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Il gioco del rovescio - Antonio Tabucchi - APPUNTI ESAME COLANGELO, Appunti di Letteratura Italiana

appunti su "Il gioco del rovescio - A. Tabucchi" utili ESCLUSIVAMENTE per l'esame di Stefano Colangelo (contiene riassunto racconti "Il gioco del rovescio, Lettera da Casablanca, I pomeriggi del sabato, Dolores Ibarurri, Voci, Il gatto dello Cheshire, Una giornata a Olimpia" + riassunto saggio critico sul post-moderno, Donnarumma + seminario + mini biografia autore + collegamenti autori)

Cosa imparerai

  • Come i lavori di Arbasino, Manganelli, e Calvino sono stati influenti nella letteratura postmoderna italiana?
  • Che significa il termine 'postmodernità' e come è stato applicato alla letteratura italiana?
  • Che gioco Maria do Carmo ha giocato per tutta la sua vita?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 24/01/2023

stefaniae12
stefaniae12 🇮🇹

3.6

(17)

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Scarica Il gioco del rovescio - Antonio Tabucchi - APPUNTI ESAME COLANGELO e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Il gioco del rovescio (1981) - Antonio Tabucchi Il gioco del rovescio: Il racconto comincia con l’io narrante intento ad ammirare il dipinto Las Meninas di Diego Velázquez conservato al Museo del Prado proprio nel giorno in cui una sua cara amica, Maria do Carmo, muore a Lisbona. L’io narrante scopre della morte dell’amica una volta rientrato in albergo quando riceve una telefonata dal marito della defunta, Nuno Meneses de Sequeira. L’uomo comunica appena l’ora del funerale e poi riattacca. A questo punto il protagonista prende un treno notturno per raggiungere Lisbona con l’idea di partecipare al funerale. Durante il viaggio, l’io narrante ricorda alcuni episodi vissuti insieme a Maria do Carmo. In particolare sono rievocate le passeggiate attraverso i quartieri di Lisbona cari a Fernando Pessoa e ai suoi eteronimi e vengono ricostruiti alcuni episodi essenziali del rapporto tra i due personaggi. Attraverso alcuni scambi di battute tra il narratore e alcuni personaggi che incontra sul treno, si intuisce che il narratore è un italiano che conosce a fondo la letteratura portoghese e soprattutto Pessoa. È una persona al di sopra di ogni sospetto, ma il suo legame con il Portogallo e con Maria do Carmo è più profondo di un comune amore per la letteratura lusitana: l’io narrante, con la scusa di comunicare l’uscita delle nuove traduzioni di Pessoa, mantiene i contatti con Maria do Carmo e le consegna denaro e lettere per i dissidenti del regime di Salazar. Una volta a Lisbona, il narratore raggiunge la casa di Maria do Carmo e incontra Nuno Meneses de Sequeira. Questi dimostra di sapere molto sulle attività della moglie e disillude l’io narrante riguardo la limpidezza d’intenti della donna. Nuno Meneses de Sequeira sostiene che Maria do Carmo abbia passato tutta la sua vita a fare un gioco singolare, il gioco del rovescio, e in sostanza anche l’io narrante era caduto in un suo rovescio: l’aveva creduta una rivoluzionaria quando, invece, era una spia del regime. Tuttavia l’uomo consegna all’io narrante un biglietto da parte di Maria do Carmo su cui è scritta la parola SEVER. Una volta ritiratosi in albergo, il narratore ragiona sul significato della parola SEVER e intuisce che, rovesciata, genera la parola REVES che in spagnolo significa rovescio, mentre in francese significa sogni. E proprio quando si addormenta, l’io narrante finisce per sognare Maria do Carmo al posto della figura di fondo della tela di Velázquez, la stessa figura che Maria do Carmo riteneva fosse la chiave del quadro. Il racconto si chiude con il narratore che cerca di raggiungere Maria do Carmo per scoprire la verità sul rovescio, ma quello che ottiene è precipitare in un altro sogno. La verità su Maria do Carmo rimane inconoscibile, prigioniera del gioco/enigma. Lettera da Casablanca: La lettera, scritta da un io narrante inizialmente anonimo, è destinata a una misteriosa Lina, con la quale la persona che scrive questa lettera non ha più rapporti da diciotto anni. Apprendiamo che chi scrive sta in ospedale e che dalla sua finestra vede molte palme che fanno tornare alla mente una palma in particolare. Una palma che Lina non dovrebbe ricordare perché troppo piccola e che l'io narrante ricorda benissimo perché all'epoca in cui fu abbattuta aveva 10 anni. Segue un passaggio in cui apprendiamo che l'infanzia , l'hanno trascorsa assieme e che poi la bimba si è trasferita a vivere con gli zii. La palma in questione fu abbattuta in seguito ad