Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

IL MONDO CONTEMPORANEO, di Giovanni Sabbatucci, capitolo 18-19, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Il documento contiene gli argomenti del capitolo 18: LA GUERRA FREDDA (nascita dell'ONU, RIV. IN CINA, la Corea, il Giappone, Vietnam). Capitolo 19: la decolonizzazione con guerre dell'Indocina, conflitto arabo-israeliano, l'Egitto, l'Africa, Il terzo mondo e le dittature in America Latina.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 03/06/2022

Mussetta
Mussetta 🇮🇹

2 documenti

1 / 32

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica IL MONDO CONTEMPORANEO, di Giovanni Sabbatucci, capitolo 18-19 e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 18. La guerra fredda La Seconda Guerra Mondiale si conclude con un bilancio di circa 60 milioni di morti. Alla fine del conflitto ci fu un duplice trauma  morale da un lato quello derivante dalle agghiaccianti rivelazioni sui crimini nazisti e sul genocidio degli ebrei, dall'altro quello provocato dalla apparizione della bomba atomica.   Per rifondare il sistema delle relazioni internazionali nasce l'organizzazione delle Nazioni Unite a seguito della conferenza di San Francisco fra aprile e giugno 1945. L'obiettivo era quello di dar vita ad un organizzazione permanente e universale per salvaguardare le generazioni future dai conflitti e assicurare il progresso economico e sociale a tutti i popoli del mondo. Lo statuto dell'organizzazione delle Nazioni Unite è ispirato alla carta Atlantica e ci sono due diverse concezioni di ispirazione wilsoniana e roosveltliana. I principi dell'onu si organizzano nell'assemblea generale degli Stati membri che si riunisce annualmente e può adottare soluzioni non vincolanti.  Il Consiglio di sicurezza, organo permanente, composto da 15 membri di qui 5 sono permanenti e che hanno diritto di veto, mentre gli altri vengono eletti a turno tra tutti gli stati. Questo può prendere decisioni vincolanti e adottare misure che possono giungere fino all'intervento armato. Oltre questi organi operano altri enti come ad esempio il consiglio economico e sociale, da cui dipendono le agenzie specializzate come l'unescu, la FAO e l'unicef. Per risolvere eventuali controversie tra stati invece si fa riferimento alla corte internazionale di giustizia. A guerra conclusa verranno creati i tribunali militari per giudicare i colpevoli dei crimini più odiosi fra i responsabili delle principali potenze sconfitte. Seguiranno i processi di Norimberga contro i capi nazisti e quello di Tokyo contro i dirigenti giapponesi  e che si conclusero con numerosi condanne a morte. La rifondazione dei rapporti internazionali si estese anche sul campo economico, soprattutto negli interessi del capitalismo americano e crearono un vasto mercato mondiale di libera concorrenza. Con gli accordi di Breton woods del 1944 fu creato il fondo monetario internazionale, a qui gli stati potevano attingere e che assicurava la stabilità dei cambi fra monete ancorandoli non soltanto all'oro ma anche al dollaro. Viene creata la banca mondiale con il compito di concedere prestiti ai singoli stati per la loro ricostruzione e il loro sviluppo. Sul piano commerciale viene siglato il GATT, stipulato a Ginevra nell'ottobre 1947 che prevede un abbassamento dei dazi. La guerra segnò anche un mutamento negli equilibri internazionali. Il ruolo egemonico era di due soli stati: Gli Stati Uniti di superiorità economica e supremazia militare e l'unione Sovietica che disponeva di un imponente apparato industriale e militare e che occupava con le sue truppe la metà orientale dell'Europa. Dal 1941 gli Stati Uniti e l'urss avevano combattuto insieme contro le potenze e fasciste e naziste. Nell'ultimo anno di guerra, avevano provato insieme a gettare le basi di un nuovo ordine mondiale, ma proprio in quella fase erano emerse divergenze profonde tra le due. Gli Stati Uniti puntavano a una ricostruzione di mercato e nella Libertà degli scambi internazionali, l'unione Sovietica che aveva avuto grandi perdite materiali e umane, pretendeva riparazioni economiche e territoriali. Nell'aprile 1945 Roosevelt morì e con lui tramonta il "grande disegno" di Cooperazione tra occidente e urss. Il riforme sociali. Negli Stati Uniti Truman continuò il new deal. Il caso più emblematico però fu quello della Gran Bretagna, con il successore di Churchill, Clement Attle. Il nuovo governo nazionalizzò le industrie elettriche e carbonifere, ma anche i trasporti, introdusse il salario minimo e