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Il lettore infinito. Educare alla lettura tra ragioni ed emozioni (Adain Chambers), Appunti di Storia della Letteratura

Riassunto del libro "Il lettore infinito" Adain Chambers

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 04/12/2022

violet.
violet. 🇮🇹

4.4

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Scarica Il lettore infinito. Educare alla lettura tra ragioni ed emozioni (Adain Chambers) e più Appunti in PDF di Storia della Letteratura solo su Docsity! LIBRO “IL LETTORE INFINITO: EDUCARE ALLA LETTURA TRA RAGIONI ED EMOZIONI” (AIDAN CHAMBERS) INTRODUZIONE Ogni lettura avviene in un ambiente definito, che influisce su come leggiamo (con quale piacere, desiderio e concentrazione). Alcuni dei fattori che costituiscono l’ambiente di lettura:  Il luogo (leggere nel proprio letto, al caldo, comodi vs in una spiaggia affollata);  La disponibilità di libri e di storie che amiamo;  Lo stato d’animo;  Il tempo ed eventuali interruzioni;  L’attitudine alla lettura;  Il perché stiamo leggendo in quel momento (per obbligo, per lavoro, per piacere personale). Se si vogliono aiutare i bambini e i ragazzi a diventare lettori appassionati e riflessivi si deve essere in grado di creare un ambiente di lettura favorevole e positivo, nel quale possono svilupparsi conversazioni sui libri e attorno ai libri, nella convinzione che la condivisione delle nostre esperienze di lettura ci fa crescere come lettori critici più di ogni altra cosa. Insegnare ai lettori a parlare dei propri libri è però un’arte complessa. Un ruolo centrale in questo processo ha quindi l’adulto, che in modo consapevole deve mettere in atto azioni e strategie per rendere la lettura possibile, lavorando in primo luogo su se stesso, sia come lettore sia come educatore. IL READING CIRCLE: IL PROCESSO DI LETTURA Quando leggiamo, affrontiamo una serie di attività complesse e sequenziali. Ogni attività conduce ad un’attività successiva, secondo un processo circolare: la sequenza ritorna di nuovo al punto di partenza, in modo tale che l’inizio è sempre la sua fine e la fine è il suo inizio. 1. La selezione Qualsiasi lettura ha come punto di partenza una selezione. La scelta di un libro dipende da una molteplicità di fattori:  La disponibilità di libri: presupposto fondamentale per iniziare a leggere  è importante che ogni dotazione di libri includa anche storie che amiamo (aumenta la motivazione)  i libri non devono essere solo disponibili, ma soprattutto accessibili (es. scuola che dispone di tanti libri ma che sono chiusi in un armadio e vengono dati solo pochi minuti un giorno a settimana)  La modalità di presentazione: i lettori possono essere incoraggiati o meno dal modo in cui i diversi testi sono messi in mostra o esposti sugli scaffali.  il miglior modo per imparare a scegliere consapevolmente è farlo autonomamente, affiancati da un lettore consapevole e affidabile, che potrà seguirci e aiutarci in questo nostro percorso di crescita. 2. La “lettura” È qui intesa come processo che comprende un certo numero di attività molto complesse e diversificate.  nb l’apprendista lettore fa progressi anche prima di essere in grado di decifrare le parole scritte nel libro. Egli sta già crescendo nelle sue abilità di lettura quando sceglie un libro, lo prende tra le mani, lo guarda con attenzione (inizia a capire come usarlo, come deve girare le pagine, cosa deve fare con le finestrelle ecc.).  la lettura richiede:  Tempo: alcuni testi possono essere letti molto velocemente, altri richiedono tempo, attenzione e concentrazione (es. opere di letteratura)  i libri per i più piccoli sono concepiti in modo da scoprire il significato della storia in pochi minuti, perché riescono a mantenere l’attenzione per un tempo molto breve.  è importante aiutare i lettori principianti a dedicarsi ai libri per periodi sempre più lunghi: infatti la progressiva capacità di concentrazione dipende da una regolare dedizione a quei libri che ripagano gli sforzi compiuti (cioè: quando provano ripetutamente questa esperienza gratificante, apprenderanno a dedicare tempo e impegno alla lettura, per rinnovare quel piacere).  Un luogo: leggiamo meglio in contesti che facilitano la concentrazione, senza elementi di distrazione. 3. La risposta del lettore Qualsiasi lettura produce in chi legge un qualche tipo di risposta, ci influenza sotto diversi aspetti: reazioni in termini di piacere, noia, emozione, interesse, divertimento, persino godimento. Le reazioni fondamentali da stimolare nei bambini e ragazzi per aiutarli a diventare lettori consapevoli:  Il desiderio di sperimentare di nuovo il piacere che abbiamo provato nel leggere un libro  rileggendo lo stesso libro, altri libri dello stesso autore o genere, o altri testi.  Il desiderio di parlare e condividere con altri la propria esperienza di lettura  la conversazione sui libri può svolgersi in modo: 1) informale: sotto forma di chiacchierata o scambio di idee tra amici; 2) formale: strutturata, come le discussioni in classe o in seminari.  MA per diventare lettori critici e consapevoli: queste conversazioni devono indurci a riflettere in modo attento e profondo su ciò che abbiamo letto (cosa ha significato quel libro? perché è importante per noi?).  ci consente di uscire da una visione della lettura come un semplice passatempo (facilmente sostituibile), secondo la quale leggiamo sempre e solo i libri che ci sono familiari, senza fermarci e pensare. 4. L’educatore alla lettura  L’apprendista lettore imparerà a fare ciò se potrà contare sull’aiuto di un lettore adulto esperto e fidato.  Nel diagramma del Reading Circle l’educatore è al centro e le frecce sono bidirezionali perché: tutti i lettori si aiutano a vicenda; anche gli adulti che educano alla lettura imparano da coloro che aiutano… anche se, alla fine, l’apprendista lettore dipende dall’adulto esperto perché alcuni aspetti di qualsiasi abilità si imparano solo dall’esperienza e possono essere trasmessi solo da chi li ha appresi attraverso l’esperienza. CAPITOLO 1. LA SELEZIONE La scelta del testo  Il punto di partenza di ogni processo di lettura è la selezione.  