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Il Lato Oscuro di Nane Oca, Giuliano Scabia, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto capitolo per capitolo dell'ultimo libro della tetralogia del ciclo narrativo di Nane Oca di Giuliano Scabia.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 09/06/2020

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giulia-pagetti 🇮🇹

4.5

(204)

47 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il Lato Oscuro di Nane Oca, Giuliano Scabia e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! IL LATO OSCURO DI NANE OCA PARATESTI E CARATTERISTICHE GENERALI DEL LIBRO La copertina riprende il disegno del primo volume, solo circondato dalla copertina nero. È un disegno poco definito. La quarta di copertina ha un testo redazionale che dà una qualche dritta al lettore per orientarlo nella lettura. Citazione in esergo: Sabatini è un linguista illustre, Sabatini aveva un programma radiofonico in cui parlava della lingua e ha detto questa frase. Scabia l’ha presa e l’ha messa come risposta all’antico Dio; a questa risposta risponde la Vacca Mora, la quale prende sempre più un ruolo più importante: se gli uomini arrivano a non sopportarsi più, l’amore che fine fa? La domanda della Vacca Mora è rivolta a tutti noi perché è l’amore che dà l’inizio a tutto. All’inizio del romanzo viene già rivelato l’antidoto della vita. Poi c’è la mappa e il riassunto dei volumi precedenti e un elenco di nomi e argomenti che possono essere utili per il prossimo libro e sono stati centrali per i volumi precedenti. L’indice ci fa capire la struttura dell’opera: ci sono due parti, separate da due intermezzi, sono la soglia che serve per entrare nel viaggio del lato oscuro dell’umanità e di Nane Oca. In questo libro, diventa sistematica la difficoltà dell’autore, il quale ha a che fare con un mondo della cronaca e lui ne ha paura. È diverso da affrontare un mondo fantasmagorico, il quale è più libero dal male. Prologo STRAORDINARIO INCONTRO DELL’AUTORE COL PESCE CAVO L’autore passeggia e dalle acque del fossone del Pavano Antico sorge il Pesce Cavo, fratello del Pesce Bauco che, a differenza sua, parla. Il Pesce Cavo conosce l’autore e dice che manca una parte alla trilogia di Nane Oca, cioè il racconto del lato oscuro, il quale è presente in parte nel Pavano Antico ed è ricco nel mondo della cronaca ed è un tratto tipico dell’uomo che porta ad avere conseguenze inevitabili anche sulle bestie. Il Pesce Cavo invita l’autore a cercare il Leviatano per capire di più il lato oscuro, però nessuno sa dov’è e se parla o meno, l’importante è cercarlo. - L’idea di indagare il lato oscuro di Nane Oca è stata suggerita da un amico di Scabia, qui è ripreso nella figura di Pesce Cavo. L’elemento di uno scrittore un po’ in impasse si vede anche poi in Guido il Puliero, perché preso dal dubbio su come andare avanti nella storia. Guido scrive un passo in cui mostra i suoi dubbi, ma poi decide di toglierlo. - Ogni bel ballo stufa: concetto accennato già nel 2° volume. - Il lato oscuro è presente in ogni luogo, anche nel Pavano Antico. Scabia fa una riflessione: lui è un autore da fioretti ed è proprio per questo che non è uno scrittore molto famoso nel panorama italiano; quello che interessa oggi è il lato oscuro, mentre l’ideologia finale di Scabia è ottimista. Scabia è consapevole di essere uno scrittore che sta proponendo una visione delle cose che non è come quella che va per la maggiore. Ci sono critici che hanno descritto la narrativa di Scabia come se lui fosse uno sciamano. - Viene anticipata la figura del Leviatano = pesce biblico e mostro per eccellenza. Vedremo che nella seconda parte del libro avrà una parte importante. - Levi cavi testa coa cavo mi: formula misteriosa che farà da pilastro al romanzo. COME L’AUTORE RICHIAMO’ IN SCENA I SUOI PERSONAGGI L’autore richiama i suoi personaggi in scena tramite la tecnica dell’evocazione che permette l’apparizione dei personaggi, perciò l’autore li nomina tutti con un lungo elenco (tratto epico). Tutti sorgono e sono felici di essere lì di nuovo riuniti. Guido il Puliero dice di avere già pronta una nuova avventura che però è in via di scrittura, perciò ha bisogno dell’aiuto di tutti per essere completata, soprattutto non sa come cominciarla. - Scabia trasmette la sua insicurezza sulla storia a Guido il Puliero: entrambi non sanno come cominciare questa nuova storia. - Dal punto di vista linguistico, il passo si apre con una ripresa tipica di un tratto dell’oralità che rende l’autore più vicino al lettore. LA VACCA MORA SOSTIENE DI AVER AVUTO LA NUOVA RIVELAZIONE Nella notte, la Vacca Mora ha una rivelazione e chiede al moscone d’oro di riunire tutte le bestie per condividerla con loro. La Vacca mora fa ragionare sull’importanza degli animali, i quali sono cosmici, cioè vivono sia in terra che in cielo. Sono così importanti che non può essere un caso che la gran parte delle costellazioni sono intitolate agli animali, è stato l’uomo a farlo e perciò per lui sono molto importanti, anche se poi diventano cibo e subiscono le loro disgrazie. Le bestie sono immuni dal lato oscuro, per ora, mentre il Pavano Antico solo ora per la prima volta è in pericolo. Le bestie si pongono l’obiettivo di riportare indietro il cervello degli uomini ad uno stato precedente senza lato oscuro per poter consentire alle prossime generazioni umane una vita