Scarica Il Mago di Ascalona, Tasso e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! 37
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Ei, presili per man, ne le più interne
profondità sotto del rio' lor mena.
Debile e incerta luce ivi si scerne,
qual tra boschi di Cinzia ancor non piena*;
ma pur gravide d’acqua ampie caverne
veggiono, onde tra noi sorge ogni vena
la qual rampilli in fonte, o in fiume vago
discorra, o stagni o si dilati in lago*.
E veder ponno onde il Po nasca ed onde
Idaspe, Gange, Eufrate, Istro derivi,
ond’esca pria la Tana, e non asconde
gli occulti suoi princìpi il Nilo quivi‘.
Trovano un rio più sotto, il qual diffonde
vivaci zolfi e vaghi argenti e vivi;
questi il sol poi raffina, e ‘1 licor molle
stringe in candide masse e in auree zolle”.
E miran d’ogni intorno il ricco fiume
di care pietre il margine dipinto;
onde, come a più fiaccole s’allume,
splende quel loco, e ‘1 fosco orror n'è vinto".
Quivi scintilla con ceruleo lume
il celeste zafiro ed il giacinto;
vi fiammeggia il carbonchio, e luce il saldo
diamante, e lieto ride il bel smeraldo”.
Stupidi i guerrier vanno e ne le nove
cose sì tutto il lor pensier s'impiega
1. sotto ... rio: il mago ha imposto alle ac-
que del fiume (rio), sulle cui rive ha incontra-
to i due crociati, di dividersi. Nel letto del
fiume è l'ingresso del suo regno sotterraneo.
2. Debile ... piena: /i si discerne una luce de-
bole e incerta, come la luce della luna non an-
cora piena tra i boschi. Diana, la dea della lu-
na, era nata nell'isola di Delo, dominata dal
monte Cinto: di qui l'appellativo di Cinzia.
3.ma pur ... lago: nonostante la luce debole
(ma pur) vedono ampie caverne piene d'ac-
qua, da cui (onde) sorge tra noi sulla terra ogni
vena d'acqua che zampilli in una fonte, o scor-
ra in un fiume tortuoso (vago), o ristagni o si
allarghi in un lago. Tasso riprende dalle Geor-
giche di Virgilio (IV, v. 363) l'idea che tutti i
fiumi derivino da un ampio serbatoio d'ac-
qua centrale situato nelle viscere della terra.
4.E veder ... quivi: e possono vedere da do-
ve nasca il Po e da dove derivino il Gelam (lda-
spe, affluente dell'Indo), il Gange, l'Eufrate, il
Danubio (Istro), da dove scaturisca prima il
Don (Tana); e qui non nasconde le sue ignote
origini il Nilo (le fonti del Nilo erano allora
sconosciute).
5. Trovano ... zolle: più sotto trovano un fiu-
me, che spande zolfo liquido (vivaci zolfi) e
lucido mercurio (vaghi argenti e vivi); i/ sole
poi li raffina, e solidifica il liquido (licor molle)
in blocchi d'argento (candide masse) e in pe-
pite d'oro (auree zolle). Tasso segue l'opinio-
ne degli alchimisti, i quali ritenevano che
l'oro e l'argento di formassero dallo zolfo li-
quido e dal mercurio, a seconda delle quan-
tità che entrano nella mescolanza.
6. E miran ... vinto: e guardano tutto intor-
no il ricco fiume con le rive intarsiate di pietre
preziose dai vari colori; per cui quel luogo
splende comese si illuminasse per più fiaccole,
eil buio pieno di orrore neè vinto. Il margine è
complemento di relazione.
7.Quivi ... smeraldo: qui scintillano con lu-
ce cerulea l'azzurro zaffiro e il giacinto; fiam-
meggia rosso il rubino, splende il duro dia-
mante, e sfavilla il bello smeraldo con la sua
luce viva (ride).
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... motto: i guerrieri procedono
stupiti, e il loro pensiero si concentra tutto nelle
che non fanno alcun motto?. Al fin pur move
la voce Ubaldo e la sua scorta? prega:
— Deh, padre, dinne'° ove noi siamo ed ove
ci guidi, e tua condizion ne spiega,
ch'io non so se ‘1 ver miri 0 sogno od ombra",
così alto stupore il cor m'ingombra. -
Risponde: - Sète" voi nel grembo immenso
de la terra, che tutto in sé produce;
né già potreste penetrar nel denso
de le viscere sue senza me duce".
