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Il pensiero sociologico di Émile Durkheim, Appunti di Sociologia

Sociologia di Durkheim con focalizzazione sulla definizione di ruolo, anomia e sullo studio del suicidio

Tipologia: Appunti

2013/2014

Caricato il 11/02/2014

luciarusso.fg1
luciarusso.fg1 🇮🇹

4.5

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3 documenti

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Scarica Il pensiero sociologico di Émile Durkheim e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! Émile Durkheim Il modello funzionalista Émile Durkheim nasce nel 1858 e vive la Francia segnata dal conflitto franco-prussiano. In tale contesto, in cui il tessuto sociale è profondamente compromesso, prende forma la sociologia di Durkheim che si pone l’obiettivo di costruire un sistema sociologico su basi scientifiche, non fine a se stesso, ma mezzo per la guida morale della società. “Fare sociologia”, per Durkheim, significava fissare anzitutto l’oggetto di tale scienza e strutturarne in maniera rigorosa il metodo. Posto che la realtà viene interpreta a partire dalla società, la sociologia di D. non potrà che avere come oggetto i “fatti sociali”, definiti come maniere di agire, pensare e sentire esterne all’individuo e che sono dotate di un potere di coercizione con cui ad egli si impongono. D. abbandona qualsiasi spiegazione di carattere psicologico poiché ogni fatto sociale NON ha ragione d’essere nello stato d’essere degli individui, ma solo in ciò che succede nella società. Il modello di D. assume i tratti di un MODELLO FUNZIONALISTA secondo cui la funzione di un fatto sociale deve essere sempre cercata nel rapporto con l’organismo sociale e con i bisogni che quel fatto soddisfa. D. attinge al concetto di funzione dalla geometria e da Spencer e da Comte secondo cui la funzione è l’attività necessaria per il soddisfacimento di un bisogno. La società è concepita come un organismo sui generis alle cui parti è assegnata una funzione che le integra al tutto. Olisticamente è un modello che studia la società e non gli individui che la compongono. (OLISMO fa ricorso al concetto di sistema secondo cui il tutto NON corrisponde alla somma della singole parti ma queste traggono nuovo e diverso significato dalla partecipazione all’insieme). Il modello di D. assume i tratti di un modello SPIEGAZIONISTA in quanto per la sociologia spiegare vuol dire trovare le cause e per D. le cause sono da ritracciare nell’ambiente sociale. Il passato non può essere causa dei fatti sociali e la sociologia Durkheimiana si costruisce così in opposizione sia alla spiegazione di tipo storico sia a quella di tipo psichico. D. abbandona la concezione organicistica della società per considerare la realtà sociale una realtà con propria natura, dotata di regole proprie a cui gli individui devono attenersi per concorrere al bene e ai bisogni della società. A tal proposito, il modello di D. assume i caratteri di un modello spiegazionista NORMATIVO e COERCITIVO: in quanto l’organismo sociale forma gli individui che andranno a comporre la struttura dell’organismo stesso. La società impone regole che non sono divieti ma necessarietà che diventano necessità per svolgere il ruolo e la funzione che la società assegna all’individuo. Gli imperativi e divieti, i valori e le sacralità condivise che legano le persone al tutto sociale dipendono dalla società da cui derivano. D. definisce il termine di SOLIDARIETA’ che avrà l’aggettivo di meccanica od organica a seconda della società in cui si sviluppa. La solidarietà è quel sentimento che lega organi diversi in un obiettivo comune. La solidarietà meccanica è tipica delle società primitive dove le regole sono frutto di un adattamento e di una semplice omologazione. Una tale solidarietà non ha valore sostanziale. Al contrario nelle società complesse, è presente un altro tipo di solidarietà, che D. definisce con il termine di solidarietà organica. La solidarietà organica implica la coscienza di valori e norme morali, è garante di un corpo sociale e quindi è l’unica solidarietà ad essere autentica. Essa può ottenersi solo a condizione che l’individuo sia condotto alla sua libertà morale, sia educato e viva secondo riferimenti morali che non possono venirgli se non dalla società stessa. Le regole non hanno una forza costrittiva ma sono fatte per l’individuo e dall’individuo, in quanto esso è un prodotto sociale. La legittimazione delle norme dipende dunque dalla capacità di produrre consenso che si tradurrà in unità, felicità, benessere ed equilibrio per gli individui che sono parte del sistema. Riassumendo, i principi fondamentali del modello funzionalista di D. sono: - La società concepita come sistema. Il sistema è un tutto a cui tutte le parti sono subordinate e quindi la società è concepita come un insieme di parti interconnesse tra di loro. Nessuna di esse, quindi, può essere compresa isolata dalle altre, ma solamente nel suo contesto. Le relazioni che intercorrono tra le parti della società sono di tipo funzionale, ovvero ogni elemento svolge un particolare compito che, unito a tutti gli altri, concorre a creare e mantenere funzionale la società. - Il sistema è caratterizzato da unità ed equilibrio e il conflitto è negato come fatto sociale in quanto ogni parte svolge correttamente la propria funzione. Il suicidio Uno degli studi più famosi di D. riguarda il suicidio che si traduce in una ricerca sociale che spiega il concetto di ANOMIA e illustra il metodo che la sociologia deve avere. L’ANOMIA per D. è l’assenza di regole che arriva a prodursi quando la società non svolge la propria funzione morale. L’anomia non è da confondere con il concetto di devianza che invece è una condizione di non adattamento. Se l’individuo non si adatta, rifiuta il suo ruolo e non sarà funzionale. Egli sarà un fatto asociale e non un anomalia perché il sistema è perfetto e positivo in quanto modello e guarda al tutto e non alle singole parti che lo compongono. Per D. la forza che determina il suicidio è di tipo sociale; scarta così ogni condizionamento psicologico o predisposizione genetica dell’individuo suicida. D. inizia la sua ricerca quantitativa con la definizione del DISEGNO DELLA RICERCA che si comporrà di 4 fasi.
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