migliore, perciò vogliono aiutare Giovanni nella lotta contro il lato oscuro, il quale oltre a uomo è Oca, cioè animale. Proprio per questa sua doppia natura, lo Scarbonasso Serpente è dubbioso: dice che Giovanni è prima di tutto uomo quindi può essere tentato pure lui letalmente dal lato oscuro. - La Vacca Mora è il nome con cui i contadini padovani chiamano il treno: questo fatto riporta all’idea che ogni cosa in Scabia nasce sollecitata da un dato di realtà. - L’opera di Scabia non è qualcosa di intenzionale, nasce da qualcosa di creativo e poi solo dopo comprende il messaggio e le emozioni che trasmette. - L’obiettivo della nuova ricerca di Nane Oca è quella di sconfiggere il lato oscuro tramite l’amore, le bestie vogliono aiutarlo, è la ricerca più difficile, in quanto lui deve passare una soglia e poi tornare indietro. Le bestie poi decidono di mandare l’Asino Pedroti per esortare Guido il Puliero per raccontare queste nuove avventure di Nane Oca. - L’Asino del Pedroti è una figura presa e citata da Stendhal. - Bandolo = primo filo di un gomitolo da srotolare. Indica come per Guido sia ancora un mistero come cominciare la storia, è ancora nel dubbio. L’URAGANO Viene sfatato il mito della natura perfetta, ma si introduce il tema della natura che porta disastri. Nane Oca, mentre torna a casa per salutare Giostrina prima di intraprendere il suo viaggio nel lato oscuro del mondo della cronaca, incontra un gigante (uragano) con gli occhi cattivi che vuole uccidere Giovanni, prima il ragazzo cerca di difendersi ma poi, quando sembra non farcela più, evoca suor Gabriella e lo aiuta, ferma il gigante, e finalmente Giovanni può andare da Giostrina. Suor Gabriella mette in guardia il ragazzo che questo è solo l’inizio del male che Giovanni incontrerà nel mondo della cronaca, però di non temere perché alla fine il lato chiaro trionferà su quello scuro. Nel commento alla lettura, le gigantesse sono felici di essere inserite nella narrazione perché ormai rimangono solo loro e il racconto può essere un modo per rendere immortale la loro memoria. - Tante espressioni ricordano moltissimo l’oralità e i modi di dire delle fiabe. - Ci sono molte similitudini che si riferiscono al mondo contadino. - Oloferne è un gigante presente in un passo biblico che è ucciso da Giuditta, donna ebrea. GIOVANNI VA A SALUTARE GIOSTRINA Prima di imbattersi nel mondo della cronaca, Giovanni saluta l’amata. Lei è un po’ scettica, non crede tanto a queste cose cattive, anzi pensa che non esistano e che sbagli ad ascoltare l’autore e il Pesce Cavo. Giovanni però è determinato ed è sicuro che riuscirà nella sua impresa grazie all’aiuto delle bestie, alla formula magica e ai baci con Giostrina. All’alba saluta tutti e oltrepassa la soglia. In questo commento, vediamo che la ricerca di Giovanni è una prova di maturità, è bene che lo compia da solo. - È un rito di passaggio, che tante religioni celebrano con cerimonie di passaggio. Qui è rappresentato con il viaggio nel lato oscuro. - Ad oltrepassare la soglia non è solo Nane Oca, ma tutti quanti ascoltando il romanzo di Guido il Puliero: tutti si prestano ad uscire dal Magico Mondo per entrare nel mondo reale. COMINCIA IL VIAGGIO NEL MONDO DELLA CRONACA Appena arriva nel mondo della cronaca, Giovanni è sorpreso dalle macchine, dalle città unite tra loro e dall’odore velenoso dei carburanti. Cammina per strada e vicino a lui si apre una macchina da cui cade un corpo di un uomo morto con un biglietto con scritto sopra: “Ecco cosa capita a chi curiosa”. Appena arrivano i carabinieri prendono Nane Oca e lo interrogano, chiedendo cosa avesse visto. Lui racconta normalmente, ma non si capisce molto con i poliziotti: provengono da due mondi diversi, perciò lui ritiene i carabinieri incompetenti e incapaci perché non sanno nulla sul lato oscuro, il Leviatano e il re del mondo; mentre i carabinieri reputano Giovanni un ragazzo strano e ingenuo che non sa nulla del mondo che gli circonda. - Molto probabilmente Nane Oca assiste ad una delle conseguenze dei conflitti della mafia. - Scabia, sotto le battute di Giovanni, fa intendere che spesso la polizia fa domande senza sapere perché e che cosa sta cercando. LA PUNTURA Alcuni malviventi prendono Giovanni, lo mettono nel sacco. I cattivi vogliono far diventare cattivo Giovanni, iniettandogli una dose di cattiveria con una puntura; i cattivi sono convinti che nessuno al mondo può rimanere buono e che tutti, prima o poi, abbandonano l’innocenza. Il commento alla lettura, oltre che alla fine, è pure a metà racconto (novità), in cui gli amici parlano di come la cronaca sia l’inferno e interviene per la prima volta l’Asino di Pernumia con delle parole inaspettatamente sagge per un asino. Nel commento finale, si vede come la cronaca sia la negazione del Magico Mondo, Nane Oca è entrato in un mondo opposto a casa sua. LA MALA Giovanni comincia a sentire il formicolio del male, che consiste nel vedere intorno a tutte le figure un alone nero. I suoi rapinatori sono i 3 brutti ceffi dell’inizio: Britola, Brinca e Ocidabò che l’hanno rapito per renderlo cattivo e farlo entrare nella loro banda; lo pungono con il male così poi collaborerà con loro per il loro grande colpo, ora Nane Oca è in fase di lenta cattivazione. Giovanni capisce che il male deriva da un male precedente, come è chiaro dal dialogo con Ocidabò perché lui non si ricorda se sia stato amato da piccolo