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Il ritratto dell'inetto di Italo Svevo analisi, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Analisi del testo, commento, approfondimenti e collegamenti ideali per l'esame di maturità.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

In vendita dal 03/03/2022

le3marie
le3marie 🇮🇹

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Scarica Il ritratto dell'inetto di Italo Svevo analisi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! Il ritratto dell’inetto di Italo Svevo Introduzione: Il testo presentato riporta le pagine iniziali del romanzo Senilità, pubblicato nel 1898 da Italo Svevo. Da queste pagine emerge già con chiarezza la fisionomia del protagonista e si intravedono i possibili sviluppi della vicenda. Viene delineato il ritratto di Emilio e della donna con cui ha un’avventura amorosa, Angiolina. Emilio viene presentato come un inetto, che ha paura di affrontare la realtà e per questo si è costruito un sistema protettivo, conducendo un’esistenza cauta che gli garantisce calma e sicurezza, ma implica la rinuncia al godimento della vita, una sorta di sospensione vitale definita senilità (timore senile di affrontare la vita). Tuttavia, in Emilio rimane un’inquietudine che nasce dal desiderio di piaceri. Il narratore analizza la personalità di Emilio, mettendone in luce l’inettitudine e la tendenza a falsificare le motivazioni delle proprie scelte. La fisionomia del protagonista, Emilio Brentani, balza subito con evidenza dalle sue parole e dagli interventi del narratore. II dato essenziale che lo caratterizza è il fatto che mente. Due sono i livelli delle sue menzogne: ● innanzitutto, coi suoi propositi di procedere con cautela nella relazione, nasconde ad Angiolina il fatto che per lui la ragazza non potrà essere più di un “giocattolo” (rigo 6), dati i doveri a cui è legato; ● ma poi mente anche a se stesso, adducendo la “famiglia” e la “carriera” (rigo 7) per motivare il proposito di non intrecciare un legame serio. La famiglia e la carriera in realtà non esistono: ● la prima non è costituita da una moglie e dai figli, ma dalla triste convivenza con Amalia, la sorella nubile, in cui ciascuno dei due recita al tempo stesso la parte di genitore e di figlio dell'altro. Emilio sente, infatti, la responsabilità di padre di famiglia per la sorella, ma a sua volta questa è per lui “come una madre dimentica di se stessa” (rigo 10). ● La seconda non è che un modesto “impieguccio” (rigo 20) presso una società di assicurazioni triestina, a cui si aggiunge la “riputazioncella” (rigo 22) ricavata da un romanzo, scritto anni prima e che non ha più avuto seguito. Si manifesta qui il tratto primario della personalità di Emilio: la sua falsa coscienza, la sua tendenza a costruirsi maschere gratificanti ai propri stessi occhi, per non vedere in volto lo squallore della sua vera condizione. ● Emerge anche dalla pagina iniziale il senso della “senilità” a cui allude il titolo del romanzo: “egli traversava la vita cauto, lasciando da parte tutti i pericoli ma anche il godimento, la felicità” (righi 13-14). Emilio ha paura di affrontare la vita, che gli appare piena di “pericoli”, perciò rinuncia a vivere, a godere i piaceri e la felicità, chiudendosi nel protetto nido familiare. In realtà, più che una condizione senile, la sua appare una condizione di immaturità infantile. ● Per rimuovere l'oscura percezione della propria inettitudine a vivere, Emilio si crea una maschera superomistica, si crede “una potente macchina geniale ancora in costruzione” (rigo 34), non ha la lucidità di vedersi nella sua effettiva mediocrità di romanziere fallito e sterile. 1 Questa condizione di senilità è però tormentata da una brama insoddisfatta dei piaceri e dell'amore a cui ha rinunciato. ● L'occasione per uscire dal nido protettivo è l'incontro con la ragazza del popolo, Angiolina. Il personaggio di Angiolina, al suo primo ingresso in scena, appare carico di valenze simboliche, offrendosi come emblema della giovinezza, della vita e della salute in opposizione alla senilità di Emilio (“il volto illuminato dalla vita” , la “bella salute” (rigo 39), “Raggiante di gioventù e bellezza” (rigo 53), i “colori della vita” (rigo 77)). Ma il valore simbolico di Angiolina non appartiene all'oggettività del narrato: è la prospettiva di Emilio che trasfigura la donna in simbolo. L'eroe la assume implicitamente come antidoto alla sua “senilità”, sentita come una vera e propria malattia. L'opposizione malattia-salute è quindi del personaggio, non dell'autore. Non è che un sogno evasivo come tanti altri dell'eroe ed è fatto oggetto di critica da parte di Svevo. ● Emilio, idealizzando Angiolina, la vede anche come una sorta di musa, fonte di ispirazione letteraria. Un'altra maschera cade, quella del libertino che vuole vivere “un'avventura facile e breve” (rigo 56). Emilio si rivela un romantico idealista, che non sa vedere nella donna se non l'angelo. Salvo poi, mentre si allontana, cogliere le sue movenze di “felino” (rigo 95): il che significa che su di lei proietta il mito decadente della donna fatale. -> Emilio dimostra di filtrare la realtà attraverso stereotipi letterari. Procedimenti narrativi La prima pagina già ci presenta in azione il meccanismo narrativo caratteristico del romanzo. ● Mentre il narratore utilizza un linguaggio normale, il linguaggio di Emilio appare stereotipato, ricco di termini ricercati e frasi fatte, falso come i principi che veicola -> l’ideologia che guida Emilio nel suo agire effettivo è del tutto diversa da quella professata. Inoltre, il narratore non si eclissa, ma al contrario interviene frequentemente a giudicare, a criticare e a commentare, a smascherare alibi e menzogne del protagonista. ● Rivela subito che i propositi di prudenza di Emilio celano la volontà di divertirsi semplicemente con la ragazza («La parola [...] un po' più franca avrebbe dovuto suonare così» (righi 4-5)); subito dopo smonta l'alibi della «famiglia» e della «carriera», precisando la vera realtà della situazione di Emilio -> nel suo discorso, si può notare il valore pungente, la perfidia di alcuni diminutivi, «impieguccio», «famigliuola», «riputazioncella». ● Vi sono poi commenti di un sarcasmo tagliente: «La prima sentenza non era stata riformata, s'era evoluta» (righi 29-30). ● Infine il narratore smentisce crudelmente i sogni di Emilio che si crede «potente macchina geniale in costruzione»: «come se l'età delle belle energie per lui non fosse tramontata» (rigo 37). Si delinea così sin dall'apertura del romanzo la funzione che vi assumerà la voce narrante: in una narrazione focalizzata sul protagonista, la cui prospettiva inattendibile maschera e deforma la realtà, il narratore rappresenta l'alternativa di una prospettiva superiore, più lucida 2
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