Scarica Il Fascismo in Italia, appunti di storia di 5^ superiore e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L’ITALIA FASCISTA Le leggi fascistissime 1925: le leggi fascistissime decretano la trasformazione del fascismo in una dittatura Fu Alfredo Rocco ad ispirarle: Partito nazionale fascista è l’unico partito politico riconosciuto Il presidente del consiglio viene sostituito dal capo del governo, responsabile solo di fronte al re e non al parlamento Il capo del governo ha potere legislativo Abolita la carica di sindaco, sostituita dal podestà nominato dal governo Limitata la libertà di stampa e di associazione 1926: sciolti partiti di opposizione e chiusi i giornali antifascisti Dato ampio potere all’OVRA (opera di vigilanza per la repressione antifascista) e fu istituito il Tribunale speciale per la difesa dello stato Il Partito Fascista si organizzò in una struttura sottoposta localmente ai prefetti: Il vertice era rappresentato dal Gran Consiglio del fascismo, affidato alla presidenza di Mussolini. Questo organo garantiva il collegamento tra partito eistituzioni. 1928: lo stato diventa uno Stato Totalitario con la nuova legge elettorale che affidò al Gran Consiglio il compito di preparare la lista unica dei candidati Propaganda e consenso Divenne obbligatoria la tessera del partito, per ottenere un lavoro pubblico Opera Nazionale Dopolavoro si occupava del tempo libero dei lavoratori Comitato Olimpico Nazionale Italiano si occuppava delle attività sportive Le organizzazioni più importanti erano: Fasci giovanili, Gruppi Universitari Fascisti e l’Opera Nazionale Balilla. I ragazzi venivano educati alla dottrina fascista e al culto di Mussolini. Il progetto di un uomo nuovo Il fascismo aveva una forte componente utopistica secondo la quale bisognava creare un uomo nuovo: il fascismo rappresentava se stesso come una società maschile che perseguì in tempo di pace il cameratismo nato nelle trincee. Altra componente ideologica era l’esaltazione della potenza e della forza della Roma Imperiale. I mezzi di comunicazione di massa al servizio del regime La stampa fu sottoposta a censura, i direttori non graditi furono licenziati 1927: viene fondato l’EIAR, un ente radiofonico. La radio divenne un potentissimo mezzo di comunicazione Al cinema fu obbligato a proiettare i cinegiornali dell’Istituto Luce 1937: fu istituito il ministero della cultura popolare con l’obiettivo di controllare e orientare tutti gli aspetti della vita culturale I Patti lateranensi Le trattative tra governo e Santa Sede si conclusero l’11 Febbraio 1929 con la firma dei Patti laternanesi. Il documento si componeva in tre parti: La Chiesa riconosceva ufficilamente lo Stato Italiano e la sua capitale, ottenendo la sovranita su Città del Vaticano L’Italia doveva versare un’indennità al Vaticano La religione cattolica era la religione di Stato Furono riconosciuti gli effetti civili del matrimonio religioso Alla Chiesa venne garantita libertà sui beni ecclesiastici e nella scelta dei vescovi Vennero riconosciute le organizzazioni dell’Azione Cattolica, a patto che agissero fuori da ogni partito politico La politica economica: dal liberalismo all’intervento statale La prima fase della politica economica fascista fu liberista (1922-25): concessi sgravi fiscali alle imprese venne stimolata l’iniziativa privata con incentivi venne ridotta la spesa pubblica Funzionò ma non fu sufficiente allora nel 1925 venne nominato un nuovo ministro dell finanze Giuseppe Volpi che: impostò la nuova politica economica sulla stabilizzazione della lira adottò minure protezionistiche accentuò gli interventi statali nell’economia L’autarchia La politica dell’autarchia caratterizzò il fascismo degli anni tenta. Autarchia significa autosufficienza Infatti uno dei primi provvedimenti fu l’aumento del dazio sul grano e la cosiddetta battaglia del grano: doveva portare l’Italia all’autosufficienza nel settore dei cereali, aumentando le zone coltivabili e le tecniche di coltivazione. Queste misure economiche ebbero costi sociali alti: la rivalutazione della lira avvantaggiò le grandi imprese ma colpì i ceti medio-bassi