e se una volta sia stato buono, come invece lo è stato Giovanni, perciò il ragazzo è invidiato dai malviventi anche per questo motivo. - Alla fine del frammento, nel commento, c’è l’allenatore Rocco Nereo, grande allenatore del Milan. - Dal punto di vista stilistico, molte espressioni sono tratte dall’oralità comune tra persone. Inoltre, notiamo che tutte le occasioni di dialogo tra uomini e asini sono caratterizzate dalla comicità e dalla farsa, presa da Scabia dai fumetti. IL COLPO IN BANCA Nane Oca e i banditi si recano alla banca per fare il loro grande colpo. Nane Oca è soprannominato Nane Can, è un nome più adatto ad un cattivo e alla Mala. Giovanni ha come obiettivo quello di mostrarsi cattivo, per far credere ai banditi che il male si stia annidando in lui, perciò dà un pugno a Britola quando l’uomo offende sua madre e alla pasticciera vuole una pasta “cattiva. I banditi si fermano alla pasticciera prima di andare alla banca; qua, come pasticciera, c’è una vecchietta pallida dallo sguardo attento che fa un occhiolino a Giovanni, lui però non si accorge che è la stessa vecchietta che gli ha donato il baco d’oro e insegnato la formula magica per salvarsi quando in pericolo, sente comunque un tremito. In banca, fila tutto liscio: i banditi si sono messi d’accordo sia con il direttore, con le guardie e con alcuni clienti, tranne che con una guardia giovane che fa scattare l’allarme e fa saltare il piano della banda, rimanendoci secco. La Mala deve scappare. Nel commento alla lettura, Guido confessa la sua difficoltà nell’andare avanti dopo questo passo, dice che c’è bisogno di un escamotage per far continuare la storia e lo trova. - Prima di entrare in banca, i banditi si travestono, vogliono fare terrore in modo da poter attuare la rapina perfetta, cioè quella causata dal puro terrore senza spargimenti di sangue. Nonostante sia un momento serio, è inevitabile la vena comica che si percepisce dalla descrizione di Scabia. - Il discorso del bandito è interessante: è sulla tematica del bene e del male, è un discorso quasi da indovinello. Mostra che il male è originato dalla sete di potere per il denaro e che per i banditi è bene se il male va bene, mentre quando il male va male, è bene per gli altri. - Il termine del dialetto pavano “usmare” verrà usato anche nella seconda parte. Perciò è un termine dialettale che rappresenta la tendenza di quest’ultimo volume di aggiungere la lingua dialettale nella lingua del romanzo. Usmare = annusare con il naso e con l’anima, il professor Pandolo spiega che deriva dal greco osmao, cioè cosmico. - La tecnica dello escamotage deriva dai romanzi a puntate/feuilleton dell’800 che sviluppano una stessa storia in più episodi, perciò ricchi di colpi di scena continui e vicende interessanti, in modo da far appassionare il lettore ai personaggi e alle vicende. Si può parlare anche di deus ex machina, termine risalente dalla tragedia greca, che vuole indicare una divinità che compare sulla scena per dare a una risoluzione ad una trama apparentemente irrisolvibile secondo la logica causa- effetto. L’ESCAMOTAGE Nane Oca si salva dalla banda grazie al morbino, cioè il fervore dell’amore, che nasce in lui dopo l’occhiolino della vecchietta. Mentre scappano, Giovanni insiste dicendo che la giustizia vince sempre sul male e i banditi sono convinti che sia troppo piccolo per capire e parlare sul serio e che ormai lui sta entrando nel male; in realtà, Giovanni dice che si è preso gioco di loro, i quali sono dei pagliacci a travestirsi così. Detto questo, Nane Oca scompare grazie alla formula magica, consegnata dalla vecchia e perciò Giovanni è salvo proprio grazie a quella misteriosa donna. Nel commento, tutti gli ascoltatori si scagliano contro i banditi, chiamandoli vigliacchi. - È presente una modalità fatica nelle ultime righe del passo del romanzo: il narratore fa delle domande retoriche che fungono come da “riassunto” e da “anticipazione” per la storia. - La formula magica sarà pronunciata 12 volte da Giovanni per salvarsi in questo viaggio nel mondo della cronaca. LA VECCHIA Nane Oca si trova in una selva di capannoni e ciminiere. C’è una casetta, bussa e scopre che abita la vecchia della pasticciera ed è ora che si rende conto che è la stessa che gli ha consegnato il baco d’oro. La vecchia ribadisce a Giovanni di stare attento e che per combattere il male deve trovare l’antidoto, scopo della sua ricerca, il quale è in possesso del re del mondo. La vecchia, prima di scomparire con la formula magica, dà un indizio che si riferisce al Pesce Bauco, senza però rivelare troppo, deve essere Giovanni a capire da solo cosa fare. Nel commento, le Agnesi e la Vacca Mora esaltano il ruolo delle donne e di quanto siano indispensabili per la nascita del mondo e per la vita del mondo. Guido, poi, rivela che la storia si fa sempre più difficile e l’autore gli fa un appunto, dicendo che, finora, non è ancora riuscito totalmente ad puntura, chiamata da loro la puntura della felicità che fa andare in estasi. Chiedono a Giovanni se vuole provare, ma lui, nonostante sia tentato, rifiuta perché nel Pavano Antico l’andare in oca è l’andare in estasi e c’è il momon, non ha bisogno della puntura. Il ragazzo si fa la puntura e muore, la ragazza dice che morire è un’estasi, ma Giovanni difende la vita, dicendo che vivere è la vera estasi. Alla fine di questo episodio, Nane Oca va in America grazie