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La Teorizzazione dell'Opinione Pubblica e del Ruolo dei Media - Prof. Codeluppi, Dispense di Sociologia Dei Media

La nascita e lo sviluppo della concezione di opinione pubblica, il ruolo dei media nella sua evoluzione e le teorie che ne hanno illustrato il funzionamento. Dal concetto inglese di 'sfera pubblica borghese' all'indebolimento della stessa a causa della mediatizzazione, passando per la teoria ipodermica e la teoria del knowledge gap, fino alle critiche sulla cultura di massa e la teoria della coltivazione. Vengono inoltre presentate le teorie di mcluhan, baudrillard e noelle-neumann.

Tipologia: Dispense

2018/2019

Caricato il 20/02/2019

gregoriaramirez
gregoriaramirez 🇮🇹

4.3

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Scarica La Teorizzazione dell'Opinione Pubblica e del Ruolo dei Media - Prof. Codeluppi e più Dispense in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! IL RITORNO DEL MEDIUM Industrializzazione e urbanizzazione Il medium si è sviluppato quando si è presentato un contesto sociale adeguato, come quello che si è formato nell’Ottocento da due fondamentali processi: Industrializzazione e urbanizzazione. Con essi si sono potuti sviluppare i nuovi mercati del consumo di massa. Industrializzazione: ha consentitolo sviluppo del tempo libero che si è poi trasformato in tempo di “consumo.” Urbanizzazione: la popolazione rurale si reca a vivere nelle grandi città. Ciò però crea un’intensificazione della vita nervosa (Simmel). La metropoli diventa sede di esperienze fondata su forme spettacolari di divertimento, meraviglia e sensazionalismo (esposizioni universali). Le persone per difendersi da questa nuova tempesta emozionale adottano una strategia di “raffreddamento” dei rapporti sociali. Si evidenzia il carattere “intellettuale” della vita metropolitano con il carattere “sentimentale” della vita in provincia. Tale dominio di atteggiamento Simmel lo definisce blasè. Atteggiamento all’incapacità di reagire a nuovi stimoli ed aspettative degli altri. Per Simmel inoltre nella metropoli esistevano contemporaneamente: Imitazione e Differenziazione. La caratteristica fondamentale della cultura moderna è dunque la sua ambiguità, la coesistenza di concetti contrari come innovazione e legame con il passato, solitudine e moltitudine. In queste metropoli è presente ciò che Charles Baudelaire nomina Flaneur--> individuo eccentrico che cerca di differenziarsi dalla massa per poter osservare a distanza un mondo sociale in grande trasformazione. Dall’opinione pubblica alla massa Il concetto di opinione pubblica è nato in Inghilterra, Francia e Germania nel corso del 700. HABERMAS: Ha preso vita grazie allo sviluppo di una “sfera pubblica borghese”, luogo in cui si discutevano questioni di importanza pubblica quali caffè e saloni. La stampa ha svolto un ruolo fondamentale nella nascita dell’opinione pubblica, nella quale si sono sviluppate idee ed opinioni critiche nei confronti del potere assoluto. La sfera pubblica è il luogo di mediazione tra società e stato. Tuttavia la sfera pubblica ideale di Habermas si è realizzata solo in parte poiché c’è stata una prevaleza del mercato e degli interessi commerciali. Ricciardi ha evidenziato che Habermas ha avuto una interpretazione troppo idealistica legando eccessivamente lo sviluppo dell’opinione pubblica con la cultura borghese. Infatti dibattiti pubblici si sono sviluppati anche all’interno della classe operai. Negli ultimi decenni i progressi dei media hanno portato ad un indebolimento del concetto di opinione pubblica. Quest'ultima considerata da Habermas come una èlite. L'allargamento del pubblico raggiungibile attraverso i media ha introdotto il concetto di sfera pubblica “per molti” --> mediatizzazione dell’opinione pubblica. Essa è diventata sempre più astratta poiché imperniata su forme di rappresentazione simboliche (televisione). JOSHUA MEYROWITZ: nella vita sociale sono stati abbattuti i confini esistenti tra la scena pubblica e il “retroscena”. Si è creato uno nuovo spazio intermedio dove il pubblico e il privato si fondono e dove il soggetto è costretto ad esporsi sempre più “in vetrina”. Dunque l’opinione pubblica tende sempre più a trasformarsi in una massa. La quale si presenta come ampio aggregato, privo di organizzazione e composto di individui che sono isolati e incapaci di interagire in modo significativo. Ambigua poiché protegge ed impaurisce contemporaneamente. Gustave Le Bon --> massa come processo di omologazione tra gli individui. nella quale gli individuo diventano un'unica anima collettiva e agiscono in modo del tutto diverso dal quale agirebbero isolatamente. Max Weber ci dice inoltre che la massa fonda la sua legittimità nel potere carismatico, perciò disposte a seguire un leader La nascita dei media Esistono dei periodi esplosivi nei quali si sono moltiplicate le innovazioni relative al campo della comunicazione 1. 