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Il Laureato - Mike Nichols analisi film, Schemi e mappe concettuali di Strumenti Dell'immagine E Del Suono

Analisi del film Il Laureato con un focus sul rapporto musica e immagine

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 12/06/2023

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sara-bottarelli-1 🇮🇹

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Scarica Il Laureato - Mike Nichols analisi film e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Strumenti Dell'immagine E Del Suono solo su Docsity! Il Laureato (1967) per la regia di Mike Nichols Il laureato è il racconto di formazione del protagonista Ben che include lo smarrimento di un'intera nazione, la duplice sensazione di voglia e di terrore per il futuro. Lei è il giovane del film? La sua vita non sarà più come prima”; la leggenda racconta che questo siano state le parole di una giornalista a un giovane Dustin Hoffman, protagonista di Il laureato, il film del 1967, di Mike Nichols, tratto dal romanzo di Charles Webb. Il film ha scritto alcune delle pagine più famose della storia del cinema: il volto apatico e disperato di Benjamin Braddock (Dustin Hoffman), bloccato in un’apatia che tutti coloro che hanno vissuto il post laurea hanno percepito, la gamba sensuale di Mrs. Robinson (Anne Bancroft) in primo piano che invita e sveglia i desideri di un giovane uomo, la ribelle fuga dal matrimonio di Ben e Elaine (Katharine Ross), la figlia della Robinson, e poi la musica, quei Simon & Garfunkel, capaci di raccontare con le note della controcultura ciò che Nichols mostra con le immagini. Ben è il centro di tutto questo, è il nucleo su cui ogni cosa scivola senza lasciare traccia, almeno all’apparenza: il protagonista, un giovane ben educato di buona famiglia, torna a casa dopo aver finito il college, ad aspettarlo i genitori, pronti a festeggiarlo con un gruppo di amici. Il ragazzo dovrebbe essere pronto alla vita, invece è intrappolato in un alienante far niente: lui a letto, lui in piscina, lui immobile a guardare il vuoto. Sul suo volto si legge l’apatia di chi non ha nulla per cui combattere perché ha tutto, non è animato da desideri – a parte quello per la signora Robinson, un’amica di famiglia, che incontra proprio durante la festa in suo onore – né dalla gioia per il traguardo raggiunto. Questo perché non c’è in lui un sogno americano, intorno a lui ogni cosa ha perso di tridimensionalità ed emerge chiaramente che fino ad ora ha battuto una strada già segnata: la laurea conseguita non è un obiettivo suo ma degli altri; come un automa ha compiuto il suo compito ma ora senza input non sa più cosa fare. C’è però qualcosa che lo smuove, alla sua festa c’è anche l’affascinante moglie del socio d’affari di suo padre, Mrs Robinson, che lo turba e conturba con la sua erotica bellezza e a questo punto viene riportato alla realtà. Il laureato è il racconto di formazione di Ben che include lo smarrimento di un’intera nazione, la duplice sensazione di voglia e di terrore per il futuro. Il suo punto di forza sta proprio nel chiamare a rapporto tutti noi raccontando la vita che conosciamo, quei momenti importanti e senza tempo che ci riguardano. Il laureato nasconde una tensione e una frustrazione alimentate dall’incertezza (Ben sta immobile in casa mentre le stagioni passano, si sposta dal letto alla piscina mentre le notti e i giorni si susseguono), dalla paura che sconvolge e che blocca ma anche dal desiderio che fa vibrare e rigenera. Questa è la frase iconica pronunciata da Ben che dà inizio alla relazione sessuale tra lui e la matura signora, annoiata e depressa, rappresentazione di un’intera società anch’essa annoiata e depressa. Ed è altrettanto mitica la scena che l’accompagna, la seduttiva donna si sfila le calze davanti a Ben che si trova di fronte ad un sogno fatto di carne e sesso; inizia tra loro un gioco di seduzioni in cui il personaggio