all’uso della formula magica, essa diventa l’escamotage per unire tutti questi incontri, è il filo che imbastisce tutti questi incontri. - Nel commento alla lettura, Guido confessa di aver avuto difficoltà nella scelta della formula magica come trait-d’union tra gli incontri, però poi gli è sembrata una buona scelta. Don Ettore trova questa soluzione una “trovatina da cartoni animati”, ma in realtà è proprio l’obiettivo di Scabia. Le bestie non la trovano una cavolata e si uniscono subito in un coro e dicono la formula magica, senza che poi succeda niente: per don Ettore non sanno ancora distinguere tra realtà e Magico Mondo. NANE OCA VA NELLA STRANOMINATA AMMERICA E PER PRIMA COSA ASSISTE A UNA STRAGE In America Nane Oca è nel bel mezzo di una sparatoria in una scuola americana. Incontra Emily, una ragazza molto bella e romantica, che anche lei reputa Nane Oca strano in quanto cerca di capire il lato oscuro e cerca il re del mondo. Mentre parlano sentono gli spari e da lontano vedono un giovane ragazzo con fucile in mano che spara a tutti i ragazzi che incontra, nei suoi occhi Giovanni legge felicità e goduria per le morti che sta causando, lui spara e uccide perché vuole essere il re dei morti. Il giovane viene ucciso dalla polizia, Giovanni è vivo per miracolo ed ha paura del lato oscuro perché, a causa della puntura, sente in lui quel formicolio di goduria che ha provato il giovane. - Forse Scabia prende il nome Emily, pensando alla scrittrice romantica Emily Dickinson. - Scabia esplicita la sua ispirazione ai fumetti quando Giovanni pensa di avere i superpoteri come in certi fumetti perché riesce a spostarsi nel mondo grazie ad una formula magica. - Dal punto di vista linguistico, ci sono modi di dire comuni, il multilinguismo tra inglese e italiano nella frase dell’assassino a Giovanni e la polizia usa un termine emiliano per dire bambino, cioè cinno. - Nel commento, Guido confessa la sua paura di non riuscire a gestire il romanzo a causa del tema delicato; Guido è in costante incertezza riguardo alla sua opera. STRAORDINARIO INCONTRO CON AQUILA TREMANTE Giovanni arriva a New York, città immensa con altissimi grattacieli e gente che corre affannata. Incontra per strada Aquila Tremante, signore dalla pelle color rame che avrebbe dovuto essere un capo degli indiani se i bianchi non avessero sterminato tutto il suo popolo. È il primo personaggio che conosce il Pavano Antico, Nane Oca e ha già sentito parlare del lato oscuro, del Leviatano e del re del mondo, perciò non reputa strano Giovanni. L’uomo mette in guardia Giovanni, dicendo che a New York il re del mondo è il denaro e che gli americani hanno la mania di costruire grattacieli e poi buttarli giù, hanno la mania degli affari, inoltre ci sono anche dei fanatici che amano far saltare in aria la gente e poi andare in Paradiso. - Giovanni percepisce le differenze tra il Pavano Antico, in cui ci possono essere fatti di cronaca ma a regnare è l’amicizia tra umani e bestie, e il mondo della cronaca, in cui sembra esistere solo il male. - Il tema centrale è quello dello sterminio di intere popolazioni da parte di uomini europei bianchi che si sono ritenuti superiori rispetto agli indigeni di quelle terre. DAVANTI ALLA FAMOSA BORSA DI NEW YORK DOVE IL DENARO È DIO, UN FANATICO DI BAC BICOBAC FA CISCOPPIO, A CUI NANE OCA, ACCORGENDOSI IN TEMPO, SFUGGE Nane Oca arriva davanti alla famosa borsa di New York. Qui sente parlare alcuni uomini che credono che il re del mondo sia il Denaro, in quanto lavorano in un luogo in cui il denaro non si tocca, ma produce altri soldi e non si vede, ma si sperimenta e ha un influsso sulle nostre vite. Questi uomini di Borsa ritengono Giovanni strano e sono fermamente convinti che senza Borsa il mondo crollerebbe. Mentre parlano, un uomo cade dall’alto e muore: Giovanni assiste quindi anche a un caso di suicidio dovuto a un affare andato male, in quanto il dio Denaro non perdona nulla. In quel momento, arriva un ragazzo di origine araba che si arrampica sull’edificio della Borsa di New York e tira una cordicella e scoppia, uccidendo e ferendo chi era lì sul posto; anche in questo caso, Nane Oca è vivo per miracolo perché si infila in tempo in una via laterale e pensa di aver assistito proprio ad una bella scena, riconoscendo di farsi prendere dal gusto del male. Nel commento alla lettura, la Vacca Mora e l’Asino del Pedroti si fanno ispirare dalla lettura del Puliero e compongono dei versi, che don Ettore ritiene brutti; mentre il farmacista ritiene che ogni essere vivente sia poesia (solito scambio di opposizioni). Guido dice sempre di scrivere con difficoltà. - È un passo che contiene molti temi attuali: il mondo governato dal denaro a causa della società capitalista in cui viviamo e i sempre più frequenti casi di attentati da parte di fanatici religiosi che credono in un Dio che giustifichi la violenza. - Recherche du coté obscur: Scabia riprende la recherche du temps perdu di Proust. - C’è il solito multilinguismo nelle battute del fanatico che si fa saltare in aria. - La scena del commento alla lettura con le poesie delle bestie è piuttosto comica. IL CRONISTA DEL PIU’ FAMOSO GIORNALE DEL MONDO SI RIVELA ESSERE UN GIOVANNI E INTERVISTA NANE OCA Subito dopo gli si avvicina un uomo con taccuino in mano, che si rivela essere un cronista che gli chiede che cosa sia successo davanti alla borsa di New York. I due iniziano