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Il laureato in scienze motorie nel recupero funzionale, Sbobinature di Scienze Motorie

Sbobinature del laureato in S.M. nel recupero funzionale

Tipologia: Sbobinature

2019/2020

In vendita dal 27/04/2023

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Scarica Il laureato in scienze motorie nel recupero funzionale e più Sbobinature in PDF di Scienze Motorie solo su Docsity! IL LAUREATO IN SCIENZE MOTORIE NEL RECUPERO FUNZIONALE Lez.1 (11/03/2022) Recupero funzionale: non è più solo dell’atleta, ma per tutti. Recuperare le sue funzionalità al meglio. Tutte le abilità che io ho acquisito dalla nascita e man mano che le acquisisco, il mio cervello le rielabora, in qualche modo le mette in atto. Esistono anche dei casi che alcuni recuperi non possano essere fatti (se mi distacco completamente un muscolo e non ha più le sue inserzioni di fondo, quel muscolo o lo opero o non avrò più la sua funzionalità di contrazione). Quindi, ci sono dei limiti legati alla possibilità di riabilitare o di recuperare o di rieducare un qualcosa. IL CERVELLO: la parte più importante di coordinazione motoria avviene dal cervello. Qualunque cosa noi andremo a fare per il recupero funzionale deve OBBLIGATORIAMENTE passare per questo organo. Questo organo deve dare gli input, e se non li dà non avremo un recupero assolutamente di nulla. FREQUENZA E PORTATA CARDIACA: perché la FC non può andare oltre i 240? È una fibrillazione ventricolare con rischio di morte. A frequenze troppo elevate non dà il tempo tecnico di irrorare il cuore stesso che lavora, perché il cuore si nutre in diastole. Quindi se tu lo contrai troppo le coronarie rimangono troppo chiuse, e quindi devi dare il tempo a questo muscolo di ossigenarsi, così come devi dare il tempo al muscolo, se lo alleni troppo, di avere dei periodi di riposo per poter recuperare; altrimenti, se batte oltre i 240 va in arresto cardiaco, va in crampo totale, si blocca. Stessa identica situazione. Quindi, meno frequenze adatte al tipo di attività, ma soprattutto alla portata cardiaca, cioè, il cuore di adatta a pulsare una quantità di sangue migliore in periferia. LA RESPIRAZIONE: il diaframma. Quando facciamo un’attività di recupero di qualsiasi tipo, se non attuo una respirazione in modo corretto non ottengo risultati voluti. La differenza vera tra un’attività motoria per la salute e l’attività sportiva agonistica o top level è quello che cambia la quantità e la qualità del carico di lavoro, e soprattutto i controlli evolutivi nel tempo. Valutazione funzionale: salute generale (è inutile che mi prendo un atleta che ha già dei problemi suoi), devo capirne la condizione fisica, devo cercare di dargli e somministrargli dei carichi di lavoro che siano atti a migliorare la propria performance, stato di fatica. Per attivare un sistema di questo tipo cosa facciamo? dei test (prelievi del sangue, valutazioni funzionali, elettrocardiogrammi – non è nostro compito) (è nostro compito invece fare test da campo, da laboratorio, da palestra, la quantità di carico massimale che uno può avere, test di cooper, …). Indagini e test: medico-fisiologici, biomeccanici, di laboratorio, da campo. Mirati a: salute generale, prestazione sportiva, valutazione fatica, prevenzione infortuni. Ottenere, elaborare ed interpretare i dati ottenuti. Il database permette sempre e in ogni momento ad avere informazioni su quel soggetto o addirittura su vari soggetti che trattiamo. Valutazione salute generale: • Area medica: o Scheda sanitaria o Esame obiettivo (saper osservare) o Esami ematici di base o Esami strumentali o Esami speciali • Cartella clinica: o Anamnesi familiare e personale o Patologia remota e recente o Esami ematochimici o Analisi composizione corporea o Indagini strumentali o Terapia: medica – fisioterapica IL MOVIMENTO È FONDAMENTALE SEMPRE. La cartella clinica dell’atleta deve inoltre contenere: • Dati di laboratorio per la prestazione • Valutazioni biomeccaniche • Test da campo eseguiti • Eventi traumatici e patologie da sovraccarico • Dati sul ritmo sonno/veglia. Esami ematochimici di base – periodicizzati (glicemia, assetto lipidico, transaminasi, creatinina, uricemia, esame urine, elettroni, ferro e ferritina, CPK, testosterone/cortisolo, ecc.). Analisi composizione corporea: peso – altezza – circonferenze – plicometria – bioimpedenziometria. Biomeccanica: • Analisi posturale: Statica; Dinamica. • Analisi gesto atletico (diverso per ogni sport) • Analisi gesto tecnico • Analisi video prestazione (posizione di gioco, rendimento di gara, punti effettuati, ecc.). Test posturali: test baropodometrici plantari personalizzati. Ogni operatore deve: • Programmare quali test eseguirà durante la stagione sportiva. • Rilevare correttamente i dati di propria competenza. • Ripeterli nel tempo con le stesse caratteristiche. • Elaborare ed estrapolare informazioni. • Comunicare e condividere dati e risultati con lo staff tecnico e medico. Test di Marshall: identifica l’iperlassità legamentosa congenita (toccare il pollice sull’avambraccio); ci dice che il soggetto ha già di per sé una iperlassità congenita del legamento. In determinati sport questa caratteristica determinerebbe, se non vado a compensare l’articolazione con la muscolatura per stabilizzare quell’articolazione andrebbe fuori, perché i legamenti non sono così resistenti da contenere l’articolazione stessa. Per alcuni sport invece (ginnastica ritmica), deve essere lassa, ma bisogna avere una muscolatura potente e stabile per l’articolazione in modo ottimale. Sviluppano una grande quantità di energia con una massa muscolare accettabile, ma una grandissima velocità di contrazione, oltre che di allungamento. Quindi, compensano l’allungamento che loro hanno con una buona stabilizzazione legata alla velocità di contrazione delle fibre. Potente e non forte, perché? F=massa*spostamento; mentre la potenza: E=massa*velocità(al quadrato). - Il numero di unità motorie che si riesce ad attivare; - Il sincronismo di azione dei muscoli sinergici; - La sezione trasversa del muscolo; - La corretta tecnica esecutiva. Contrazione muscolare: i tipi di contrazione con i quali viene espressa la forza sono: - Contrazione concentrica: le inserzioni tendinee del muscolo si avvicinano ed il carico viene spostato e sollevato. - Contrazione eccentrica: è l’opposto della precedente. Le inserzioni tendinee estreme del muscolo si allontanano durante la contrazione, il muscolo cerca di opporsi al carico e gli cede lentamente. - Si ha una azione detta pliometrica quando, ad una veloce azione eccentrica, segue una rapidissima azione concentrica (inversione di movimento). Questo permette di utilizzare una ulteriore percentuale di forza espressa dalla componente elastica dei muscoli. - Contrazione isometrica: pur essendoci tensione muscolare, la distanza tra i capi tendinei non varia, in quanto il carico non viene vinto, né si cede ad esso. Pliometria dove non la posso usare? La pliometria sfrutta la capacità meccanica di riflesso che ho dall’altezza del tavolo al pavimento rispetto a quella che ho da pavimento a pavimento, quindi ho un’altezza per cui viene caricato in energia cinetica più elevata, ricado sul pavimento, quindi questa energia deve ritornare indietro oltre a quella che si dissipa all’impatto con il pavimento, per poter risalire. Quindi dà un impatto ai tendini che hanno i sensori al cervello che deve dare l’impulso al muscolo diverso da quello che dà un semplice salto da fermo. Qual è il vantaggio/svantaggio di fare una pliometria? Dove devo stare attento ad utilizzarlo o addirittura