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il medioevo letterario francese, Sintesi del corso di Letteratura Francese

analisi del cinquecento francese, lirica medievale, poesia, romanzi con attenzione agli autori di questo periodo

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

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Scarica il medioevo letterario francese e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! MEDIOEVO IN LITTERATURA (da pag.12 a 43) Il medioevo letterario mostra sul piano storico, linguistico e critico, dei tratti specifici. Gli stirici fanno iniziare il medioevo con la caduta dell’impero romano d’occidente nel 476, le opere letterarie in francese antico arrivate fino a noi però risalgono solo all’XI secolo. L’esistenza di una lingua popolare romanza è attestata a partire dai “serments de Strasbourg” nell’ 842. Tradizionalmente il medioevo arriva fino alle Guerre d’Italia che, alla fine le XV secolo, portano i francesi in contatto con la civiltà italiana e con i depositari della cultura ellenica. Ma la critica recente ha proposto di far finire il medioevo letterario francese nel 1480, altri nel 1455 (anno della stampa della bibbia di Gutenberg) o nel 1430. Altro tratto importante della letteratura medievale è legato alla sua origine: la sua natura orale. Le opere erano destinate alla lettura, alla recitazione pubblica e al canto (delle opere scritte che noi abbiamo conservate, sappiamo che avevano come scopo quello della memorizzazione). I jongleur, menestrelli, ebbero un ruolo molto importante nella diffusione della letteratura: raccontavano le stesse storie ma ad un pubblico differente riuscendo ad adattarle in funzione del pubblico presente. Le opere all’epoca non erano quindi fisse. Del carattere orale della letteratura e della necessità di memorizzazione deriva anche che le prime opere in francese erano tutte in versi a cui era sempre associata della music, una melodia semplice, o semplicemente (come nel caso delle epopee) una scansione del ritmo. Gli autori restano per lo più anonimi e dunque più si va indietro nel tempo più difficile è l’attribuzione delle opere. Quanto alle opere conosciute, inoltre, a volte è la datazione il problema fondamentale in quanto è difficile anche associare il concetto di “genere letterario” come lo intendiamo noi. Gli autori medievali sono molto legati alla questione del genere in quanto vi è spesso la presenza, nei titoli, di una indicazione formale: Chanson de Roland, Cantilène de sainte Eulalie, Jeu de saint Nicolas, Roman de la Rose. Anche se le indicazione non corrispondono a quelle che intendiamo noi adesso, per esempio “roman” non è romanzo, ma un’opera scritta in lingua “romane”, romanza. In origine, la letteratura medievale appartiene interamente alla categoria della poesia. Nel XII secolo , che vede lo sviluppo della chanson de geste, il dramma liturgico e la poesia dei trovieri, non ci sono opere in prosa. Inoltre queste opere possono appartenere anche alla categoria teatrale e questo spiega la presenza della parola “jeu” nelle opere medievali. La lingua – francese antico all’inizio e poi francese medio nel Z^XIV e XV secolo, rappresenta una difficoltà supplementare per i lettori contemporanei. Nel XII secolo, la lingua provenzale, la langue d’oc, era relativamente omogenea contrariamente a coloro che parlavano la langue d’oeil (nord della Loira). LA LETTERATURA IN FRANCESE ANTICO (XI – XIII SECOLO) 1. LE AGIOGRAFIE I primi testi letterari in francese antico sono le agiografie, racconti sulla vita dei santi. Niente di sorprendente: l’attività di scrittura era all’epoca effettuata esclusivamente da uomini di chiesa. Queste agiografie dipendono da fonti e modelli latini. La più antica è la Cantilène (o Séquence) de Sainte Eulalie, 880 circa. La cantilena è molto corta, 29 versi, ed è accompagnata da un elogio della santa in latino: i testi erano destinati ad essere cantati e a entrare nella celebrazione liturgica a seguito dell’alleluia (da qui il nome “sequenza”). Si conservano altri esempi di agiografie che sono posteriori ma ugualmente molto corte. Le agiografie in francese rispondono senza dubbio a un problema pastorale e suggerisce che la conoscenza del latino era sempre meno condivisa tra i fedeli. 