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IL GATTOPARDO - riassunto e analisi, Appunti di Italiano

Riassunto e analisi del romanzo "Il Gattopardo".

Tipologia: Appunti

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Caricato il 20/01/2019

elipelle1994
elipelle1994 🇮🇹

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Scarica IL GATTOPARDO - riassunto e analisi e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! SCHEDA BIBLIOGRAFICA “Il Gattopardo” 1. Presentazione bibliografica: “Il Gattopardo” è un’opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che fu pubblicato postumo nel 1958. Il romanzo venne scritto complessivamente tra la fine del 1954 e il 1957; esso subì molte revisioni : una prima raccolta in più quaderno risale al 1955, una seconda edizione è del 1956 e fu battuta a macchina da Francesco Orlando,la terza e definitiva risale al 1957. La bozza dell’opera su proposta sia a Einaudi che a Mondadori ma entrambe ne rifiutarono la pubblicazione. Il romanzo fu pubblicato nel 1969 da Feltrinelli. Ho preso in considerazione l’Edizione Feltrinelli conforme al manoscritto del 1957. 2. Genere dell’opera: “Il Gattopardo” è un romanzo storico. Infatti esso è incentrato sulla condizione di una nobile famiglia siciliana ai tempi dell’avvento di Garibaldi e dei Mille in Sicilia,a Marsala. Oltre all’aspetto storico del romanzo,è importante notare l’importante ruolo assunto dalla riflessione dei protagonisti sul passato,sul presente e sul futuro di quella terra,ovvero la Sicilia,che,per la prima volta,entrava a far parte di uno Stato libero e non era più una “colonia”. 3. Riassunto breve dell’intreccio: • PARTE PRIMA Il romanzo è ambientato nel lontano maggio del 1860 (12 maggio). Essendo maggio il mese mariano per eccellenza,a casa Salina,tutti partecipano al rosario serale. Don Fabrizio Salina,il pater familias,sta passeggiando per l’immenso giardino della villa quando viene richiamato per partecipare al pranzo. Il mattino del giorno seguente,due contadini (Lo Nigro e Pastorello) si recano alla villa per vendere i loro modesti prodotti al Principe. • PARTE SECONDA Nell’agosto 1860,come soleva fare ogni estate,la famiglia si sposta da S. Lorenzo e raggiunge la sua residenza estiva a Donnafugata. Il viaggio è molto travagliato e difficoltoso a causa del caldo e della difficoltà del tragitto: nonostante tutto,la famiglia giunge in circa tre giorni al paesino di campagna. Qui iniziano ad avvenire i primi imprevisti. Don Onofrio,confessore di Concetta (una della figlie del Principe) comunica a Don Fabrizio che sua figlia è innamorata del nipote Tancredi. Il padre allora,pensando fossero solo sentimenti passeggeri,non bada a questo. Quella sera,a casa Salina giunge il nuovo sindaco di Donnafugata: Don Calogero Sedara. Egli porta con sé la stupenda figlia Angelica che viene ammirata da tutti i commensali,ma soprattutto da Tancredi che se ne innamora. Il giorno seguente la famiglia si reca in visita al monastero di S. Spirito che,per leggi ormai vecchie di anni,può essere visitato solamente dalle donne e da Don Fabrizio Salina in quanto discendente della casata fondatrice di esso. • PARTE TERZA Ci troviamo nell’ottobre 1860 e Tancredi,nipote del principe,era partito da più di un mese per recarsi a Caserta e sostenere la causa garibaldina. Da qui egli è in corrispondenza epistolare con lo zio e ,in una lettera,gli comunica di essere intenzionato a chiedere la mano della tanto amata Angelica. Lo zio,non molto convinto,dopo un aspro litigio con la moglie Maria-Stella,decide di accogliere il sindaco di Donnafugata nella propria dimora e di chiedergli,ovviamente da parte di