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Il novecento- un' introduzione di Salvadori Riassunto, Appunti di Storia Contemporanea

Riassunto discorsivo del libro

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 21/01/2023

Politichesociali01
Politichesociali01 🇮🇹

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Scarica Il novecento- un' introduzione di Salvadori Riassunto e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! IL NOVECENTO: UN'INTRODUZIONE di M.L.Salvadori 1.IL NOVECENTO COME PERIODO STORICO Storia scritta= processo di autocoscienza → La ricerca storica è chiamata a soddisfare bisogni specifici di identità e a dare volto alla cultura di un certo tempo. Lo storico non è differenziato, ma seleziona gli eventi e attribuisce significato. Anche il lettore è un attore di questo processo ( sceglie cosa leggere, ha le sue domande…) Perché l’autore ha scelto una periodizzazione del 900? Non solo per studiare passato prossimo, ma perchè è un periodo dotato di pregnanza storiografica, proprietà rilevanti e specificità. Quali? La storia è divisa in antica, medievale, moderna e contemporanea. I confini di queste epoche sono date significative per l’occidente ( fine impero romano, scoperta dell’America etc..) → suddivisione prodotto dalla cultura europea e dalla centralità dell’occidente Ma questa prevaricazione europea non è arbitraria, ma è conseguenza dell’oggettivo fenomeno della crescente potenza espansiva dell'Europa nel mondo a partire dal XVI sec., determinata da fattori come il capitalismo, lo Stato Moderno, la rivoluzione scientifica, lo sviluppo tecnologico, la superiorità militare etc. Centralità Europea eretta nei secoli da coscienza europea, ma non solo da essa.→pensare il 900 in primo luogo come periodo in cui dopo essersi affermata nel XIX sec la centralità europea entra in crisi e finisce 2. LA CRISI DELLA CENTRALITÀ’ DELL’EUROPA, LE GUERRE MONDIALI E LA REDISTRIBUZIONE DEL POTERE MONDIALE Novecento: - Secolo di risveglio e rinascita dell’Asia - Fine del colonialismo in Africa - Crollo di secolari imperi - Guerre mondiali - Fascismo e nazionalsocialismo - Grandi rivoluzioni ( russia e cina rossa) - Impetuosa ascesa degli Stati uniti e cambiamenti nel mondo occidentale → fenomeni che hanno mutato il mondo, forte redistribuzione del potere mondiale Nella prima metà del sec periodi cruciali per la maturazione di crisi, collasso e crollo della centralità Europea furono: ● Dal 1898-1905 al 1917-18 ● Dal 1817-18 al 1939-41 ● Periodo secondo conflitto mondiale La sfida alla centralità europea ebbero inizio a cavallo tra 800 e 900, quando il vecchio continente aveva potenza industriale e militare senza pari. Sfida sia economica che attinente ai rapporti di forza internazionali, fu portata avanti a occidente dagli Stati Uniti e in contemporanea a Oriente dal Giappone. Intanto anche sfide interne con implicazioni sulle capacità dell’Europa di mantenere il predominio mondiale 1 Sfide dall’esterno Stati uniti: intorno al 900 diventarono la maggior potenza industriale al mondo e si innalzò a patria del capitalismo, terra d’avanguardia. Potenza economica si esprime nella volontà di intervenire nei conflitti interimperialistici→ assalto all’impero spagnolo nel 1898 e nel 1900 intervento militare contro i boxers a fianco delle potenze europee ( rivendicazione della penetrazione commerciale in Cina ) Giappone: dopo trentennio di modernizzazione, nel 1904-05 guerra contro Russia. Principali effetti dell’imprevista sconfitta russa: 1. Profonda modificazione dei rapporti di forza in Asia sud-orientale 2. Crisi del regime zarista che porterà poi a rivoluzioni 3. Accelerazione al “Risveglio dell’Asia” e ai nazionalismi antieuropei 4. Crollo dell’assunto scientifico razzista secondo cui i bianchi sono superiori Sfide interne: europa dell’inizio 900 vera e propria polveriera. Sfide principali :“assalto” tedesco alle posizioni di potere di Francia e Inghilterra + crisi grandi imperi Germania: nel cinquantennio prima di IGM rapida espansione economica della Germania unificata. A inizio secolo Germania guglielmina prende a contrastare il potere prima della Gran Bretagna e poi quello di Francia e Russia. Peculiarità unica in europa: accelerata modernizzazione economica combinata con uno Stato molto presente, saldamente in mano a un blocco dominante ( monarchia/ aristocrazia/casta militare) che controllava borghesia e classi lavoratrici. Industrialismo, autoritarismo politico militarismo = ferrea alleanza Impero zarista: tra 800 e 900 quarta ondata di industrializzazione grandi progressi in Russia, ma la modernizzazione sottopose il sistema politico e sociale a tensioni ingovernabili destinate a farlo esplodere. Industrializzazione intensa, ma limitata e la campagna era di gran lunga dominante e arretratissima. Le classi alte ritenevano che un corso riformistico avrebbe danneggiato i loro interessi→ intorno al 900 si costituiscono 2 organizzazioni nazionali: - Partito socialdemocratico: operaio e pro occidentalizzazione - Partito socialrivoluzionario: contadino e slavofilo Entrambi vogliono distruggere l’impero. 1905 rivoluzione russa. Russia aveva una posizione in europa tale che questo ebbe potenti ripercussioni su tutto il continente Impero asburgico: centro non più in grado di dominare l’insieme delle popolazioni presenti sull’enorme territorio e i moti di indipendenza. Grazie a burocrazia e esercito efficienti resiste fino a 1918. Impero ottomano: anche se popolazioni molto diverse, stessa situazione di difficoltà di gestione dell’impero asburgico. Esplode nel 1914 a seguito della rivoluzione dei “Giovani Turchi”, delle guerre Balcaniche e in Libia. 