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IL PRIMO DOPOGUERRA E IL BIENNIO ROSSO, Appunti di Storia

Fascismo, il biennio rosso, secessione dell'Aventino, leggi fascistissime

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 09/05/2023

giulia-torriani-2
giulia-torriani-2 🇮🇹

5 documenti

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Scarica IL PRIMO DOPOGUERRA E IL BIENNIO ROSSO e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Il primo dopoguerra La prima guerra mondiale aveva provocato dei grandi cambiamenti e aveva creato la società di massa. Ogni nazione europea, dopo la guerra, dovette affrontare una serie di problemi di difficile soluzione. Primo fu il problema del reinserimento dei reduci, i quali tornati a casa, trovarono una situazione completamente diversa rispetto a prima. Molti erano feriti e inabili al lavoro, altri si trovavano disoccupati. Tutti gli stati sia vincitori sia vinti, avevano speso cifre enormi per la guerra, quindi per far fronte a questa situazione aumentarono le tasse per sdebitarsi con gli USA. Siccome non bastavano né le tasse né i prestiti, gli stati si misero a stampare moneta e l’inflazione salì. Un altro problema fu quello della riconversione delle industrie. E queste per far fronte alle richieste degli stati in guerra, assunsero altra manodopera. Ma quando la guerra finì, gli industriali persero come cliente lo stato e quindi sono costretti a ridurre la produzione e licenziare molti operai. FASCISMO Nel dopoguerra, i partiti politici si dimostrarono incapaci di mediare e di rappresentare le istanze delle forze sociali. Le forze liberali si trovavano impreparate ad affrontare la situazione. Vi erano 2 partiti di massa: Socialista Ispirazione cattolica Gennaio 1919_ fu fondato il PARTITO POPOLARE (PPI) di Don Luigi Sturzo con il consenso del papa Benedetto XV. Il partito proponeva:  L’adozione del sistema elettorale proporzionale  L’ampliamento del suffragio elettorale  Un maggior decentramento amministrativo Il punto più qualificante del programma era una radicale riforma agraria (per aiutare le popolazioni delle campagne era stato creato un sindacato di isp. Cat. LA CONFEDERAZIONE italiana dei lavoratori) Il PPI si prefissava di tutelare i diritti di tutte le classi popolari e oltre che interclassista era laico. (i popolari entrano subito in competizione con i socialisti) All’interno del partito socialista vi erano 2 correnti: Ala riformista Ala massimalista__prevalse ma non aveva un piano d’azione concreto Al contrario dei riformisti che erano favorevoli alla collaborazione con la borghesia. I riformisti guidati da Filippo Turati, controllavano la confederazione generale del lavoro (CGIL) Si stava creando una 3° corrente legata al giornale “l’ordine nuovo” con i rappresentanti Gramsci e Togliatti. L’ordine nuovo sollecitava la formazione di un partito rivoluzionario, sul modello di quello realizzato in Russia: una avanguardia operaia con il compito di organizzare e guidare la lotta armata del proletariato attraverso i consigli di fabbrica. Mussolini approfittò della confusione politica e fonda il quotidiano “IL POPOLO D’ITALIA”, con il quale condusse la sua personale campagna a favore della partecipazione dell’Italia alla guerra. Riuscì a raccogliere intorno a sé nazionalisti, ex combattenti, sindacalisti rivoluzionari… e soprattutto giovani della media borghesia. Fu con il loro appoggio che il 23 marzo 1919 fondò i fasci di combattimento. A Milano si tenne la riunione fondativa dei fasci e la creazione del programma di San Sepolcro. Il programma si caratterizzava per un forte nazionalismo ma allo stesso tempo prevedeva:  L’instaurazione di una repubblica  Il suffragio universale esteso alle donne  L’istituzione del referendum popolare  L’abolizione del senato di nomina regia  Dei titoli nobiliari  Della polizia e della coscrizione obbligatoria Prevedeva anche: I fasci si proponevano quindi come un movimento politico duttile ed elastico 15 aprile 1919 durante uno sciopero generale a Milano, un gruppo di fascisti procedette al saccheggio e all’incendio della sede l”Avanti”. A seguito della conferenza di Parigi: o Orlando si dimette e viene eletto presidente del consiglio Nitti o D’Annunzio occupa la città istriana Fiume nel settembre. Nitti non reagisce con la forza 1920 torna al governo Giolitti con l’obiettivo di risolvere la crisi Jugoslava. Firma il trattato di Rapallo: la jugoslavia ottiene la Dalmazia, l’Italia ottiene l’Istria, Fiume stato libero e indipendente Dopo la questione fiumana, Nitti fece approvare dal Parlamento una riforma elettorale che prevedeva: o L’estensione del suffragio universale maschile a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto 21 o L’introduzione del sistema proporzionale Nitti era convinto che per avviare l’Italia verso un concreto progresso, fosse necessario eliminare le coalizioni liberali e moderate (basate su pratiche trasformistiche e corruzione elettorale); è necessario puntare sulla formazione di partiti solidi capaci di realizzare sul piano parlamentare le riforme che il paese aspettava. la riforma elettorale entrò in vigore e il 16 novembre 1919 si tennero le elezioni: i socialisti conquistarono 156 seggi i cattolici 100 per la prima volta i liberali avevano perso la maggioranza assoluta; erano ormai privi di compattezza i governi liberali dovettero affrontare la situazione sociale: i lavoratori chiedevano sempre più compatti la riduzione della giornata lavorativa e l’aumento dei salari tra il 1919 e il 1920 scoppiò una lunga serie di scioperi e manifestazioni nelle industrie e nelle campagne. Questo periodo fu chiamato BIENNIO ROSSO. Ne derivò poi nel 1920 l’occupazione di oltre 600 fabbriche (FIOM chiede agli industriali il rinnovo del contratto per ottenere aumenti salariali. Gli industriali respingono ogni richiesta. Gli operai così proclamano lo sciopero bianco. Dalle fabbriche la lotta si estese anche nelle campagne, dove i contadini attendevano che le promesse venissero mantenute. Al nord e al centro i braccianti erano organizzati in leghe rosse e bianche riunite in federazioni come la federazione dei lavoratori della terra. Nel mezzogiorno i contadini reclamavano la ridistribuzione delle terre con l’occupazione dei terreni incolti. Giolitti dovette affrontare la situazione. Mantenne lo stato fuori dal conflitto e si oppone alle richieste degli industrial. Mette in campo un opera di mediazione e riconciliazione tra CGL e industriali. Gli operai ottengono aumenti salariali e la promessa di un possibile controllo sulla gestione delle aziende; in cambio devono sgombrare le fabbriche Ciò però suscitò l’insoddisfazione di tutti: gli industriali ritennero di avere subito una grave disfatta; i lavoratori avevano dovuto cedere su diversi punti e ciò finì col danneggiare le stesse organizzazioni sindacali. L’esito di queste proteste indebolì il partito socialista: la corrente minoritaria di estrema sinistra uscì dal partito e dette vita nel 1921 al PARTITO COMUNISTA italiano sotto la guida di Gramsci; questo partito aderì alla 3° internazionale (fondata in seguito alla vittoria dei bolscevichi in Russia)  Il pagamento dei debiti dello stato da parte delle classi più abbienti  La terra ai contadini  La riduzione dell’orario di lavoro
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