1830 – 1840: macchine a vapore, fotografia ecc. 2. 1875 –1895: telefono, energia elettrica, macchina da scrivere 3. 1920 – 1935: fotocopiatrice, esperimenti televisivi 4. 1975 – oggi: prodotti elettronici digitali 1) La Stampa--> Il Quotidiano come primo vero medium come strumento di comunicazione di massa. Essi svolgono un ruolo di “CAPITALISMO A STAMPA” cioè diffondono una lingua nazionale e la creazione di una cultura ed identità comuni. La stampa ha sempre più affiancato alla capacità di trasmettere informazioni quella di produrre emozioni, integrando pettegolezzi, scandali e delitti. Si afferma così --> la stampa sensazionale. Nell'Ottocento diventa il primo medium di massa. 2) La Fotografia--> determina uno choc culturale come quello simile al linguaggio scritto. si presenta principalmente con il dagherrotipo, procedimento fotografico grossolano di Daguerre (1839). Talbot quattro anni prima però aveva creato il primo negativo grazie al quale per la prima volta si poteva stampare su carta l’immagine fotografica e riprodurla nella quantità desiderata. Eastman (1888) porta però la prima macchina fotografica Kodak. --> la fotografia diventa pratica di massa. Walter Benjamin nel saggio “l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità” ci dice come la mano dell’artista sia diventata inutile e tutta l’attenzione si posi sull’occhio di chi guarda. L'opera d’arte possiede un’affascinante “aura” alla quale si contrappone l’alienazione e banalità della merce. L'opera d’arte mira all’eternità la fotografia blocca l’istante, pertanto essa trasforma la percezione umana in una successione di momenti isolati. Il tempo si frantuma non c’è più un prima o un dopo. W. Benjamin definisce inoltre l’INCONSCIO OTTICO: con la fotografia si ha la possibilità di cogliere frammenti infinitesimali di realtà, che normalmente sfuggono alla vista umana, grazie alle sue tecniche (rallentatore, ingrandimento). Kracauer dice che il legame della fotografia con il tempo corrisponde a quello della moda, poiché entrambi si concentrano sul presente “dell’istante” e dimenticano il passato. Benjamin inoltre osserva che la moda e la fotografia hanno un rapporto più con la morte che con la vita. Esse infatti tentano di esorcizzare il fantasma della morte. L'istante immortalato in fotografia è automaticamente passato/morto --> e chi si rivede in immagine entra in diretto rapporto con un’esperienza di morte: con ciò che è stato. La fotografia smaterializza il mondo e perde sempre più il legame con la tradizionale aura dell’opera d’arte e con l’autenticità. Oggi il medium fotografico con i linguaggi digitali uno schema lineare che tenta di rappresentare come avvenga il trasferimento delle unità informative all’interno del processo di comunicazione --> • Una fonte invia un messaggio a un destinatario attraverso un canale e per farlo utilizza un sistema di trasmissione che si compone a sua volta di un apparato trasmittente e di uno ricevente, per rendere il messaggio trasmissibile lo trasforma in partenza in un segnale. Per risolvere dunque la problematica Shannon e Weaver hanno adottato una prospettiva esclusivamente matematica. La teoria matematica della comunicazione si basa sull’ipotesi della natura neutrale dell’informazione. Essa propone di esprimere l’informazione in termini quantitativi, misurandola attraverso il bit (unità elementare dell’informazione); interessandosi solamente al funzionamento del processo di trasmissione il modello. Il modello sviluppato dalla teoria matematica è lineare con una logica causale che prevede un’unica direzione. Gli studi successivi dimostreranno che il movimento della comunicazione è circolare ed interattivo. Il modello di Shannon e Weaver è stato pensato per processi di comunicazione di apparecchiature meccaniche e non di essere umani. *la