguevano in: > Brigate Matteotti > Brigate Garibaldi > Fiamme Verdi(ispirazione cattolica) > Reparti monarchici (chiamati badogliani o azzurri) Tutte le formazioni Partigiane condividevano l'obiettivo della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo e le accomunava la speranza che la lotta partigiana portasse a una profonda trasformazione . La lotta partigiana fu condotta sia attraverso azioni di sabotaggio, imboscate e attentati contro i presidi tedeschi o repubblichini sia attraverso azioni più organizzate che prevedono l’occupazione del territorio. La lotta partigiana però oltre agli aspetti militari ha un significato sul piano dei valori civili, sorse infatti nel paese in cui era nato il fascismo e quindi si configura come una guerra civile. Inoltre convinse tanti Italiani del valore supremo della democrazia per cui valeva la pena combattere, la Resistenza fu anche guerra per far trionfare i valori della libertà e del pluralismo contro la sopraffazione fascista. Nell'Italia meridionale occupata dagli anglo-americani continuavano a governare il re e Badoglio, ma il vero potere era in mano agli alleati che non avevano intenzione di togliere la monarchia. I partiti democratici dell'antifascismo, invece, chiedevano l'immediata abdicazione del re Vittorio Emanuele III Il futuro politico del paese era dunque molto incerto, questa situazione di incertezza durò fino al marzo del 1944, quando il segretario del Partito Comunista Palmiro Togliatti convinse a sostenere il re Badoglio con lo scopo di sconfiggere il nazifascismo. La svolta di Salerno rese possibile la formazione di governi di unità nazionale, il re accettò di farsi da parte e annunciò che dopo la liberazione di Roma si sarebbe ritirato delegando i poteri al figlio Umberto di Savoia, da parte sua Badoglio si dimise e venne sostituito dal socialista Ivanoe Bonomi. La collaborazione fra i partiti e il governo segna una svolta anche nell’ efficacia della lotta di liberazione poichè i Partigiani poterono contare su una migliore organizzazione e supporto degli anglo-americani che inviarono aiuti. All'inizio del 1944 gli Alleati avevano ripreso la loro avanzata verso nord, i combattimenti si concentrarono a Cassino, dove la resistenza tedesca si protrasse. Per aggirare la linea Gustav, gli alleati tentarono uno sbarco più a nord, ad Anzio ,ma anche qui furono bloccati. Gli alleati giunsero a Roma il 4 giugno 1944 e dopo 2 mesi anche a Firenze con il contributo dei Partigiani. Con la fine dell'estate i tedeschi apportarono una nuova linea difensiva lungo l'Appennino tosco-emiliano, la Linea gotica, qui nel settembre del 1944 l'avanzata degli alleati fu nuovamente bloccata. L'Inverno del 44-45 fu molto duro per i civili e i Partigiani del Nord a causa del clima, della poca disponibilità di viveri, dei bombardamenti e della violenza tedesca e fascista. LA VITTORIA DEGLI ALLEATI Era necessario distruggere la macchina bellica tedesca , si impiegarono soprattutto i sovietici. Entro l’estate del 1944 venne liberato tutto il territorio sovietico compresa Leningrado. Le truppe sovietiche entrarono vittoriose , in Cecoslovacchia, Romania, in Corea, Bulgaria eliminando così l'egemonia sovietica sull’Europa orientale. Nell’agosto del 1944 avvenne la rivolta di Varsavia , i tedeschi non esitarono a colpire la popolazione civile. Benché la guerra non fosse ancora finita i calcoli politici per il dopoguerra stavano già prendendo il sopravvento. Durante la conferenza di Teheran avevano convenuto che gli anglo americani sarebbero sbarcati in Normandia. L'operazione fu preparata con cura, la produzione di armi negli Stati Uniti aumentò e anche nell’unione sovietica riuscirono a produrre enormi quantitativi di armi. Grazie ai radar più sofisticati fu più facile per gli alleati individuare glu U-boot tedeschi e affondarli. Nel 1944 grazie al matematico Nathan Touring gli inglesi potevano mettere a punto una macchina in grado di decifrare i messaggi in codice liberati da enigma. L'operazione overlord scattò infine il 6 giugno 1944 fu un invasione di circa 5 spiagge. Parteciparono tantissime navi da guerra e altrettanti aerei che bombardarono le postazioni