Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Il Golem. Tutto quello che dovremmo sapere sulla scienza., Schemi e mappe concettuali di Sociologia

Riassunto di "Il Golem. Tutto quello che dovremmo sapere sulla scienza."

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 31/07/2023

alice-azzola
alice-azzola 🇮🇹

3 documenti

1 / 6

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Il Golem. Tutto quello che dovremmo sapere sulla scienza. e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia solo su Docsity! Il Golem. Tutto quello che dovremmo sapere sulla scienza Introduzione 2 concezioni sbagliate e pericolose della scienza: 1) Scienza come una sorta di cavaliere delle crociate assediato da folli nemici dalle menti ottuse 2) Scienza come vera nemica, potente forza distruttiva. Metafora della scienza è il Golem, creatura mitologica derivante dalla mitologia ebraica. È una creatura un po' “squilibrata”. Obbedisce agli ordini dell’uomo, ma può essere pericolosa. È un’umanoide creato dell’uomo. Se non sottoposta a controllo, la scienza può distruggere i suoi padri. Ma per quanto potente, il golem è creazione della nostra maestria e abilità. 1. Conoscenza commestibile: il trasferimento chimico della memoria Tra anni ’50 e ’70: McConnell e Ungar: esperimenti riguardo al trasferimento chimico della memoria nei vermi e nei ratti. Memoria immagazzinata in componenti chimiche che potevano essere trasferite da un animale all’altro. McConnell: esperimenti sui vermi: mostrava ai vermi che nuotavano rilassati un fascio di luce, e poi li sottoponeva ad un leggero shock elettrico che li costringesse a incurvare i loro corpi  alla fine i vermi associavano la luce alla scossa e quindi incurvavano il loro corpo ogni qual volta erano sottoposti ad un fascio di luce = vermi “ammaestrati”. Poi sezionò i vermi, per vedere se la memoria si conservava. Anche la metà sprovvista di cervello conservava l’istruzione acquisita  idea che la memoria potesse essere immagazzinata chimicamente lungo tutto il corpo del verme. Seguirono poi diverse discussioni. 1959: McConnell fondò una rivista chiamata WRD. Rivista anche burlesca che impediva che il lavoro venisse preso sul serio. L’attenzione rispetto alla possibilità del trasferimento chimico della memoria fu poi catturata dai mammiferi: ratti e topi in particolare. Georges Ungar cercò di suscitare nei ratti una paura del buio associandolo con una scarica elettrica. Uccise poi questi ratti e preparò un estratto di materia presente dal loro cervello e la iniettò in altri ratti. Voleva vedere se questi ratti a cui era stato iniettato un estratto di materia presente nel cervello dei ratti “ammaestrati” erano più inclini a evitare il buio rispetto a quelli a cui era stato iniettato un estratto preparato con i cervelli di ratti più ordinari. 105 esperimenti davano esito positivo e 23 negativi. I numeri incoraggianti e la possibilità di replicare gli esperimenti non sono però sufficienti per convincere la comunità scientifica a credere in risultati così poco convenzionali (conta molto anche la fama dello scienziato e del laboratorio di provenienza). Il gruppo Stanford cercò di replicare gli esperimenti di Ungar, ma arrivò a risultati diversi.  dibattito tra i due gruppi: per McConnell e altri psicologi la paura del buio poteva essere interpretata come una disposizione generale piuttosto che come qualcosa di specifico che era stato appreso. Cercò allora di insegnare ai ratti comportamenti più complessi, come la scelta di curvare a dx o sx ad un bivio per arrivare al cibo. Ungar era invece un farmacologo di professione, e nutriva interesse maggiore per una strategia biochimica. Desiderava isolare, analizzare e sintetizzare molecole attive. FINE: McConnell chiuse il suo laboratorio nel ’71: si rese conto che aveva ragione Ungar, gli psicologi avevano perso la partita contro la grande scienza della biochimica. Ungar iniziò a fare esperimenti sui pesci rossi, ma le quantità di materiale non erano mai sufficienti. Quando Ungar morì nel ’77, questo tipo di ricerche morirono con lui, non ci fu nessuno a cui passare il testimone. Nessun esperimento dimostrò mai la non esistenza di fenomeni relativi al trasferimento della memoria, ma nonostante questa possibilità non sia stata mai confutata categoricamente, cessò solo di impegnare la mente della scienza. Il golem ha rivolto il suo sguardo altrove. 