questione della presenza di distorsioni nel processo di comunicazione viene affrontata con la “rindondanza” cioè aumentando la quantità di informazioni inviate. Tale soluzione non è considerata efficace dalla Teoria Matematica poiché un aumento delle informazioni trasmesse non comporta un incremento della rindondanza. LE TEORIE CRITICHE La Scuola di Francoforte La Scuola di Francoforte è stata fondata nel 1923 e diretta dal 1930 da Max Horkheimer. Ed è qui che si sono originate molte critiche sul ruolo svolto dai media nel produrre la “nuova cultura di massa” (prodotta per la massa). Horkheimer e Adorno nella Dialettica dell’Illuminismo hanno parlato per primi di “industria culturale” ed hanno così considerato riviste e film come merci, poiché realizzati con il processo di produzione in serie. Essendo dunque la logica della produzione imperniata sull’omogeneizzazione e standardizzazione anche i beni culturali lo sono sempre di più. Horkheimer critica l’industria culturale poiché uccide la creatività artistica e la libera espressività individuale. Inoltre essa pone la sua forza in una promessa di felicità collocata nel presente che invita ad una soddisfazione immediata, ripetuta e continua. Secondo Marcuse inoltre si propone una libertà apparente dietro la quale si nasconde una strategia di controllo sociale basata sul principio della desublimazione repressiva. Lash e Lury: nell’attuale industria culturale globale la mediazione è effettuata da oggetti culturali che sono indeterminati, perché si trasformano nel corso di molteplici processi di circolazione, ed acquistano valore economico. Secondo loro “quelli che erano in precedenza media sono diventati oggetti. E quelli che erano oggetti si sono trasformati in media”. Ciò è possibile poiché l’attuale industria culturale globale si basa su oggetti comunicativi come le marche. In grado di alimentare le identità dei prodotti ed operano attraverso la differenza. Ciascuna marca produce dunque valore economico grazie alla sua capacità di essere differenti e non uguale alle altre. La Critica Statunitense Le critiche della Scuola di Francoforte hanno trovato riflesso negli Stati Uniti. Negli anni Cinquanta autori come MacDonald e Mills hanno sostenuto il centrale ruolo dei media nella formazione di una cultura di massa standardizzata ed i suoi effetti negativi sulla cultura sociale. Tichenor, Donohue e Olien Teoria del Knowledge Gap--> i media non riducono le differenze sociali ma anzi le amplificano. Si genera un divario sul piano delle conoscenze trasmesse dai media che accentua le differenze esistenti tra i diversi gruppi sociali. I media rendono accessibili i loro prodotti solo a coloro che dispongono dei mezzi economici e conoscenze per poterne fruirne. Ad esempio la crescita delle conoscenze che vengono messe a disposizione di Internet non comporta che uno sviluppo del processo di disuguaglianza della società. Gli individui diventano consumatori di informazioni e si accentua il fenomeno chiamato “digital divide”. Gerbner Teoria della Coltivazione --> la televisione dà vita a un universo simbolico, dove sono presenti degli stereotipi culturali che non corrispondono alla realtà, ma possono influenzare pesantemente l’interpretazione della stessa realtà. Gerbner nomina la sua teoria “della coltivazione” poiché ciò che la televisione fa è coltivare la percezione individuale della realtà. Ed il pubblico finisce così con il confondere i valori della tv con quelli dalla vita reale. In apparenza la teoria di Gerbner sembra simile a quella Ipodermica, ma in realtà se ne differenzia poiché considera l’effetto esercitato dalla tv il risultato di un processo di accumulo graduale che si sviluppa nel tempo. La teoria della coltivazione considera il medium come un soggetto estremamente potente e trascura l’effetto di mediazione che viene svolto da parte delle relazioni interpersonali. All'interno di questa teoria inoltre si è sviluppato il concetto di “mainstream” --> corrente dominante di convinzioni culturali, valori e comportamenti che si pone alla base delle altre correnti. Neil Postman --> la cultura contemporanea, la razionalità e il libero pensiero vengono soffocati dall’enorme centralità assunta dalla dimensione del divertimento. Capacità di analisi e di interpretazione non sono più necessarie. Ha adottato uno de concetti centrali di McLuhan: la capacità del medium