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Il Quattrocento - Marazzini, Appunti di Letteratura

Quattrocento - Marazzini La lingua italiana. Storia, testi, strumenti.

Tipologia: Appunti

2012/2013

Caricato il 17/02/2013

-cleo-
-cleo- 🇮🇹

2 documenti

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Scarica Il Quattrocento - Marazzini e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! Il Quattrocento Con Petrarca fu screditato il volgare, di fatto molti dotti evitarono di usarlo. Tra questi vi fu Salutati che grazie al suo ruolo di cancelliere latino riuscì nel suo intento diffondendo lo stile latino. Il volgare era utile nelle scritture pratiche ma non sarebbe mai stato una lingua d’arte. LE DISCUSSIONI DEI LINGUISTI SULLA NASCITA DEL VOLGARE Biondo Flavio: Nell’Impero Romano si parla il latino, in seguito a causa del fenomeno del superstrato, in particolar modo a causa dell’invasione dei longobardi vi fu una corruzione del latino, da questa nacque l’Italiano. [Tesi più diffusa] Leonardo Bruni: Affermava che al tempo dell’Impero Romano c’erano due diversi livelli di latino: quello “alto” > letterario, quello “basso” > popolare. Proprio da quest’ultimo deriva l’italiano, nato da variazioni interne e autonome. Nel ‘500 si diffusero erroneamente teorie pseudo-bruniane le quali affermavano che in realtà l’italiano era sempre esistito così come si conosceva, ma era poco diffuso, solo nel Medioevo aveva iniziato a diffondersi. LEON BATTISTA ALBERTI E LA PRIMA GRAMMATICA Tra i sostenitori del volgare si fu Leon Battista Alberti, figura intellettuale del tempo. Egli di fatti manifesto fiducia nell’italiano e lo ritenne abbastanza maturo per affrontare argomenti di particolare importanza. Alberti elaborò un programma di promozione a favore del volgare chiamato Umanesimo Volgare. Riconoscendo il latino come lingua maestra egli scrive dei testi ispirandosi ad esso soprattutto a livello sintattico, fonetico e lessicale. Ad Alberti è attribuita la prima grammatica della lingua moderna, scritta nel 1440. La La Grammatichetta vaticana, (PARAFRASI 269) chiamata così per la sua mole ridotta e perché in seguito fu conservata nel Vaticano. L’apice del suo programma di promozione fu il Certame Coronario, concorso che imponeva di scrivere poesie in volgare sul tema dell’amicizia. La giuria non assegnò alcun premio dimostrando un rifiuto verso l’italiano, provocando così la protesta dello stesso Alberti. L’UMANESIMO VOLGARE Anche la corte dei Medici si schierò a favore del volgare, Lorenzo de’ Medici attribuì all’italiano una valenza patriottica, Cristoforo Landino, insegnante di Lorenzo de’ Medici, si avvicinò molto alla propaganda indetta da Alberti, invitato così tutti ad usare il volgare. Egli credeva che ancora il volgare doveva arricchirsi, questo poteva accadere solo con lo studio e l’introduzione di termini derivanti dal greco e dal latino. Anche Federico, erede al trono, figlio del re Ferdinando, si interessò molto al volgare tanto da iniziare a leggere delle raccolte di poesie mandate dallo stesso Lorenzo, La Raccolta Aragonese o Silloge. Il volgare si iniziò a diffondere nel cantare cavalleresco, scritto in ottave. Appartiene a questo genere Morgante di Pucci, caratterizza quest’opera il ricco lessico realistico, la fraseologia idiomatica, i giochi di parole e i neologismi lessicali. LA LINGUA DI COINE’ E LE CANCELLERIE Nei testi in prosa (epistole, ricettari, diari) ancora coesisteva insieme al volgare il latino. In tutti i tipi di testi quattrocenteschi vi è la presenza di latinismi grafici e lessicali, frequenti sono gli inserimenti occasionali di parole latine o di formule correnti (con>cum). Nel ’400 vi è l’eliminazione di tratti vistosamente locali così non rendere facile l’identificazione in zone specifiche ma più ampie. Nasce così la lingua di coiné. Coinè: Mira all’eliminazione dei tratti locali, accoglie latinismi e si basa sul toscano. Questa lingua si diffonde nelle cancellerie e nelle corti signorili, i cortigiani così viaggiando aiutano al livellamento della lingua di coinè. L’INFLUENZA DELLA LETTERATURA RELIGIOSA Anche la letteratura religiosa favorì la diffusione del volgare, in particolar modo nell’Italia mediana. • Raccolte di laude: Italia Centro-Settentrionale • Sacre rappresentazioni: Dovevano avere un linguaggio comprensibile a tutti • Predicazioni Inoltre anche i predicatori viaggiavano e quindi come i cortigiani portavano ad un ulteriore livellamento della lingua. RIVOLUZIONE DELLA STAMPA Come si sa, la stampa fu un invenzione di Gutenberg: il primo libro composto a caratteri mobili fu la Bibbia in Germania, prima del 1456. In breve tempo la tipografia si diffuse anche in Italia, in cui l’arte tipografica ebbe centro a Venezia che si classifico come Capitale della stampa italiana (produsse più della metà dei libri italiani). Si usava una qualità eccezionale di caratteri e carta, si imitava la forma del manoscritto, solo in seguito fu creato il frontespizio in cui erano contenuti il titolo, il nome
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