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Il Gattopardo - recensione, Appunti di Italiano

Recensione con genere letterario, approfondimento sull'autore e sui singoli personaggi, su luogo e periodo storico di ambientazione, trama, analisi stilistica, significato e commento.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 25/10/2022

Alice-Vitali-01
Alice-Vitali-01 🇮🇹

5

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25 documenti

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Scarica Il Gattopardo - recensione e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! R E C E N S I O N E D E I L G A T T O P A R D O L E T T E R A T U R A I T A L IA N A Il gattopardo è un romanzo storico che narra le trasformazioni avvenute nella società siciliana postunitaria, a partire dal passaggio dal regime borbonico al regno d’Italia. Questo romanzo venne rifiutato dalle principali case editrici italiane e fu quindi pubblicato postumo nel 1958 da Feltrinelli. Vinse nel 1959 il premio strega e venne considerato come uno tra i più grandi romanzi di tutta la letteratura italiana e mondiale. Genere letterario: Oltre che ad essere un romanzo storico grazie alla sua approfondita documentazione sull’epoca in cui si svolgono i fatti, è considerato da alcuni anche un romanzo psicologico a causa della sua introspettività. Lo stesso autore si è posto il problema di identificare il genere della sua opera definendo il suo scritto di argomento sia storico che psicologico. Autore: Giuseppe Tomasi di Lampedusa Giuseppe Tomasi di Lampedusa è uno scrittore italiano nato a Palermo il 23 dicembre 1896 da Giulio Maria Tomasi e Beatrice mastro Giovanni tasca di Cutò. Aveva una sorella maggiore che morì poco dopo la sua nascita a causa di una difterite. Il casato dei Tomasi di Lampedusa è originario della famiglia Tomasi da cui discendevano anche il Leopardi di Recanati. È un casato caratterizzato da una grande credenza religiosa, non condivisa però dallo scrittore. La madre ebbe una grande influenza su tutta la sua vita tanto che da bambino studio in casa a Palermo proprio sotto il suo insegnamento, quello di una maestra e della nonna. A partire dal 1911 Tomasi di Lampedusa frequentò il liceo classico a Roma e in seguito a Palermo. Nel 1915 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza a Roma ma non terminò gli studi. Sempre nel 1915 venne chiamato alle armi e partecipò alla guerra come ufficiale di artiglieria. Nella disfatta di Caporetto fu catturato dagli austriaci e imprigionato in Ungheria ma riuscì a fuggire e ritornò a piedi in Italia. Quindi si dimesse dall’Esercito Regio e ritornò nella sua casa in Sicilia dove si dedicò alla gli studi della letteratura straniera. Nel 1925 si trasferì a Genova per circa sei mesi dove collaborò alla rivista Le opere e i giorni. Nel 1932 a Riga sposò la studiosa di psicanalisi Alexandra Wolff Stomersee, figlia di un barone tedesco e di una cantante. Entrambi si trasferirono con sua madre a Palermo ma ben presto la moglie decise di tornare in Lettonia a causa delle incomprensioni con la suocera. Giuseppe Tomasi ereditò nel 1934 dal padre una serie di titoli; diventò 12º Duca di Palma, 11º Principe di Lampedusa, Barone della Torretta e Grande di Spagna di prima classe. Ereditò in oltre un’azienda agricola che nel 1940 gli permise di essere congedato dalla guerra. Si rifugiò così a capo Capo d’Orlando in provincia di Messina, con la madre e successivamente anche con la moglie per sfuggire ai pericoli della guerra. GATTOPARDOIL R E C E N S I O N E D E I L G A T T O P A R D O L E T T E R A T U R A I T A L IA N A Nel 1944 fu nominato presidente provinciale della Croce Rossa italiana di Palermo e poi presidente regionale fino al 1946. La madre tornata a Palermo morì in quello stesso anno. Nel 1953 Tomasi di Lampedusa inizio a frequentare dei giovani intellettuali e nel 1954 si recò San pellegrino terme per assistere ad un convegno letterario dove conobbe Eugenio Montale e Maria Bellonci. Al ritorno da questo viaggio iniziò a scrivere il Gattopardo, romanzo storico ultimato due anni dopo senza successo. Nel 1957 fu diagnosticato a Tomasi di Lampedusa un tumore ai polmoni che lo portò alla morte il 23 luglio dello stesso anno. Trama Il racconto inizia nel maggio 