non posso utilizzarli? In base all’età, cioè nel soggetto molto giovane, dove le cartilagini sono ancora un pò fresche, ma soprattutto quella colla, dove il tendine si inserisce all’osso, quindi quella colla biologica, nei soggetti in fase di accrescimento è più debole di un soggetto già evoluto. Fare pliometria in un soggetto molto giovane, e farlo in modo ripetuto, rischia di creare un danno nell’accrescimento, addirittura in quello specifico punto di inserzione, patologie. Un altro momento in cui non posso fare la pliometria? Dov’è che io in un adulto non posso fare la pliometria? Diciamo che fare una pliometria dopo un infortunio è un errore enorme. Mentre in un soggetto sano? E perché? Se io ho un programma di allenamento, di recupero, di programmazione e ho stressato a livello muscolare, per esempio in sala pesi un soggetto. Casomai il giorno dopo mi invento di fargli fare la pliometria dopo che questo non ha ancora smaltito l’acido lattico di un sovraccarico del giorno precedente, dove il muscolo è acido, è contratto, è sofferente, la pliometria rischia di massacrarmi la muscolatura e i tendini. I concetti di forza e accrescimento devono essere presenti. In funzione nell’età, ci sono dei carichi possibili e dei carichi che non sono possibili da fare o comunque con una serie di attenzione. Importante sapere dov’è che la curva rimane parallela e quando comincia ad allontanarsi in funzione dell’età. Ma esiste un’età cronologica che ci dice arrivato a quel punto lì quello va o no? No, perché non dobbiamo guardare l’età cronologica vera, ma l’età biologica del soggetto. È l’età biologica, ci sono varie situazioni per poterlo valutare in funzione del suo sviluppo, del suo sviluppo puberale, dello sviluppo delle ossa, dello sviluppo delle masse muscolari con attenzione che a volte alcuni soggetti, soprattutto giovani maschi, che hanno capacità testosteroni che abbastanza elevate, o vengono stimolati in maniera eccessiva, hanno apparentemente una bellissima muscolatura potente, ma non è detto che la colla di inserzione del tendine sull’osso sia potente come il resto della muscolatura. Ci si ritrova con questi soggetti che hanno una muscolatura più forte, più potente, più sviluppata, con un'inserzione tendinea e Osteo tendinea debole. E sono quelli che hanno più problemi rispetto ai longilinei o apparentemente con muscoli meno sviluppati. L’esercizio: può essere fatto in tanti modi. È chiaro che ogni esercizio necessità di un sollevamento di un peso, o del proprio peso, necessita di un accorciamento o di un allungamento di un’articolazione, in modo da mettere in funzione la contrazione isometrica se non la sposto, concentrica se chiudo o eccentrica. È più importante nel recupero funzionale, quale di queste tre forme, escluso la biometria che mi ha già detto che non serve? L’eccentrica. Perché? È il momento nella quale si può, c’è il muscolo, assorbe più forza che riesce a resistere a più forza. C’è più della contrazione, Eh, non so spiegarlo bene. Allora una delle cose importanti e dobbiamo provare a trovare le motivazioni. Se io faccio un lavoro di concentrica? Il muscolo arriva a un certo punto che avvicina molto le fibre, e la sua potenza arriva fino al massimo possibile di avvicinamento. In allungamento, invece, il famoso tendine che deve mandare il segnale al cervello, gli dà un segnale che, sì, ti stai allungando e lui ha paura che tutti allunghi troppo veloce, perché se tu ti allunghi in maniera troppo veloce rischi che ci sia un contraccolpo sulla muscolatura, invece se tu lo fai in maniera molto fluida (motivo per cui si utilizzano gli elastici nel recupero), il segnale al cervello e dolce, nel senso che lui non ha paura, che tu fai un movimento da rompersi perché tu hai gli agonisti e gli antagonisti che stanno lavorando nello stesso modo (altrimenti il braccio non lo muovi), quindi ha un segnale di protezione del muscolo e di protezione del tendine (Attenzione che i movimenti di eccentrica, improvvisi decontrollati sono una delle cause di lesione, e quindi stiamo parlando di un eccentrico controllato). Una delle cause di lesioni è: es. Se io gioco a calcio e do un calcio con il destro al pallone. Qual è il muscolo che va in eccentrica e quale va in concentrica? Mi rompo il semitendinoso, il Bicipite Femorale, il seme membranoso. Quindi una delle cause di lesione della muscolatura posteriore, se io do un calcio, guarda caso è un muscolo che in quel momento è andato in eccentrica. Ma di fatto questo è un movimento brusco di incontrollabilità tra gli agonisti e gli antagonisti che devono entrare in funzione con la stessa gamba. Poi attenzione, ricordatevi che vanno in funzione anche quelli dall’altra parte nello stesso identico modo (Se vedo un calcio con il destro non è che il sinistro sta fermo). La velocità: Lo sviluppo della rapidità e velocità. Per esempio nel pugilato, nel karate, portare un pugno verso un bersaglio. La sua velocità di esecuzione è elevata al quadrato (quindi se prendete un foglio e gli date un cazzotto con tutta la vostra forza questo foglio non si romperà mai. Ma se lo stesso foglio, prendete un dito e date un colpo secco molto veloce, è molto più probabile che questo foglio si rompa; perché la velocità di esecuzione di un movimento di questo tipo elevatissima in una sezione di area che viene colpita molto piccola). Quindi? In alcuni sport la velocità e rapidità di esecuzione sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo. Con l’invecchiamento, e questo parametro un pò vi serve perché sei stai recuperando un soggetto che non è un top level, ma è un soggetto di età evoluta, avere la sua massa muscolare, la sua capacità di base, la sua performance di base è importante per sapere come lo dovete recuperare. Stiramento o uno strappo o una lesione? Attenzione che la frequenza delle lesioni muscolari è estremamente variabile in funzione del tipo di sport, da sesso, eccetera. Dal 10 al 55% di tutti i traumi. Che voi lo chiamiate strappo, stiramento, lezione dobbiamo avere chiaro che sono sinonimi e hanno lo stesso identico valore, diciamo la parola più corretta è lesione muscolare, lo strappo e stiramento non sono proprio corretti sotto questo aspetto. Disincronismo neuromuscolare in fase di sovraccarico, determina una lesione di tipo intrinseca o di estrinseca di un muscolo nella sua fase o di contrazione o di rilasciamento. Ma la parola è sovraccarico neuromuscolare, non movimento controllato. Il movimento controllato, solitamente non crea danni muscolari, e questo è fondamentale perché se noi dobbiamo recuperare, fare un recupero funzionale, in chiunque noi attiviamo, tutto quello che è il movimento controllato, e daremo noi poi i carichi di lavoro, non creerà nessun problema (mi sono strappato il retto femorale, hanno detto che devo stare fermo quattro settimane. Qualsiasi atleta, non sta mai fermo. Vorrà dire che andrai a lavorare sugli addominali, lavorare sulle braccia, qualcosa tu farai sempre. Con gradualità, con aumenti progressivi. Ma non si sta fermo). Le lesioni indirette, sono lesioni che determinano, come abbiamo visto, questa eccessiva sollecitazione nell’allungamento nella contrazione improvvisa, il momento che si dovrebbe invece, a contrario, allungare con una problematica di fondo. Principali cause negli sportivi: se sono ben allenato, se non mi sono scaldato, se sono troppo affaticato, se ho la postura sbagliata, se sto giocando con una temperatura -20, cioè le condizioni comunque sono le stesse poi sennò il terreno se non va bene, se il terreno è duro, se fangoso. Il trauma indiretto, che si differenzia dal diretto (che prendo una bella mazza da baseball e della cavagna sulla coscia) che creano una lesione da contusione direttamente sul punto di contusione. Le lesioni indirette, invece, sono quelle legate ai sovraccarichi funzioni. I gradi sono quattro. Perché c’è il primo grado una minima lesione entro il 5%, un secondo grado entro il 30%, un terzo grado sul 66% delle fibre in funzione della loro sezione (prendete il salame, lo tagliate a fette, non lo guardate per il lungo, guardate la fetta e guardate la fettina com’è lesionata), un quarto grado lesione totale del muscolo. Chiaro che un muscolo che è più di 10 cm e hai una lesione dove c’è lo stravaso ematico perché le fibre sono allontanate, risulterebbe più grande, ma se tu lo stesso muscolo invece che per il lungo lo analizzi a livello assiale, cioè lo tagli, come le fettine di un salame, e analizzi la fetta, nella fetta, devi calcolare la lesione in percentuale rispetto alla dimensione della fetta. E non sarà mai in misure così gravi, perché se voi prendete un muscolo al massimo di spessore non in contrazione, quanto sarà un retto femorale? 