il servizio sanitario nazionale, che prevedeva la gratuità delle prestazioni mediche. Complessivamente furono gettate le basi di uno Stato Sociale o welfare state, letteralmente stato del benessere, che aveva l'ambizione di assistere Il Cittadino durante tutta la sua vita. Il piano Marshall irrigidì le contrapposizioni tra i due blocchi. Il piano aveva come destinatari tutti i paesi dell'Europa, anche quelli dell'est. I Sovietici erano convinti che l'aiuto fosse un cavallo di Troia, per affermare la supremazia americana nella loro area di influenza. Respinsero il progetto e imposero agli altri paesi dell'Europa orientale di fare altrettanto. Anche i comunisti dell'occidente si mobilitarono contro il piano, in che contribuì in Francia in Italia, alla rottura delle coalizioni di governo. Stalin nel 1947 crea il cominform, una sorta di terza internazionale ridotta, che era stata sciolta nel 43 in omaggio dell’ alleanza con le potenze democratiche. Procedeva l'imposizione del modello politico- economico sovietico ai paesi occupati dall'armata rossa. L'operazione fu realizzata attraverso una serie di interventi all'interno delle istituzioni democratiche, che formalmente sopravvivevano, i nuovi regimi venivano infatti chiamati democrazie popolari. Gli altri partiti furono gradualmente emarginati, perseguitati o sciolti. Le stesse elezioni furono manipolate o condizionate. Il meccanismo fu sperimentato in Polonia, germania orientale, ungheria - Romania, Bulgaria e Albania. Un caso a parte fu quello della Cecoslovacchia, paese economicamente e socialmente sviluppato, di tradizione democratica. Il paese era governato da una coalizione dei partiti di sinistra. La coalizione si ruppe inizio del 48, quando si trattò decide l'accettazione degli aiuti del Piano Marshall sostenuta dai socialisti e dalle forze borghesi, ma osteggiata dai comunisti. I comunisti Lanciano una violenta campagna contro le forze politiche, minacciando una guerra civile e costringendo il Presidente della Repubblica ad affidare il potere ha un nuovo governo da loro controllato. Il ministro degli Esteri socialista, l'unica personalità non comunista del nuovo Ministero, morì cadendo dalla finestra in circostanze mai chiarite. Nel Maggio 1948, si tennero le elezioni con il sistema della lista unica, e il presidente si dimise per non firmare la nuova Costituzione che trasformava il paese in una democrazia Popolare. Diverso il caso della Jugoslavia, dove i comunisti, sotto la guida di Tito, si imposero da soli al potere con ampio uso della violenza. Loro godevano anche del prestigio guadagnato con il movimento di resistenza, che aveva liberato il paese dall'occupazione nazista. La rottura definitiva con l'urss si manifestò quando la Jugoslavia si volle imporre come stato guida tra i paesi balcanici, volendo anche perseguire una via autonoma di sviluppo industriale. Furono accusati da Stalin deviazionismo e furono esclusi dal  cominform. La dirigenza jugoslava resistette alle pressioni sovietiche e cominciò a sperimentare una linea autonoma in politica estera, basata sull'equidistanza tra i due blocchi. La resistenza jugoslava rappresentò l'unica ribellione riuscita al dominio sovietico in Europa orientale. Alla fine della guerra la Germania fu divisa in quattro zone di occupazione ( statunitense, britannica, francese, sovietica). La capitale Berlino, che si trovava all'interno dell'area Sovietica, era divisa in quattro zone. Saltata ogni possibilità di Intesa con i sovietici, gli Stati Uniti e Gran Bretagna nel 1947 avviarono un processo di integrazione delle loro zone, introducendo una nuova moneta, liberalizzando l'economia e apportando gli aiuti del Piano Marshall. Stalin reagii con il blocco di Berlino, chiudendo gli accessi alla città impedendone il rifornimento. Gli americani organizzarono un ponte aereo per rifornire la città, finché nel 49 i sovietici Ritirarono il blocco. Poco dopo furono unificate tutte e tre le zone occidentali della Germania, proclamando la repubblica federale tedesca con capitale a Bonn. I sovietici crearono la repubblica democratica tedesca, con capitale a Pankow. Nel 1949, quando era ancora aperta la crisi di Berlino, fu firmato a Washington il patto Atlantico, un'alleanza difensiva tra i paesi dell'Europa occidentale, stati Uniti e Canada. Il patto prevedeva l’esistenza di un dispositivo militare, La nato. Nel 1955, a seguito dell'adesione tedesco-occidentale alla nato, l'urss stringe un’ Alleanza con i paesi satelliti, il Patto di Varsavia, basata anch'essa un'organizzazione