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Il pensiero Medievale: Agostino,d'Aquino e Pico della Mirandola, Appunti di Filosofia

Agostino,d'Aquino e Pico della Mirandola: il loro pensiero e le loro opere

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 07/10/2020

jennicalo
jennicalo 🇮🇹

4.6

(44)

26 documenti

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Scarica Il pensiero Medievale: Agostino,d'Aquino e Pico della Mirandola e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! 1 IL PENSIERO MEDIEVALE Programmazione: 1. Patristica 2. Agostino 2.1 rapporto fede/ragione 2.2 metafisica dell’interiorità 2.3 il tempo 2.4 il problema del male 3. Anselmo 3.1 argomento ontologico e argomento a priori 4. Tommaso d’Aquino 4.1 la metafisica 4.2 trascendentali 4.3 Le cinque vie a posteriori a) sul movimento b) sulla casualità c) sulla contingenza/necessità d) gradi perfezione e) sulla finalità 5. Pico della Mirandola 1.0 PATRISTICA La nuova epoca è chiamata filosofia patristica e medievale. Questa filosofia nasce con la trasformazione dell’essere, che implica nuove questioni, affrontate da una nuova filosofia. La novità riguardo le questioni (e le filosofie) riguarda l’introduzione della figura di Cristo nella storia. Cristo trasforma l’essere in quanto tale, introducendo novità che ricorderanno nuovi strumenti concettuali e nuovi risvolti di senso. La filosofia patristica riguarda quel periodo tra la nascita di Cristo e il V/VI secolo. Essa è sviluppata dai ‘padri della Chiesa’, che si dividono in padri latini (patristica latina) e padri greci (patristica greca-bizantina). Il compito della patristica è di comprende le novità del messaggio cristiano. I primi padri cercano di accogliere le varie questioni problematiche (es: ‘’Cristo è figlio di D-o?) In che modo cambia l’ontologia? Occorre prima parlare del rapporto tra Ebraismo e Cristianesimo: 1) Monoteismo 2) D-o trascendente: oltrepassa ciò che è, ma mentre oltrepassa è immanente ciò che è D-o è in tutto e in ogni cosa, pur non identificandosi con tutto e ogni cosa. 3) principio di creazione: novità assoluta di convenzione ebraica. Per i Greci ciò è del tutto assurdo in quanto ritenevano che la natura fosse nella sua totalità eterna. La creazione ebraico-cristiana è una creazione dal nulla. L’essere di tutto ciò che è, non è di per se ma tutto ciò che è viene ad essere grazie all’atto creativo di D-o. Non è ammessa la preesistenza del principio materiale D-o creatore—> causa l’essere—> creatura (effetto) Così come la causa è nell’effetto, D-o è immanente nel creato. Ma è pur vero che l’effetto non è la causa, in tal senso D-o è immanente ma trascende l’effetto. D-o è in tutto ma non si identifica con esso, è oltre. Altra novità: il tempo. Nel mondo greco il tempo è concepito come ciclico, ciò significa pensare una realtà che torna a se stessa. Nel cristianesimo D-o irrompe nella storia anche sotto forma di uomo(Cristo). D-o 2 è così protagonista da modificare lil tempo, la storia; è un D-o che segna una direzione. Il tempo non è più ciclico ma è lineare, ha un senso. Altra novità: concezione uomo. Se D-o diviene uomo, ogni uomo diviene unico. Ogni uomo è irripetibile, è unico. Per quale motivo D-o crea? D-o non ha bisogno di ordinare qualcosa, la creazione è un atto libero, frutto di una scelta arbitraria, libera. Cambia quindi anche il concetto di libertà dell’uomo. Ognuno ha la possibilità di plasmare se stesso. L’uomo può investire di senso se stesso e tutto ciò che è. D-o non crea secondo necessità, ma con un atto libero, di amore. Amore per la libertà. L’amore non è possesso, è libero pensiero, non possesso né bisogno. La filosofia non è necessita, è libera e regina di se stessa. Amore significa mantenere vivo il desiderio. Per il cristianesimo il corpo è quello che noi siamo. Da questo segue un’etica. Non possiamo fare ciò che vogliamo del nostro corpo—> Grande rispetto del proprio corpo. 