2 In gioco c’erano diverse concezioni del rapporto tra economia, società e Stato, 2 modelli opposti Germania e Inghilterra: i tedeschi opposero al liberalismo degli inglesi un’economia fortemente regolata con un sostegno statale particolarmente forte dello stato agli interessi dell’economia nazionale. La IGM diede al modello liberistico un colpo decisivo condizionando politiche economiche per trent'anni → La guerra portò tutti i paesi coinvolti a esaltare l’intervento dello Stato, maggior acquirente di beni, sistemi produttivi autarchici. Interventismo e dirigismo statali raggiunsero durante il conflitto il massimo peso in Germania e nacque il capitalismo diretto. Questo salto qualitativo portò i bolscevichi a pensare che il caso tedesco dimostrasse il declino storico dell’imprenditorialità borghese e la possibilità di un'economia regolata direttamente dallo stato. Ma il dopoguerra smentì l’idea dei socialisti che il capitalismo fosse verso la sua fine storica: nell’Europa centro-occidentale la borghesia uscì rafforzata dal conflitto e negli USA, ormai maggior paese capitalistico, negli anni 20 dominò imprenditorialità estremamente liberale. Però si confermo anche impossibilità di rilanciare la politica liberista su scala internazionale dopo la sconfitta della Germania : tendenza generale a costruire sistemi autarchici e protezionisti, soprattutto dopo la crisi del 29, che provocò immense rovine materiali e un senso di incertezza in tutti gli strati sociali→ in risposta alla grande crisi protezionismo, autarchia,politiche di maggior accrescimento del ruolo dello stato. In URSS stato dominio diretto e proprietà dei mezzi di produzione, in germania lo stato nazista orientò le finalità dell’industria e in Italia sistema misto pubblico/privato, negli USA new deal per regolarizzare rapporti economia/stato. In tutti gli stati maggiori politiche economiche improntate al riarmo. 2GM ebbe un effetto devastante sull’economia e le società dei paesi coinvolti ( morti, distruzioni,perdite economiche etc.), solo gli stati uniti uscirono quasi indenni→ alla fine della guerra dominavano economicamente il mondo→ da loro dipendeva la ricostruzione dell’Europa non sovietica e del giappone. L’Urss esce dalla guerra come una superpotenza militare e politica, gli USA superpotenza militare, politica ed economica. Inoltre politica verso i paesi vinti molto lungimirante. Forte esigenza di fronteggiare l’espansione del comunismo→no politica punitiva, ma rafforzamento delle istituzioni politiche, sostegno allo sviluppo economico dei paesi europei e cooperazione internazionale per rilancio libero degli scambi. 4.I DIVERSI MODELLI DI RISPOSTA AI CONFLITTI SOCIALI Prima metà del XX sec per effetto dei mutamenti dell’accelerazione industriale il conflitto per la ridefinizione dei rapporti di potere tra le classi sociali , che già aveva segnato il secolo precedente, esplose→ lotte delle masse per maggior benessere e peso politico( epicentro in Eu) 5 In europa e negli USA sviluppo economico e sociale faceva in modo che le classi dirigenti non potessero più controllare le massi lavoratrici con mezzi tradizionali ( repressione e paternalismo) →per conferire stabilità al quadro politico/sociale necessario elaborare strumenti in grado di rispondere all’esigenza di inserire le masse nei sistemi statali e nelle loro istituzioni. Negli ultimi decenni del XIX sec. in occidente furono elaborati da classi dirigenti e governi i modelli fondamentali delle politiche attinenti alla “questione sociale”: 1. Liberalismo borghese: mercato capitalistico come sede dello scontro degli interessi tra lavoro e capitale e successo imprenditoriale/ espansione produttiva come modo di migliorare le proprie condizioni di vita . Considera le organizzazioni sindacali come elemento positivo in quanto componente del sistema liberale, a patto che non fossero rivoluzionarie→alimentò ideologie di riformismo sociale. Soprattutto Gran Bretagna e Usa,ma secondariamente anche Francia e Italia 2. Germania Bismarkiana: il blocco formato da aristocrazia, alta burocrazia e casta militare e non la borghesia liberale aveva tutto in mano. Bismark mise in atto primo esperimento di legislazione sociale dall’alto, iniziativa diretta dello stato. 3. Impero Zarista: davanti ai problemi sociali resi più acuti dalla miserie estrema delle masse la classe dirigente arcaica impreparata che seppe solo usare paternalismo e violenza →1 e 2 efficaci, 3 portò alla rivoluzione Altri modelli non governativi ● Chiesa: progetto di società cristiana fondato su un capitalismo corretto dal solidarismo corporativo di ispirazione medievale.Sui mezzi i cattolici si divisero tra chi insisteva su paternalismo e classi alte e chi voleva formazione di organizzazioni autonome delle masse lavoratrici e “democrazia cristiana”. Compito dello stato affrontare il problema ● Organizzazioni del movimento operaio internazionale 2 risposte: - Radicale: nessuna soluzione possibile se non la fine del conflitto tra lavoro e capitale mediante rivoluzione e attribuzione ai lavoratori della gestione della produzione - Riformismo graduale: socialismo come processo volto a valorizzare lotte per l’allargamento dei diritti democratici, migliori condizioni di vita, maggiore influenza dei partiti e dei sindacati sulle istituzioni e sulla produzione Tutti questi modelli si confrontarono nel corso del 900 con le concrete condizioni sociali e politiche deii vari paesi e subirono grandi mutamenti. Russia: dopo riv. Bolscevichi il potere sovietico si presentò come il mezzo per risolvere definitivamente la questione sociale dato che segnava l’avvento delle masse lavoratrici nella direzione dello stato e l’abolizione della proprietà privata. Ma negli anni 30 pianificazione autoritaria e burocratica, rigide gerarchie, privilegi alle élites→il vecchio statalismo e autoritarismo russi si presentarono in forme nuove Il crollo del regime libertario in Germania e Italia determinò fine del conflitto non solo politico ma anche economico. Le politiche sociali di Portogallo, Italia, Spagna, Austria si ispirano direttamente agli ideali corporativi elaborati da dalla destra nazionalista che dalle dottrine sociali della chiesa. 6 Durante gli anni 30 il più significativo esempio di riformismo liberale fu quello di Roosevelt negli USA. Svolta qualitativa nei rapporti tra capitale e lavoro: tradizionalmente più privatismo, ma viene assegnato allo stato il compito di una forte iniziativa ( sempre secondo i criteri liberisti). In Svezia, Danimarca e Norvegia socialdemocrazia al governo→linea politica sociale destinata a diventare la risposta più organica e globale ai problemi della crisi economica nei paesi capitalistici. I diritti sociali entrano nella cittadinanza. Il cittadino in quanto tale ha diritto a sicurezza sociale, stato ha il compiti di sostenere occupazione e reperire risorse necessarie a sostenere strati sociali più deboli Dagli anni 40 ripresa questa linea in UK, elaborazione compiuta da liberali di sinistra e laburisti inglesi.Nasce così il modello socialdemocratico di stato del benessere, assistenziale. Grande influenza in scala internazionale.→ Diventa una caratteristica dello stato contemporaneo nei paesi sviluppati fino a quando viene messo in discussione negli anni 70. 5. I CONFLITTI POLITICI E IL GOVERNO DEGLI UOMINI NELL’ERA DELL’IMPERIALISMO, DELLA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA E DEI TOTALITARISMI Le ideologie e i sistemi politici nella prima metà del 900 sono stati caratterizzati da divisioni aspre e violente. La peculiarità di queste violente antitesi ideologiche e politiche è che sono tutte figlie del processo di modernizzazione che ha comportato la “massificazione della politica” →netta smentita dell’idea 800esca che allo sviluppo economico sarebbe corrisposta la pace. I sistemi parlamentari erano nati su suffragio ristretto (idea che proprietà e istruzione legitimassero diritto di voto), ma industrializzazione + secolarizzazione + partecipazione attiva delle masse a sviluppo economico + forza sempre maggiore di partiti e sindacati→ spinta per passaggio da liberalismo borghese a democrazia evidente già da anni 30 dell’800, lotte per allargamento del suffragio universale in tutti i paesi sviluppati e giunsero a conclusione dopo la 2GM. Massificazione politica= punto di partenza di problemi nuovi, su quali possibili forme di governo degli uomini nell’età della modernizzazione accelerata→ i tipi di risposta a questo fenomeno vennero elaborati a cavallo tra 800 e 900 e applicati nella prima metà del 900 Da un lato negazione della democrazia in sé come un mito pericoloso da combattere , costoro che erano anche antiliberalisti si dividevano a loro volta in: ● Antidemocratici tradizionalisti: nobiltà reazionaria, respingevano idea stessa dell'immissione delle masse nella sfera politica. Massima espressione zarismo russo, travolta poi da rivoluzione ● Antidemocratici moderni: accettavano massificazione della politica, ma in una strategia che aveva lo scopo di nazionalizzare le masse nello stato per dirigerle e controllare. Es: bonapartismo e bimarkismo. Evoluzioni di queste idee nel tempo numerose→concezione più dinamica rappresentata da nazionalismo antidemocratico (soprattutto francia e Inghilterra): idea che la 7 La seconda guerra mondiale fu uno scontro mortale tra obiettivi di potenza di stati in conflitto e allo stesso tempo tra diversi modelli degli uomini e delle loro società. Gli anni tra il 1945 e il 1950 caratterizzato da due processi che avrebbero influenzato il mondo nei decenni successivi: 1. Gigantesco fenomeno espansivo del comunismo: si impiantò nell'Europa orientale e in Cina. Entrambi poveri e sottosviluppati→paradosso già della riv. Bolscevica: il comunismo arrivava al potere non sull’onda delle contraddizioni del capitalismo come aveva previsto Marx, ma in condizioni di guerra combinata a arretratezza determinata dall’insufficienza di sviluppo capitalistico. Il comunismo si espanse anche in stati dove non aveva il potere ( Italia, Francia etc) 2. Ricostruzione capitalistica e democratica dell’Europa occidentale e del Giappone: poggiò in gran misura sull’enorme forza materiale del capitalismo degli USA, gli unici abbastanza forti da poter tentare di riformare il capitalismo mondiale, che fornì risorse decisive per superare crisi post-bellica. Mentre il mondo comunista faceva coincidere anticapitalismo e totalitarismo il rapporto tra mondo capitalistico e democrazia era segnato da aspri conflitti ( in Italia frattura tra social- comunisti e anticomunisti, autoritarismo filofascista in Spagna e Portogallo,Africa e Asia in gran parte ancora sotto il potere del colonialismo etc.) 6.UN'ETÀ’ DI POTENZA TECNOLOGICA, DI INSICUREZZA E DI VIOLENZA L'Ottocento europeo aveva elevato l'idea di progresso a religione laica e diffuso la fede nella pace universale: industrializzazione, innalzamento del livello di vita nelle classi inferiori, aumento delle istituzioni liberali e lotte per la democrazia, convinzione che con il connubio tra scienze naturali e sociali tecnologia e industria si potesse giungere ad un miglioramento materiale e anche spirituale. connubio di fede nel progresso tra borghesi liberali socialisti evoluzionisti, antievoluzionisti e riformisti e rivoluzionari→ idea che il miglioramento civile e la pace fossero iscritti nel secolo successivo Ma la prima metà del Novecento ha smentita quella fede→età dell'insicurezza - asservimento alle macchine, crisi della democrazia, diffondersi di autoritarismo e totalitarismo→ Dilagare dello spirito di violenza.Gli uomini fallirono nel sottoporre a l valore della convivenza civile l’enorme potenza materiale messa a disposizione dall intensissimo sviluppo industriale tecnologico e scientifico, evidente nei due conflitti mondiali. In questo periodo “storia della violenza”, coloro che lottarono per un'altra storia furono i perdenti. Ventennio precedente il primo conflitto mondiale= periodo della seminagione: i valori liberali democratici socialisti e riformisti e cristiani risultarono obsoleti → si fece avanti più che mai l'idea della violenza necessaria, da parte della destra e dalla sinistra appoggiate da molteplici schiere di intellettuali uniti nella attaccare il pluralismo culturale e la democrazia parlamentare e il riformismo. 10 → Si diffuse un'ansia di rigenerazione globale versus la decadenza del vecchio mondo→ necessità di riorganizzazione fondata su rotture violente verso soluzioni definitive e radicali. Al razionalismo deterministico e evoluzionistico dell’800 si oppone la forza dei miti e dei simboli, la potenza tecnologica da porre al servizio di nuovi stili di vita, nuove relazioni sociali e nuovi uomini. Ci volevano allora attori ed elementi oggettivi in grado di liberare tale violenza, inizialmente solo ideologica: crisi dell’ordine internazionale, i conflitti interimperialistici, la sfida anglo Franco tedesca, l'espansionismo giapponese, l'incontenibile declino degli imperi russi , austroungarici, ottomano, Cinese, la crisi balcanica, i conflitti di classe → tutti questi fattori confluirono nella prima guerra mondiale Il primo conflitto mondiale, le cui conseguenze influenzarono il ventennio in successivo, fu la dimostrazione della violenza di derivata dal militarismo scatenato e della capacità dello Stato di sfruttare le risorse umane e materiali.Gli strumenti efficaci della guerra furono: - Impiego senza precedenti dell'industria e della tecnologia - forza dello scatenamento di opposte ideologie - Inquadramento delle masse grazie all'influenza della propaganda capillare - Sfruttamento da parte degli apparati dell'estrema degenerazione dello spirito civile → questo prosperò poi nell'odio razziale. Da un lato la fine della guerra esaltò il potere dello Stato, dell'esecutivo, delle burocrazie, dell'Industria, dei mezzi di condizionamento di massa. Tuttavia manifestò la mancanza di valore della vita umana e la precarietà dell'esistenza nonché la convinzione del carattere risolutivo della violenza→ Tutto ciò alimentò l'idea di una lotta tra vecchio e nuovo che dava il diritto di annientare i deboli per ricostruire un mondo dalle fondamenta. Questo desiderio di rigenerazione globale si fece sempre più forte sia tra i rivoluzionari di destra che tra quelli di sinistra, questo confluì nel fascismo internazionale, in un nichilismo diffuso e nel crollo dei valori"borghesi" parallelamente ad un uso irrefrenabile della tecnologia che generava un senso di potenza. Il liberalismo, la democrazia, il riformismo fallirono in favore di tendenze antidemocratiche incarnate dal bolscevismo dal nazismo e dal fascismo. I diffusi conflitti politici e sociali uniti alle insicurezze generarono una sindrome totalitaria da destra e da sinistra. Russia. eredità del crollo dello zarismo, della guerra civile, del disordine economico e sociale Germania: crisi economica, sconfitta, guerra civile →le dittature promisero un mondo nuovo ed un ordine futuro senza conflitti, ricostruire società in frantumi.Messaggio salvifico: fine dei mali legati ad un infausto passato. Tratti del totalitarismo contemporaneo: ● rottura radicale col passato ● repressione di tutte le opposizioni ● partito unico ● culto della potenza tecnologica ● estetica del macchinismo ● Disciplina imposta dall’alto ● anti individualismo ● ricostruzione nuova umanità 11 “Uomini vecchi” e le loro ideologie/stili di vita diventano il nemico e si legittima una violenza illimitata →sterminio dei kulaki e olocausto nazista,reintroduzione della tortura in meccanismi scientifici di repressione politica e razziale. Violenza totalitaria fu una vera e propria “rivelazione filosofica”. Grande lezione della prima metà del nostro secolo ( Hanna Arendt). E’. un'apocalisse totalitaria che culmina con Hiroshima e Nagasaki nel 1945, suprema sintesi dell’incontro tra scienza, tecnologia e politica. Negli stessi paesi che assistettero alle d'istruzioni materiali presero piede i movimenti di resistenza con caratteristiche del tutto nuove rispetto al passato in quanto ad ampiezza, ramificazione ed organizzazione che coinvolsero i civili nella guerra. La resistenza fu espressione della ribellione dei civili al dominio terroristico occupante. Prima metà del secolo particolarmente “oscura”, ma è stato anche periodo della fine dei fascismi internazionale( resistenza fondamentale a livello di significato), ricostruzione democratica dell’Europa e inizio decolonizzazione→ nuove sfide per la convivenza umana nella seconda metà del secolo, prima fra tutte l’incombere di una possibile terza guerra mondiale. 7.I GRANDI MUTAMENTI GEOPOLITICI DELLA GUERRA FREDDA Dopo IIGM cambiamento geopolitico ancora più radicale di quello del primo dopoguerra.. La guerra era stata scatenata dal tentativo di Giap, It e Ger di costruire un nuovo ordine mondiale →mondo spaccato in due. Tentativo fallito portò a costruzione di un ordine “bipolare” fondato sul potere di due sole “superpotenze”,in netto contrasto tra loro su tutti i campi ( politico, economico etc.) Ordine Internazionale delineatosi nella seconda metà degli anni 40 poggiava su 3 articolazioni: a. Contrapposizione politica tra occidente e oriente b. Organizzazione interna dei due campi di azione c. Sfere di influenza delle due superpotenze che si estendevano pian piano nel resto del mondo →questo fu “l’ordine della guerra fredda” , ostilità dichiarate nel 1947-48 che sarebbe stata combattuta per quasi mezzo secolo ideologicamente, politicamente, socialmente , ma mai militarmente se non in “zone periferiche” Guerra fredda= totale novità della storia. Prima le guerre fredde erano fasi preparatorie a guerre calde, ma l’avvento degli armamenti nucleari, di cui sia URSS che USA si dotarono, sovvertì totalmente la logica precedente → la storia della guerra fredda si configurò come l'incessante preparazione a un “impossibile” guerra calda: una guerra del genere avrebbe provocato sterminio di entrambe le parti , ma per non scatenarla occorreva che ciascuno accrescesse incessantemente il proprio arsenale → corsa gli armamenti ininterrotta per 40 anni. “Equilibrio del terrore” → immensa sovranità di questi due stati unici in grado di avviare guerra atomica e armamenti atomici divennero scopo di tutti gli stati che miravano a propria sovranità →proliferazione di armamenti atomici 12 Il decorso della guerra fredda non fu né lineare né continuo, ma fu segnato dall’evoluzione dei rapporti tra le due superpotenze nel tempo, 3 fasi principali: 1. Fase più aspra( dopoguerra- inizio anni 60): blocco di berlino + crisi dei missili del 62 →mondo sull’orlo di un confronto nucleare, ma dalla metà degli anni 50 si cominciò ad avvicinarsi a politiche di coesistenza. Ci si era resi conto che ognuna delle due superpotenze si era stabilizzata politicamente e aveva più senso “discutere intorno a un tavolo”, ma la Cina respinge questa politica e accusa i sovietici di capitolazione davanti all’imperialismo 2. Sviluppo della coesistenza (primi anni 60-79): fase accompagnata fin dall’inizio dalla guerra del Vietnam, ma nonostante questo segnata da coesistenza. Ostpolitik tedesca di apertura verso l’est e riconoscimento reciproco degli stati tedeschi nel 72, firma dei primi trattati sulla limitazione degli armamenti nucleari e nel 75 accordi di Helsinki sui diritti umani 3. Rilancio della guerra fredda(79-metà anni 80): crisi della politica di distensione provocata da intervento sovietico in Afghanistan, politica repressiva della Polonia, dispiegamento di missili nell’Europa orientale da URSS, riarmamento degli USA Ascesa al potere nell’URSS di Gorbacev nell’85 segna prima distensione, poi crollo rapido e inaspettato dei regimi comunisti tra l’89 e il 91 →fine della guerra fredda per scomparsa di una delle due superpotenze → la mappa geopolitica del mondo subì un grosso mutamento e USA posizione di incontrastato primato economico e politico 8.LA LIBERAZIONE DEI PAESI COLONIALI E IL TERZO MONDO Tra i grandi processi del XX secolo troviamo la decolonizzazione, diretta conseguenza della crisi degli stati coloniali europei vinti e vincitori della guerra mondiale. Volontà ormai storicamente maturata dei popoli oppressi di liberarsi da oppressori, ma anche volontà di conferire alla libertà una forma moderna. un riconoscimento universale. La liberazione dei paesi subalterni fu un evento capitale della storia universale poiché cessò le conquiste e dominazioni europee iniziate agli albori della modernità→ decolonizzazione segnò la dissoluzione della centralità dell'Europa. L'impero spagnolo era quasi del tutto crollato nel XIX secolo,la Germania aveva perso le colonie dopo il conflitto, si erano diffusi movimenti anti coloniali in Asia dopo la sconfitta dello zarismo da parte del giappone, il nazionalismo indiano guidato dal Partito del Congresso e da Ghandi, correnti nazionalcomuniste in Vietnam, movimenti nazionalisti arabi per la rinascita dell'identità →tutto era quindi maturo perché la fine della guerra segnasse l'inizio della decolonizzazione Due forme di colonizzazione: ● Negoziata: fu portata avanti dagli inglesi negoziando con le élites a seguito di caute vie di riformismo ● Violenta: specialmente francesi, portoghesi e belgi non riformisti ma anche degli olandesi più riformisti, difendere con le armi i loro possedimenti fino a sconfitta 15 Varie ondate: 1. la prima ondata postbellica (1945-54)fu con l'indipendenza del medioriente, filippine, india e pakistan, birmania, ceylon, indonesia, africa settentrionale e indocina. India 1947: exemplum di decolonizzazione negoziata. 1954 indocina: violenza. 2. seconda ondata metà anni 60 Africa: Congo + Algeria nel 62 dopo guerra asprissima VS francesi. 3. la terza fase è stata segnata dagli indipendenza dal Portogallo dopo un lungo conflitto, dell'Angola e del Mozambico nel 75. poi della Rhodesia dalla Gran Bretagna nel 1980. Possiamo aggiungere la fine del regime razzista in Sudafrica con l'abolizione dell'apartheid nel 1994. segui una nuova costituzione con suffragio universale e vittoria del partito di Nelson Mandela. I paesi usciti dalla decolonizzazione costituiscono parte essenziale di quello che viene chiamato terzo mondo nel 1952 da Sauvy. Diversi significati: - paesi poveri dell'Asia Africa e America Latina - paesi non allineati con il mondo occidentale o sovietico ( conferenza di Bandung 1955 ) Terzo mondo ha acquisito una accezione negativa di non appartenenza: realtà già poco unitaria. Via via numerosi paesi hanno intrapreso la via dello sviluppo seguendo processi di modernizzazione politici istituzionali e culturali: rilevanti e risultati Cina, Messico, Brasile. Spesso il modello è stato quello sovietico della pianificazione, nazionalizzazione. Gli esiti più positivi sono stati raggiunti dai paesi di piccolissime dimensioni come Hong Kong,Taiwan, Corea del Sud, Singapore. successivamente Malaysia, Thailandia, Turchia, India, Cina. Generali miglioramenti nelle condizioni sanitarie, riduzione della mortalità, innalzamento della vita media e aumento della scolarizzazione , ma questi risultati non furono mai tali da accorciare distanza col mondo sviluppato che nel frattempo accelerò il suo sviluppo→ il divario si allargava La zona di gran lunga più debole alla fine del XX secolo restava l’Africa nera, dove miseria dominante, situazione sanitaria catastrofica, mancanza di adeguate strutture istituzionali e le guerri ricorrenti continuavano a configurare tragedia vera e propria. →conclusione: il XX secolo è stato secolo della decolonizzazione ma ha accentuato il divario di sviluppo economico rispetto al mondo sviluppato 9.CARATTERISTICHE E SIGNIFICATO DEL CONFRONTO TRA ORIENTE ED OCCIDENTE Per l'ampiezza, la globalità, la radicalità ideologica, politica e sociale, la contrapposizione tra mondo occidentale e mondo comunista fino alla metà degli anni 80 si può paragonare alla spaccatura tra mondo cristiano e mondo islamico in età medievale e moderna→ forza espansiva del comunismo per portata ed intensità che suscitò in Europa l'allarme rosso Nei primi anni del secondo dopoguerra il mondo comunista dalla fede millenaristica, si presentava come il futuro. Il consolidamento dell'URSS nell’Europa orientale e vittoria in Cina di Mao gettarono le basi per un “mondo socialista”in contrasto con un mondo capitalistico profondamente diviso: - Europa occidentale in catastrofe dopoguerra - Giappone verso la rovina per la sua politica imperialistici - Stati Uniti pieno potenza economica e politica, sicuri della propria superiorità → USA e URSS portatori di fedi attive VS europa stanca 16 Una volta calata la cortina di ferro, l'Occidente uscì vincitore a differenza dell'Unione Sovietica, provata da ingovernabili contraddizioni. Di massima importanza il rapporto tra apparenza e realtà, offuscata del tutto nel mondo comunista per diffondere l'idea di grandezza e robustezza, ma sempre di più si diffusero cinismo scetticismo mentre i problemi venivano fuori. In Occidente i grandi problemi erano per la maggior parte sotto gli occhi dell'opinione pubblica è al centro del dibattito politico. Tratto comune dei due mondi la subordinazione a una delle due superpotenze ma differenze: ● l'Unione Sovietica esercitava un rigido dominio sui paesi satelliti: non è una alleanza ma un impero →stretto controllo della politica delle forze armate e dell'economia in vista di una servile sottomissione .Annientò le opposizioni, tutti dovevano seguire il modello sovietico. ● Il ruolo guida degli Stati Uniti verso l'Europa era di leadership attiva. Seppur subordinati gli europei occidentali erano alleati e godevano di autonomia politica interna ed estera soprattutto Gran Bretagna e Francia. Viceversa gli USA furono più brutali in Asia Africa e America Latina. Da ricordare è il Piano Marshall, con cui gli USA contribuirono alla ripresa dell'Europa dopo la guerra,indiscutibile consenso maggioritario. →Unità russa poteva sembra un elemento di superiorità ma in realtà si rivelò grande debolezza. Dal punto di vista economico le due potenze erano opposte: URSS era un cimitero industriale/agricolo, in crisi demografica e con ampi problemi di ricostruzione. Invece USA erano usciti quasi illesi dal conflitto →Mentre gli USA furono in grado di riversare grandi risorse a sostegno dei paesi Europei, l’URSS dovette far fronte innanzitutto alle proprie esigenze in una condizione disastrosa e per far ciò drenò massicciamente le risorse dei già impoveriti stati dell’Est Europa 10.LA SOCIETA’ OCCIDENTALE NEL TRENTENNIO DEL GRANDE SVILUPPO Periodo dal 1945 alla prima metà degli anni 60. Rapida ricostruzione dell'Europa occidentale e crescita economica senza precedenti→la sfida lanciata dal comunismo non aveva possibilità di successo e i conflitti svegliati dai partiti comunisti furono espressione di squilibri e disagi. →nell'Europa occidentale quindi, la rivoluzione sopravvisse solo come una aspirazione. Gli USA si mostrarono decisi ad impedire una crisi economica e sociale come quella degli anni 20. La strategia inizio negli anni 40 con costituzione della Banca Mondiale il del Fondo monetario internazionale + 1948 piano marshall. Nel 1951 gli effetti in Europa erano sorprendenti (logica utilitaria economica e politica ma anche ideale ed umanitaria) →ex: incremento della produttività agricola tale da parlare per il 1950-1980 terza rivoluzione agricola. Decisivo sul interventismo statale, uso delle nazionalizzazioni e programmazione e pianificazione. In alcuni paesi si tradusse in un sistema misto pubblico privato, cosicché lo stato disegni banchiere, regolatore, imprenditore e pianificatore: si voleva intervenire dove l'iniziativa privata era carente e si voleva combattere Monopoli affermando l'interesse collettivo su quello privato, provvedere al potenziamento di servizi pubblici, combattere la disoccupazione, allargare l'occupazione. 17 I nuclei iniziali furono nel 1948 il Benelux costituito come unione doganale tra Belgio Paesi Bassi e Lussemburgo. L'organizzazione europea per la cooperazione economica, poi la Comunità Europea del carbone e dell'acciaio nel 1952 per coordinare la loro produzione ed i prezzi. Con la Guerra Fredda avanzava la necessità di unire le risorse militari dei paesi del Vecchio Continente in una Comunità europea di difesa→ 1952 Benelux, Francia, Germania Federale, Italia firmarono un trattato che avrebbe integrato il piano economico, politico, istituzionale. Tuttavia il parlamento francese nel 1954 non firmò il trattato per mantenere la propria sovranità nazionale. Si opposero anche i paesi legati alla sinistra socialista dell'Unione Sovietica. Esercito europeo sovranazionale e allargamento della Nato nel 1957 venne firmato dalla Germania federale, dalla Francia, Italia, Benelux il Trattato di Roma che diede vita alla CEE in vigore dal 1958 per regolare la circolazione delle merci, dei capitali e della forza lavoro. Si costituì poi la Comunità Europea per l'energia atomica. A questa prima fase dell'integrazione europea resta estranea la Gran Bretagna che privilegiava i rapporti con il Commonwealth e mirava a conservare un ruolo egemonico: nel 1959 fu al capo dell'european free trade association che comprendeva paesi scandinavi, Austria, Portogallo e Svizzera. sale alternativa alla cee non ebbe successo perciò tentò di entrarvi senza successo ugualmente nel 1963 e 67. Dopo la caduta di Charles de Gaulle la Gran Bretagna rientrò nel 1973.Importante per l'integrazione fu la caduta dei regimi in Spagna, Portogallo, Grecia→ entrarono nella comunità che 1986 univa 12 paesi. L'integrazione avveniva su due fronti: 1. estensione della democrazia 2. nuovi strumenti economici come il sistema monetario europeo del 1969; →Nel 1974 si costituisce il Consiglio di Europa a cui segui il Parlamento europeo. Negli anni 80 sì rischio un'involuzione in Gran Bretagna con Margaret Thatcher contraria ad un processo che mettesse in discussione la sovranità nazionale, tuttavia nel 1986 venne firmato l'atto unico secondo il quale dal 93 si sarebbe introdotto il mercato europeo con l'abbattimento di ogni barriera, sanzionato dal Trattato di Maastricht. Creazione della Banca Europea centrale e il varo l'euro, moneta unica europea entrata in vigore nel 2002 ad eccezione della Gran Bretagna. Europa= figlia nella guerra fredda nell' insicurezza della stabilità e della divisione, perché così si erano consolidati equilibri interni e politiche comuni. →il crollo dell'impero sovietico ha mutato lo scenario dell'Unione Europea che si è allargata ad altri paesi appartenenti all'influenza russa. 20 13.LA SFIDA PERDUTA DEL MONDO COMUNISTA ALL’OCCIDENTE All'inizio degli anni Cinquanta il mondo comunista aveva attuato la grande espansione dopo la vittoria contro la Germania nazista e la sconfitta nipponica→ le sue frontiere andavano dalla Germania dell'Est fino alla Cina e alla Corea del Nord. La vittoria di Mao nel 1949 con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese sembrava concludere il processo di conquista sovietico. Nell'enorme successo lo scacco alla Corea del Nord sembrava un episodio minore, l'espansione politica aveva avuto una matrice principale nel fattore militare. Dalla prima guerra mondiale l'avvento al potere dei bolscevichi, la vittoria contro la Germania e la vittoria nella guerra civile tra nazionalisti e comunisti in Cina aveva portato alla formazione dei regime dell'Europa orientale e l'avvento dei comunisti. Tuttavia di fronte al mondo occidentale quello comunista soffriva di un handicap in quanto arretrato economicamente, socialmente e culturalmente → ardui erano i compiti di ricostruzione poiché l'URSS non disponeva degli aiuti degli Stati Uniti. Con l'avvento della guerra fredda, poi, l'Unione Sovietica corse all'armamento per il mantenimento ed il rafforzamento delle forze armate con effetti negativi sullo sviluppo economico. Gli esponenti del partito fautori del modello staliniano auspicavano ad una ricostruzione; il modello era ancora quello del partito unico e della repressione, combinato alla unione internazionalistica degli Stati e alla collettivizzazione dei mezzi di produzione. Se si osserva il decorso storico del comunismo fino al crollo sovietico degli anni 80 si notano successi e contraddizioni che divennero ingovernabili. L'obiettivo era mantenere un'unità indistruttibile tra gli Stati, consolidando il socialismo. Tuttavia non fu in grado di far valere il reciproco rispetto e solidarietà ai soggetti: questo generò disuguaglianza tra gli Stati che portò alla subalternità o alla rottura definitiva. La solidarietà era solo tra i gruppi dirigenti dei partiti al potere collasso del sistema. La disparità con il mondo capitalista era soprattutto economica: dopo una prima fase di sviluppo industriale si verificò l'inversione poiché secondo il modello staliniano il settore privilegiato fu industria pesante attraverso una pianificazione mai messa in discussione. →Alla fine degli anni 50 l'industrializzazione era nettamente inferiore a quella degli Stati Uniti. Il modello staliniano si modificò con Nikita chruscev tra il 1955 e il 1964 che destalinizzò la politica: revisione della pianificazione e allargamento della Sfera dei consumi incrementando il settore agricolo e delle abitazioni. Le riforme tuttavia toccavano interessi troppo consolidati e provocarono esenzioni non tollerabili: Nikita promise che avrebbe superato di gran lunga in Stati Uniti. Fu soltanto irreale ottimismo. Nel 1964 gli succedette Breznev e la produzione aumenta fino al 1973 seguita da un inversione di tendenza tanto che l'URSS fu costretta ad importare dalla Canada e dagli Stati Uniti. Altri Stati dell' Europa