a parlare e finiscono in un caffè. Nane Oca si rivela e il cronista dice che è famoso in America insieme alle storie ambientate nel Pavano Antico e a Guido il Puliero. Parlano sul lato oscuro, John è convinto che tutti gli dei siano fantasie nate a somiglianza dalla mente umana di chi le crea e che non ci sia cosa più oscura del lato oscuro; inoltre, spiega la differenza tra mitica, tragica, comica e cronaca, quest’ultima è la verità, il fatto come avviene. Neanche John sa chi sia il re del mondo o il Leviatano e, prima di andar via, lo saluta dicendo di prendere il New York Times il giorno dopo che ci sarà la sua intervista. Nane Oca, diventato troppo famoso, decide di cambiare aria, usando sempre la formula magica. Nel commento alla lettura, Guido dice ancora le sue difficoltà nell’andare avanti nella storia e i personaggi sono felici di vedere come il Pavano Antico sia diventato famoso in tutto il mondo. - Nel commento, il professor Pandolo spiega l’etimologia di Leviatano, parola che indica un mostro immane e distruttore presente nella Bibbia; nella realtà, non si sa se esiste. Per don Ettore, e per la Chiesa, il Leviatano è il Diavolo. - Il cronista, John, viene introdotto con una descrizione piuttosto comica, in quanto è rappresentato come qualsiasi giornalista/investigatore dei film o dei libri. NANE OCA INCONTRA UN DIAVOLO E UN ANGELO Nane Oca incontra un Diavolo e un Angelo, legati tra loro da una corda: il Diavolo con costume rosso, maschera e corna nere e un forcone e l’Angelo bianco con il violino e entrambi con le ali e recitano a Nane Oca la commedia eterna del lato oscuro. Recitano nella foresta e conoscono Nane Oca e le sue avventure, vogliono venire a visitare il Pavano Antico e mostrare la loro apparizione anche a tutti gli abitanti dei Ronchi Palù. Giovanni poi chiede se loro sanno qualcosa sul Leviatano e sul re del mondo, ma i due poi si rimettono la maschera e soprattutto il Diavolo sembra stia nascondendo qualcosa. Nel commento alla lettura, tra gli ascoltatori comincia una discussione teologica sull’influenza del Diavolo sulla Chiesa e poi tutti dicono al Puliero che dovrebbe lasciare questo passo in quanto molto significativo sulla questione del lato oscuro; l’uomo era in dubbio. - Per la prima volta, Scabia si personifica e descrive fisicamente: giovane dai capelli neri con gli occhi azzurri e bello, lui da giovane. Inoltre, lo spettacolo avviene nel bosco. - Il Diavolo e l’Angelo è un’azione teatrale che Scabia mette in atto nella sua carriera teatrale e che decide di riportare nel romanzo. L’attore Diavolo decide di impersonare il Diavolo perché ne ha paura, come si legge dalla prima Lettera a Dorotea. - Toifel mancicapula: toifel da teufel in tedesco, spiegato nel beato commento. AMMAZZONIA – MAGUAL DELLE SCIMMIE Nane Oca arriva in Amazzonia e qua incontra Magual delle scimmie, uomo che ha lasciato la sua casa e la sua famiglia della Padante Pianura per venire in Amazzonia e vivere insieme alle scimmie, diventando loro sciamano, e sperimentare l’evoluzione all’inverso per cercare di capire il mistero dell’Anello Mancante. Anche quest’uomo conosce Nane Oca e il Pavante Antico, perciò è onorato di averlo incontrato e forse rimpiange di non essersi trasferito lì invece che l’Amazzonia, di cui a volte ha molta paura. A volte gli manca la sua vita da umano, gli manca leggere nuovi romanzi, però con la sua tribù di scimmie passa le sere leggendo loro le storie del Puliero. - Viene ripreso il termine usmare, già spiegato dal professor Pandolo; secondo il filosofo, Nane Oca deve usmare per poter trovare il Leviatano. - Nel commento alla lettura, il Cavallo Saetta dice che i cavalli sono stati dipinti anche d’azzurro: Scabia fa una citazione esplicita al suo esperimento teatrale Marco Cavallo. LE RUSSIE – IL MAR DELLE ISOLE Nane Oca va in Russia e incontra Ivan Oca, ragazzo a cavallo con un’aquila sul braccio. Insieme parlano del deserto di sale, evento di cronaca reale riportato nel mondo della cronaca di Nane Oca, è un evento che testimonia l’azione crudele umana contro la natura e il nostro pianeta: gli uomini del governo decidono di usare l’acqua del Mar delle Isole per irrigare le coltivazioni di cotone, facendo sparire l’acqua del mare e creando così il deserto del sale. Ivan dà un’altra dritta a Nane Oca per trovare il re del mondo: per trovarlo, bisogna essere un po’ matti, un po’ bambini e un po’ magici e saper parlare con le bestie e con gli uomini più infimi e poveretti. Alla fine della chiacchierata Ivan Oca porta Nane Oca a casa sua. Nel commento alla lettura si da importanza ai proverbi, i quali hanno a volte un valore di verità oppure a volte sono lontani dalla realtà. LA CASA DI IVAN OCA Ivan Oca porta Nane Oca a casa sua dove incontra sua madre, che gli ricorda Maria La Bella, e suo papà, con baffi lunghi e sciamano. È una famiglia molto simile alla sua. In questo passo, scopriamo che anche Ivan Oca è stato inseguito dalle oche ed è per questo che è stato soprannominato in questo modo, proprio come è successo a Nane Oca. - Bravo merlo = battuta di Viola a Cosimo in Barone Rampante di Calvino. - Il padre di Ivan dà una breve anticipazione sul fatto che ci siano buchi e passaggi per andare in altri mondi, sul fatto che a breve Nane Oca compirà un viaggio sciamanico. - Dio li fa e li accompagna = riprende ancora i proverbi e il mondo popolare. IL VOLO DI NANE OCA In