2.0 AGOSTINO (354-430) Agostino è un uomo alla ricerca, animato da una profonda inquietudine. Scrisse una quantità immensa di opere tra cui le ‘Confessioni’, in cui affronta le questioni filosofiche per eccellenza (Libro XI: il tempo) 2.1 Rapporto Fede/Ragione: Questione per eccellenza del Medioevo. Come si concilia la religione con il ragionamento?Agostino riflette su i rischi a cui portano sia fede che ragione se lasciate ‘sole’. La fede se non assistita, se distaccata dalla ragione porta al ‘Fideismo’, che conduce al ‘fanatismo’—> la fede non può fare a meno della ragione, essa ci permette di comprendere meglio la fede. (‘’il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce’’) L’intelligenza non elimina la fede ma la rafforza, se la ragione viene abbandonata a se stessa è pericolosa. La conseguenza estrema di un razionalismo (ragione senza fede) è il nazismo. Arriva alla conclusione che sono complementari • FEDE NO RAGIONE: Fideismo—>Fanatismo • RAGIONE NO FEDE: razionalismo—> nazismo 2.2 Metafisica dell’interiorità La metafisica è ciò che si dispera come interiorizzazione e scoperta di se stesso attraverso il mondo. L’uomo nuovo cerca se stesso. Ma Dove? <Factum eram, ipse miei magna quaestio> (Io stesso ero divenuto per me stesso una grande questione). Agostino dichiara che ciò che l’uomo cerca non ha a che fare con le cose, con gli enti , ma con l’uomo stesso. La risposta alla questione si ottiene divenendo un uomo nuovo. Agostino trova in se stesso un principio di verità, all’interno della sua anima. Affermare ‘‘Non c’è verità’’—> è un PARADOSSO!—> se è vero che non c’è verità, allora la frase diventerà vera e quindi esiste una verità. Nell’uomo abita una scintilla di verità, che è immanente e trascendente. Agostino vuole arrivare a dire che questa scintilla proviene da D-o. 5 essere/potenza all’essere, ovvero che se le cose esistono non esistono per forza, potrebbero anche non essere e dal momento che sono possono anche trasformarsi e non essere più. L’essenza non si identifica con l’essere, per questo è contingente (può sia essere che non essere). Poiché è contingente il mondo non esiste per sua virtù ma per virtù di un altro cioè D-o, perché la sua essenza si identifica con l’essere. E’ fondamentale il discorso sul modo di essere o partecipazione (tutto ciò che è, è nella misura in cui partecipa nell’essere divino) • actus essendi: è l’atto che realizza l’essenza, che in se stessa non è altro che un poter essere. Consente all’essenza di realizzarsi e di trasformarsi in enti. Vi è una differenza nei gradi di perfezione dell’essere e da essi dipendono le azioni e le operazioni. <Agere sequitor esse> (agire dipende dall’essere). Nell’impostazione di Tommaso il grado di perfezione è prevalentemente determinato dall’actus essendi, sebbene l’atto creativo è un atto continuo e quindi l’atto d’essere ha la prevalenza. Il contrario della contingenza è il necessario, ciò che è non può non essere. 4.2 I trascendentali I trascendentali sono modi essendi. Esprimono l’essere e tutto ciò che è in quanto è, è trascendentale. • primo trascendentale per eccellenza è ens: - Ens in sè è: A. UNUM: ogni ente in quanto ente, è uno. L’essere non è diviso anche se è partecipabile e l’unità dipende dal grado di essere. (ex unità di un mucchio di pietre è diversa da quella di Pietro) E’ l’essere il fondamento dell’unità. Unità di D-o è quella della semplicità, quella di Pietro è composta da essenza+actus essendi. <<Omne ens qua ens unum est>> oppure << Ens et unum convertuntur>>. Poiché Uno=Ente sono convertibili B. RES: e’ sostanza, è l’essenza della cosa. E’ un modo d’essere essenziale - Ens in altro (qualcosa di altro): A. ALIQUID: Un’altra cosa, un’altro ciò B. VERUM: intelligibilità dell’ens. L’intelletto in questione non è primariamente quello umano, ma quello divino. Nel pensiero di Tommaso non si può prescindere da D-o nei trascendentali. Il mondo e le singole creature sono espressione del progetto divino, e quindi ogni ente è vero perché espressione del progetto di D-o—>verità ontologica cioè adeguazione ente all’intelletto divino. Tutti gli enti sono veri, ma ognuno esprime un progetto: a tale ragione alcuni sono fedeli, altri dotati di intelligenza e volontà e possono essere fedeli o tradire. C. BONUM: Esprime il fatto che tutto ciò che è tende ontologicamente al proprio fine, inserendosi nel proprio percorso di senso. Tutto ciò che è ha un fine (finalismo) Tommaso distingue 3 tipi di bene: -bene onesto (bene desiderato per se stesso) -utile (bene desiderato per raggiungere qualcos’altro) -dilettevole (bene desiderato per il piacere che esso offre) 6 Estensione e intenzione sono concetti logici. Cosa esprimono? -Estensione logica: il numero di individui appartenenti ad una stessa classe(ex animali) -Intenzione: le caratteristiche proprie di un concetto. I due concetti sono inversamente proporzionali. Quanto più l’estensione è grande, quanto più è piccola l’intenzione. Ma per i trascendentali non è così, poiché essi non sono un genere. Essi hanno un’estensione ed un’intenzione che comprendono l’intero esser, sono perciò in questo caso direttamente proporzionali. 