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Il fumo cap. 3 dal libro "LA COSCIENZA DI ZENO", Appunti di Lingue e letterature classiche

Riassunto capitolo 3 del libro

Tipologia: Appunti

2018/2019
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Caricato il 24/04/2019

carola_dell_oca
carola_dell_oca 🇮🇹

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Scarica Il fumo cap. 3 dal libro "LA COSCIENZA DI ZENO" e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! 3^ capitolo – Il fumo Il do�ore chiese a Zeno di iniziare il lavoro creando un’analisi storica della sua propensione al fumo. Zeno cominciò a ricordare che le prime sigare�e che fumò non esistevano più in commercio e provenivano dall’Austria, avevano un’aquila disegnata e dove diverse persone le compravano. Uno di ques� era Giuseppe, un ragazzo giovane, suo amico e di suo fratello morto anni prima. Giuseppe, molto spesso regalava le sigare�e ai due fratelli perché suo padre gli dava mol� soldi. Zeno sapeva che suo fratello aveva sempre più sigare�e di lui e quindi iniziò a rubargliele e quando non poteva, iniziava anche a rubare i soldi a suo padre. A volte Zeno fumava di nascosto alcuni sigari che il padre non finiva nonostante ciò era consapevole del rischio a cui andava incontro. Aveva sempre poca energia e fumava fino a sen�rsi male. Ricordò di aver fumato quando era più piccolo in tu� i luoghi possibili nascondendosi dal padre. Dopo questo periodo gli viene un malore e venne ricoverato tanto che il do�ore gli prescrisse un le�o e una astensione dal fumo, ma nonostante ciò lui con�nuava lo stesso a fumare di nascosto. Zeno si chiese più volte se avesse amato fumare per poter riversare sul fumo la colpa della sua incapacità e se fosse mai riuscito a sme�ere di farlo. Pensò che solo nel caso in cui fosse diventato l’uomo forte, ideale che si aspe�avano tu� ci sarebbe riuscito. Zeno per questa ragione aveva deciso di andare dal do�ore per curare la sua dipendenza, sapendo che ques� guariva le mala�e nervose a�raverso forza ele�rica. Il do�or S. gli diagnos�cò problemi di stomaco nonostante la nico�na non centrasse. Zeno sperò che il do�ore non riuscisse a scoprire la nico�na nel suo corpo e quindi gli chiese cosa fosse la causa della sua indisposizione. Il do�ore gli rispose che la nico�na non c’entrava nulla e che avrebbe dovuto fare delle applicazioni ele�riche per un totale di se�anta. Subito dopo il do�ore con�nuò la discussione raccontando un aneddoto mentre Zeno spiegò che provò a studiare la sua mala�a: la distrazione. Più tardi si confessò come colui che amava solo alcune par� della donna, ad esempio amava i piedi se erano ben calza�. Il do�ore rispose che le par� elencate facevano la donna intera. Zeno inoltre disse una cosa importante: l’amore sano è quello che abbraccia una donna sola e intera, compreso il suo cara�ere e la sua intelligenza. Parlò delle sue abitudini giornaliere ribadendo al do�ore che sarebbe stato puntuale nella cura; parlò anche del signor Olivi, che gli aveva proposto tempo indietro di rendere più forte il suo proposito con una scommessa ovvero: il primo che avesse fumato avrebbe pagato e poi entrambi avrebbero recuperato la propria libertà. Lui acce�ò la scommessa e questa rimase fissa. Per questa ragione Zeno diventò schiavo del signor Olivi tanto da tentar di truffarlo fumando di nascosto, pur sapendo che così avrebbe trasgredito le regole. La sua ribellione con�nuava e lui con�nuava a fumare tanto che alla fine si confessò al signor Olivi pur di togliersi il peso. Il signor Olivi incassò felicemente il denaro e si fumò un sigaro. La moglie di Zeno ebbe un’idea: gli consigliò di andare in una casa di salute. Zeno decise di acce�are e decise di par�re di lì a poco. Alla sera dell’arrivo alla casa di salute incontrarono il do�ore Muli che gli presentò Giovanna, una sorvegliante che a de�a del medico, avrebbe dovuto fare a pugni con lui nel caso in cui avesse trasgredito le regole. Zeno voleva essere lasciato in pace e per calmarsi fumò una sigare�a. Di lì a poco incontrò nei corridoi Giovanna e le chiese di svagarlo raccontandogli della sua famiglia; Le chiese anche se si poteva avere una sigare�a, ma lei si spaventò a tal punto che iniziò a gridare e Zeno per calmarla le chiese se si poteva avere qualcosa da bere così lei gli offrì del cognac. Zeno pensò di farla ubriacare facendole alcune personali, in par�colare le chiese di suo marito. Ella rispose che quando ero insieme lui la picchiava e per questo ora non lo aveva più. Zeno invece parlò di come lui diventava terribile quando fumava più di dieci sigare�e al giorno e per questa ragione qualunque donna si sarebbe trovata in pericolo davan� a lui. Arrivarono poi alla stanza di Giovanna che era socchiusa e Zeno sul pianero�olo incontrò una infermiera che gli chiese cosa stesse facendo in quel luogo e se stesse cercando qualcuno. Zeno rispose che stava cercando il do�or Muli e l’infermiera disse che a quell’ora non era mai lì, ma che lei poteva dargli l’indirizzo di casa se fosse stato urgente. Zeno così facendo arrivò all’entrata dove una donna gli aprì la porta e lui decise di uscire. La no�e era chiara e calda, Zeno andò prima a comprare in un locale delle sigare�e poi arrivò alla sua villa dove suonò il campanello. Sua moglie iniziò a ridere quando lo vide, e gli chiese perché non fosse andato a dormire. Gli diede anche una bella no�zia: incontrò il figlio del signor Olivi che le disse che il vecchio stava molto meglio. Alla fine Zeno andò a dormire e mentre si stava addormentando pensò di aver fa�o bene a lasciare la casa di salute.
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