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Lavoro negli anni 70: il film 'La classe operaia va in paradiso' e le condizioni, Guide, Progetti e Ricerche di Storia

Il film 'la classe operaia va in paradiso', diretto da elio petri, e descrive le condizioni lavorative degli anni 70 in italia. Il film mostra la vita di un operaio instancabile, ludovico massa, e la sua determinazione a lavorare a cottimo per potersi permettere beni inutili. Tuttavia, questo lavoro gli costa caro in termini di salute e felicità. Anche del sistema capitalistico, dell'alienazione lavorativa, dei pericoli invisibili, del lavoro minorile, delle rivendicazioni del movimento operaio, dell'aumento dei salari, dello statuto dei lavoratori, della crisi della disoccupazione, dell'avvento della tecnologia e del conflitto tra macchina e uomo.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2023/2024

In vendita dal 09/05/2024

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Scarica Lavoro negli anni 70: il film 'La classe operaia va in paradiso' e le condizioni e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia solo su Docsity! TRA PROTESTE E INNOVAZIONI: il lavoro negli anni 70 “LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO” Il film "la classe operaia va in paradiso", diretto dal regista Elio Petri, è il ritratto della condizione lavorativa degli anni 70. Il protagonista è Ludovico Massa, detto Lulú, un operaio instancabile che lavora a cottimo e che si sottopone a ritmi lavorativi insostenibili per riuscire a permettersi un'automobile e una grande quantità di beni inutili. Questa sua determinazione gli è già costata cara nel passato, quando ha avuto due intossicazioni a causa della vernice e un'ulcera per la pressione e lo stress derivanti dal suo lavoro. Lulù è però fiero di quello che fa ogni giorno e quando i capi della fabbrica lo usano comemodello, lui se ne vanta anche con gli altri lavoratori, che invece ridono di lui. Ad ogni critica lui risponde con superiorità, ad esempio quando pronuncia le parole “dovete spezzarvi la spina dorsale per starmi dietro” perché ancora non si rende conto di quanto in realtà la sua vita sia vuota. Capisce che questo lavoro non gli permette di essere felice e di passare momenti spensierati con la famiglia soltanto quando rimane gravemente ferito e perde un dito. Da questo momento in poi, smette di essere così produttivo in segno di protesta e inizia a partecipare alle manifestazioni che tutti i giorni si tenevano davanti alla fabbrica dove operai e studenti propagandavano il bisogno di abolire il cottimo. A seguito di una protesta violenta, Ludovico viene licenziato e gli stessi lavoratori che protestavano con lui si mostrano adesso indifferenti. Inoltre, viene abbandonato anche dalla compagna per le sue idee rivoluzionarie e decide di fare visita a un ex lavoratore della sua stessa fabbrica, Militina, che era diventato pazzo per quel lavoro ed era stato rinchiuso in un manicomio. Ludovico si rivede in quell'uomo e capisce di essere anche lui pazzo, per poi tornare alla stessa vita meccanica e monotona quando i compagni di lavoro riescono a fargli riottenere il lavoro. Il film si conclude con il protagonista che urla ai compagni che ha sognato di morire e svegliarsi nell'aldilà, per poi distruggere un muro e scoprire di essere in paradiso con tutti gli altri operai. IL SISTEMA CAPITALISTICO Questo filmmostra la condizione lavorativa degli operai negli anni 70 dopo che l'Italia aveva vissuto un nuovo sviluppo economico a seguito della Seconda Guerra Mondiale. Sono questi gli anni del boom economico che vede affermarsi nel mercato nuovi beni di consumo, come automobili, elettrodomestici e televisori. In questo contesto di progresso, i capitalisti cercano di arricchirsi attraverso il lavoro a cottimo, in cui l'operaio viene pagato in base a quanti pezzi produce. In questo modo il capitalista riesce a convincere i lavoratori ad essere più produttivi per raggiungere gli standard che lui stesso impone, anche a costo di rovinare la loro salute. L'ALIENAZIONE LAVORATIVA Gli operai sono quindi consumati da un lavoro così