questo passo assistiamo al viaggio sciamanico di Nane Oca, per opera del padre di Nane Oca con l’aquila che si solleva in volo ed è accompagnata dal canto e dal tamburo, permettendo allo sciamano di andare in trans. Nel viaggio sciamanico c’è un rituale particolare, qua Giovanni vede dall’alto la Guerra, cioè la guerra continua del passato, presente, futuro, vedendo come fin dalla preistoria con gli uomini nudi e con le clave fino ad adesso e le atrocità delle guerre. La guerra continua sempre perché gli uomini hanno il veleno dentro: anche nel Pavano Antico c’è stata la Guerra Imperversante. Alla fine del viaggio, Nane Oca scopre che non è passato neanche un secondo, si esce dal tempo convenzionale degli uomini: dopotutto, quando entriamo in una lettura che riesce a portarci via, non abbiamo idea del tempo che passa. Nel commento alla lettura, don Ettore riprende il messaggio che ha dato alla fine della messa solitaria e cioè che anche se le storie del Puliero sono assurde, cerca di dare come senso finale il bene, come fa la Chiesa. Comincia poi una digressione sull’importanza delle bestie anche se l’autore vuole sottolineare come sia lo scrittore a renderle così, sono immaginarie e non vere. - Molti critici definiscono Scabia sciamano perché questi racconti portano il lettore ad un viaggio verso altre dimensioni. Il ritmo del canto e della narrazione di Scabia avrebbero questo potere, perciò non è un caso che Scabia fa vivere a Giovanni questo viaggio. In fondo, si può dire che ogni tipo di arte può far viaggiare in un mondo altro, diverso dal reale. - Drammaturgo Pirindillo = si riferisce a Pirandello e ai suoi dialoghi con i personaggi, in cui loro non hanno fiducia sull’autore e si ribellano a lui. NANE OCA VA IN ANSIA E NELLA MISTERIOSA GIUNGLE INDIANA E INCONTRA IL COBRA DEGLI OCCHIALI Dopo il viaggio sciamanico, Nane Oca va in Asia e si ritrova nella misteriosa giungla indiana, qui incontra il Cobra dagli Occhiali, la cui missione è quella di avvelenare chiunque incontri con il suo veleno. Il Cobra non sa proprio cosa sia il lato oscuro e crede che il veleno sia momon. I due si scontrano e il cobra cerca di mordere Giovanni, riuscendo però a scomparire in tempo grazie alla formula magica (scena comica come nei fumetti). Nel commento alla lettura, ancora una volta le bestie cantano, recriminando la loro importanza. - Viene ripreso il verbo usmare dal Cobra, perciò non solo dagli abitanti del Pavano Antico. - Nel dialogo tra Giovanni e il Cobra, quest’ultimo fa una critica al turismo odierno: si pensa sia turismo solo quello che la società ritiene turismo e non tutto. - Nel commento alla lettura, c’è una requisitoria al testo biblico simile all’Appendice di Francesca a Dante nel libro precedente che riguarda il fatto che sembra stupido creare tanto casino e clamore per una mela ai tempi di Adamo ed Eva. - Il pilota Pippo si ispira all’aeroplano della Seconda Guerra Mondiale che di notte faceva la ronda e perciò bombardava tutte quelle case che avevano la luce accesa. NANE OCA INCONTRA LA GRANDE ANIMA Nane Oca arriva a Delhy e incontra un vecchietto magro, calvo e avvolto in un lenzuolo e coi sandali, è Gandhi, soprannominato la Grande Anima. L’uomo dà un altro indizio sul lato oscuro, dicendo che il lato oscuro si può capire solo attraverso la luce. Il saggio dice a Giovanni di costudire la non violenza, che è solo quella che può vincere sulla violenza, la quale porta alla distruzione del mondo e delle persone. - C’è ancora la critica al turismo fatto di dépliant costruiti e falsi, dicendo che il viaggio di Nane Oca è meglio di qualsiasi altro viaggio pre- organizzato. - Scabia riprende la morte di Gandhi, è un dato di realtà. Inoltre, prende l’uomo, portatore della non violenza universale, per professare l’importanza dell’amore verso il prossimo. NANE OCA INCONTRA LA TIGRE DEL BENGALA CHE GLI RECITA UNA POESIA DI TIGRE Nane Oca arriva nella giungla del Bengala e incontra la Tigre del Bengala, la divoratrice. I due parlando e la Tigre afferma di sapere una poesia inglese che ha imparato da un cacciatore dell’Impero (quando l’India era sotto l’Impero inglese, dato di realtà). Nel loro dialogo, la Tigre afferma convinta che il lato oscuro è un tratto umano degli uomini, in quanto le bestie uccidono per sopravvivere e non per piacere; al contrario degli uomini che spesso uccidono per il gusto del male. La Tigre dà un’anticipazione su quello che succederà quando Giovanni incontrerà finalmente il Leviatano, cioè che lo mangerà; Nane Oca, dopo questa affermazione, ribadisce il fatto che lui sia coraggioso e che non abbia paura di niente. Infine, la Tigre recita anche una poesia sul Levitano, mostro che mangia tutti con crudeltà. La Tigre saluta Nane Oca con un bacio, le sta simpatico. - La Tigre recita la poesia sulla Tigre di Blake, tradotta poi da Scabia liberamente. - Tema ricorrente che abbiamo già visto in altri incontri è il fatto che i personaggi che incontra Nane Oca lo reputano tutti strano. - La poesia sul Leviatano è presa dal poema del 1666 del poeta Dryden, come detto nel commento della lettura. Il Leviatano è citato anche in Moby Dick, romanzo che ha come protagonista una balena. - Dal punto di vista linguistico, c’è la tendenza all’uso di proverbi e riprende “Ahn” di Ruzzante. STRAORDINARIO INCONTRO DI NANE OCACON L’AGNELLO SACRIFICALE Nane Oca incontra l’Agnello Sacrificale, bellissimo. L’agnello