di cambiare il modo di vedere la realtà. Ha scritto inoltre che i mezzi elettronici hanno cambiato in modo irreversibile il carattere del nostro ambiente simbolico. Culture ed idee vengono dalla televisione e non dalla carta stampata. Considera inoltre la televisione uno strumento pervasivo e totalizzante. ”il modo in cui la televisione presenta il mondo diventa il modello di come il mondo deve presentarsi”. Tuttavia Postman non propone di abolire la televisione, poiché crede che ogni nuova tecnologia produca nella società degli effetti positivi e negativi. Secondo lui tale mezzo ha solo un effetto negativo sulle comunicazioni pubbliche e sull’ambiente circostante. Per Postman a ciò si può intervenire con un approccio di tipo pedagogico, fornendo alle persone gli strumenti culturali per comprendere la natura della televisione. Herman e Chomsky --> posizione più radicale. Sostengono che i media compiono un’azione di manipolazione delle coscienze finalizzata a tutelare le norme e le convenzioni sociali ed eliminare i comportamenti non conformistici. Gli studi critici condotti negli ultimi anni negli Stati Uniti si sono occupati della cultura alla quale i media danno vita, cioè della “media culture”. Stuart Ewen --> attraverso le sue analisi mostra come si è sempre di più imposto nella cultura americana lo stile. Quest'ultimo di rivolge ai desideri più profondi e nascosti, si presenta come sogno, magia e seduzione. Ne deriva che l’immagine visiva, l’estetica, la superficie si fanno sempre più reali e la realtà diventa sempre più immateriale. Lo stile ha successo grazie alla sua natura effimera e superficiale. Gli stili in passato incarnavano le epoche storiche, oggi gli stili sono mutevoli ed incoerenti e destinati ad essere rapidamente sostituiti. Lo stile è qualcosa da consumare. Parte del suo significato è che perderà significato. Inoltre secondo Ewen attraverso i media gli stili riescono ad esprimersi. Kellner--> ha sostenuto che poiché i prodotti dell’industria culturale devono essere in grado di interessare un vasto pubblico, riflettono necessariamente i conflitti che esistono nella società. La cultura dei media (prodotta per la massa) è oggi la cultura centrale e la forza dominante, soppiantando la cultura scritta, grazie ai suoi linguaggi concentrati sulle immagini. --> (cultura visiva) La Critica Europea Anche in Europa la riflessione della Scuola di Francoforte ha avuto delle influenze. Accomuna tale posizioni anche la mancanza di verifiche empiriche. Edgard Morin--> si è occupato della cultura che i media sono in grado di creare. Secondo Morin la cultura di massa costituisce un corpo di simboli, di miti e immagini che si aggiunge alla cultura nazionale, entrando in concorrenza con essa. Si tratta dunque di una cultura sicretica destinata ad un consumo di massa che ha bisogno di omogenizzare i contenuti differenti al suo interno. I suoi messaggi inoltre tendono ad indebolire il ruolo dei gruppi sociali tradizionali poiché si rivolgono agli individui come soggetti singoli. Morin ritiene il destinatario dei messaggi: soggetto passivo e puramente reattivo Guy Debord (1967) --> nella Società dello Spettacolo muove una critica radicale alle società occidentali del benessere. Ha segnalato inoltre che le forme di rappresentazione della realtà hanno fatto registrare una crescita della loro importanza sociale tale da perdere la loro immaterialità per diventare qualcosa di sperimentabile. Successivamente Debord ha affermato che alle due forme di società spettacolare (concentrata: tipica dei regimi totalitari; diffusa: società occidentali consumistiche) ha affiancato il modello dello spettacolare integrato. Quest'ultimo integra le 2 precedenti forme e riesce dunque a ottenere che lo spettacolo di imponga nella società in modo talmente potente che non ci possa essere più niente al di fuori di esso. Jean Baudrillard --> alla fine degli anni Sessanta sosteneva che il progresso tecnologico tende a sostituire al mondo reale dei simulacri, ovvero delle forme di rappresentazione che vengono totalmente prodotte dagli esseri umani. I simulacri sono copie di copie che si rinviano senza fine l’una all’altra, copie di copie delle quali si sono persi gli originali. Secondo Baudrillard a prevalere oggi è l’ordine della simulazione. Lo stesso concetto sosteneva Daniel Boorstin quando diceva che i media producono “pseudoeventi”, eventi prodotti artificialmente che finiscono per essere più naturali di quelli reali. Per Baudrillard nei media la realtà è abolita a favore della neo- realtà del modello. Questo processo è arrivato a tali livelli che l’unica esperienza è quella del presente astorico prodotto dai media, dove si ha la scomparsa della realtà e non è più distinguibile il verso dal falso, la realtà dall’artificio. La tesi di Baudrillard si basa anche sulla concezione proposta da McLuhan secondo la quale Brainframe “cornice mentale” schema di percezione della realtà determinato dall’influenza che viene esercitata dalle tecnologie della comunicazione sui due emisferi del cervello. Esistono 4 tipi di brainframe: alfabetico, televisivo, digitale e cibernetico. Ha sostenuto che i media hanno la capacità di dare vita a una dimensione esterna all’essere umano ma in constante interazione con esso che si forma attraverso la “messa in rete” del cervello individuale con le tecnologie che lo circondano. In quest’ottica i media si pongono essi stessi come mondo in cui entrare, come veri e propri “ambienti” sociali e culturali. McLuhan riprende la distinzione tra figura e sfondo e l’ha applicata al mondo dei media. Figura: il mezzo di comunicazione dal punto di vista tecnologico Sfondo: tutto ciò che è indispensabile alla tecnologia per funzionare. Ed è lo sfondo che costituisce il vero medium. Altheide e Snow--> ogni medium ha una specifica grammatica e logica che li consente di avere una propria modalità distintiva della realtà. Joshua Meyrowitz --> ha riflettuto sugli ambienti che i media sono in grado di far nascere. I media hanno sempre dato vita a degli ambienti in cui le persone possono essere unite o separate. Secondo Meyrowitz il successo dei media elettronici è dovuto al fatto che per il loro uso non era indispensabile la conoscenza della lettura e scrittura, che però erano indispensabili per accedere alla stampa. Egli inoltre sostiene che i media possono cambiare la natura dei confini. Oggi infatti i muri di casa non sono più delle barriere vere e proprie che isolano dalla società. I media di oggi hanno messo in collegamento sfere della società che un tempo erano nettamente distinte. Hanno riorganizzato gli spazi sociali riducendo barriere come età, livello di istruzione e status. Ne consegue che gli ambienti dei media possono essere considerati come un continuum. Arjun Appadurai --> sostiene l’esistenza di una rete globale di flussi che attraversa il pianeta. Tali flussi sono divisi in: ethnoscapes, technoscapes, finanscapes, mediascapes e ideoscapes. Gli ultimi due fanno riferimento ai flussi di immagini e messaggi incentrati sul mondo delle merci e dell’intrattenimento. IL MEDIUM IN CRISI L’approccio Usi e Gratificazione Anni Cinquanta si sviluppa l’approccio ”struttural-funzionalista”--> si inizia a ragionare sulle funzioni svolte dai media per gli individui più che ai loro effetti. Talcott Parsons --> ha interpretato la società come un sistema costituito da diversi sottosistemi, ciascuno dei quali attiva delle specifiche relazioni e svolge una funzione necessaria alla sopravvivenza del sistema stesso. La società viene considerata dunque come un organismo che ha bisogno delle funzioni che vengono svolte dagli individui per poter perseguire i suoi fini. Il funzionalismo ha esercitato influenza sull’approccio “uso e gratificazioni” --> la quale si tratta di un orientamento di ricerca e non teoria. Si è sviluppato negli anni Cinquanta negli Stati Uniti e poi in Gran Bretagna. Si basa sull’idea che le persone impiegano i contenuti dei media per soddisfare i loro principali bisogni ed inoltre ottengono delle gratificazioni che li aiutano a vivere meglio nella società. Herta Herzog --> prima vera ricerca sull’ambito delle soap opera. Ha analizzato i risultati di una ricerca sugli ascoltatori radiofonici e ha visto come le donne fossero in grado di compensare psicologicamente le difficoltà e frustrazioni attraverso l’ascolto dei programmi. Harold Laswell --> la comunicazione si presenta come tale quando risponde alle seguenti domande: chi dice? Cosa dice? Attraverso quale canale? A chi? Con quale effetto?. Egli presupponeva come la teoria matematica della comunicazione l’esistenza di un percorso lineare del messaggio, da un emittente attivo ad un destinatario passivo. Questo modello inoltre definiva le principali funzioni che