orientale seguirono il modello urss con discreti successi ad eccezione dell'Ungheria e generali furono gli insuccessi nell'agricoltura. La rivoluzione in Ungheria fu soffocata nel 1956: in seguito il capo di stato mise in atto riforme che attenuassero il centralismo pianificatore del mercato socialista e aprirono agli investimenti stranieri→Apparve evidente il fallimento del collettivismo pianificato incapace di sostenere le esigenze dell'apparato militare e del crescente livello di vita. 21 Altro aspetto dell'era post industriale era l'innovazione tecnologica in informatica ed automazione. il pluralismo politico culturale e sociale ed economico considerato fallace dai sovietici si rivelò essere il punto forte degli Stati occidentali. Un'altra spia significativa dei difetti del sistema sovietico era l'eccessiva separazione della sfera civile in militare: solo verso quest'ultimo venivano convogliate le risorse produttive, la scienza e la tecnologia. L'apparente vittoria nella gara con gli Stati Uniti per la conquista dello spazio avvenne con lo Sputnik I nel 1957. Tuttavia gli Stati Uniti del 1969 portarono il primo equipaggio umano con l'Apollo 11 sulla luna. Il settore militare sovietico si rivelò un mondo a parte che pompava le risorse in modo squilibrato e non trasmetteva e risultati raggiunti nella scienza e nelle tecnologie al sistema civile. Per Gorbacev industrie un rinnovamento ma non possedeva le risorse per auto riformare in paese. Manifesta era l'esigenza della democrazia: i cambiamenti politici, istituzionali interni erano tesi a superare le strutture totalitarie ed agirono come un boomerang mettendo in crisi l'economia e scatenano divisioni e il crollo dei regimi comunisti dell'Europa dell'Est tra il 1989 e nel 1991 si dissolve l'impero sovietico. La Cina segui nella seconda metà del secolo un percorso simile. La sua storia dal 1949 al 1976 fu dominata da Mao Tse Tung: il Lenin cinese. Nel 1911 il crollo dell'impero aveva generato una enorme crisi ed i comunisti si organizzarono in un partito nel 1921 conducendo una lotta di quasi 30 anni. In una condizione di anarchia il lot si formò il Kuomintang diretto da sun yat sen appoggiato dalla Russia sovietica per ricostruire l'unità statale e resistere alla penetrazione giapponese. Conserva comunque autonomia politica ed organizzativa. Nel 1927 dissensi tra comunisti e nazionalisti portarono ad una rottura con la repressione violenta dei comunisti. Essi nel 28 avevano stabilito il governo a pechino ed i nazionalisti cercarono di distruggere il Partito Comunista organizzato sotto la guida di Mao,che nel 1931 proclamò la repubblica sovietica cinese. Nella guerra del 36 contro la Cina mostra dal Giappone, nazionalisti e comunisti si unirono nel Fronte comune e portarono i giapponesi alla disfatta nel 1945. La Cina si presentava ancora come un paese arretrato con una debolissima classe operaia: la rivoluzione era frutto della lotta di classe tra contadini poveri e strati medio-alti. I comunisti portarono alla modernizzazione e all'unità statale facendo leva sui contadini poveri tale strategia si rivelò un vincente, un comunismo nella versione maoista che poggiava sulla lotta di classe nelle campagne contro i proprietari terrieri e contro i nazionalisti borghesi. Mao Tse Tung giunse al potere nel 1949 inserisci a far valere sempre le proprie linee talvolta con esiti traumatici per il paese. Apertamente idolatrato fino a vertici religiosi ai quali neppure Hitler o Stalin erano giunti. La Cina ispirò a modelli sovietici in campo economico e politico con la statizzazione dell'industria e la collettivizzazione della terra. Nel 1958 Mao proclamò il grande balzo in avanti e chiamo la Cina a dotarsi di comuni per costituire microcosmi produttivi autosufficienti dando impulso all' egualitarismo. Tuttavia lo fece in concomitanza ad una stagione di siccità provocando una catastrofe 22 Spesso l’atteggiamento dei paesi ricchi è stato di rifiuto di assumere effettive misure per ridurre sostanzialmente l’inquinamento. Spinta incessante all’inquinamento è data anche dal preoccupante aumento demografico , a netto svantaggio dei paesi poveri, che causano non meno ondate di emigrazione e problemi di convivenza tra le diverse culture. 16. L’ASCESA DEGLI STATI UNITI AL RUOLO DI UNICA SUPERPOTENZA La prima conseguenza del crollo dell’unione sovietica è stato il passaggio del testimone agli USA che si sono imposti come superpotenza, grazie anche alla debolezza dell’Unione Europea e della Cina. →Essa ha giocato un ruolo dominante in tutti i focolai aperti e nella transizione dei paesi dell’ex unione sovietica a democrazia e all’economia di mercato. l comunismo subì un processo di involuzione quasi indolore, ad eccezione della romania. Il tentato colpo di stato del partito nel 1991 segnò il fallimento e lo smembramento dell’unione. Meno di successo furono le transizioni della Federazione Russa, nonostante l’aiuto espresso dagli USA: acutezza dei conflitti sociali e politici, mancanza di istituzioni economiche adeguate e capitalismo sconquassarono la società russa con speculazioni, saccheggi e caduta della potenza militare. La parte più drammatica riguarda la Jugoslavia di Tito che non resse alle contraddizioni interne e si scisse in repubbliche (Eccetto serbia e montenegro).Slovenia e Croazia non ebbero troppe difficoltà ma la Bosnia Erzegovina era formata da diverse etnie e religioni → guerra civile per respingere l’egemonia musulmana, con stragi di massa. Un'altra esempio indicativo della dominanza del loro statunitense negli affari mondiali fu la guerra del Golfo del 91 e aveva avuto luogo Quando l'Unione Sovietica non era ancora scomparsa Ma era ormai agonizzante la guerra provocata dall'invasione del Kuwait dall’esercito dell'Iraq era posta sotto l'egida dell'ONU con la partecipazione di vari paesi ma aveva visto protagoniste le forze armate americane e proprio dagli Stati Uniti erano state compiute le scelte strategiche e politiche decisive. →Gli Stati Uniti dunque alla fine del secolo detenevano negli affari del mondo una capacità di influenza che nessun altro paese avrà avuto nell'età moderna e contemporanea. D'altro canto l'esercizio di questo ruolo di superpotenza solitaria creava inevitabilmente grande difficoltà in termini di scelta di linea politica e militare. 