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Il Panopticon tra ieri ed oggi - tesina di Sociologia della Devianza, Tesine universitarie di Sociologia della devianza

Tesina di Sociologia della Devianza Facoltà: Dipartimento di Economia, Società, Politica (DESP) Classe: Sociologia on-line L40, Corso in presenza Professore titolare del corso: Fabrizio Pappalardo Anno accademico: 2017/2018 Documento redatto in sostituzione all'esame orale previsto per il corso in oggetto. Prova superata con esito 28/30.

Tipologia: Tesine universitarie

2018/2019

Caricato il 11/01/2019

rebecca-zurletti
rebecca-zurletti 🇮🇹

3.8

(4)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il Panopticon tra ieri ed oggi - tesina di Sociologia della Devianza e più Tesine universitarie in PDF di Sociologia della devianza solo su Docsity! IL PA NOPTICON TRA IERI E OGGI Tesina del corso di Sociologia della Devianza 1 Facoltà: Dipartimento di Economia, Società, Politica (DESP) Classe: Sociologia on-line L40, Corso in presenza Professore titolare del corso: Fabrizio Pappalardo Anno accademico: 2017/2018 INDICE INTRODUZIONE ........................................................................................ ................................. 2 1. PESTE E LEBBRA: DUE CALAMITÀ A CONFRONTO ................................................... 3 2. IL PANOPTICON ............................................................................................ ............................. 3 3. DIFFERENZE TRA CITTÀ APPESTATA E PANOPTICON ........................................... 5 3.1 LE DUE FACCE DELLA DISCIPLINA ................................................................... 6 3.2 LA FORMAZIONE DELLA SOCIETÀ DISCIPLINARE .............................. 8 4. FACEBOOK ...................................................................................... .............................................. 9 5. CONCLUSIONI ................................................................................. ............................................. 13 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ............................................................................................. 15 2 La peste, d’altro canto, crea schemi disciplinari, addestra, ripartisce ed analizza. Il sogno politico della peste è una società disciplinata che porta all’utopia della città perfettamente governata, sorretta da gerarchie, sorveglianze, controlli, registrazioni. Proprio per questo suo carattere utopistico, la città appestata è spesso stata il punto di partenza per la convalida delle discipline perfette: i governanti, postulando lo stato di peste, che idealmente rappresentava lo stato di confusione, caos e disordine per eccellenza, avevano modo di “testare le discipline perfette” 2. IL PANOPTICON Il Panopticon, progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham, è la figura architettonica di questa composizione: alla periferia una costruzione ad anello, al centro una torre di sorveglianza tagliata da larghe finestre che si aprono verso la faccia interna dell’anello. La costruzione periferica è divisa in celle con ognuna due finestre, una sull’interno l’altra sull’esterno dell’anello, per poter far penetrare la luce. Questo dispositivo “gestisce” lo spazio in maniera tale che vi sia sempre visibilità e sia possibile riconoscere gli individui immediatamente. Dei tre principi della segreta – rinchiudere, privare della luce e nascondere, viene mantenuto esclusivamente il primo, ovvero la funzione di rinchiudere. La visibilità, all’interno del Panopticon, è una trappola. Essa permette, in primo luogo, di evitare la formazione di masse nei luoghi di detenzione: ognuno ha il suo posto e viene osservato direttamente dal sorvegliante, ma 5 le mura della cella lo rendono comunque isolato dagli altri detenuti – è visto (si suppone continuatamente) ma non vede. Il Panopticon mira ad annullare la collettività, derivante dal formarsi della folla, in favore di tante singole e separate individualità. Da qui deriva l’effetto principale del Panopticon: indurre nel detenuto un senso costante di visibilità (egli è consapevole che può essere visto in ogni momento) il che assicura un funzionamento automatico del potere – il detenuto, nella solitudine della sua cella, è assoggettato, perseguitato e dominato dal “timore” e dalla consapevolezza di essere (o di poter essere) costantemente osservato. Per far si che il potere venga esercitato non è vincolante che il detenuto venga effettivamente osservato: è sufficiente sapere che la sorveglianza, anche se discontinua, è comunque sempre presente e può verificarsi in ogni momento senza preavviso. Bentham introduce il principio del potere visibile ed inverificabile: visibile in quanto il detenuto avrà sempre di fronte la torre dalla quale viene spiato; inverificabile nel senso che il detenuto non ha modo (e mai lo avrà) di accertarsi di quando viene effettivamente osservato, ma sa e deve sapere, che ciò può accadere in ogni istante. Nell’anello si è sempre visti senza mai vedere, viceversa nella torre centrale si vede senza essere visti. Tratto, a parere mio straordinario, di questo meccanismo è che risulta essere poco rilevante chi “spia”, chi sta nella torre. Chiunque sia il sorvegliante, chiunque eserciti il potere o quali siano i motivi che spingono alla detenzione/osservazione, il Panopticon produrrà effetti simili ed omogenei di potere. “Un assoggettamento reale nasce meccanicamente da una relazione fittizia. (....) Colui che è sottoposto ad un campo di visibilità, e che lo sa, prende a proprio conto le costrizioni del potere; le fa giocare spontaneamente su se-stesso; 6 inscrive in se-stesso il rapporto di potere nel quale gioca simultaneamente i due ruoli, diviene il principio del proprio assoggettamento.” 1 Il Panopticon, inoltre, può essere considerato sia un “laboratorio” che un “serraglio”. Sotto il lato “serraglio” il Panopticon permette di stabilire delle differenze: osservare sintomi o abitudini e monitorare le prestazioni. Dal lato “laboratorio” può essere utilizzato come macchina per addestrare, sperimentare punizioni e medicamenti o modificare i comportamenti. Esso può essere inteso come una sorta di laboratorio del potere, ma allo stesso tempo può fungere da apparecchio di controllo sui propri meccanismi; se è vero che dalla torre il sorvegliante ha l’opportunità di vegliare su ogni cella e di “spiare” il suo occupante, allo stesso modo, lui stesso potrà essere osservato con facilità. Ad esempio, tramite un’ispezione, con un solo sguardo si sarà in grado di capire l’intera organizzazione, così come saranno subito visibili eventuali errori – in quel caso, il “Signore del Panopticon”2 diverrà la prima vittima della sua incompetenza. 3. DIFFERENZE TRA CITTÀ APPESTATA E PANOPTICON Le importanti differenze tra la citta appestata e il Panopticon segnano le trasformazioni del programma disciplinare in un secolo e mezzo. Nella città appestata, contro il male che rappresenta appunto la peste, si erge il rigore del potere, costruendo, per un momento, la città perfetta. Il potere è qui visibile e presente: ripartisce ed immobilizza in modo violento costruendo un apparente perfezione. 7 1 M. Foucault, “Sorvegliare e Punire – nascita della prigione”, Einaudi, Et saggi, pag. 220-221 2 Bentham, “Panopticon” cit., tomo IV, pag.177 (tratto da M. Foucault, “Sorvegliare e Punire – nascita della prigione”, Einaudi, Et saggi, pag. 220-221) <<quarantena>> sociale, fino al meccanismo indifinitamente generalizzabile del <<panoptismo>>.”5 Ciò che era stato descritto da Bentham come un programma tecnico, Julius, parlando del principio panoptico, lo interpretava come un processo storico compiuto. 6 L’antichità era stata una civiltà di spettacolo: nei circhi, nei templi e nei teatri la società si tramutava, per un istante, in un corpo unico; l’età moderna, invece, pone il problema inverso. In una società dove gli elementi principali non sono più la comunità e la vita pubblica, ma gli individui privati da una parte e lo Stato dall’altra, l’età moderna è una civiltà della sorveglianza - noi non siamo sui gradini di una scena, ma in una macchina panoptica, investiti dai suoi effetti di potere. 3.2 LA FORMAZIONE DELLA SOCIETÀ DISCIPLINARE La formazione della società disciplinare rinvia a diversi processi storici – economici, giuridico-politici, scientifici – entro i quali prende posto: I) Le discipline sono tecniche per assicurare la regolamentazione delle molteplicità umane tentando di definire una tattica di potere che risponde a tre criteri – rendere l’esercizio del potere il più economico possibile, far sì che gli effetti di tale potere siano quanto più possibile estesi ed intensi, collegare questa resa economica del potere agli apparati entro i quali esso stesso si esercita. In breve, far crescere di docilità e di utilità tutti gli elementi del sistema. 10 5 M. Foucault, “Sorvegliare e Punire – nascita della prigione”, Einaudi, Et saggi, pag.235 6 N.H. Julius, Leçons sur les prisons II) La modalità panoptica del potere non è il prolungamento delle strutture giuridiche di una società ma non ne è neanche indipendente. Le discipline vanno intese come un “controdiritto” in quanto creano tra gli individui un legame “privato”, che è un rapporto di costrizioni interamente differente da un contratto; permettono quindi di falsare il diritto. La prigione si colloca qui: nel punto in cui avviene il passaggio da potere in grado di punire a potere disciplinare volto a sorvegliare e dove la riqualificazione del soggetto di diritto diviene addestramento utile del criminale. III) la combinazione di questi procedimenti della disciplina, grazie anche alla formazione di nuove conoscenze, porta ad una continua formazione di potere, che a sua volta, pone le basi per possibili nuove conoscenze. 4. FACEBOOK Foucault, nelle sue analisi, applica lo schema panottico al contesto della fabbrica, dell’ ospedale e della scuola. Suggerirei che, nel contesto della società moderna, è possibile individuare un'altra forma di schema panottico incorporata negli smartphone, nei browser Web e nelle vite di circa 2,2 miliardi di utenti. 7 Facebook, anche a livello strettamente strutturale, ha un innegabile somiglianza con il Panopticon. Per notare questa similitudine, è sufficiente analizzare il social network dal punto di vista dell'utente. Facebook, non appena un individuo si unisce alla piattaforma, fornisce un'identità specifica a ciascun utente, attraverso la creazione di un “alter ego”. Questa “personalità digitale” è contenuta nella pagina del profilo dell’utente, nella 11 7 A partire dal quarto trimestre del 2017, Facebook ha avuto 2,2 miliardi di utenti attivi mensilmente https://www.statista.com/statistics/264810/number-of-monthly-active-facebook-users-worldwide/ "timeline" ed è rappresentata dall'immagine del profilo. Dal momento della creazione del profilo in poi, l'attività di ogni singolo utente può essere trovata ordinata cronologicamente all'interno dell’omonima sezione (la “cronologia” appunto). Ogni volta che questo utente esegue un'operazione all'interno della rete, è possibile trovare la registrazione di tale operazione nel suo "log delle attività" - un'estensione della pagina del profilo. Poiché ogni movimento dell’utente (sia esso un "mi piace", un commento, una foto, una pubblicazione o una "condivisione") proviene ed esiste (e viene registrato per poi apparire nella cronologia come citato in precedenza) all'interno della pagina del profilo, la pagina stessa funziona essenzialmente come "cella" dell’utente di Facebook. La pagina/profilo risulta essere l’unico luogo in cui le attività dell’utente di Facebook possono essere visionate nella loro completezza. 8 Rapporti inerenti l’attività dell’utente vengono automaticamente inviati agli altri utenti ad esso connessi (i cosiddetti “amici”), i quali ricevono, attraverso la “newsfeed”, aggiornamenti dettagliati in tempo reale. Per parafrasare, la “newsfeed” riporta la cronologia delle attività di ogni singolo utente con il quale siamo connessi (ovvero, le attività dei nostri amici). Tramite questo strumento – la newsfeed, è possibile monitorare e partecipare alle attività dei nostri contatti: la newsfeed diventa così la torre del Panopticon e noi diventiamo i sorveglianti L’utente ha il potere e la facoltà di osservare senza essere visto in quanto la “nostra presenza” diventa palese solo ed esclusivamente quando interagiamo con ciò che stiamo osservando, cioè quando influenziamo l’attività dei nostri amici, ad esempio, scrivendo un commento, mettendo un “mi piace” o condividendo un loro contenuto. Se invece ci limitiamo a 12 8 In generale, a meno che non vengano predisposte particolari impostazioni al fine di limitare la visibilità da parte di alcuni (o tutti) gli utenti, ogni profilo è pubblico, così come lo sono le azioni ad esso collegate. È sufficiente un rapido “colpo d’occhio” per avere un’idea, anche se superficiale, dell’utente. considera il numero di soggetti su cui è stato condotto l’esperimento, si raggiunge una quota di 340.000 possibili voti. Sebbene Facebook non abbia esplicitamente violato la privacy dei suoi utenti, l’applicazione di questa tipologia di esperimento risulta particolarmente discutibile sul piano etico, soprattutto se si considera che gli utenti coinvolti erano all’oscuro della loro partecipazione a tale esperimento. Ritornando al paragone tra Facebook e Panopticon, è importante sottolineare una variazione chiave nello schema panottico di Facebook: gli utenti di Facebook non occupano solo le singole celle, ma occupano simultaneamente la torre di guardia. L’utente di Facebook non ha un ruolo statico: è simultaneamente prigioniero e guardia. Non è solo sorvegliante o esclusivamente sorvegliato, ma occupa allo stesso tempo entrambe le posizioni; egli è sia nella torre, sicuro della sua invisibilità e in posizione di vantaggio rispetto a coloro che osserva, ma può allo stesso tempo divenire “vittima del controllo” ogni qual volta palesa la sua presenza postando la propria attività. Questo cambiamento di ruolo è immediato e può avvenire in qualunque momento, come è presente in qualunque momento la consapevolezza di essere (o poter essere) osservati. 15 CONCLUSIONI Sebbene ci possa essere una "fluidità" nella popolazione di Facebook (il 61% degli utenti afferma di aver preso una pausa da Facebook per un paio di settimane o più12) il numero di utenti giornalieri è in costante aumento. Il numero crescente di utenti conferma che gli individui continuano a scegliere la piattaforma, nonostante le sempre maggiori preoccupazioni per la privacy e la sicurezza online. Inoltre, gli utenti di Facebook hanno maggiori probabilità di essere attratti dalla piattaforma a causa di un bisogno psicologico di connettività sociale e senso di comunità: tutte componenti che Facebook può fornire. Pertanto, si può ipotizzare che questo “attaccamento” alla piattaforma – ed, in alcuni casi, un ritorno alla stessa, siano dettati dal fatto che il desiderio di connettività e comunità sociale è probabilmente più forte delle esistenti preoccupazioni concernenti la privacy. Facebook promuove una norma dettando le regole che gli utenti devono seguire quando pubblicano contenuti e punisce coloro che non sono conformi. La "norma", nello specifico, si riferisce al contenuto il quale, se ritenuto accettabile e conforme, verrà pubblicato; nel caso in cui il contenuto in oggetto dovesse risultare deviante dalla norma, dovrà essere corretto. Facebook identifica i contenuti dissonanti monitorando i post pubblicati e rispondendo ai report degli utenti. Punisce o "corregge" i contenuti che determina come devianti dalla norma bloccandoli o rimuovendoli al fine di ripristinare la normalità. Facebook, inoltre, si serve di particolari ed argute forme di normalizzazione del giudizio integrando una serie di “pungoli” che incoraggiano l'utente ad 16 12 http://www.pewinternet.org/2013/02/05/coming-and-going-on-facebook/ Lee Rainie, Aaron Smith, and Maeve Duggan, “Coming and Going on Facebook,” inserire informazioni personali per completare l’omonima sezione del suo profilo. Un metodo utilizzato da Facebook per stimolare i propri utenti ad integrare informazioni è una barra di avanzamento presente nella propria pagina del profilo che indica la percentuale di completamento della sezione "Informazioni"; tale barra non solo mostra quanto completo, a livello di informazioni, risulta essere un dato profilo, ma permette all’utente di modificare, aggiornare ed incorporare maggiori dettagli in ogni momento. 13 Creando una struttura adatta alla suddivisione ed alla sorveglianza dei propri utenti, raccogliendo continuamente informazioni – da e sugli utenti stessi, ed applicando norme, Facebook incarna il proprio schema panottico. Proprio come il Panopticon utilizza strategie di osservazione gerarchica, esame e normalizzazione del giudizio per esercitare il potere attraverso la disciplina, così Facebook utilizza metodi simili per stabilire un proprio corpo sociale disciplinato. Come già menzionato in precedenza, gli utenti, sebbene generalmente consapevoli della sorveglianza di Facebook sulla loro attività, scelgono di rimanere parte della piattaforma nonostante le crescenti preoccupazioni. In tal modo Facebook incarna uno schema panottico – un apparato disciplinare – con un particolare vantaggio: i “prigionieri” entrano e rimangono entro i confini di Facebook per loro volontà. 17 13 Al momento le categorie che Facebook propone sono le seguenti: Lavoro e istruzione, Luoghi in cui hai vissuto, Informazioni di contatto e di base, Familiari e relazioni, Dettagli su di te, Avvenimenti importanti
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