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il primo dopoguerra in italia, Schemi e mappe concettuali di Storia

riassunto del dopoguerra in italia anche del biennio rosso

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 05/02/2024

Elianabruno1
Elianabruno1 🇮🇹

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Scarica il primo dopoguerra in italia e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! IL PRIMO DOPOGUERRA IN ITALIA Nasce il mito della vittoria mutilata Con il trattato di Versailles (1919) l'Italia ottiene la Venezia Giulia, l'Istria, il Trentino e l'alto Adige ma non la Dalmazia e Fiume(città che oggi è in Croazia), che erano state promesse prima della guerra. Questo scatena la delusione degli italiani che parlano di VITTORIA MUTILATA. Nel settembre del 1919 un gruppo di militari ed ex militari italiani, guidato da Gabriele D'Annunzio, occupò la città di Fiume. Il governo però non era d’accordo ma non prende provvedimenti. Più di un anno dopo fu deciso il passaggio dell’Istria all'Italia ed il governo, formato da Giolitti, ordina la liberazione della città di Fiume dall'esercito di D'Annunzio: Fiume restava così una città- stato indipendente. L'occupazione della città di Fiume dimostrò che molti soldati erano pronti a scontrarsi con il governo e dimostrò inoltre che lo Stato non aveva la forza o la volontà di reprimere provocazioni e atti legali anche violenti. Alla propaganda nazionalista erano particolarmente sensibili reduci di guerra che facevano fatica a reinserirsi nella società. Biennio rosso – lotte sociali Dopo la guerra l'Italia vive un momento di grave crisi economica e sociale. A livello economico, l'inflazione e il debito pubblico erano aumentati moltissimo. A livello sociale, l'insoddisfazione era alta. Il ceto medio( piccola borghesia e impiega)ti si era impoverito e anche gli operai e braccianti chiedevano migliori condizioni di lavoro. Ai contadini che avevano combattuto nell'esercito erano state promesse delle terre come ricompensa ma la promessa non era stata mantenuta. Manca il lavoro, le tensioni sfociarono in un aumento del nazionalismo da un lato e delle spinte rivoluzionarie dall'altro. La popolazione protesta con scioperi e manifestazioni, BIENNIO ROSSO (1919-1920). A differenza del passato le agitazioni coinvolsero tutto il paese. Si affermano i socialisti e i popolari Nel novembre del 1919 si svolgono le prime ELEZIONI DEL DOPOGUERRA vinte da due grandi partiti di massa: il partito socialista ( riformisti e rivoluzionari) e quello popolare (moderati e conservatori) che è fondato dal sacerdote Luigi Sturzo ed è il partito dei cattolici. L'attivismo dei socialisti suscitò panico tra gli industriali e i possidenti, timorosi di vedere scoppiare una rivoluzione con in Russia. Il governo riuscì un po’ a ridurre le tensioni favorendo un aumento dei salari e delle tutele per i lavoratori ma i benestante rimasero scontenti di questo risultato e si fecero sempre più ostili al socialismo. Nasce il partito comunista Nel gennaio 1921 alcuni socialisti insoddisfatti guidati da un Antonio Gramsci fondarono il Partito Comunista d'Italia (PCI) che aderisce alla Terza Internazionale. L'obiettivo è quello di guidare i lavoratori verso la seguendo l'esempio della rivoluzione bolscevica. IL FASCISMO PRENDE IL POTERE Benito Mussolini fonda il movimento fascista Benito Mussolini aveva fatto parte dell'ala rivoluzionaria del movimento socialista che aveva appoggiato l'entrata in guerra dell'Italia. Fu cacciato dal partito socialista e si impegnò per creare una nuova forza politica . Nel 1919 fonda i FASCI DI COMBATTIMENTO, vi aderirono: ex socialisti rivoluzionari conservatori, intellettuali e reduci di guerra ( gli arditi, che avevano combattuto in prima linea). Puntarono a dar voce ai ceti medi( la fascia politica abolita da Giolitti) contrastando contemporaneamente il socialismo e la grande borghesia, anticlericali e nazionalisti. Alle elezioni del 1919 non conquistarono nessun seggio e si trasformarono nel “braccio armato” del capitalismo più reazionario. Il fenomeno dello squadrismo Il fascismo si connotò sempre di più come un difensore degli interessi della proprietà privata e della borghesia produttiva contro il movimento socialista. Per farlo era pronto a ricorrere anche alla violenza utilizzando le SQUADRE D’AZIONE, squadre paramilitari, cioè formazioni armate che agivano con metodi violenti compiendo devastazioni e pestaggi ai danni degli oppositori politici (Psi e Partito popolare). Lo squadrismo rimase un elemento centrale del fascismo anche dopo la sua trasformazione in partito. Il movimento fascista diventa un partito Le forze dell'ordine e Giolitti tollerano queste violenze, anzi Giolitti vuole usare i fascisti contro i socialisti. Il movimento fascista si propose come protettore della proprietà privata, ottiene l'appoggio dei ricchi proprietari terrieri e degli industriali che hanno paura delle proteste e della diffusione in Italia della rivoluzione russa. Diventa così sempre più popolare tra i moderati. Nell'elezione del 1921 i fascisti si iscrivono nelle liste liberali di Giolitti. Non ebbero molto successo, entrano in Parlamento con 35 deputati. Mussolini trasforma allora il fascio di combattimento nel PARTITO NAZIONALE FASCISTA (PNF), che rimane ultranazionalista e antiparlamentarista ma rinuncia agli aspetti anticlericali e socialisti. Giolitti non ha una solida maggioranza parlamentare e lascia l'incarico. I suoi successori però non sanno affrontare la violenza fascista che ormai è incontrollabile.
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