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il futurismo italo svevo, Schemi e mappe concettuali di Italiano

futismo, italo svevo , pirandello

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 14/06/2023

xbann3r-09
xbann3r-09 🇮🇹

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Scarica il futurismo italo svevo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! IL FUTURISMO Il paronama culturale del primo 900 è segnato dalle Avanguardie storiche: gruppi di scrittori e artisti accomunati dal rifiuto per la tradizione e l’intenzione di sovvertire le regole. Le avanguardie rifiutano l’idea borghese secondo cui l’arte debba rappresentare ciò che è bello, vero e giusto e che sia merce da vendere. Quello delle avanguardie è un lavoro collettivo che si svolge in tutto il mondo, in Italia si parla di Futurismo. Il futurismo prende vita dal “manifesto del futurismo” di Marinetti, egli rifiuta tutto ciò che è vecchio, elogia i progressi tecnici e scientifici ed è pienamente d’accordo con l’idea della guerra, questa sua anima militarista lo porterà all’adesione al fascismo. Marinetti usa un linguaggio provocatorio e aggressivo i suoi testi sono caratterizzati da una violenta concezione del mondo e dell’uomo che nasce dal disprezzo per i deboli e la pace. Per Marinetti anche il linguaggio deve essere modernizzato, distrugge la sintassi, abolisce la punteggiatura dei verbi all’infinito o dell’avverbio. Altra caratteristica di Marinetti è il paroliberismo: un tipo di linguaggio che riesce a trasmettere le sensazioni della guerra. ITALO SVEVO Svevo nasce a Trieste che all’epoca era parte dell’Impero asburgico. Quindi la lingua parlata era il Tedesco. Studierà in un collegio in Germania quindi solo dopo imparerà l’italiano. Da qui il suo pseudonimo letterario Italo Svevo (italiano per scelta e tedesco per nascita). A Trieste giunge la cultura mitteleuropea (mittel in tedesco è “di mezzo” quindi parliamo dell’Europa Centrale). Svevo ha alcune caratteristiche che lo distinguono dal tipico scrittore: studia infatti discipline tecniche e commerciali, ha origini ebraiche che lo pongono in una condizione marginale sia dalla popolazione di Trieste sia dagli stessi ebrei perché egli non è ne credente. Svevo si forma da autodidatta, lèsse molti classici, studiò il Naturalismo Francese (Zola) e scrittori umoristi britannici. Studia anche Marx e la sua convinzione che i fattori economici siano sempre decisivo nella vita degli individui. Da Darwin e la sua teoria dell’evoluzione riprende la lotta per la vita e le difficoltà di adattamento. Da Schopenhauer riprende la debolezza della volontà individuale (concetto di inettitudine) e l’idea che bisogna vivere la vita dal di fuori e non rimanere soffocato dai conflitti. Ma il più rilevante è lo studio delle teorie psicoanalitiche di Freud. Per Svevo gli individui più sensibili si inseriscono difficilmente nella società e si crea un sentimento di solitudine e una crisi di disorientamento dovuto anche al fatto che le scoperte scientifiche hanno spento l’illusione dell’uomo di poter dominare il mondo. Svevo, ed altri autori quali Joyce o Pirandello cercano di risolvere questa crisi studiando la coscienza e l’inconscio, si arriva quindi a nuove forme di scrittura. Svevo inizialmente non viene compreso e i lettori sono infastiditi dalla sua sincerità espressa con ironia. Svevo scrive 3 romanzi, i primi romanzi psicologici: • Una Vita che è la ricostruzione della di una biografia in cui ci sono interventi del narratore che rivelano le dinamiche interiori del protagonista. • Senilità invece è un’opera raccontata attraverso la memoria del protagonista, i fatti sono raccontati per come li vive e li pensa quindi è tutto soggettivo. • La coscienza di Zeno è il terzo romanzo in cui viene applicata la teoria della psicoanalisi, l’opera si presenta come un diario del protagonista Zeno cosini. Nel romanzo psicologico ci sono due temi fondamentali: - Il ricordo: la dimensione più intima, ricordare significa muoversi nel tempo, un tempo soggettivo che prevede un passato rielaborato tramite il ricordo. - La malattia: tutti i suoi personaggi sono malato di inettitudine (l’uomo è debole, subisce