4 / 5 cm., quindi la misurazione, i millimetri, va bene se descritta in sede assiale e cambia se è descritta muscolo a riposo o muscolo in contrazione. Perché il muscolo che contrae le fibre vicine cosa fanno? ricompattano l’area di lesione. Motivo per cui vicino la lesione il muscolo per difesa cosa fa? Si contrae per impedire al soggetto di muoverlo in maniera eccessivo e cercare di rompere oltre a quello che si è già rotto, quindi, le fibre vicine si contraggono. Noi possiamo differenziare delle lesioni minori da quelle maggiori. Chiaramente in funzione dell’entità del danno. La contrattura è una risposta dell’organismo di difesa, sia per uno stato di affaticamento ma anche a volte può nascondere delle vere lesioni muscolari. Perché dove hai avuto una lesione il muscolo si contrae attorno e non vedi più il buco e quindi vedi solo la contrattura. È vero che si può palpare a mano perché palpi una coscia di destra non ha niente, la coscia sinistra contratta, dire che una contrattura si può fare. Ma dire che è un’elongazione, quando l’elongazione potrebbe solamente essere un’alterazione di fibre che sono microscopiche. Tant’è che nella classificazione vera l’elongazione non esiste, o è una lesione o non è una lesione. Quindi le lesioni sono di primo grado, di secondo grado, di terzo grado, il quarto grado esiste ed è il distacco completo nel muscolo. Un calciatore che ha avuto una lesione del retto femorale e quando contrae c’è una montagnola verso la coscia che invece verso il ginocchio vuol dire che se contrae la montagnola, cioè decontrae e scompare o il muscolo non ha più il suo tendine d’inserzione e si raggomitola su sé stesso. Quindi è un quarto grado dove il muscolo è completamente staccato. Come faccio a sapere se mi sono rotto un muscolo, se ho delle problematiche sui muscoli? Esistono dei marcatori di lesione muscolare? Sì, la lesione muscolare o muscolo-tendinea, è una patologia assai frequente nei professionisti. Quindi queste situazioni hanno comportato la creazione di nuovi posti di lavoro per laureati in scienze motorie con l’abilitazione vera e propria di recupero funzionale aerobica se sto fermo? L’allenamento della fase aerobica va a farsi friggere in poco tempo. Quindi la parte dell’ossigenazione della respirazione, della cardio-respirazione vera e propria per poter ottimizzare la portata cardiaca e la respirazione, me la perdo. Quindi io non posso stare fermo. Devo attivare un sistema che non mi carichi, l’area di lesione ma che permetta di fare altre cose senza sovraccaricare in modo disposturale l’altro atto. Il movimento brusco mi crea una contrattura, purtroppo alle figure vicine all’area di lesione, con il rischio di lesionare qualcun’altra. Ma tutto quello che faccio controllato, non succede niente. Lavoriamo molto dinamica nelle lesioni, se una lesione del retto femorale noi facciamo fare l’esame in movimento. Quello che riesce a muovere. Non c’è problema, quindi se riesci a muovermi poco io analizzo poco. C’è da dire che la maggioranza degli atleti fifoni non muovono per niente perché vanno in contrattura di difesa. Si impressionano nel terrore di farsi male. Quindi la cosa migliore, come abbiamo detto prima, è di fare l’allungamento dolce per impedire questa contrattura che permanga, diventa una contrattura quasi permanente di difesa, che poi fai fatica a togliere. E se non l’hai tolta quando lo rimetti in campo lui si rispacca, che cosa? Le fibre vicine. Perché la cicatrice che si forma in una lesione è biologicamente anelastica. Le fibre vicine che sono sane cos’hanno? Difficoltà ad allungarsi, contrasti va anche ancora bene, ma allungate con fatica. Quindi se io lo vado ad allungare in maniera violenta, improvvisa, le figure vicine non hanno una resistenza sufficiente perché hanno un’area di fibrosi e si rirompono, dove? vicino, dove si erano già rotte. Motivo principale per cui qualunque lesione deve essere allungata dolcemente, sempre in fase iniziale. Per avere una cicatrice che si sta formando più lunga possibile. In modo di avere un’escursione delle fibre vicine. Le lesioni muscolari si differenziano in quattro fondamentali fasi. 1. La fase infiammatoria: Cioè mi sono appena rotto. Si crea uno stravaso locale, travaso sangue nell’area di lesione. E si crea una infiammazione che tecnicamente vuol dire portare dei vasi o dei microvasi in un’area dove prima non erano presenti. Perché l’organismo atto un sistema facile da capire. Tramite la circolazione, l’organismo tramite il circolo e il microcircolo vicino alla lesione ha il compito di portar via le macerie del muscolo rotto e di apportare cellule nuove di riparazione. Quindi è un compito meccanico corretto. I primi giorni lui fa di tutto per aumentare il circolo, per portare via le macerie e portare le cellule di fibrociccatrizzazione. 2. Dal terzo al quattordicesimo giorno è chiaro, in funzione dell’entità del danno. Abbiamo una fase di ricostruzione cellulare. Una volta si pensava che il muscolo non rigenerasse, adesso non è così. Alcune cellule vengono riprodotte in periferia e vanno a organizzarsi in fibroblasti, quindi in miociti, quindi in qualche modo un pochino di cellule si trasformano, in cellula muscolari riparative, cosa che una volta si pensava assolutamente di no. Ma soprattutto, i fibroblasti, che sono quelli delle cellule che producono la fibrina dalla cicatrice di fondo. Per poter crearla, quindi c’è tutto dal terzo al quattordicesimo giorno, tutto una fase di cellule che vanno e che vengono. 3. Una fase di rimodellamento, devo prendere la spazzola, devo tirare, devo cominciare a far diventare il muro carino, se è possibile. Quindi c’è una fase che va dal quattordicesimo, ventunesimo giorno, che si chiama rimodellamento, tutta quella roba che gli ho buttato lì, in qualche modo viene rimodellata per cercare di plasmare la cicatrice. Il meglio possibile nell’area di lesione che ho avuto. 