militare. L'imposizione del modello collettivistico ebbe conseguenze profondi sugli assetti socioeconomici dell'Europa orientale. I latifondisti furono spazzati via, il ceto contadino si ridusse in parallelo all’espansione di quello operaio. Furono nazionalizzate delle miniere, le industrie siderurgiche e meccaniche, le banche e l'intero settore commerciale. La priorità fu data alll'industria pesante. Gli obiettivi di produzione dei paesi satelliti, furono scelti in modo da risultare complementari a quelli dell'urss. Le caratteristiche del modello di sviluppo imposto ai paesi dell'Europa dell'est comportavano una forte compressione sviluppo medio del 15% annuo. LA GUERRA FREDDA E LA COESISTENZA PACIFICA I cinque anni che vanno dalla crisi di Berlino fino alla fine del conflitto in Corea, sono il periodo più buio della guerra fredda, poiché la minaccia di un conflitto  nucleare era sempre più imminente. Oltre a creare un clima di ansia GENERALE, condizionò negativamente la politica interna delle potenze coinvolte. Stalin rispose attuando mezzi repressivi. Le purghe tornarono a colpire sia all'interno del partito sia i comuni cittadini. Negli Stati Uniti, dal 49, si avviò una forma di caccia alle streghe, con il suo Maggiore ispiratore MCCARTHY, da lui proviene l'espressione maccartismo. Si istituì una commissione parlamentare per reprimere le attività anti americane. Il maccartismo fu bloccato nel 1955 quando le accuse arrivarono a colpire buona parte della classe dirigente. Nelle elezioni presidenziali del 1952, truman non si presentò, la vittoria andò al repubblicano Eisenhower. Nel marzo 1953, Stalin muore all'improvviso. L'uscita di scena dei principali protagonisti della guerra fredda non portò a una distensione ma ad un atteggiamento di accettazione reciproca. Nell'agosto 1953 l'esplosione della bomba a idrogeno, o bomba ad h sovietica, mostrava che il divario tecnologico fra le due superpotenze stava  scomparendo. Queste arrivarono a collaborare durante la crisi di Suez l'estate 1956, ritrovandosi in accordo a bloccare l'azione anglo-francese contro l'Egitto. KRUSCEV Il successore di Stalin, nikita kruscev, si impose come leader in discussò dell'Unione sovietica. Egli era un personaggio estroverso dotato di una forte carica di comunicativa popolaresca, si fece promotore di alcune aperture sia in politica estera che interna. Nel 1955 avviene il trattato di Vienna, con cui sovietici ritirano le truppe dall'austria in cambio della neutralità del paese. L'incontro con i capi occidentali a Ginevra per discutere il problema tedesco, la riconciliazione con i comunisti jugoslavi e lo scioglimento del cominform. Segnò la fine delle grandi purghe, il rilancio dell'agricoltura e una maggiore attenzione alle condizioni di vita dei cittadini. Procedette alla demolizione della figura di Stalin attraverso la denuncia degli orrori e dei crimini commessi in Unione Sovietica a partire dagli anni 30, condannando gli arresti di Massa, le torture e i processi farsa. Non metteva in discussione la validità del modello sovietico ma condannava gli orrori di StaLin e il culto della personalità. Le conseguenze più esplosive della destalinizzazione si ebbero in Europa dell'est, con la Polonia e l'ungheria. In Polonia serie di agitazioni operaie, i sovietici favorirono il ritorno al potere del leader comunista vittima delle epurazioni stalinste. Egli promosse una politica di cauta liberalizzazione e di parziale riconciliazione con la chiesa, non mettendo in discussione l'alleanza con l'urss. In Ungheria gli avvenimenti del 56 portarono a proteste e agitazioni, animati da intellettuali e studenti. A breve le proteste sfociarono in una insurrezione, con la partecipazione dei lavoratori. A capo del governo fu chiamato imre Nagy, comunista dell'ala liberale. Il governo instauratosi nel paese apre spazi alle forze antisovietiche e i comunisti persero il controllo della situazione. Nagy annunciò anche l'uscita dell'ungheria dal Patto di Varsavia. A questo punto i reparti della armata Rossa occuparono Budapest e stroncarono in pochi giorni la resistenza. DEMOCRAZIE EUROPEE E INTEGRAZIONE ECONOMICA La ripresa più spettacolare, economica, politica e sociale, fu quella della Germania. Il prodotto Nazionale tedesco cresce negli anni 50 al ritmo del 6% annuo. La disoccupazione fu quasi completamente assorbita e il Marco divenne la più forte tra le monete europee. Diversi furono i fattori del miracolo tedesco. Il primo luogo la stretta integrazione nel blocco occidentale: Gli Stati