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il primo cinquecento: il teatro rinascimentale, Dispense di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Nuovo manuale di storia del teatro Quell'oscuro oggetto del desiderio, Roberto Alonge

Tipologia: Dispense

2016/2017

Caricato il 22/04/2017

LOLITA1992
LOLITA1992 🇮🇹

4.8

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Scarica il primo cinquecento: il teatro rinascimentale e più Dispense in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! Il primo 500: Il Rinascimento Per tutto il 400 e largamente dominante in Europa e anche in Italia il modello teatrale del dramma sacro. Ma proprio in Italia nel corso del Quattrocento riscoprendo la cultura classica adopera dei cosiddetti umanisti. È l'intero patrimonio culturale del mondo antico, ecco il latino che viene rimesso in circolazione e con esso anche il teatro. Le accademie sono i primi centri di elaborazione di questo enorme tesoro docenti e studenti analizzano e mettono in scena tragedie e commedie, anche nella lingua originale in latino. Resta famosa l'Accademia di Pomponio Leto a Roma che cura l'allestimento di testi di Plauto Terenzio e Seneca. Mi sono però il. di intellettuale di un processo che ha come motore autentico la rete delle corti principesche diffuse nell'Italia centro-settentrionale: a Ferrara gli estensi, a Mantova i Gonzaga ad Urbino i Montefeltro e la Roma dei Papi. Le Corti si circondano di artisti architetti scultori pittori che abbelliscono le città ed intellettuali che lavorano all'interno della corte come segretari del principe. E la corte a farsi centro di diffusione della nuova tipologia del teatro classico, la prima a muoversi è Ferrara che a partire dal carnevale del 1486 mette scena il volgarizzamento dei Menecmi di Plauto allestito nel cortile Ducale. La soluzione del cortile si alterna a quella delle recite allestite nel chiuso di una grande sala del palazzo principesco. La Corte prende occasione da una ricorrenza festiva periodica ad esempio il Carnevale o da altre opportunità festive non periodiche come matrimoni nascita di potenti passaggio in città di sovrani eccetera per esibire una manifesta all'interno della quale lo spettacolo teatrale si inserisce, così il teatro dentro la festa. Una totalità festiva che prevede banchetti e danze musiche giostre e tornei. Gli spettatori teatrali coincide con il pubblico degli invitati. Il teatro medievale riguarda ancora l'intera comunità di fedeli il teatro rinascimentale si sviluppa nelle corti e si riferisce solo ad una elite, il committente dello spettacolo coincide con il fruitore dello stesso, possiamo parlare di una privatizzazione del teatro. Sappiamo bene che il passaggio dal Medioevo all'età moderna e contrassegnata dal fatto che il potere politico si trasmette dalle vecchie aristocrazie feudali ai nuovi ceti chiedete finiamo per comodità borghesi le vecchie riso grazie erano incentrate nello spazio della campagna e del castello mentre borghesi hanno come. di città riscoperta dopo l'abbandono del lungo dominio feudale potenziate delle Corti. Il teatro serve a contrassegnare il potere delle nuove classi dirigenti funziona cioè come status symbol. Teatro allestito nel palazzo del principe presenta commedie e tragedie di stampo classico mentre al di fuori del palazzo nelle piazze delle città il popolo continua ad assistere alle tradizioni rappresentazione. Ma la differenza tra le due tipologie teatrali non è soltanto nei diversi contenuti religioso laico nel diverso pubblico comunitario o elitario. Medievale presentava in successione lineare tutti i luoghi dove si svolgeva l'azione uno accanto all'altro. La cena rinascimentale unifica e luogo dello spettacolo in un quadro solo costituito da uno spicchio di città dipinto alle spalle degli attori. La scenografia rappresenta un segmento urbano, di una tratta con edifici generici città ideali perché sono perfette ed hanno un valore ideologico. Vi è appunto il riflesso dell'ordine della stabilità della città reale che il principe regge politicamente. E anche il senso profondo dell'adozione della prospettiva, il mio teatro medievale nella scena prospettica infatti c'è un unico fuoco cioè un unico punto Dal quale si dipartono in successione tutte le linee della prospettiva così come la città un unico centro di potere quello del principe. Il teatro nasce dentro la festa, la festa a un committente che è il principe e il teatro è fatto da dilettanti e non da professionisti, che lo fanno per diletto per il proprio piacere per piacere del proprio principe. C'è lo spettacolo ma non ci sono ancora le professioni dello spettacolo, i recitanti non sono attori bensì generici cortigiani tutti tratti dalla cerchia del principe cioè persone che operano per puro piacere alla corte del principe. sia cortigiani sia gli autori delle commedie delle tragedie scenate a corte sono ritenuti i familiari del principe cioè proprietà del principe e quindi anche il frutto del dell'ingegno è attribuito al principe diviene esso pure proprietà del principe. Le commedie e le rappre- azioni teatrali sono diluiti di intermezzi e moresche: 500 sono danze di carattere spettacolare, ora niente danza di fertilità che si configurano con il combattimento tra Mori e cristiani, tali intermezzi