4. Dal ventunesimo al quarantesimo giorno. Addirittura 60. C’è una fase di cicatrizzazione vera. Cioè tutta questa roba qua l’ho lasciata asciugare perché quando l’ho data era ancora bagnata e adesso comincia a prendere presa come il cemento quando è fresco che poi diventa duro come il sasso. Quindi queste fasi ed ogni fase corrisponde ad un problema e ad ogni problema di fase corrisponde il suo recupero funzionale in funzione dei carichi che posso fare, sono fondamentali per chi farà il lavoro di recupero funzionale di un infortunato proprio perché sa quanto può utilizzare in un determinato lesione in funzione dell’età, del sesso, dello sport, e quindi attivare il sistema di recupero. Da zero a tre giorni. E comunque una tempistica in cui noi all’atleta non gli facciamo fare nulla. Abbiamo queste 48, 72 ore dove noi qui diciamo l’atleta stattene comodo, startene tranquillo. Quindi c’è il tempo tecnico in cui la fase di infiammazione, la potremmo alterare se noi agiamo troppo in fretta oppure rallentare se in qualche modo l’atleta non fa, non osserva il momentaneo riposo, il ghiaccio, qualche antiedemigeno di fondo per accelerare un pò il processo di infiammazione. Come vedete invece, le altre fasi hanno degli step che vanno da una settimana a 15, 20 giorni di differenza. Questo è in base al primo secondo, terzo grado. Quarto grado, ragazzi, ma il muscolo è completamente staccato, hai due strade o lo tieni così o lo fai ricucire al più presto. Di fatto l’intervento di un muscolo completamente lesionato deve avvenire assolutamente nell’arco dei 10, a parte nei 2 giorni che saranno troppo edematoso viene anche il chirurgo fa fatica. Quindi, nel caso di ricostruzione chirurgica di un muscolo, le ultime due fasi non hanno senso, dovremmo sbriciolare prima la fibrosi per poterlo riattaccare. Quindi l’evoluzione è un rapporto, quindi non è che dal primo giorno secondo cambia completamente tutto. Ma tutto questo è un equilibrio su una bilancia dove la rigenerazione e la ricostruzione cellulare deve stare in equilibrio con la riparazione cicatriziale. Perché potrebbe essere che non tutti abbiamo lo stesso modo di rispondere. Qualcuno potrebbe rigenerare meglio, qualcuno potrebbe riparare e cicatrizzare prima o cicatrizzare troppo. Dipende dalla parte della riparazione CICATRIZIALE, avremo una cicatrice finale come essere buona, abbondante, addirittura è estremamente marcata oppure addirittura una miosite ossificante c’è una trasformazione dell’area di lesione invece che di una fibrosi, una fibro-calcificazione. Va di fatto che invece, nell’ambito in cui abbiamo dei ritardi di cicatrizzazione, possiamo avere che nell’area di lesione abbiamo un eccessivo stravaso di sangue, un motivo per cui i primi di prime ore va fatto in ghiaccio. Potremmo avere uno scarso apporto di cellule, perché in quel momento il soggetto non ne ha portate a sufficienza. Potremmo avere questa situazione in cui i fibroblasti che devono arrivare per riparare son pochi. Quindi l’area di lesione rimane troppo fluida, troppo edematosa e, nel tempo, ce ne vuole di più per guarire rispetto a prima, guarisce troppo e in maniera scorretta e guarisce poco in ritardo. Quindi questa bilancia deve essere mantenuta. Le contusioni sono i traumi diretti, faccio un movimento brusco di scatto, è una lesione indiretta. Le contusioni, quindi la botta con mazza da baseball, da golf e in funzione della entità del trauma e della serie, dov’è Stato colpito quindi, la violenza è la quantità di energia che il trauma ha creato sul punto di ingresso, la sua riduzione del movimento Range of Motion del muscolo sulla sua articolazione. Tanto più violento l’ematoma o la lesione muscolare, lo schiacciamento muscolare, tanto meno il muscolo si muoverà. Distrazioni invece, attenzione, quindi un movimento di brusco del muscolo, non sempre la gravità è correlata alla sintomatologia. Soprattutto nel primo, nel secondo grado, nel terzo chiaro, abbiamo una regione molto importante ed è difficile che non ci sia una correlazione con i sintomi. Ma nel primo e nel secondo grado attenzione, dipende dall’atleta, dal suo allenamento, dalla sua carica di endorfine, dalla sua capacità di resistere, dalla voglia di finire la gara, dal tipo di sport che fa, dalla sede muscolare che abbiamo coinvolto, che sia una serie fondamentale per lo svolgimento dell’attività, è chiaro che riuscirà a fermare, e dal tipo di muscolo interessato. Attenzione, la clinica da sola, quindi non possono essere sufficientemente tenuti come prognostici per una sicura ripresa del gioco, cioè una volta che voi allo state trattando, il terapista sta trattando e lui dice, ma io sto bene. Attenzione che non vuol dire che lui è guarito. La guarigione ce l’avremo quando l’avremo controllato, sia in statica che in dinamica. Gli abbiamo fatto il test al dinamometro, alle Isocinetica o isometrica, gli avremmo fatto i test da campo progressivi, per gradi, non tutti in una volta, dopo un corretto riscaldamento, allora sì che diciamo che l’atleta può riprendere l’allenamento in squadra o l’allenamento, diciamo sport specifico. Però ricordati che un atleta che ha una grande capacità di endorfina, una grande voglia, determinazione di fare. Attenzione che se c’è un dubbio che qualcosa sia successo, questo dubbio ve lo dovete tirar via perché lui vuole giocare. Attenzione che non solo il tipo dell’atleta ma anche il contratto che l’atleta ha. Lo staff medico deve sapere com’è la situazione, perché se io, mi pagano, mi pagano comunque se mi gratto le dita. Non ho voglia di giocare, è un discorso, ma se nel contratto ci sta che devo giocare tutte le partite. Gioca la morte. Lezione 3 (25/03/2022) Le lesioni muscolari dirette, rispetto a quelle indirette dove chiaramente uno si fa male da solo, quelle dirette comporta o vai a sbattere contro qualcosa o qualcosa sbatte contro di te, e vuol dire che c’è una contusione direttamente interessante alla serie muscolare miotendinea che è stata coinvolta. L’entità della lesione dipende dall’energia, cioè dalla quantità di energia che viene trasmessa nel punto, e tanta energia in un punto piccolo, quindi più è grande l’energia e più è piccolo il punto di applicazione, tanto sarà devastante l’impatto che noi abbiamo. Dipende anche dallo stato di tensione che in quel momento ha l’apparato muscolare che viene contuso, se sei a riposo, se sei contratto, se stai facendo un movimento, se sei in aria, se sei appoggiato a terra. (esempio: una botta su una muscolatura mentre un giocatore sta calciando con la gamba in aria, ha una valenza diversa rispetto una botta o pesti la gamba a un giocatore, avrà un ripercuotersi a livello articolare di una gamba, di un’articolazione che non riesce a spostarsi perché è incorata con i tacchetti a terra, quindi anche la contusione si distribuisce in modo diverso). Ci sono dei gradi diversi una botta, piccola energia su un’area non esageratamente piccola o esageratamente grande, può determinare che cosa? La semplice rottura dei vasi di superficie. Abbiamo dei vasi vascolari venosi di superficie che con la costruzione si rompono e si crea quello che noi vediamo come ematoma che si chiama invece il termine tecnico ecchimosi. Un’ecchimosi cutanea se colpisce solo la parte cutanea, un’ecchimosi muscolare, se questa situazione si riversa come energia, anche nei muscoli sottostanti, fino a formare un vero e proprio ematoma, c’è una specie di laghetto di stravaso ematico all’interno della muscolatura. I muscoli hanno delle conformazioni diverse, hanno un sacchetto epimisiale, hanno un perimisio e un endomisio. Questi sepimenti epimisiali e perimisiali suddividono la muscolatura in vari settori, e l’ematoma si andrà a distribuire in funzione della sede di impatto, e fino a che questi involucri permettono la distribuzione dell’ematoma. Quindi puoi avere un ematoma perimisiale, cioè tra il muscolo e il suo perimisio, puoi avere un ematoma intramuscolare, oppure un ematoma di superficie. È chiaro che l’ematoma è l’espressione di una rottura di vasi, ma l’energia impressa crea uno schiacciamento della sede contusa. Tanto grande è l’energia quanto è importante la lesione che possiamo avere. Contusioni muscolari dirette: sono effetto di traumi esogeni acuti che agiscono con meccanismo lesionale diretto (cadute al suolo, urti contro ostacoli, scontri e contrasti, …). I gradi che vengono identificati nelle contusioni muscolari sono 3: 1. Grado lieve: è consentito oltre la metà dello spettro di movimento – ROM (range of motion). 