un’ordinanza del Ministero dei Trasporti, allora la mamma di Lina e dell'io narrante prende carta e penna e decide di scrivere direttamente al Ministro una lettera di risposta “finta” dove cerca di convincerli a non buttarla giù. E dunque ora si trova in un ospedale, scrive alla sorella perché non è sicuro che l'operazione chirurgica cui si sottoporrà (presumiamo: il cambio di sesso) avrà esito positivo. A Lina, sua sorella, chiede, in caso contrario, di esser seppellito nel piccolo cimitero in cui riposa la mamma, di essere posto accanto a lei e di volere sulla lapide non una fotografia che lo ritragga da adulto, bensì da bambino, ma soprattutto "Date non ne voglio. Non fare mettere iscrizioni sulla lapide, ti prego, solo il nome, ma non Ettore: il nome con cui firma questa lettera, con l'affetto del sangue che a te mi lega, la tua Giosefine". I pomeriggi del sabato: Il racconto è ambientato in un paesino della Toscana, durante un’estate alla fine degli anni Cinquanta. La vicenda narrata si pone fin dall’inizio come ricordo di un passato non precisato. Siamo nel giugno di un’estate caldissima, in cui il giovane protagonista cerca di ingannare la monotonia dei giorni studiando con accanimento la sua grammatica latina, per riuscire a recuperare a Settembre. Immersa in una noia ancora più avvilente è anche la sorellina Maddalena, detta “la Nena”: la bambina passa le sue giornate a giocare nel suo pied-à-terre in giardino (un piccolo rifugio composto dalla sdraio di tela azzurra che era stata la prediletta del padre) con le sue bambole, le sue “amichette”, e il gatto rossiccio, Belafonte, legato al guinzaglio. Il nome deriva dalla canzone “Banana Boat”, di Harry Belafonte, che la Nena fischietta di continuo, con disappunto della madre. La madre è delineata come una figura malinconica e triste. Tutti i giorni erano uguali, finché un sabato pomeriggio, la Nena disse “quella frase” (aveva visto “il padre” in bicicletta) alla madre, da quel giorno l’io narrante evitò sia la sorella che la madre. Dolores Ibarruri versa lacrime amare: Ambientato negli anni ’70, è la rievocazione dolente da parte di una madre della breve vita del figlio, trucidato dalla polizia come terrorista. La donna ricorda, davanti a un giornalista, infanzia e giovinezza felici del suo Piticche, senza darsi ragione del volto di piombo che le descrivono e che non riconosce. Emerge la figura di Rodolfo, marito e padre, che aveva fatto la Resistenza e prima la Guerra di Spagna con le Brigate Internazionali, partecipando alla Battaglia dell’Ebro. A Piticche cantava le canzoni dell’epoca. Era socialista libertario, amico della Ibárruri, ma poi aveva litigato con lei, rimproverandola di essersi venduta ai sovietici e dicendole che un giorno avrebbe pianto sugli errori commessi. Rodolfo muore nel 1961, agitato dalle rivelazioni di Chruščëv sulle atrocità staliniste, dopo aver ricevuto una lettera da Mosca con dentro una sola frase: «Dolores Ibárruri versa lacrime amare». Voci: In Voci il lettore si ritrova fin da subito immerso in una situazione della quale non possiederà le coordinate finché, compreso di doversi affidare al proprio ingegno, non avrà raccolto abbastanza indizi da delineare un’idea generica dell’ambito professionale al quale la voce narrante si riferisce nell’incipit: nella spiegazione data dalla protagonista a proposito del suo metodo di lavoro si parla di telefonate, di psicodipendenza, di depressi – intuiamo si tratti di un’attività esercitata presso uno sportello di ascolto telefonico. Ciò che la prima pagina e mezzo lascia in mano al lettore è puro suono, voci, la voce della protagonista su tutte, nei tentativi di comunicazione con chi la chiama, e nel suo ruolo di narratrice, nei tentativi di comunicazione con il “voi” del pubblico. ->La narratrice riceve una prima chiamata da una ragazza con cui riesce a entrare in contatto – certi dettagli fin dall’incipit evocano un’atmosfera quasi da seduta spiritica – tramite la musica, ne riceve poi un’altra da un uomo, Fernando, che dopo anni non ha ancora superato l’abbandono della consorte e che sembra intenzionato a suicidarsi; entrambe le telefonate mantengono il tenore uditivo e sensoriale-sensitivo dell’inizio del racconto; al termine della seconda conversazione la protagonista si accorge di essere in ritardo per la cena col compagno Paco e quando arriva a casa capisce che questi, stancatosi di aspettare, se n'è andato via. Il gatto dello Cheshire: I protagonisti sono due personaggi dai nomi fittizi, Gatto e Alice. Alice, che ci viene detto da sempre ama giocare con i numeri, dopo