gli eventi e si lascia dominare da essi). Nei suoi tre romanzi, Svevo delinea passo dopo passo un itinerario di guarigione: -Alfonso Nitti (una vita) si suicida, egli è un grande sognatore con ambizioni letterarie insoddisfatte e una vita amorosa irraggiungibile, perciò sceglie di suicidarsi. -Emilio Brentani (senilità) anch’egli ha le medesime ambizioni di Alfonso Nitti. Ha una relazione con la bella e volgare Angiolina solo per divertimento, ma quando se ne innamora lei lo tradisce e respinge. Emilio prova a sopravvivere, idealizzando il ricordo di lei per non pensare alla sofferenza. -Zeno cosini (coscienza di zeno) durante le sue sedute psicoanalitiche, il protagonista sconfigge, grazie allo scetticismo, la “passione” per la vita: impara a convivere con i propri limiti e comprende che tutta l’umanità è malata. Non c’è una totale guarigione ma parziale. LA COSCIENZA DI ZENO Svevo scrive il suo romanzo tra il 1919 e il 1922, ma verrà pubblicato nel 1923. • Nei primi due capitoli Prefazione e preambolo, il protagonista Zeno Cosini si sente malato e intraprende una cura psicoanalitica; il dottor S gli consiglia di scrivere su un diario e quando Zeno interrompe la terapia, il Dottore pubblica il suo diario per vendetta. • Nel capitolo 3 (il fumo) Zeno racconta di come abbia iniziato a fumare per emulare il padre e di come abbia cercato di liberarsi dal vizio. Alla fine il fumo diventa un alibi per giustificare la sua malattia. • Nel capitolo 4, (la morte di mio padre) tratta un tema particolare freudiano: la necessità di liberarsi della figura del padre per giungere alla maturità. • Nel capitolo 5 (la storia del mio matrimonio) Zeno racconta di come ha sposato Augusta, la sorella bruttina di Ada, la ragazza di cui era innamorato, e nel frattempo si trova un’amante, Carla. • Nel capitolo 7 (storia di un’associazione commerciale) Guido Spencer, amico-rivale di Zeno perché ha sposato la donna che lui amava, decide di giocare in Borsa, ma quando perde tutto, per convincere la moglie a dargli altro denaro finge un suicidio che però finirà male poiché morirà davvero. Zeno è costretto a sistemare tutti i debiti e affronta varie peripezie per riuscire a giungere al funerale. • Nel capitolo 8 (psico-analisi) sono passati molti anni, Zeno pone fine alla terapia e scrive un altro diario dove raconta delle menzogne dette al dottor S. Nel frattempo scoppia la Prima Guerra Mondoale a cui Zeno non parteciperà. Zeno, oltre ad essere malato nel corpo poiché zoppo, (cosa che lo porterà a cercare figure stabili nella sua vita) è malato nell’animo, e comprende che non è l’unico. Ada ad esempio Tema fondamentale di quest'opera è l'inconclusione della vita: la vita è un flusso continuo che non può placarsi sennò morirebbe. SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE È un'opera teatrale di Pirandello che fu rappresentata nel 1921 al Teatro Valle di Roma, nonostante le iniziali critiche l'opera ottenne grandi successi a Milano e Parigi. Una compagnia d'attori sta provando lo spettacolo di un nuovo regista, Pirandello, le prove vengono interrotte da sei individui: il Padre, la Madre, il Figlio, la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina, essi chiedono di rappresentare il loro dramma familiare: il Padre si era separato dalla Madre, dopo aver avuto da lei il Figlio. La Madre, sollecitata dal padre, si ricostruisce una famiglia e con il nuovo marito ebbe 3 figli, la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina. Dopo la morte del secondo marito la famiglia cadde in miseria, la Figliastra fu addirittura costretta a prostituirsi nel retrobottega della sartoria di Madama Pace dove lavorava anche la madre. Qui si reca abitualmente il padre che sta per incontrare la Figliastra, i due non si conoscono, a bloccare l'incesto è la Madre, il Padre morto dalla vergogna accoglie in casa l'intera famiglia ma questo scaturisce lo sdegno del figlio e la convivenza diventa insostenibile. Gli attori cercano di rappresentare il dramma, ma falliscono, perchè non sono in grado di mettere in scena la tragicità della realtà e i reali sentimenti dei personaggi. L'opera termina senza sapere se essa sia reale o no: la Bambina annega