Tancredi,la mano della splendida figlia. Dopo un lungo sproloquio,i due si accordano e acconsentono al matrimonio dei due giovani (che però avverrà anni dopo). Il giorno seguente il Principe si reca a caccia e discute con Tumeo riguardo il referendum appena svoltosi. (512 si-0 no corruzione e complotti). • PARTE QUARTA Nel novembre 1860 Angelica si reca per la prima volta a casa Salina dopo il suo ufficiale fidanzamento con Tancredi. Tancredi torna a casa Salina accompagnato da due uomini: Cavriaghi e Chevalley. I due giovani si incontrano il giorno stesso e per tutto il mese scorrazzano per il palazzo nelle stanza più segrete senza mai però cedere alle tentazioni. A fine mese,i tre garibaldini fanno una passeggiata per Donnafugata e il piemontese Chevalley viene turbato molto da alcuni dei racconti degli altri due giovani. Il piemontese Chevalley tiene anche un colloquio con il Principe e gli chiede,in nome della nuova potenza italiana,di divenire senatore. Egli,tuttavia,non accetta in nome della Sicilia e in nome della pigrizia e del continuo desiderio di “sonno” che invaderà sempre quella terra e tutti coloro che vi hanno vissuto per almeno vent’anni. • PARTE QUINTA Padre Pirrone si reca al proprio paese d’origine,S.Cono,e scopre che sua nipote Angelina è stata messa incinta per ripicca da un certo Santino,figlio di Turi. Allora,egli escogita un piano per far si che le nozze tra i due si svolgessero al più presto e in modo tale che il padre di Angelina non la uccidesse con le proprie mani. Egli infatti si reca a casa di Turi e promette a lui e al figlio metà del Chibbaro (una terra di proprietà di Angelina e Sarina) e i due accettano volentieri. • PARTE SESTA famiglia Salina lasciando il figlio sul lastrico. E' un ragazzo intelligente che fa uso dell'arte di accattivarsi il favore del popolo per meglio dominarlo ed è capace dei più gustosi giochi di parole. Egli s’innamora piuttosto facilmente ed è molto legato alla causa garibaldina (viene infatti definito un “mazziniano”). Tancredi dà molte gioie a Don Fabrizio in quanto è dotato di un carattere che incarna l'ideale del Principe: è affettuoso, beffardo, intelligente, adattabile • Angelica Sedara: E’ la figlia del sindaco di Donnafugata,il Signor Calogero Sedara. E’ stata educata in un collegio nei pressi di Firenze: è ben educata,alta,mora con gli occhi verdi e,soprattutto,è di una bellezza sconvolgente. E’ proprio per questo che Tancredi se ne innamora e decide di sposarla. E' Don Fabrizio che richiede a Don Calogero la mano della figlia a nome di Tancredi, arruolatosi fra i garibaldini. Quando il giovane torna a Donnafugata, con un biglietto si premura di avvertire del suo arrivo Angelica, che in fretta raggiunge casa Salina. • Padre Pirrone: Egli era nato a S.Cono e aveva lasciato casa alla tenera età di sedici anni. Egli è un gesuita e avrebbero dovuto espellerlo dal Regno ma,date le circostanze e date le sue amicizie,egli poté rimanere presso la famiglia Salina a lui tanto grata. Lui è sempre molto timoroso nei confronti del Principe e non lo apostrofa mai se non è necessario. Egli è anche piuttosto arguto: durante la permanenza a S. Cono il gesuita deve pure occuparsi del matrimonio "riparatore" fra la nipote Angelina ed il cugino Santino. I giovani appartengono a due famiglie rivali, per vecchi rancori sul possesso di un mandorleto. Padre Pirrone riesce a risolvere la questione con intelligenza ed astuzia, riportando l'armonia anche fra le due famiglie. 