di Dustin Hoffman entra in un vortice che lo irretisce e lo vivacizza. Proprio per questo Il laureato sconvolge il pubblico statunitense, quell’America puritana che non è ancora pronta a veder raccontare il rapporto tra un ragazzo e una donna molto più matura. Il pubblico condanna questa relazione e condanna soprattutto Mrs. Robinson, metafora di tutti gli adulti cinici e amorali: mentre il giovane è rappresentato come timida e impacciata vittima di una disinibita e maliarda carnefice che lo ha in pugno. Dall’altra parte però il film scuote anche gli animi di chi è pronto al cambiamento, infatti la relazione tra i due diventa simbolo di una rivoluzione molto più ampia. Il laureato non parla certo di politica, di Vietnam, ma non per questo è meno potente, sviscera infatti il malessere profondo della gioventù del periodo, rappresentata dalla figura di Benjamin che prima aveva tutto, una laurea, genitori disposti a mantenerlo – ma risultava comunque privo di carattere e di forza di volontà -, poi quando “entra nella rivoluzione” – che non a caso è sessuale (passaggio dalla giovane età a quella adulta) – respira il profumo della ribellione (la “pelle” e la “carne” della signora Robinson) e tira fuori anche il carattere (il finale ne è una prova). Il ragazzo solo dopo un po’ di mesi capisce che il rapporto con quella donna è impossibile e “sbagliato” sentendo il disagio di questa situazione soprattutto dopo aver frequentato Elaine, una ragazza “giusta” per lui per età e interessi comuni. Ancora Nichols dà una stoccata al mondo degli adulti, colpendo la matura donna che è vittima di una gelosia folle nei confronti della figlia e si accanisce facendo di tutto per impedire a Ben e a sua figlia di stare insieme. Emblema di questa ribellione sociale e culturale è il finale in cui Ben, in preda ad una forza da lui mai posseduta, fa di tutto per riavere Elaine, come nelle migliori storie il giovane la raggiunge in chiesa dove lei si è appena sposata con un altro. Nonostante questo fugge con lui, lasciando donna felice, ma ben presto dimostra di non esserlo affatto. Un accenno di tristezza le copre il viso quando racconta a Ben di aver lasciato gli studi perché era rimasta incinta. Mentre la prepotenza si fa strada in lei quando impone a Ben di non uscire con sua figlia e quando cerca di trattenere Elaine dal fuggire con lui. Il significato del finale de “Il Laureato” si racchiude nella tenacia e quasi nella disperazione di Dustin Hoffman quando urla il nome di Elaine. La giovane deve sapere che lui è arrivato fin lì. L’inquadratura mostra un primo piano di lei che lo guarda. Nota le reazioni intorno a sé, ma non si sentono parole dalle bocche degli altri personaggi. Elaine cede ed urla a sua volta il nome di Ben. I due fuggono insieme, uniti da un profondo senso di gioia e ribellione. Si stanno liberando dall’ipocrisia in cui vivono le loro famiglie e corrono verso un autobus di passaggio,simbolo di cambiamento ed evoluzione. Elaine e Ben si siedono e, dopo essersi scambiati qualche sorriso, tornano seri. La malinconia torna e viene messa in rilievo dalla colonna sonora. Sia dalle parole «Hello darkness, my old friend…» – che aprono e chiudono la pellicola – che dalle note è possibile percepire la tristezza e l’angoscia che ancora una volta si presentano nella vita dei giovani. Il futuro rimane comunque incerto. La felicità della disobbedienza è presto sostituita dalla paura e dall’afflizione. Le espressioni di Ben ed Elaine tornano ad essere preoccupate. Simbolicamente, il fatto che non fuggano in auto e non guidino loro il mezzo di trasporto potrebbe essere inteso come difficoltà nel prendere nuove decisioni. Dove si va è l’autista che lo decide. Perciò sembrano porsi subito una domanda: e adesso? The sound of silence - Simon & Garfunkel Scene madri The Sound Of Silence (nel frattempo il titolo del brano è diventato questo, quello con cui lo conosciamo oggi) entra definitivamente