2. Due esperimenti che “hanno dimostrato” la teoria della relatività Teoria della relatività di Einstein: grande successo tra gli scienziati (perché in grado di spiegare risultati fino ad allora incomprensibili) ma anche tra la gente comune (semplice e capace di unificare dopo il conflitto mondiale). Prove principali = esperimento di Michelson-Morely del 1880 sul moto dell’etere (la luce viaggiava alla stessa velocità in tutte le direzioni) e osservazione di Eddington sullo spostamento apparente delle stelle durante l’eclissi di Sole del 1919, che mostrò che la luce delle stelle era deviata dal Sole nella quantità esatta per provare la teoria della relatività. I. Michelson dai suoi primi esperimenti si aspettava che la velocità delle onde luminose sarebbe risultata variabile in quanto si pensava che le onde luminose si propagassero attraverso un mezzo universalmente imponderabile chiamato etere. Per misurare V della Terra, Michelson aveva bisogno di misurare V luce in svariate direzioni. Il metodo consisteva nell’utilizzare uno strumento che noi oggi chiamiamo “interferometro”. Michelson eseguì un primo esperimento nel 1881 e un’osservazione molto più accurata nel 1887 con la collaborazione di Morley. Il nuovo apparato sperimentale era molto più elaborato. Tuttavia, l’esperimento produsse ancora un risultato nullo.  Poi, non appena gli esperimenti con l’interferometro cominciarono ad essere considerati come prove della relatività piuttosto che come misure della velocità della terra rispetto all’etere, si riprese a lavorare intensamente in questa direzione.  1925: una versione più completa e accurata dell’esperimento condotto da Miller fu acclamata in tutto il mondo come una decisiva confutazione della relatività.  Dibattito. Tuttavia, nuovi esperimenti suffragarono la teoria della relatività e i nuovi risultati sperimentali di Miller persero importanza e significato. Questi esperimenti di Miller vennero allora concepiti come solo un’anomalia che occorre giustificare.  “Anomalia” può essere però anche un problema serio (es. esperimenti di Michelson  poi trasformati in “scoperta”).  Il significato di un esperimento, quindi, non dipende solo dalla cura con cui è progettato ed eseguito, ma anche da ciò in cui le persone sono disposte a credere. II. La luce che proviene dalle stelle dovrebbe essere deviata nel momento in cui transita nel campo gravitazionale del sole: le stelle in prossimità del Sole dovrebbero apparirci leggermente spostate rispetto alla loro abituale posizione. Eddington fece un esperimento: l’esperimento consisteva nell’osservare e confrontare la posizione delle stelle nel cielo con la loro posizione apparente quando la radiazione luminosa da queste emessa transita in prossimità del sole. Solo durante un’eclissi solare è possibile però osservare le stelle in prossimità del sole  ciò condusse a numerose difficoltà di natura tecnica.  Dopo calcoli e aggiustamenti, si sostenne che le osservazioni di Eddington confermavano la teoria di Einstein. Ci fu qui un’interpretazione dei risultati importante: venne assegnato un ruolo cruciale ai risultati ottenuti con il telescopio di 10 cm di Sobral e ci si servì delle lastre  Il peso crescente dei risultati negativi fu fissato nella sostanza da Garwin. Dopo le sue dichiarazioni, solo gli esperimenti che riportavano risultati negativi furono tenuti in considerazione, e non si trovò più traccia degli intensi flussi di radiazione gravitazionali. Tutti gli esperimenti seguenti che producevano risultati positivi dovevano esser considerati, dopo quegli eventi, non validi. 6. La vita sessuale delle lucertole dalla coda frustata Per Crews, il comportamento delle lucertole dalla coda frustata rappresentava un es. particolarmente significativo di come i fattori ambientali possono influenzare l’evoluzione e lo sviluppo di vari aspetti del sistema riproduttivo. La controversia più eclatante in cui fu coinvolto riguardò alcune affermazioni piuttosto insolite pronunciate rispetto al comportamento sessuale di queste. Questa specie di lucertola è insolita nel mondo dei rettili perché si riproduce per partenogenesi: si può riprodurre dalle uova delle femmine senza che sia necessario l’ausilio di un maschio che le fecondi.  