i media svolgono: • Sorveglianza dell’ambiente • Correlazione delle componenti sociali • Trasmissione dei valori culturali • Charles Wright ha successivamente aggiunto l’Intrattenimento. Ball-Rokeach, De Fleur ‘76 --> Teoria della dipendenza. Nonostante abbia ottenuto poche conferme sul piano empirico tale teoria dice --> i media sono in grado di disporre di un notevole potere che consiste nel controllo delle risorse informative di cui hanno bisogno gli individui per raggiungere i loro personali obiettivi. Di conseguenza per perseguirli gli individui dipendono dai media. Gli effetti sono considerati tanto maggiori quanto più elevato è il coinvolgimento. Michele Sorice --> il principale problema evidenziato da usi e gratificazione è che può essere considerato individualistico e psicologistico. Gli studiosi che condividono questo approccio sopravvalutano la “libertà del pubblico” ed ignorano l’influenza che le ideologie sono in grado di esercitare sugli individui. La Teoria dell’Agenda Setting La Teoria dell’Agenda Setting si è sviluppata dopo l’approccio usi e gratificazioni ed ha allargato l’ambito d’analisi per considerare anche il contesto sociale nel quale il medium agisce. Niklas Luhman concetualizzò la base teorica di questo approccio. Secondo essa è necessario operare una distinzione tra i temi e le opinioni, perché i media, insieme alle èlite sociali, hanno il compito di selezionare i TEMI i e porli all’attenzione generale, così da rendere possibile lo sviluppo di OPINIONI su di essi. I temi servono a catturare l’attenzione. I risultati delle ricerche hanno confermato che esistono delle correlazioni tra il livello di importanza attribuito dalle persone ai principali problemi sociali e lo spazio dedicati a essi dai mezzi di comunicazione. Inoltre secondo la teoria dell’agenda setting i media influenzano le persone e determinano ciò che esse devono pensare e ciò a cui esse devono pensare. La televisione determina un effetto più debole a quello della stampa nell’ambito dell’agenda setting. Mcloed, Becker e Byrnes --> esistono 3 tipi di agenda: • Agenda intrapersonale (temi più importanti all’interno dell’individuo) • Agenda interpersonale (temi di cui l’individuo parla e discute) • La percezione dello stato e dell’opinione pubblica (l’importanza che l’individuo pensa che gli altri attribuiscono) Le ricerche si sono occupate soltanto del primo tipo di agenda ed hanno trascurato il secondo e terzo, dove l’effetto procurato dai media è inferiore. Ciò ha comportato l’affermazione che si l’effetto d’agenda esista ma che i suoi effetti siano minori a quelli che si pensava. In generale il principale problema evidenziato dalle ricerche è che viene data scarsa rilevanza a variabili che esistono nella relazione tra agenda dei media e agenda degli individui. Agenda Building --> filone di ricerca che ha ridimensionato il ruolo svolto dai media, considerati attori che si confrontano alla pari con altri nel processo di definizione delle questioni considerate prioritarie. Lang e Lang: tale concetto per loro indica un processo collettivo all’interno del quale media, governo e cittadini di influenzano reciprocamente. Agenda Designing --> formulata in anni recenti la tesi spiega come il soggetto sia in grado di creare una sua personale agenda di rilevanza rielaborando ciò che riceve da parte dei media. I CULTURAL STUDIES: IL MEDIUM IN FRANTUMI La Scuola di Birmingham e De Certeau La scuola di Birmingham si è sviluppata dal Centre for Contemporary Cultural Studies fondato da Richard Hoggart nel 1964 e diretto da Stuart Hall nel 1969. Fondamentale è stata l’influenza di: • Leavis che ha studiato gli effetti negativi esercitati dal processo di industrializzazione della cultura sulla cultura tradizionale. • Gramsci che riprende il concetto di “egemonia culturale”, secondo il quale la cultura popolare è in grado di esercitare un ruolo paragonabile a quello della cultura delle classi dominanti ed è addirittura in grado di lottare efficacemente con quest’ultima per il controllo dell’egemonia culturale. Negli anni Ottanta l’impostazione teorica del centro di Birmingham, dopo una principale esasperazione si è ridimensionata, e dà origine al filone di ricerca “cultural studies”. Nella prima fase le ricerche della Scuola di Birmingham si basano sullo studio di accettazione o rifiuto nei confronti dei messaggi proposti dai media