2. Grado moderato: è concessa meno della metà, ma più di 1/3 dello spettro di movimento – ROM. 3. Grado severo: è permesso uno spettro di movimento inferiore ad 1/3 del ROM. In soggetti molto sensibili si ha addirittura un blocco, così detto neuromodulato del movimento stesso. Muscolo retto femorale: il retto femorale si inserisce nella spina iliaca anteroinferiore con 3 tendini (diretto, indiretto e tendine riflesso); dove posso avere le lesioni nel retto femorale? Sul tendine, a livello osteotendineo, lesione miotendinea, lesione muscolare. La lesione miotendinea è la peggiore, perché i tendini sono molto innervati, molto sensibili, mandano al cervello un segnale neuromuscolare di tensione, quindi tutte le lesioni che sono vicine al tendine creano un background di analisi del nostro cervello su quel muscolo completamente scombussolato. Una lesione all’interno del muscolo potrebbe dare meno problemi. Il tendine indiretto parte lateralmente la spina iliaca anteroinferiore e si è colata al centro del muscolo; questo tendine non fa altro che suddividere lo stesso retto femorale in tre porzioni (una a destra, una a sinistra, una profonda. Non ne ha una superficiale perché lui sta adeso al suo perimisio di superficie), poi c’è il riflesso. In base a dove c’è la lesione ci cambia perché sotto effetto biomeccanico il retto femorale ha importanza molto più elevata degli altri; gli altri entrano in ipertrofia compensatoria solo quando questo si rompe del tutto, perché il retto femorale ha una caratteristica che deve tenere molto dall’inserzione a metà. La lesione completa prossimale è estremamente rara, è molto più facile che si rompa il retto femorale alla sua inserzione distale. La frequenza di ossificazione della lesione al primo terzo del retto femorale è estremamente più frequente rispetto la calcificazione del retto femorale delle sue porzioni distali, quindi bisogna stare attenti nel recupero funzionale a fare allungamento e a non sovraccaricare in fase iniziale troppo elevatamente, perché altrimenti lo vado a stimolare troppo. La sede distale è quella che va dal muscolo al ginocchio ed è il rischio più elevato di lesione. Muscolo bicipite femorale: l’atleta quando ha una lesione posteriore di coscia porta la mano nel punto. Bisogna sapere quanto, dove si è rotto, la sede della lesione, capire e poi recuperarlo. Muscolo tricipite surale: lesioni del polpaccio. Composto dai due gemelli mediale, laterale e il muscolo soleo. Tutti e tre vanno a finire su un unico tendine, il tendine di Achille. I due gemelli danno fibre al tendine molto prima, rispetto al soleo che invece rimane muscolo un po’ di più. La funzionalità biomeccanica del tricipite surale è determinata dal reclutamento neuro muscolare dei vari gruppi muscolari in funzione di cosa stiamo facendo. I gemelli hanno una funzionalità avendo un’inserzione molto più alta sul tendine d’Achille e vanno a inserirsi dietro i condili del femore. Ha una funzionalità biomeccanica doppia, l’altro lavora soprattutto sul sovraccarico del calcagno della flessa estensione del piede; quindi quando faccio un balzo enorme per potenziare il balzo devo aver sviluppato bene il soleo. Il più robusto è il soleo, quello che si rompe di più è il gemello mediale. Lezione 4 (08/04/2022) Il riadattamento e recupero funzionale della spalla Esiste la scapolo omerale, l’acromion-claveare, la scapolo toracica, quindi sono sistemi che devono comunque muoversi all’unisono per poter gestire un movimento che quasi 180° di escursione. Dalla cute all’interno iniziamo a vedere il deltoide che è composto da tre fasci specifici con delle caratteristiche particolari: l’anteriore, il laterale, il posteriore. Il bicipite omerale è formato di due branche, quindi è un muscolo bipennato, la branca lunga o capolungo del bicipite, una parte di questo muscolo che si inserisce dietro alla glena della scapola, quindi la glena è quell’area che accoglie la testa dell’omero e da un tratto questo tendine intra articolare. Non è provvisto di una guaina propria, ma la guaina del capolungo del Bicipite non è altro che l’invaginazione della capsula articolare che lo avvolge nel suo tratto e ne crea una guaina vera, ma è una guaina dettata dall’invaginazione della capsula articolare. Ciò significa che se io per qualche motivo, traumi o non traumi ho una produzione di liquido all’interno dell’articolazione scapolo omerale, questo liquido, essendo contenuto nella sua capsula e questa capsula va ad avvolgere il capolungo, una parte di questo lo troveremo nel capo lungo del bicipite. Quindi quelle che vengono definiti, a volte, delle tenosinoviti, cioè una infiammazione con un aumento di liquido all’interno di una guaina di un tendine, in questo caso, potrebbero non essere primarie per quanto riguarda l’informazione del capolungo, ma potrebbero essere secondarie perché abbiamo un problema sulla scapola omerale di quel liquido va a finire nella guardia. Le borse sono più di una. La più importante: la borsa Sub-Acromion Deltoidea. Lo dice la parola stessa. La borsa a cosa serve? Dice la parola sub-acromion deltoidea, cioè è sotto l’acromion e sotto al deltoide e non fa altro che fare da cuscinetto nel movimento di intra, extra rotazione, abduzione, elevazione della spalla. Sono questi due foglietti che permettono lo scivolamento sotto della testa dell’Omero sul piano SUBACROMIALE. Quando nel soggetto abbiamo una irritazione, un’infiammazione, una risposta infiammatoria del movimento articolare spesso l’organismo che si difende sempre da sé stesso, non fa altro che produrre più liquido nella borsa, la gonfia un po' per permettere un cuscinetto di scivolamento. Ma è chiaro che se questa borsa invece di essere una borsettina, diventa talmente grande da essere lei la causa del dolore. Il capobreve del Bicipite Omerale, uno è il capolungo abbiamo detto che è intrarticolare nel suo tratto prossimale va a inserirsi dietro la schiena della scatola, ma il capobreve invece ha tutta un’altra inserzione, il capobreve va a inserirsi sulla coracoide. Nei giovani, nei soggetti anziani perché comunque il recupero funzionale e non riguarda solo gli atleti di alto livello non può riguardare tutti non conviene operare perché andremo a cucire un termine che sarebbe già deteriorato di suo quindi cuciremo qualcosa che non tiene e nel soggetto over 40 over 50 la scelta è solo chirurgica, dopo i 50 non si opera; perché il capo breve sopperisce quelle che sono le situazioni di flesso-estensioni del gomito in modo egregio. Grande pettorale che si inserisce sull’omero, piccolo pettorale che anche lui come capobreve si inserisce sulla faccia mediale della coracoide. I vasi: vicino a questi vasi siccome è un fascio vascolo nervoso, ci stanno alcuni nervi che prenderemo in considerazione, e poi c’è la famosa cuffia dei rotatori. Esistono un sistema di ancoraggio, di quelle che sono l’acromion, la clavicola, che comunque entra a far parte dell’articolazione della spalla. E quindi quelli che sono gli scaleni, possono far sollevare la parte claveare. L’omoioideo che vuol dire che va dalla scatola all’osso ioide che si trova nel collo è un muscolo digastrico, quindi fatto da un termine, un muscolo, tendine, muscolo, quindi la parte tendinea serve proprio per dividere in due il ramo del muscolo e serve molto nella masticazione e nell’assetto di stabilizzazione della