Uniti, intendevano fare della repubblica federale non solo un bastione dello schieramento Atlantico, ma anche una vetrina del benessere capitalistico. Rinunciarono alle riparazioni di guerra e consentirono alla repubblica federale di beneficiare degli aiuti del Piano Marshall. Contribuirono alla ripresa tedesca anche la numerosa manodopera fornita dai profughi e la notevole stabilità politica. A guidare il nuovo stato tedesco furono innanzitutto le forze di Cooperazione Cristiana, in coalizione con il partito liberale. La Germania federale svolse un ruolo di rilievo nello scacchiere europeo, puntando su una prospettiva di collaborazione e integrazione. Nel dopoguerra ci fu l'idea di un’Europa Unita. La prima tappa significativa di questo processo si ebbe nel 1951, con la creazione della Comunità Europea del carbone e dell'acciaio, CECA, che aveva il compito di coordinare la produzione e i prezzi. Nel 1957 i sei paesi membri della Ceca giunsero alla firma dei trattati di Roma, costituendo la comunità economica Europea, la CEE, e davano vita dall’EURATOM, un ente che aveva il compito di coordinare i paesi per lo sfruttamento Pacifico dell'energia nucleare. Lo scopo primario della cee era quello di creare un mercato comune, MEC, mediante l'abbassamento delle tariffe doganali e la libera circolazione della forza lavoro e dei capitali. Sul piano economico il mercato comune missilistiche nucleari. Quando le basi furono scoperte Kennedy ordinò un blocco Navale attorno a Cuba. Alla fine kruscev smantella le basi missilistiche e gli Stati Uniti non dovevano attaccare Cuba e ritirare i loro missili nucleari delle basi nato in Turchia. Nell'agosto 1963  urss e USA firmano il trattato per la messa al bando degli esperimenti nucleari nell'atmosfera. In quel momento entrò in funzione una linea di  telescriventi, la linea rossa, tra la casa bianca e il cremlino, per evitare una guerra per errore. Nel 1964 Kruscev viene estromesso dalle sue cariche e sostituito da una direzione collegiale. Il 22 novembre 1963 Kennedy fu ucciso a Dallas nel Texas, in un attentato di cui non si giunse mai a scoprire i mandanti. Il primo di una serie di omicidi  politici, dove rimasero uccisi Robert Kennedy e Martin Luther King. A kennedy subentrò nel 64 il presidente lyndon Johnson. NUOVE TENSIONI, VIETNAM E CRISI CECOSLOVACCA Per oltre 10 anni, tra il 1964 e il 1975, gli Stati Uniti furono coinvolti nella guerra del Vietnam. Un conflitto combattuto nella lotta contro il comunismo, che logorò economicamente e militarmente l'America, sfigurandone l’immagine e che divise profondamente l'opinione pubblica. Dopo il ritiro della Francia dalla penisola indocinese, gli accordi di Ginevra del 1954, avevano diviso il Vietnam in due repubbliche: Quella del Nord con i comunisti, quella del Sud con un regime semidittatoriale appoggiato dagli Stati Uniti.  Contro il governo del Sud si sviluppò una guerriglia, i vietcong, guidati dai comunisti e sostenuti dallo stato Nord vietnamita. Gli americani inviarono nel Vietnam del Sud un contingente di consiglieri militari, che con Kennedy raggiunse di 30 mila uomini. Sotto la presidenza di Johnson l'intervento divenne bellico. Nell'estate 1964 in risposta a un attacco subito da due navi da guerra statunitensi, il presidente ordinò il bombardamento di obiettivi militari nel Vietnam del Nord. I bombardamenti divennero sistematici e crescevano le dimensioni del corpo di spedizione impegnato nel sud. I vietKong godevano di appoggi delle masse contadine, mentre il nord Vietnam era aiutato da Russia e Cina. L'esercito statunitense entrò in crisi per fattori economici e un crescente disagio morale. Negli Stati Uniti il conflitto vietnamita era dibattito di opinione pubblica e definito guerra sporca. Ci furono manifestazioni di protesta e molti giovani che non indossarono la divisa. Il mondo intero sì opponeva alla guerra in Vietnam. All'inizio del 68, i vietcong, lanciarono contro le principali città del Sud un offensiva. Johnson decise la sospensione dei bombardamenti sul Nord. Il suo successore, nixon, avvia i negoziati con il Vietnam e i vietcong, riducendo l'impegno militare americano, anche se nel frattempo le continuarono operazioni belliche negli Stati confinanti, nel tentativo di tagliare ai vietcong le vie di rifornimento. Nel gennaio 1973, si firma a Parigi l'armistizio, ma dopo il ritiro americano la guerra continua per altri due anni. Il 30 Aprile 1975, i vietcong e i Nord vietnamiti, entrarono nella capitale del Sud. Pochi mesi dopo avremmo tutta l’Indocina