con l’obiettivo di mostrare come la classe dominante cerchi di impiegare i media per imporre il loro potere. Stuart Hall Encoding/Decoding in Television Discourse --> ha sostenuto che di un programma televisivo possono esserci tante possibili letture, non però un numero illimitato, perché “i significati pur non essendo interamente predeterminati dai codici culturali, sono construiti all’interno di un sistema dominato dai codici accettati” --> esiste quindi un ordine culturale egemonico il quale tende a imporre le sue classificazioni del mondo. Hall ha presentato 3 tipi di lettura dai quali discendono altrettante modalità di decodifica: • Dominante egemonica: chi riceve il messaggio lo decodifica attraverso il codice con il quale è stato codificato in origine • Negoziata: non pone in discussione la legittimità del sistema di valori a cui il codice dominante rimanda, ma si oppone contemporaneamente a tale codice perché elabora proprie definizioni Ciò che sta succedendo è il passaggio da audience a “pubblici connessi” --> soggetti che sanno sfruttare al meglio le possibilità offerte da Internet. Tant’è che essi sviluppano una propensione a “farsi media” (Giovanni Boccia) Michele Sorice --> approccio costruzionista allo scopo di evidenziare come gli individui odierni tendano ad avere un orientamento autoriflessivo, adottando dei processi di formazione delle loro identità basati sulla percezione che hanno di sé in quanto audience. In questo approccio le esperienze mediali sono parte rilevante per sviluppare la loro identità. LA RINASCITA DEL MEDIUM La rete è il messaggio Marshall McLuhan --> Secondo McLuhan l’elettricità è il medium piu’ importante rispetto a tutti gli altri. Secondo lui un medium per essere tale non ha bisogno di trasmettere dei messaggi perché cio’ che conta è la sua capacita’ di eliminare il tempo e lo spazio, stimolando partecipazione da parte degli individui (cio’ che fanno il telefono, la radio e la televisione). L’elettricità secondo Mcluhan è quindi un medium ma con una natura particolare poiché si limita ad operare come semplice informazione. Inoltre secondo Mcluhan il contenuto di un medium è sempre un altro medium, poiché un medium quando compare per la prima volta, non disponendo di propri contenuti è costretto ad assorbire quelli dei media che l’hanno preceduto. Internet si sovrappone concettualmente all’energia elettrica in quanto possono essere considerati entrambi media allo stato puro. Derrick de Kerckove --> In sintonia con McLuhan ha sostenuto che la Rete rappresenta il Messaggio fondamentale trasmesso dal medium Internet. Di fatto Internet è un medium basato sullo sviluppo di reti di connessione, ne deriva che il messaggio è costituito dalle reti che consentono di sviluppare le relazioni sociali. Everett Rogers --> Nel settore della communication research l’idea di rete era già presente nell’analisi sviluppata da Rogers e Kincaid. Rogers ha introdotto la concezione della comunicazione intesa come “convergenza", come un processo all’interno del auqle i partecipanti condividono e creano le loro informazioni con l’obiettivo di arrivare ad una comune comprensione. Pertanto secondo Rogers e Kincaid per comprendere i processi comunicativi è necessario adottare un modello basato sull’analisi delle reti di comunicazione. Le quali mantengono in costante collegamento gli individui. David Bolter e Grusin --> Ritengono che i media consentono agli esseri umani di mettersi in relazione con l’ambiente e tra di loro attraverso l’impiego di linguaggi e media già esistenti nella società. Ad esempio recuperando modelli di rappresentazione come la finestra, l’ufficio o il cestino. Piu’ in generale si puo’ dire che il medium ricorre alle metafore, strumento di straordinaria efficacia, per rendere la forma di comunicazione piu’ accattivante e immediata. Secondo i 2 nell’ambito dei media si stanno sviluppando 2 grandi processi: • L’IMMEDIATEZZA: possibilita’ per l’utente di avere l’esperienza di un atto di rappresentazione che passa attraverso un determinato medium senza avere la consapevolezza del ruolo esercitato da tale medium, cio’ senza percepire l’interfaccia informatica che si rende invisibile. • L’IPERMEDIAZIONE: che tende a moltiplicare i segni della rappresentazione della mediazione e a renderli estremamente visibili. Dove l’immediatezza suggerisce uno spazio unificato, l’ipermediazione