È un momento molto importante perché: leggere ha sempre una qualche ricaduta/effetto su di noi.  si capisce il dibattito sui libri che si devono considerare degni di studio universitario, o la preoccupazione degli adulti per gli effetti negativi che possono produrre libri di scarso valore sui giovani lettori.  Da qui la responsabilità degli adulti che scelgono le nostre letture.  I libri che bambini e ragazzi devono conoscere nel loro corso di studi dipendono di solito dalla scelta: 1. Dei giovani lettori, con l’approvazione dell’insegnante; 2. Dell’insegnante , che agisce in modo indipendente dagli allievi (noi ci focalizzeremo su questa); 3. Dalla dirigenza scolastica, che impone dall’alto sia ai lettori che agli insegnanti. 1. La scelta dei lettori  La predisposizione mentale dei bambini e ragazzi sarà tanto più positiva quanto più potranno contare sul rispetto delle loro passioni e preferenze di lettura.  Questo significa che l’insegnante deve favorire la scelta autonoma dei giovani lettori.  MA in che misura deve dare spazio alla scelta dei bambini e dei ragazzi? E come si deve comportare quando essi desiderano parlare di un libro considerato inadeguato o insignificante? Alcune linee guida: 1) gli alunni sono consapevoli che sono gli insegnanti a decidere. Dopo aver ascoltato le loro argomentazioni, prendete una decisione e spiegate le ragioni per cui la ritenete migliore per loro; 2) i bambini possono imparare dai loro errori così come imparano sotto la guida dell’insegnante.  i segni possono comunicare significati molteplici e complessi.  in un ordine prestabilito dall’autore (principio importantissimo)  un libro è una forma di comunicazione creata e definita dall’autore del testo. Ci sono due autorità coinvolte in un libro: 1. quella dell’autore: decide cosa scrivere, in che ordine, in che sequenza disporre le pagine.  interferire con quest’ordine, riordinare o cancellare una qualsiasi parola o pagina, è una violazione. 2. quella dell’utente/lettore: può fare ciò che vuole con il libro, nessuno può impedirglielo (usarlo come fermaporta, strappare alcune pagine, saltare delle parti, rileggerlo, perdersi nella storia, rifletterci ecc.)  ma un lettore responsabile onora il patto implicito che gli impone di rispettare l’ordine e la sequenza stabilita dall’autore (rispetto dell’integrità della composizione, indipendentemente dal giudizio sull’opera). Anche gli autori hanno una responsabilità nei confronti dei lettori, che la esplicitano mettendo il meglio di sé nel proprio lavoro: tutta la propria abilità, conoscenza, esperienza, cura, padronanza linguistica. Questo rispetto reciproco e autorità condivisa risiedono nel Libro (non nell’autore / lettore in quanto tali): - è il libro, la sua realizzazione e la sua lettura, che crea la loro autorità di autori e lettori. - è il libro il focus del loro rispetto e della loro attenzione. Il libro e gli altri media Una differenza chiave tra il libro e tutte le altre forme di comunicazione è che:  in quest’ultime, tra l’autore e il pubblico si frappongono numerosi intermediari  es. nel cinema ci sono i produttori, registi, attori, tecnici del suono, costumisti ecc.: ognuno ha una sua visione, anche se prevale quella del produttore o del regista (ogni aspetto nella realizzazione del film è volto a farla emergere).  anche quando un testo è letto ad alta voce accade questo: chi legge interpreta il testo per chi ascolta.  Quando invece leggiamo un libro per noi stessi, siamo noi i depositari ultimi dell’interpretazione e della creazione di senso di un testo.  siamo i nostri stessi produttori, direttori, attori: infatti, leggere un libro è la forma di comunicazione più difficile e impegnativa. I testi digitali Come abbiamo detto: tutti i libri hanno un’integrità che non deve essere violata. Al contrario, i testi in forma elettronica non hanno alcuna integrità:  il computer è un dispositivo progettato per consentire interferenze  qualsiasi testo elettronico può essere facilmente modificato (es. si possono alterare le pagine sullo schermo modificando la dimensione dei caratteri, la lunghezza delle righe).  Il lettore di un testo digitale non ha nemmeno la consapevolezza della lunghezza dell’opera che legge (al contrario, quando prendiamo in mano un romanzo di oltre mille pagine abbiamo un’immediata percezione fisica di quanto la storia sia lunga e di quanto tempo richieda).  differenza per gli eBook: non possono essere alterati né nei contenuti né nella sequenza delle pagine; il loro unico scopo è consentire la lettura di un libro in formato elettronico invece che cartaceo (anche se anche qui non abbiamo alcuna percezione della lunghezza del testo).  Fin quando qualcosa del testo può essere cambiato o eliminato, non si rispetta l’integrità dell’opera. CAPITOLO 2. LA “LETTURA” Il set e il setting L’esito di ogni attività umana è influenzato da 2 condizioni, che ne determinano o meno la piacevolezza: 1. Il set: l’insieme di attitudini mentali e di atteggiamenti personali che influenzano ciò che facciamo: le nostre aspettative/ precedenti esperienze e conoscenze/ stato d’animo/ relazione con gli altri  es. set non favorevole: un picnic si traduce in un disastro se un componente del gruppo è maldisposto. 2. Il setting: l’ambiente fisico e la sua adeguatezza rispetto all’attività proposta  es. setting che incide negativamente: “” se si terrà vicino una discarica maleodorante sotto la pioggia  il set (atteggiamento mentale) sembra avere una maggiore influenza del setting (contesto esterno). La stessa cosa vale per l’attività della lettura:  Se leggiamo volentieri, con una predisposizione d’animo positiva, probabilmente trarremo piacere; se siamo costretti a leggere, senza aspettarci gratificazione, facilmente lo troveremo noioso.  