comunista. Abbiamo la prima sconfitta degli Stati Uniti. BREZNEV Il nuovo segretario del partito comunista dell'Unione Sovietica, leonid breznev, successore di krusciov, accentò i livelli di brutalità dell'era staliniana con la repressione. In economia fu varata una riforma che accordava alle imprese dei margini di autonomia. Avvia una politica di riarmo a discapito dei cittadini e fu ribadito il vincolo di subordinazione dei paesi satelliti. Solo la Romania, sotto Ceauscescu, riesci a conquistare una certa autonomia, senza però mettere in discussione le strutture interne del regime. PRIMAVERA DI PRAGA Nel gennaio 1968 salÌ alla segreteria del partito comunista cecoslovacco il leader Dubesck, deLL' ala innovatrice. Con la opinione pubblica in fermento e appoggiato da l'intellettuali, studenti e operai, sì cercò di conciliare il sistema economico socialista con elementi di pluralismo economico e soprattutto più ampio libertà di stampa, volendo dar vita a un socialismo dal volto umano. Nel 21 agosto 1968, i reparti corazzati dell'urss e altri paesi del Patto di Varsavia occupano Praga e il resto del paese. Non vi fu una reazione armata ma solo una resistenza passiva contro gli occupanti. Gli uomini della Primavera di Praga furono emarginati, seguì la  rimozione di Dubseck, si avviò la fase di normalizzazione che chiuse ogni forma di libertà. CINA DI MAO ZEDONG La cina di Mao zedong, accentuava tratti radicali del suo regime in concorrenza con l'urss, come guida e modello per movimenti rivoluzionari di tutto il mondo, in particolare per quelli che si stavano emancipando dal dominio coloniale. In Cina assistiamo a una accentuazione dei tratti radicali e collettivistici del regime, l'esperimento maoista si risolverà in una gigantesca tragedia umana, politica e economica. Negli anni 50 il regime comunista aveva nazionalizzato il settore industriale e commerciale e aveva compiuto un rimasero mobilitati politicamente e militarmente per battersi contro il dominio coloniale. Nel secondo dopoguerra le due superpotenze usa e Urss erano divise quasi su tutto, ma trovavano un terreno di oggettiva convergenza nell'opporsi al vecchio sistema di dominio. Con la carta Atlantica del 1941 gli alleati avevano proclamato il principio di autodeterminazione dei popoli e si impose  un uovo codice etico politico internazionale, a cui le potenze coloniali non potevano sottrarsi. Il processo di decolonizzazione si compì attraverso vicende alterne. La Gran Bretagna, che aveva sempre praticato forme di dominio indiretto, compì nella maggior parte dei casi un ritiro graduale delle colonie. Cercò di trasformare l'impero in una comunità di Nazioni sovrane liberamente  associate al commonwealth. La Francia invece oppose una tenace resistenza ai movimenti indipendentisti e predicò fino all'ultimo una politica assimilatrice. Il rapporto con l'Europa rimase comunque importante, soprattutto per le nuove classi dirigenti, che si erano formate nelle scuole e nelle accademie dei paesi colonizzatori. L'eredità coloniale lasciò tracce durevoli non sono sul piano materiale ma anche su quello delle abitudini, della cultura e della lingua. Sul piano delle istituzioni politiche la democrazia parlamentare di tipo europeo si afferma solo in pochi paesi. Le ragioni furono molteplici, ma in particolar modo perché in l'Europa, in Africa, aveva mostrato il suo volto più autoritario. Il risultato fu quasi ovunque, ad eccezione dell'India, la prevalenza di regimi autoritari. 2 INDIPENDENZA DELL'INDIA Il percorso di emancipazione dei popoli ebbe la sua prima importante tappa nel 47, quando la Gran Bretagna accetta di privarsi del pezzo più importante del suo Impero, il suo subcontinente indiano (sede di civiltà millenarie e terminale di scambi commerciali). Negli anni fra le due guerre era cresciuto in India un forte movimento indipendentista, organizzato nel partito del congresso sotto la guida del mahatma Gandhi. Nel 41 il partito del congresso fu guidato da Nehru, collaboratore di Gandhi e che aveva continuato a promuovere il movimento di resistenza non violenta alla dominazione britannica. Voleva far concedere all'india la condizione di dominion, che equivaleva all' indipendenza dalla Gran Bretagna. A guerra finita si aprirono i negoziati per la sovranità e si conclusero nel 1947. L'esito fu diverso da quello auspicato da Gandhi, che si era battuto per uno stato unitario e laico. La componente musulmana reclamava la creazione di un proprio stato, che fu  accordato dai tritannici dopo gravi conflitti tra le due