6. Tempo: La storia,suddivisa in “parti”,occupa periodo diversi: a. Maggio 1860 b. Maggio 1860 c. Agosto 1860 d. Novembre 1860 e. Febbraio 1861 f. Novembre 1862 (Aspromonte = la giornata dell'Aspromonte ebbe luogo il 29 agosto 1862, quando l'esercito regio fermò il tentativo di Garibaldi e dei suoi volontari di completare una marcia dalla Sicilia verso Roma e scacciarne papa Pio IX) g. Luglio 1883 h. Maggio 1910 7. Spazio: La vicenda si svolge in Sicilia e i luoghi citati sono numerosi. Durante il viaggio compiuto per dirigersi da S. Lorenzo a Donnafugata,l’itineratio compiuto è il seguente: Bisacquino,Fattoria di Rampinzeri,terre della Dragonara,Bivio di Misilbesi. Inoltre vengono citati moti altri luoghi siciliani in cui avviene qualche importante fatto: Aspromonte,S.Cono,Palermo,Marsala,ecc.. Gli spazi invece più specifici sono: ■ “Villa Salina” (a Donnafugata): Questa viene descritta più volte (soprattutto dal punto di vista architettonico e pittoresco) e viene molto accentuato il concetto dell’immensa grandezza della casa. ■ “Palazzo Ponteleone”: E’ il palazzo in cui ha luogo il ballo più importante. Di esso viene descritto il mobilio che,da parte di Don Fabrizio,viene considerato antiquato e “fuori moda”. 8. Struttura narrativa: ■ Durata narrativa dei fatti: Gli accorgimenti narrativi adottati dall’autore sono in minima parte i flashback,i dialoghi e i flash-forward ed in massima parte le digressioni descrittive. ■ Scarto fabula-intreccio: La fabula corrisponde quasi sempre all’intreccio (tranne nei pochi flashback) quindi il rapporto è di quasi perfetto equilibrio. ■ Organizzazione dell’intreccio: L’esordio consta nella descrizione di Villa Salina e della famiglia dei Salina. Lo spannung può essere ricondotto al momento in cui si sviluppa la relazione amorosa tra Tancredi ed Angelica,mentre lo scioglimento avviene al momento della lenta agonia di Don Fabrizio e della sua morte nell’albergo Trinacria. ■ Narratore e punto di vista: Il narratore è esterno ed il punto di vista è interno. 9. Stilemi: ■ Lessico: Il lessico utilizzato è di registro medio-alto anche se di facile comprensione. La scelta è giustificata dalla natura dei personaggi. ■ Registro: Il registro utilizzato si alterna: certe volte è comune mentre altre è piuttosto formale (ad esempio nel colloquio tra Ferdinando e il Principe o nel colloquio tra quest’ultimo e Chevalley). ■ Morfo-sintassi: L’ipotassi prevale nettamente sulla paratassi e la comprensione di certi periodi è piuttosto complicata. ■ Ritmo narrativo: Le digressioni conferiscono al romanzo un ritmo molto lento. ■ Sottocodici: Non ho ritrovato termini appartenenti a sottocodici particolari se in riferimento ai capi d’abbigliamento ( ma i termini utilizzati sono d’origine francese). 10. Citazioni significative del testo: a. "Crede davvero, Chevalley, di essere il primo a sperare di incanalare la Sicilia nel flusso della storia universale? Chissà quanti musulmani, quanti cavalieri di re Ruggero, quanti scribi degli Svevi, quanti baroni angioini, quanti legisti del Cattolico hanno concepito la stessa bella follia; e quanti vicerè spagnoli, quanti funzionari riformatori di Carlo III; e chi sa più chi siano stati? La Sicilia ha voluto dormire, a dispetto delle loro invocazioni; perchè avrebbe dovuto ascoltarli se è ricca, se è saggia, se è onesta, se è da tutti ammirata e invidiata, se è perfetta, in una parola?" (pag. 167) b. "In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di "fare". Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il "la"; noi siamo dei bianchi quanto lo è lei, Chevalley, e quanto la regina d'Inghilterra; eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia. Non lo dico per lagnarmi: è in gran parte colpa nostra; ma siamo stanchi e svuotati lo stesso" (pag.161)
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