nell'immaginario collettivo grazie alla colonna sonora de Il laureato. La canzone di Simon & Garfunkel si sente nei titoli di testa, e in altre due scene chiave. Quella in cui vediamo Dustin Hoffman in piscina, e nella scena finale, quando lui ed Elaine fuggono in autobus dopo che lui ha fatto irruzione al suo matrimonio. Come dite? È uno spoiler? Sì, ma è un film del 1967… Oltre ad essere uno dei film più celebri e più visti di tutti i tempi, Il laureato (The Graduate) è anche uno dei massimi esempi di fusione e reciproca enfatizzazione tra immagini e musica. La colonna sonora, come tutti sanno, è stata infatti affidata dal regista Mike Nichols a Simon & Garfunkel, proprio nel momento in cui la loro popolarità e il loro particolare stile si stava prepotentemente affermando. S&G e il regista non hanno fatto altro che riprendere e collocare strategicamente alcune della canzoni appena incise e proposte dal duo, aggiungendo solo una composizione originale che sarebbe diventata un classico ed uno dei loro maggiori successi.La sincronia tra musica e immagini è anzi talmente perfetta da far pensare che la sceneggiatura sia stata pensata avendo in mente la musica, quasi ne fosse una illustrazione, ma non risulta sia così. Probabilmente l'effetto deriva dalla grande vicinanza dell'ambiente culturale e sociale che ispirava sia S&G sia gli autori della pellicola. I rimandi tra le canzoni poi divenute immortali di S&G e i momenti del film sono molteplici. Quelli che rimangono più scolpiti nella memoria sono i titoli di testa con il protagonista nella folla dell'aeroporto di Los Angeles, accompagnato da The Sound Of Silence, le panoramiche dall'alto di Dustin Hoffman e della sua Alfa Romeo Duetto accompagnate dal ritmo serrato di Mrs. Robinson, l'amore che nasce tra Dustin Hoffman e Katharine Ross accompagnato dalle note dolci di Scarborough Fair. Mike Nichols aveva ascoltato, rimanendone impressionato, il terzo album di Simon & Garfunkel, Parsley, Sage, Rosemary And Thyme (1966). Organizzò un incontro con il duo e con il produttore Clive Davis, allo scopo di presentare la sceneggiatura, ma vista l’iniziale riluttanza di Paul Simon i quattro convennero solo sull’opportunità di selezionare tre brani dal repertorio della coppia e commissionare almeno uno del tutto inedito. Simon ne scrisse due, Punky’s Dilemmae Overs (sarebbero finite entrambe sul quarto Bookends [1968]), non troppo gradite da Nichols, il quale, del resto, legò in maniera fraterna col più accomodante Art Garfunkel (qualche anno dopo nel cast di Conoscenza Carnale). Piccato, Simon arrivò in pratica alla fase di post-produzione senza aver composto nulla di definitivo. Nonostante questo, anche in ragione delle centinaia di migliaia di dollari già intascati dai finanziatori della pellicola, si presentò da Nichols strimpellando i versi embrionali di un nuovo brano e presentandoli come «non attinenti al film… solo una piccola cosa su Joe DiMaggio, la signora Roosevelt e i tempi andati». Nichols, però, colse subito la potenziale hit e volle inserire a tutti i costi il pezzo, reintitolato Mrs. Robinson, nello score del film. Sicché, all’interno del Laureato apparvero il delicato tema autunnale per clavicembalo e chitarra acustica di Scarborough Fair / Canticle, i due minuti di poesia unplugged dell’eterea April Come She Will, il plumbeo folk-rock elettrificato della già notissima The Sound Of Silence e il delizioso beat in chiave folkie e byrdsiana di Mrs. Robinson, mentre il resto della colonna viene completato, a suon di lievi foxtrot e incalzanti sonagli cubani, dall’esperto Dave Grusin, pianista jazz celeberrimo per alcuni discutibili esperimenti fusion nervosi e sincopati (risalenti soprattutto ai ’70) sebbene, in realtà, particolarmente a suo agio nella sonorizzazione di varie pellicole (su tutte quella, molto spassosa, di Tootsie, nel 1982, e, nove anni prima, quella d’ineffabile malinconia del magnifico Gli Amici Di Eddie