2. LA POESIA EPICA: LA CHANSON DE GESTE Il termine “Epica” evoca delle opere caratterizzate da uno stile sostenuto ( chiamato anche eroico) che narra di prodezze e di guerre facendo intervenire forza irrazionali (il destino) o sovrumane ( Dio, gli angeli) proponendo una visione del mondo dove degli eroi eccezionali decidono della sorte dei gruppi che rappresentano. Chiamiamo queste opere epopee o chansons de geste ( dal latino “gesta” che significa azioni eroiche). Le prime versioni scritte delle epopee in francese antico risalgono alla fine del XI secolo. Questo genere ha dei legami con la vita dei santi: esiste una stretta parentela tra l’eroismo cavalleresco e la santità. Le chansons de geste erano salmodiate da un jongleur, i testi erano molto lunghi divisi in lasse (strofe di lunghezza variabile) in versi decasillabi che non rimano ma sono legati da assonanze (ripetizione del’ultima vocale accentata). Esse riflettono la struttura feudale della società medievale. Si conservano i testi di un centinaio di chanson de geste che hanno la particolarità di svolgersi tutte durante l’epoca carolingia, sotto il regno di Carlo Magno o di suo figlio Louis le Pieux. Le chansons de geste francesi di dividono in tre cicli: Geste du Roi (centrati su Carlo Magno); Geste de Garin de Monglane (ciclo di Guillaume d’Orange); Geste de Doon d Maxenc (ciclo dei vassalli o dei baroni ribelli) . La Chanson de Roland ha una lungheza variabile a seconda delle versioni e risale agli ultimi anni del XI secolo: l’armata di C.Magno rientra dalla Spagna conquistata per intero tranne Saragozza dove c’è una rivolta. A Roncisvalle, nei Pirenei, viene tesa una trappola alla retroguardia dell’armata guidata da Roland e da Olivier e i francesi sono massacrati. L’opera parla di questa battaglia. L’autore è anonimo anche se un certo Turold è evocato negli ultimi versi dell’opera (conservata a Oxford).  lo stile dell’opera è fatto da ripetizioni, riprese, refrains. Il ruolo dell’amore è molto marginale. La chanson de geste comincia a scomparire dalla seconda metà del XII secolo in Francia, quando invece è ancora fervente in altri paesi come l’Italia con Ariosto e il suo Orlando Furioso. 3. IL ROMANZO Contrariamente alla nostra concezione moderna, il romanzo era in versi ed è apparso alla fine del XII secolo. Lo scrittore emblematico di questo periodo è Chrétien de Troyes che ha tradotto le opere di Ovidio ed è autore anche di un romanzo anche se si tratta, come suggerisce il nome, di una traduzione di un’opera dal latino in lingua romanza. Le influenze su questo genere sono diverse: influenza antica (tre romanzi in particolare: Roman de Thèbes che parla di Edipo; Roman d’Enéas (adattamento dell’Eneide); Roman de Troie (adattamento dell’Iliade); influenza lirica cortese in lingua d’oc; influenza della matière de Bretagne che riguarda le gesta di Artù. Chrétien de Troyes è il creatore del romanzo arturiano. Ogni romanzo narra le avventure di un giovane cavaliere alla ricerca della maturità (romanzo di formazione, d’apprentissage) che vaga e affronta diverse prove. CI sono anche episodi soprannaturali che accrescono la qualità poetica dell’opera. E’ autore di 5 romanzi in versi ottosillabi ma anche di una versione di Tristano e Isotta.  si tratta anche di una storia bretone, romanzo scritto in francese antico e narra di un amore impossibile. Tra il 1171 e il 1181 scrive Yvain ou le Chevalier au Lion e Lancelot ou le chevalier de la Charrette. Tra il 1182 e 1192 scrive il « conte du Graal ou le roman de Perceval » , opera incompiuta a causa delle morte dell’autore. Perceval va alla ricerca, senza successo, del Santo Graal. All’inizio del XIII secolo il Graal si trova al centro di un importante tradizione letteraria che diventa il pretesto per un ciclo di romanzi in prosa. del verso e la musica degli strumenti musicali. Egli definì la poesia come una “musica” che poteva esistere anche senza gli strumenti musicali. Questo “divorzio” sarà comunque effettivo a partire dal XIX secolo. LA TRADIZIONE CORTESE L’eredità della tradizione cortese è ancora viva nel XV secolo come è dimostrato dall’opera di Christine de Pizan, nata a Venezia, scrive « Epitre au