17. LA GLOBALIZZAZIONE, LA CRISI DEI SISTEMI TRADIZIONALI, I NUOVI PROBLEMI DEL GOVERNO DEL MONDO E LA FINE DEI CONFLITTI SOCIALI E IDEOLOGICI TRADIZIONALI Ultimi decenni del Novecento: rivoluzione economica e sociale paragonabile alla rivoluzione Industriale→ riduzione degli addetti all’agricoltura, contrazione dell’industria e della classe operaia con un’espansione del settore terziario (USA 70% nel 1955). Simbolo della riorganizzazione del lavoro dall’abbandono del taylorismo e della catena di montaggio in favore del lavoro di squadra ed impianti automatici con impiego dei robot. 25 Economia dallo sviluppato settore terziario in relazione al rinnovamento delle tecnologie e delle forme dell’organizzazione del lavoro, un’economia che sempre meno assicura il “lavoro per la vita” in un continuo turn over in favore del ricambio dei soggetti obsoleti per la manodopera meglio qualificata. Per evitare la disoccupazione si deve garantire la mobilità e una base produttiva in espansione. La crescita economica a metà anni 70 puntava molto sull’industria siderurgica e metalmeccanica, con l’intervento del dirigismo statale e della spesa pubblica a fini sociali: strutture del Welfare State, burocrazia con oneri pesanti per le pubbliche finanze che spinsero alla pressione fiscale - →crisi dello stato fiscale. Qui si colloca l’attacco culturale e politico condotto dai fautori di una nuova libertà , una rinascita neo-liberista. Tale politica trovò l’appoggio in GB con la Tatcher e in USA con Reagan. La prima, primo ministro dal ‘79 al ‘90, smantellò l’eredità delle politiche sociali laburiste riducendo la spesa pubblica e le strutture del Welfare, attaccando il potere delle Trade Unions in nome del mercato e dell’iniziativa individuale→ notevole ripresa a discapito delle condizioni di vita. Parallelamente agì il Partito Repubblicano di Reagan dall’81 all’89: promosse i valori dell'individualismo, stimolò l’azione privata a vantaggio degli strati alti pur aumentando il debito pubblico ed accrescendo il divario sociale. Tali furono gli effetti del neoliberismo da aprire una nuova era : la rivoluzione conservatrice.Divenne una corrente internazionale in tutto il mondo sviluppato→ privatizzazioni, ostilità ai sindacati,riduzione delle spese sociali, maggiori dopo il crollo sovietico. In occidente la vittoria della guerra aveva favorito l’attenuarsi delle barriere protezionistiche ma anche il rafforzamento delle imprese multinazionali, volte ad insediarsi dove le situazioni apparivano favorevoli. Neoliberismo + antistatalismo + libero scambio condizioni favorevoli al trasferimento delle tecnologie + scomparsa del comunismo e allargamento del capitalismo + adozione del mercato socialista da parte della cina + bisogno dei paesi poveri di attrarre capitali + mondializzazione dei mercati finanziari e spinta all’omologazione delle produzioni = mondo come villaggio globale→ globalizzazione: imprese e capitali viaggiano in base alla convenienza, gli investimenti e i profitti. Attuazione del sogno della borghesia liberale di unificare il mondo sotto internazionalismo capitalistico. Tuttavia il fenomeno è anche culturale sociale e politico. Promuove le esportazioni di modelli culturali, stili di consumo e facilita le ondate migratorie arricchendo il pluralismo etnico e religioso non senza difficoltà di integrazione. Tutto ciò trova il centro propulsore negli USA tanto da poter parlare di occidentalizzazione o americanizzazione. Tutto ciò comporta anche benefici per i paesi meno sviluppati immessi nel mercato unico dove traggono spinte modernizzatrici. Vengono però anche colpiti dalla concorrenza dei paesi avanzati. Tale occidentalizzazione ha anche causato il dissenso delle forze del Terzo Mondo tra cui le forze integraliste islamiche, che si sentono minacciati e vogliono difendere il proprio modo di vivere 26 →Dunque, nel mondo sviluppato, coesistono due tipi di reazione che hanno il comun denominatore nel disagio creato dalla globalizzazione capitalista. ● I lavoratori che si sentono minacciati dai lavoratori immigrati e vogliono proteggere la propria identità/cultura/tradizione ● I no global di prevalente estrazione giovanile originatesi negli States; si associano ad essi diversi gruppi tra cui umanitari laici e religiosi che sostengono le popolazioni povere del pianeta e si oppongono a una globalizzazione dominata dai centri della finanza e dell’industria. Sostengono che la ricchezza si stia concentrando nelle mano dei paesi già ricchi e in gruppi ristretta aumentando un divario già abissale. Un problema a cui far fronte è il pericolo di omologazione che tende a cancellare le identità con conseguente impoverimento culturale e sociale. Come, quindi,governare le trasformazioni che valicano i confini degli stati?→coscienza di interdipendenza per cui ciò che avviene in uno stato si ripercuote necessariamente sugli altri e può minacciarli. Ex: ecologia . Altrettanto rilevanti sono i conflitti locali che necessitano l’attenzione di tutti gli stati, per preservare i diritti fondamentali umani, al di là della supervisione delle Nazioni Unite che negli ultimi decenni sembra sempre più sottoposta alle influenze americane. Sempre più voci, quindi, chiedono la costituzione di un governo Mondiale, ancora troppo lontano. Evidente è la crisi avanzata degli Stati Nazionali, data l’interdipendenza creata dal processo di globalizzazione. Altro problema emerso è la relazione tra potere politico ed economico e l’efficacia della democrazia in tali condizioni: essa va riplasmata all’interno ed oltre i confini presenti. Le decisioni prese dai paesi più sviluppati influiscono sulla vita di milioni di individui secondo logiche che spesso sfuggono al controllo della democrazia. E’ in quest’ottica che le decisioni politiche dipendono spesso da quelle del potere economico e gli stati assumono carattere di centri di organizzazione e amministrazione del mercato unificato→ soggetti ad oligarchie economiche.Poteri transnazionali da cui dipendono i modi di vita delle persone in conseguenza a scelte politiche ed economiche. Il destino degli Stati sembra delinearsi secondo due strade: 1. subordinazione ai centri finanziari 2. istituzione di organi politici internazionali con poteri sovrani sui centri economici. →necessità di un potere forte, consapevole e realmente democratico che contrasti gli squilibri. La globalizzazione non avrebbe potuto avere effetti tanto eclatanti senza la fine del comunismo come ideologia, che ha posto anche fine ai conflitti ideologici sorti a metà 800. → fine delle ideologie? Sicuramente uno svuotamento rispetto a 800/900, ma esistenza di fenomeni come il fondamentalismo islamico rende difficile fare questa affermazione 27
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