anni di silenzio, lascia un messaggio nella segreteria telefonica di Gatto, dandogli un appuntamento bizzarro: il quindici luglio alle ore quindici alla stazione di Grosseto. Così Gatto il giorno dopo prende un treno da Roma per andare all’appuntamento. Durante il viaggio fa diverse ipotesi sul perché Alice -> “Teatro”, “Paradiso Celeste” e “Voci” sono dei racconti che gli furono raccontati da altre persone -> gli altri racconti sono inventati direttamente da lui -> tutti i racconti sono legati da una scoperta: “una certa cosa che era così era invece anche in un altro modo” -> Tabu. si appassiona alla letteratura portoghese 1964 -> facoltà di lettere a Pisa 1965 -> primo viaggio in Portogallo 1969 -> scrive una tesi su annalisti portoghesi -> due anni dopo diventò un’antologia, “La parola interdetta” -> inizia ad insegnare all’università -> scrittore estremamente prolifico -> primi due romanzi: “Piazza d’Italia” 1975 Bompiani, “Il piccolo naviglio” 1978 Bompiani -> dagli anni ‘80 in poi -> svolta nella vena letteraria -> virerà verso il racconto -> è attivo anche nella produzione teatrale -> 1988 “I dialoghi mancati”, Feltrinelli -> non rinunciò ad essere anche attivo socialmente -> scrisse per dei giornali -> dal 2000 -> serie di interventi su eventi della politica italiana “Il gioco del rovescio” -> punto cruciale della svolta -> segna il passaggio dal romanzo al racconto -> prima raccolta di racconti brevi -> 1981, Il Saggiatore -> scansione in paragrafi/capitoli + scansione temporale in macrosequenze: 1. primi sette capitoli, presente narrativo (l’io narrante riceve la notizia della morte di Maria do Carmo, si mette in viaggio verso Lisbona, dialoga con il passeggero del treno, arriva a Lisbona), 2. capitoli otto e nove (c’è un salto temporale all’indietro, radici del rapporto tra Maria e l’io narrante), 3. capitoli undici e dodici, ambientata nel presente (incontro tra il protagonista e il marito di Maria) -> Tabu. come utilizza il tempo? -> il tempo oscilla tra passato e presente -> si fonda su tre epoche -> unica data presente fornita da Maria, 1939 -> narrazione ambientata alla fine degli anni ‘60 inizio ‘70, presente narrativo -> molte indicazioni temporali nel corso di tutto il racconto -> i personaggi principali sono 3: io narrante, Maria do Carmo, marito di Maria -> questo racconto è fondato sul “gioco del rovescio” -> il tempo, la struttura, i personaggi è tutto fondato su molteplici possibilità e nessuna è quella definitiva (es. -> l’infanzia di Maria è descritta in 3 modi diversi), fino a rendere anche la morte di Maria incerta -> SEVER = rompere/tagliare -> potrebbe alludere al taglio netto che Maria ha fatto alla sua vita o alla struttura stessa del racconto piena di rotture -> REVER = in francese SOGNO -> chiusura del racconto e ulteriore apertura della narrazione, in spagnolo ROVESCIO -> connesso al gioco del rovescio di ripetere le parole al contrario -> influenza di Pessoa -> viene citato espressamente e attraverso degli eteronimi -> caratteristica di Tabu. -> inserire all’interno del testo diversi rimandi letterari -> POST-MODERNO -> ricorso alla intertestualità -> utilizzo ibrido della cultura di massa e della cultura “alta” -> l’intera raccolta è disseminata di riferimenti letterari -> “Las Meninas” di Velasquez -> ricorso a elementi di ambiti culturali differenti -> fornisce una cornice al racconto -> apre (in maniera approssimativa) e chiude(attraverso i suoi dettagli) il gioco del rovescio -> discorso metaletterario tipico del postmoderno italiano Biografia: 1943: nasce a Pisa 1964: trascorre un anno a Parigi 1965: primo viaggio in Portogallo 1969: si laurea 1970: sposa Maria José de Lancastre 1971: pubblica “La parola interdetta” 1972-1973: insegna Lingua e letteratura portoghese all’Università di Bologna 1975: pubblica il suo primo romanzo, “Piazza d’Italia” Bompiani 1978: pubblica “Il piccolo naviglio” 1981: pubblica “Il gioco del rovescio” 1990-2005: insegna all’Università di Siena 1994: pubblica “Sostiene Pereira” -> vince il Premio Super Campiello 2012: muore a Lisbona Collegamenti autori: Beppe Fenoglio <-> Primo Levi (Neorealismo, storia autobiografica, guerra, lotta partigiana, lager, viaggio) Pier Vittorio Tondelli <-> Antonio Tabucchi (Postmoderno) Eugenio Montale <-> Gabriele D’Annunzio (differenze e analogie) Giorgio Caproni <-> Amelia Rosselli (differenza musica, Rosselli musica e parole all’interno di uno stesso sistema) Giorgio Caproni <-> Beppe Fenoglio (differenze e analogie musica, assenza della musica)
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