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Il Dopoguerra della Prima Guerra Mondiale: Conseguenze Economiche, Sociali e Politiche, Appunti di Storia

Le conseguenze economiche, sociali e politiche del dopoguerra della prima guerra mondiale. Le nazioni europee uscirono gravemente danneggiate dal conflitto, con gravi problemi economici, sociali e politici. Le conseguenze economiche includevano inflazione, crisi industriale e calo degli scambi commerciali. Le conseguenze sociali includevano la crisi del modello familiare tradizionale, l'emancipazione delle donne e il risentimento dei reduci di guerra. Le conseguenze politiche includevano la frattura tra le avanguardie rivoluzionarie e il resto del movimento socialista, la creazione di nuovi stati nazionali e la crescente influenza del comunismo. Anche la situazione in russia, germania, francia e regno unito.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 05/04/2022

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viola-piagnani 🇮🇹

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Scarica Il Dopoguerra della Prima Guerra Mondiale: Conseguenze Economiche, Sociali e Politiche e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Il Dopoguerra della prima guerra mondiale Le conseguenze economiche Tutte le nazioni coinvolte nel conflitto mondiale, ad eccezione degli Stati Uniti, uscirono in condizioni gravissime. Per mantenere le spese enormi di guerra, i governi avevano alzato le tasse, preso in prestito soldi dagli Stati Uniti e allargato il debito pubblico. Ma tutte queste precauzioni non erano state sufficienti, e le nazioni ricorsero a un rapido processo inflazionistico. Vennero stampate moltissime banconote, facendo aumentare i prezzi in maniera esorbitante. La gente entrò in crisi, e così il governo dovette bloccare i prezzi sui beni di primo consumo e sull’affitto. All’inizio il settore industriale, aiutato dalle meccaniche di grande efficienza della guerra, rimane prospero, ma dopo poco entrò in crisi anche lui. Ciò che inoltre frenava la ripresa economica era il calo degli scambi commerciali. L’Europa aveva perso il suo dominio sui mari, e gli USA e il Giappone si erano sostituiti a lei negli scambi con l’Asia e l’America del Sud. Inoltre, le politiche di protezionismo e nazionalismo economico attuate da Wilson rendevano impossibile il commercio con gli Stati Uniti. Le conseguenze sociali Il modello familiare tradizionale entrò in crisi, per l’assenza di capifamiglia e per l’abbandono del luogo natio da parte dei giovani, che dalle campagne emigrarono nelle città per lavoro. La donna assunse una posizione del tutto nuova: in assenza degli uomini, dovette ricoprire cariche inusuali per la sua condizione del tempo. Tale processo di emancipazione ebbe, in nazioni come la Gran Bretagna e la Germania, come risvolto l’accesso al diritto di voto per le donne, già nei primi anni del Novecento. I reduci di guerra non ricevettero i privilegi sperati, e provavano un forte risentimento. La politica subì un processo di “massificazione”, poiché ci furono grandi quantità di iscrizioni a partiti e sindacati. Stati nazionali e minoranze Il trattato di Versailles e il disfacimento di grandi imperi multietnici fece sì che il dopoguerra fu costellato da guerre di indipendenza, e dalla ricerca di uno stato unitario soprattutto nei paesi dell’Europa dell’Est. Sebbene 60 milioni di persone trovarono un nuovo stato a cui appartenere, 25 milioni rimasero delle minoranze, guardate con sospetto dagli stati appena nati perché fonte di scontro e scissione. Il biennio rosso Il biennio rosso è un periodo che va dal 1918 al 1920, in cui il movimento operaio europeo crebbe molto, assumendo anche connotati rivoluzionari, e i partiti socialisti conobbero un forte incremento di iscrizioni. Si ottennero dei miglioramenti nel lavoro, arrivando alla riduzione dell’orario lavorativo fino a otto ore, e nacquero ovunque i soviet. La situazione non degenerò in UK e in Francia, dove il governo forte dalla vittoria riuscì a controllare le rivolte; in Germania, Austria e Ungheria, paesi in cui le sovvenzioni del trattato di Versailles avevano portato il malcontento popolare a livelli molto alti, le rivoluzioni presero maggiormente piede e causarono disordini, che però furono rapidamente stroncati con la violenza. La rivoluzione d’ottobre però, aveva già sottolineato la frattura tra le avanguardie rivoluzionarie e il resto del movimento legato ai socialdemocratici, che prese piede nel dopoguerra. Nel 