Dieu d’Amour » nel 1400 e denuncia l’ipocrisia del jeu cortese e di come il fin’amor veniva usato per prendersi gioco delle donne e critica anche il Roman de la Rose. Charles d’Orleans, durante il periodo di prigionia in Inghilterra, ha composto diverse poesie nella tradizione cortese e allegorica e si stima che abbia portato alla perfezione l’arte della ballata e del rondeau. I “GRANDS RHETORIQUES” Nel XV secolo questi autori non erano solo poeti, ma segretari e storici dei loro signori e spesso erano autori di opere il cui contenuto ero imposto dai signori. Ritroviamo Jean Lemaire de Belges che sarà al servizio di Anna di Bretagna e poi per la corte francese ha scritto all’inizio del XVI secolo il Traité des Illustration de Gaule et Singularité de Troie in cui si manifesta lo spirito del Rinascimento. FRANCOIS VILLON La sua vita ha numerose zone d’ombra e il suo protettore, Guillaume de Villon, gli ha permesso di studiare. Tuttavia, dopo aver ucciso un uomo, scappa da Parigi. Viene poi anche coinvolto in una rissa e condannato all’impiccagione, ma prima di scontare la sua pena, sparisce per 10 anni. Villon è autore di “dits” e “lais” ma anche di un’opera molto importante di circa 2000 versi, il “Testament” che contiene la Ballade des dames du temps jadis. L’opera contiene delle allusioni alla società e alle personalità del tempo e usa l’argot, il dialetto, e per la prima volta l’opera letteraria parla degli esclusi e degli emarginati senza ricorrere all’allegoria, tratti che ritroviamo nella Ballade des Pendus, successiva al Testament. 2. IL TEATRO Nel corso del XVI secolo, il genere dei “Miracoli” è molto praticato in Francia. Un autore del genere è Marcadé le cui opere sono conservate nella biblioteca di Arras come la “Passion” Il teatro laico a soggetto comico , la farsa, è comparso nel XIII secolo: un’opera corta di circa 500 versi che mette in scena da due a sei personaggi e spesso accompagnata da canzoni. Gli autori delle farse fanno ricorso alla satira del clero e delle donne (di cui denunciano la slealtà e l’ipocrisia), gli intrighi sono semplici e si tratta sempre di tradimenti i cui personaggi si lanciano in buffonerie verbali. Nel XV secolo compare il genere chiamato “moralités” , un genre didattico con soggetto religioso, morale o politico che mette in scena delle entità allegoriche mostrando la lotta tra il bene e il male. Le “sotties” sono delle opere corte che rappresentano il popolo dei Sots, sciocchi, e tutto si basa sull’idea che gli sciocchi siano i veri saggi, fanno dei discorsi paradossali e senza senso che pretendono di contenere verità. Il genere denuncia le false virtù di giudici, potenti e clero. Sempre nel XV secolo i “monologhi drammatici” ricordano i “dits”. 3. LA PROSA Nel XV secolo, la novella, genere corto, sembra avere più successo del romanzo e si impone nel 1460 con la raccolta delle “Cents Nouvelles Nouvelles” . La novella si differenzia dal racconto perché, pur essendo racconti brevi, narra di fatti che non possono essere verificati. Grazie ai fabliaux, la novella diventa divertente. Per quello che concerne l’exemplum, esso era destinato a fornire ai preti un aneddoto a carattere didattico per commuovere gli astanti e dare una morale durante i loro sermoni. Le Cents Nouvelles Nouvelles, la cui attribuzione è difficile, rimandano al Decamerone e ne prendono in prestito la formula del romanzo cornice e viene sottolineata la veridicità degli avvenimenti. Esse ruotano attorno a degli episodi amorosi, trattati come nei fabliaux in maniera caricaturale. Successivamente, tra il 1514 e 1515, un certo Philippe de Vigneulles scrive un’altra raccolta di Cents Nouvelles Nouvelles. LA SCRITTURA DELLA STORIA Nel XIV secolo, l’opera fondamentale è rappresentata dalle Chroniques di Froissarts parlano della Guerra dei Cent’anni; successivamente sarà Philippe de Commynes, alla fine del XV secolo, a creare il capolavoro della letteratura storiografica medievale: gli 8 libri della Mémoires sono terminati nel 1498. L’autore lavorerà poi al servizio di Charles in temerario e poi di Louis XI. Commynes non si limiterà solamente a evocare gli avvenimenti, ma cerca e si interroga sulle cause.
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