Coyle). Anche in questo caso, la sintonia tra gli umori del film e le parole e i suoni delle canzoni si rivelò così efficace, spontanea e accessibile da generare un immediato caso discografico. Il disco contenente la colonna sonora del Laureato, inizialmente non previsto, venne dato alle stampe nei primi mesi del ’68 per accontentare le numerose richieste degli ascoltatori e fu affidato alla supervisione del produttore Teo Macero (Miles Davis, Stan Getz, Dave Brubeck, Tony Bennett, Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Thelonious Monk etc.). Costui, da vecchia volpe, utilizzò, nel disco, le edit dei brani come ascoltabili e ascoltate nel film, ossia sfumate, non integrali, in modo da non nuocere a un eventuale, futuro uso da parte di Simon & Garfunkel, che difatti avrebbero sistemato Mrs. Robinson sull’imminente Bookends, a tutt’oggi l’unico album dove se ne possa ascoltare la versione intera. Eppure The Graduate – Original Soundtrack finì lo stesso per spopolare ovunque, scalzando il White Album dei Beatles dalla vetta delle classifiche e diventando, in tutto il mondo, uno dei best-seller dell’anno. Del resto, un po’ come avrebbe fatto in seguito Martin Scorsese, Mike Nichols aveva scelto di impiegare le canzoni del duo non alla stregua di un banale accompagnamento per le immagini (abitudine purtroppo ancora oggi invalsa), ma quali contrappunti dialettici al filo della narrazione, affinché i testi di Paul Simon potessero interloquire direttamente con l’interiorità dei personaggi del film. E le parole di Simon, il toccante saggio sull’assenza di partecipazione e contatto umano formulato in The Sound Of Silence («Le persone si inginocchiarono e pregarono / davanti al dio al neon di loro creazione / E l’insegna illuminò il suo messaggio / e le parole che lo componevano / E il messaggio era: “Le parole dei profeti / sono scritte sui muri della metropolitana / negli ingressi dei palazzi, / e diventano sussurro nel suono del silenzio»), l’evocazione d’innocenza perduta, simboleggiata da un campione di baseball, in Mrs. Robinson («Dove sei finito, Joe Di Maggio? / Un’intera nazione rivolge il suo sguardo solitario su di te / Che dici, Signora Robinson? / Joltin’ Joe ha lasciato, se n’è andato»), con quei cori – un omaggio ai Beatles di I Am The Walrus– solo in apparenza spensierati, impressionarono una moltitudine di giovani a loro volta bisognosi di guardarsi dentro e trovare risposte nuove, diverse da quelle elaborate per loro da una società borghese e farisea. Ironia della sorte, al momento di registrare la colonna sonora del Laureato, di Mrs. Robinson (l’ha rivelato Art Garfunkel in un’intervista contenuta nell’ultima edizione in dvd della pellicola) Paul Simon aveva pronte nient’altro che le poche strofe udibili durante il film: il testo fu allungato e la canzone completata, e di nuovo registrata dalla prima all’ultima nota, solo quando l’opera di Nichols divenne un successo di portata internazionale. Il Manifesto della Nuova Hollywood, tratto dall’omonimo libro di Charles Web, ha ottenuto sette candidature agli Oscar e ha vinto quella per la migliore regia. → ha rivoluzionato il modo di fare cinema sia nella tecnica sia nei temi. Ha abbandonato quella favolistica illusione della hollywood classica, quella tranquillita’ di fondo, concentrandosi su temi piu’ realistici, moderni, in concomitanza con la guerra del vietneám, solitudine, non essere perfetto. 1967 Mike Nicholson → Il laureato manifesto della new hollywood. La regia è qualcosa di incredibile, dai movimenti di camera e di posizionamento del punto di vista, per quegli anni. Inizio con un piano sequenza che poi passa sul primo piano e si alterna così. Rimasto celebre per la brillante interpretazione di Dustin Hoffman e per la colonna sonora, Il Laureato è considerato universalmente una vera propria icona del cinema e incassó ben 105 milioni di dollari.
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