mandibola. Tanto che uno dei dolori alla spalla che non si capisce mai da dove arriva, può partire da una scorretta masticazione, proprio perché questo muscolo va a finire sulla scapola, quindi la sua inserzione dà fastidio anche nel movimento della scapola. La parte posteriore della muscolatura, qual è la porzione di muscolo che voi dovete riadattare in un recupero funzionale di spalla? Ma nell’articolazione scapolo toracica sono lo stabilizzatore, che deve essere tenuto in grande osservazione e riattivato, perché nella maggioranza dei casi ipotrofico sono il piccolo e grande romboideo. I romboidei dietro sono gli stabilizzatori della scapola, che se io non ci lavoro in modo corretto e mi troverò con una scapola che apparentemente sembra più alata da un lato, o comunque con un deficit di stabilizzazione della scapola. Succede spesso nei soggetti che fanno attività con contrazioni interne molto elevate (Tennis pesi sulla panca, eccetera) e si scordano, perché vogliono avere i pettorali molto prominenti, di stabilizzare la parte del dorsale, soprattutto dei romboidei. Quindi un’attenzione nel lavoro studio sui romboidei, cioè quei muscoli che vanno dalla colonna alla scapola, nella faccia mediale della scapola cioè quella che guarda la colonna da un lato e quella che guarda la colonna dall’altro, quindi i due romboidei vanno attivati tutti e due per uniformare, per stabilizzare la scapola toracica. Il Capolungo passa in mezzo alla doccia bicipitale. La testa dell’omero ha un solco che si chiama doccia e in quella doccia ci passa proprio il tendine del Capolungo del Bicipite che divide due strutture anatomiche importanti: - La mediale che si chiama Trochine - Laterale che si chiama Trochite. Sono importanti perché lì si inseriscono i tendini più importanti della cuffia dei rotatori. A livello del trochine, cioè la parte mediale di questa doccia, la parte che guarda lo sterno, se a destra o lo sterno sulla spalla di sinistra, si inserisce il muscolo più potente della cuffia dei rotatori, il più robusto; ed è un intrarotatore ed è il sottoscapolare. Sul trochite si inseriscono gli spinati, cioè il sovraspinato, che è quello che si rompe di più e più frequentemente. E l’infraspinato che sono degli extra rotatori di spalla. E il piccolo rotondo che è il più piccolo, ma non insignificante, solo il più piccolo stabilizzatore extra-rotatore della spalla. Quindi sono quattro i componenti della cuffia, quattro muscoli con i suoi quattro tendini e nella cuffia dei rotatori a comporre l’articolazione sono i tendini di questi quattro muscoli. La biomeccanica di spalla: le tre articolazioni più importanti, ne abbiamo aggiunta una che non è proprio parte integrante della mobilizzazione di spalla. - Sterno-claveare - Acromion-claveare - Scapolo-omerale - Scapolo-toracica La spalla viene utilizzata in tanti sport, in tutti gli sport che poi alla fine in palestra per rinforzare un po’ ci vanno tutti, indipendentemente, anche chi fa podismo un minimo di tono se lo deve fare, non può lavorare solo sulla resistenza e basta. Un tono di stabilizzazione va fatto per tutte le articolazioni, anche se il maratoneta si concentra sicuramente meno sul fare degli sforzi in palestra, con pesi rispetto a fare i 40 km. Quali sono gli stabilizzatori passivi? Vuol dire che sono degli stabilizzatori che non hanno bisogno di una concentrazione o un intervento neuromuscolare specifico e sono quelle strutture non distensibili; che sono: - Capsula articolare e legamenti Gleno-omerali, quindi quelli che avvolgono con questi connettivi la scapolo omerale o la gleno-omerale. - Il Cercine Glenoideo, anello fibro-cartilagineo che avvolge la glenoide e al quale sono ancorate le strutture capsulo-legamentose. Il cercine glenoideo, che è una specie di menisco come c’è nel ginocchio, invece di essere un ministro per compensare l’appoggio dei condili femorali con il piatto Tibiale; è un menisco rotondeggiante che amplia la Camera di scivolamento della testa dell’omero. Perché la camera che accoglie la testa dell’omero, è più grande la testa dell'omero di questa camera, il che significa che se io devo fare un movimento di elevazione o di adduzione o di rotazione completa della spalla, tenderebbe questa testa dell’omero a scivolare fuori e a, uscire di sede, cioè a creare una sub- oppure una vera lussazione dell’articolazione. Questo cercine glinoideo fibro-cartilagineo che amplia un po’ la camera, ma addirittura sulle fitball, bisogna fare esercizi di propriocezione all’articolazione, quel sistema neuromuscolare che scatena la parte di contrazione muscolare in funzione del disequilibrio che allena l’equilibrio. Discinesia scapolare: - Disfunzione dinamica della scapola con limitazione della mobilità sul torace: spesso generata da overuse squilibri posturali, della masticazione, alterazioni cranio-vertebro-scapolari (canoa – canottaggio). SLAP LESION: coinvolge la parte superiore del labbro e l’inserzione del CLB. Il tipo II è più frequente negli sport di lancio ed alcuni studi di biomeccanica suggeriscono come l’eccessiva rotazione esterna sia fattore di rischio per questo tipo di infortunio. Frequente dolore in massima elevazione contro- resistenza, nella fase finale del caricamento del gesto tecnico con perdita di forza nel tiro/lancio. Dove si inserisce il capolungo del bicipite? Dietro la glenoide della scapola. Tutti gli esercizi di sfregamento possono determinare una lesione più o meno grande dell’inserzione del capolungo. In funzione che la regione sia piccola, media, medio grande si differenziano in primo, al secondo, terzo e quarto grado. Il primo e il secondo grado sono tutti trattabili con gli esercizi di rinforzo e di allungamento specifico, dal terzo grado in poi deve intervenire il chirurgo per stabilizzare, perché, si disarciona l’inserzione, quindi il lembo che viene ad attaccarci sul cercine-glenoideo si stacca l’atleta, non riesce a giocare. Lezione 5 (06/05/2022) I NERVI: Patologia del nervo Sovrascapolare: Nessun muscolo può essere nutrito da una alimentazione se non ha un nervo che dà un segnale di contrazione. Se no innervazione muscolo diventa fibrotico, atrofizza. NERVO DEVE FUNZIONARE NERVO SOVRASCAPOLARE: Innerva gli spinati, se atrofizza ipotrofia. Attività overhead crea disfunzione del segnale e quindi ipotrofia muscolatura da lui irrorata. Passaggi di schiacciamento sono dovuti a canali e altro che schiacciano il nervo. Dove c’è legamento spinoglenoideo (sovrascapolare), che se schiaccia nervo non passa segnale CAUSE: Compressione e trazione o frizione ripetitivi, microtraumi ripetuti, traumi diretti, generalizzato disordine del plesso brachiale. In atleti overhead è dato dal gesto tecnico, conseguenza di microtraumi ripetitivi. TEST ISOMETRICO ISOCINETICO per calcolare il deficit di forza tra intra ed extrarotatori. Viaggia a velocità angolare, non puoi andare più forte ma nemmeno più piano altrimenti non sposti la leva. A forza di fare esercizi mi calcola il deficit di rapporto di forza. Funziona anche come dinamometro (quanta F esprimi). In funzione di quanti esami faccio, trovo differenza da t0. Se non segui il programma o nervo non innerva, o non stai facendo gli esercizi. VALUTAZIONE DELLA SCAPOLO TORACICA: Fatta per la rigidità e per la stabilità della spalla. In fase iniziale non oltre 60-70 gradi nei gradi di abduzione perché devo lavorare senza utilizzare la scapola, in modo da lavorare sulla muscolatura della spalla. Usare con elastico anche fase negativa, lavoro propriocezione. RIABILITAZIONE: ambiente di riadattamento funzionale aerobico di atleta con ferita con cicatrice non chiusa, fare aerobica