monotono e alienante da non permettere loro di avere una vita al di fuori della fabbrica. Vediamo che il film si conclude con la visione del Paradiso che è però soltanto un'illusione, una trappola che consente ai capitalisti di continuare a sfruttare i lavoratori. Questi ultimi continuano a sperare e questa frase richiama anche il messaggio della chiesa “ il duro lavoro verrà ricompensato nell'aldilà e gli ultimi saranno i primi”. Questo è un modo per sublimare il dolore nella salvezza eterna e spingere gli uomini ad arrendersi alla loro condizione servile, tanto che vediamo che alla fine gli operai continuano a lavorare in fabbrica. Questa è la mistificazione di cui parla anche Schopenhauer in cui l'uomo si illude e cerca di nascondere la verità per non soffrire. In questi anni l'uomo è soltanto uno strumento, un ingranaggio della macchina e il mero esecutore dei piani stabiliti al vertice dell'industria. Lo stesso Marx diceva che il lavoro doveva essere gratificante e arricchire l'uomo, ma l'operaio, seguendo i ritmi disumani che gli consentono di guadagnare una paga misera, non è felice e non impara niente. PERICOLI “INVISIBILI” Inoltre, come vediamo nel film con l'intossicazione di Lulù, nelle fabbriche si respirano fumi nocivi che rovinano la salute degli operai, senza nessuna misura di sicurezza. Se negli anni precedenti la maggior parte delle malattie erano state causate da malnutrizione e batteri, adesso la causa si ritrova nel lavoro. Sono molto frequenti malattie come silicosi, intossicazioni da piombo, tumori derivanti dalla radioattività di alcune sostanze e malattie mentali. IL LAVORO MINORILE Queste problematiche interessano anche i bambini, perché molti di loro lasciano la scuola dell'obbligo per aiutare le famiglie e iniziano già all'età di dieci anni a lavorare comemeccanici, saldatori e manovali. Lo sfruttamento minorile era molto diffuso all'epoca perché i datori di lavoro utilizzavano il pretesto che erano soltanto dei bambini per offrirgli una paga misera. Purtroppo questo problema non è stato ancora superato perché in paesi come Turchia e Cina,i bambini sono costretti a lavorare molte ore al giorno per produrre soprattutto scarpe e vestiti. LE RIVENDICAZIONI DEL MOVIMENTO OPERAIO Nel momento in cui l’INAIL registra un infortunio al minuto, gli operai sentono la necessità di ribellarsi alla nocività degli ambienti lavorativi e già dal '69 prendono piede le lotte sindacali operaie. Così, il sindacato si schiera con intransigenza anche contro il partito dominante con l'obiettivo di dare agli operai una dignità. Vuole quindi essere il grido di quei lavoratori che erano stati umiliati, ricattati, multati e sospesi perché non riuscivano a stare dietro ai tempi della macchina. È così che le proteste si fanno sempre più accese, fino a chiedere l'abolizione del cottimo e che venga sovvertito il sistema capitalistico, per concedere agli operai l'autogestione delle fabbriche. L'AUMENTO DEI SALARI Grazie a queste ondate di lotte che aumentano in una situazione di inflazione, in pochi anni il salario medio che percepiva un lavoratore nell'industria viene triplicato. Inoltre, nel 1975, il presidente della Fiat firma l'accordo sul punto unico di scala mobile. In questo modo, quando il costo della vita per le famiglie di operai aumentava del 1%, gli veniva corrisposto un aumento di 2389 lire. Negli anni successivi i lavoratori continuano a scioperare perché pensano che i salari debbano ancora aumentare. LO STATUTO DEI LAVORATORI È proprio nel 1970 che nasce lo Statuto dei lavoratori che voleva concedere libertà e dignità agli operai. Questo organo stabilisce che i lavoratori non possono essere giudicati in base al pensiero religioso e politico, la loro salute deve essere tutelata e che possono partecipare agli scioperi sindacali senza temere nessuna discriminazione o sospensione da parte del dirigente. Da questo momento in poi, alcune fabbriche, come quella della Pirelli, iniziarono a permettere ai lavoratori di scegliere a quale ritmo lavorare in funzione delle loro esigenze fisiologiche.
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