Vi scòrgo"* al mio palagio, il qual accenso'
tosto vedrete di mirabil luce.
Nacqui io pagan, ma poi ne le sant'acque
rigenerarmi a Dio per grazia piacque'“.
Né in virtù fatte son d’angioli stigi
l’opere mie meravigliose e conte
(tolga Dio ch’usi note o suffumigi
per isforzar Cocito e Flegetonte),
ma spiando me ‘n vo’ da' lor vestigi
qual in sé virtii celi o l'erba o ’1 fonte,
e gli altri arcani di natura ignoti
contemplo, e de le stelle i vari moti”.
Però che non ognor lunge dal cielo
tra sotterranei chiostri è la mia stanza,
ma su ‘1 Libano spesso e su ‘1 Carmelo
in aerea magion fo dimoranza;
ivi spiegansi a me senza alcun velo
Venere e Marte in ogni lor sembianza,
e veggio come ogn’altra o presto o tardi
roti, o benigna o minaccievol guardi".
E sotto i piè mi veggio or folte or rade
le nubi, or negre ed or pinte da Iri;
e generar le pioggie e le rugiade
risguardo, e come il vento obliquo spiri,
come in giù rispinto ei si raggiri;
15. accenso: acceso, illuminato.
16. Nacqui
. piacque: io nacqui pagano,
cose mai viste (nove), così che non pronuncia-
no alcuna parola.
9. scorta: guida, il mago.
10. dinne: dicci. Anche sotto al verso 6 ne
significa ci.
11. ch'io non so ... ombra: perché non so se
vedo la realtà o un sogno o una parvenza in-
gannevole.
12. Sète: siete.
13. senza ... duce: senza la mia guida; cioè
non si possono intendere i segreti della na-
tura senza la guida della scienza.
14. scòrgo: scorto, guido.
ma poi a Dio piacque per grazia sua farmi ri-
nascere nelle sante acque battesimali.
17.Né ... moti: /e mie opere meravigliose e
sapienti (conte) non sono fatte grazie al potere
didiavoli (Dio non voglia che io usi formulema-
giche o fumi per costringere le forze dell'inferno
[Cocito e Flegetonte] ad aiutarmi), ma vado
ricercando quali proprietà celino in sé l'erba o
l'acqua inbase ai loro effetti, e studio gli altri mi-
sterinon ancora svelati della natura, eivarimo-
ti delle stelle. | diavoli sono detti angioli stigi
perché originariamente, prima della loro ri-
bellione a Dio, erano angeli. Lo Stige è uno
dei fiumi infernali, nella mitologia classica, ri-
presa da Dante nella Commedia, come pure
Cocito e Flegetonte. Suffumigi: per evocare
le potenze infernali si ricorreva a rituali basati
su formule magiche e fumi di incenso o di
bitume. Il mago di Ascalona usa mezzi natu-
rali, ricavati dall'osservazione della natura,
non arti magiche e diaboliche, come il mago
pagano Ismeno, che ha gettato il malefico
incantesimo sulla selva.
118. Però che ... guardi: perché la mia dimora
(stanza) non è sempre lontano dal cielo in
grotte (chiostri) sotterranee, ma spesso abito
unélevata casa sul Libano e sul Carmelo; colà
si mostrano a me senza alcun velo di nube i
pianeti Venere e Marte in ogni loro aspetto, e
vedo come ogni altro astro ruoti rapidamente
o lentamente, e agisca sulla terra con influssi
benefici o malefici. Il Libano è una catena
montuosa, che oggi dà il nome a quel Paese;
il Carmelo è un monte della Palestina. Sugli
alti monti, al di sopra della coltre delle nubi, il
mago può osservare gli astri e i loro moti, che
secondo le credenze astrologiche del tempo
esercitano un influsso sulle vicende terrene.
Ogn'altra ha sottinteso sembianza, quindi
alla lettera ogni altro aspetto [degli astri).