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Il primo Novecento: contesto storico, ideologia, letteratura, tematiche., Sintesi del corso di Italiano

Contesto storico culturale e politico del primo Novecento in Europa e in Italia: maestri del sospetto, inettitudine, i giornali, gli intellettuali e il potere. Autori e opere analizzati nei documenti successivi.

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 15/06/2017

Albi8576
Albi8576 🇮🇹

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Scarica Il primo Novecento: contesto storico, ideologia, letteratura, tematiche. e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! Il primo Novecento Per capire il Novecento bisogna partire dai maestri del sospetto, quei pensatori che hanno determinato una mentalità nuova: Schopenhauer, Marx, Nietzsche, Bergson (filosofi) e Freud (medico). Essi, infatti, hanno provocato una vera e propria rivoluzione all’interno del pensiero collettivo: ad esempio, è una novità cominciare a parlare del male di vivere, della nevrosi, della depressione, dell’angoscia. Inoltre, anche Albert Einstein (fisico) può essere considerato un maestro del sospetto perché, con lui, la matematica e la scienza moderna entrano in crisi e perdono i caratteri di assolutezza, a favore di quelli di relatività. Allo stesso modo, anche l’uomo entra in crisi e si accorge che la vita umana non è chiara, non è predeterminata; ugualmente non lo è la letteratura, che diventa anch’essa di crisi e introduce gli stessi temi della psicanalisi. Il romanzo cambia in tre zone del mondo: • Francia: Proust è un dandy e scrive Alla ricerca del tempo perduto, un’opera in sette volumi in cui riesce a scardinare il tempo e lo spazio e ricostruire il passato in modo soggettivo (vedi Bergson). La memoria può essere volontaria o involontaria; giocare sulla dimensione del tempo impedisce di fare un romanzo tradizionale. • Gran Bretagna: James Joyce scardina la dimensione sintattica attraverso la tecnica dell’analogia, per cui lascia correre i pensieri senza razionalità secondo il flusso di coscienza; Virginia Woolf utilizza il monologo interiore, e introduce un innovativo punto di vista, quello delle donne. • Mitteleuropa: Musil ne L’uomo senza identità introduce la figura dell’inetto (vedi Totò Merumeni di Gozzano), di colui che si lascia trasportare dagli eventi; Franz Kafka nelle Metamorfosi mostra un altro grande tema dell’uomo moderno, che è l’alienazione, con la conseguente incapacità di comunicare e di stare al mondo; Thomas Mann. Inettitudine L’uomo del Novecento è incapace di scavare nel profondo, esprimere i suoi sentimenti e provare l’amore fino in fondo, perché il suo modo di vivere l’ha praticamente bloccato; allo stesso modo è incapace di obbedire a se stesso (vedi L’ultima sigaretta di Svevo). L’inettitudine è un problema più maschile che femminile ed è identificabile come una “malattia” dell’uomo moderno, che fa una vita talmente frenetica da rimpiangere il passato, proiettarsi nel futuro e, soprattutto, lasciarsi scorrere velocemente davanti il presente. Trieste Trieste è una città con tre anime e tre lingue: geograficamente è in Italia, ma ha una cultura mitteleuropea perché è stata una grande capitale dell’impero austro-ungarico, inoltre si trova al confine con la Slovenia. Vi è anche presente una grande comunità ebraica e altre più piccole di greci e albanesi. La convivenza tra queste culture non è stata priva di attriti, tuttavia essa ha permesso che venissero apprezzati anche in Italia i grandi autori e i grandi pensatori tedeschi, nonché l’accentuazione di certi aspetti di “italianità” per distinguersi dagli altri, come il forte sostegno verso la causa irredentista. Gli intellettuali e il potere La prima metà del Novecento è caratterizzata dall’affermarsi di regimi dittatoriali in tutta Europa. Questo, ovviamente, avviene grazie ad una forte operazione di propaganda, che affonda le sue radici nella tradizione del popolo e della nazione affinché ogni singolo individuo si senta partecipe nell’affermare l’identità collettiva. In Italia, in particolare, il fascismo si impegna in un’operazione di propaganda con la creazione di molte associazioni: strutture per l’inquadramento giovanile, l’Istituto Luce per i cinegiornali di informazione, l’Eiar per la diffusione dei discorsi del duce, il Miniculpop (Ministro della Cultura Popolare) per l’intervento sulla scuola. L’obiettivo è quello di asservire completamente il paese alla causa fascista; tuttavia, alcuni intellettuali non sono d’accordo e o si arroccano in un silenzio fortemente critico, o scrivono sulle riviste, che hanno una lettura molto fruibile e possono essere letterarie o politiche. La Voce vuole una poesia nuova, non tradizionale, semplice, evocativa e simbolista, che deve essere lirica pura o poesia di parola. Qui scrivono tra gli altri Ungaretti e Montale: la loro poesia deve usare pochissime parole, ma nella loro pregnanza semantica. La Ronda nasce dopo la prima guerra mondiale; come la ronda dei soldati, vuole portare tutti ben allineati su una letteratura più tradizionale. Il selvaggio è una rivista fascista che continua ad essere pubblicata fino alla caduta del regime. L’Unità è un giornale antifascista, fondato da Gramsci, comunista, che viene arrestato poco dopo per questo. Solaria viene pubblicata da Pavese e Vittorini negli anni ’30 a Firenze. Ufficialmente non è una rivista politica, ma di risposta intellettuale al fascismo: i due parlano infatti di cultura americana, che è assolutamente vietata durante il ventennio fascista, poiché vedono nell’America la libertà, e fanno arrivare in Italia la letteratura, il jazz, i dischi e i film americani.
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