Se ci accomodiamo in un luogo confortevole, ci perderemo per ore tra le pagine di una storia; se siamo infastiditi da distrazioni esterne, rinunceremo rapidamente alla lettura. Quindi, è importante tener presente che:  sia l’atteggiamento dell’insegnante sia dell’alunno esercita un’influenza sul risultato delle loro letture;  ogni dettaglio dell’ambiente di lettura può influire sullo stato d’animo dei potenziali lettori. I luoghi della lettura Gli esseri umani sono animali territoriali: abbiamo bisogno di luoghi predisposti per specifiche funzioni e sembra che la nostra mente si conformi al luogo in cui ci troviamo, non appena riconosciuto il contesto (es. quando entriamo in una chiesa stiamo in assoluto silenzio, anche se non credenti).  anche leggere è un’attività che richiede comportamenti appropriati, innanzitutto: una giusta predisposizione mentale per concentrarci sul libro e lasciarci trasportare dalla storia. I bambini e i ragazzi sono facilitati nell’attività di lettura dall’allestimento dei “luoghi di lettura”:  Spazi appositamente dedicati alla lettura (es. a scuola lo spazio per la lettura è spesso ricavato in un angolo della classe e reso accogliente e confortevole da cuscini, poltrone a sacco, arredi imbottiti ecc.).  Non devono essere progettati solo per l’esposizione di libri; si deve poterci entrare per leggere in tranquillità, senza distrazioni, ma anche per parlare, scrivere, muoversi liberamente tra i libri, curiosare.  Implicano un riconoscimento di valore all’attività di lettura: infatti, non dedichiamo un luogo ad una specifica attività se non la consideriamo estremamente importante (messaggio importante ai bambini). Il tempo per la lettura Essere un lettore significa leggere autonomamente. Ogni lettura richiede tempo. Gli adulti che si prendono cura dei bambini lettori devono assicurarsi che essi abbiamo tempo per leggere da soli. John Werner ha sintetizzato le caratteristiche più importanti del “tempo per la lettura”: 1. Ad ogni allievo deve essere data l’opportunità di leggere, nel rispetto dei suoi tempi e competenze; 2. È fondamentale proporre numerosi libri e di generi diversi (perché l’insegnante non è in grado di valutare quale libro possa soddisfare i bisogni intellettuali ed emotivi dei suoi alunni); 3. Alcuni testi non possono essere proposti per una lettura spontanea, in quanto molti bambini provengono da contesti famigliari e culturali poco stimolanti e attenti alle loro letture. 4. Il ruolo dell’insegnante non deve essere troppo invasivo (infatti, una resistenza nei confronti della lettura può dipendere da una relazione difficile con lui). 5. Se si incoraggia solo la lettura guidata, la classe rispecchierà semplicemente il gusto dell’insegnante, piuttosto che svilupparne uno proprio (non può aggiornarsi su tutte le novità proposte per i ragazzi). 6. I bambini e i ragazzi devono imparare a scegliere da soli. La lettura individuale e autonoma: ininterrotta, prolungata e silenziosa  La situazione ideale è che fino a 16 anni ogni ragazzino abbia a disposizione quotidianamente un tempo di lettura libero e indipendente durante l’orario scolastico.  MA quanto tempo è bene dedicare alla lettura autonoma? Tutto il tempo per il quale il lettore riesce a mantenere l’interesse e la concentrazione, più un altro poco.  Il tempo da dedicare alla lettura è condizionato anche da altre variabili  i bambini molto piccoli hanno un tempo di attenzione più breve, quelli cresciuti in famiglie di lettori o che frequentano classi ben gestite e con una buona dotazione di libri possono leggere più a lungo (il set e il setting è a loro favore).  I bambini devono essere preparati con cura e avviati gradualmente a questa attività (es. le prime volte l’incontro può iniziare leggendo ad alta voce e poi continuando in modo autonomo).  Il tempo dedicato alla lettura è senza interruzioni: l’insegnante non controlla il lavoro degli alunni o fa altro, anzi, anche lui dovrebbe leggere per se stesso insieme a loro. Inoltre, deve essere in grado di sostenere l’impegno di un bambino del momento in cui viene meno.  I bambini molto piccoli spesso parlano in continuazione durante le loro letture; più cresciamo, più tendiamo ad amare la lettura silenziosa (a 8 anni circa capiscono che non devono interrompere gli altri).  Il tempo per la lettura si colloca al primo posto dei presupposti irrinunciabili per consentire ai giovani di diventare lettori (infatti, a cosa servirebbe parlare di libri, se solo pochi in un gruppo leggessero?).  La qualità di una scuola può essere giudicata dalla determinazione con cui ritaglia un tempo x la lettura. La storia delle nostre storie: il diario di lettura Un altro aspetto importante è tenere un diario delle nostre letture, perché:  Dimenticare è parte integrante del leggere, per questo rileggiamo i libri che abbiamo amato di più, scoprendo dettagli che non avevamo colto e che ci consentono una più profonda comprensione.  La storia delle nostre letture è molto di più di una semplice lista di libri; è intrecciata con la storia di come siamo arrivati a pensare in un certo modo, di come siamo diventati quello che siamo… infatti, la lettura influenza la nostra vita emotivamente, intellettualmente, eticamente ecc.  La storia di lettura di ognuno è unica (ogni bambino deve liberamente scegliere ciò che ama all’interno della proposta degli insegnanti e genitori, perché ognuno ha le sue preferenze), ma anche basata su un’esperienza condivisa di alcuni libri, che la comunità considera fondamentali.  in questo modo, in una classe ben organizzata ci saranno alcuni libri che tutti hanno letto, e altri che solo pochi conosceranno.  molti grandi autori hanno registrato le loro letture nel corso del tempo (titolo, autore, data di conclusione, e anche pensieri e riflessioni).  quindi: è importante che i bambini e i ragazzi tengano i loro diari in modo tale che loro stessi, i loro insegnanti e genitori possano avere traccia del loro percorso (è un semplice rituale che può essere insegnato non appena il bambino è in grado di scrivere e leggere). Alcuni consigli pratici:  Quando non sono in grado di scrivere autonomamente, l’insegnante dovrebbe compilare il diario di lettura insieme a loro, ma successivamente devono prendersene cura in modo autonomo.  La compilazione del diario non deve essere trasformata in un compito.  Evitare di usarli come strumenti di valutazione e di esprimere giudizi (es. “quel libro è troppo facile”).  Non devono essere usati per alimentare la competizione tra i bambini (gara a chi ne legge di più).  Se i bambini vedono i loro insegnanti tenere un proprio diario di lettura, sono invogliati a imitarlo. Raccontare storie Ognuno di noi arriva alla letteratura attraverso il racconto di storie ad alta voce (racconto orale)  quando non siamo ancora in grado di parlare, gli adulti ci raccontano filastrocche, racconti, fiabe, favole … parole semplici, suoni che ci abituano alla musicalità della lingua e che ci forniscono immagini con cui pensare, sentire e percepire, e lentamente costruiamo le nostre identità personali.  Il racconto tende alla drammatizzazione emotiva; La lettura a alta voce alla contemplazione meditativa.  Il racconto tende al piacere di un intrattenimento divertente; La lettura ad alta voce al piacere del riconoscimento di sé.  Il racconto tende al gruppo esclusivo, ristretto, ed è calibrato sulle competenze di coloro che siedono insieme per ascoltare la storia; La lettura ad alta voce tende a un gruppo inclusivo, aperto all’esterno, le cui competenze (di linguaggio e di pensiero) sono potenziate dal testo.  Il racconto dà conferme sul piano culturale; La lettura ad alta voce offre aperture a livello intellettuale. Nella pratica 1. Un tempo x ascoltare: il racc esige molto di più dal narratore; la lettura ad alta voce più dall’ascoltatore Lettura ad alta voce: - Richiede meno competenze nell’arte della conversazione tra chi legge e chi ascolta - La comprensione del testo dipende in gran parte dall’abilità del lettore - Il lettore ha un testo scritto da seguire, e l’inserimento di spiegazioni e variazioni possono alterarlo (nel racconto: il narratore può spiegare, ripetere, tagliare e modificare man mano che procede). - Deve essere più lenta del racc, perchè l’ascoltatore ha bisogno di tempo per cogliere il significato del testo 2. Un tempo x guardare: gli apprendisti lettori amano avere tra le mani il libro che viene loro letto, e quando apprezzano una storia desiderano spesso risentirla o rileggerla da soli (quindi avere più copie). 3. Occorre avere un tempo x prepararsi alla lettura ad alta voce: dobbiamo leggere ad alta voce a noi stessi prima di leggere ad altre persone (e non solo silenziosamente, perché la lingua che sentiamo nella nostra testa può rivelarsi molto più complessa nella lettura ad alta voce). Lettura, cervello e Neuroscienze In questi ultimi anni, i neuroscienziati sono riusciti a comprendere importanti aspetti sul funzionamento del nostro cervello nei processi di lettura; tali scoperte ci aiutano a capire quali azioni dobbiamo intraprendere per favorire la crescita di lettori competenti. Vediamone alcune: 1. Noi non siamo biologicamente programmati per essere dei lettori. La lettura e la riscrittura sono invenzioni umane e il nostro cervello ha impiegato migliaia di anni per svilupparsi in questa direzione. Per questo, l’intero cervello di ogni individuo deve ripercorrere l’intero processo di apprendimento. 2. Il cervello umano è simile a un sistema che si auto-organizza: è in grado di insegnare a se stesso e, attraverso le più diverse sollecitazioni, si trasforma in continuazione. 3. La lettura è uno dei processi più complessi che il nostro cervello possa compiere. 4. Quando leggiamo silenziosamente, sono coinvolte almeno 3 parti del nostro cervello: una parte elabora i suoni associati alle parole e alle immagini; un’altra controlla le informazioni visive (lettere, parole, immagini); l’ultima analizza il significato delle parole, delle frasi e dell’intero testo. A quanto pare, nel nostro cervello è presente un archivio che immagazzina tutto ciò che abbiamo già letto e sentito; quando affrontiamo un nuovo testo, il nostro cervello compie una ricerca per trovare qualcosa che coincida con gli elementi che stiamo esaminando (più elementi comuni riusciamo a reperire, più facile sarà la lettura e la comprensione del nuovo testo). Dall’articolo di Sebastian Wren (psicologo cognitivista americano ed esperto dei processi di lettura) dedicato all’attività neurologica durante la lettura possiamo trarre che: 1. La lettura ad alta voce è essenziale per lo sviluppo della capacità di lettura anche quando il lettore è già in grado di leggere autonomamente e silenziosamente. Questo perché la zona del cervello che gestisce i suoni deve poter lavorare in maniera competente tanto quanto le altre due aree, cosa che può fare solo se ha familiarità con il suono di parole, frasi e nuovi testi. 2. Dal momento che ogni lettura si basa su quello che il lettore ha già letto in precedenza, maggiore è la varietà di parole, frasi e testi già in archivio, maggiore sarà la capacità di decodificare un nuovo testo e migliore sarà la sua capacità di lettura. Maryanne Wolf (neuroscienziata americana esperta di dislessia) in uno studio dedicato alla lettura sottolinea l’importanza di 3 elementi (fa riferimento ai primi anni di vita, ma sono fondamentali per tutta la fase di apprendimento del bambino): [inizia dicendo: «per acquisire questa capacità non naturale, i bambini hanno bisogno di ambienti educativi che supportino tutti quei circuiti bisognosi di un’acquisizione che permetta al cervello di leggere»]. 1. L’ascolto di un’ampia gamma di linguaggi e di usi del linguaggio  cita 3 ricerche che mostrano una stretta relazione tra deprivazione linguistica e ambienti depauperati (es. in una è emerso che «all’età di 3 anni, i bambini cresciuti in contesti di povertà usano meno della metà delle parole già impiegate dai loro coetanei più fortunati»). 2. La disponibilità di libri e testi di tipologie diverse  «la semplice mancanza di libri potrebbe avere un effetto devastante sulla conoscenza delle parole e delle cose che in quei primi anni dovrebbe iniziare a formarsi». 3. Occasioni di dialogo nelle quali il bambino venga direttamente e attivamente coinvolto, non solo come ascoltatore passivo (fa l’esempio della quantità di tempo riservata a chiacchierare a tavola). L’incontro con l’autore Gli incontri con gli autori e gli illustratori hanno un grande valore:  Colmano la distanza tra i bambini e i libri (i freddi caratteri a stampa assumono un volto) e motivano i bambini e i ragazzi alla lettura  Per gli autori e gli illustratori, forniscono una legittimazione al loro lavoro e rappresentano l’occasione per rimanere in contatto con i lettori reali. Molte scuole organizzano periodicamente incontri con autori, illustratori o altri ospiti speciali (es. traduttori, editori, librai bibliotecari e narratori professionisti), che aiutano i lettori a scoprire la varietà di competenze necessarie alla realizzazione di un libro. MA occorre affrontare alcuni problemi pratici: 1. La scelta dell’ospite: è importante averlo prima conosciuto di persona, per verificare la sua capacità di relazionarsi con un pubblico di giovani (non è sufficiente che uno scrittore sia famoso). 2. Come avviare i contatti: se non avete il suo recapito diretto, contattatelo attraverso l’ufficio stampa del suo editore, via email, indicando i dettagli (nome scuola, ragione dell’invito, età bambini, compenso…).  i ragazzi dovrebbero essere coinvolti nei preparativi dell’evento (es. attraverso la lettura dei libri dell’autore, l’illustrazione di storie, la drammatizzazione di alcune scene, la messa a punto dell’intervista).  per valorizzare il risultato dell’esperienza, dopo la sua conclusione, è importante procedere a una sua valutazione e discussione, sottolineandone gli aspetti positivi e negativi, in previsione di altri eventi (es. si può fare un resoconto dell’incontro con la raccolta di foto e video). Da lettore a lettore La scelta di un libro da parte dei ragazzi è fortemente condizionata dal passaparola, cioè dal giudizio dei propri amici e coetanei. Questo significa che il tempo che dedichiamo a incoraggiare gli alunni a parlare dei libri che hanno letto li stimola a leggere ancora di più, e che se riusciamo a influenzare le letture del leader di un gruppo, egli trasmetterà il suo entusiasmo ai suoi compagni.  gran parte di questo lavoro può essere fatto in modo informale mentre si dialoga spontaneamente con i lettori, o mentre si lavora individualmente con loro.  il successo di questa pratica dipende molto dalla nostra conoscenza sia dei bambini/ ragazzi, sia dei libri, sia dalla nostra capacità di suggerire, al momento opportuno, il “giusto” libro al “giusto” lettore. Ci sono anche alcune tecniche strutturate per aiutare i bambini/ ragazzi a condividere le loro letture: 1. Hai letto questo libro?: la modalità migliore per valorizzare l’influenza del gruppo del pari sui compagni  si tratta di un momento, all’interno della programmazione settimanale, in cui 3/4 allievi possono presentare un libro ai compagni (scambiarsi informazioni, consigliarne la lettura…).  è importante che si preparino in anticipo, che dispongano di una copia da mostrare alla classe, che curino i dettagli per rendere la presentazione coinvolgente.  il resto del gruppo dovrebbe essere incoraggiato a fare domande, mentre l’insegnante modera la conversazione e sintetizza i punti essenziali emersi dal dibattito.  questa attività può essere anche modificata (es. coinvolgere anche altre classi, fare presentazioni video).  a volte questo accade spontaneamente (es. se un’alunna dice di aver appena finito di leggere un bel libro, l’insegnante dovrà cogliere l’occasione e chiederle di parlarne alla classe). MA in questo caso, i bambini non hanno la possibilità di prepararsi per la presentazione. 2. La bacheca delle nostre letture: l’idea nasce dal piacere che provano i ragazzi a scambiarsi messaggi  si appende in classe/corridoio; ci si può scrivere sopra qualsiasi cosa, con lo scopo di consigliare un libro (titolo e autore vanno indicati in modo chiaro, poi si possono inserire altri messaggi come fotografie, poesie, copertine di libri, illustrazioni di libri, brani tratti da un libro). 3. I materiali informativi  possono essere occasionali (es. manifesti) o periodici (es. giornali scolastici, cartacei o online).  lo scopo è sempre quello di veicolare notizie sui libri che possono indurre i lettori ad avvicinarsi ad essi. 4. Il coinvolgimento dei bambini/ragazzi nella scelta dei libri per la loro classe/biblioteca scolastica  cioè richiede discussioni, confronto di opinioni, valutazione delle qualità/criticità dei diversi testi e una grande quantità di letture.  questa attività investe i bambini della responsabilità della scelta delle letture per i loro compagni. 5. I gruppi di lettura  sono occasioni in cui lettori appassionati si ritrovano tra di loro  nei quali si ha la possibilità di impegnarsi in attività legate alla letteratura che non possono svolgersi normalmente nel contesto scolastico (ovviamente dipendono dall’età/caratteristiche dei bambini coinvolti). (es. raccontare storie, leggere ad alta voce, incontrare ospiti con modalità diverse da quelle del contesto scolastico, guardare film tratti da libri, decidere come realizzare le idee messe in campo ecc.).  possono aiutare i lettori entusiasti ad amare ancora di più i libri, ma dovrebbero anche diventare la base per contagiare l’intera comunità. Il ruolo dell’insegnante  Dalla scuola dell’infanzia all’università, ci sono infinite occasioni per coinvolgere i bambini in attività connesse alla letteratura (dalla sistematizzazione dei libri nell’angolo dedicato alla lettura da parte dei più piccoli, all’allestimento della propria biblioteca da parte degli studenti universitari).  Quando i giovani si trovano a lavorare insieme, il problema consiste non tanto nell’individuare i modi per riuscire a influenzare i loro coetanei, quanto nel trovare le risorse per soddisfare la loro crescente richiesta di libri, alimentata dal loro entusiasmo contagioso.  Le attività organizzate da gruppi di pari esercitano uno straordinario effetto sul percorso di lettura di tutta la scuola esempio di insegnamento indiretto, che assegna all’insegnante il ruolo di catalizzatore, cioè: facilita, mette a disposizione risorse, orienta (=garantisce le condizioni affinchè le cose accadano).  Questo percorso di apprendimento basato sull’aiuto reciproco e guidato da un docente esperto è più efficace di qualsiasi altra forma di insegnamento. CAPITOLO 3. LA RISPOSTA DEL LETTORE “Dimmi”: parliamo di libri -> raggiungono una più profonda comprensione di entrambi i testi attraverso il confronto di similitudini e differenze 3. Entrambi i confronti si basano sulla memoria -> la memoria delle nostre vite e quella di altri testi che abbiamo letto -> l’attivazione della memoria è un processo essenziale nell’esperienza di lettura e influenza in modo significativo la percezione che abbiamo in un testo, tanto che nelle conversazioni informali sui libri spesso il lettore si concentra sui ricordi che la storia risveglia nella sua mente  Nella conversazione spontanea sui libri tutto accade in modo casuale, in quanto essa è guidata da bisogni immediati: l’urgenza di esprimere la propria soddisfazione o insoddisfazione, i propri pensieri, lasciare emergere i sentimenti suscitati dalla storia affrontandoli e analizzandoli I modi della conversazione  Parlare di libri non significa semplicemente comunicare qualcosa a qualcun altro. Si tratta di un’attività complessa e condivisa, nella quale entrano in gioco simultaneamente diverse motivazioni e finalità -> quando l’adulto e il bambino sono impegnati in un’attività condivisa è molto più facile che perseguano gli stessi obiettivi e che interpretino la situazione in modo simile -> entrambi hanno più facilità nel comprendersi ed insieme elaborano un’interpretazione condivisa dell’argomento che è al centro del loro interesse  La conversazione sui libri diventa al contempo un’attività individuale e cooperativa -> ogni partecipante deve ascoltare ciò che gli altri hanno da dire e tenerne conto -> “parlare” è un’attività sia privata sia pubblica, in quanto ogni volta che parliamo diciamo qualcosa ad altre persone ma anche per noi stessi Parlare per sé stessi  La motivazione personale del parlare per sé stessi è determinata dalla necessità di ascoltare, mentre lo pronunciamo ad alta voce, ciò che fino a quel momento abbiamo solo pensato -> non conosciamo quello che pensiamo fino a quando non lo diciamo -> le parole sono parte del processo di pensiero e parlare ad alta voce può aiutarci a comprendere meglio i nostri pensieri  Parlare ad alta voce implica la presenza di qualcuno che ascolti e questa presenza in qualche modo modifica quello che diciamo, ci induce a pensare più in profondità alle nostre parole e a chiarire il significato di quello che stiamo pensando Parlare per gli altri  L’espressione di un pensiero implica che l’ascoltatore debba interpretare ciò che è stato detto -> l’ascoltatore riflette su ciò che ascolta e, attraverso un processo di rispecchiamento, le parole ritornano a chi le ha pronunciate  Una delle principali motivazioni che è alla base di ogni atto di comunicazione risiede nella speranza che l’ascoltatore interpreti quello che abbiamo detto e ci aiuti a comprenderlo meglio -> la condivisione dei nostri pensieri amplifica la nostra capacità di pensiero Parlare con gli altri  La motivazione per avviare una conversazione condivisa risiede nella consapevolezza di voler trovare assieme ad altre persone la soluzione a un problema che consideriamo troppo difficile e complesso per poterlo risolvere autonomamente -> ci avviciniamo alla lettura, alla conoscenza, alla comprensione, all’apprezzamento di un testo complesso -> grazie alla “comunità di lettori” riusciamo a scoprire sul testo molto più di quanto riusciremmo a comprendere da soli Parlare del nuovo  Abbiamo imparato non solo che il parlare assieme ad altri porta a un’interpretazione più complessa, costruita sull’insieme dei segmenti di comprensione che possiamo offrire individualmente, ma anche che il parlare in se stesso spesso genera nuove intuizioni e nuovi pensieri, ai quali difficilmente potremmo accedere  La condivisione delle nostre personali interpretazioni ci consente di accedere a una ricchezza di significati difficilmente raggiungibile attraverso una lettura individuale  Si scopre in prima persona come la lettura ci offra immagini con cui pensare e strumenti per creare e ri- creare il vero significato delle nostre vite individuali e sociali  La letteratura è veicolo di libertà e di chiarezza, strumento dell’immaginazione e della ragione  Ribadiamo inoltre la centralità della conversazione nell’attività di “critica letteraria” Le capacità critiche dei giovani lettori  Inizialmente il pensiero era che la “critica letteraria” era legata a concetti astratti, a un arido intellettualismo, a un’analisi minuziosa che produceva l’effetto di allontanare definitivamente i bambini e i ragazzi dalla letteratura  Invece i bambini possiedono un innato senso critico: fanno domande istintivamente, raccontano, mettono a confronto, giudicano, formulano le loro opinioni, esprimono i loro sentimenti in modo semplice e sono interessati ai pensieri dei loro amici -> mostrano un’innata capacità critica fin dai 6 anni, quando iniziano la scuola  L’errore iniziale, ossia pensare che i bambini non hanno critica letteraria, nasce quindi da una percezione distorta del concetto di critica letteraria, assimilato attraverso esperienze negative vissute durante il percorso di formazione  Ciò che tutti sappiamo è che la critica: -> ha a che fare con la “costruzione del significato” di un testo, con la sua ricerca e la sua discussione -> ha come parte integrante l’interpretazione di un testo e l’interazione tra il testo e il lettore -> nasce dalla personale esperienza del testo da parte di un lettore  Che cosa fanno i critici letterari e qual è la loro funzione secondo Auden: - avvicinarmi a opere o scrittori a me ignoti fino a quel momento - convincermi che ho sottovalutato un autore o un’opera perché non li ho letti con la dovuta attenzione - mostrarmi le relazioni esistenti tra opere di epoche e culture diverse, che mai potrei cogliere da solo - darmi di un’opera una “lettura” che ne accresca la mia comprensione - illuminare il processo della creazione artistica - illuminare i rapporti tra arte e vita, arte e scienza, arte ed economia, etica, religione ecc. I bambini come critici  Spesso i bambini si esprimono con battute rapide che l’adulto, distratto, non sempre coglie  Nel corso della sperimentazione dell’approccio “Dimmi” si è scoperto che nulla di quello che i lettori dicono durante la conversazione sui libri che hanno letto può essere sottovalutato, tanto meno le battute, che spesso ci portano al cuore del problema in modo rapido e sorprendente  Ognuno di noi dispone di una innata facoltà critica ed è compito degli educatori insegnare ai bambini e ai ragazzi a esercitare tale facoltà con la giusta attenzione e consapevolezza  I bambini sono in grado di esercitare il senso critico: essi conoscono molto del mondo in cui vivono e l’insegnante deve scoprire come convogliare questa conoscenza nella discussione, per ampliarla o modificarla con il suo aiuto  I bambini e i ragazzi di qualsiasi età, così come gli adulti, fanno letture molto diverse di uno stesso testo, sottolineando aspetti differenti  Spesso sottovalutiamo le capacità di lettura e le abilità critiche dei bambini, perché troppo condizionati dagli stadi di sviluppo cognitivo e pensando che essi non sappiano distinguere la “finzione” letteraria dalla realtà  In qualsiasi gruppo, indipendentemente dal livello di competenza dei singoli, possiamo constatare che i giovani, condividendo opinioni e riflessioni, riescono ad arrivare a una comprensione più profonda del testo -> bisogna trovare un equilibrio tra il rispetto dei diritti dei singoli in quanto lettori e la lettura condivisa all’interno di un gruppo, che è sempre più complessa e profonda di qualsiasi lettura individuale -> questo equilibrio, nella conversazione sui libri, tra l’individuo e il gruppo, mi sembra la perfetta metafora di una vera società egualitaria e democratica, sia che si applichi all’azione dei bambini che a quella degli adulti “Degno di essere detto”  Se vogliamo aiutare i bambini a parlare delle loro letture è essenziale stabilire che ogni cosa è “degna di essere detta” -> al contrario se i bambini sanno che le loro risposte potranno essere giudicate come sbagliate, irrilevanti, infantili o sciocche terranno per sé i propri pensieri o cercheranno di formulare quel tipo di risposta che si si aspetta da loro, soffocando così il loro aspetto critico  Il lettore, quindi, deve avere l’assoluta convinzione che chi lo ascolta desideri realmente una risposta onesta e che qualsiasi cosa egli dica possa essere rispettata e considerata “degna di attenzione”  Il processo della ri-creazione non è lineare e ininterrotto, ma è dinamico ed è guidato da due principali componenti strutturali del testo: un repertorio di modelli letterari familiari e di temi letterari ricorrenti e tecniche o strategie adottate per contrapporre il familiare a ciò che ci è estraneo  Gli insegnanti -> hanno bisogno di un repertorio di domande per aiutare i bambini a parlare in modo chiaro delle loro letture I bambini lettori -> devono sentirsi tranquilli e fiduciosi quando raccontano la storia della loro lettura, devono essere certi che saranno ascoltati e rispettati senza essere giudicati Perché “dimmi”?  Nella realtà è più facile scoraggiare i giovani a parlare che indurli a dire quello che pensano  La domanda ‘perché?’ spesso spaventa in quanto: - suona aggressiva, minacciosa, polemica e indagatoria - è troppo ampia per poter ottenere una risposta immediata ed esaustiva - non fornisce alcun aiuto per parlare di un libro in quanto non avvia una conversazione  Per questi motivi l’espressione “Dimmi” è più adeguata, perché: - sollecita un desiderio di collaborazione - comunica la reale volontà dell’insegnante di conoscere ciò che pensa il lettore - rinvia ad un dialogo informale piuttosto che a un’interrogazione “Cosa significa?”  Anche chiedere il dignificato di un testo finisce per scoraggiare i lettori -> essi non arrivano alla comprensione del significato di un testo in modo diretto e improvviso, ma attraverso progressive scoperte, negoziazioni e interpretazioni -> attraverso la comunicazione e la condivisione possono raggiungere una comprensione più profonda del testo nel suo insieme Affermare l’ovvio  Chi lo dice che affermare l’ovvio sia inutile o superfluo? -> possiamo affermare solo ciò che, per ognuno di noi, è inequivocabile  Spesso succede che i giovani lettori si soffermino su caratteristiche significative di una storia che l’adulto non ha colto -> in questo caso sono loro che insegnano all’adulto  Talvolta invece il gruppo ha bisogno di aiuto e l’insegnante dovrà essere in grado di porre domande specifiche capaci di guidare la conversazione alla scoperta di quelle caratteristiche che non sono ancora emerse dalla discussione del testo  Esempi di domande specifiche: • Secondo voi in quanto tempo si svolge la storia? • Di quali personaggi ci racconta la storia questo libro? -> prendere in considerazione non solo il protagonista, riflettere sulle relazioni sociali della storia • Quale personaggio vi ha interessato di più? -> mette in luce il viaggio personale di ogni lettore attraverso la lettura • Dove si svolge la storia? -> sottolinea l’importanza dell’ambientazione che può assumere un significato simbolico o metaforico  A differenza delle domande di base e generali, che funzionano per qualsiasi storia, quelle specifiche non si adattano a tutte le tipologie di testo -> è importante preparare e porre domande specifiche che sono rilevanti per il testo di cui si parla Lo schema delle domande  “Dimmi” non è un approccio rigido, quindi non prevede che a tutti i lettori si sottoponga una stessa lista di domande a cui rispondere in un ordine preciso -> qua presentiamo una guida per facilitare il lavoro dell’adulto 1. LE DOMANDE DI BASE • Che cosa vi è piaciuto di questo libro? • Che cosa non vi è piaciuto? • C’è qualcosa in questo libro che non avete capito o che vi è sembrato strano o insolito? • Avete notato dei collegamenti o dei motivi ricorrenti? 