4.3 Le cinque vie Sono dimostrazioni a posteriori (basate sull’esperienza) dell’esistenza di D-o a) sul movimento: analizzato come passaggio da potenza ad atto, passaggio che non può essere effettuato da ciò che si muove, perché se si muove significa che è mosso ed è mosso da altro; da chi ciò è in atto e quindi capace di operare il passaggio potenza-atto. Bisogna affermare esistenza di un immutabile colui che tutti chiamano D-o. b) sulla casualità efficiente:ricerca di una causa efficiente prima, ciò che produce ma non è prodotta. Come è possibile che alcuni enti siano causa di altri enti? Indagare su questa possibilità significa arrivare ad una causa incausata che se esiste si identifica in D-o c) sulla contingenza/necessità: Le creature nascono, crescono e muoiono, sono dunque contingenti. Se contingenti sono dunque possibili. Se si vuole spiegare l’esistenza degli enti e quindi Il passaggio da possibilità d’essere e essere attuale, bisogna cercare la causa che non è contingente, ne possibile perché è sempre in atto, cioè D-o. d) gradi perfezione: L’essere è diversamente partecipato ed espresso. L’essere è tanto più è uno,vero e buono in rapporto a un essere in assoluto uno,vero e buono. Bisogna ricerca un essere che dà senza ricevere e che partecipa senza che sia partecipe. Questo essere è D-o. e) sulla finalità: Parte dalla constatazione che le cose agiscono e operano come se tendessero ad un fine.Non parte da finalità universo, e non presuppone concezione meccanicista secondo cui D-o mette insieme la natura. Se l’agire in vista di un fine costituisce un modo d’essere, qual’è la causa della regolarità, ordine, finalità degli enti? Questa causa non si identifica con gli enti stessi poiché privi di conoscenza ma occorre risalire a un Ordinatore che muove tutto 5.0 PICO DELLA MIRANDOLA (1463-1494) Discorso sulla dignità dell’uomo: Nel passaggio dal Medioevo al Rinascimento l’uomo viene posto al centro. Sostiene la centralità e la dignità dell’uomo in quanto creatura libera capace di costruirsi da solo, con i propri mezzi, con la propria perfezione o degenerazione. Pico parte dal mito della creazione immaginando che Dio, dopo aver creato il mondo con i suoi abitanti, pensò di creare l’uomo come culmine della sua opera. Il problema è che aveva già riempito tutti i luoghi possibili e non poteva venire meno alla sua volontà creativa. Così decise che l’uomo non avrebbe avuto una natura definita e un ambiente preciso in cui vivere, affinché egli stesso trovasse una collocazione a sé gradita valutando anche tutto quello che nel mondo esiste, grazie alla sua posizione centrale nell’universo. L’uomo è un grande miracolo, tutte le creature sono determinate dall’essenza che è loro 7 stata data, ma la grandezza e il miracolo dell’uomo è di potersi plasmare e scolpirsi essendo artefice di se medesimo. Tutto ciò che non è uomo è predefinito dentro le leggi della natura. L’uomo ha una natura priva di limiti, è scultore e modellatore di se stesso. L’uomo è indefinito e ha la possibilità di definirsi nella misura in cui sceglie di definirsi, ha in mano la possibilità. L’uomo è capace di intendere il senso, può essere bruto o angelo poiché nell’uomo c’è il germe di ogni vita. Ciò che è meraviglia è ciò che è dignità. L’uomo non prendendo le sembianze di nessun ente, prende le sembianze di se stesso. L’ uomo moderno è camaleonte poiché in base a ciò che sceglie di essere deve circostare e in un certo senso è un filosofo perché non è chiuso nel suo habitat ma sta nel mondo. La dignità nell’uomo può affermare la sua unicità meravigliando il mondo. L’uomo non ha un posto, è lui stesso che lo crea. L’uomo è servo della propria libertà, è libero per forza e le decisioni spettano solo a lui anche se avvolte queste lasciano il segno. L’uomo crea se stesso, ha quindi la responsabilità di ciò che è.
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