Crews notò che queste lucertole, che non avevano bisogno di accoppiarsi, qualche volta montavano l’una sul dorso dell’altra, comportandosi proprio come le altre lucertole dotate di vita sessuale. Ne seguì un grande dibattito: comportamento artefatto, determinato dalle condizioni di eccessivo affollamento in cattività (critici) o aspetto essenziale e precedentemente trascurato del comportamento riproduttivo? Crews descriveva i suoi oppositori come arretrati, legati a modelli e invischiati nelle vecchie tradizioni, piuttosto che ricettivi e pronti a vedere che cosa c’era da vedere. Spesso, nel corso di una controversia scientifica, alcune piccolezze precedentemente ignorate diventano estremamente importanti. Es. il n° di morsi per amore che le lucertole passive subivano e il fatto che agitassero o no le loro zampe in segno di sottomissione sessuale.  Oggi l’opinione generale è che Crews e i suoi oppositori abbiano combattuto raggiungendo una dignitosa parità. 7. Analisi del cuore del sole: la strana storia dei neutrini solari mancanti 1967: Ray Davis cercò di rilevare i neutrini solari (particelle subnucleari prodotte dalla fusione del nostro sole) difficilissimi da rilevare. Esito che suscita perplessità: i flussi previsti di neutrini non si sono trovati. Tecnica sperimentale utilizzata = deriva da un settore di ricerca a metà tra radioattività e chimica (radio-chimica). Un test che era considerato il coronamento delle verifiche sull’attendibilità della teoria dell’evoluzione stellare ha invece prodotto sconcerto e costernazione. Tuttavia fin qui nessuno può affermare con certezza in che cosa si è sbagliato.  Scontro tra esperimento e teoria: l’ambito teorico e quello sperimentale non possono essere tuttavia facilmente separati. Davis aveva sviluppato un ottimo sistema di rilevazione, ma non aveva neutrini da rilevare.  W. Fowler gli offrì la chiave per risolvere il dilemma. Fowler e i suoi collaboratori del Cal Tech misurarono nuovamente una velocità di reazione essenziale per la realizzazione del ciclo di reazioni nucleari del sole e fu scoperto un errore. Sembrava che il sole producesse alcuni neutrini ad energia piuttosto alta, che Davis doveva essere in grado di rivelare. Fowler lo avvertì immediatamente di tale possibilità e così i due collaborarono. Poi, lo studente di post dottorato di Fowler, John Bahcall, fisico teorico, iniziò a coordinare le energie degli scienziati del Cal Tech. Davis valutava il costo dell’esperimento in circa 600000 $. Per ottenere fondi e agevolazioni gli scienziati devono ricorrere a pressioni politiche e altre forme di persuasione  questi esperimenti sono stati annunciati come cruciali.  La retorica della crucialità è dipendente dal contesto. Davis riportò risultati negativi, ma il suo esperimento non ha mai perso di credibilità. Si guadagnò la fama di valido e scrupoloso sperimentatore.  ha raggiunto, con il trascorrere degli anni, una certa reputazione come sperimentatore ideale. Una scienziata del Cal Tech, Icko Iben, giudicava con ostilità l’operato di Bahcall. Anche Bahcall poi ammise che esisteva una discrepanza.  La convinzione di Davis che i suoi risultati fossero in disaccordo con la teoria non era condivisa da Bahcall.  Non è sempre facile e univoco il giudizio dell’esito di una verifica di una teoria: non si tratta semplicemente di confrontare la previsione teorica e il risultato sperimentale. Entra sempre in gioco l’interpretazione.  1978: pubblicati più di 400 articoli che proponevano soluzioni al problema del neutrino solare: complessivamente, nessuna di queste soluzioni ha ottenuto un consenso universale.  D’altra parte, la teoria dell’evoluzione stellare non è stata modificata. Il risultato dell’esperimento del neutrino solare è stata considerata un’anomalia, qualcosa per il momento da accantonare.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved