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Il Papato nel Medioevo - C. Azzara, Sintesi del corso di Storia della Chiesa

Riassunto de "Il papato nel Medioevo" di Claudio Azzara

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 13/04/2021

Guido.Saporetti
Guido.Saporetti 🇮🇹

4.5

(55)

13 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Il Papato nel Medioevo - C. Azzara e più Sintesi del corso in PDF di Storia della Chiesa solo su Docsity! Il Papato nel Medioevo Il papato nel tardo impero Romano A partire dal 100 d.c Roma veniva già riconosciuta come la più importante tra le sedi episcopali (Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, Costantinopoli). 313  l’editto dell’imperatore Costantino concede alle comunità cristiane la libertà di culto. Conseguenza di ciò è l’aumento della richiesta edilizia per strutture di culto. In merito proprio a Roma vengono costruite la Basilica Lateranense e (fuori dalle mura) della Basilica Vaticana (Antica basilica di San Pietro), insieme questi due edifici costituivano il fulcro del cristianesimo. Costantino poi donerà alla chiesa terreni in Italia, Africa e Gallia. 380  Editto di Tessalonica, promulgato dall’imperatore Teodosio, il quale ammette il cristianesimo come unica religione. Avviando la persecuzione di tutte le altre. Da questo momento i vescovi si adopereranno verso un consolidamento istituzionale. Vengono introdotti gli scrinia ovvero uffici dove lavoravano notai specializzati. Damaso  Avviò un opera di precisazione teorica del ruolo del pontefice romano, la Chiesa vaticana in merito viene denominata sede apostolica e nel 382 venne ufficialmente affermato il primato della sede di Roma. Egli avviò poi il progetto della traduzione della Bibbia in latino, fatta da San Girolamo (la Vulgata). Siricio  Introduce le lettere decretali, con le quali il papa poteva comunicare al di fuori di Roma con le altre autorità ecclesiastiche. Leone I Magno  il consolidamento dell’autorità papale raggiunge il suo perfezionamento con questo papa che proclamò il Papa di Roma come erede di Pietro (indegno). Il Vaticano viene definito come un principatus (una monarchia di fatto) di diritto divino, diverso quindi da quello imperiale. Il papato rimaneva però debole nella parte orientale dell’impero, e lo stesso imperatore Giustiniano successivamente la equiparerà alle altre 5 sedi episcopali. 476  dopo la caduta di Roma il papato ora dipendeva non più dall’autorità imperiale ma esclusivamente dall’aristocrazia senatoria, la quale continuava a fare donazioni alla chiesa di Roma per cercare di mantenere il controllo sui propri beni ceduti alla stessa chiesa. La situazione però non fu stabile, anche se il papa era eletto dal clero e dal popolo era fondamentale il ruolo svolto dalle famiglie senatorie, e in merito per la scelta del papa si scatenarono lotte interne tra le varie fazioni familiari. 484  Il papa di Roma e il patriarca di Costantinopoli si scomunicano a vicenda per ragioni di dottrina (sullo sfondo ovviamente era chiave il problema della primazia). Simmaco  fu il primo papa a insediarsi in Vaticano, questo perché per una lotta aristocratica venne eletto un antipapa che si insediò nel Laterano. Gelasio  delineò una collaborazione alla pari nell’opera di governo del mondo Cristiano tra le due realtà universali ovvero papato e impero. Questo in base al fatto che dopo Cristo gli officia non potevano presumere di emulare il Signore e dovevano per forza mantenersi separati. Successivamente tra gli argomenti che i papi avrebbero formulato per stabilire se stessi come massima autorità del mondo cristiano vi fu anche quello che nel momento del Giudizio finale i successori di Pietro sarebbero stati chiamati a garantire la condotta di tutti i cristiani. Con questo Papa lo stesso termine, che derivava da “padre”, divenne esclusivo di Roma. In questo periodo poi la funzione dei doveri pastorali verso la propria diocesi si assommava ad altri più estesi. In primo luogo egli aveva infatti acquisito funzioni di governo ecclesiastico su una vasta provincia che comprendeva le