1860 in contemporanea con lo sbarco in Sicilia dei garibaldini e poco più di un anno prima dell’unificazione del regno d’Italia. La vicenda raccontata inizia a palazzo Salina, dove il Principe Fabrizio Salina, soprannominato il Gattopardo abita con la moglie e il loro sette figli. Il principe, alle dirette dipendenze di re Ferdinando delle due Sicilie e grande sostenitore del regno borbonico, sarà obbligato ad assistere alla decadenza della propria classe sociale ed all’affermarsi del nuovo ceto borghese visto dai nobili con disprezzo. Il principe, in seguito alla morte della sorella e del marito che aveva dissipato tutti i propri soldi, prese in affido la tutela del nipote Tancredi rimasto orfano a soli quattordici anni e vi si affezionò molto. All’età di vent’anni il giovane Tancredi però intraprese senza esitazioni la strada di Garibaldi, contrapponendosi al pensiero dello zio e cercando di rassicurarlo sui vantaggi che avrebbe portato l’unità d’Italia. Il principe Salina dopo un periodo di titubanza si convinse del fatto che l’unità d’Italia non avrebbe potuto influire sulla situazione della Sicilia e sulla propria posizione sociale e si tranquillizzò. Tancredi era innamorato della cugina concetta, figlia del principe, che ricambiava l’amore e la passione finchè, durante l’estate trascorsa nella residenza di Donnafugata, il giovane conobbe Angelica, figlia del sindaco Don Calogero Sedara, e se ne innamorò perdutamente provocando la delusione di Concetta. Tancredi poi partì alla volta di Caserta in seguito alla destituzione del principe locale. Durante il suo soggiorno in città scrisse molte lettere allo zio ed in una di queste confessò di essere innamorato di Angelica e che avrebbe voluto che proprio il principe Salina chiedesse la mano al padre della ragazza. Il Principe così chiese la giovane in sposa per Tancredi e don Calogero accettò. Pochi mesi dopo Tancredi tornò a casa come ufficiale dell’esercito dei Savoia e dopo un lungo periodo di fidanzamento si sposò con Angelica. In quello stesso periodo arrivò a Donnafugata un uomo inviato dal prefetto che invitò il Principe Salina a prendere parte al senato diventando senatore ma egli rifiutò. R E C E N S I O N E D E I L G A T T O P A R D O L E T T E R A T U R A I T A L IA N A Padre Pirrone: è un gesuita che si occupa della direzione spirituale di casa salina. È originario di una modesta famiglia siciliana e a soli 16 anni sceglie la via del convento. È il confessore a casa salina e quindi conosce profondamente tutti i segreti dei componenti della famiglia e spesso funge da intermediario fra i vari mebri . È molto preoccupato per lo sbarco dei garibaldini in Sicilia perchè vogliono requisire i beni della Chiesa; è solo grazie ad un generale amico di Tancredi non viene espulso dalla Sicilia. Padre Pirrone è molto timoroso nei confronti del principe salina ma gli è anche molto affezionato nonostante abbia sperimentato la sua collera e la sua imponenza. Questo personaggio espone esplicitamente i pensieri e le idee dello scrittore. Don Calogero Sedara: è il sindaco di Donnafugata. È una persona poco attenta al suo aspetto esteriore ma che possiede una rara intelligenza. È sposato con Donna Bastiana una bella donna a cui è permesso uscire soltanto per la messa; È analfabeta e quasi non sa parlare per questo Don Calogero se ne vergogna e non la porta mai con sé. Don Calogero a Donnafugata è riuscito ad impossessarsi in breve tempo di molte terre e le sue rendite sono quasi uguali a quelle di Don Fabrizio. Con le sue ricchezze cresce anche la sua influenza politica che gli dà la certezza di diventare deputato a Torino. Nel romanzo rappresenta l’uomo nuovo ovvero il borghese che nasce dalla rovina della nobiltà feudale. Analisi stilistica Lo svolgimento del racconto alterna con sapienza sequenze narrative, descrittive, riflessive. Il ritmo della narrazione è cadenzato, reso lento da un buon numero di scene dialogiche. Il linguaggio utilizzato dallo scrittore è caratterizzato da termini inusuali, ricercati ed antiquati che permettono al lettore di immedesimarsi nella classe nobile della Sicilia di fine ottocento. Nel romanzo si trovano anche vocaboli provenienti da un registro linguistico basso e popolare. Questo evidenzia gli aspetti che