difensive, i tedeschi opposero comunque una feroce resistenza. Altri uomini furono paracadutati per aprire un varco verso l'interno del paese. La Germania era minacciata dall’invasione anche all'Occidente. Nell’estate del 1944, con l'avanzata degli Alleati in Francia, la credibilità di Hitler era crollata. Il quale scatenò una repressione contro qualsiasi forma di dissenso che stava riaffiorando in Germania. Nonostante la liberazione di Grecia, Bulgaria, Ungheria, Iugoslavia il Fùhrer si illudeva di poter cambiare le sorti del conflitto grazie ad armi segrete. La ricerca tedesca aveva compiuto miracoli, i tedeschi furono i primi a usare aerei a reazione, a sviluppare la tecnologia dei missili e dei razzi a lunga gittata. Nessuna di queste armi risultò decisiva. Gli scienziati tedeschi erano però rimasti indietro agli americani in campo atomico, unica arma che può cambiare gli equilibri strategici. Per eliminare la volontà di resistenza dei tedeschi gli Alleati decisero di fare numerosi bombardamenti aerei che richiesero ingenti risorse. Tutto questo però non rallentò il morale dei tedeschi, molti dei quali sostenevano ancora Hitler e la sua volontà di combattere ad oltranza. L’ultimo tentativo tedesco di respingere gli Alleati avvenne tra dicembre e gennaio 1945 sulle Ardenne, fu inutile. Nella primavera le armate alleate invasero la Germania, difesa da chiunque fosse in grado di combattere (anziani e adolescenti obbligati a arruolarsi). In marzo i sovietici diedero l’assalto finale a Berlino. 30 aprile 1945 Hitler cosciente della sconfitta si suicidò nel suo bunker e il suo corpo fu fatto sparire. Il 7 maggio 1945 i rappresentanti dell’esercito tedesco firmarono a Reims la resa incondizionata della Germania: la guerra era finita. I russi e gli americani stavano scoprendo la realtà dei campi di concentramento e sterminio, tenuta nascosta agli occhi del mondo. I superstiti rimasti ad Auschwitz e negli altri campi dell’eu orientale vennero liberati dai sovietici e a occidente dagli anglo-americani, tra gennaio-maggio 1945. Gli ebrei trovati in vita furono pochi, poiché dalla fine del 1944, quando i sovietici avanzavano Himmler decise di eliminare le prove dei crimini ordinando lo smantellamento dei campi, uccidendo i prigionieri o deportandoli in Germania e distruggendo camere a gas e forni crematori. Nell’aprile del 1945 partì un’offensiva anche in Ita che consentì di superare la Linea gotica e liberare la parte settentrionale, dove il movimento partigiano era sopravvissuto ed aveva ripreso a combattere contro i nazifasciti. Le truppe alleate e i partigiani insorsero nelle grandi città liberandole, grazie anche alla popolazione che insorse, il 25 aprile Milano. Mussolini era ormai senza appoggio e fuggì verso la Svizzera ma i partigiani lo riconobbero e lo arrestarono insieme alla compagna. Il 28 aprile fu fucilato insieme a diversi gerarchi e i cadaveri vennero trasportati a Milano ed esposti a piazzale Loreto. Questo fu l’ultimo atto della resistenza anche se le esecuzioni sommarie di fascisti continuarono. Il 29 le forze tedesche in Italia decisero di arrendersi e firmarono l’armistizio a Caserta. La fine della guerra portò un inasprimento dei confini orientali d’Italia, dove fin dal 1918 l’imperialismo italiano si era scontrato con il nazionalismo slavo. Sotto il fascismo la minoranza slava era stata oppressa: chi rappresentava un punto di riferimento politi veniva perseguitato e le comunità slave e croate erano state sottoposte ad una assimilazione culturale (italianizzazione dei cognomi e divieto di usare la loro lingua). Durante la 2 GM questo atteggiamento si era intensificato. Dopo l'armistizio del 1943 e fino al 1945 a guerra finita si verificarono massacri contro gli italiani che vivevano in Istria. L'esercito partigiano comunista guidato da Tito si accanì contro la popolazione italiana colpendo fascisti e innocenti i quali vennero gettati nelle foibe (crepacci rocciosi tipici del Carso). Molti militari catturati vennero internati in campi di prigionia e tenuti in dure condizioni. Si pensa che le vittime siano alcune migliaia.
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