ma non troppo caldo e no anaerobico (frequenza cardiaca medio bassa) altrimenti sudo troppo e danno a cicatrice. (Negli obiettivi, forza per ultima, prima propriocezione). Evitare che soggetto stia troppo fermo. Appena possibile e tempi più brevi possibili, processo per poter muovere al più presto a livello attivo e passivo. Acqua calda ha effetto miorilassante con resistenza graduale, per aumentare la resistenza con elastico ma con supporto dell’acqua calda. • Forza: prima elastici, poi pesi (adeguati a soggetto). Prima eccentrica, poi concentrica • Propriocezione (macchie che analizzano disfunzioni a circuito, vedo la disfunzione di un braccio rispetto all’altra) • Fase funzionale (obiettivi slide). Rapidità e controllo motorio sono importantissimi, devo attivare questo tipo di rapidità. Velocità controllo neuromotorio (vari esercizi su internet es. luci che si accendono). I sintomi, di solito, sono insidiosi durante l’esordio: - Dolore laterale e posteriore - Durante l’attività e il risveglio durante la notte - Debolezza Ext Rot e Abd con attività in testa - Raramente storia di diretto impatto o caduta distesa braccio. COMPLICANZE: Rigidità articolazione e capsula articolare. Evitare. Propriocettivitá del movimento tecnico aumenta se svolgo gesto tecnico in equilibrio. Se supera 35/40% il deficit di forza, devo lavorare con elettrostimolazione o isocinetica, quando torna come prima lavoro da casa, altrimenti non riprende la volumetria. MOBILIZZAZIONE PASSIVA: sul piano scapolare, in posizione supina, in fase iniziale per elevazione ed extrarotazione, non supera la soglia del dolore, mantiene la posizione raggiunta per qualche decina di secondi, movimenti fisiologici, movimenti accessori. MOBILIZZAZIONE AUTO-ASSISTITA: permette equa distribuzione dei carichi di lavoro nella giornata, paziente inizialmente supino, in extrarotazione con bastone ad arto lievemente abdotto, in elevazione sul piano scapolare. ESERCIZI PENDOLARI DI CODMAN: in piedi con tronco flesso, oscillazioni circolari del braccio secondarie ad oscillazioni del tronco, presa di coscienza del rilasciamento muscolare, eseguirlo più volte nella giornata, con pesi o senza pesi. RECUPERO DELLA FORZA: 1. Esercizi per i muscoli scapolo-toracici contro resistenza manuale per base scapolare stabile; esercizi isometrici sotto-massimali per una buona stimolazione muscolare e auto-assistiti. 2. Esercizi con elastici; isotonici con manubri o contro resistenza manuale; PNF (movimento in diagonale con destabilizzazioni e diversi gradi di articolarità); componente eccentrica. ESERCIZI ISOMETRICI INTRA/ESTRAROTATORI: assenza di movimenti articolari; lunghezza muscolare costante; forza statica/”ROM specifica” + ”carryover”; periodi iniziali di riabilitazione. ESERCIZI CON ELASTICI: resistenza progressiva; movimento controllato; fase concentrica/eccentrica. RECUPERO PROPRIOCETTIVO: recupero dell’azione muscolare coordinata (Esercizi con pallone o tavolette instabili, esercizi di resistenza alla destabilizzazione). ESERCIZI PROPRIOCETTIVI: posizionamento-riposizionamento; equilibrio; stabilizzazione dinamica riflessa. FASE FUNZIONALE: obiettivi: recupero completo di forza e resistenza, recupero e controllo motorio, ripresa del gesto sportivo, ripresa dello sport (esercizi di controllo neuromuscolare, esercizi in catena cinetica chiusa, attivazione muscolare eccentrica, allenamento pliometrico, test e training isocinetico). INIZIO QUANDO: ROM quai completo, non dolore durante la forza, soddisfacente controllo neuromuscolare (scaption > 120°; IR > L1; ER almeno nuca-gomito abdotto 45°. RIPRESA ATTIVITA’ SPORTIVA in caso di intervento: - 4/6 mesi, sport non di contatto - 6/8 mesi, sport di collisione Le complicanze possono essere: recidiva di lussazione, rigidità (caldo-umido), dolore. Il trattamento riabilitativo per dare buoni risultati necessita di: ortopedico e riabilitatore, equilibrio più che forza, la cuffia e la scapola, selezione del paziente attraverso una valutazione complessiva, personalizzazione del programma riabilitativo e riadattato. ANATOMIA DEL GINOCCHIO (tendine d’Achille non ha guaina). Menischi: due sfere, migliorano l’assetto di risposta del condilo col piatto tibiale. Il piatto tibiale deve accogliere i condili tibiali. I menischi compensano i margini. Compensano il movimento del condilo. Menisco laterale (c’è fibula), rispetto a mediale hanno forme diverse. Ginocchio: 2 condili e articolazione femoro-rotulea Articolazione femoro-rotulea: rotula non viaggia perfettamente verso la gola ma verso l’esterno quindi rende a sfregare più sulla parte esterna. Overdose determina un'overdose della parte esterna. Tra i 20 e i 40 gradi di flesso-estensione posso vedere se rotula va più sull’ esterno o più sull’ interno. Dopo ha già Alice e prima non si muove abbastanza. Tra i 20 e i 40 gradi entra in gioco il vasto mediale obliquo, quindi è lui che non è abbastanza potente da stabilizzare la rotula. Vasto mediale obliquo si inserisce nella linea. (Spina iliaca antero inferiore inserzione retto femorale). Meglio un menisco rotto che senza menisco, altrimenti artrosi degenerativa progressiva a implacabile, prima di raggiungere età anziana. Collaterale mediale e collaterale laterale. Mediale tende a tirarsi e a rompersi e menisco a sfilacciarsi e legamento laterale allunga, ginocchio collassa. Owens (giocatore di calcio), lesiona il crociato e il collaterale mediale. Collaterale mediale se si rompe cicatrizza da solo, più frequente operazione del crociato anteriore. Mantenere flex est. Ottimale. Se lesione lca, versamento ematico. Ghiaccio. Mai tenerlo sempre consecutivamente, iper afflusso di sangue. 10/15 minuti, poi tolgo, poi rimetto. (A volte gonfiore può essere problema di malattie metaboliche. Acido umido cristallifica negli ambienti acidi, se ph acido creo microcristalli, come cartavetrata che sfrega. Ciao ginocchio PAROGENESI DELLA SINDROME FEMORO-ROTULEA: Problema anca o caviglia. Bandelletta ileotibiale. Se allungo lo psoas, rinforzo il medio gluteo. Lezione 6 (13/05/2022) I TENDINI: sono costituiti da un tessuto connettivo, dalle cellule e da una matrice extracellulare dove questa e struttura sono immerse. Le cellule, tenoblasti e tenociti, e costituiscono il 90-95% degli elementi cellulari tendine e provvedono a sintetizzare tutti i componenti della matrice extracellulare (MEC). Attenzione perché quel restante 5-10%, che sono condrociti, se pensate che il tendine si Cause di tendinopatia: per esempio nel podista e nel pallavolista è l’eccessivo stress meccanico ripetitivo, a volte accoppiato a fattori congeniti (eccessiva pronazione del piede, supinazione) non si devono sottovalutare altre cause, per esempio quelle farmacologiche, possono causare tendinopatie, fino a rottura, anche in assenza di stress meccanici eccessivi. Fattori di rischio: - Fattori costituzionali o Età o Sede della lesione o Reattività tissutale - Fattori meccanici o Trauma diretto o Microtraumi ripetuti ▪ Esogeni ▪ Endogeni Soggetto anziano ha i tendini più usurati di un soggetto giovane. Un soggetto molto giovane, potrebbe avere problemi osteocondrali. Classificazione delle tendinopatie: - Peritendiniti: noi tendini privi di guaina. - Tendiniti - Tenosinoviti: nei tendini con guaina. - Tendinopatie inserzionali: sono il punto di attacco del tendine sull’osso. - Tendinosi: forma clinica degenerativa con metaplasia condroide, ossicalcifica, ialina, mucoso o fibrinosa. - Borsiti: sono quelle strutture che hanno del liquido dentro e che servono a far scivolare il tendine quando è vicino a una superficie ossea, altrimenti si rompe. - Sesamoiditi: sono le ossa all’interno del tendine che fanno da puleggia (flessore dell’alluce). Il flessore dell’Alluce del sole lance hanno due sesamoidi uno mediale o laterale, che sono due ossicini dentro il termine che permettono lo scorrimento dei due tendini. Stadio clinico delle tendinopatie: • Stadio 1: dolore dopo attività sportiva. • Stadio 2: dolore all’inizio dell’attività e che scompare con il riscaldamento. • Stadio 3: dolore durante e dopo attività sportiva e parziale deficit funzionale. • Stazio 4: dolore e deficit funzionale completo. • Rottura completa. Sindrome retto adduttoria: muscoli retti dell’addome, obliqui e trasversi; adduttore lungo e breve, gracile, pettineo. La parete addominale è l’unico sistema che ti permette la protezione della parte della schiena. Quindi se io ho dei dolori agli adduttori perché tutti questi muscoli sono degli adduttori, vuol dire che tutti i lavori dove io adduco, cioè avvicino le cosce al centro del pavimento, vanno a infiammarsi. Bisogna differenziarla però dai problemi prettamente posturali, il disequilibrio del bacino. Nella sinfisi pubica che ha una piccola area legamentosa cartilaginea che permette un minimo movimento, e nel sesso femminile quest’area è estremamente più elastica; le alterazioni di postura, le dismetrie delle scoliosi, delle ale iliache, problemi agli arti inferiori dismetrici, ecc. Il dolore può essere da un lato o da entrambi i lati, spesso nel maschio ha un’irradiazione scrotale, o al perineo. La parte sotto può addirittura irradiarsi nella branca superiore, quindi irradiare dolore agli addominali stessi. Contrazione attiva degli adduttori e contrazione attiva degli addominali sono i due test in parte per capire se la problematica più ampia è partenza inferiore, cioè adduttori degli arti inferiori o nei muscoli inserzioni superiori, che sono diretti degli addomi. Calcio, ginnastica artistica e corsa ad ostacoli, equitazione: fattori predisponenti estrinseci della sindrome retto adduttoria. Una cifosi dorsale che deve essere compensata con altrimenti, questa crolla tutta in avanti con una iperlordosi lombare. Questo ne determina tutto questo assetto, nell’eterno assetto completamente fuori fase che prima o poi oltre al problema estetico, scateneranno problematica sul punto di inserzione massime di carico, che in un soggetto piccolo che se non fa neanche attività sportiva basta la sua postura normale. A forza di stare in piedi, andare a scuola, a fare le passeggiate comincia ad infiammarsi. La diagnosi differenziale: deve essere fatta da chi vi dà l’atleta da trattare sotto il recupero funzionale, quindi voi dovete pretendere una diagnosi, perché il soggetto può avere delle fratture, micro fratture da stress delle aree pubiche interessate quindi poi della sintesi pubica che può creare lo stesso problema, ma finché non hai risolto il problema la fattura non viene fuori. La rottura dei tendini parziale o della muscolatura, quindi c’è una patologia miotendinea. Gli impingement femoro acetabolare dell’anca, che è una delle patologie dei soggetti sportivi più frequente meno conosciuta, significa non che tu hai un’artrosi dell’anziano che si blocca tutto, ma hai una capsula che in qualche modo si irrigidisce il sistema dei legamenti, i capsulo legamentosi, diventa rigida per problematiche generali o perché la deformità anatomica della tua testa del femore va a cozzare nel movimento contro l’acetabolo e quindi in qualche modo si limita i movimenti, che ti permettono di vivere normalmente, ma se io nel tempo non riesco ad avere una extra rotazione dell’anca tale da andare oltre 45 °, se non ce l’ho io sto bene lo stesso, ma il sistema dinamico posturale del suo baricentro cambia, e per compensare quell’esercizio, devo lavorare male con la schiena, col ginocchio e con l’appoggio del piede. Qualunque struttura io sto recuperando, che sia la schiena, perché è una postura di un soggetto giovane, che sia un problema che abbia male al ginocchio, che sia un problema di appoggio del piede, devo sempre recuperare il sistema dinamico posturale globale, quindi avrebbe PG sempre analizzare il suo stato di mobilità articolare su tutte le catene. La terza Vertebra lombare è il vero fulcro di rotazione della colonna, perché le vertebre, che sono 5, hanno delle caratteristiche, se fossero diritte, ogni vertebra infilata insieme scaricherebbe la stessa identica forza su quella successiva e non ci sarebbe una elasticità di mobilizzazione. Il fatto di avere una vertebra che scarica con un vettore, è la somma di questi vettori che determina la forza di scarico dall’alto verso il basso e che viene in qualche modo scaricata un po’ alla volta. Non tutti in una volta e guarda caso il fulcro di quest’area è l'età. L3 comincia ad inserirsi. Quindi, una colonna storta, o nota scoliosi, o con un’anteposizione, come abbiamo visto prima, nel bacino L3 scarica il modo anomalo. Tendinopatia del Quadricipite, della Rotula o del tenere rotuleo. La rotula è un sesamoide, quindi è immersa dentro un tendine che è unico ed è il tendine distale del quadricipite. Però questa rotula è talmente grande da dividere in due porzioni fondamentali i tendini, la parte che si aggancia sopra il sesamoide, e la parte che si aggancia sotto, che non è un aggancio, è inglobato. Però, siccome la rotula fa da puleggia, le forze di carico sempre vettoriali, sono diverse dal polo superiore rispetto a quelle del polo inferiore. Tant’è che le problematiche del polo superiore sono solo il 25% delle problematiche del tendine, il 65% di tutti i problemi del tendine del ginocchio è sul polo inferiore, un 10% sull’inserzione del tendine sulla Tuberosità tibiale anteriore; più frequentemente questa sede legata alle patologie a età evolutiva. Tendinopatia quadricipitale e rotulea: palpazione del polo inferiore della rotula, o più raramente base rotulea o tuberosità tibiale anteriore (a ginocchio completamente esteso e quadricipite rilassato) provoca dolore. Quindi si parla di sindrome di male allineamento della rotula, la possibilità di avere una sindrome meniscale sottostante che può dare un dolore similare. La sindrome del tratto ileo-tibiale. È una fascia connettivale che prende spunto dal tensore della fascia lata che parte dalla spina iliaca antero-superiore e selezione di fasci muscolari che partono dal grande gluteo. È una situazione che viene tirata da questi muscoli e riguarda la parte laterale della coscia e va a inserirsi sul ginocchio. Per ogni tendine l’esito finale è capire da dove è iniziato. Tendinopatia zampa d’oca: i tre tendini della zampa d’oca sono: Sartorio, gracile, semitendinoso. Abbiamo tre aree, quindi a tre biomeccaniche diverse, in un unico punto di inserzione. Non vanno in contrazione tutti insieme. È importante sapere che abbia o non abbia la guaina, è fondamentale perché il suo recupero è completamente diverso. Cause sono estrinseche scarpa sbagliata, sfregamento. Intrinseche, una deformità anatomica diversa dalla norma del calcagno. Tutta la parte che riguarda invece noi, è la parte intermedia, cioè la parte puramente tendinea; ed è quella più trattabile. Tendinopatia tendini peronei: dolore e tumefazione lungo la loggia retro-malleolare esterna. Fattori predisponenti: displasia doccia, esiti frattura malleolare esterna o calcagno. I peronieri hanno una problematica spesso post distorsiva, le distorsioni in frequenza sono distorsioni in inversione, il tendine è in contrattura immediata per evitare che la caviglia vada completamente a distorcersi e si infiammano per retrazione, per contrazioni improvvise.
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