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La Sociologia del Razzismo: Origini, Radici e Conseguenze, Appunti di Sociologia delle Migrazioni

Teoria della discriminazioneStoria SocialeSociologia della CulturaAntropologia sociale

La natura sociale e storica del razzismo, smentendo la teoria di una 'prima natura' istintiva. Il razzismo è radicato nelle relazioni sociali quotidiane, stimolato dai vertici della società e diffuso attraverso mezzi di propaganda. Esploriamo le origini cattoliche, liberali, socialiste e positiviste del razzismo in italia, e come si è evoluto in forme diverse ma sostanzialmente immutate. Il documento include due teorie: la divisione internazionale del lavoro e la costruzione di identità nazionale.

Cosa imparerai

  • Come il razzismo si è evoluto in Italia attraverso le diverse tradizioni intellettuali?
  • Come il razzismo ha influenzato la professione?
  • Come le relazioni sociali quotidiane contribuiscono alla diffusione del razzismo?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 19/04/2019

gloriambr
gloriambr 🇮🇹

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Scarica La Sociologia del Razzismo: Origini, Radici e Conseguenze e più Appunti in PDF di Sociologia delle Migrazioni solo su Docsity! Sociologia II (03/04) Razzismo frutto delle elaborazioni scientifiche delle classi colte Seconda tesi: riguarda il fatto che il razzismo dipende dalla paura dell’altro, dello straniero. Il razzismo non è un qualcosa di astratto ma è un fenomeno socialmente appreso e storicamente determinato radicato nelle relazioni materiali storiche che hanno determinato nel tempo l’associazione di soggetti dominati come inferiori. Il razzismo non alberga nella mente degli uomini per natura. Può essere presente nella sfera psicologica ma questo fatto è il frutto dell’assimilazione dall’esterno del razzismo che diventa psicologia. Il razzismo è radicato nei rapporti sociali quotidiani, è stimolato dai vertici della società è diffuso dai mezzi di propaganda, si diffonde nella popolazione e penetra negli individui giustificazione psicologica della dottrina della disuguaglianza tra uomini. Il razzismo non è l’esito in prima istanza di meccanismi psicologici autonomi e naturali, istintivi perché l’istinto non è un elemento che fa parte dell’essere umano ma un comportamento complesso geneticamente determinato. Il razzismo è socialmente appreso ovvero viene interiorizzato dal soggetto e diventa elemento della mente umana, diventa “seconda natura” non avendo una prima natura di carattere istintivo l’individuo è socializzato dalla realtà e la incorpora. È reversibile, può essere espulso, c’è la possibilità dell’anti razzismo. Se il razzismo fosse un elemento congenito non potrebbe mai scomparire per cui qualsiasi azione di politica pubblica o educazione sarebbero tutte azioni inutili. Il razzismo non dipende nemmeno dalla non conoscenza/paura dell’altro l’incremento della mobilità avrebbe dovuto far scomparire il razzismo. Questione fondamentale: bisogna guardare il razzismo come un fenomeno che ha delle radici sociali. Libro: l’autore sostiene che il razzismo contro i neri è un tutt’uno con il razzismo di classe razzismo che assimila la classe operaia, lavoratrice e innalza le élite bianche. In questo senso la questione razziale si presenta come questione inseparabile dalla questione sociale sia che si tratti di oppressione di razze su altre razze o che si tratti di oppressione di razze sociali superiori su quelle inferiori. Razza sociale superiore: composte dagli uomini maschi bianchi proprietari Razza sociale inferiore: composta dai colorati e dalle donne e proletari. Oltre a una “bestializzazione” degli immigrati c’è anche una “bestializzazione” degli uomini come classe sociale. 2 tesi: 1. L’ideologia razzista come ideologia della divisione internazionale del lavoro (ruoli specifici che vengono assegnati in diverse aree geografiche in cui alcuni Stati operano in funzione di altri Stati), dello sfruttamento degli • Stranieri • Donne • Proletari È emersa con il capitalismo e quindi il razzismo naturalizza (o cerca di farlo) le disuguaglianze sociali e storiche che si sono venute a creare tra le razze, tra le nazioni e tra i generi ideologia delle classi dei conquistatori e dei colonizzatori che funge da strumento di contrasto nei confronti sia dei popoli colonizzati che della classe operaia del mondo occidentale. Il razzismo legittima la stratificazione della società in classi e la loro disuguaglianza È l’incrocio tra la divisione sociale del lavoro (uomo-donna) e tra l’incrocio tra classi dominanti e dominate. Il termine razza oggi è in disuso etnia (categoria dell’antropologia culturale che è stata utilizzata per definire i popoli primitivi), cultura. Il termine etnia è un termine pseudoscientifico e richiama la condizione di popolazioni in uno stadio dell’evoluzione sociale precedente allo stadio della civiltà, della città. Etnia: raggruppamento umano che basa i rapporti sociali sui rapporti di sangue, clanici. ↓ allude sempre ai rapporti di forza Le culture non sono il risultato di un processo naturale ma frutti dell’agire umano. Il problema è quando la differenza si trasforma in disuguaglianza. Un altro termine che si usa la al posto di razza è cultura attraverso il cosiddetto differenzialismo culturale. 2. Divisione del lavoro Radici storiche del razzismo in Italia Deriva da una tradizione • Cattolica • Liberale • Socialista • Positivista Il fascismo ha amalgamato i diversi apporti, elementi che esistevano al fascismo stesso. Ha radicalizzato gli elementi che preesistevano sia sul piano della teoria (Jiulius Ebola) sia sul piano delle guerre dottrinali (armi di sterminio di massa che sono state utilizzate per la prima volta in Italia). Questo primato lo deve al fato che gli preesistevano già una lunga tradizione. La prima matrice è il lungo e profondo processo di interiorizzazione razziale che ha riguardato le popolazioni del sud Italia (classi popolari del mezzogiorno d’Italia) Antimeridionalismo: l’Italia alla fine dell’800 è un paese privo di colonie. L’Italia ha basato sulla riduzione delle regioni meridionali riducendole al rango di colonie interne per l’economia e la nascente industria del nord Italia e da qui lo sviluppo di una disuguaglianza tra nord e sud il sud lavorava in funzione per il nord. Questa disuguaglianza ha dovuto trovare una giustificazione nascita di stereotipi verso le popolazioni del sud Italia che è avvenuta in concomitanza con il brigantaggio. È appunto in quel periodo (positivismo) che si sono creati gli stereotipi di meridionale nullafacente. Nel secondo dopo guerra la questione del razzismo antimeridionale ha impedito la presa di coscienza comune tra lavoratori del nord e sud di appartenere alla stessa classe e di avere degli interessi comuni. Il razzismo antimeridionale è stato usato come arma di divisione I lavoratori settentrionali erano vellicati nell’idea di appartenere a una presunta superiorità. delle genti del nord. Questo fenomeno si è incrinato negli anni ’70 con lo sviluppo del movimento dei lavoratori che ha fatto prendere coscienza • Teorici (Cesare Lombroso): apportavano una serie di dottrine scientifiche come prova dell’inferiorità culturale delle genti del sud. C’è un altro filone importante nel razzismo storco italiano ovvero il razzismo anti africano (razzismo coloniale) rappresentava l’Africa come un continente senza storia, un continente vuoto da civilizzare, che non è in grado di autogovernarsi, con una popolazione non in grado di autogestirsi.
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