comunità. Nell'agosto del 1947 nacquero due stati: l'unione indiana a maggioranza indù e il Pakistan musulmano. Questo fatto aumentò gli scontri fra le due comunità, che assunsero i tratti di una vera e propria guerra. Lo stesso Gandhi fu vittima di quel clima di tensione e di odio, tanto che fu assassinato da un estremista indù nel gennaio 1948. Primo capo del governo dell'India indipendente fu Nehru, che rimase fino alla sua morte. Si  trovò a guidare un paese sempre gravato dai vari problemi interni. Sua figlia divenne primo ministro, ma governò brevemente poiché fu uccisa da due militanti Sikh. Le istituzioni democratiche parlamentari riuscirono a progressivamente a consolidarsi. Più travagliata fu la vicenda politica del Pakistan, dove ci furono dittature militari e la crescita di correnti islamiche integraliste. Solo nel 1971, dopo una secessione dalla parte orientale e un sanguinoso conflitto, si diede vita alla Repubblica del Bangladesh. LE GUERRE DELL'INDOCINA In tutto il sud-est asiatico il processo di emancipazione si intrecciò con lo scontro fra le forze nazionaliste, alleate con l' occidente, e i movimenti comunisti. Una netta prevalenza di comunisti si ebbe negli Stati sorti dalla dissoluzione dell'impero francese in indocina. Nel Vietnam i comunisti,  sotto la guida di Ho Chi Minh, avevano assunto un ruolo preminente nella lega per l'indipendenza, che era stata costituita nel 41 per combattere la dominazione francese. Nel 1945 ho chi minh proclama  l'indipendenza dalla Francia e la nascita della Repubblica Democratica del Vietnam. I francesi occuparono la parte meridionale del paese e nel 1946 ci fu un lungo scontro tra francesi e forze del VIETMINH. Il conflitto si concluse nel Maggio del 54,  arrivando agli accordi di Ginevra a luglio dello stesso anno, che sancirono il ritiro dei Francesi da tutta la penisola indocinese e la divisione provvisoria del Vietnam in due stati: uno comunista al  nord e uno filoccidentale al sud. 4 IL MONDO ARABO E LA NASCITA DI ISRAELE Dall'inizio del 900 in tutti i paesi del Medio Oriente e della sponda Sud delle Mediterraneo, si era sviluppato un movimento Nazionale arabo in lotta contro la dominazione turca e contro l' influenza Europea. La guerra finita alle potenze mandatarie deciso di rinunciare ai loro possessi  mediorientali, tentando però di mantenere su di essi qualche forma di controllo. Dopo l'indipendenza della Siria, del Libano,  dell'iraq, insieme all'egitto, all'arabia Saudita e allo yemen, nel 1945 formano la lega degli stati arabi o lega araba. La Palestina era stata assegnata per mandato alla Gran Bretagna, ma contesa tra arabi ed ebrei. La pressione del movimento sionista per la creazione di uno stato ebraico si fece sempre più forte, alimentata dall'immigrazione degli ebrei che fuggivano dal terrore nazista e dall opinione islamico che  voleva conciliare tradizione e modernità. Comunque il richiamo del nasserismo rimase molto forte. 6 L'INDIPENDEZA DEL MAGHREB In Marocco e in Tunisia, dove la Francia esercitava il suo dominio, si erano sviluppati forti movimenti indipendentisti. Nel 1956, i francesi,  dopo aver cercato di reprimere questi movimenti, concessero la piena Indipendenza a entrambi i paesi. Piu drammatica fu la lotta di liberazione in Algeria, dove la presenza francese aveva radici profonde dal 1830. La Colonia algerina era a tutti gli effetti una provincia dello Stato francese, abitata da oltre un milione di colonie che la consideravano casa propria. Gli abitanti musulmani erano anche essi cittadini francesi, ma non godevano degli stessi diritti politici. Dal 1954 il movimento nazionalista si organizzò nel fronte di liberazione nazionale. Si avviò uno scontro che culminò nel 1957 con la battaglia di Algeri che dura quasi 9 mesi e vide la parte araba della città mobilitàta a sostegno dei combattenti della fln. I francesi riuscirono a piegare l'insurrezione tramite una repressione particolarmente brutale. In Francia, nel Maggio 1958, la minaccia di un colpo di stato provocò  la crisi della quarta Repubblica, favorendo il ritorno al potere De Gaulle. Si apriva la strada all'indipendenza che fu sancita dagli accordi di Eavian nel marzo 1962. L'algeria si diede un ordinamento autoritario,  con un'economia stalizzata e assunse una posizione di punta nello schemato dei paesi arabi. Nel 1969, in Libia, ci fu una rivoluzione che depose la monarchia e  si portò al potere i militari guidati dal colonnello Muhammar Gheddafi. Nazionalizzò le compagnie petrolifere straniere, espulse la numerosa comunità italiana residente ancora nel paese e realizzò una versione speciale del socialismo islamico. In politica estera appoggiò i movimenti di guerriglia antioccidentali, creando uno stato di permanente tensione con i regimi arabi moderati e soprattutto con Stati Uniti. 