1919, i bolscevichi cambiarono nome al loro partito, che da socialdemocratico passò a “Partito comunista” di Russia. La scissione fu sancita con la costituzione di un Comintern, la Terza Internazionale. La struttura del Comintern furono fissati nel II congresso di Mosca, dove Lenin stilò un documento di 20 punti in cui erano descritte le condizioni necessarie per appartenere alla Internazionale. Queste comprendevano il dover imitare il modello bolscevico, cambiare il nome del proprio partito in p. Comunista, difendere sempre la Russia sovietica, e ostacolare i riformisti. Queste condizioni erano molto ferree, e scatenarono la scissione del movimento operaio, che era composto da una parte più rivoluzionaria, e una più conservatrice. La Germania di Weimar Già si sapeva che questa scissione sarebbe avvenuta: bastava guardare gli eventi in Germania successivi alla creazione della Repubblica. Il governo Elbert era del partito Socialdemocratico (Spd), ma nelle comunità locali i padroni erano i consigli degli operai e dei soldati. Tutto questo ricordava i soviet russi, ma con la differenza che il governo era molto forte e godeva della maggioranza dei voti, ed era decisamente contrario a una rivoluzione sovietica. La scelta moderata del Spd portò ad insurrezioni delle correnti più radicali. La Lega di Spartaco, nucleo del futuro Partito Comunista tedesco, a gennaio del ’19 tentò di rovesciare il governo, suscitando la durissima reazione delle autorità. Ma non potendo disporre di un esercito forte, a causa del trattato di Versailles, vennero in soccorso del governo i cosiddetti corpi franchi, soldati volontari smobilitati del partito conservatore. Sempre a gennaio ci furono le elezioni per l’Assemblea Costituente, da cui emerse un governo di coalizione tra socialisti, cattolici e democratici. Ad agosto di quell’anno fu varata la Costituzione di Weimar, e la conseguente Repubblica. Ma questo fatto non bastò a placare le acque, e ci furono molte insurrezioni in Baviera. Nonostante ciò, la Repubblica di Weimar rappresentò un modello di democrazia parlamentare aperto e avanzato. Rese la Germania un luogo di ritrovo per gli intellettuali, e ci fu una fioritura culturale. Ma le debolezze c’erano: in primis, essendo quello al potere un governo coalizzato, i dibattiti tra i vari partiti erano all’ordine del giorno; in più, la questione delle riparazioni gravava molto sulle schiene dei tedeschi. Nel 1923, approfittando delle sanzioni della Germania, la Francia e il Belgio invasero il bacino di Ruhr, un luogo ricco di carbone e importante per l’economia tedesca. Non possedendo un esercito, la Germania non potè reagire, e entrò in una crisi economica enorme, che portò a far valere il Marco praticamente nulla, e ad azzerare il suo valore d’acquisto. Nonostante la grande crisi, la forza dirigente trovò la forza di reagire. Venne formato un nuovo governo, guidato da Streseman, che riportò in auge la Germania, attraverso argute operazioni politiche. Il Dopoguerra per i vincitori Per la Francia e il Regno Unito, la fine della guerra non fu così drammatica, ma le nazioni dovettero comunque attraversare una difficile ripresa economica e tensioni sociali. Francia -> governo di centro-destra è al potere fino al 24, e attua una politica conservatrice. Nel ’24 vincono le elezioni i radicali di sinistra, ma non sanno stare al governo e non sanno affrontare la crisi economica. Salgono al potere quindi i moderati, che risollevano la Francia dalla crisi. Sul piano internazionale, per paura della ripresa della Germania, i francesi e gli stati dell’Europa orientale (Polonia, Jugoslavia…) formano una coalizione anti-tedesca, la Piccola Intesa. In più, sempre per paura dei tedeschi, la Francia fu una fanatica della convenzioni di Versailles ed esigeva che la Germania rispettasse tutte le clausole alla perfezione. Questo fanatismo cessò nel 1925 con gli accordi di Locarno, in cui Francia e Germania allentarono le tensioni, tanto da far entrare la Germania nella Società delle Nazioni, e da far attuare il Piano Young, che ridusse i debiti della Germania verso i paesi vincitori. Tutto questo venne fatto per l’idea di una sicurezza europea collettiva. Ma questo ideale scomparve presto, dopo la crisi economica mondiale del ’29. Nel 1930 la Francia eresse la linea Maginot, un imponente complesso di fortificazioni, lungo il confine tedesco. Regno Unito -> nel dopoguerra governarono i moderati, che portarono avanti una rigorosa
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