differenziano la nobiltà dalla borghesia e dalle classi più umili. Nel romanzo la struttura della frase è abbastanza semplice e spesso sono presenti commenti dal tono distaccato ed oggettivo che consentono al lettore una riflessione senza che si distragga troppo dalla vicenda narrata. Sono spesso presenti lunghi periodi descrittivi dal lessico curato ed elaborato. Nel romanzo ricorre spesso l’antitesi che è utilizzata per contrapporre le idee divergenti dei personaggi o semplicemente per evidenziare in modo conciso le loro differenze. Spesso ricorrono anche similitudini e metafore come per esempio la metafora che si trova nell’ultimo capitolo con il quale l’autore paragona la morte al corteggiamento di una bella e giovane donna. L’ironia caratterizza l’intero stile del romanzo e consente all’autore di evidenziare con amarezza le ipocrisie e le illusioni dei vari personaggi. R E C E N S I O N E D E I L G A T T O P A R D O L E T T E R A T U R A I T A L IA N A “preferire un male già noto ad un bene non sperimentato” (pag.118) attraverso la quale è spiegata la riluttanza dei siciliani all’unità; “questo matrimonio non era la fine di niente ma il principio di tutto” (pag.131) con cui il principe capisce che il matrimonio tra Tancredi e Angelica rappresenterà anche l’unione tra due diverse classi sociali, l’aristocrazia e la nuova borghesia; “attori ignari a cui il regista fa recitare la parte di Giulietta e romeo, nascondendo la cripta e il veleno, di già previsti nel copione” (pag.222) è il modo in cui viene definita dal principe la vita ora felice dei due innamorati che con il tempo andrà incontro ai problemi; “ era lei la creatura bramata da sempre che veniva a prenderlo: strano che così giovane com’era si fosse arresa a lui... giunta faccia a faccia con lui sollevò il velo e così, pudica ma pronta ad esser posseduta gli apparve più bella di come mai l’avesse intravista negli spazi stellari” (pag.246) è l’incontro del principe con la morte tanto attesa ed immaginata, impersonificata da una giovane e sensuale donna. Narratore In questo romanzo il narratore è onnisciente ed ha anche una focalizzazione interna, assumendo frequentemente il punto di vista del principe con il quale condivide la visione del mondo. Significato L’idea di Tomasi è espressa sinteticamente nella frase di Tancredi già citata in precedenza: “se si vuole che nulla cambi è opportuno cambiare tutto”. Tomasi dimostra di essere favorevole ad un atteggiamento di adattamento ed alle trasformazioni delle situazioni storiche. Esprime inoltre un chiaro segno della sua posizione morale di critico distacco e rassegnazione verso la realtà storica e politica del suo tempo. Altra tematica ampiamente sviluppata è quella dell’inarrestabile trascorrere del tempo e del graduale decadimento di ogni cosa. La vicenda non coincide soltanto con la storia della fine di una grande famiglia, o con il contrasto tra il giovane Tancredi (rivoluzionario), desideroso di partecipare agli eventi, e lo zio ormai disilluso, ma si allarga verso la descrizione di una realtà socio-politica impotente di fronte agli eventi. Attraverso la figura del Principe l’autore vuole comunicare un grande attaccamento alla sua terra e un forte amore per la sua gente e far emerge il tema dell’antagonismo degli aristocratici e dei borghesi, di coloro che, approfittano della particolare situazione storica per crescere ed affermarsi nella società. Commento L'inizio del romanzo non mi è piaciuto molto perché il ritmo della narrazione era molto lento e spesso arricchito con sequenze descrittive molto lunghe. Ciò che più mi ha colpito sono state le vicende legate a Tancredi e di conseguenza all’unità d’Italia e ad Angelica. Inoltre mi ha molto incuriosito la personalità complessa del Principe Salina caratterizzata dal “macchiavellismo incolto dei siciliani che tanto spesso induceva questa gente ad erigere impalcature complesse fondate su fragilissime basi” (pag. 117). Alcune frasi che hanno attirato la mia attenzione inoltre sono state: Consiglierei questo libro ai ragazzi della mia età e agli adulti perchè oltre ad essere una lettura abbastanza impegnativa è ricca di significati nascosti che il lettore deve essere in grado di cogliere.
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