7 LE GUERRE ARABO ISRAELIANE Dopo la crisi di Suez nel 1956, il Medio Oriente continuò a rappresentare un focolaio di tensione. Nel 1967 Nesser proclamò la chiusura dell'unico sbocco israeliano sul Mar Rosso e strinse patti militari con la Giordania. Gli israeliani risposero sferrando un attacco contro l'Egitto, Giordania e Siria. La  guerra durò appena 6 giorni ma fu disastrosa per gli Stati arabi. L'Egitto perse l'Isola del Sinai, la Giordania perse alcuni territori e la parte orientale di Gerusalemme. Gli arabi ebbero più di 30.000 morti e altri 400.000 palestinesi si ripararono in Giordania e negli altri paesi arabi. La guerra dei sei giorni segnò il declino di Nasser e della sua politica del panarabismo. Indusse ad un atteggiamento più  prudente la Giordania e gli altri stati arabi moderati, determinando anche un distacco dei movimenti di resistenza palestinese, che erano riuniti nell'organizzazione per la Liberazione della Palestina. L'OLP pose le sue basi in giordania, creandovi una specie di Stato nello Stato. Nel 1970, il  cosiddetto settembre nero, le truppe regolari Giordane si scontrano con i militanti palestinesi che furono costretti a ripararsi nel vicino Libano. Da allora l'OLP estese la sua lotta terroristica sul piano internazionale con una serie di dirottamenti aerei e attentati. Nel 1970 Nasser morì e il suo successore Sadat voleva dare un' impronta più realistica e non  ideologica alla politica. Volendo recuperare il Sinai, il 6 ottobre 1973, giorno della festa ebraica dello yom Kippur,  le truppe egiziani investirono di sorpresa le linee israeliane e penetrarono nel Sinai. Israele riuscì a respingere gli attacchi e a passare all'offensiva. La mediazione degli Stati Uniti portò alla fine della guerra che si chiude senza vincitori né vinti. Questa ulteriore crisi provocò la chiusura per 2 anni del canale di Suez e il blocco petrolifero decretato dagli stati arabi contro i paesi occidentali amici di Israele. Si avvia una crisi globale con  L'aumento improvviso del prezzo che provocò conseguenze di vasta portata  sull'economia di tutto il mondo. Con l'attacco al Sinai gli egiziani scossero il mito dell'invincibilità  di Israele. 8 TRADIZIONALISMO E MODERNIZZAZIONE IN TURCHIA E IRAN Il contrasto fra tradizionalismo e modernizzazione caratterizza la storia dei due maggiori paesi musulmani non arabi del Medioriente che non avevano conosciuto il dominio coloniale: Turchia è l’Iran. Nel dopoguerra La Turchia aderisce al sistema delle alleanze occidentale e in politica   interna prosegue il cammino di modernizzazione avviato da Ataturk. In Iran,  paese ricco di petrolio e sottoposto al regime autoritario dello scià Reza Pahlavi, fallì l'esperimento di democratizzazione avvitata nel 51 dal primo ministro Muhammad Mossadeq. Nel 53 un colpo di stato militare, organizzato dai servizi segreti anglo americani, depose il primo ministro che  aveva tentato di nazionalizzare le compagnie petrolifere straniere, restituendo il potere allo Scià. 9 L'INDIPENDEZA DELL'AFRICA NERA Per i paesi dell'Africa a sud della fascia Sahariana,  L' Africa nera, (territori che erano stati colonizzati alla fine dell'800) l'emancipazione fu più tardiva ma anche più rapida e nel complesso meno contrastata. La grande stagione dell'emancipazione africana avvenne cercava di rinsaldare il legame fra i Paesi "terzi". In una conferenza che si tenne a Belgrado nel 1961, i principali leader del movimento, lanciarono la formula del non allineamento.  Gli stati del terzo mondo si proponevano protagonisti di una politica di neutralismo attivo, destinata a rodere l'egemonia delle superpotenze e a sottrare il mondo dalla morsa della guerra fredda. Man mano che il movimento si allargava si prendevano  strade di osservanza filoccidentali o legati all'unione Sovietica. Sì tentò di spostare l'asse del non allineamento in senso filosovietico, sostenendo la posizione dell'urss come naturale alleata dei paesi del terzo mondo. La situazione economica accomunava i paesi del terzo mondo, che  presentavano alcune caratteristiche in comune, come la carenza di strutture industriali, l'agricoltura arretrata l'emarginazione dagli scambi internazionali, la drammatica sproporzione tra risorse disponibili e una popolazione in continuo aumento. Da