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Il nazismo: dalle origini alla fine del regime, Appunti di Storia

Le condizioni del Trattato di Versailles e la nascita della Repubblica di Weimar in Germania. Inoltre, viene presentato il programma politico di Hitler incentrato sul razzismo e la superiorità della razza ariana. Il documento si conclude con la descrizione del Putsch di Hitler e la sua incarcerazione, durante la quale scrisse il Mein Kampf.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 17/03/2022

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Scarica Il nazismo: dalle origini alla fine del regime e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! NAZISMO  Le condizioni del Trattato di Versailles Il trattato di pace stipulato a Versailles con la Germania nel 1919, venne considerato un trattato a tratti vendicativo, volto a impedire la ripresa economica della Germania e ad umiliare il popolo tedesco, già provato dalla sconfitta. Il trattato può essere diviso in tre parti:  Normali penalizzazioni La Germania restituisce l’Alsazia e la Lorena alla Francia; perse tutte le sue colonie (Africa e Asia); fu obbligata a ridurre l’esercito; le fu vietata l’unificazione con l’Austria.  Penalizzazioni inutilmente punitive La Germania dovette cedere alla Polonia la Prussia occidentale (Si creò il “Corridoio di Danzica”); fu condannata al pagamento delle riparazioni di guerra (circa 132 miliardi di marchi-oro); fu obbligata anche a cedere per 15 anni le miniere della Saar alla Francia; le fu chiesto di consegnare i cosiddetti “criminali di guerra” (ufficiali); fu considerata la responsabile della guerra e costretta a firmare una “dichiarazione di consapevolezza”.  Il nuovo governo socialdemocratico e la Repubblica di Weimar Le condizioni di pace non furono trattate dai generali, ma da coloro che avevano rovesciato il Kaiser e che lo avevano costretto alla fuga: i socialdemocratici, che guidavano un governo provvisorio. Per convincere le potenze vincitrici che non avrebbero mai ceduto al comunismo, repressero nel sangue qualsiasi tentativo di ribellione (es. la “rivolta spartachista”,1919). Il governo aveva garantito alla popolazione una “pace onorevole”, ma a Versailles non gli concessero di parlare e furono costretti a firmare quella che subito i tedeschi chiamarono la “pace infame”. Il governo provvisorio socialdemocratico proclamò la Repubblica e indisse le elezioni per un'Assemblea costituente. I socialdemocratici ottennero la maggioranza e formarono il governo. L'assemblea si riunì nella città di Weimar (-->Repubblica di Weimar, 1919) e varò una Costituzione per diversi aspetti molto avanzata; la Germania divenne una democrazia parlamentare. Oltre all'introduzione del suffragio universale esteso alle donne, venne decisa alla creazione di una Repubblica federale basata sulla Camera elettiva (Reichstag) e la Camera federale (Reichsrat). Dunque, il cancelliere era responsabile di fronte al Parlamento, e non più il Kaiser. Dovettero affrontare i problemi e tensioni gravi, relativi alla ripresa economica e all'umiliante pace. Ne seguirono periodi di forte instabilità politica.  La crisi, il Biennio rosso e il Putsch La “pace infame” divenne subito lo slogan delle Destre nazionaliste contro il governo. La perdita della regione mineraria della Saar determinò la chiusura di molte fabbriche. Di conseguenza, nel giro di poche settimane, la disoccupazione divenne altissima e il valore del marco, la moneta tedesca, crollò. Questa inflazione altissima rovinò il ceto medio, e ridusse alla fame il proletariato. In Germania, come in Italia, scoppiò un Biennio rosso, che anche qui durò dal 1919 al 1920. Gli operai comunisti occuparono fabbriche ed edifici pubblici mirando a scatenare una rivoluzione europea di ispirazione sovietica. Il governo socialdemocratico inviò contro di loro oltre all'esercito quegli stessi Freikorps (che avevano mandato contro gli spartachisti). In quegli stessi anni vennero create le SA (“reparti d'assalto”) o “Camicie brune”, una formazione simile alle “Camicie nere” di Mussolini. Il loro capo era Ernst Röhm, compagno e amico di Adolf Hitler. Hitler era stato caporale durante la Prima guerra mondiale, ammirava Mussolini e i suoi sostenitori facevano parte del ceto medio. Nel 1923, spalleggiato dalle SA, Hitler organizzò un Putsch, ovvero un colpo di Stato, a Monaco, con l'obiettivo di radunare tutti i suoi sostenitori e di farli marciare su Berlino, come aveva fatto Mussolini con la Marcia su Roma. Il governo bloccò l'impresa e Hitler finì in prigione insieme a Rudolf Hess. La pena fu ridotta a pochi mesi di reclusione e in carcere Hitler iniziò a pensare al programma che avrebbe seguito appena uscito.  Il programma politico di Hitler Il programma elaborato da Hitler in carcere divenne un libro Mein Kampf, “la mia battaglia”, pubblicato nel 1925. Essa era incentrata su un tema di fondo: il razzismo. Hitler vi sosteneva la presunta superiorità di una inesistente razza Ariana (formata dai popoli che parlano lingue indoeuropee), la superiorità dei Tedeschi e, all'interno dei tedeschi, 1/3 di essi: un gruppo di “eroi” di “razza” purissima destinati a dominare il mondo. Dunque le genti di lingua tedesca avevano il diritto di essere riunite in un'unica patria: la Grande Germania. A questo si opponevano gli ebrei, appartenenti alla razza semitica, esseri abominevoli e soprattutto pericolosi perché privi di una patria (secondo Hitler). Essi si vendicavano, secondo lui, organizzando un complotto internazionale che univa gli ebrei comunisti russi ai banchieri capitalisti americani ; lo scopo era la distruzione delle Nazioni. Il programma prevedeva di separare fisicamente gli ebrei dai Tedeschi perché non li contaminassero e di deportarli in zone abbandonate dalla terra. Hitler nutriva disprezzo anche per gli Slavi, e infatti secondo lui il loro nome provava il fatto che fossero nati schiavi e tali li avrebbe fatti diventare. Intorno al razzismo, che era il nucleo principale del suo pensiero, si svolgevano altri argomenti a questo collegati:  L'esaltazione della bellezza purificatrice della guerra che aveva portato alla luce un nuovo tipo di eroi, i “combattenti d’assalto”, gli aviatori, e in generale la gente che non rimaneva nelle trincee, ma si distingueva in azioni ardite e individuali;  Il disprezzo per la società di massa;  L'anticomunismo;  Il disprezzo verso il sistema parlamentare, al quale doveva sostituirsi il “principio del capo”, cioè la costruzione di una società a piramide in cui ciascuno obbediva ciecamente al proprio capo. Egli era il “superuomo” (il capo) --> concetto di Nietzsche al quale Hitler si era ispirato. La sua missione era quella di rifondare la società attraverso una rivoluzione di destra che avrebbe stabilito un “Nuovo Ordine”, con nuovi leader, giovani e proiettati verso il futuro, il cui primissimo obiettivo doveva essere la cancellazione del disonore di Versailles. Uscito di prigione, Hitler riorganizzò il Partito nazista (da nazionalsocialista), di cui sin dal 1921 era il leader, affiancando alle SA un altro corpo armato, le SS (“Squadre di difesa”), destinato alla sua protezione. Alle elezioni del 1924 il partito ottenne un gran successo, ma poi crollò a livelli minimi nel 1928.  Paese in rovina, elezioni del 1933 e Hitler cancelliere La perdita di voti dei nazisti, verificatasi nelle elezioni del 1928, fu dovuta alla ripresa economica della Germania. Dal 1924 in poi, la situazione economica era migliorata grazie agli aiuti concessi dagli Stati Uniti, che avevano anche tentato di moderare la punizione inflitta ai Tedeschi. Il governo socialdemocratico riuscì pertanto a far scendere l'inflazione, a far ripartire lentamente l'economia e a pagare alcune rate delle riparazioni di guerra. Hitler credeva di aver ormai fallito, ma con la crisi del ‘29 la situazione cambiò nuovamente. Gli Stati Uniti bloccarono gli aiuti alla Repubblica di Weimar e pretesero il pagamento immediato degli interessi su tutto il denaro prestato. Nel 1930 l'economia tedesca ricominciò a precipitare e Hitler ottenne ben il 18,3% dei voti. Nel 1932 i disoccupati salirono a 6 milioni, torno l’inflazione e il paese si ritrovò a fare i conti con gli scioperi della classe operaia. Nel 1933 i nazisti ottennero il 37,4% dei voti, mentre crescevano anche i voti dei comunisti. La Germania si radicalizzava sempre di più. Le file del Partito nazista continuarono ingrossarsi. I reparti delle SA e delle SS marciavano per le strade e molti applaudivano. Di giorno i militanti aiutavano le donne anziane e cantavano insieme ai borghesi vecchie canzoni popolari. La sera organizzavano spedizioni punitive e andavano a bastonare comunisti ed ebrei. L'idea delle spedizioni Hitler l'aveva presa da Mussolini; anche in Germania le squadre di picchiatori furono sostenute da industriali, agrari, polizia e magistratura, che ritennero le “Camicie brune dei tutori dell'ordine, invece che le responsabili dell’illegalità del paese. Nel 1933 il Partito nazista si affermò come il primo partito tedesco. Il presidente della Repubblica Heidenburg nominò Hitler cancelliere, cioè presidente del Consiglio (proprio come aveva fatto il re con Mussolini in Italia). Il sistema costituzionale weimariano era caratterizzato da un duplice sistema di sovranità: esisteva cioè un sovrano per i tempi normali (il Parlamento), e un sovrano per i momenti di eccezionalità (il presidente). Hitler ricevette quindi il potere legale da una classe dirigente incapace di far funzionare la democrazia.
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