regioni centro meridionali e le due Isole. Inoltre al papa (teoricamente) avrebbero dovuto far capo le diocesi di occidente. Nonostante i numerosi tentativi di imporre una sorta di autorità e di supremazia, sulle altre sedi episcopali e diocesi del mondo cristiano sostanzialmente in oriente non veniva riconosciuta e in occidente le diocesi e le chiese locali tendevano a conservare una sorta di autonomia ( soprattutto Antiochia la quale si credeva fosse stata fondata dall’evangelista Marco). In sostanza l’unità del mondo cristiano era basata esclusivamente sulla fede religiosa comune a tutti i fedeli, internamente il sistema era lacerato. Durante le invasioni barbariche in concomitanza con lo sgretolamento dell’impero romano in tutti i suoi livelli amministrativi, la figura papale assunse un ruolo di fornitore di servizi alle anime. Servizi come rifornimenti, giustizia e protezione 410  Alarico compie il sacco di Roma, distruggendola e deprendandola, l’allora papa Innocenzo I si prodigò nel soccorso agli abitanti Leone I Magno  Viene fatto Papa nel 440. Prese parte nel 452 ad un evento unico: una missione diplomatica a fianco di ambasciatori e rappresentanti nella quale il papa incontrò insieme agli altri il capo unno Attila, il quale venne convinto a ritirarsi in seguito alle sue continue espansioni e conquiste che mettevano in pericolo anche l’Italia. Dopo tale vicenda si creò parallelamente una versione più romanzata della vicenda secondo la quale Leone avrebbe fermato Attila da solo, intimorendolo con la sola forza della fede e la protezione di San Pietro. La diffusione di questa versione alimentò e consolidò la percezione dei pontefici romani come protettori e difensori della comunità cristiana. Tre anni più tardi, nel 455 Roma venne nuovamente saccheggiata dai barbari e il papa che non riuscì ad evitare l’attacco si prodigò nel soccorso e nella ricostruzione. ________________________________________________________________________________________________ Durante il regno Goto, soprattutto in Italia si ricorda la situazione papale come momento di grande difficoltà. Dall’arrivo ufficiale dei barbari all’interno dell’impero e con la deposizione di Romolo Augusto nel 476 i rapporti tra chiesa e barbari variarono a seconda della zona geografica (in alcune zone come Spagna e Francia gli stessi re barbari si convertirono al cristianesimo ponendo così le basi per un integrazione sociale) ma in Italia la forte adesione dei goti alla fede ariana come carattere distintivo dall’aristocrazia romana non permise nessuna integrazione, si viveva in sostanza in una situazione di equilibrio ma quest’ultimo venne meno quando subentrò il re Teoderico che avviò una politica di aggressione e repressione dell’aristocrazia senatoria. Arresti e omicidi per mano gota erano all’ordine del giorno. Lo stesso papa Giovanni I fu costretto a rappresentare Teoderico a Costantinopoli in veste di ambasciatore per far si che la guerra verso la quale si stava precipitando venisse scongiurata, non avendo raggiunto tale obiettivo il papa tornato a Roma venne accusato dai goti di tradimento e gettato in prigione a morire. La guerra che seguì durò dal 535 al 553 alla fine della quale vinse l’impero, ma i goti lasciarono l’Italia in uno stato di miseria, vuoto politico, degrado infrastrutturale, degrado edilizio e una diminuzione demografica. 554 col termine della guerra Bizantino-Gota l’impero si ristabilì in Italia e Africa, dando un ruolo di spicco al papato nel riequilibrio della penisola. Ma fu proprio in questo periodo che il papato subì forti umiliazioni proprio a opera dell’imperatore (Giustiniano su tutti). Il papato e la Riforma della Chiesa La chiesa del X-XI secolo è contraddistinta da un fattore di degrado basato sulla mescolanza di ruoli e funzioni tra i vari ordinamenti ecclesiastici. Generalmente si parla di cariche episcopali occupate da aristocratici in cerca di lucro e l’alto clero veniva classificato generalmente come composto da soggetti senza vocazione e senza spessore morale, non solo: il fatto che fossero laici e senza morale li portava