nascono con la funzione di rilassare gli spettatori distrarli dalle operazioni dei servi di scena, ma alla fine finiscono per porsi come l'oggetto principale dello sguardo dello spettatore. Elemento dominante e l'eccezionalità della visione e l'eccellenza della costruzione straordinaria che sorprende e stupisce gli spettatori. Teatro elisabettiano il teatro spagnolo del 500 e 600 puntano scenografica non creano un distacco forte fra spettatori attori ma mirano a coinvolgere maggiormente lo spettatore, ecco teatro della commedia dell'arte che non ha bisogno del supporto scenografico ma esalta piuttosto la centralità del corpo dell'attore. Il teatro del 500 presenta una visione frontale che separa nettamente spettatori e attori, ciò che si chiama la scena all'italiana o il teatro all'italiana, superiorità gerarchica e morale in chi guarda rispetto a chi ha guardato. Durante il Rinascimento fu riscoperto Vitruvio, latino del primo secolo avanti Cristo autore di un importante libro sull'arte per edificare teatri, ciò però non riuscì a convincere i principi della necessità di costruire edifici teatrali. Sono alla fine del Cinquecento furono costruiti i due teatri che ancora oggi ammiriamo come frutto della riflessione teorica del Rinascimento in ambito architettonico: Un po' di Vicenza progettato da Andrea Palladio e il Teatro Olimpico di Sabbioneta vicino Mantova costruito da Vincenzo Scamozzi entrambi costruiti intorno al 1580. Umanisti riscoprono il valore fondante del teatro cemento della comunità e chiedono pertanto la creazione dei teatri stabili, ci in grado di accogliere e ricomporre la comunità ma i principi rifiutano l'idea di un teatro come legame dell'intera comunità e imprimono un forte segno di classe alla pratica del teatro preferendo fare teatro all'interno delle corti delle sale del palazzo del potere. Come respingere edificio teatrale e conserva gelosamente la consuetudine del luogo teatrale, vedi uno spazio destinato solo occasionalmente all'esibizione spettacolare abbiamo detto nel 500 la festa principesca è la rappresentazione teatrale nasce all'insegna dello spreco dell'esibizione del lusso dando grande e importante alla scenografia alla vista l'aspetto spettacolarizzazione. Una buona idea di scena prospettica al fornito dal trattatista Sebastiano Serlio che nel secondo libro di prospettiva descrive la strutturazione del fondale la tridimensionalità della scena l'obbligo degli spettatori di recitare sul proscenio per non intaccare la veloce milita del fondale. La scena prospettica infatti non è veramente bidimensionale ma in qualche modo risulta tre dimensioni non solo dipinta ma anche il rilievo gli attori sono costretti a recitare unicamente in proscenio perché se indietreggia assero verso il fondo risulterebbero molto più alti rispetto i casamenti dipinti sulle quinte laterali e quelli dipinti sul fondale. Dunque la scena cortigiana è riempita in prima istanza dalla ritrovata drammaturgia classica. Latine allestite dal volta e lingua originale si alternano con le traduzioni in italiano c'è un fondo plautino Terenziano su cui si innesta poi la grande novità della cultura romanza è più in particolare il tesoro del Decameron di Boccaccio così straripante di situazioni comiche fondate sul piacere della beffa su intrecci che stimola la curiosità e le trame erotiche che sono al centro delle col novelle. 500 il. di da un lato della tradizione dei commediografi latini e dall'altro dalla tradizione boccacciana. (Ne è un esempio significativo La Calandria che richiama il Calandrino di Boccaccio.) Principali esponenti uno dei commediografi più rappresentativi del teatro rinascimentale e lo scrittore Niccolò Machiavelli che si impose con la mandragola, altro rappresentante e il cardinal Bibbiena con la sua Calandria, stata la prima commedia italiana in prosa, come scrisse il Baldassar Castiglione il prologo della sua opera. Ricordiamo anche Ludovico Ariosto con la lena e l'Orlando Furioso scritte per la corte degli Este di Ferrara. La nascita della vera e propria commedia rinascimentale va proprio ha fatta risalire a 2 commedie di Ariosto la Cassaria e Suppositi. Genere villanesco All'interno dell'ambiente di corte domina il gusto della varietà, il contrasto. A fianco rappresentazioni di commedie latine di commedie italiane troviamo anche la diversa spettacolarità mimico-gestuale di buffoni giocolieri mimi danzatori che agiscono in gruppo come solisti inventando dal volta dei personaggi e delle vere e proprie maschere teatrali. Questi e il senese Niccolò campani detto lo strascino di cui ci sono pervenuti tre testi il più importante e lo strascino. Campani è la figura più nota di una realtà Senise diffusa nel primo trentennio del secolo fatta di piccoli intellettuali di modesto livello culturale che amano scrivere e recitare una vasta gamma di testi teatrali, commedie rusticane commedie cittadine e commedie pastorali. In quest'ultimo caso si tratta di un nuovo genere che si impone da subito nel 500 come terzo genere inedito accanto alla commedia e la tragedia della tradizione classica, che capolavoro con l'Aminta di Torquato Tasso rappresentata per la prima volta nel 1573. Per quanto riguarda la commedia rusticana o anche detta
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