nella vasca e il Giovinetto si spara. I personaggi del dramma si presentano con speciali maschere che, come nel teatro greco, illustrano il sentimento fondamentale di ognuno di essi. Essi dunque non sono individui ma tipi senza volto, nè nome, sono solo immersi nelle loro sofferenze. I personaggi chiedono di essere rappresentati per purificarsi dal dolore, è come se presentarsi al pubblico allievi le sofferenze, questo è un po' lo scopo dell'arte per Pirandello. IL TEATRO NEL TEATRO Pirandello costruisce il dramma partendo dalla formula del "metateatro” egli mette in scena l'allestimento teatrale e mette in primo piano il palcoscenico "nudo", così che il pubblico abbia davanti un'opera in “costruzione”. Quando il regista si rifiuta di rappresentare questo dramma familiare, i sei personaggi chiedono aiuto agli attori perchè speravano di poter avere una forma che il regista si rifiuta di dargli. Il risultato però è deludente, nessuno riesce a rappresentare la vita vera, perchè la vita non tollera di essere irrigidita e falsificata attraverso la forma. La vicenda di questi personaggi è irrappresentabile, il loro straziante dolore è irrappresentabile. Per Pirandello il messaggio è che il teatro ha dei limiti che deve rispettare e il dolore della vita umana non ha rimedio. Se il teatro ha dei limiti è perchè la letteratura, con le sue trame lontane dalla realta, è un inganno e l'opera teatrale ha bisogno di quel briciolo di verità autentica, ma quest'ultima non si può spettacolarizzare, deve essere rispettata. Per Pirandello l'arte non può più essere idealizzata, deve legarsi alla realtà e al fatto che esse sia caotica e tragica. EUGENIO MONTALE Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896 da una famiglia benestante. Nel periodo della Prima Guerra Mondiale, Montale si diploma in ingegneria e si interessa poi alla letteratura scrivendo per una rivista, frequentando biblioteche e lezioni di filosofia. Pubblica la sua prima raccolta nel 1925, Ossi di Seppia, affermando che l’argomento della poesia dovrebbe essere la condizione umana, entrando nel profondo umano attraverso semplici parole. Si trasferisce poi a Firenze dove faceva traduzioni. Scrisse poi per un importante rivista ma venne espulso perché non faceva parte del Partito Fascista, firmò infatti il Manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce. Conobbe poi la donna che sposò, e si occupava di articoli, parlando anche di musica pittura etc… Nel 1975 ricevette il premio nobel per la letteratura e morì a Milano nel 1981. TRE STAGIONI POETICHE Montale pubblica pochi ma efficaci opere con cui conquista il titolo di poeta classico del novecento. “Classico” perché si ispira alla tradizione come a Leopardi o Petrarca e perché da inizio alla poetica italiana contemporanea. La sua produzione letteraria può dividersi in tre stagioni: -Nella prima, quella ligure, corrisponde alla raccolta “Ossi di Seppia”. Il tema di queste liriche è il “male di vivere” cioè la sofferenza esistenziale. -La seconda stagione si lega a Firenze, dove si avvicina all’ermetismo. Questa influenza si avverte nelle “Le occasioni” incentrato sul tema della memoria e della difficile comunicazione con la donna amata. La terza raccolta “La Bufera e altro” parla della tragedia della Seconda Guerra Mondiale -La terza stagione è quella milanese. Qui compone la Satura e altri libri caratterizzati da uno stile basso e ironico. CONFRONTO MONTALE E UNGARETTI Confrontando Montale con Ungaretti vi è una diversa visione della vita: Ungaretti parte da una posizione di dolore ma giunge poi alla speranza mentre Montale non abbandona la negatività. Montale si concentra sulla crisi dell’io e della società dovuta all’assenza di valori religiosi. Ungaretti invece era laico. POETICA Montale apre una polemica verso il fascismo, dove denuncia le falsità della propaganda fascista. Per lui infatti, la negatività della vita è data anche da eventi storici ma principalmente l’inadattamento intesa incapacità di adattarsi alla realtà è di carattere esistenziale. Parla di ciò attraverso temi umili (i limoni) con stile basso, rifiuta infatti il modello dannunziano.
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