2. LE DOMANDE GENERALI • Quando avete visto il libro, prima ancora di leggerlo, che tipo di storia vi aspettavate? • Avete letto altri libri simili a questo? • Avevate già letto questo libro? Se sì, vi è sembrato diverso quando lo avete riletto? • Se l’autore vi chiedesse come potrebbe migliorare la sua storia, che cosa gli suggerireste? • Avete trovato in questa storia qualcosa che è successo anche a voi? • Mentre stavate leggendo, siete riusciti a “vedere” la storia nella vostra mente, a immaginarvela? • Come l’avete letto? Velocemente o lentamente? Tutto d’un fiato o poco alla volta? • È un libro che consigliereste ai vostri amici? Che cosa direste loro di questa storia? • Ripensando al libro, dopo tutto quello che abbiamo detto, qual è la cosa più importante per voi? • Sapete qualcosa su questo scrittore o su come è nata questa storia? Vi piacerebbe saperne di più? 3. LE DOMANDE SPECIFICHE • In quanto tempo si svolge la storia? Dove si svolge la storia? • Ci sono parti della storia che si svolgono su tempi lunghi ma che sono raccontate velocemente? • Ci sono parti della storia che si svolgono su tempi veloci ma che sono raccontate lentamente? • Quale personaggio vi ha interessato di più? • Ci sono personaggi non citati, senza i quali tuttavia la storia non avrebbe mai potuto svilupparsi? • Chi è la voce narrante della storia? La conosciamo? E come facciamo a conoscerla? • La storia è narrata in prima o in terza persona? Da un personaggio della storia o da qualcun altro? • Immaginate di essere degli spettori. Come vedete la storia? Attraverso gli occhi di un unico personaggio o attraverso gli occhi di personaggi diversi? • Secondo voi riusciamo sempre a sapere quello che stanno realmente pensando i personaggi? La lettura in azione I lettori presentano i loro libri  Dividere la classe in piccoli gruppi da 3 a 5 bambini, ogni gruppo leggerà un libro diverso e risponderà alle domande, mentre l’insegnante girerà tra i gruppi per monitorare il lavoro e fornire aiuto  Ogni gruppo dovrà decidere l’ordine in cui presentare le proprie riflessioni alla classe che poi lavorerà tutta insieme creando una comunicazione cooperativa e condivisa  Il valore educativo di questa attività è che: il libro deve essere letto con sufficiente attenzione per poterne parlare, i giovani devono attivare una conversazione comune Il ruolo dei non lettori  Per valorizzare la loro presenza si può chiedere loro di porre domande e di chiedere chiarimenti  Dovranno inoltre sintetizzare quello che è stato detto e questo indurrà gli altri componenti del gruppo a riflettere sul loro intervento per esprimersi con maggiore cura e proprietà -> saranno quindi dei valutatori della coerenza e della chiarezza della conversazione CAPITOLO 4. L’EDUCATORE ALLA LETTURA I lettori nascono da altri lettori  Fino ad ora abbiamo parlato di come gli adulti possano aiutare i giovani a diventare lettori, ora ci soffermeremo sulla formazione specifica degli educatori  I lettori nascono da altri lettori -> molto dipende da quanto e da cosa noi stessi leggiamo -> inevitabilmente e inconsapevolmente tendiamo a trasformare gli altri nel tipo di lettori che noi siamo  Se vogliamo crescere lettori appassionati e competenti è quindi fondamentale il lavoro che facciamo su noi stessi in quanto educatori Conosci te stesso come lettore  Riflettiamo sulle nostre letture e sul loro significato, ma anche sulle persone che ci hanno circondato nel momento in cui ci siamo avvicinati alla lettura -> senza l’aiuto e la guida di lettori adulti consapevoli del valore della lettura è del tutto impossibile che si possa diventare lettori di letteratura La formazione degli educatori e degli insegnanti  Gli educatori e insegnanti sono quei professionisti che si prendono cura dei giovani e che hanno la responsabilità di aiutarli a diventare lettori  Per aiutare i giovani a diventare lettori dobbiamo aggiornarci costantemente, cercando di conoscere anche quegli autori che non abbiamo mai affrontato e quei libri che non ci sono familiari o nei confronti dei quali nutriamo dei pregiudizi  Tuttavia non abbiamo tanto tempo a disposizione per dedicarci alla lettura, ma ecco dei suggerimenti: 1. Aggiornarsi -> il punto di partenza è una selezione che deve essere consapevole e costantemente in linea con il tempo in cui viviamo, in modo da presentarla ai giovani che si sentiranno coinvolti 2. Aiutarsi reciprocamente -> è fondamentale il confronto tra professionisti del settore per acquisire sempre più competenze -> fare confronti periodici, gruppi di lettura e formazione in servizio 3. Aiutare noi stessi -> avere un diario delle letture, darsi una “regola” su quanti libri per giovani leggere regolarmente  Che cosa fanno gli adulti che educano alla lettura? - si preoccupano di tutti gli aspetti che hanno a che fare con la lettura - mettono a disposizione i libri e il tempo per leggerli e predispongono un ambiente invitante - stimolano il desiderio di diventare lettori consapevoli - mostrano, attraverso la lettura ad alta voce e il loro comportamento, quello che fa un “buon lettore” - rispondono e aiutano a rispondere, in modo individuale e personale, alla comunità di lettori  Nella Postfazione a “La mente a più dimensioni”, Jerome Bruner scrive: “la funzione della letteratura come arte è quella di aprirci ai dilemmi, alle ipotesi, alla vasta gamma di mondi possibili a cui un testo può fare riferimento. Per rendere l'idea di un mondo meno fisso, meno banale e più suscettibile di “ri-creazione”, ho usato l'espressione “mettere al congiuntivo”. La letteratura “mette al congiuntivo”, rende strano, fa sì che l’ovvio sia meno ovvio, l'inconoscibile meno inconoscibile e i problemi di valore più accessibili alla ragione e all'intuizione. in questa luce, la letteratura è veicolo di libertà e di chiarezza, strumento dell’immaginazione e, anche, della ragione. È la nostra unica speranza nella notte lunga e buia in cui ci muoviamo.”  attraverso la creazione di un contesto favorevole alla lettura, possiamo aiutare i bambini e i ragazzi a scoprire nella letteratura la fonte della nostra libertà e della nostra immaginazione
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