è predestinato al sacrificio della vita, anche se lui stesso non n’è convinto, perché sono stati gli uomini a vederlo come simbolo di Dio e farlo animale di sacrificio religioso e quindi animale da carneficina per il gusto dell’uomo, l’Agnello Sacrificale si è stufato della catena alimentare imposta dall’uomo e si vuole ribellare e Nane Oca lo invita nel Pavano Antico, dove lì le bestie vengono rispettate. Poi, Nane Oca chiede all’agnello se sa qualcosa sul re del mondo e l’Agnello è convinto di essere lui il re del mondo quando viene sacrificato, ma Nane Oca gli spiega che non è così e che è una sua illusione, così come il Pecoramontone, fantasia di pecore e agnelli in quanto tutte le divinità sono invenzioni degli uomini. Nel commento alla lettura, ogni bestia è offesa per i termini usati dalle altre bestie per fare un’offesa, si ribadisce così il concetto che ogni bestia è importante a modo suo, però l’uomo è così presuntuoso da non sapere e non capire nulla sulle bestie. - Il paesaggio bucolico/idilliaco della scena è in linea con il personaggio del passo, cioè l’agnello; Scabia vuole rappresentare una coerenza tra ambiente e personaggio. - L’Agnello Sacrificale è simbolo di Cristo e del suo sacrifico nelle Sacre Scritture. Nel dialogo con Nane Oca, percepiamo il suo risentimento al simbolo che i “sapientoni” della Bibbia gli hanno attribuito e allo sfruttamento della sua carne. Nel dialogo, però, Nane Oca ha come suo pensiero quello antropocentrico: gli animali sono fatti per essere mangiati dall’uomo. - Si scopre che anche l’Agnello aveva prima come soprannome Oca. - Nel dialogo, si riprende il tema delle illusioni e delle divinità inventate dagli uomini a loro somiglianza: gli uomini inventano Dio a propria somiglianza e le pecore inventano il loro dio a loro somiglianza. - Alessandro Magno ha avuto come grande maestro il filosofo e intellettuale greco Aristotele, nominato qui con il nome inventato da Scabia di Aristotene. - Ciarepin: pinciare, atto sessuale da cui discende la specie umana; termine spiegato nel beato commento dell’autore. - Alessandro Magno e Nane Oca parlano del lato oscuro, dell’essere famosi che può portare dubbi e rovina all’individuo, in quanto non capisce chi è realmente ma la sua esistenza è basata sull’approvazione degli altri (tema molto attuale per le celebrità attuali sempre sotto i riflettori); dell’essere mitici per l’eternità e il peso che comporta. Alessandro reputa Nane Oca un ragazzo magico, così come le sue origini. Infine, l’aquila ribadisce il concetto che attraverso la letteratura sembra che il tempo si ferma. - Dal punto di vista linguistico, ci sono molte espressioni inventate, agglutinamenti, separazioni, multilinguismo. INVOCAZIONE DEL PULIERO ALLE MUSE E AI POETI MAESTRI Il Puliero è in difficoltà e invoca i poeti del platano alto, le Muse e le stelle per trovare l’ispirazione. Inoltre, pensa ai grandi poeti stilnovistici che cantano l’amor gentile e alla loro bravura nel poetare. TREMENDO FATTO DI STUPRO AI DANNI DI UNA GALLINA DEI GRASSABO’ La notte di Sant’Antonio Abate, il santo appare alle bestie del Pavano Antico per dare loro benedizione e conforto. Le bestie sono riunite e sono preoccupate per le condizioni di Nane Oca, quando poi arriva la gallina nera di Polverara a dare la notizia di un vecchio che ha violentato una gallina dei Gu, causando poi la morte di tutte le galline di quel pollaio da parte della padrona, non sapendo quale fosse stata violentata. Le bestie sono indignate dalla crudeltà degli uomini nei fatti di sesso, verso le bestie e verso la natura. Perciò, decidono di unirsi e di andare a cercare il vecchio colpevole e sistemarlo a loro modo. Una volta arrivate, essendo intrinsecamente buone, le bestie decidono di accertarsi della notizia e poi, in caso, colpire l’uomo senza pietà. L’unico che mostra un certo risentimento e vorrebbe colpire subito il vecchio stupratore è il santo, unico uomo. Alla fine della lettura, Guido però decide di non inserire questo brano nelle avventure, perché incoerente con la logica del Pavano Antico, dove uomini e bestie sono capaci di convivere insieme. - Sant’Antonio Abata parla un dialetto meridionale e la gallina nera di Polverara parla in cocolingua, già vista in Nane Oca rivelato. - Fatto inedito: Guido il Puliero legge un capitolo a sé ma poi decide di non leggerlo davanti ai suoi amici, ma noi lo ascoltiamo perché è come se fossimo nel suo capitolo. VEGLIA D’ATTESA SUL PLATANO ALTO È notte, le stelle splendono e i poeti e i personaggi del Pavano Antico sono sul platano alto a poetare, va anche l’autore. Il tema della serata è il bene delle poesie nell’animo degli uomini, in quanto toglie il veleno. È questo il mistero della nascita della poesia: è nata per curare i sospiri, i dolori e il lato oscuro degli uomini. - Come già visto in molti altri capitoli, Scabia fa spesso lunghi elenchi, ricordando quelli epici. IL RE DEL MONDO Nane Oca arriva in un luogo di estrema periferia davanti a un’immensa montagna di immondizie e vede un uomo alto e scuro di pelle che cantava e spazzava e ammucchiava sporcizia. È uno spazzino, ritenuto dall’uomo il lavoro più bello del mondo in quanto è il lavoro di Dio: pulisce ciò che gli altri sporcano. Lui pulisce e canta ed è convinto che tutti gli esseri esistiti ed esistenti siano dei, compresi le immondizie. L’uomo si chiama Fiore. Nane Oca è insospettito