ne offre uno eterogeneo, all’interno del quale la rappresentazione e’ considerata come entita’ costituita da finestre che si aprono e su altre rappresentazioni o su altri media Henry Jekins --> Per Jekins il medium è interessato da molteplici processi di convergenza riguardanti piu’ che la dinamica tecnologica quella culturale. Le tecnologie infatti possono diventare obsolete mentre i media sembrano poter risorgere continuamente grazie al contributo fornito da altri media pre esistenti. Fausto Colombo --> secondo Colombo sembra che i media e le tecnologie si stiano progressivamente separando. Se in passato era possibile legare strettamente un medium ad una specifica tecnologia di comunicazione oggi cio’ e’ meno possibile. Oggi infatti ogni medium puo’ circolare su varie tecnologie (la radio puo’essere trasmessa ad esempio nel modo tradizionale via etere, via digitale terrestre, telefono o internet) Ogni tecnolgia puo’ ospitare media differenti (uno smartphone puo’ contenere la telefonia, internet, la televisione o il cinema) Manuel Castells Parla di informazionalismo: modello nel quale la produzione di ricchezza si basa sul commercio e creazione dell’informazione. Modello che caratterizza le attuali societa’ avanzate di oggi. Le societa’ che oggi si basano sulle “reti” sono di tipo capitalistico. Ma questo capitalismo e’ ben diverso da quello passato. E’ infatti un capitalismo che diventa sempre piu’ virtuale perche’ si trasferisce sempre di piu’ nello spazio immateriale di internet. Continua pero’ a svolgere sempre la sua funzione primaria che e’ quella di produrre valore economico. Non a caso lo spazio di internet nato come libero sta diventando sempre piu’ chiuso (app premium). Non possiamo quindi definire Internet e le nuove tecnologie come strumenti di emancipazione degli esseri umani, nonostante questo aspetti sia presente, poiche’ la Rete/ Internet e capitalismo nei suoi aspetti maggiormente economici sono accomunati dalla stessa logica di funzionamento. All’internodi internet oggi inoltre sembra prevalere il modello di funzionamento proposto da Google, che dichiara in apparenza di perseguire la liberta’ e la trasparenza ma in realta’ tenta di esercitare un potere economico e culturale sulla Rete attraverso il controllo della mole di dati e informazioni *Come ha sottolineato Fausto Colombo: Internet tende sempre piu’ a funzionare come le tradizionali reti di distribuzione. Cioe’ l’individuo sta diventando sempre piu’ attivo e indipendente. Nicholas Carr Ritiene che nella fruizione di internet il continuo passaggio da una finestra all’altra e da un sito ad un altro riduca la capacita’ di concentrazione e approfondimento e che a lungo andare abbassi anche il livello di intelligenza. E’ quindi possibile applicare alle attuali societa’ ipermoderne quel modello conflittuale della comunicazione. Tale modello conflittuale e’ presente anche all’interno di internet poiche’ le reti cercano di tenere insieme un paradosso fatto di Reclusione e Liberta’, di convivere dentro una opposizione che contempla il luogo e la sua assenza, la necessita’ del territorio e la neccessita’ di divaricarlo. Mobility Media Con gli spostamenti virtuali aumentano anche gli spostamenti fisici. Si puo’ cosi’ ipotizzare che sia la stessa Rete che sviluppa la crescita della domanda degli spostamenti fisici. Di conseguenza si sviluppano le connessioni tra movimenti fisici e il mondo dei media. Cio’ e’ stato inoltre consentito dagli sviluppi tecnologici che hanno reso possibile la miniaturizzazione degli apparecchi, che consentono ai media di accompagnare le persone nei loro spostamenti. Mobility Media (Internet sempre piu’ mobile) Castells Oggi abbiamo a che fare con: • Il Tempo sanza tempo: rappresenta una rottura rispetto alla linearita’ del tempo cronologico tradizionale • Spazio dei flussi: situazione di continuo confronto con lo “spazio dei luoghi” cioe’ il territorio materiale controllato dagli esseri umani e una “dimensione immateriale e virtuale” che non e’ radicata in luogo specifico, ma e’ bensi’ instabile. Henry Jenkins parla di “tele avvolgimento”, cioe’ gli individui pur vivendo in luoghi differenti riescono a rimanere in constante contatto grazie ai media. Grazie ai nuovi strumenti ‘nomadici’Grazie ai nuovi strumenti ‘nomadici’ (mobility media) gli individui sono oggi in
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