anche da ecclesiastici a condurre uno stile di vita laico. Nascono così in vari ambienti, anche molto diversi tra di loro, idee di riforma che però vennero contrastate da tutte quelle forze che dal loro status quo traevano un forte profitto. In questo quadro gli ambienti monastici si fanno molto propositivi. Cluny  monastero fondato nel 910 che riuscì a creare una rete di monasteri detti priorati, indipendenti se non direttamente dal papa, grazie alle donazioni aristocratiche. Il monastero era improntato alla preghiera e auspicavano a una riforma dell’intera struttura della chiesa verso una direzione monastica. Dopo Cluny ci furono altre spinte monastiche che vollero portare la chiesa a uno stile eremita come nel caso dei monaci certosini. Oltre a iniziative riformatrici da parte dei monasteri se ne svilupparono in ambienti laici che auspicavano un ritorno alla chiesa delle origini, soprattutto nelle città (va ricordata la pataria milanese). Le iniziative laiche erano molto più radicali di quelle monastiche e infatti il clero riformatore dovette smussare certi eccessi per quanto riguarda queste. La lotta sostanzialmente si incentrava su due punti, ovvero pratiche comuni di vescovi ed ecclesiastici che suscitavano non poco scandalo: simonia e nicolaismo. ________________________________________________________________________________________________ 1046  con Clemente II messo sul soglio da Enrico II il papato ha la possibilità di avviare una stagione di consolidamento istituzionale. La nuova alleanza infatti tra papa e impero permise di dare immediatamente via a un opera di rinnovamento. Ci fu un rinnovamento del collegio cardinalizio, al quale vennero fatti affluire membri provenienti da tutto l’Occidente. Vennero promossi diversi concili in cui si affrontarono soprattutto i temi della simonia e nicolaismo. In questa azione graduale il papato si poneva ora come guida dei movimenti riformatori, riuscendo piano piano a ridurre la forza dell’episcopato. Leone IX rinnovò il collegio cardinalizio. Sotto il suo pontificato nel 1054 ci fu lo scisma definitivo: l’ennesimo strappo con Costantinopoli: il patriarca fece chiudere chiese e monasteri latini dopo varie contestazioni i due si scomunicarono a vicenda e si giunse alla definitiva separazione tra cattolicesimo romano e ortodossia bizantina, che ancora oggi è presente. Il suo pontificato contiene un altro evento rilevante: il confronto con i Normanni nel sud Italia, i quali erano riusciti a emergere come potenza e l’intensificarsi delle scorrerie contro San Pietro portarono il papa nel 1053 a una spedizione militare anti normanna, ma il papa sconfitto fu costretto a riconoscere la legittima creazione di formazioni politiche (successivamente verrà loro riconosciuta la legittimità di creare un regno nel 1130). 1056  morto Enrico II l’aristocrazia Romana tenta di riappropriarsi del controllo sull’elezione papale ma alla fine viene eletto Niccolò II con l’approvazione de partito lorena-canossa. Niccolò II  eletto nel 1058 viene ricordato perché convocò un concilio nel quale cambiò radicalmente il sistema di votazione del Pontefice: non più dal clero e dal popolo ma a opera dei cardinali. Questo estrometteva di fatto l’intervento delle aristocrazie romane e limitava fortemente il ruolo dell’Imperatore. Tuttavia rimase la clausola che vedeva il “salvaguardare l’onore e la reverentia dell’imperatore”, clausola spesso mal interpretata tanto che al suo successore Alessandro II venne opposto un antipapa filoimperiale (Onorio II). Negli anni che seguirono e nei papi che seguirono questi furono ben attenti che l’impeto riformatore non modificasse le gerarchie ecclesiastiche e sociali. 1065  Enrico IV, maggiorenne, per ricostruire le basi del suo potere distribuisce cariche ecclesiastiche per crearsi una rete di fedeli (vescovi e abati). Tutte queste assegnazioni erano considerate simonia. Gregorio VII  eletto papa nel 1073, con lui si afferma in modo assoluto il concetto di primato di Roma e viene rimodellato il corpo ecclesiastico, non più orizzontale ma piramidale con il papa al vertice: di fatto questo assetto (e nel tempo grazie a diverse modificazioni) conferiva alla chiesa romana – cattolica un aspetto monarchico. In questo quadro il pontificato di Gregorio VII rivendicò la libertà delle istituzioni ecclesiastiche dalle ingerenze del potere laico. Il Papa era di fatto giunto, alla fine e alla maturazione di un lungo processo, a pretendere la propria supremazia su tutto il mondo cristiano, anche sulla potestà imperiale. Nel 1075 condannò così ogni investitura, minacciando nuovamente la trama di fedeli che Enrico IV aveva tessuto. A questa condanna seguirono la scomunica e la deposizione di molti vescovi che ne erano accusati, soprattutto nell’Italia settentrionale e nella Germania. Durante questo anno venne prodotto anche il Dictatus Papae un documento pontificio dal carattere molto forte: affermava per prima cosa la totale ed esclusiva dipendenza delle cariche ecclesiastiche dal papa, inoltre la chiesa di Roma in base alle Scritture non ha mai errato e non potrà mai errare e chi non è d’accordo con essa non può essere chiamato cattolico. Inoltre vi si sosteneva che solo il papa poteva usare le insegne imperiali e che tutti i principi dovevano baciargli i piedi e che era sua piena facoltà e diritto deporre l’imperatore. Nel 1076 l’imperatore per tutta risposta all’assemblea di Worms decide di condannare Gregorio per tradimento e di dichiararlo deposto. Atto al quale seguì quasi subito la scomunica di Enrico IV. A questo punto Enrico, che dopo la scomunica era stato attaccato da ribelli aristocratici tedeschi, nei primi mesi del 1077 scese in Italia e si recò presso il castello dei Canossa dove il papa era ospite: si umiliò restando fuori al freddo per 3 giorni di fila in atteggiamento penitente, al termine dei quali il papa ritirò la scomunica. La apparente riappacificazione durò poco: Enrico IV riprese il suo attacco al Papa, con l’aiuto dei vescovi tedeschi ottiene nuovamente la deposizione di Gregorio e fa eleggere l’antipapa Clemente III nel 1080. Nel 1081 prese d’assalto Roma instaurando Clemente a San Pietro, dal quale poi si farà incoronare imperatore. Subito dopo però dovette fuggire per l’arrivo dei normanni chiamati in aiuto da Gregorio, i quali però approfittando della sua assenza saccheggiarono la città. Dopodichè portarono Gregorio VII nei propri territori ma il Papa morì nel 1085 a Salerno. ________________________________________________________________________________________________ Urbano II eletto nel 1088, mosse verso una politica di accordo e di mediazione con la parte avversa e lavorando quindi a formule di compromesso. Rimase intatta in questo periodo l’esigenza di combattere simonia e nicolaismo ma al tempo stesso si opera per mettere i sacerdoti al riparo dalle accuse che provenivano da mondo laico. Nel 1095 presso il concilio di Clermont esortò i cavalieri delle diverse regioni a partire per un pellegrinaggio armato verso Gerusalemme che era stata conquistata dai turchi i quali imponevano una tassa ai pellegrini che intendevano accedervi rendendo così più difficile. L’anno successivo nel 1096 partì la prima crociata e nel 1099 Gerusalemme venne conquistata e vennero creati i regni latini. 1099  Il successore di urbano, Pasquale II deve fronteggiare nuovamente l’imperatore: il nuovo Enrico V il quale cercò di convincerlo a lasciargli il diritto sulle investiture, un concilio riunitosi in seguito lasciò il diritto sulle investiture ma gli investiti dovevano essere accettati dal papa stesso. 1122  Concordato di Worms: con il papa Callisto II si chiude la contesa sulle investiture, il concordato sanciva la separazione tra investitura spirituale e investitura temporale. L’apogeo dell’autorità Papale Durante il XII secolo, uscito dalla crisi e dalla lotta per le investiture, il papato si avviò verso un ulteriore consolidamento istituzionale. Nonostante questo rimane ancora presente la forte influenza aristocratica romana. Innocenzo II  eletto nel 1130 al quale la famiglia avversaria oppose Anacleto II, situazione risolta solo dalla morte di quest’ultimo. Il papa dovette misurarsi con Pietro Aldebrando che si scagliò contro la ricchezza del clero e predicava un ritorno alla povertà e al sostentamento dei sacerdoti tramite la sola elemosina, questi nel 1139 venne esiliato ma fece ritorno a Roma dove continuò ad attaccare il Papa, nel 1555 sotto un altro papa (Adriano IV) venne catturato da Federico I Barbarossa e impiccato. Sotto Innocenzo entrò in uso la nuova formula del Papa come Vicario di Cristo e non più come successore di Pietro. 1140  Decretum di Graziano, un insieme di norme di diritto canonico. Nel XII la dottrina romana tentò di imporsi anche nelle regioni più remote dell’occidente come Irlanda, Scandinavia. 1152  Federico I Barbarossa sale al trono, il quale riscoprì il diritto romano, il diritto imperiale per eccellenza, per creare un fondamento teorico pratico alla sua azione di governo. L’imperatore si collocava sulla scia dei princeps romani e riaffermava la propria natura di monarca universale che riceve il potere direttamente da Dio. Nel 1158 alla Dieta di Roncaglia rivendica i regalia iuria usurpati dai comuni cittadini nell’Italia settentrionale, ed entrò in uso la denominazione di Sacro Romano Impero a indicare l’eredità romana e la missione divina dell’imperatore di gestire all’interno del SRI le istituzioni ecclesiastiche. Questa offensiva teorica spinse Adriano IV a rafforzare l’alleanza con il Re Normanno. Morto Adriano Federico si volle intromettere nell’elezione del successore spingendo il collegio cardinalizio a non riconoscere il nuovo papa e proponendo un suo antipapa, il quale tento anche di insediare nel 1167 sul soglio pontificio dopo aver occupato Roma con un esercito. Alessandro III allora, il papa vero, si alleò con i comuni italiani che nel 1176 sconfissero Federico nella battaglia di Legnano dopo la quale dovette riconoscere il papa come unico e legittimo. Alessandro III  durante il suo pontificato ebbe luogo una lunga contesa con l’Inghilterra poiché Enrico II si fissò nelle costituzioni di Clarendon: i diritti della corona sul clero inglese, tra i quali figuravano la limitazione dell’immunità ecclesiastica, l’obbligo dell’elezione episcopale sotto il controllo regio ecc. A questo punto l’arcivescovo di Canterbury si oppose al Re ma finì con l’essere assassinato nel 1170. Dopo tale evento Enrico aprì i negoziati con il papa fino a revocare una parte delle costituzioni contestate. Al tempo di Alessandro ci fu un perfezionamento del sistema elettivo, durante il collegio cardinalizio era ora richiesta la maggioranza dei 2/3 per l’elezione papale. Si celebrò il matrimonio tra il figlio di Federico, Enrico e la figlia del re Normanno Ruggero. Di conseguenza di presenta una nuova minaccia per il papato. Enrico VI  incoronato imperatore nel 1191 avviò i negoziati con il papa richiedendo il riconoscimento del suo successore nella figura del figlio Federico, e chiedendo per lui l’unzione a re dei romani (un titolo che avrebbe legittimato il potere nella penisola italiana e che sarebbe risultato preliminare a una sua ascesa alla carica imperiale) ________________________________________________________________________________________________ Innocenzo III  divenuto il tutore del piccolo Federico (futuro Federico II) viene a trovarsi in una posizione nella quale poté condizionare pesantemente il futuro imperatore. Durante il suo pontificato (1198-1216) migliora la burocrazia e rivendica le terre sottratte da signori e imperatori nel tempo al patrimonio di San Pietro, il quale ora comprendeva Lazio, Umbria, Marche, Romagna e veniva gestito da amministratori. Riesce a tessere una rete di relazioni territoriali e riesce ad aumentare la disponibilità finanziaria grazie a nuove entrate. Pubblicò la prima raccolta ufficiale di diritto canonico. Intanto per l’età ancora troppo giovane di Federico, all’interno dell’impero si scatenò una lotta di successione durante la quale Innocenzo si schierò con Ottone di Brunswick a condizione che rinunciasse ai diritti sull’Italia ma una volta incoronato imperatore questi non rispettò i patti allora il papa lo scomunicò e nel 1214 Federico lo sconfisse definitivamente nelle Fiandre. E nel 1220 Federico fu incoronato imperatore come Federico II di Svevia dal successore di Innocenzo. durante il pontificato di Innocenzo questi riuscì a piegare e influenzare i maggiori monarchi d’europa, Francia, quando era sorta non era ancora riuscita a sedare senza conseguenze tutti gli aspiranti pretendenti al potere che deteneva o si prefiggeva di portare. Dopo diversi tentativi, il Concilio si riunisce nel 1409 durante il quale entrambi i papi vengono dichiarati eretici e viene eletto Alessandro V, solo che ora ci sono 3 papi allora nel 1414 venne convocato un altro concilio generale nel quale venne espressa una dottrina conciliarista, durante il concilio il papa romano si dimise, inoltre vennero deposti quello avignonese e il 3° papa (successore di Alessandro V), infine venne eletto come unico papa, Martino V. Venne qui ribadito che il concilio rappresentava la chiesa e che derivava i suoi poteri da Cristo e che a esso tutti (compreso il papa) avevano l’obbligo di sottostare. Fu anche adottato definitivamente un sistema di voto per Nazione, cioè per rappresentanze cardinalizie nazionali. Il papato alla fine del Medioevo Dopo lo scisma con Costantinopoli, la lotta per le investiture, i contrasti con gli Svevi, i contrasti con la Francia, lo scisma d’Occidente l’esperienza papale torna nel XV secolo in una Roma oramai in rovina. In questo quadro difatti il primo obiettivo fu quello di ricostruire la base territoriale e materiale dell’autorità papale. 1433  Concilio di Basilea, tra le numerose questioni spiccò la proposta di unione delle chiese: ortodossa e cattolica, unione avanzata dallo stesso imperatore d’oriente preoccupato di creare una fede unica per unire il mondo cristiano di fronte all’inarrestabile avanzata turca. Dopo 6 anni un documento rese pubblica l’unione delle due chiese ma il documento fu subito contestato. 1453  Conquista di Costantinopoli, i turchi giungono nel centro dell’ultimo lascito dell’impero romano che dopo 2200 anni dalla sua fondazione si estingueva completamente. La situazione rese completamente superate le ragioni stesse dell’accordo di Basilea e l’eredità religiosa venne raccolta dalla Russia. Durante i vari pontificati del XV secolo la sede romana puntò a ripristinare la propria centralità nella chiesa universale e a consolidare il proprio governo in accordo con le autorità laiche ________________________________________________________________________________________________ Il papato quattrocentesco fu innanzitutto impegnato ad assicurarsi l’esercizio di una effettiva autorità sul patrimonio di San Pietro. Poi i papi di questo periodo si resero protagonisti di molteplici forme di mecenatismo artistico e culturale investendo nello sviluppo urbano di Roma. Viene infatti ampliata la biblioteca vaticana e si concepì il progetto per la nuova cattedrale di San Pietro (realizzata poi con Giulio II nel 1505). Un problema abbastanza grave in questo periodo era però la forte diminuzione che le entrate avevano subito e quindi si esigevano nuove forme di finanziamento le quali vennero identificate in: inasprimento della tassazione, moltiplicarsi dei giubilei, concessione delle indulgenze e vendita sistematica delle cariche della curia. Con la vendita delle cariche della curia però si diffuse la creazione sempre crescente di uffici venali, anche inutili, purché venissero venduti alle famiglie nobili. Un altro problema per i pontefici da risolvere era la sfida con il collegio cardinalizio e il concilio (il quale potere era già stato cercato di essere arginato da Martino V), in merito la diminuzione del potere e dell’autonomia del collegio venne applicata con la collocazione di nipoti del papa tra i cardinali del collegio, oltre all’assegnazione di cariche della curia a membri familiari: da questo momento si conierà il termine nepotismo, pratica con la quale il papa rafforzava la sua famiglia, se stesso e indeboliva gli avversari. Tuttavia a ciò conseguì corruzione ed inefficienza.
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