dal nome e gli chiede se sa dove stia il Leviatano e Fiore risponde: è la montagna di immondizie con la bocca spalancata, scusa, profonda e cavernosa. Se Nane Oca vuole vincere il lato oscuro, deve entrare nel Leviatano e percorrerlo fino in fondo, è lui il destinato e nessun’altro prima ha compiuto quest’avventura. Nane Oca non ha paura, ringrazia Fiore, nonché re del mondo, lui non sa di esserlo e si addentra nella bocca del Leviatano. Nel commento alla lettura, gli ascoltatori sono incantati dal racconto sublime del Puliero e dicono che meriterebbe il vero premio Nobel, senza sapere che proprio quel giorno, a Stoccolma, l’Accademia del Nobel ci sta realmente pensando. - Nella descrizione del Leviatano, Scabia si riallaccia alla descrizione fumettistica e dei racconti per bambini. Inoltre, l’etimologia del nome Leviatano è falsa e inventata apposta per l’uso e per la coerenza nel racconto di Scabia: Leviatano = leva via le immondizie. - Fiore non sa di essere il re del mondo, ma lo è perché gli indica il Leviatano, cioè il grande bestione di immondizie che noi produciamo. Il fatto che lui non sappia di essere il re del mondo, conferma la sua identità, in quanto uno degli indizi precedenti era proprio quello che il re del mondo fosse sconosciuto a tutti e anche a sé stesso. - L’avventura all’interno del Leviatano è l’ultima avventura di Nane Oca, è la prova finale di maturità per il giovane ragazzo. NEL LEVIATANO Una volta dentro il Leviatano, Giovanni è nel buio più totale e sente voci e grida e c’è un forte vento. Nane Oca incontra per primo Fiore, collaboratore del Leviatano, nonostante nel passo prima avesse detto che non era mai entrato nel Leviatano. Poi, insieme incontrano diverse figure che sono tutte morte e sono diventate immondizia: l’imperatore Napoleone, Gengis Khan, Adamo ed Eva, Pitler, fila di papi e preti e sacerdoti di ogni religione. Tutto diventa immondizia. Adamo ed Eva dicono che avrebbero dovuto aspettare Nane Oca e mangiare il momon, invece del frutto proibito. Nel Leviatano, le cose e le persone vorticano per purificarsi, proprio come Fiore e il suo lavoro da spazzino. Infine, incontrano anche Sibilla, una giovane donna profetessa e percepisce che “il fiore sta per fiorire”. Il passo termina in sospeso: Nane Oca si sente meno punturato e non sa se e come uscire dal Leviatano. - A livello stilistico, la prima pagina del capitolo sul libro sembra una pagina di uno scrittore futurista nei primi anni del ‘900. - Il racconto di quel che c’è nella pancia del Leviatano è multistrato, fa riferimento alla Ginestra di Leopardi e il Viaggio sulla Luna di Ariosto, perché tutto non si è ridotto ad altro che immondizia. - Nel commento alla lettura, la battuta del poeta Banighieri riprende un verso della Commedia. - C’è una sorta di incoerenza con il brano del Paradiso Terrestre e l’incontro di Nane Oca con Adamo ed Eva nelle Foreste sorelle, ma è giusto così. Sono due narrazioni diverse. STRAORDINARIA SEDUTA DELL’ACCADEMIA DI SVEZIA È riunita l’Accademia di Svezia per parlare del premio Nobel e se assegnarlo al Puliero, dopo quello finto che, per amore, lo hanno assegnato i suoi amici allo scrittore. Gli accademici si confrontano sulle loro opinioni e sul Pavano Antico: c’è chi dice che è una terra meravigliosa e stupenda, ricca di gente magica e stupenda, è una terra unica che ospita la grande Pavante Squadra. Vogliono assegnare, questa volta, per davvero il premio Nobel però non solo al Puliero ma a tutto il Pavano Antico, essendo che è la materia dei romanzi di Guido. Infine, propongono di andare loro stessi nel Pavano Antico e di partire subito in modo da assistere in prima persona a quello che sta per accadere, cioè dei fatti relativi al Leviatano. - La bellezza del paesaggio del Pavano Antico è paragonata a quella dei paesaggi descritti all’interno delle Opere Contadine di Virgilio, nelle Georgiche. - Scopriamo che il nome Vacca Mora proviene da un dato di realtà: infatti, è il termine con cui nel dialetto padovano si chiamava il treno a vapore. - Come temi, si prende la funzione letteraria di dare piacere agli umani. Inoltre, l’importanza dei luoghi per la scrittura dei romanzi, i quali diventano il fulcro della storia. - Ci sono diverse frasi in latino per contestualizzare l’Accademia in un ambito istituzionale. - Scabia, nella descrizione finale per la preparazione al viaggio degli accademici, si diverte a descriverlo con i tratti tipici del popolo svedese. ANNUNCIO DELLO STRABILIANTE EVENTO CHE STA PER AVVENIRE Guido il Puliero è sbalordito per quello che sta per avvenire e tutti sono in attesa dell’evento, a cui potrebbe aggiungersi un altro evento, cioè l’arrivo dell’Accademia di Svezia e del Re nel Pavano Antico. Il popolo del Pavano Antico non sa ancora però per quale motivo stanno venendo lì, sono ansiosi e entusiasti allo stesso tempo. A dare la notizia dell’arrivo degli accademici sono il brigadiere Deffendi e l’appuntato Cartura vestiti di tutt’ordine per l’accoglienza del re. - In questo punto della storia, si è al momento di più alta confusione/unione tra i livelli narrativi, non si distingue più tra la realtà dell’evento e il racconto del Puliero. LA RIVELAZIONE DEL LEVIATANO Nane Oca e Fiore continuano ad andare fino in fondo al Leviatano, fino a quando c’è un buco troppo stretto per passare, se non attraverso il baco
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