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IL MIO CREDO PEDAGOGICO JOHN DEWEY, Appunti di Storia della scuola e istituzioni educative

riassunto dettagliato del libro IL MIO CREDO PEDAGOGICO di JOHN DEWEY

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 27/05/2018

federica-panzetti
federica-panzetti 🇮🇹

4.4

(22)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica IL MIO CREDO PEDAGOGICO JOHN DEWEY e più Appunti in PDF di Storia della scuola e istituzioni educative solo su Docsity! Il mio credo pedagogico - DEWEY Dewey è l’autore più rappresentativo dell’attivismo pedagogico americano dei primi del 900. 1.CHE COSA E’ L’EDUCAZIONE Il pensiero filosofico e pedagogico di Dewey si basa su una concezione dell'esperienza come rapporto tra uomo e ambiente, dove l'uomo non è uno spettatore passivo, ma interagisce con ciò che lo circonda. Il pensiero dell'individuo nasce dall'esperienza, quest'ultima intesa come esperienza sociale. L’educazione infatti deriva dalla: -PARTECIPAZIONE dell’individuo alla coscienza sociale della specie. Questo processo di socializzazione accompagna l’individuo “quasi dalla nascita” (grazie alle “cure della madre”) e lo plasma continuamente, saturandosi nella sua coscienza, esercitando le sue idee.. In questo modo il singolo soggetto diventa erede della civiltà. Quando invece l’educazione si fa più formale, mediante la scuola, tale opera rimane sempre dovere dell’educazione, anche se attraverso l’educazione e la scuola si rende possibile ai giovani trasformare il patrimonio ricevuto. -Il processo educativo ha due aspetti: psicologico e sociologico, nessuno dei due può essere subordinato all’altro; questo è il tratto innovativo dell’educazione nuova. L’educazione tradizionale infatti non teneva conto delle esigenze particolari degli alunni, non si soffermava sugli aspetti psicologici dell’educazione, perché incentrata sull’aspetto sociale imprimendo le forme della società adulta nei giovani, senza dare loro la possibilità di cambiamento. Dewey ha invece cercato di unire i due aspetti, classificando il livello psicologico la base su cui deve fondarsi l’educazione, da qui il concetto di PUEROCENTRISMO. Occorre conoscere i processi di sviluppo per poterli promuovere, occorre che si tenga conto dell’interesse dell’alunno, altrimenti si avrà solo pressione dall’esterno. Quindi se eliminiamo il fattore sociale dall’individuo resta solo astrazione, se eliminiamo il fattore psicologico si resta solo una massa inerte e senza vita. 2.CHE COSA E’ LA SCUOLA La scuola è prima di tutto un’istituzione sociale; diverso dal luogo in cui si impartiscono informazioni. -L’educazione tradizionale ,che qui si critica, separa la scuola dalla vita, isola l’alunno dai suoi compagni e dal suo mondo familiare. -L’educazione è invece PROCESSO DI VITA e non preparazione a vivere il futuro, deve rappresentare e semplificare la vita reale. Infatti deve svolgersi gradualmente dalla vita domestica, riprendendo le attività che sono familiari al fanciullo. Questa è una necessità psicologica perché si sviluppa continuità di sviluppa, ma anche un fenomeno sociale perché la casa è forma di vita sociale. Per Dewey educare alla moralità significa formare una personalità capace di impiegare il proprio pensiero e la propria volontà in modo da inserirsi nella realtà in cui vive. 3.LA MATERIA DELL’EDUCAZIONE I problemi della disciplina, della materia, degli esami acquisiscono un nuovo significato nella nuova scuola , nella quale l’alunno compie esperienza di vita, perché gli studi devono dare importanza ai suoi interessi e alle sue attività sociali. Il vero centro di correlazione tra le materie scolastiche sono le attività sociali del fanciullo. Ad esempio: la storia è educativamente valida in quanto presenta aspetti della vita e dello sviluppo sociale. Quando è presa semplicemente come storia essa è respinta nel lontano passato e diviene morta e inerte. E’ significativa se viene intesa come memoria della vita sociale e del progresso dell’uomo e questo può avvenire se precedentemente il fanciullo è stato inserito nella vita sociale. Quindi il fondamento dell’educazione è l’esperienza della vita quotidiana, tutte le discipline devono servire ad introdurre i fanciulli nella società della quale fanno parte. Il progresso non è successione di studi, ma nello sviluppo di nuove attitudini verso l’esperienza. 4.LA NATURA DEL METODO -Al problema “come insegnare” risponde dicendo che occorre adeguare l’insegnamento ai bisogni e ai poteri dell’educando. Il mancato riconoscimento della natura pratica delle attività umane ha portato alla creazione di un tipo di scuola che va contro la natura dell’uomo. -Dewey accenna al predominio della fantasia nella vita psicologica del fanciullo. Nell’immaginazione si ha la prima sospensione dell’azione diretta; significa educare alla via del pensiero. Gli interessi del fanciullo sono dei “poteri sorgenti”, reprimerli significherebbe togliere l’incentivo allo sviluppo. Infatti da un lato riguardano autoespressione dello sviluppo (aspetto emotivo) e dall’altro all’oggetto che è atto a soddisfare tale bisogno (aspetto intellettuale). - La DOTTRINA DELLE EMOZIONI è legata a quella dell’interesse. L’emozione è spontanea, non ha bisogno di nascere con stimoli artificiali. - Nasce il SENTIMENTALISMO: isolata e astratta attenzione rivolta agli stati d’animo, indipendentemente dalle attività in funzione delle quale gli stati d’animo sorgono e si placano. 5.LA SCUOLA E IL PROGRESSO SOCIALE -L’educazione è il metodo fondamentale del progresso e dell’azione sociale. -Nella scuola si effettua la riconciliazione degli ideali istituzionali e individuali. Forma il carattere dell’individuo e al tempo stesso soddisfa il bisogno sociale, creando attorno a lui un ambiente col quale fondersi o collaborare. I risultati di questa fusione sono morali, poiché egli concepisce la moralità come fecondazione di rapporti fecondi tra l’uomo e i suoi simili. - Dunque ogni comunità deve aver curo dell’educazione, poiché soltanto grazie ad essa si potrà avere un cambiamento ordinato. L’enorme quantità di tempo, denaro ed energia spese nella repressione di gruppi violenti potranno essere investiti nell’educazione. -L’educatore deve simpatizzare con l’educando , intuire come avvicinarsi e i suoi moti intimi. Questa opera richiede intuizione, arte, amore (aspetti che anche una madre ha), ma occorre anche conoscere le leggi dello sviluppo individuale e sociale. “In tal modo l’insegnante è sempre profeta del Dio vero e l’annunciatore del vero regno di Dio”. Il mio credo pedagogico si conclude con una nota religiosa, SEMBRA QUASI CHE Dewey voglia concludere lo sviluppo educativo dell’uomo con la finalità religiosa come coronamento di quella sociale e individuale. La sua religiosità è anti soprannaturalistica e avversa alla trascendenza, abbandonò la religione tradizionale per approdare nella visione hegeliana costituita da “idea metafisica di uno spirito assoluto che si rivela nelle istituzioni sociali”.
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