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Il Gattopardo, analisi dei temi fondamentali, Appunti di Letteratura Italiana

Il Gattopardo, analisi dei temi fondamentali

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 26/11/2022

noemi3131
noemi3131 🇮🇹

4.4

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Scarica Il Gattopardo, analisi dei temi fondamentali e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Il Gattopardo – Tomasi di Lampedusa L’autore del romanzo è Giuseppe Tomasi di Lampedusa, non solo letterato ma anche membro di una nobile famiglia aristocratica siciliana ormai decaduta. Sebbene si tratti di un romanzo del post-guerra (pubblicato nel 1958, un anno dopo la morte del suo autore), narra le vicende avvenute intorno al 1861, che videro interessate le grandi famiglie aristocratiche siciliane durante il passaggio dal regime borbonico all’Unità d’Italia. E’ per questo che, a primo impatto (ora vedremo perché), questo può sembrare un romanzo ottocentesco. Per il tempo di pubblicazione (nel periodo del neorealismo.. movimento letterario che si avvicinava letteralmente alla vita quotidiana mettendo allo scoperto le piaghe della società  oggettività della rappresentazione grazie a documenti, testimonianze; scelta di una lingua antiletteraria; frequente ricorso al dialogo per riprodurre le modalità del linguaggio parlato), che non ha nulla a che vedere con le opere sperimentali del tempo, si presenta come un romanzo rivoluzionario, che proprio per questo creò una divisione fra letterati, che persiste tutt’ora  i marxisti lo etichettarono come una cattiva letteratura (forse per le tematiche riguardanti il mondo della borghesia e della nobiltà); altri ritennero che la strumentalizzazione ideologica fosse inutile. Vittorini, ad esempio, che fu il primo a leggere il romanzo, lo reputò un romanzo vecchio, non a passo con i tempi; lo paragonò ai Vicerè di De Roberto  in realtà, da una sua analisi, si può cogliere come soltanto all’apparenza si tratti di un romanzo di taglio ottocentesco e naturalistico Ad esempio, partiamo dall’impianto narrativo : esso può sembrare, all’apparenza, ottocentesco e naturalistico  infatti, abbiamo un narratore onniscente, tipico dell’800, è vero, ma che non è realmente presente. Conosce perfettamente la storia, dall’inizio alla fine, ma non interviene durante il racconto. Anzi, viene adottata una focalizzazione interna, ma non all’autore al personaggio  infatti, il narratore utilizza quasi sempre un personaggio come metodo di ‘limitazione della visione’. Che vuol dire? Vuol dire che vediamo tutto in base agli occhi di un personaggio, che limita il sapere… fino a giungere poi al monologo interiore  in sostanza, tutto è visto attraverso gli occhi del principe Fabrizio di Salina, il protagonista. Il romanzo prende avvio nel 1860, al momento del collasso del Regno dei Borboni… infatti la vicenda si apre durante la spedizione dei Mille  il principe Salina saluta con scetticismo e malcelato disprezzo l’arrivo delle truppe di Garibaldi, che segnano la fine di un’epoca e la rapida ascesa della classe borghese. L’autore aristocratico ci parla di una famiglia aristocratica, la famiglia dei Salina. Lo fa da un punto di vista interno, raccontandoci in che modo l’aristocrazia siciliana viene colpita dal processo di Unificazione Italiana e quindi di accoglie il nuovo mutamento prodotto dal Regno d’Italia, che viene visto come l’ennesimo cambiamento, che però, non rinnoverà nulla. Fabrizio finisce anche lui per appoggiare l’Unità d’Italia, non perchè ha uno spirito patriottico, ma perchè si ritrova in parte costretto a fare questa scelta per non essere travolto dal cambiamento . Infatti bisogna far cenno a un motto importante nel romanzo: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” (frase detta da Tancredi)Questo motto - emblema del trasformismo politico e appunto dell’abitudine gattopardesca della classe politica - spiega da subito che, di fronte al cambiamento epocale che sta per avvenire, Tancredi incarna l’abilità della vecchia classe dirigente nel conservare i propri privilegi, sfruttando le nuove opportunità della modernità. E, secondo Tomasi di Lampedusa, le continue conquiste e invasioni avrebbero snervato il carattere popolare dei siciliani, rendendolo spesso apatico e inerte, eccessivamente fatalista. L’autore si focalizza sulla società siciliana, criticando il modo in cui assorbe il cambiamento, continuando a rimanere separata dalla storia e continuando a portare avanti quel arretramento economico e sociale che esisteva già da moltissimi anni. Questo viene denunciato dal personaggio di Fabrizio Salina che è un po’ l’alter ego di Tomasi di Lampedusa. Entrambi provengono da una famiglia aristocratica molto ricca ed entrambi sono protagonisti di una decadenza che vivono in prima persona. Garibaldi, quindi, non sarebbe altro che l’ennesimo dominatore. Ecco allora questo tema del fallimento, insieme a quello della morte, che mostra l’influsso del Decadentismo: tempo, malinconia, contemplazione della morte. Il romanzo ha dei messaggi politici ma non esprime un punto di vista nè di condanna dello Stato Italiano, nè di reazione a quello che succede quindi non vuole ritornare indietro, non c’è una visione nostalgica, ma c’è un’analisi di come l’aristocrazia e la società italiana sono cambiate a partire dal 1960 in poi e di come certe problematiche, nonostante il cambiamento storico, siano rimaste sempre uguali. I Gattini ciechi- Tomasi di Lampedusa Il Gattopardo avrebbe dovuto avere un fratello letterario se in quel 1957 non fosse scaduto il tempo di Tomasi di Lampedusa. Il principe scrittore riuscì a scrivere solo il primo capitolo, pubblicato poi nei "Racconti" : I gattini ciechi. I gattini ciechi doveva essere, nell’idea dello scrittore, un nuovo romanzo con uno sfondo storico per raccontare l’ascesa della nuova classe sociale, i cosiddetti baroni di Garibaldi (i proprietari terrieri ricchi e rampanti), e la loro fine con l’approvazione della riforma agraria  questi baroni vengono allora paragonati a dei gattini ciechi, cioè morti, appunto, subito dopo aver visto la luce. Insomma, dopo il tramonto dell’aristocrazia raccontato nel Gattopardo, Lampedusa voleva dedicarsi ad un altro ‘affresco storico’, mettendo a fuoco ascesa e caduta dei nuovi dominatori.
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