tutto ciò emerge un quadro di povertà e intorno al 1960 si definirono questi paesi sottosviluppati o in via di sviluppo. Il prodotto pro capite era inferiore di 10 volte rispetto a quello dei paesi industrializzati, l'analfabetismo era ancora molto diffuso, attrezzature igienico sanitarie erano carenti, dilagavano le epidemie, vi era la sotto alimentazione e il fenomeno dell'urbanizzazione non era sintomo di Progresso ma di miseria. La povertà di massa che affliggeva i due terzi della popolazione del mondo non poteva essere considerata come una condizione naturale. Questa problematica fu ampliata dall'atteggiamento rivendicazionista assunto dalla maggior parte dei paesi del terzo mondo nei confronti dell'occidente sviluppato,  accusato di aver costruito il proprio benessere sullo sfruttamento coloniale poi su quello neocoloniale. Era quindi chiamato dividere questo benessere con i paesi più poveri. Ne derivò un attenzione inedita da parte dei paesi e occidentali nei quali crebbe la consapevolezza della drammaticità del fenomeno e si sviluppò una tendenza a politica e culturale: il terzo mondismo che cercò il superamento delle disuguaglianze. 11 DITTATURE E POPULISMI ON AMERICA LATINA Al movimento dei non allineati parteciparono quasi tutti i paesi dell'America Latina. Questi entravano nella categoria del terzo mondo per via dei grandi squilibri sociali e per la presenza di estese aree di arretratezza. D'altra parte però, la condivisione dei modelli culturali europei li avvicinava piuttosto all'occidente. Inoltre, questi paesi, avevano avviato,  negli anni del secondo conflitto mondiale, un processo di crescita economica. Questi paesi però divennero presto dipendenti dagli Stati Uniti. Gli USA avevano una funzione di tutela sull'intero continente.  Fu creata nel 1948  L'organizzazione degli stati americani, che doveva realizzare una stretta Cooperazione economica fra i paesi del continente, ma aveva anche un altro scopo:  impedire l'instabilità politica e l'affermarsi della penetrazione comunista. A farsi i carico delle spinte del cambiamento furono i ceti medi urbani, animati perlopiù da sentimenti nazionalistici e che si allearono sia con le  classi più poveri, sia  con gli strati più abbienti. La centralità dei ceti medi si concretizza con del populismo. Tra le esperienze più significative dei governi populisti abbiamo quello stabilito da Peron in Argentina negli anni 40 e 50 e quella tentata da Getullio Vargas in Brasile.  Entrambe fallimentari sul piano economico e stroncate da colpo da colpi di stato militari. Un grande rilievo assume la vicenda di Cuba dove il regime didattoriale di Fulgenzio Battista fu rovesciato nel gennaio del 59 dopo una guerriglia iniziata 3 anni prima sulle montagne della Sierra Maestra da un movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro. Castro avviò una riforma agraria che colpiva il monopolio esercitato dalla United Fruit Company sulla coltivazione della canna da zucchero, principale risorsa dell'isola. Gli Stati Uniti a questo punto assunsero un atteggiamento ostile e iniziarono un boicottaggio economico sull'isola imponendo l'embargo nei suoi confronti. Castro si rivolse all'urss  che si impegnò ad acquistare lo zucchero cubano a prezzi molto superiori a quelli del mercato internazionale e a rifornire l'isola di petrolio e macchinari. L'economia fu in gran parte statalizzata e viene istituito un regime dal partito unico. Per la prima volta in un continente di tutela Nord americana e in un paese vicinissimo agli Stati Uniti si affermava il regime marxista filosovietico. Il suo modello divenne rivoluzionario in tutto il mondo e fu preso ad esempio come i suoi personaggi. Che Guevara nel 1967 rimase ucciso mentre tentava di accendere dei focolai di guerriglia in America Latina. Fu catturato e ucciso in Bolivia. Nella prima metà degli anni 70 i militari assunsero il potere anche nei paesi dove c’era una tradizione democratica. La vicenda più emblematico è quella del Cile, dove nel 1970 il socialista Salvatore Allende avevo assunto la presidenza, a capo di un’unità Popolare. Allende tenta  nazionalizzazioni e riforme sociali ma si scontrò con la debolezza della sua base elettorale e con una situazione economica ai limiti. A  Settembre 1973 a Allende fu rovesciato da un colpo di stato militare e ucciso mentre tentava Resistenza nel palazzo presidenziale. Il potere fu assunto da Augusto Pinochet, che schiacciò ogni opposizione e diede vita ha un regime autoritario.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved